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Volontariato e vacanze: Amalfi 2019

Volontariato e Vacanze ad Amalfi: Divina Costiera 2019

Dopo la continua grande partecipazione degli anni precedenti, la pubblica assistenza MILLENIUM Amalfi partecipa al progetto “Volontariato e Vacanze” con il campo “Divina Costiera”, accogliendo volontari provenienti da tutte le pubbliche assistenze Anpas d’Italia. Si rinnova così, per il tredicesimo anno consecutivo, un’offerta di accoglienza e servizio a favore degli abitanti e dei turisti – speriamo numerosi – che verranno in vacanza in Costa d’Amalfi. Oggi più che mai abbiamo bisogno di interagire tra le diverse realtà nazionali di volontariato ed il progetto risponde a questa mentalità organizzativa che consente al mondo del volontariato di potersi rapportare con gli altri, caratteristica indispensabile nei momenti di difficoltà del paese. L’azione della pubblica assistenza Millenium Amalfi è da sempre dedita alla piena e totale collaborazione e la partecipazione massiccia del mondo del volontariato alla Regata delle Repubbliche Marinare ne è la dimostrazione: 140 volontari con ambulanze, mezzi antincendio, ponte radio, soccorso in mare e varie altre funzioni operative. Il progetto Anpas “Volontariato e Vacanze”, a cui la pubblica assistenza Millenium Amalfi onlus partecipa in modo attivo e coinvolgente, è anche un modo per far conoscere a tanti volontari il territorio della Costa d’Amalfi, le sue peculiarità paesaggistiche e le problematiche di soccorso e servizio, che solo con l’aiuto di tanti si può affrontare nel periodo estivo.

Volontariato  Vacanze ad Amalfi

La Millenium Amalfi offre vitto ed alloggio ai tanti volontari: posti letto ubicati nei locali dell’associazione e vitto in sede associativa. La presenza in h24, fatto salvo un periodo di doveroso riposo, dei volontari nei locali della sede, consente anche una rapida attivazione di procedure di allertamento e soccorso. Le attività a cui i volontari vengono chiamati rientrano tra quelle previste dalle pubbliche assistenze e vanno dall’avvistamento, primo spegnimento incendi boschivi e sicurezza sul territorio, al pattugliamento coste, all’ assistenza ai viaggiatori in caso di situazioni d’emergenza, senza tralasciare il servizio cardine delle Pubbliche assistenze cioè quello socio-sanitario nei confronti della popolazione.
La cortesia e la simpatia che i volontari provenienti da tutta Italia hanno riscontrato da parte della popolazione della Costa d’Amalfi, da sempre ospitale ed accogliente, è elemento decisivo per il ripetersi di questa esperienza che è al tempo stesso anche formativa ed interscambiabile per tutti.

Volontari ed istituzioni sul territorio, ormai, sono consapevoli che solo insieme si possono affrontare varie problematiche. I turni di 6 ore, la reperibilità notturna ed un piano strategico operativo, fanno vivere a tutti i volontari una grande esperienza di vita e di interscambio conoscitivo tra diverse pubbliche assistenze.

Con l’augurio di benvenuto a tutti i volontari che hanno già dato la loro disponibilità e che parteciperanno a questa esperienza con spirito di servizio, auguriamo a tutti una vacanza all’insegna dell’aiuto reciproco e della solidarietà.

Ulteriori informazioni si possono ricavare dalla pagina Facebook millenium.amalfi oppure dal sito web: www.millenium.it.
La richiesta di adesione al progetto dovrà pervenire entro 7 giorni antecedenti l’arrivo, presso la nostra sede, al numero di fax 089 831385, oppure via e-mail all’indirizzo: segreteria@millenium.it

P. A. Millenium Amalfi o.n.l.u.s.
“Costa d’Amalfi” pubblica assistenza e Protezione Civile
Via Carammone n° 24, 84011 – Amalfi (SA) Tel. 089.831834 Fax 089.831385
E-mail: info@millenium.it
Sito Web: http://www.millenium.it
Facebook: millenium.amalfi
 

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Alluvione di Stazzema: il ricordo di Alessandro Moni

Il ricordo dell’intervento a Stazzema, venti anni dopo l’alluvione, di Alessandro Moni

Ricordo tanti momenti: eravamo a Cardoso già da un po’ di tempo e ad un certo punto cominciò a piovere in modo spaventoso e noi restammo isolati. I fiumi i alzarono e l’acqua veniva giù dalla montagna e le persone erano rimaste bloccate al momento della seconda esondazione e noi eravamo lì con loro. Ricordo la chiesa di Cardoso trasformata in mensa per tutti dove i volontari e i cittadini mangiavano nella pausa pranzo e il prete che diceva: “adesso veramente è la casa del Signore, la casa di tutti”, poi la sera, dopo un giorno di lavoro tornavamo a Ponte Stazzemese. Ricordo che tagliavamo l’erba lungo le strade dove costituiva ostacolo per l’acqua. 

Alluvione Stazzema, l'intervento di Anpas 19 giugno 1996

Ricordo la domenica quando eravamo costretti a fare da filtro con l’arrivo dei curiosi che andavano a disturbare le persone e il caffè che ci offrivano le persone di Stazzema mentre lavoravamo. Io ho una formazione che viene dagli scout, un modello funzionale di organizzazione e in quel periodo c’era ancora un po’ di improvvisazione, ma fu anche uno stimolo ci ha portati a fare sempre meglio. L’alluvione di Stazzema ci ha insegnato il senso del coordinamento, soprattutto con gli enti locali: ci siamo messi completamente a disposizione del comune di Stazzema, che era il comune più in difficoltà. In alcuni casi i volontari si sono occupati anche di supportare la segreteria del sindaco, del trasporto nelle scuole. Avevamo poche attrezzature, qualche jeep e poco altro, ma siamo riusciti a destreggiarci bene allo stesso. Col Dipartimento di Protezione civile c’era un motto che avevo coniato e che usavano anche loro che era “Anpas risolve”: ogni volta che su un’emergenza c’è stata Anpas e ci siamo stati anche in questa fase. Ricordo moscardini, Galanti: tantissima collaborazione per allestire e gestire il primo COM a Seravezza.
Se dovessi sottolineare una nostra caratteristica è che ogni nostro intervento è durato nel tempo che non si è mai esaurito con la fine dell’emergenza e che il legame con la comunità locale è sempre stata una nostra peculiarità.

Alluvione Stazzema, l'intervento di Anpas 19 giugno 1996

È stata una storia vissuta faccia a faccia, fianco a fianco con le persone di Stazzema, una simbiosi completa: tutto è stato fatto con loro. E la cosa più bella è che poi è nata la pubblica assistenza di Stazzema: da una tragedia è nata una risorsa. Dopo essere stata costituita e aver ricevuto l’aiuto da tutta l’Anpas anche dopo la fondazione, infatti, ha poi rigirato tutto ciò che ha ricevuto a chi aveva bisogno: è stata anche in Albania, in Pakistan, ovunque ci fosse bisogno. E questa è una cosa bella: all’indomani di un disastro simile siamo riusciti a mettere in condizione di dare aiuto a chi, prima, aveva avuto bisogno di aiuto.

C’è una foto di una lapide che fu messa dai cittadini sul cimitero di Cardoso che dice: “Nel 1996 in memoria delle vittime dell’alluvione, la solidarietà di tanti e l’impegno el volontariato Anpas ha permesso di sottrae questo luogo alla situazione e restituirlo alla pietà”. Ecco: ci siamo occupati anche di questo.

– Alessandro Moni, 19 giugno 2016

Alluvione Stazzema, l'intervento di Anpas 19 giugno 1996


La storia di Matteo: Stazzema e i miei 18 anni 

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Anpas aderisce a #ancheiostoconclaudia

Processo Magherini: Anpas aderisce alla campagna di solidarietà dei volontari della Croce Rossa Italiana

“Siamo vicini ai volontari della Croce Rossa coinvolti in questa vicenda. Ognuno di noi si sarebbe potuto ritrovare in quella situazione” dichiara Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas. “Ho espresso la mia solidarietà al presidente Rocca: le situazioni reali impongono scelte difficili da decidre in poco tempo e nell’ambito di una collaborazione con altre realtà, è ingiusto ed incongruo quello che viene imputato ai volontari coinvolti. Speriamo che da questa situazione si arrivi ad un chiarimento che ci permetta di continuare a prestare soccorso con la giusta serenità anche noi siamo con Claudia”.
Fonte Croce Rossa Italiana. Marzo 2014. Comitato Locale di Firenze dove la Delta 01 è operativa. L’equipaggio di quel turno è formato da Claudia, Janeta e Maurizio.
Squilla il telefono, il 118 passa un servizio per la Delta 01, codice Giallo.
 La squadra parte, arriva sul posto e trova un ragazzo in manette, trattenuto e contenuto da quattro Carabinieri.
I Carabinieri intimano ai Volontari di non avvicinarsi. La persona che hanno fermato è pericolosa, dicono. 
Vogliono un medico perché “l’esagitato” possa venire sedato prima di essere portato via. 
In attesa dell’arrivo dell’automedica, i volontari rispettano le indicazioni dei Carabinieri e non si avvicinano. Rispettano la regola principe che viene insegnata ad ogni Volontario: verificare la sicurezza dello scenario prima di fare qualsiasi cosa. 
A un certo punto Claudia decide comunque di avvicinarsi al ragazzo per cercare di soccorrerlo e chiede che le manette vengano levate per procedere con la valutazione. Richiesta negata. Il ragazzo resta ammanettato e prono.
 Passano i minuti, la persona fermata è sempre a terra e finalmente arriva l’automedica.
 Il nome del ragazzo era Riccardo Magherini e quella è stata la sua ultima sera.



Quello che vi voglio raccontare è invece quello che da quella sera è successo tra le mura del Comitato di Firenze e come le nostre vite di volontari sono cambiate per sempre, accanto a quelle di Claudia, Janeta e Maurizio.
Proprio in questi giorni si sta concludendo nelle aule del Palazzo di Giustizia di Firenze il Processo, durato due anni, a carico dei quattro Carabinieri e dei tre Volontari che sono intervenuti quella notte; sono tutti imputati per Omicidio Colposo.
Mi correggo, tutti meno uno. Purtroppo Maurizio è venuto a mancare alla fine della scorsa estate per un tragico incidente in moto.

Anche Maurizio merita giustizia, la sua morte è avvenuta troppo presto, vogliamo che il suo nome non resti macchiato e che non restino ombre sulla sua memoria.

Claudia e Janeta sono in attesa di giudizio, che verosimilmente arriverà nella seconda metà del mese di giugno.
 Il PM Bocciolini ha richiesto per Claudia e per Janeta due pene distinte, per Claudia ha richiesto 9 mesi di reclusione mentre per Janeta ha richiesto l’assoluzione perché non si è avvicinata a Riccardo.


La stessa pena di 9 mesi è stata richiesta per i Carabinieri.

Ecco chi è Claudia. Claudia è una giovane Volontaria che si trova imputata per Omicidio Colposo per aver rispettato l’ordine dei Carabinieri di non intervenire prima dell’arrivo del medico e per essersi in un secondo momento avvicinata ad una persona in difficoltà alla quale le è stato impedito di prestare soccorso.
Claudia è ognuno di noi, Claudia è la persona che alla fine della sua giornata di lavoro decide di dedicare il suo tempo agli altri e che rispetta gli ordini di un pubblico ufficiale. 
Claudia è lo studente che invece di andare a far festa con gli amici decide che vale la pena regalare un po’ del suo tempo libero dallo studio e dagli esami agli altri, è la madre o il padre che rinuncia a qualche ora con i figli per essere d’aiuto al prossimo, Claudia sei tu.
Claudia avremmo potuto essere tutti noi. 
 
Quando il 7 giugno abbiamo conosciuto le richieste del PM siamo rimasti shoccati. 
Abbiamo pensato che qualsiasi volontario rischia di doversi sedere al banco degli imputati come adesso sta succedendo a Claudia e che l’esito di questo processo determinerà quali saranno le nostre scelte in futuro.


Saremo ancora disponibili a fare quello che abbiamo fatto fino ad oggi? Sceglieremo ancora di correre un rischio così alto?
Non potremo rispondere a questa domanda fino a che il Giudice non avrà emanato la sua Sentenza.    

#ancheiostoconclaudia è il nostro modo di gridare che siamo tutti con lei, qualsiasi sia la nostra divisa di volontari. Che sia rossa, gialla, azzurra, il futuro di Claudia e Janeta dipende da questa sentenza. Il futuro del Volontariato sta per essere scritto.
 
Sara Chiostri, volontaria CRI Firenze

CLAUDIA BANNER

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Anpas: l’assistenza e l’adesione al Toscana Pride

Toscana Pride: l’orgoglio è contagioso. L’adesione e l’assistenza Anpas

Per il prossimo 09 giugno con orario 10.00 – 13.00, presso la Sede della Regione Toscana in Palazzo Strozzi Sagrati a Firenze e con il Patrocinio della stessa, General Electrics in collaborazione con Anpas Toscana, organizza un convegno dedicato alle politiche di Welfare aziendale per le persone LGBTI (lesbiche, gay, bisex, transgender e intersex). L’evento, che intende inserirsi tra le iniziative del TOSCANA PRIDE 2016, vuole coinvolgere il mondo imprenditoriale, quello accademico, quello istituzionale e quello del terzo settore al fine di evidenziare esempi virtuosi di gestione delle diversità e condividerne le strategie.

Secondo alcuni studi sarebbero un milione i lavoratori italiani omosessuali, bisessuali e transessuali. Un milione di persone di cui però non sappiamo praticamente nulla. Il fortissimo stigma sociale legato al diverso orientamento sessuale e all’identità di genere costringe ancora la stragrande maggioranza dei lavoratori LGBTI a non palesarsi sui luoghi di lavoro. E le conseguenze di una vita nascosta ricadono poi sul rendimento personale del dipendente e sull’atmosfera che si respira all’interno dell’azienda; la paura di essere scoperti e discriminati può avere un impatto significativo sulla qualità delle prestazioni lavorative

Sabato 18 giugno Firenze ospiterà per la prima volta il PRIDE, la manifestazione dell’orgoglio LGBTQI (lesbico, gay, bisex, trans, queer e intesex): l’assistenza sanitaria e logistica sarà garantita dalle pubbliche assistenze Anpas della Zona Fiorentina.

 Partenza da Piazza D’Azeglio alle ore 15.00 – e farà scendere per strada migliaia di cittadini e cittadine che vogliono dare nuovo impulso alla battaglia per il riconoscimento dei diritti e alla lotta alle discriminazioni e che marceranno fino a piazza Indipendenza, dove si terrà l’evento di chiusura con spettacoli e interventi politici. Testimonial del Toscana Pride è Carlo Garbardini, attore, scrittore e autore televisivo conosciuto al grande pubblico come Olmo di Camera Café. LA CAMPAGNA. Fatti di Pride. L’orgoglio è contagioso è la campagna lanciata su web e social dal Toscana Pride. Lo slogan #FattidiPride richiama con forza il tema dell’orgoglio di essere se stessi che si celebra durante il Pride, sottolineando come esso sia un elemento costitutivo dell’identità LGBTQI, presente nel loro DNA, la “materia” di cui sono fatte le persone lesbiche, gay, bisex, trans e intesex. Ma #FattidiPride è anche un invito – rivolto a tutta la comunità eterosessuale e volutamente provocatorio – a farsi contagiare da questo orgoglio, partecipando al Pride per costruire insieme un mondo senza discriminazioni e con diritti uguali per tutt*. IL PERCORSO. La parata dell’orgoglio LGBTQI toscano partirà da Piazza D’Azeglio alle ore 16.00, con concentramento previsto dalle ore 15.00. Il percorso attraverserà il centro storico per terminare in Piazza Indipendenza, dove sarà allestito il palco dell’evento più atteso dell’anno. Infatti al fianco dei portavoce del Comitato organizzatore Toscana Pride, sono tanti gli artisti che saliranno sul palco per una serata all’insegna dei diritti, della buona musica e dello spettacolo: Carlo Gabardini, le attrici Anna Meacci & Katia Beni e i Rio Mezzanino che presenteranno “I Said Yes – 2gether”, la nuova versione del brano colonna sonora del documentario “Lei disse Sì”, in formazione allargata con alcuni degli artisti che hanno collaborato al progetto (es. Erriquez della Bandabardo’, Marco Parente, Titta Nesti, Saverio Lanza, King of the opera, Femina Ridens, Max Larocca, Filomena Menna, Alia, Letizia Fuochi, Alfredo Vestrini, VideoDiva, Andrea Angelucci, Scandalosobrio). Inoltre il supporto al Pride della Toscana sta arrivando attraverso video- messaggi anche da altri artisti italiani che per impegni precedentemente presi, non riusciranno ad essere a Firenze i il 18 giugno, tra loro c’è anche il cantautore Il Cile. IL DOCUMENTO POLITICO. Si parla di parità dei diritti, legittimazione dei legami affettivi e genitoriali e laicità delle istituzioni nel manifesto politico del Toscana Pride. Temi di grande attualità che, nonostante l’approvazione della legge sulle unioni civili, necessitano ancora di ulteriori rivendicazioni: una legge contro l’omobitransfobia; il matrimonio egualitario; l’accessibilità all’adozione e alla procreazione medicalmente assistita in Italia per coppie e singoli; il sostegno alle persone trans e intersex; la prevenzione da HIV e altre infezioni sessualmente trasmesse, il rifinanziamento della strategia LGBT da parte del MIUR. Le istanze del Pride toscano sono quindi inserite nella cornice più ampia delle politiche di welfare, del lavoro e delle politiche educative di contrasto al sessismo e alla violenza di genere, con un’attenzione particolare alle questioni locali quali la piena attuazione della Legge regionale n. 63/2004 contro le discriminazioni o la necessità di campagne a tutti i livelli di sensibilizzazione contro omobitransfobia.

LE ADESIONI. Il Toscana Pride è organizzato da una rete di 18 associazioni LGBTQI toscane: Agedo Toscana, Arcigay Arezzo “Chimera Arcobaleno”, Arcigay Grosseto “Leonardo Da Vinci”, Arcigay Livorno “Libertà e Diritti”, Arcigay Pistoia “La Fenice”, Arcigay Siena “Movimento Pansessuale”, Arcilesbica Firenze, Arcilesbica Pisa, Azione Gay e Lesbica Firenze, Consultorio TRANSgenere, Famiglie Arcobaleno Toscana, Gruppo Giovani GLBTI* di Firenze, Gruppo Kairos Cristiani Omosessuali di Firenze, IREOS – Comunità Queer Autogestita Firenze, LuccAut, “Pinkriot” Arcigay Pisa , Polis Aperta e Rete Genitori Rainbow. Ha ottenuto il patrocinio della Regione Toscana e di ben 59 Comuni e Provincie della regione. E’ realizzato grazie al contributo di ARCI Toscana, CGIL Toscana, Anpas, Ceres, Fabrik, Gulp, Ore D’aria Volley, Promo Brace, MeltingPoint e Ok Moda. E sono più di 80 le adesioni da parte di associazioni e gruppi. Radio Stop è la radio ufficiale del Toscana Pride. OFFICIAL PARTY. Dopo la parata la grande festa del Toscana Pride proseguirà fino all’alba alla Limonaia di Villa Strozzi (Via Pisana, 77) con l’Official Party organizzato da Necessariamente di Azione Gay e Lesbica in collaborazione con Fairy Gold, Gulp e WhyNot¿ per il Toscana Pride 2016. Una raibow night tutta da vivere, durante la quale si ballerà con un triplo Dj Set di Moira, DJ Misstake & Madame Tutù. Performance by Regina Miami & Lux Arcana – Spettacoli di Fuoco e LED. L’Official Party del Toscana Pride è uno degli eventi del Toscana Pride Park in programma dal 11 al 19 giugno sempre alla Limonaia: dj set, feste, aperitivi, teatro, cinema, performance, letteratura e arte per una settimana di eventi che anticipano la parata, in uno dei più suggestivi spazi fiorentini. Prevendite Official Party su: http://www.toscanapridepark.com/official-party/.

ASPETTANDO IL TOSCANA PRIDE. Martedì 14 giugno alle ore 18.00 presso la sede del Robert F. Kennedy Human Rights Italia, (Via Ghibellina 12) si terrà l’incontro sul tema “Le persecuzioni fondate su orientamento sessuale e identità di genere” promosso da UNHCR – Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Robert F. Kennedy Human Rights Italia e Comitato Toscana Pride 2016 e moderato da Saverio Tommasi. Interverranno Cristina Franchini dell’UNHCR che parlerà delle esigenze di protezione internazionale delle persone LGBTIQ e i rappresentanti del Robert F. Kennedy Human Rights Italia e del Comitato Toscana Pride. Spazio poi alle testimonianze di un rifugiato che ha lasciato il suo Paese d’origine e ha chiesto protezione internazionale in Italia e di un’attivista che lotta per i diritti LGBTIQ in Uganda. Interverrà in collegamento telefonico l’On. Monica Cirinnà. Le storie dei rifugiati che hanno subito persecuzioni a causa dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere troveranno spazio sul palco del Toscana Pride il 18 giugno e nel corso delle celebrazioni della Giornata Mondiale del Rifugiato del 20 giugno, organizzate da UNHCR. 

Per esprimere il sostegno al Toscana Pride fai diventare virale la Campagna social #FattiDiPride: è possibile scattare il proprio selfie da soli o in compagnia con un cartello con su scritto VIENI CON ME #FattidiPride, pubblicarlo con l’hasthag #FattiDiPride #ToscanaPride2016 e taggare le persone che si conoscono, invitandole a fare lo stesso.

Info su www.toscanapride.eu. 

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Chiaravalle 28 maggio “Affidamento dei servizi sociosanitari al volontariato”

Si è svolto a Chiaravalle, presso la Sala Convegni della Croce Gialla di Chiaravalle (AN), in occasione dell’Assemblea nazionale pubbliche Assistenze Anpas 2016, il seminario “Affidamento dei servizi sociosanitari al volontariato”. Un approfondimento sull’impatto della partecipazione dei cittadini sui bisogni delle comunità.

In apertura, il presidente di Anpas Marche Massimo Mezzabotta ha dato il benvenuto da parte delle 48 pubbliche assistenze e degli oltre seimila volontari agli intervenuti al convegno.

“Stiamo facendo un percorso, quello del codice etico, che stiamo mettendo a punto con le associate pe condividere le caratteristiche del nostro mondo: il concetto che è alla base di alcuni aspetti della Riforma del Terzo Settore: distinguere il grano dal loglio. Un percorso complesso di caratterizzazione, di conoscenza, sull’impatto sociale che creiamo e come oggettivarlo” ha dichiarato in apertura Fabrizio Preglisco, presidente Anpas.

Antonio Fici, Università degli Studi del Molise ha sottolineato come la Riforma inviti ad una prima riflessione: “Tutta l’area dell’economia non capitalistica è oggetto di vari interventi che vanno aldilà della riforma. In questo clima la mia ossessione è sull’esigenza di definire l’identità precisa: una condizione indispensabile per lo sviluppo per le organizzazioni di volontariato. C’è una relzione tra l’identità e gli affidamenti dei servizi. Le organizzazioni di volontariato (ODV) sono destinatarie di norme specifiche in materia di rapporti con gli enti pubblici. Tra queste, particolare rilievo hanno le norme sull’affidamento di servizi, che contribuiscono a configurare un sistema in cui le ODV costituiscono il partner “fiduciario” della pubblica amministrazione (PA) nella gestione e fornitura di servizi alla persona, inclusi i servizi sanitari. Al riguardo, il termine “affidamento” di servizi non è casuale, bensì sintomatico di una relazione speciale che si caratterizza per il comune obiettivo di ente affidante (la PA) ed ente affidatario (le ODV). Il sistema degli affidamenti diretti e prioritari alle ODV nell’ambito dei servizi sanitari, che trova numerose giustificazioni teoriche di natura diversa, ha, sul versante giuridico, ricevuto definitiva legittimazione dalla Corte di giustizia dell’Unione europea in due recenti sentenze del 2014 e del 2016. Ampiamente esaminate da studiosi ed operatori, di queste sentenze non è stato però ancora sufficientemente approfondito il lato dei presupposti e delle conseguenze in termini di identità organizzativa delle ODV. In questa relazione, pertanto, sottolineerò questo aspetto e mi soffermerò sui profili identitari che ODV “postmoderne”, consapevoli del loro ruolo di centri di produzione (senza scopo di lucro) di servizi nell’interesse della collettività, potrebbero assumere ai fini del loro ulteriore sviluppo. L’identità delle organizzazioni di volontariato si articola in una dimensione singola e collettiva, di sistema, perché una ODV isolata, avulsa da una rete di ODV cui appartenga, difficilmente può essere efficace ed efficiente. Nello svolgere la relazione terrò altresì conto del recente Codice degli Appalti e del testo, appena approvato dalla Camera, di riforma del Terzo Settore.

Chiaravalle, Assemblea Nazionale Anpas

Andrea Volterrani, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, ha ricordato il suo lavoro sulla valutazione dell’impatto sociale iniziato dieci anni fa: “dieci anni fa abbiamo iniziato un primo lavoro in cui ci chiedevamo se esisteva un valore sociale aggiuntivo sulla attività delle organizzazioni di volontariato e se si poteva misurare con alcuni indicatori specifici. Una riflessione forse prematura. La legge ha accelerato una riflessione su questo aspetto partendo da una prospettiva della trasparenza e della legalità
Etica, trasparenza e comunicazione tra gli indicatori principali per la valutazione d’impatto sociale. Importante individuare possibilità di sviluppo e crescita. In particolare il valore sociale si intende un insieme di caratteristiche che distinguono i soggetti del terzo settore da altri soggetti attivi nelle comunità territoriali (ad esempio le imprese, la pubblica amministrazione) e che potenzialmente rendono il terzo settore promotore della coesione sociale. La valutazione di impatto sociale è finalizzata alla verifica degli effetti positivi o meno, previsti o non previsti di un programma o progetto nel lungo periodo, rispetto non solo ai beneficiari diretti ma anche al contesto territoriale di riferimento. Per poter effettuare una buona valutazione è necessario sia recuperare tutte le basi informative possibili sia, e soprattutto, coinvolgere i decisori, gli operatori e, dove possibile, i beneficiari nel processo valutativo. Di fatto, questo, significa impostare una valutazione di tipo partecipato. Rispetto ad una prospettiva di valutazione singola e autonoma, la valutazione partecipata ha in più la costruzione di un nuovo panorama che comprende non solo l’evaluando, ma anche l’universo di relazioni che ad esso sono collegate, le azioni che tutti gli stakeholders compiono nel momento della valutazione, i rapporti che si instaurano fra beneficiari diretti ed indiretti e la interpretazione comune dei dati che emergono dalle analisi. Il modello propone l’individuazione di un insieme di dimensioni ricorrenti corredate da indicatori qualitativi e quantitativi che servano da una parte a distinguere l’apporto del terzo settore al sistema di welfare e dall’altro siano riconducibili a dei parametri di misurazione quanto più accurati possibili.

Sara Rago, Area Ricerca AICCON (associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione de del Non Profit, Università degli Studi di Bologna (sede di Forlì) ha sottolinato com la necessità di soffermarsi sul tema dell’impatto sociale generato dalle imprese sociali nasca dalla fase di passaggio che il Terzo settore italiano sta attraversando e che si lega inevitabilmente alla transizione da un modello di welfare state ad uno di welfare society (o “civile”), due sistemi di welfare che si basano su altrettanti principi. “Da un lato, quello di redistribuzione, in cui lo Stato preleva dai cittadini risorse tramite la tassazione e le redistribuisce attraverso il sistema di welfare; dall’altro, il principio di sussidiarietà circolare in cui i cittadini sono coinvolti nel processo di pianificazione e di produzione dei servizi (co-produzione), che supera la dicotomia pubblico-privato (ovvero Stato-mercato) aggiungendovi una terza dimensione, quella del civile. Il passaggio da una logica di produzione ed erogazione di servizi ad una di produzione condivisa con i beneficiari di quegli stessi servizi (co-produzione) postula un cambiamento di prospettiva da parte delle imprese sociali, che fanno delle relazioni il motore del loro agire. Confrontarsi con la misurazione dell’impatto generato permette alle imprese sociali (in tutte le loro declinazioni) di dare evidenza della loro produzione in termini di quel valore aggiunto sociale che contribuisce ad alimentare il capitale reputazionale dell’impresa stessa. Come sostiene Peter F. Drucker (1993), infatti, “le imprese di successo sono quelle che si concentrano sulle responsabilità piuttosto che sul potere, sulla tenuta di lungo periodo e sulla reputazione delle società piuttosto che accumulare risultati di breve termine l’uno sopra l’altro”. Non solo. Un ulteriore motivo per attivare processi di misurazione dell’impatto generato risiede nella correlazione esistente tra valore sociale prodotto nei confronti dei propri dipendenti e l’aumento della produttività di questi ultimi (Oswald et al., 2013). Inoltre, ciò permette di accrescere il potere negoziazione e la capacità di dialogare con e influenzare le istituzioni locali. Ma soprattutto l’attività di misurazione permette alle imprese sociali di valutare ossia “dare valore” alle relazioni che orbitano intorno a loro, dando evidenza così della trasformazione apportata nei confronti della comunità e dei territori in cui esse operano. Valorizzate i valori e le peculiarità delle declinazioni territoriali peché in termini di impatto è estremamente importante”.

Chiaravalle, Assemblea Nazionale Anpas

Fabio Sturani (Regione Marche): “Siamo la regione più longeva d’Italia e in un momento di varie modificazioni normative. La vostra esperienza nel cogliere i mutamenti rappresenta un’opportunità in più ch si aggiung al sistema tra istituzioni e cittadini. Di fronte ad una crisi così pesante, ad un bisogno di servizi sociali che aumentano, in questi anni anche grazie al volontariato si è data una risposta significativa alla coesione sociale. Come diceva Sara Rago dbbiamo rivedere anche il sistma di welfare del nostro paese. In questo cambiamento non si può prescindere dal volontariato, come capacità di valore sociale, come ribadiva il professore Andrea Volterrani. Apprezzo lo sforzo di essere protagonisti per affermare i principi e le coordinate del vostro modo di agire sul territorio”.

Chiaravalle, Assemblea Nazionale Anpas

In conclusione Fabrizio Pregliasco ha evidenziato come cruciale sarò la sostenibilità economica e l’autofinanziamento delle attività delle pubbliche assistnze “Il meccanismo del rimborso spese e delle rendicontazioni è molto eterogeneo e diverso da regione a regione. Sull’affidamento dei servizi al volontariato stiamo lavorando con Misericordie e Croce Rossa uno studio scientifico di valutazione dei costi e delle modalità di affidamento con Fiaso. È bene continuarae a lavorare sull’identità:è un lavoro di consapevolezza per vedere il futuro di Anpas. A livello europeo dobbiamo ringraziare gli sforzi fatti dai comitati che si sono battuti sulle modalità di affidamento dei servizi per una peculiarità che è la nostra. Dobbiamo contiunare a incidere sui Decreti Delegati nella Riforma in difesa della nostra storia. Prendo in prestito quanto dichiarato da Andrea Volterrani: Anpas portatore ufficiale di valore sociale“.

 

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Bilancio sociale Anpas 2015: un anno di volontari e di pubbliche assistenze

Un anno di volontari e di pubbliche assistenze: il 2015 di Anpas

Verrà presentato a Chiaravalle, nel corso dell’annuale Assemblea nazionale Anpas, il Bilancio Sociale 2015 Anpas: la più grande organizzazione di volontariato laica d’Italia con 873 pubbliche assistenze (associazioni di volontariato), oltre mille presidi e che quest’anno conta quasi novantamila volontari attivi e oltre trecentomila soci in tutte le regioni d’Italia.

Croce Verde di Spoleto

BILANCIO SOCIALE 2015 Anpas: VOLONTARI PER COSTITUZIONE DA 112 ANNI
28 maggio 2016. È stato presentato a Chiaravalle, durante l’assemblea nazionale Anpas, la decima edizione del Bilancio sociale Anpas: una organizzazione di volontariato laica che si occupa di soccorso e trasporto sanitario, protezione civile e ambientale, servizi sociali, cultura e cooperazione internazionale: questa è l’associazione Nazionale pubbliche assistenze (A.N.P.As.). Nata nel 1904, dal movimento delle Società Operaie di Mutuo Soccorso, è una delle organizzazioni di volontariato più grandi d’Italia con 873 pubbliche assistenze (associazioni di volontariato che si riconoscono nella legge quadro del Volontariato n.266 del 1991) e che oggi conta 86.310 volontari attivi, 333.752 soci, 3.167 dipendenti con l’ausilio di 7.163 mezzi in più di mille presìdi in tutte le regioni d’Italia.

Le pubbliche assistenze Anpas. Principale attività svolta dai quasi novantamila volontari delle 873 pubbliche assistenze resta il soccorso (emergenza-urgenza, trasporti sanitari donazione sangue organi, trasporto sangue, telesoccorso) e servizi sociali (centri diurni, assistenza domiciliare, inserimento sociale, accoglienza migranti, attività ricreative). A seguire le attività di formazione (formazione sanitaria) e di protezione civile e ambientale (antincendio, assistenza manifestazioni, prevenzione, interventi su calamità), cooperazione internazionale e attività culturali. Cinque per mille, gli italiani scelgono il volontariato delle pubbliche assistenze: Anpas terzo posto per numero di scelte nel 2014

Quasi sette milioni di euro derivanti dalle firme di oltre 267mila italiani, nel 2014 hanno dato fiducia a 697 pubbliche assistenze Anpas. Sono i dati emersi dagli elenchi con i dati relativi alle preferenze espresse dai contribuenti nel 2014 per la destinazione del 5 per mille e pubblicati due giorni fa dall’Agenzia delle entrate dopo la partecipazione di Anpas alla campagna #fuorileliste che ha “costretto” l’Agenzia ad accelerare i lavori per la pubblicazione degli elenchi e degli importi degli ammessi al beneficio (vedi gli elenchi 2014 e le modalità di iscrizione 2016).
Nel bilancio sociale 2015 Anpas ha rendicontato i vari settori di attività dell’Anpas: rappresentanza istituzionale, progettazione sociale, protezione civile, adozioni e cooperazione internazionale, politiche comunitarie ed euro mediterranee.

“Nel 2015 grande attenzione è stata data per seguire l’iter della legge di riforma del terzo settore che è stata approvata pochi giorni fa in Parlamento per permettere al nostro movimento di essere pronto ad affrontare quanto verrà innovato e alle conseguenti ricadute” ha spiegato Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas. “Si è inoltre prestato particolare interesse a presidiare l’aggiornamento attualmente in corso d’opera da parte del Parlamento del codice della strada per garantire l’inserimento di quanto da noi richiesto con la nostra manifestazione del 2014. L’affidamento dei servizi socio sanitari al volontariato è stato un altro dei temi forti affrontati anche in rete con le altre realtà simili alla nostra: Confederazione delle Misericordie e Croce Rossa Italiana con le quali abbiamo rafforzato un intesa e una visione unica sulle problematiche che ci interessano”.
Oltre alla rappresentanza e alla partecipazione attiva alla riforma del Terzo Settore, alle modifiche del Codice della Strada, alla riforma della Protezione civile, tante le attività istituzionali svolte come l’assistenza sanitaria al rally di Sardegna, la promozione delle politiche giovanili con vari incontri sul territorio e il meeting nazionale in Versilia con già di mille volontari partecipanti da tutte le regioni d’Italia.

Servizio Civile. Sono stati 2323 i giovani che hanno svolto il servizio civile in una pubblica assistenza Anpas nel 2015. Grazie anche alle attività di formazione, Anpas ha superato 8 attività di verifica dell’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile. Quarantatré altri volontari sono stati avviati al servizio civile regionale nelle Marche e in Tosana con Garanzia Giovani.
Protezione civile e ambientale. Sono state 152 le pubbliche assistenze che il 17 e il 18 ottobre hanno portato in piazza 1400 volontari Anpas per la campagna Io Non Rischio, campagna del Dipartimento di Protezione Civile nata nel 2011 per sensibilizzare la cittadinanza sulle attività di prevenzione e mitigazione del rischio. Quasi mille i minori ospitati nei 35 campi scuola “Anch’io sono la Protezione Civile” promossi dal Dipartimento di Protezione Civile. A seguito dell’alluvione che ha colpito la provincia di Benevento alla fine del mese di ottobre è stata attivata la Colonna Mobile Nazionale Anpas che ha visto l’intervento di 44 volontari, con 19 mezzi, per un totale di 151 giornate. All’esercitazione “I marsi” svoltasi ad Avezzano dal 21 al 27 settembre hanno partecipato 392 volontari provenienti da 57 pubbliche assistenze Anpas.

Adozioni e cooperazione internazionale. A livello globale le adozioni internazionali hanno visto anche quest’anno numeri in ribasso: sono diciassette le procedure adottive concluse nel 2015, 8 i progetti di cooperazione internazionale rivolti a 11419 persone in 6 paesi. Con la campagna Emergenza Nepal, realizzata da Anpas con OGS e Relais, sono stati raccolti, a tutto il 2015, un totale di Euro 26.785,53 attraverso numerose iniziative realizzate sia da parte di associazioni e comitati regionali Anpas che hanno aderito alla campagna, sia da parte di privati, enti pubblici, aziende, squadre di volontari e famiglie adottive.

Europa. Settantasette sono i giovani volontari che hanno partecipato alle selezioni della squadra che rappresenterà l’Itala al contest Sami che si svolgerà il prossimo luglio in Slovacchia. Per quanto riguarda la progettazione, nel 2015 Anpas ha realizzato 7 progetti, tra i quali BAD Big Anpas Data, Colors Flood, Adapt, Samets

Anpas è… Mutualità, solidarietà, gratuità e uguaglianza sono i valori di riferimento del movimento delle pubbliche assistenze che, dal 1911, è riconosciuto Ente Morale ed è intervenuto che interviene nelle emergenze locali e nazionali con volontari e mezzi: dal terremoto di Messina (1908) a quello dell’Emilia (2012), passando per l’alluvione di Firenze, il sisma dell’Irpinia, la guerra in Jugoslavia, il terremoto dell’Umbria e dell’Aquila.
Scopo di Anpas è la costruzione di una società più giusta e solidale attraverso l’assistenza svolta a fianco del prossimo e sviluppata in modo pubblico, lo sviluppo di una cultura della solidarietà e dei diritti, la diffusione della democrazia partecipata, la creazione di comunità solidali e resilienti in Italia come all’estero.
Portatori di interesse e reti. Anpas è Ente nazionale a carattere assistenziale riconosciuto dal Ministero degli Interni, Ente accreditato di prima classe per il Servizio Civile Nazionale, ente accreditato per le adozioni internazionali. È tra gli enti promotori della raccolta firme di iniziativa popolare “Legge Rifiuti Zero”. È parte del Forum del Terzo Settore, socia di Libera, CNESC, Banca Popolare Etica, SAMI e CEV. Collabora con UISP e FISPES.
Nel 2009 l’archivio storico di Anpas Nazionale ha ricevuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali la dichiarazione di interesse culturale in quanto esso costituisce “una fonte di primaria importanza per lo studio dell’associazionismo di pubblica assistenza in Italia” e per documentare la storia sociale, la tradizione e l’innovazione dell’assistenza pubblica in Italia.

Scarica il Bilancio sociale Anpas 2015 (da approvare)

 

 


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Il bilancio economico 2015-2016

L’assemblea nazionale Anpas a Chiaravalle, 28 maggio 2016


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A Pontassieve, il gruppo di lavoro del codice etico Anpas

Si è riunito nei giorni 7 e 8 maggio 2016 a Pontassieve, il gruppo di lavoro sul Codice etico Anpas composto, oltre che dalla presidenza nazionale, da composto da referenti indicati dai Comitati Regionali Anpas.

Pontassieve 7 maggio

Nello specifico Anpas ha immaginato un percorso che arrivi a definire un patto di corresponsabilità etica fra pubbliche assistenze e Anpas, composto da tre capitoli:
1) Carta di Identità di Anpas (approvata nel 2007 dall’Assemblea di Stupinigi)
2) Codice etico “Essere Anpas”
3) Definizione di strumenti per autovalutazione con i requisiti dell’associazione per rispettare le leggi di settore ed essere coerente con la carta di identità e il codice etico.

Pontassieve 7 maggio


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Bilancio economico Anpas: consuntivo 2015, preventivo 2016

Bilancio Economico 2015-2016

Il 28 maggio 2016, a Chiaravalle, l’Assemblea nazionale Anpas ha approvato il Bilancio economico Anpas 2015 

Assemblea nazionale

Per Anpas il bilancio economico, insieme al bilancio sociale Anpas 2015, rappresenta uno dei più importanti strumenti di rendicontazione di un intero anno di attività verso i portatori di interesse (esterni e interni). Quello che potete sfogliare nelle pagine che seguono è un documento che traduce in numeri e cifre l’agire di migliaia di volontari e le finalità di un Movimento che esiste da prima dell’Unità d’Italia con le prime società operaie di Mutuo soccorso e che, fin da allora, si batte per la costruzione di una società più giusta e solidale, e che fonda i suoi principi nella Costituzione Italiana. Per facilitare la lettura e l’accesso al proprio bilancio, nel dettaglio delle entrate/uscite dei singoli settori, Anpas ha aggiunto una tabella riassuntiva.

 

Vincenzo Favale presenta il Bilancio economico 2015

Il Bilancio Anpas è stato redatto dalla Direzione Nazionale Anpas in collaborazione con l’Ufficio Amministrazione Anpas Nazionale.

Scarica il Bilancio economico Anpas in pdf


Chiaravalle, 28 maggio, l’Assemblea nazionale Anpas

Bilancio sociale Anpas 2015 


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Italia per il Nepal, il convegno di OGS a Udine

Ricerca, cooperazione e solidarietà alla giornata studio di OGS “Italia per il Nepal”, come le storie di due aree colpite dal terremoto, con i comuni dell’Emilia che sono stati tra i primi ad aderire alla raccolta fondi per il Nepal. 

Udine: Italia per il Nepal

3 maggio 2016. Il 25 aprile 2015 una scossa di magnitudo 7,9 ha colpito il Nepal, provocando la morte di più di 5.000 persone. A un anno dalla catastrofe, il Centro di Ricerche Sismologiche di OGS ha organizzato una giornata di studio con un duplice scopo: mostrare i risultati delle missioni di cooperazione italiana in Nepal e sostenere ulteriormente il progetto promosso da OGS – Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, Anpas – associazione Nazionale pubbliche assistenze e ReLUIS – Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica, che dall’anno scorso promuovono una raccolta fondi per la ricostruzione dell’orfanotrofio Motherhood Care Nepal a Lalitpur, vicino a Kathmandu, e la formazione di tecnici locali per la ricostruzione. Alla giornata ha partecipato Davide Gaddi, impegnato dell’iniziativa Emilia Namaste Nepal, che per l’occasione ha fatto tappa a Udine.

Nel corso della giornata studio Franco Pettenati (OGS – Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale) ha raccontato la missione di OGS in Nepal post-terremoto presentando i dati della sequenza sismica, del posizionamento delle strumentazioni a Kathmandu. 

Carmine Lizza descrive il progetto Anpas in Nepal

Carmine Lizza, responsabile protezione civile Anpas ha presentato il progetto di Anpas in Nepal. Dare una risposta ai bisogni dati alle persone che sono sul territorio e in particolare coprire i costi dei generi alimentari per i 24 bambini attualmente ospitati dall’Istituto sostenuto da Anpas dal 2007 a Lalitpur per un anno; garantire per sei mesi la retta scolastica dei 21 minori ospiti in età scolastica; coprire l’acquisto dei materiali didattici e garantire l’approvvigionamento d’acqua. “Su indicazione dei tecnici OGS, e in accordo con il partner locale, si è deciso di destinare i fondi raccolti in parte (€ 6.619,80) al sostegno dell’orfanotrofio (alimentazione, vestiario, materiale didattico, retta scolastica e approvvigionamento idrico) e in parte (€ 21.258,21) all’edificazione, sul terreno adiacente all’istituto, di una palestra coperta e di un campo da gioco per il Badminton, in risposta all’esigenza di fornire ai piccoli ospiti una struttura protetta dove svolgere le attività ludiche e stimolare le abilità motorie”, ha detto Lizza. “Avendo rilevato che l’Istituto versava in gravi difficoltà a provvedere al mantenimento dei piccoli ospiti, nel novembre 2015 Anpas ha deciso di destinare il 30% della somma raccolta sino a quel punto per consentire all’orfanotrofio di rispondere ai bisogni più impellenti”. In particolare è stato presentato il progetto di costruzione della palestra: Motherhood Care Nepal è da sempre molto attenta all’istruzione dei bambini ospitati nell’istituto, ma manca attualmente delle strutture adatte per curare al meglio anche le attività ludiche e la motricità. La realizzazione della palestra e del campo da gioco permetterebbe all’orfanotrofio di fornire ai piccoli ospiti migliori opportunità di lavorare sulle abilità motorie e un luogo di svago più sano e protetto rispetto al terreno spoglio dove attualmente giocano.  Il gioco ha anche un’importante funzione terapeutica e queste dotazioni permetterebbero di realizzare attività di terapia del gioco per i bambini ospiti dell’istituto che hanno perso le famiglie a causa del terremoto.

Felice Ponzo (Università degli Studi della Basilicata) ha presentato le attività UniBas/ReLUIS sulle scuole: “Le costruzioni in Nepal soono povere dal punto di vista delle caratteristiche strutturali, fatte con materiali poveri, irregolari e quindi vulnerabilità elevata. Una serie di azioni che sono state messe in atto con la formazione di alcuni funzionari e tecnici locali e due visite precedenti al terremoto che hanno prodotto dati interessanti sulla vulnerabilità degli edifici prima del terremoto”. 

Rocco Ditommaso, scuola di ingegneria Università degli Studi di Basilicata ha presentato la definizione dei protocolli di indagine, evoluzione normativa e tecniche innovative di monitoraggio.

Udine: Italia per il Nepal


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Il viaggio di Davide in Nepal

Il progetto di Anpas, con il supporto di OGS e Reluis in Nepal


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CatenaNamaste: il viaggio in bici di Davide Gaddi nelle pubbliche assistenze Anpas per il Nepal #catenanamaste

Duemila chilometri in bici per il centro-nord Italia a favore del Nepal colpito dal sisma del 2015.

 

Davide in Piemonte

Davide ha toccato le città e le pubbliche assistenze di Adria, Trieste, Moggio Udinese, Erto, Arabba, Bolzano, Pellizzano, Sondrio, Como, Biella, Aosta, Torino, Vinovo, Robilante, Genova, Sarzana, Stazzema, Firenze e Fanano, per poi ritornare a Mirandola.

L’obiettivo è sensibilizzare la popolazione italiana a favore del Nepal terremotato. «è un modo per restituire quanto abbiamo ricevuto dopo il terremoto del 2012 – commenta il Sindaco di Mirandola, Maino Benatti – ed anche l’occasione per ringraziare, a quattro anni di distanza, quanto ci hanno aiutato nella difficile fase della ricostruzione». Nelle varie tappe del suo viaggio Gaddi incontrerà infatti molte delle persone (rappresentanti di Anpas, della Protezione Civile, semplici cittadini), che hanno aiutato i mirandolesi a rialzarsi nel 2012. «L’idea e l’entusiasmo di Davide ci hanno contagiato – aggiunge Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas – L’iniziativa che ha ideato crea un ponte gli emiliani colpiti da un terremoto con un’altra popolazione anch’essa duramente colpita e permette di ricordare a tutti ciò che è stato e ci permette di rilanciare i temi della prevenzione, oltre a dare un concreto sostegno ad un iniziativa vera e documentabile che come Anpas stiamo portando avanti in Nepal».

L'arrivo a Cogoleto

Il progetto si chiama “Catena Namaste-Davide per il Nepal” ed ha come obiettivo la raccolta fondi per l’orfanotrofio di Lalitpur, in Nepal. A promuoverlo è l’associazione Nazionale pubbliche assistenze (Anpas), con il supporto tecnico dell’Istituto di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di (OGS) e della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica (ReLUIS), con il sostegno del Comune di Mirandola (che ha devoluto oltre 2.000 euro) e il patrocinio della Regione Emilia Romagna, della Provincia di Modena, dell’Unione Comuni Modenesi Area Nord e del Comune di Fanano (MO).

Il viaggio sarà raccontato in diretta sul blog catenanamaste.tumblr.com, sulle pagine Facebook “Città di Mirandola” e “Davide, in Mtb per una buona causa” e su altri canali.

Si può donare, durante e dopo il viaggio, con causale “Catena Namaste-Davide per il Nepal” sul conto corrente intestato a A.N.P.A.S. associazione Nazionale pubbliche assistenze, Codice Iban IT64 Q033 5901 6001 00000134996.

Il viaggio di Davide: Mirandola/Nepal per Anpas

 

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