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Dalla confraternita della misericordia alla pubblica assistenza di Sarzana: 18 luglio al 15 settembre 2019
Il Museo Diocesano di Sarzana è stato allestito nel 2003, presso l’oratorio della Misericordia, dove dal 1578 ebbe sede l’omonima confraternita. A seguito delle note vicende, già indagate attraverso la ricerca di Franco Bonatti e di Pino Meneghini, la confraternita si è trasformata in Società di Mutuo Soccorso e successivamente nella pubblica assistenza, istituzione di rilevanza assoluta per la città di Sarzana.
Il progetto che il museo diocesano vuole realizzare, è finalizzato a evidenziare il collegamento diretto tra il museo e la città, raccontando la storia dell’edificio, attraverso i suoi cambiamenti di forma e funzioni, seguendo le tracce materiali leggibili nell’edificio stesso, ma soprattutto, ricostruendo la prestigiosa storia della pubblica assistenza, a partire dall’attività assistenziale dei confratelli della Misericordia.
L’allestimento del percorso espositivo prevede l’inserimento dei documenti relativi alla storia della confraternita, dalla fine del Cinquecento all’inizio del Novecento, provenienti in parte dall’archivio, oggi depositato presso la pubblica assistenza, inerenti alla ri-fondazione ottocentesca. Ovviamente, oltre ai documenti saranno esposti oggetti e opere particolarmente rappresentative di questo lungo percorso cronologico.
Dal 18 luglio al 15 settembre sarà possibile visitare il museo e seguire attraverso il percorso cronologico creato per l’occasione, le vicende più significative, legate all’istituzione della confraternita stessa. L’atto di istituzione della confraternita della Misericordia, detta anche dei Neri, a motivo del colore della cappa che indossavano i confratelli durante i loro servizi e le processioni, raccomandava che gli stessi confratelli si occupassero: << del soccorso e delle accurate necessità dei poveri membri della Chiesa di Cristo>>, prendendo parte ad un programma caritativo dedito ai malati, ai moribondi, ai trasporti funebri o ad assistere i condannati a morte, con obbligo costante di indossare la cappa nera.
Sulla lunetta in ardesia dipinta (datata 1621), che un tempo decorava il portale d’ingresso dell’oratorio, oggi ricoverata all’interno, sono raffigurati infatti due confratelli con cappa nera e cappuccio, particolare quest’ultimo irrinunciabile, poiché celava l’identità dei confratelli e garantiva che le opere di misericordia venissero svolte in anonimato. Da questa significativa immagine prenderà il via il percorso che condurrà il visitatore alla scoperta di una affascinante storia, fatta dagli uomini che hanno creduto nel valore dell’assistenza verso gli altri, che grazie ai volontari della pubblica assistenza, a Sarzana è una realtà viva e pulsante.