Comunicati stampa

Emergenza 118 e nuova normativa europea: la tavola rotonda

Anpas, Cri e Misericordie: formazione, linee comuni per la trasparenza e riforma del Terzo Settore

Tavola rotonda Emergenza 118 e normativa europea8 ottobre – Si è svolta oggi a Roma, nel corso della prima giornata del Nonprofit Leadership Forum, la tavola rotonda Emergenza 118 e nuova Normativa Europea. Anpas, Croce Rossa e Misericordie d’Italia, le tre principali organizzazioni di terzo settore che si occupano si soccorso in Italia si sono confrontate sull’affidamento del servizio di emergenza 118 attraverso bandi di gara e sulle conclusioni dell’avvocato generale della Corte di Giustizia Europea Nils Wahl che ha pubblicato le sue conclusioni sulla causa fra un’ASL italiana, alcune organizzazioni di volontariato, un ente pubblico e due cooperative.

 

Uno scenario sul quale tutte e tre le organizzazioni si rapportano ogni giorno in un contesto eterogeneo, fatto anche da leggi regionali e necessità di comunità che richiedono un sempre più elevato livello nella prestazione dei servizi. Organizzazioni che insieme hanno condotto battaglie, come l’esenzione per il pedaggio autostradale di Anpas e Misericordie, e proposte per la riforma del Terzo settore (Anpas e CRI) «Il volontariato è una opportunità», ha dichiarato Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas. «E’ la comunità che si organizza e che rappresenta un vero e proprio presidio: un principio quello della sussidiarietà sancito dalla legge 266. Le conclusioni dell’avvocato Wahl si vanno a inserire in un contesto, quello italiano, in cui le realtà che fanno parte del sistema di emergenza e urgenza hanno una storia sui territori: è in questo senso che le istituzioni devono sfruttare l’opportunità del volontariato e non dar per scontati i servizi che vengono fatti»

 

Tutte e tre le organizzazioni convergono sull’errore di aver sottovalutato ciò che l’Europa in questo momento si accinge a cambiare il sistema 118 e 112, ma anche molti meccanismi differenziati da normative regionali con standard differenziati. «È un momento di passaggio questo: dobbiamo riuscire a creare un sistema in cui ruolo, rendicontazione trasparente e formazione siano il più possibile comuni per non incappare in inefficiente e situazioni di una corretta procedura di assegnazione del 118», prosegue Pregliasco.
«Abbiamo quindi l’esigenza di condividere una formazione omologabile e di un codice etico. Sollecitare decreti attuativi del disegno di legge sul terzo settore che tengano conto delle normative europee e in particolare della normativa 23 del 2014 direttiva appalti che ribadisce la possibilità per gli Stati di trovare regolamenti che tengano conto delle peculiarità delle associazion per la realizzazione dei servizi di interesse generale».

L’incontro alla IX Commissione trasporti a Montecitorio(1 aprile)

Fermitutti! la pagina della manifestazione

La disdetta di Società autostrade per l’esenzione dei  telepass per i mezzi di soccorso (2 aprile)

Montecitorio – L’incontro con Pierpaolo Vargiu, presidente Commissione Affari Sociali Camera (3 aprile)

Ministero dei Trasporti –il mancato ricevimento della delegazione Anpas al ministero (3 aprile)


Il DOCUMENTO Anpas e Misericordie presentato ai parlamentari ed al Governo (apri pdf)


Il video della giornata: il Giornale Radio Sociale


       


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Politiche Giovanili Anpas: il futuro del volontariato è oggi

Dall’obiezione di coscienza al servizio giovanile, ai campi scuola di protezione civile fino ai gruppi nelle singole associazioni: da sempre le pubbliche assistenze Anpas hanno attratto giovani delle singole comunità per avviare percorsi di cittadinanza attiva e volontariato. Sono stati 14mila i volontari in che hanno svolto servizio civile nelle pubbliche assistenze Anpas.

 

Marrubiu: il campo scuola di Anpas Sardegna

 

Da due anni Anpas ha deciso di valorizzare ulteriormente i movimenti giovanili presenti nelle pubbliche assistenze supportandoli per la messa in rete di buone pratiche ed esperienze, incontri, ma anche iniziative come la promozione della legalità (partecipazione e organizzazione della Giornata della memoria Libera, Latina 22 aprile 2014). Un percorso che coinvolge anche i campi scuola di protezione civile, eventi internazionali (come il Contest Sami), formazione e proposte di nuovi servizi in favore della comunità. 

Sempre più importante, quindi, la creazione di gruppi regionali da mettere in rete tra loro e la preparazione del documento precongressuale da presentare a Roma, 28 novembre, al 52°congresso Nazionale Anpas.

 

 

 

Bollettini

Ottobre 2014 – pdf

 

INFO

Responsabile nazionale politiche giovanili e membro della direzione Anpas: Barbara Siri

Coordinatore nazionale dei gruppi giovanili nel consiglio nazionale: Egidio Ciancio

Segreteria nazionale delle politiche giovanili: Kristian Talamonti.

La segreteria delle poliche giovanili di Anpas si trova a Romain via matteo boiardo 17 al numero 06/69202230 mail k.talamonti@anpas.org .


Politiche giovanili Anpas

Contest Samaritan International, Adria-Venezia 2014 Movimentiamoci! – I giovani di Anpas Liguria

MeYouMe Anpas e i giovani del Mediterraneo

Lazio e Sicilia fanno rete

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Ci ha lasciati Giorgio Gasparini

Anpas ricorda Giorgio Gasparini, volontario e dirigente Anpas e Croce Gialla Ancona, scomparso nelle scorse ore

Giorgio GaspariniAncona, 17 luglio 2014 – La commozione di tutta Anpas per la perdita di Giorgio Gasparini, volontario e dirigente Anpas, proveniente dalla Croce Gialla di Ancona. “Guardare indietro per andare avanti”: è stata l’idea che Giorgio ha scelto tra le tante idee emerse nell’ultima assemblea Anpas per il futuro del movimento. 

Come lui stesso avrebbe voluto, la famiglia ha autorizzato la donazione degli organi. Sabato 19 dalle ore 09.00 sarà allestita la camera ardente presso la sede della Croce Gialla di Ancona in via Ragusa, 18. I funerali si svolgeranno Lunedì 21 luglio alle ore 15.30 ad Ancona presso la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù in via Russi (Piazza Salvo D’Acquisto).
Eventuali messaggi di condoglianze potranno essere inviati a:

Fam. Gasparini – Via Flavia, 31 60131 ANCONA

Croce Gialla Via Ragusa, 18 60126 ANCONA 

«Ricordo con lui tanti viaggi e le tante occasioni che ho avuto per apprezzare la passione con cui Giorgio credesse e portasse avanti i valori delle pubbliche assistenze: chi ha avuto la fortuna di conoscerlo sa che Giorgio era in grado di ingentilire i cuori», ricorda Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas. «Ci stringiamo intorno alla famiglia, ai volontari della Croce Gialla e ai tantissimi altri volontari che hanno avuto la fortuna di incontrarlo nelle tante manifestazioni e nei tanti eventi cui ha sempre partecipato con passione e simpatia». 

 

 

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Il soccorso non deve pagare pedaggio

Anpas chiede l’esenzione del pedaggio ai veicoli di soccorso delle associazioni di volontariato

 4 giugno 2019La nuova circolare del MIT la nota di Anpas In seguito alla circolare inviata dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti rivolta alle concessionarie autostradali, per chiarire l’ambito di applicazione dell’esenzione dal pedaggio dei mezzi di soccorso di cui all’art. 373 comma 2 lett. c del Regolamento di attuazione del codice della strada, Anpas pur apprezzando lo sforzo compiuto in questo frangente, auspica un ulteriore passo avanti all’interno delle discussioni che ci saranno in Commissione a partire dal 17 giugno con la Riforma del codice della strada.


26 giugno – Autostrade per l’Italia ha confermato la piena presa d’atto di quanto indicato dal Ministero dei Trasporti a tutte le concessionarie con la circolare del 22 maggio u.s. (prot.0005068) e quindi la conseguente piena applicazione in termini di esenzione del pedaggio autostradale con l’ulteriore chiarimento del concetto di “soccorso in emergenza”. (LETTERA AUTOSTRADE)

 

In sintesi sulla base di quanto stabilito dalla circolare ministeriale nella attività di “soccorso sanitario assistito (medico o infermiere a bordo) deve essere ricompreso anche il trasporto effettuato con personale volontario adeguatamente formato”.

A seguito di contatti con la Direzione delle Autostrade questa ultima ha confermato che, sulla base delle indicazioni ministeriali, le convenzioni stipulate con le associazioni di volontariato che hanno già aderito alla piattaforma web per l’autocertificazione dei transiti esenti verranno aggiornate sulla base di quanto stabilito dalla circolare ministeriale. Per quanto riguarda le convenzioni che verranno stipulate da ora in avanti le stesse conterranno già nel testo la piena applicazione della nota ministeriale.


 


 

 

4 giugno 2015 – Anpas nazionale è tornata a scrivere ad Autostrade per l’Italia per richiedere, a seguito della circolare del MIT del 24 maggio 2015 – una piena applicazione di quanto stabilito in modo chiaro dal Ministero. (LETTERA Anpas nazionale)

 


 

24 maggio 2015 – Secondo la nota una nota inviata dal Ministero Infrastrutture e Trasporti ai concessionari della rete austradale, a seguito di un incontro con Anpas nazionale e Anpas Toscana – saranno esenti dal pagamento del pedaggio con Telepass anche i servizi di soccorso in emergenza effettuati dai volontari formati.
“Nell’attività “soccorso sanitario assistito” (medico o infermiere a bordo) – si legge nella circolare del Ministero – deve essere ricompreso anche il trasporto effettuato con personale volontario adeguatamente formato, purché il trasporto stesso avvenga nell’ambito della circolare relativa all’esenzione dal pedaggio autostradale per i veicoli delle associazioni di volontariato e organismi similari”.

 


 

26 febbraio 2015 – “Chiederemo alla Società Autostrade, nel nome di una positiva collaborazione, di rendere più snella la modalità di autocertificazione, nella piattaforma web, del transito per quei veicoli per i quali è prevista l’esenzione” ha dichiarato il viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti Riccardo Nencini che oggi han nuovamente incontrato a Roma, presso il Mit, i rappresentanti nazionali e toscani di Anpas e Misericordie. Leggi tutto


12 gennaio 2015, lettera ministro Lupi Esenzione pedaggio autostradale – Disdetta Accordo Anpas e Autostrade per l’Italia. LEGGI TUTTO.


“Apprezziamo lo sforzo di Autostrade per l’Italia che proroga di tre mesi l’esenzione del pedaggio per il trasporto sanitario di Anpas e Misericordie”, dichiara Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas. 

È arrivata in serata la nota di Autostrade per l’Italia: “Per favorire ulteriormente una corretta e facile applicazione del nuovo modello di gestione dei transiti esenti da parte delle associazioni aderenti ad Anpas e Misericordie, e dare ulteriore tempo per i necessari chiarimenti normativi, Autostrade per l’Italia ritiene opportuno prorogare ulteriormente di tre mesi, fino al 02 ottobre prossimo, le convenzioni già scadute” si legge nella nota.
«Ora spetta a Governo e Ministero dei Trasporti sciogliere i nodi normativi sui quali da mesi chiediamo un confronto e una risoluzione e che finora ci sono stati negati nonostante una sentenza del Consiglio di Stato (7/2/2013, N.2477), interrogazioni parlamentari, una risoluzione della Commissione Trasporti alla Camera dei Deputati (4/6/2014 n.8-00060 Tullo-Fossati). Auspichiamo una convocazione nel più breve tempo possibile».

Roma 26 giugno 2014

Il soccorso non deve pagare pedaggio

 

Roma, 25 giugno 2014 – “La informiamo sulla situazione di forte difficoltà che dal prossimo 2 luglio si potrà verificare nell’espletamento dei servizi sanitari sia di emergenza che di trasporto socio sanitario cosiddetto ordinario”. Inizia così la lettera che oggi le 881 pubbliche assistenze Anpas e 90mila volontari hanno inviato ai prefetti di tutta Italia in seguito alla disdetta, da parte di Società Autostrade per l’Italia, dell’accordo con Anpas (stipulato dal 1999) per il rilascio di telepass esenti per i mezzi di soccorso mettendo così in grave difficoltà le organizzazioni di volontariato che, da 110 anni, sono quotidianamente impegnate nella presa in carico di ogni persona malata o infortunata.

A partire dal 2 luglio prossimo, quindi, Società Autostrade disattiverà 2962 telepass in dotazione sulle ambulanze e sui veicoli di soccorso avanzato delle associazioni di pubblica assistenza aderenti ad Anpas: ciò comporterà problemi e serie difficoltà nei transiti e nell’accesso ai tratti autostradali, con particolare riferimento a quelli non presenziati dal personale di Autostrade.

Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas dichiara: «Che sia una emergenza o il trasporto di un dializzato, il soccorso non deve pagare pedaggio autostradale. Chiediamo al Governo, con la massima urgenza, l’emanazione di un provvedimento normativo che permetta a chi, come noi, svolge il 70% del trasporto sanitario in Italia, di tutelare la salute delle persone senza oneri finanziari, intralci burocratici e senza ostacolare il soccorso dei nostri volontari come invece imposto dal nuovo sistema di rilascio telepass da parte Società Autostrade con l’Italia i cui tempi, tra l’altro, non sono stati ancora resi noti».

Soccorso non è solo l’emergenza urgenza. Società Autostrade per l’Italia con il nuovo sistema proposto, conferma che i servizi che saranno esentati con fatturazione con tempi posticipati per dare modo di autocertificare (attraverso una piattaforma web) saranno soltanto quelli che riguardano l’emergenza / urgenza e non prevede altre forme di soccorso, come invece afferma la sentenza del Consiglio di stato (Sezione III, 7/2/2013 n.2477), come il trasporto per ricoveri, dimissioni, trattamenti radioterapici e chemioterapici o dialisi.

Le Richieste inascoltate. Inascoltata la manifestazione a Roma dello scorso 3 aprile quando a piazza Montecitorio, davanti a volontari provenienti da tutta Italia, Istituzioni e parlamentari avevano promesso che tutto si sarebbe risolto in nome del “buon senso”. Inascoltata anche la risoluzione approvata dalla IX Commissione Trasporti della Camera (n.8-00060 Tullo-Fossati) il 4/6/2014 che impegna il Governo a “definire e rendere individuabili i veicoli adibiti al soccorso; concedere telepass per l’esenzione del pedaggio autostradale in comodato d’uso gratuito senza aggravi burocratici ed organizzativi ai veicoli di soccorso delle associazioni di volontariato, modificando ed integrando le concessioni in essere su tutte le autostrade italiane, senza oneri per il bilancio dello Stato”. Inascoltate le numerose richieste di interlocuzione fatte al Ministero dei Trasporti che ha dimostrato scarsa attenzione verso Anpas e Misericordie, le due principali realtà del volontariato che si occupano di trasporto sanitario in Italia. «Per questo chiediamo di equiparare l’esenzione del pedaggio per i mezzi della Croce Rossa Italiana (che su questo tema ha dichiarato il suo pieno appoggio) anche ai veicoli delle associazioni di volontariato che, come Anpas, svolgono gli stessi servizi, vista anche la recente trasformazione della Croce Rossa, nella sua parte civile, in ente privato», prosegue Pregliasco.«Non possiamo fermare il soccorso ai caselli, soprattutto in quelli non presidiati da personale di Società autostrade e aspettare che vengano aperti con una persona che sta male a bordo».

Possibili nuove azioni di protesta.«Vogliamo continuare a tutelare la salute delle persone», conclude Pregliasco «e non escludiamo altre azioni di protesta: la mancata esenzione del pedaggio autostradale per il soccorso comporterà un aggravio economico per i volontari delle associazioni di volontariato che saranno costrette a rivedere i bilanci, le attività e i servizi resi alle oltre mille comunità di riferimento e ai singoli cittadini che nostro malgrado, inevitabilmente, ne subiranno le conseguenze»

 

Il soccorso non deve pagare pedaggio

 

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Io non rischio: GRAZIE

GRAZIE 

GRAZIE

Questa edizione di #iononrischio ci ha insegnato che la passione è quella cosa che a volte non si vede, quella cosa che ci ha fatto bagnare la faccia da sotto gli ombrelli per vedere se schiariva, la passione è anche una cosa che è rimasta chiusa negli scatoloni dei totem ai quali abbiamo lavorato per qualche notte e che ci ha fatto aprire e chiudere gazebo a seconda di quel che decidevano le nuvole.

I più fortunati hanno trovato la passione in una stretta di mano al sole con cittadini e sindaci, con gli esperti di INGV o il personale del Dipartimento di Protezione Civile, un prodotto tipico da far assaggiare a chi è venuto al gazebo,un tweet da condividere e una foto da scattare ad una mano di carta.

E la passione è ciò che insegnate nell’ordinario, nella gentilezza di un gesto verso le altre persone

Grazie a voi che insegnate passione in tutte le piazze d’Italia e che per questo ci fate emozionare, sempre, lo stesso. A presto!

 

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#lavoltabuona: Anpas al convegno del Forum del Terzo settore per la riforma

Roma, 12 giugno – Alla presenza del Ministro Poletti e dei deputati e senatori dell’inteergruppo parlamentare del Terzo Settore.Anche il Forum Nazionale del Terzo Settore ha accolto l’iniziativa del Governo di riformare la legislazione del Terzo Settore e ha redatto un Documento quale suo contributo alle “Linee guida per una Riforma del Terzo Settore” proposte dal Governo.

«Abbiamo presentato con Misericordie e Croce Rossa un documento comune per il superamento della legge 383, della 266. Voglio però sottolineare due concetti: quello della gratuità che non va visto in contrapposizione del profit, ma nell’ottica del bene comune. La ridefinizione del ruolo delle reti nazionali che non sono riconosciute e noi ci proponiamo in una ottica di collaborazione al sostegno alle realtà che ci competono, non di controllo. Fondamentale è la trasparenza per il Terzo Settore e dobbiamo evidenziarla. La peculiarità del terzo settore deve anche essere quella di una corretta gestione del denaro pubblico e del fundraising e puntare alla trasparenza», ha dichiarato Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas Nazionale. 

 

L'intervento di Fabrizio Pregliasco al Forum del Terzo Settore

 

 

Scarica il documento. pdf

Servizio Civile: il contributo CNESC alla consultazione del Governo

 

 

La fotogallery della giornata

 

 

 

 

 

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Fabrizio Pregliasco nel coordinamento del Forum Nazionale del Terzo Settore

Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas, al Coordinamento nazionale del Forum Nazionale del Terzo Settore. 

11 giugno 2014 – Dopo Fausto Casini è Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas, a entrare a far parte del coordinamento del Forum del Terzo Settore dove da sempre Anpas, in un’ottica costruttiva e di collaborazione con le altre grandi reti di volontariato nazionale, ha portato il suo contributo decisivo nelle battaglie sociali che nella rappresentanza di un movimento che, in Italia, esiste da 110 anni.

 

Il rigraziamento di Anpas va a Fausto Casini per l’impegno profuso e per l’importante lavoro di rappresentanza svolto all’interno del Forum del Terzo Settore.

 

“Una nomina importante in un momento decisivo sia per il Forum del Terzo Settore, sia per tutto il Terzo Settore, in un momento in cui andiamo a presentare al Governo le nostre proposte di riforma. Desidero infine ringraziare Fausto Casini che mi ha preceduto in questo ruolo di rappresentanza“, ha dichiarato Fabrizio Pregliasco.

     

 

Fabrizio Pregliasco Presidente Anpas

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chi è Fabrizio Pregliasco

 Nato a Milano l’11 novembre 1959 volontario e dal 1981 a tutt’oggi Presidente della Pubblica Assitenza Rho Soccorso (MI). Vicepresidente di SAMI (Samaritan International) rete europea di associazioni di volontariato a cui Anpas aderisce. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Universita’ degli Studi di Milano nel 1986 con lode, ha conseguito successivamente la Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva (1990) e la Specializzazione in Tossicologia (1994).Dal 1991 a tutt’oggi Ricercatore Universitario per la Disciplina Igiene Generale ed Applicata presso il Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Universita’ degli Studi di Milano. Direttore Scientifico della Fondazione Sacra Famiglia Onlus di Cesano Boscone (MI), Direttore Sanitario della Casa di Cura Ambrosiana srl di Cesano Boscone (Mi), società controllata della Fondazione Sacra Famiglia Onlus.

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#lavoltabuona: il documento di Anpas per la riforma del Terzo Settore

Roma, 11 giugno – Un documento congiunto quello inviato oggi da Anpas e Croce Rossa Italiana al Governo per contribuire al percorso di riforma del Terzo Settore italiano che avrà come prossima tappa la presentazione da parte del Governo della legge delega il prossimo 27 giugno.

«Per noi è stata la volta buona per lavorare ad un documento che ha avuto il pregio di raccogliere anche l’adesione della Croce Rossa in un percorso in cui ha preso parte anche la Confraternita delle Misericordie d’Italia», dichiara Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas Nazionale. «Un motivo in più per il Governo per ascoltare le proposte fatte unitariamente da associazioni che svolgono gran parte delle attività messe in campo dal volontariato per quanto riguarda l’assistenza, il soccorso, la protezione civile e la cittadinanza attiva. Speriamo sia davvero la volta buona».

«Sono molto soddisfatto del documento che stiamo presentando al governo Renzi sulla riforma del Terzo Settore. Queste linee guida sono importanti sia dal punto di vista metodologico che da quello sostanziale: la presentazione congiunta è sicuramente un passo in avanti storico nell’immaginare insieme il mondo del volontariato. Ora ci aspettiamo che il governo legga con attenzione il nostro documento e dia risposte a un Terzo Settore mai così unito nel chiedere passi in avanti concreti e che guardino realmente al futuro e alle nuove sfide umanitarie», ha dichiarato il Presidente nazionale della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca.

Anpas, Croce Rossa Italiana e Confederazione delle Misericordie d’Italia hanno espresso la volontà comune a proseguire il confronto nel futuro, al fine di arrivare ad un percorso condiviso per la riforma del Terzo Settore italiano, che avrà come prossima tappa la presentazione da parte del Governo della legge delega il prossimo 27 giugno. 

Fermi tutti: la manifestazione in piazza

PREMESSA 

“Nell’Italia di fine Ottocento, specie nelle regioni centro-settentrionali, si diffuse un nuovo tipo di associazioni volontarie. I loro membri prestavano assistenza ai malati e agli indigenti, trasportavano gli infermi agli ospedali, effettuavano servizi di soccorso in occasione di catastrofi e calamità naturali (epidemie, alluvioni, terremoti)”.

La Croce Rossa Italiana (CRI) nasce a seguito dell’intuizione di Jean Henry Dunant che, colpito dal terribile macello della battaglia di Solferino (24 giugno 1859) ebbe l’idea di creare una squadra di infermieri volontari che potesse dare un apporto fondamentale alla sanità militare in un’ottica di neutralità dei feriti. Le pubbliche assistenze si formano a partire dal 1860 come associazioni di volontariato laiche, libere e democratiche, fondate sui concetti di solidarietà e fratellanza e aperte alla partecipazione di tutti i cittadini. Si costituiscono, come sodalizio nazionale, nel 1904 a Spoleto. 

Oltre 150 anni di storia nelle quali, l’Anpas e la CRI vivono percorsi paralleli, talvolta anche molto conflittuali, pur nel permanere della condivisione di alcuni valori fondamentali che ne orientano l’agire (la neutralità, la partecipazione, l’universalità, la mutualità) e nella comune vocazione internazionale. 

Due realtà che condividono il forte radicamento territoriale (oltre 2.000 punti di assistenza, circa 200.000 volontari e volontarie attive, 1 milione di soci sostenitori, circa 8.000 dipendenti). pubbliche assistenze e Croce Rossa – insieme alle Misericordie D’Italia – coprono quasi il 100% del trasporto sanitario e sociale nel nostro paese. Garantendo inoltre numerosi servizi rivolti a uomini e donne, senza tener conto della loro estrazione sociale, del loro credo religioso, della loro provenienza geografica o della loro cittadinanza. Possiamo inoltre affermare senza tema di essere smentiti che Anpas, CRI e Misericordie d’Italia costituiscono la forza più rilevante e organizzata nel sistema della Protezione Civile del nostro Paese.

Se Anpas e le pubbliche assistenze hanno connotato gli oltre 150 anni di storia nell’autonomia e nell’indipendenza dalle Istituzioni (difendendola anche nei momenti più duri della dittatura fascista) ed hanno trovato nella L.266/91 (Legge Quadro del Volontariato) una “veste” per le associazioni aderenti e per il proprio secondo livello (Comitati Regionali ed Anpas nazionale), la Croce Rossa Italiana – è stata classificata prima come ente pubblico parastatale (1975) poi come ente privato di interesse pubblico (1980) e infine – dopo anni di Commissariamento – nel 2012 la trasformazione della propria componente civile in ente privato più precisamente in un’associazione di Promozione Sociale (L.383/2000) e/o volontariato (L. 266/1991). La Croce Rossa Italiana è quindi entrata a pieno titolo nel Terzo Settore italiano

Anpas e CRI scelgono di intervenire nel percorso di riforma del Terzo Settore presentato dal Governo Renzi, partendo dalla diversità delle loro esperienze e dalla comune presenza sui territori, offrendo – su alcune questioni specifiche – un punto di vista comune. 

Il percorso di avvicinamento tra le due organizzazioni è maturato nel tempo vedendo fra l’altro l’adozione del CCNL Anpas per i dipendenti della CRI (marzo 2014) e con il sostanziale appoggio da parte della CRI delle proposte di modifica normativa del Codice della Strada, presentate dalla manifestazione nazionale FERMI TUTTI! (Roma, 3 aprile 2014), promossa da Anpas insieme alla Confederazione delle Misericordie D’Italia.

Questa riflessione vuole focalizzare alcuni temi che Anpas e CRI hanno elaborato a partire dalla nostra Carta Costituzionale che fa rientrare la libertà di associarsi nella parte prima, (diritti ed i doveri dei cittadini), proprio per dare senso e concreta attuazione ai principi fondanti di una nazione dopo un periodo segnato da conflitti sociali e internazionali. Anche nella riformulazione dell’art. 118 della Carta Costituzionale avvenuta nel 2001 si ribadisce l’importanza sociale del volontariato. Viene infatti introdotto il principio di sussidiarietà che prevede che “Stato, Regioni, Province, Città Metropolitane e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio della sussidiarietà”. Questo principio implica che le diverse Istituzioni debbano creare le condizioni necessarie per permettere alla persona e alle aggregazioni sociali di agire liberamente nello svolgimento della loro attività per l’interesse generale in modo da ricomporre il rapporto tra stato e cittadini, tra pubblico e privato, tra profit e non profit, secondo principi di equità, efficienza e solidarietà sociale.

 

RIFLESSIONI DI Anpas SU ALCUNI TEMI PRIORITARI DELLE LINEE GUIDA PER UNA RIFORMA DEL TERZO SETTORE

PUNTO 1 RIFORMARE IL LIBRO I TITOLO II DEL CODICE CIVILE

Anpas e CRI ritengono necessaria la riforma del Libro I Titolo II del Codice Civile per aggiornare la disciplina delle associazioni del Terzo Settore. E’ importante tenere presente che questa parte del Codice civile riguarda molte realtà diverse e complesse (ad esempio sindacati, partiti, associazioni datoriali, fondazioni) e che quindi la riforma deve essere elaborata con grande attenzione e con riferimento critico sia al quadro normativo europeo – in particolare per quanto attiene i concetti di “attività economica e di impresa” – che ad una necessaria armonizzazione tra le leggi nazionali e regionali.
Piuttosto che elaborare una formulazione che comprenda soltanto le organizzazioni esistenti, occorre riconoscere la funzione dell’azione pubblica del Terzo Settore come luogo della partecipazione dei cittadini e “attore strategico per lo sviluppo del paese e soggetto del cambiamento”. Il Terzo Settore quindi può esprimersi con forme e strutturazioni diverse che possono evolvere con i cambiamenti sociali e culturali, come libera espressione del diritto di associazione e di partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica riconosciuto dalla Costituzione.
Anpas e CRI ritengono che il Codice debba identificare il Terzo Settore a partire dai propri caratteri fondativi e trasversali di solidarietà, gratuità, partecipazione e democrazia dei propri organi sociali.
Ne consegue che gli strumenti di trasparenza e controllo debbano essere graduati sulla base delle attività realizzate, dell’eventuale relazione con la pubblica amministrazione, della dimensione economica ed organizzativa dei diversi soggetti.
Anpas e CRI sono inoltre favorevoli a modalità semplificate per il riconoscimento della personalità giuridica per permettere l’accesso alla limitazione della responsabilità personale degli amministratori. Nello specifico si propone il passaggio dal sistema concessorio da parte di un soggetto pubblico a quello della semplice presa d’atto dei requisiti per il riconoscimento.

 

PUNTI 2 E 3 LINEE GUIDA – AGGIORNAMENTO DELLA LEGGE 266/91 SUL VOLONTARIATO e 383/2000 ASSOCIAZIONI DI PROMOZIONE SOCIALE

Anpas e CRI desiderano che si avvii un percorso di armonizzazione delle leggi di settore, e in via prioritaria il superamento della divisione fra Volontariato (Legge 266/91) e APS (Legge 383/2000), e comunque evidenzia rispetto alla riforma i seguenti temi inerenti la legge 266/91:

Attribuzione alla legislazione di carattere nazionale la definizione dei principi fondamentali e dei caratteri del volontariato, non attribuibili alle legislazioni regionali al fine di evitare differenze nella possibilità di esercitare il diritto costituzionale a svolgere l’azione volontaria in maniera uguale in tutto il territorio nazionale (vedi sentenza della Corte Costituzionale n.75 del 28/02/1992)

Riconoscimento delle reti di volontariato nazionali e istituzione di un apposito registro nazionale tenendo conto della effettiva rappresentatività da esse espressa;

Riconoscere alle reti di volontariato nazionali, iscritte all’apposito registro, la capacità e il diritto di essere strumento di accompagnamento, supporto, verifica e garanzia della propria filiera associativa; 

La cancellazione del limite, evidentemente anticostituzionale, imposto alle Organizzazioni di Volontariato di prestare servizi solo ai non soci, permettendo invece, nell’ottica di una maggiore coesione e responsabilità sociale, l’estensione della possibilità di prestare i servizi anche ai propri soci in una ottica di solidarietà universalista;

Ridefinizione del funzionamento e della composizione dell’Osservatorio del volontariato, che deve diventare organo effettivamente rappresentativo delle più importanti reti di volontariato quali corpi intermedi che garantiscono anche l’allargata partecipazione dei singoli. L’Osservatorio deve avere caratteristiche di autogoverno e avere importanti funzioni consultive sulle politiche di welfare, salute, cultura, ambiente ecc. Alla luce poi della cancellazione dell’Agenzia delle Onlus (col conseguente assorbimento delle sue funzioni da parte del Ministero del Lavoro) e della riduzione della rappresentanza del Volontariato e dell’associazionismo nel CNEL, appare necessaria una ridefinizione dei tavoli istituzionali di confronto con il Volontariato a livello nazionale;

Possibilità di prevedere negli statuti modalità anche di compensazione per i dirigenti delle reti associative nazionali – gravati per molti aspetti dalle stesse responsabilità di un imprenditore e chiamati ad esercitare i loro ruoli in situazioni di altissima complessità – che dovessero sopportare delle perdite patrimoniali in ragione del proprio ufficio, attraverso modalità riconosciute e trasparenti;

Superamento delle limitazioni alle attività commerciali marginali e di autofinanziamento prevedendo esplicitamente la possibilità di qualificare un proprio ramo di servizi come impresa sociale, i cui utili, indivisibili fra i soci, debbano essere investiti direttamente nel sostegno alle attività solidaristiche istituzionali;

Riformare i CSV (Centri di Servizio per il Volontariato) definendone meglio ruolo e organi e gli di controllo; stabilizzando i fondi annuali ad essi destinati con previsione di un fondo dedicato a sostegno delle reti nazionali.

PUNTO 4 ISTITUZIONE DI UNA AUTHORITY DEL TERZO SETTORE Si concorda con la proposta del Governo di istituzione di una Authority del Terzo Settore che abbia reali poteri rispetto a controlli ante ed ex post nonché sanzionatorio sulla correttezza delle azioni e delle attività del volontariato ma anche dei soggetti pubblici che non travalichino rispetto ai poteri loro conferiti o alle norme che devono anche da loro essere rispettate.

PUNTO 6 – 7 VALORIZZARE IL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ VERTICALE ED ORIZZONTALE Piuttosto che parlare di aggiornamento della legge 328/2000, a 14 anni dalla sua emanazione, Anpas e CRI è importante interrogarsi sull’esistenza di una reale volontà politica per la sua effettiva applicazione su tutto il territorio nazionale. Questo aspetto è tanto più necessario in una situazione di crisi che ha aggravato le condizioni di disagio delle fasce più deboli della popolazione e che ha visto – come riconosciuto dal Presidente del Consiglio – un impegno straordinario del Terzo Settore. In questo quadro occorre ridefinire un nuovo patto di cittadinanza che, nel rispetto dell’autonomia e dei ruoli dei diversi soggetti, sia in grado di valorizzare il contributo innovativo di idee, esperienze ed energie che può mettere in campo il volontariato organizzato. Le politiche di welfare devono essere riconsiderate da mera assistenza (assistenzialismo) a politiche per lo sviluppo del Paese, per l’attuazione dell’art. 3 della Costituzione. Il welfare deve essere considerato un investimento per la ripresa economica in quanto attiva energie lavorative ed umane, organizzative, solidaristiche e inclusive, mette al centro la persona e la famiglia con i suoi problemi, li analizza e si impegna a fornire risposte per quanto possibile adeguate.

Le organizzazioni del Terzo Settore devono essere messe nelle condizioni di incidere realmente nella definizione delle politiche e nella progettazione dei servizi. Il loro apporto come erogatrici dei servizi non può essere un alibi per la loro esternalizzazione finalizzata alla sola diminuzione dei costi con la conseguente deresponsabilizzazione delle Istituzioni.

In quest’ottica appare centrale riflettere sul sistema di affidamento dei servizi al Terzo Settore. In un ambito come quello dei servizi alla persona, la logica del massimo ribasso, può svilire pesantemente la qualità dei servizi stessi, favorire situazioni di illegalità, mettere in difficoltà le singole Organizzazioni.
L’aggiornamento della legge 328/2000 deve tenere conto anche della necessità di un’applicazione coerente su tutto il territorio nazionale, anche garantendo la continuità dei finanziamenti al Fondo Sociale e al Fondo della non autosufficienza. Anpas segnala la necessità di una definizione a livello nazionale dei LIVEAS e dei LEA e che il trasporto sanitario – che pubbliche assistenze, Misericordie e Croce Rossa Italiana garantiscono nel nostro Paese quasi per il 100% – sia definito come servizio sociale di “interesse generale a carattere non economico”.

Il Governo italiano in relazione alla nuova Direttiva 2014/24/UE (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea L 94 del 28 marzo 2014) sugli appalti pubblici approvata recentemente dal Parlamento Europeo, deve difendere la peculiarità del Volontariato italiano garantendo – negli spazi previsti di discrezionalità della Pubblica Amministrazione – la possibilità di proseguire questa più che centenaria esperienza di volontariato e partecipazione in ambito sociosanitario.

PUNTI 9 – 15 FAR DECOLLARE L’IMPRESA SOCIALE Anpas e CRI concordano sulla obbligatorietà della qualifica di Impresa Sociale per le cooperative sociali e per i loro consorzi, prevedendo per le Organizzazioni di Volontariato la libertà di qualificarsi quale Impresa Sociale solo per la parte di attività economicamente rilevante, ponendo inoltre a questa tipologia di impresa sociale vincoli rendicontativi e di utilizzo degli utili d’impresa più stringenti.

PUNTO 16 – 21 ASSICURARE UNA LEVA DI GIOVANI PER LA DIFESA DELLA PATRIA NON ARMATA E NON VIOLENTA ACCANTO AL SERVIZIO MILITARE Anpas e CRI condividono pienamente i contenuti del documento della CNESC – Conferenza Nazionale Enti di Servizio civile (allegato), ribadendo che il Servizio civile è fattore trainante della promozione della pace e strumento di difesa della Patria in modo non armato e non violento, riconfermando la netta opposizione a forme di autofinanziamento da parte degli enti, condividendo appieno l’affermazione del governo circa la garanzia per i giovani che lo richiedono di poter svolgere il servizio civile universale.

PUNTO 22 RIORDINO ED ARMONIZZAZIONE DELLE DIVERSE FORME DI FISCALITÀ DI VANTAGGIO PER GLI ENTI DEL TERZO SETTORE Riordino fiscale generale: su tale tema esiste già una delega (cfr. L. 23/2014), anche se essa non pone alcuna attenzione alla meritorietà e promozione del Terzo Settore. Tecnicamente forse occorre un provvedimento che integri quella delega, segnalando tali attenzioni. Inoltre, è forse opportuno prevedere nella commissione di cui all’art 4 comma 1 della legge delega, oltre alla già prevista partecipazione di un rappresentante delle famiglie, anche quella di un esponente del Forum del Terzo Settore.

In ogni caso dovrebbero essere confermate e stabilite agevolazioni premianti sulla base dell’utilità sociale e della meritorietà dell’attività svolta, oltre che del soggetto operante.
Si dovrebbero inoltre uniformare le agevolazioni attualmente previste per imposte e tasse locali (es. IRAP, tasse automobilistiche).

PUNTO 23 CINQUE PER MILLE (STABILIZZAZIONE E DEFINIZIONE CHIARA DEI SOGGETTI) Anpas e CRI ritengono che l’istituto del 5 x 1000 debba essere valorizzato e che esso sia veramente tale (eliminazione del tetto per il rispetto della volontà di chi esprime la scelta) poiché costituisce una delle poche fonti di entrata importante per le associazioni di Volontariato. Per la definizione dei soggetti destinatari si dovrebbe tenere conto del loro radicamento sociale e territoriale, della loro capacità progettuale, del limitato se non assente utilizzo di risorse per la pubblicità diretta (le loro azioni, il loro radicamento, la loro storia, debbono essere la miglior forma di pubblicità).

Si ricorda inoltre che nella Legge delega n. 23 del 11 marzo 2014, GU n. 59 del 12 marzo 2014, art 4 comma 2 (cd. “delega fiscale”) è già prevista la delega al Governo per la stabilizzazione e razionalizzazione del 5 x mille che potrebbe quindi essere rapidamente attuata ancor prima della riforma del Terzo Settore.

Montecitorio

 

Scarica il documento. pdf

Servizio Civile: il contributo CNESC alla consultazione del Governo

 

 

 

#lavoltabuona: il documento di Anpas per la riforma del Terzo Settore Leggi tutto »

Il Trattamento del Dolore in Urgenza ed Emergenza: la partecipazione di Anpas

Il Trattamento del Dolore in Urgenza ed Emergenza 

 

In Italia  un paziente va in pronto soccorso ogni 2 secondi: fondamentale il volontariato nel trattamento del dolore in emergenza e urgenza

Si è svolto questa mattina a Roma, presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati il seminario “Il trattamento del dolore in urgenza ed emergenza” patrocinato dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute. Insieme al Presidente Anpas Fabrizio Pregliasco sono intervenuti ricercatori e rappresentanti delle istituzioni per discutere delle nuove modalità i intervento con particolare riguardo alle esigenze di medici, infermieri e volontari soccorritori sull’intervento immediato.

«Nel contesto italiano la peculiarità della cura in urgenza ed emergenza è la presenza del volontariato attivo da prima della creazione del sistema 118: una opportunità quella del volontariato integrato nel sistema di emergenza urgenza non solo per la rilevanza sociale della cittadinanza attiva del volontariato, ma anche per una diffusione culturale della cura» ha dichiarato Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas. «Il volontariato, da sempre, porta innovazione anche in questo ambito, prima di tutto con l’obiettivo di arrivare all’ospedale senza dolore con l’attenzione alla persona con la comunicazione della cura e dell’assistenza. Necessaria è la preparazione e la formazione unitaria dei volontari soccorritori, ma anche il chiarimento di alcuni aspetti normativi che stiamo cercando di chiarire, come la presenza dei familiari su trasporti speciali» ha concluso Fabrizio Pregliasco.

«Ogni anno in Italia 20 milioni di persone si rivolgono al pronto soccorso: di queste il 70% arriva in pronto soccorso per il dolore, ogni 2 secondi in Italia c’è qualcuno che va in pronto soccorso perché ha dolore», ha dichiarato Gian Alfonso Cibinel, Presidente SIMEU. «Decisiva è l’alleanza con il paziente per superare il dolore:importante è interagire, informare e rassicurare le persone in un ambiente» ha concluso Cibinel. L’imperativo è l’ospedale senza dolore e soprattutto un paziente senza dolore: bisogna costruire la cultura.

Francesco Germano, Presidente Società Italiana Sistema 118 ha ricordato come viene affrontato il dolore in Francia, negli stati uniti e in Italia: il sistema 118 è un servizio giovane e l’organizzazione è disomogenea: «Sul territorio agiscono pochi medici, un po’ più di infermieri, e tantissimi soccorritori l’importanza della dignità del paziente durante il dolore».

I dati. Il 60% degli interventi di situazioni di emergenza urgenza viene effettuato dai soccorritori: il SIS dichiara che vengono effettuati 13milioni di interventi ogni anno. Il 53% degli italiani si affida al fai da te per la cura del dolore.

 

 

Le terapie farmacologiche finalizzate al controllo del dolore in condizioni di urgenza ed emergenza rappresentano l’impegno costante e la nuova sfida della medicina d’urgenza non solo per il personale medico ma anche per il personale paramedico, formato da operatori del servizio di emergenza sanitaria extra-ospedaliera, specializzato nella medicina d’emergenza-urgenza, che opera sulle ambulanze e sugli altri mezzi d’emergenza.

 

E’ necessaria, quindi, una formazione per medici, infermieri e paramedici dei reparti d’emergenza e, più in generale rivolta a tutti i cittadini,  la diffusione di informazioni corrette sulla gestione e terapia del dolore.
Obiettivo dell’incontro è mettere intorno a un tavolo tutti i principali attori del settore, istituzioni, società scientifiche, medici e ricercatori, per approfondire un tema che ha importanti risvolti medici e sociali.

Sono previsti gli interventi del Ministro della Salute, On. Beatrice Lorenzin, del Dott. Cibinel, Presidente SIMEU, del Prof. Fornasari del Dipartimento di Biotecnologie Mediche e Medicina dell’Università degli Studi di Milano, del Dott. Pregliasco, Presidente Anpas, del Dott. Bermano, Presidente Società Italiana Sistema 118 e del Dott. Trucchi, Presidente Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia. All’incontro, promosso per fare il punto sulle questioni più importanti afferenti le problematiche relative alla gestione della terapia del dolore in urgenza ed emergenza, parteciperanno inoltre il Coordinatore della Commissione Ministeriale sulla Terapia del Dolore e Cure Palliative del Ministero della Salute, Prof. Guido Fanelli, la Dott.ssa Linetti Direttore Generale Comunicazione e Relazioni Esterne del Ministero della Salute, il Presidente dell’Osservatorio Sanità e Salute, Sen. Cesare Cursi, il Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, Sen. De Biasi, e i componenti della stessa Commissione Sen. Bianconi, Sen. D’Ambrosio Lettieri. Saranno presenti anche i parlamentari membri della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, Onorevoli Bianchi, Gigli e Binetti. 

Fermi tutti: la manifestazione in piazza

 

 

 

 

 

Il programma dell’evento 

http://www.turansrl.it/uploads/brochureibsa4.pdf

 

Il Trattamento del Dolore in Urgenza ed Emergenza: la partecipazione di Anpas Leggi tutto »

“Fuori il sessismo, l’omofobia, la lesbofobia e la transfobia dalla Toscana”: l’adesione di Anpas

L’adesione di Anpas alla mobilitazione “Fuori il sessismo, l’omofobia, la lesbofobia e la transfobia dalla Toscana”

Giovedì 29 Maggio si svolgerà presso l’Auditorium del Consiglio Regionale della Toscana, un convegno promosso da La Manif Pour Tous Toscana, dal titolo “L’ideologia gender all’attacco delle libertà di educazione ed espressione”.

Non comprendiamo come la Regione Toscana possa accogliere un evento apertamente contrario ai valori accoglienza di ogni diversità. E’ inoltre grave che sia nascosto ai destinatari dell’iniziativa il fatto che la sede è stata concessa a due gruppi consiliari (che non compaiono nella comunicazione esterna dell’iniziativa).

Le Associaizoni LGBT della Toscana e la rete delle associazioni di Donne della nostra città hanno contestato questa scelta con due lettere aperte inviate alla Regione Toscana che avranno come seguito una mobilitazione unitaria dal titolo “FUORI IL SESSISMO, L’OMOFOBIA, LA LESBOFOBIA E LA TRANSFOBIA DALLA TOSCANA” che si terrà nel pomeriggio di giovedì 29 maggio.

Ireos

Al Presidente della Regione Toscana
Enrico Rossi
Alla Giunta della Regione Toscana
Al Presidente del Consiglio Regionale della Toscana
Alberto Monaci
Siamo venuti a conoscenza che il 29 Maggio si svolgerà presso l’Auditorium del Consiglio Regionale,
un convegno promosso da La Manif Pour Tous Toscana, dal titolo “L’ideologia gender all’attacco
delle libertà di educazione ed espressione”. Non comprendiamo come una Regione che si fregia del
primato di aver approvato la prima legge regionale contro le discriminazioni per orientamento
sessuale e di genere (L. 63/2004) e che ha inserito il contrasto all’omofobia anche nel suo Statuto
Regionale, possa concedere a cuor leggero uno spazio istituzionale ad un’iniziativa apertamente
contro i diritti ed i valori della nostra Regione.
L’associazionismo LGBTI toscano e non solo, lo scorso gennaio, ha promosso in modo unitario una
manifestazione di protesta contro la scelta del Comune di Firenze di accogliere a Palazzo Vecchio un
convegno di stampo omo-transfobico. Da un lato le Istituzioni locali promuovono e sostengono
iniziative per i diritti, dall’altro si concedono spazi pubblici alla rappresentanza di idee che hanno a
che fare con l’odio.
Rileviamo che, come è avvenuto altre volte, lo spazio è stato concesso a due gruppi consiliari (Nuovo
Centro Destra e Fratelli d’Italia) che non compaiono nella comunicazione esterna, generando
confusione nei potenziali destinatari dell’iniziativa (operatori ed insegnanti) a cui si nasconde di
partecipare ad un’iniziativa di partito.
Apprendiamo inoltre dagli stessi promotori che l’obiettivo del convegno è contestare il progetto della
Regione Toscana di contrasto all’omofobia e transfobia in ambito scolastico, pur senza una
interlocuzione con i soggetti del nostro territorio (associazioni, insegnanti, studenti) che ne hanno
preso parte. Consideriamo grave che la Regione conceda spazi pubblici senza una verifica del loro
uso e dei contenuti che vengono propagandati, consentendo di fatto un uso strumentale dei luoghi
istituzionali. Purtroppo questa strategia si è verificata più volte in Toscana e in altre regioni. Si ripete
la scena, si continua ad ignorare ed emarginare, tutto per un tornaconto politico che non capisce il
vero senso della libertà d’espressione. E’ quindi evidente che è in atto un attacco contro una società
inclusiva di ogni diversità da parte di un soggetto politico e culturale non ben identificato, con
conseguenze gravi sulle vite delle persone LGBTI e sulle loro famiglie e sulle libertà di ognuno.
Chiediamo pertanto un intervento urgente che confermi la posizione del Presidente, della Giunta e
del Consiglio della Regione Toscana contro la violenza di genere e l’odio omotransfobico.
AGEDO Toscana (associazione Genitori, Familiari ed Amici di Omosessuali) – Toscana
Arcigay Arezzo Chimera Arcobaleno; Arcigay Grosseto “Leonardo Da Vinci”; Arcigay Pisa Pink
Riot; Arcigay Pistoia “La Fenice” ; Arcigay Siena – Movimento Pansessuale, Arcilesbica Firenze,
Arcilesbica Pisa, Azione Gay e Lesbica Firenze, Comitato Gay e Lesbiche Prato, Consultorio
Transgenere, Famiglie Arcobaleno, Gruppo Giovani GLBT*, Lei disse si; Intersexioni, IREOS;
MIT Movimento Identità Trans – Toscana; Rete Genitori Rainbow

LETTERA APERTA
Al Governatore della Regione Toscana Enrico Rossi, alle assessore e agli assessori
Al Presidente del Consiglio Regionale Toscano Alberto Monaci, alle consigliere e ai consiglieri
“La Regione Toscana garantisce il diritto all’autodeterminazione di ogni persona in ordine al proprio
orientamento sessuale e alla propria identità di genere”.
Questo recita l’articolo 3 della legge 63/2004 della Toscana, una legge importante che mette al centro
le persone e la loro libertà di essere e di scegliere.
Vi chiediamo quindi di fermare il convegno che si dovrebbe tenere nell’auditorium della Regione il
29 maggio, dal titolo “L’ideologia gender all’attacco della libertà di educazione e di espressione” che
è promosso dall’associazione La Manif pour tous e contrasta con tali principi. La Regione Toscana,
non può offrire spazi a chi, con menzogne, offese, e una sistematica negazione dei diritti, promuove
omotransfobia e sessismo, odio e intolleranza, opponendosi ai valori della nostra costituzione.
La volontà di mistificazione sta già nel titolo perché in realtà non esiste nessuna “teoria del gender”,
ci sono invece «i gender studies, i quali mostrano come non ci siano modi predefiniti di essere uomini
o donne, ma come invece l’espressione della propria sessualità risponda ad identità molteplici ed
ugualmente legittime» come recita un documento prodotto dalla Società Italiana delle Storiche.
Stupisce che vi siano soggetti i quali, in virtù di tale fantomatica “teoria del gender” cercano di
imporre una visione del mondo legata a pregiudizi di matrice confessionale, ancorata a stereotipi e
condizionamenti considerati “giusti”, “veri” e incontrovertibili, e perciò da diffondere con una nuova
crociata: attaccano libertà di pensiero e di educazione; si oppongono alla libertà di
autodeterminazione e di espressione delle persone nella propria identità di genere e di orientamento
sessuale; contrastano la libertà di scelta delle donne, pretendono che siano negati i diritti e il
riconoscimento sociale a persone, bambine e bambini, famiglie intere, che oggi vivono serenamente
nella nostra società e che devono godere degli stessi diritti di qualunque altro soggetto.
Noi vogliamo vivere in una regione che promuova l’autodeterminazione e che lotti contro tutte le
discriminazioni. Negare spazi pubblici a chi non rispetta la costituzione e la libertà, a chi discrimina
in base alla identità di genere o all’orientamento sessuale, è un dovere da parte delle istituzioni.
Fermare lo svolgimento di questo convegno vuol dire riaffermare i diritti umani.
Libere tutte, Unite in rete, Intersexioni, Coordinamento contro la violenza di genere e il sessismo, Il
giardino dei ciliegi, Agedo Toscana, Ireos, Laboratorio per la laicità, Lei disse sì, LeMusiquorum,
Rete 13 febbraio Pistoia, Spos* in fuga, Gruppo Giovani Glbti*, L.E.D. Libertà e Diritti Arcigay
Cecina, Azione Gay e Lesbica, Rete Genitori Rainbow, Famiglie Arcobaleno, Comitato Gay e
Lesbiche di Prato.

 

 

 

 

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