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Progetto Indrix: l’evento finale a Bruxelles

“La resilienza non è solo una componente culturale, ma dipende dalla percezione del rischio di ciascun individuo”

14 febbraio 2018 Si è svolto oggi, 14 febbraio 2018, a Bruxelles, l’evento finale del progetto INDRIX (Inclusive Disaster Resilience Index) cofinanziato dall’Unione Europea. Dai dati e dalle risposte raccolte dai questionari sottoposti ai cittadini delle comunità di riferimento, è emerso che la resilienza è un fattore che si differenzia non solo per mezzo di una componente culturale, ma anche per la percezione che ciascun individuo ha su una determinata situazione di rischio. La componente esperienziale in questo studio è stata monitorata dando rilievo a indicatori quali: livello di istruzione, condizione di salute e di vita, tasso di disoccupazione, servizi ospedalieri, e così via.

 

Indrix: la chiusura del progetto

Secondo Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas “Indrix è la fine di un inizio, una continuità rispetto a un approccio particolare di anpas rispetto alla protezione civile, non solo nell’emergenza, ma anche rispetto a chi sta più vicino alle comunità più fragili. Un percorso di condivisione con il resto d’Europa delle competenze acquisite nelle passate situazioni che, purtroppo, ci hanno visti coinvolti direttamente”.

Indrix: l'indice del progetto europeo

La metodologia di lavoro utilizzata durante i due anni di progetto si è caratterizzata da una prima analisi di una ampia letteratura che ha poi portato alla costruzione di una mappa semantica e di una versione beta dell’indice, composto da indicatori quantitativi e strutturato per dare voce alla percezione dei singoli cittadini, e infine una sua validazione in alcune comunità target (in Italia e in Lettonia), permettendo così di pervenire ad una versione finale dell’indice.

Questo lavoro ha condotto ad una mappatura puntuale del livello di resilienza delle comunità analizzate portando, infine, un tool interattivo on line: https://storage.googleapis.com/storage.ubidev.net/indrix/784389723/dev/index.html#/

Secondo Egidio Pelagatti, responsabile operativo protezione civile Anpas, intervenuto a Bruxelles “Abbiamo lavorato su un progetto che si è concentrato sull’importanza della resilienza nel sistema di protezione civile, sia locale che nazionale che europea. Un progetto come Indrix fa sì che ci si avvicini sempre di più a un sistema più efficace di prevenzione, di aiuto e di condivisione di problematiche nei vari territori. La bontà di questi progetti risiede anche nel il fatto che volontari, docenti ed esperti europei lavorino bene insieme e che lavorino su progetti di pace e anche questo è un ottimo risultato, anche solo per lo scambio, il dialogo e l’ospitalità: questa è una bella cosa perché ci avvicina sempre di più nell’Europa unita in un sistema unico di protezione civile”.

Indrix: la chiusura del progetto

 

Il progetto INDRIX

I cambiamenti demografici e sociali e l’incremento di disastri naturali legati ai fenomeni climatici ed ambientali hanno reso urgente concentrare l’attenzione sul tema della resilienza delle comunità. In questo contesto si inserisce il Progetto INDRIX il cui scopo è stato lo sviluppo di un codice di resilienza sociale, basato sull’analisi di un’ampia letteratura di dati statistici e con un particolare focus sull’inclusione di gruppi vulnerabili di persone, da mettere a beneficio di amministratori locali, ONG, cittadini stessi per preparare risposte adeguate in caso di emergenza e prevenire situazioni di pericolo. http://indrix.samaritan-international.eu/

Partner di progetto
Capofila: Università di Tor Vergata
Partner: Anpas (IT), White Cross/Croce Bianca (IT), Samaritan International (BE), LSA (Lettonia), Ubilabs (DE). Le organizzazioni italiane, Auser e FISH, hanno contribuito al progetto grazie alla loro esperienza e competenza.

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Progetto Indrix: il seminario in Sicilia

15 dicembre 2017 Sono stati presentati questa mattina a Palermo, durante il seminario del progetto europeo Indrix, cofinanziato dall’Unione Europea, i risultati dei 1200 questionari raccolti con l’obiettivo di individuare la percezione dei cittadini rispetto tre attività: la partecipazione alla prevenzione dei rischi, la sicurezza nei propri comuni e l’efficacia della comunicazione nella prevenzione.

«I risultati dei questionari sono particolarmente interessanti – ha dichiarato Andrea Volterrani, dell’Università di Roma “Tor Vergata” – abbiamo potuto comparare quelli di volontari o di soggetti coinvolti nel sistema di protezione civile, fatti per lo più in Italia, con quelli di soggetti completamente estranei, fatti in maggioranza in Lettonia. Il cittadino che non è coinvolto nel sistema ha una percezione della prevenzione e dei rischi completamente opposta e spesso non ha contezza di quanto si faccia in termini di esercitazioni e campagne di prevenzione».

Indrix:la chiusura del progetto

A partecipare alla giornata di lavoro tutti i partner del progetto: l’Università degli studi di Roma Tor Vergata, Anpas, Samaritan International, Croce bianca Bolzano, Ubilabs e LSA ma anche gli stakeholder Fish e Auser.

Per Enzo Costa, presidente Auser nazionale: «Abbiamo bisogno di fare rete per una maggiore prevenzione e per essere davvero efficaci abbiamo la necessità che siano le istituzioni a coordinare queste reti.»

 

Dello stesso avviso anche Carmine Lizza, responsabile protezione civile Anpas nazionale: «Non possiamo appoggiarci alle sole associazioni e il progetto “Io non rischio”, di cui Anpas è promotrice, parte da questo: abbiamo messo insieme il mondo scientifico, quello universitario, le istituzioni e le associazioni di volontariato e tutti insieme ci siamo fatti carico di dare risposte concrete. In Italia siamo i migliori in emergenza ma questo non può e non deve essere il cavallo di battaglia della protezione civile, è un percorso lungo ma siamo già nella strada giusta. Anpas ha iniziato anche la formazione di operatori che in emergenza lavoreranno con le categorie fragili: abbiamo una grande attenzione per le persone e la nostra idea di campo parte con una scheda che rileva anche le fragilità momentanee. Non vogliamo creare delle nicchie dedicate alle persone disabili ma rendere la loro vita in emergenza uguale a quella degli altri»

Per Patrizio Losi, rappresentante della consulta nazionale volontariato di protezione civile: «Non solo “Io non rischio” ma anche i campi scuola “Anch’io sono la protezione civile” che facciamo con i ragazzi dagli 11 ai 17 anni. La diffusione della cultura di protezione civile è un dovere di tutti, non possiamo stare con le mani in mano dando tutte le colpe alle istituzioni.»

A concludere, Giampietro Griffo di Fish che ha voluto sottolineare l’importanza delle associazioni nel trattare le persone con disabilità durante le emergenze: «Resilienza significa sapere dove abitano le persone con disabilità, sapere come farli evacuare, come farli vivere all’interno dei campi senza trattarli diversamente. Tutto questo dovrebbe essere ordinario e il valore aggiunto è la nostra partecipazione. Dal 2012 al 2016 si è passati da quarantacinque milioni di persone sfollate a sessantacinque milioni e, di questi, il 15% sono persone con disabilità. Le associazioni sono il valore aggiunto perché ogni giorno affrontano situazioni in cui tentano di torcerle, di spezzarle e per questo sono le maggiori esperte di resilienza.»

Indrix:la chiusura del progetto

L’indice di resilienza per tutte le regioni dell’Unione Europea verrà infine presentato a Bruxelles a febbraio 2018, al termine del progetto.

Il progetto Indrix, cofinanziato dall’Unione Europea e che vede come partner Anpas, LSA, Sami, la Croce Bianca di Bolzano e Ubilabs, coordinato dall’Università di Roma Tor Vergata, ha l’obiettivo di costruire un indice di resilienza sociale per tutte le regioni dei paesi dell’Unione Europea che, valutando o rilevando dati relativi al grado di coesione sociale, di vulnerabilità sociale, di gestione del processo di risk management (prevenzione, preparazione, risposta e ricostruzione) e al grado di coinvolgimento dei cittadini in questo processo, ricavano una struttura che traduce la capacità di una comunità di rispondere positivamente, di risollevarsi dai vari punti di vista, a seguito di una calamità naturale.

 

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Il progetto Indrix al Reas

Al REAS 2017 sarà presente anche uno stand del progetto Indrix presso Piazza Anpas 

Di seguito il report aggiornato al meeting di RIGA (Latvia), 25-28 agosto 2017

Partners: Università Tor Vergata (UNITOV), LSA Latvia, Anpas, CB Bolzano, ASB GERMANIA, UBI-labs
Stakeholders in partenariato: AUSER, FISH

Il questionario sull’indice di Resilienza sociale è online https://www.surveymonkey.de/r/indrix-italian (aperto fino al 15 novembre)

Il Progetto INDRIX sta perseguendo i seguenti obiettivi:
 Condividere conoscenze, capacità e le migliori pratiche in materia di prevenzione delle catastrofi e dei servizi sociali esistenti per le persone con disabilità fisiche;
 Valutare l’impatto sociale dei progetti e delle pratiche per quanto riguarda il loro effetto sulle capacità di inclusione delle persone con disabilità fisiche;
 Realizzare un documento di raccomandazione sui metodi e sugli strumenti per colmare le lacune esistenti in caso di catastrofe per il gruppo target;
 Raccogliere approcci per l'inclusione del gruppo target come cittadini attivi durante le catastrofi naturali.
Ha avuto il suo ultimo workshop, per verificare e testare i risultati della prima parte dell’indice di resilienza sociale, obiettivo specifico del progetto, lo scorso 27 agosto presso la sede dell’associazione dei Samaritani di Latvia, LSA. I dati relativi, sono stati raccolti grazie alle attività dei Focus Group (incontri mirati con gli stakeholders individuati) che si sono tenuti il 4 Maggio 2017 a Pistoia, in occasione dei May days, e a Torino il 20 maggio 2017 all’assemblea nazionale delle Pubbliche Assistenze.
Ha definito inoltre, i parametri per la sperimentazione della seconda parte dell’indice che comprende i seguenti sottocapitoli, finalizzati a ricavare i migliori risultati da presentare alla Comunità Europea, in fase di chiusura di progetto:
a) Questionario finale
b) Sottoindice
c) Metodo di calcolo
d) Caratteristiche di campionamento nelle regioni europee
e) Rappresentazione grafica sul web
f) Proposta di project evaluation

Il progetto Indrix nei prossimi mesi. Una discussione interna sulla definitiva struttura dell’indice, scaturita aggiungendo allo schema iniziale, le sollecitazioni e le modifiche proposte ad oggi da partners e stakeholders.

Castelnuovo di Porto: 15 settembre 2017

Il tema della verifica degli indicatori (presi da Eurostat) da aggiornare ogni 2 anni, della sezione dedicata ai questionari per i cittadini, da aggiornare ogni 2 anni e la Valutazione scientifica dei dati da presentare.
La cabina di regia ha infine deciso i seguenti passaggi per la finalizzazione del progetto e la sua disseminazione:
a) Seconda relazione sullo stato di avanzamento e questioni amministrative
b) Incontro a Palermo (Sicilia, Italia) nel mese di dicembre
c) Discussione sul nuovo test della seconda parte dell’indice
d) Conferenza finale a Bruxelles
In merito ai temi discussi si sono prese alcune decisioni operative. Innanzitutto i partners operativi dovrebbero farsi carico, nei mesi precedenti all’incontro in Sicilia, della sperimentazione dell’indice, fornendo alle associazioni di riferimento e ad eventuali stakeholders, il questionario (versione validata on line dal 01/10/2017), in modo tale di avere un risultato apprezzabile e confrontabile rispetto ai risultati attesi.
In questo senso, per Anpas è stato proposto di avviare detta sperimentazione in occasione del Meeting nazionale con la nuova versione cartacea del questionario.
Si sono poi concordate le date per le prossime attività previste:
 incontro in Sicilia per valutazione sperimentazioni (13/16 dicembre p.v.)
 conferenza finale a Bruxelles (13-14 febbraio p.v.)

Per Anpas seguono il progetto INDRIX
Aurelio Dugoni, responsabile di progetto
Concetta Mattia, consigliere nazionale (delega alle Politiche di Prevenzione in PC)
Valentina Montanari, comunicatore

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