Comunicati stampa

Cinque per mille: 250mila italiani scelgono Anpas

Cinque per mille,  gli italiani scelgono il volontariato di prossimità: Anpas terzo posto per numero di scelte nel 2013

Roma, 18 maggio 2015 – Cinque per mille, gli italiani scelgono il volontariato di prossimità: Anpas terzo posto per numero di scelte nel 2013. Oltre cinque milioni di euro derivanti dalle firme di 253.879 italiani, nel 2013 hanno dato fiducia a 648 pubbliche assistenze Anpas. Sono i dati emersi dagli elenchi con i dati rlativi alle preferenze espresse dai contribuenti nel 2013 per la destinazione del 5 per mille e pubblicati dall’Agenzia delle entrate.

Quest’anno il movimento delle pubbliche assistenze Anpas è al terzo posto per numero di scelte e al quinto posto per importi concessi: Emilia Romagna, Toscana, Lombardia, Trentino Alto Adige, Marche, Piemonte e Liguria le regioni con il maggior numero persone che hanno scelto di dar fiducia alle pubbliche assistenze Anpas.

Cosa finanzia il 5 per mille dato alle pubbliche assistenze Anpas. Ambulanze nuove, allestimenti, defibrillatori, idrovore,corsi di formazione di primo soccorso: i fondi raccolti dalle donazioni del cinque per mille vengono investiti dalle pubbliche assistenze in beni e materiali che vengono poi utilizzati per migliorare i servizi, per rinnovare mezzi e per innovare attività e organizzazione. 

“Un dato significativo che anche nel 2013 ha riconosciuto il radicamento territoriale delle nostre pubbliche assistenze e di un movimento che da oltre centodieci anni è vicino ai bisogni delle persone e delle comunità”, dichiara Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas.“Il 5 per mille costituisce una delle poche fonti di entrata certa per le associazioni di volontariato e la semplificazione delle procedure di iscrizione al 5 per mille al quale ancora troppe associazioni fanno fatica ad accedere” continua Pregliasco. “Dobbiamo però unirci alle dichiarazioni del Forum del Terzo Settore alla luce della decisione della Commissione Bilancio della Camera che ha dichiarato non ammissibili tutti gli emendamenti che prevedevano una differenziazione tra un 5 per mille destinato alla scuola e uno destinato al non profit: questa nega al contribuente ogni possibilità di scelta rispetto alla destinazione delle risorse del 5 per mille della propria dichiarazione dei redditi”.

Secondo il Portavoce del Forum del Terzo Settore, Pietro Barbieri: “L’estensione della platea dei beneficiari del 5 per mille al sistema scolastico nazionale a partire dal 2016, prevista dal Ddl sulla Buona Scuola, è una scelta sbagliata, che rischia di creare confusione e di danneggiare o le scuole o gli enti non profit.  Plaudiamo alla possibilità di ulteriori sistemi di finanziamento alla scuola pubblica, ma così come esiste lo strumento dell’8 per mille per sostenere le confessioni religiose e quello, di recente introdotto, del 2 per mille a favore dei partiti politici, vorremmo che venisse introdotta una misura specifica per le scuole, distinta da quella per  gli enti non profit, in linea con il principio di sussidiarietà fiscale e per offrire ai cittadini contribuenti degli efficaci strumenti di sostegno e finanziamento delle scuole così come delle attività e dei progetti del terzo settore, della ricerca scientifica e dei beni culturali”.

 

Fermitutti visto da Alessandra Fratoni e Daniel Alvarez

Gli elenchi dell’Agenzia delle entrate 

In rete gli elenchi con i dati relativi al numero delle preferenze espresse dai contribuenti
nel 2013 per la destinazione del 5 per mille e gli importi attribuiti agli enti che hanno
chiesto di accedere al beneficio – vai al sito

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5 per mille alla Scuola. Fondo ‘ad hoc’, ma una sola preferenza

5 per mille alla Scuola. Fondo ‘ad hoc’, ma una sola preferenza

Roma 13 maggio 2015 – Anpas concorde con la dichiarazione del Portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore Pietro Barbieri

Bene l’emendamento al provvedimento sulla Buona Scuola presentato dalla relatrice On. Maria Coscia, e approvato dalla Commissione VI Cultura della Camera che, rispetto alla destinazione del 5 per mille alle scuole, propone l’istituzione di un fondo apposito, con dotazione di 50 milioni di euro annui a partire dal 2017. Questo significa che verranno distinti i fondi da cui attingere le risorse: per la scuola da una parte, e per il mondo del non profit e del volontariato dall’altra. Una buona notizia rispetto ad una misura sulla quale avevamo già espresso le nostre perplessità. Rimane tuttavia il fatto che, ad oggi, nel modello per la dichiarazione dei redditi è possibile esprimere una sola preferenza, o alla scuola, o alle onlus, azzerando così il meccanismo di ‘libera scelta’ proprio dello strumento del 5 per mille. Chiediamo politiche che restituiscano pieno senso al principio di sussidiarietà fiscale, e non forme di sostegno a politiche pubbliche.”

 

 

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Dissesto idrogeologico: i dati Ispra e le proposte di Anpas

Dissesto idrogeologico presentati i dati ISPRA: quasi il 20% della fascia costiera italiana occupata dal cemento.  Anpas: piccole opere e un grande piano nazionale straordinario di pulizia e manutenzione.

DagheZena: 14 ottobre

Roma, 6 maggio 2015 – Quasi il 20 per cento della fascia costiera entro i 300 metri dal mare impermeabilizzato, il 60 per cento del consumo di suolo riguarda terreni agricoli, il 40 per cento del territorio occupato è coperto di strade. Questi i dati presentati oggi nel “Rapporto sul consumo di suolo 2015” dell’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (ISPRA). 

Il 19,4%  dei litorali entro i 300 metri dal mare (quasi 500 chilometri quadrati) è stato impermeabilizzato, con una punta del 40 per cento in Liguria.

I dati  evidenziano come siano stati spazzati via complessivamente 34mila ettari all’interno di aree protette, e siano stati impermeabilizzati il 9 per cento delle zone a pericolosità idraulica e il 5 per cento delle rive di fiumi e laghi.  Le strade  rappresentano circa il 40 per cento del totale del territorio consumato (dati relativi alla fine del 2013). Dagli anni 50 al 2014 siamo passati dal 2,7% (8100 km2) di suolo consumato a livello nazionale al 7% del suolo consumato (21.000 kmquadrati), dai 167 metri quadrati di suolo pro capite consumato negli anni 50 a 345 metri quadrati del 2014 (dati ISPRA )

Le proposte di Anpas. Aldilà della importanza della redazione della diffusione capillare dei piani di protezione civile (solo 5.887 comuni su 7.759 ne dispongono uno), Anpas propone la promozione della cultura della protezione civile e della difesa del territorio, dall’autoprotezione e dall’altra dalla manutenzione del territorio e della mitigazione degli effetti. “È necessario che parte dei fondi ordinari vengano impiegati per effettuale una ricognizione puntuale dello stato di manutenzione delle opere idrauliche presenti”, dichiara Carmine Lizza, geologo e responsabile nazionale Protezione Civile.

“In seguito sarà necessario approntare, in tempi rapidi, un grande piano nazionale straordinario di pulizia e manutenzione del realizzato. Da geologo posso affermare che da un quadro di elevata pericolosità geomorfologica e idraulica del territorio italiano, la cementificazione diffusa, fuori controllo e non conforme alle caratteristiche dei territori, ha incrementato l’entità delle condizioni complessive di rischio. Dall’altro lato dobbiamo denunciare che troppo spesso le amministrazioni affidano la progettazione e l’esecuzione dei lavori con il criterio del massimo ribasso, oltre a non prevedere un necessario specifico di manutenzione dell’opera. Dal nostro punto di vista non abbiamo bisogno di

“grandi opere”, ma di piccole opere che di fatto nel loro insieme possono costituire un grande piano di investimento diffuso capillarmente sull’intero territorio nazionale che non dimentichi la messa in sicurezza delle scuole, degli ospedali e degli edifici pubblici in generale”.

I dati Ispra

Riforma Protezione Civile

L’audizione di Anpas alla CameraI lavori preparatori

Il testo della Proposta di Legge

4 marzo 2015 – Il Capo Dipartimento alla Commissione Ambiente alla Camera


Anpas e la Protezione Civile


Formazione formatori di protezione civile


Organigramma del settore Protezione Civile Anpas

 

 

 

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DDL Terzo Settore, Anpas: manca la valorizzazione del volontariato

DDL TERZO SETTORE, Anpas: IMPRESCINDIBILE UNA MAGGIORE VALORIZZAZIONE DEL VOLONTARIATO

In Italia ci sono circa 5 milioni di volontari: quali sono le condizioni – e quindi anche quale quadro normativo – per far crescere il Volontariato nei prossimi anni? Questa è la domanda su cui si sta interrogando Anpas sull’ultima formulazione del DDL sulla riforma del Terzo Settore. Al termine dell’ultimo consiglio nazionale, tenutosi a Sarzana il 18 aprile 2015 in occasione dei 140 della pubblica assistenza, Anpas ha elaborato un documento dove ribadisce la necessità di un riconoscimento e di una valorizzazione del volontariato, nucleo originale ed innovativo dell’intero Terzo Settore.

Sarzana: la sfilata per le vie del centro coi mezzi storici

“Non sono tante le realtà che superano il secolo di vita e di attività, che sono state capaci di superare due guerre, una dittatura e che, ciò nonostante, sono state capaci di adattarsi anche al contesto normativo in continuo cambiamento e che ne ha regolato le attività e la vita associativa”, dichiara Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas. “Anpas in questo percorso sta cercando di formulare quelle che sono le sue proposte nel percorso di approvazione del Disegno di Legge e dei conseguenti Decreti Legislativi attuativi e contemporaneamente, al suo interno, si sta attrezzando per cogliere al meglio le nuove opportunità della riforma per rispondere sempre in modo adeguato alle necessità delle comunità e del Paese”.

Anpas propone un welfare universalista e partecipato dove comunità locali e cittadini siano soggetti attivi, co-decisori e quindi attori delle scelte e delle azioni politiche conseguenti. Un welfare non riparatorio, ma di promozione e sviluppo. “È necessario difendere il ruolo attivo dei cittadini in un welfare universalista e partecipato che promuova e difenda un’idea benessere che non può limitarsi solo agli aspetti sanitari e sociali, per quanto importanti, ma che sappia guardare agli stili di vita e alla sostenibilità ambientale”, conclude Pregliasco.

Ecco i punti chiave della posizione di Anpas e sul DDL
Consentire la permanenza e la valorizzazione dell’azione volontaria nelle forme organizzative previste dalla Riforma del Terzo Settore (art. 2 comma 1). Occorre difendere il carattere nazionale nella definizione dei principi fondamentali e dei caratteri del volontariato, non attribuibili alle legislazioni regionali, al fine di evitare differenze nella possibilità di esercitare il diritto costituzionale a svolgere l’azione volontaria in maniera uguale in tutto il territorio nazionale (vedi sentenza della Corte Costituzionale n.75 del 28/02/1992).
Rafforzare il passaggio da attività commerciale marginale a strumentale (art. 4, primo comma, punto e) Nei decreti attuativi occorrerà rafforzare la possibilità per il Volontariato nel Terzo Settore di svolgere attività commerciali e di impresa strumentali alla realizzazione dei propri scopi istituzionali.
Garantire alle organizzazioni di volontariato di conservare le proprie caratteristiche peculiari anche per quelle realtà che sceglieranno la qualifica di impresa sociale per svolgere attività complesse, permettendo loro di continuare ad avvalersi del contributo dei volontari.
Soccorso e trasporto sanitario devono essere considerate attività di interesse generale, fattibili con il volontariato, con finalità solidaristiche .
Riconoscimento in ambito scolastico e lavorativo delle competenze acquisite dei volontari (art 5, comma 1, lettera c) attraverso la validazione da parte delle reti di secondo livello di Volontariato
Valorizzazione del ruolo di servizio dei CSV, mantenendone la governance al Volontariato (art. 5 comma 1 lettera e).
Rendere il Servizio Civile Universale (art. 8), cioè accessibile a tutti i giovani che chiedono di parteciparvi, mantenendone un’identità costituzionale fondata sulla “difesa della Patria in modo non armato e non violento” e non dalla formulazione attuale incentrata invece sui “valori fondanti della Patria”.

 

Roma – 22 aprile 2015

IL FUTURO DELLE PUBBLICHE ASSISTENZE Anpas E IL PROGETTO Anpas 2020

LA POSIZIONE DI Anpas SUL DDL (28/30 novembre 2015 – Congresso nazionale)

IL CONTRIBUTO DI Anpas E CRI ALLARIFORMA


AGGIORNAMENTI


DOCUMENTI LEGISLATIVI

DOCUMENTI Anpas e PUBBLICHE ASSISTENZE

CONTRIBUTI ESTERNI

 

Cronologia ed azioni svolte da Anpas nazionale prima della definizione del progetto Anpas 2020

 

Prima della presentazione delle Linee Guida

Inserimento Riforma del Terzo Settore nel Documento FERMI TUTTI (condiviso con Confederazione delle Misericordie D’Italia) – Roma, 3 aprile

13 maggio 2014 Pubblicazione linee guida del governo per la riforma del terzo settore

 

Dopo la presentazione Linee Guida

Pontassieve, 17/18 maggio 2015

ASSEMBLEA NAZIONALE PRECONGRESSUALE

DIFFUSIONE E DISTRIBUZIONE LINEE GUIDA RIFORMA DEL TERZO SETTORE

RACCOLTA DI CONTRIBUTI DA COMITATI REGIONALI E CONSIGLIO NAZIONALE

DEFINIZIONE POSIZIONE DI Anpas SU LINEE GUIDA e successiva condivisione del documento con la CROCE ROSSA ITALIANA

CONTRIBUTO ALLA DEFINIZIONE DEI DOCUMENTI DEL FORUM DEL TERZO SETTORE E DELLA CNESC

 

22 agosto 2014 Presentazione da parte del Governo del disegno di legge di Delega al Governo per la riforma del Terzo Settore, dell’Impresa Sociale e per la disciplina del servizio civile universale (C 2791) (Commissione Affari Sociali della Camera)

Dibattito parlamentare (Commissione Affari Sociali)

Relazione con i Parlamentari

Contributo alla Definizione dei Documenti del Forum del Terzo Settore (attraverso la partecipazione al

Coordinamento e alla Consulta del Volontariato) e della CNESC

Partecipazione al gruppo di lavoro di Anpas Toscana di approfondimento sulla Riforma (insediamento 19 dicembre 2014)

Fiesole, 13/14 settembre 2014

Approfondimento sul DDL alla Conferenza dei Presidenti Regionali e della Direzione nazionale

Firenze, 18 ottobre 2014

Approfondimento sul DDL al Consiglio nazionale

Firenze, 22 ottobre 2014

Approfondimento sul DDL per i dipendenti della Segreteria nazionale e del Comitato Regionale Anpas Toscana

10 novembre 2014 Audizione del Forum del Terzo Settore e della CNESC alla Commissione Affari Sociali della Camera

Roma, 28/30 novembre 2014 CONGRESSO NAZIONALE

DIFFUSIONE E DISTRIBUZIONE DDL e normativa in essere su IIMPRESA SOCIALE con aggiornamento posizione di Anpas

Organizzazione di un GRUPPO DI LAVORO “DDL di Riforma del Terzo Settore: il contributo di Anpas nella realizzazione dei decreti delegati con Gianfranco Marocchi, Idee in Rete e Massimo Novarino, Forum del Terzo Settore. L’istant report del gruppo inserito nel documento finale del Congresso.

 

22 dicembre 2014 Presentazione di una proposta di legge di modifica della Legge del Volontariato (n. 2791) da parte di Capone, Patriarca, Amato, Carnevali, D’Incecco, Grassi, Mariano, Sbrollini

18 marzo 2015 Conclusione dell’esame degli emendamenti della Commissione Affari Sociali ed approvazione del testo (trasmesso alle Commissioni Bilancio e Tesoro e Affari Costituzionali della Camera – per un parere – e successivamente portato al voto dell’Aula).

 

 

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Giornata internazionale degli operatori umanitari: Anpas dalla cooperazione alla protezione civile

Roma 19 agosto 2015“Salvare vite non deve costare vite”. Si celebra oggi il #WorldHumanitarianDay, una giornata dedicata al riconoscimento dell’impegno degli operatori umanitari nel mondo e un tributo a coloro che hanno perso la vita durante il proprio lavoro. Nel 2014 sono stati attaccati 329 operatori umanitari, 120 assassinati, 88 feriti, 121 rapiti. Secondo l’Onu, nel 2014 sono state almeno 76 milioni le persone coinvolte in crisi umanitarie, conflitti o disastri.

L’impegno di Anpas. Dalla cooperazione all’accoglienza fino all’integrazione, fino alla pressione in Europa affinché vengano cambiate le politiche per l’accoglienza dei migranti attraverso la rete SAMI.

L'esercitazione a Villaputzu

La cooperazione internazionale.  Gli ambiti di intervento di Anpas, che sono volti a migliorare le condizioni sanitarie e sociali delle comunità nei vari paesi, sono molteplici:

• sostegno a distanza alla scolarizzazione e all’assistenza sanitaria di base;
• attività di prevenzione e sostegno allo sviluppo per le famiglie in stato di disagio;
• attività di formazione e rafforzamento del sistema sanitario;
• apertura di case famiglia e attività di formazione del personale impiegato negli orfanotrofi;
• attività di alfabetizzazione per adulti;
• sensibilizzazione e divulgazione di materiale informativo sui diritti dei bambini e delle donne;
• creazione di centri diurni per bambini e famiglie in difficoltà;
• interventi di sostegno al reddito.
Per molti di questi interventi, Anpas si avvale del contributo della Commissione Adozioni Internazionali e anche del fondamentale impegno di singoli sostenitori e volontari delle pubbliche assistenze, che in questi anni hanno generosamente dimostrato forte fiducia e apprezzamento per il lavoro svolto. (continua)

Gambia - il sostegno a distanza con Anpas

 

Protezione civile, il progetto europeo Samets.   La recente esperienza di Anpas nella gestione dei campi di emergenza dopo il terremoto in Emilia del 2012 ha dimostrato la necessità di una preparazione adeguata dei volontari e professionisti, non solo per la risposta alle emergenze, ma anche per la gestione degli affari sociali all’interno di un campo di emergenza. La presenza di famiglie e abitanti di Paesi terzi richiedono un approccio diverso nella gestione della vita quotidiana, all’interno del campo di emergenza. Con SAMETS, Anpas intende sviluppare un modulo di gestione della formazione per volontari e professionisti in grado di affrontare in queste situazioni particolari e testarli a livello locale per individuare linee guida utili per tutti i volontari o professionisti coinvolti nel meccanismo di protezione civile. (continua)

 

 

L’assistenza.Anpas è da anni impegnata con i volontari delle pubbliche assistenze siciliane, pugliesi, calabresi ad affiancare le autorità preposte nelle operazioni di accoglienza” ha dichiarato Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas. “Le pubbliche assistenze, in particolare in Sicilia e Puglia, sono in prima linea su varie zone costiere (Trapani, Pozzallo, Catania e Palermo, Bari, Brindisi, Taranto), con attività di assistenza sanitaria e logistica”. 

I volontari prestano la loro opera gratuitamente, nel rispetto della legge 266 sul volontariato. Anpas ritiene urgente la definizione di un fondo di solidarietà a sostegno delle attività che il volontariato svolge nella prima assistenza ai migranti, e/o l’attivazione dei benefici di legge, cosi come accade per altre emergenze. “Purtroppo  però, i costi vivi connessi alle operazioni – la benzina per i mezzi di soccorso, i dispositivi di protezione individuale, e molte volte anche i generi di prima necessità per i migranti appena sbarcati – sono completamente a carico delle associazioni o sono rimborsati dopo moltissimo tempo” continua Pregliasco. “Nonostante questo, i volontari non hanno interrotto la loro assistenza, perché abbiamo creduto e crediamo fortemente in quello che facciamo, che è incarnato nei nostri valori da 110 anni. Vorremmo però che ogni tanto si evidenziasse che il volontariato sta operando solo grazie alle proprie risorse, elemento che non  deve essere dato per scontato. In Sicilia, la procedura per i benefici di legge di protezione civile non è  attivata per queste attività (non è un emergenza che ricade in quel settore), e i volontari sono costretti a prendersi ferie, con rischi notevoli, e a farsi carico economicamente di tutto. In Puglia, si interviene in  convenzione con il 118 e nonostante i benefici di legge siano attivati, i costi sono rimborsati in tempi lunghissimi”. 

 


Inizia oggi il progetto Colors
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Superare tutte le forme di discriminazione e di intolleranza, la promozione di campagne di sensibilizzazione e informazione su pari oppportunità e cittadinanza attiva e volontariato dei migranti: questi gli obiettivi del progetto Colors, tutti i colori del soccorso. Un progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con le pubbliche asssistenze di Sarzana e Rassina. Come facilitare l’ingresso dei nuovi cittadini nel mondo del volontariato delle pubbliche assistenze? Nei prossimi mesi i volontari Anpas si confronteranno sula conoscenza dello stato dell’arte e delle buone pratiche esistenti nel movimento, si occuperanno della preparazione di materiali didattici per lo svolgimento di attività di accoglienza e formazione di volontari migranti da svolgersi nelle pubbliche assistenze coinvolte in Liguria e Toscana.L’integrazione. Oltre all’assistenza agli sbarchi di immigrati, le pubbliche assistenze Anpas sono impegnate per 
l’integrazione: sono attivi sportelli sociali, e di mediazione culturale e molte associazioni svolgono attività per l’alfabetizzazione dei migranti e richiedenti asilo.

 

Advocacy in UE. Sono state consegnate lo scorso mese  sette richieste di cambiamento della politica europea per l’accoglienza dei rifugiati a Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Per il Parlamento europeo il suo presidente Martin Schulz ha incontrato i rappresentanti di SAM.I., rete europea di cui Anpas fa parte. L’incontro si è svolto in occasione della riunione plenaria del Parlamento europeo. Oltre all’onorevole Fleckenstein, erano presenti il Segretario Generale SAM.I. ad Interim   Ivo Bonamico (Croce Bianca Bolzano) e il vicepresidente SAM.I. Reinhard Hundsmüller. SAM.I. ha evidenziato anche il ruolo importante che i volontari svolgono in aiuti di emergenza e servizi di integrazione. “Al momento sono soprattutto i volontari che offrono sostegno ai rifugiati” ha dichiarato Knut Fleckenstein. “Si preoccupano per loro, danno loro cibo, vestiti, coperte o la medicina. Ma con il crescente numero di rifugiati, i volontari stanno raggiungendo i loro limiti”. Anpas, anche col supporto di Comitati Anpas Sicilia e Puglia, ha attivamente preso parte all’elaborazione della Dichiarazione. Nella dichiarazione intitolata “Sette richieste per il cambiamento della gestione europea dei rifugiati”, SAM.I. ha invitato l’Unione Europea i suoi Stati membri a espandere le loro misure di aiuto e di condividere una gestione europea dei rifugiati. (link)


 
 

La data del World Humanitarian Day è stata scelta dalle Nazioni Unite per ricordare il 19 agosto 2003, il giorno in cui il rappresentante speciale del segretario generale dell’Onu Sergio Vieira de Mello e altri 21 funzionari sono rimasti uccisi nel bombardamento degli uffici dell’Onu a Baghdad, in Iraq.

I principi dell’intervento umanitario – UE


Anpas e la cooperazione internazionale

Il sostegno a distanza in Gambia

Nepal: il progetto di Anpas per la ricostruzione e l’assistenza all’infanzia

Protezione civile: il progetto Samets

Il progetto Flood e Evreca


Il progetto Colors, tutti i colori del soccorso

 

 

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Sami in Parlamento UE per il piano europeo dei migranti

Roma 20 maggio 2015. Sono state consegnate ieri  sette richieste di cambiamento della politica europea per l’accoglienza dei rifugiati a Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Per il Parlamento europeo il suo presidente Martin Schulz ha incontrato i rappresentanti di SAM.I. L’incontro si è svolto in occasione della riunione plenaria del Parlamento europeo. Oltre all’onorevole Fleckenstein, erano presenti il Segretario Generale SAM.I. ad Interim   Ivo Bonamico (Croce Bianca Bolzano) e il vicepresidente SAM.I. Reinhard Hundsmüller. 

Nel 2014 più di 170.000 persone hanno attraversato il Mediterraneo per cercare rifugio in Europa. Nel solo 2015, 1.600 persone sono morte durante il viaggio per arrivare in Europa. Nella dichiarazione intitolata “Sette richieste per il cambiamento della gestione europea dei rifugiati”, SAM.I. ha invitato l’Unione Europea i suoi Stati membri a espandere le loro misure di aiuto e di condividere una gestione europea dei rifugiati.

SAM.I. evidenzia anche il ruolo importante che i volontari svolgono in aiuti di emergenza e servizi di integrazione. “Al momento sono soprattutto i volontari che offrono sostegno ai rifugiati” ha dichiarato Knut Fleckenstein. “Si preoccupano per loro, danno loro cibo, vestiti, coperte o la medicina. Ma con il crescente numero di rifugiati, i volontari stanno raggiungendo i loro limiti”. Anpas, anche col supporto di Comitati Anpas Sicilia e Puglia, ha attivamente preso parte all’elaborazione della Dichiarazione.

Sami incontra MOgherini

“I continui sbarchi di migranti, che si stanno moltiplicando di giorno in giorno, mettono l’Italia e la Sicilia in prima linea per affrontare questa emergenza umanitaria” ha dichiarato Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas. “Le pubbliche assistenze Anpas vivono ogni giorno le problematiche  connesse al sistema di accoglienza. C’è un aspetto di cui si parla poco ed è quello dei volontari impegnati da anni nelle operazioni di  assistenza alla prima accoglienza, soprattutto nei porti siciliani. Anpas è da anni impegnata con i volontari delle pubbliche assistenze siciliane, pugliesi, calabresi ad affiancare le autorità preposte nelle operazioni di accoglienza. Le pubbliche assistenze, in particolare in Sicilia e Puglia, sono in prima linea su varie zone costiere (Trapani, Pozzallo, Catania e Palermo, Bari, Brindisi, Taranto), con attività di assistenza sanitaria e logistica. 

I volontari prestano la loro opera gratuitamente, nel rispetto della legge 266 sul volontariato. Purtroppo  però, i costi vivi connessi alle operazioni – la benzina per i mezzi di soccorso, i dispositivi di protezione individuale, e molte volte anche i generi di prima necessità per i migranti appena sbarcati – sono completamente a carico delle associazioni o sono rimborsati dopo moltissimo tempo. Nonostante questo, i volontari non hanno interrotto la loro assistenza, perché abbiamo creduto e crediamo fortemente in quello che facciamo, che è incarnato nei nostri valori da 110 anni. Vorremmo però che ogni tanto si evidenziasse che il volontariato sta operando solo grazie alle proprie risorse, elemento che non  deve essere dato per scontato. In Sicilia, la procedura per i benefici di legge di protezione civile non è  attivata per queste attività (non è un emergenza che ricade in quel settore), e i volontari sono costretti a prendersi ferie, con rischi notevoli, e a farsi carico economicamente di tutto. In Puglia, si interviene in  convenzione con il 118 e nonostante i benefici di legge siano attivati, i costi sono rimborsati in tempi lunghissimi. 

È urgente la definizione di un fondo di solidarietà a sostegno delle attività che il volontariato svolge nella prima assistenza ai migranti, e/o l’attivazione dei benefici di legge, cosi come accade per altre emergenze. Pur rimanendo nella gratuità della prestazione, come dice la Legge, sostenere i costi vivi delle associazioni potrebbe evitare che i volontari gettino la spugna per mancanza di risorse, anche solo quelle necessarie per raggiungere i porti degli sbarchi. 

Oltre all’assistenza agli sbarchi di immigrati, le pubbliche assistenze Anpas sono impegnate per l’integrazione: sono attivi sportelli sociali, e di mediazione culturale e molte associazioni svolgono attività per l’alfabetizzazione dei migranti e richiedenti asilo” ha concluso Pregliasco, presidente Anpas e vicepresidente Sami.

Sami incontra Schulz

 

 

 Il comunicato stampa di Samaritan international

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Naufragio Canale di Sicilia: basta morti nel Mediterraneo

All’indomani dell’ennesima tragedia in mare che ha coinvolto centinaia di persone, Anpas chiede un’operazione di soccorso e di salvataggio di vite umane in mare e il sostegno ai superstiti con un sistema di accoglienza in grado di rispondere ai bisogni soprattuto dei minori.

“Dall’assistenza alle zone costiere durante gli sbarchi ai progetti di cooperazione internazionale nei paesi di provenienza delle persone vittime dell’ultimo naufragio, chiediamo canali di accesso legali all’Europa e politiche per garantire la tutela dei diritti umani di chi attraversa il mare per sopravvivere, nonché il mutuo riconoscimento dello status di rifugiato in Europa (solo 6 dei 28 Stati membri accolgono chi riesce a giungere vivo in Europa)” dichiara Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas. 

20 aprile 2015

L'esercitazione a Villaputzu

Nella foto l’esercitazione a Villaputzu per l’assistenza ai migranti (19 aprile 2015)

 

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Riforma: apprezzamento di Anpas per la relazione Sen. Lepri

La Riforma del Terzo Settore: apprezzamento per la relazione del Senatore Stefano Lepri

 

 

Il documento di Anpas per la Riforma del Terzo Settore

Scarica il documento. pdf

Servizio Civile: il contributo CNESC alla consultazione del Governo

 

 

 

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Riforma Protezione civile, Anpas in audizione alla Camera

Riforma Protezione Civile, Anpas alla Camera: il volontariato fondamentale per la resilenza e la diffusione della cultura del rischio

Presentate alla Camera le proposte di Anpas sulla proposta di legge delega per il riordino delle norme in materia di protezione civile

Anpas e la Riforma della Protezione Civile

Il Responsabile nazionale della Protezione Civile Anpas, Carmine Lizza, ha tenuto oggi, 14 aprile, un’audizione alla Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei Deputati sulla proposta di legge delega per il riordino delle norme in materia di sistema nazionale e coordinamento della protezione civile.

Io non rischio: la formazione dei 74 formatori della campagna 2015

Nel suo intervento Lizza ha ha definito la Protezione Civile “un servizio per la collettività dove le professionalità e le specificità che ne sono presenti consentono di avere una funzione pubblica che tutela l’integrità della vita delle persone, dei beni, degli insediamenti e dell’ambiente dai pericoli o dai danni. In situazioni di emergenza si dovrebbe procedere in una prospettiva sistemica, dove la natura e l’estensione dell’evento calamitoso vengano gestite in virtù della capacità di risposta e reazione del territorio colpito, in ragione cioè del livello di resilienza della comunità interessata”.

Lizza ha poi sottolineato l’importanza del volontariato organizzato di Protezione Civile sia come struttura operativa nazionale all’interno del sistema di protezione civile (come indicato nella legge n. 225 del 24 febbraio 1992) sia come parte autonoma e contemporaneamente sussidiaria del Sistema Nazionale di Protezione Civile: “Il radicamento e la conoscenza storica del territorio da parte delle comunità e delle associazioni di volontariato organizzato di Protezione Civile mette queste ultime nelle condizioni di poter informare e sensibilizzare i cittadini sia sulla prevenzione dai rischi che dall’adozione del comportamento giusto da adottare in emergenza attraverso azioni concrete di mitigazione e di autoprotezione: questo vuol dire lavorare capillarmente sulla diffusione della cultura della protezione civile che parta dalle comunità stesse”.

Il volontariato organizzato di protezione civile non è importante solo durante l’intervento dei volontari in situazioni di emergenza o in esercitazioni di protezione civile, ma soprattutto nella fase di prevenzione partendo dalla collaborazione dei volontari Anpas alla stesura dei piani di emergenza (ancora solo il 76% dispone di un piano di emergenza, e in Regioni come Lazio o Campania solo il 40% dei Comuni dispone di un piano) fino alla realizzazione della campagna di comunicazione Io non rischio: una campagna che dal 2011 al 2014 ha coinvolto 314 Comuni, che ha formato 5300 volontari di protezione civile nelle sezioni locali di 21 diverse organizzazioni nazionali, associazioni regionali e gruppi comunali e che ha permesso di parlare nelle piazze a poco meno di un milione di persone.

Un riferimento da parte di Lizza anche a quanto è accaduto ieri con il crollo del solaio nella scuola di Ostuni: “Dal nostro punto di vista non abbiamo bisogno di “grandi opere”, ma di piccole opere che nel loro insieme possono costituire un grande piano di investimento diffuso capillarmente sull’intero territorio nazionale per la messa in sicurezza delle scuole, degli ospedali e degli edifici pubblici in generale”.

 Commenta Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas Nazionale: “Un intervento importante quello che abbiamo fatto oggi alla Camera in un momento in cui oltre la Riforma del Terzo Settore, si sta procedendo all’aggiornamento complessivo dell’intero corpus normativo in materia di Protezione Civile. Come sottolineato da Franco Gabrielli nel corso dell’audizione precedente, in questa fase sarà importante ribadire l’importanza fondamentale del potenziamento del ruolo del volontariato organizzato di Protezione Civile: una delle vere e proprie eccellenze di questo paese che auspichiamo continui a essere preso in considerazione in un’ottica di sussidiarietà all’interno del sistema nazionale di Protezione Civile”.

Fermi tutti: volontari e ambulanze a Montecitorio

Riforma Protezione Civile

I lavori preparatori

Il testo della Proposta di Legge

4 marzo 2015 – Il Capo Dipartimento alla Commissione Ambiente alla Camera


Anpas e la Protezione Civile


Formazione formatori di protezione civile


Organigramma del settore Protezione Civile Anpas

 

 

 

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DDL Terzo Settore: Anpas in audizione al Senato

Anpas IN AUDIZIONE ALLA COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI DEL SENATO PER DDL RIFORMA DEL TERZO SETTORE

 

Roma 16 giugno. Una delegazione Anpas formata dal Presidente nazionale Fabrizio Pregliasco, dal Vicepresidente Ilario Moreschi e dal past president Patrizio Petrucci ha tenuto oggi un’audizione presso la alla Commissione Affari Costituzionali del Senato sul DDL per la riforma del Terzo Settore.

Nel suo intervento Pregliasco ha concordato con le posizioni del Forum del Terzo Settore e con l’importanza, nel panorama italiano e internazionale, di una realtà come Anpas con i suoi 111 anni di storia, quasi centomila volontari, la terza organizzazione in Italia per numero di scelte dei cittadini che devolvono il 5 per mille al volontariato.

Ci trova concordi l’iniziativa legislativa che porta il Terzo Settore da essere un concetto sociologico indefinito a un soggetto fondato giuridicamente” ha dichiarato il presidente Anpas. “Il Terzo settore è un asse centrale del welfare futuro e il volontariato è propulsore per la ripresa del Paese, aspetto che però è ancora poco evidenziato nell’attuale formulazione. Non si può non evidenziare che l’impotanza del Terzo Settore in Italia comporti però anche l’attenzione della malavita e del malaffare: per questo siamo concordi nel voler superare superare le tante realtà opache in questo settore e separare il grano dal loglio, come annunciato nelle prime proposte di legge. Monitoraggio, controllo e verifica: facile a dirsi ma dobbiamo essere tutti coinvolti. Per quanto attiene al registro unico e il ripristino di un’agenzia è importante nell’ottica di una trasparenza”.

Pregliasco ha poi ricordato l’importanza di una corretta interpretazione dell’impresa sociale: “è una qualifica: il volontariato fa servizi anche complessi. Va difesa la possibilità di avere soggetti che hanno fanno attività economica non orientata al profitto ma con obiettivi sociali che devono dare vita a una economia di comunità. Per quanto riguarda i Centri di Servizio del Volontariato dobbiamo rivedere l’architettura del sistema per riportare al centro i volontariati”

 

Il testo dell’audizione

Fermitutti visto da Alessandra Fratoni e Daniel Alvarez

 

Non sono tante le realtà che superano il secolo di vita: solo organizzazioni che hanno una chiara e forte identità congiunta ad una costante capacità di interrogarsi ed adattarsi ai mutamenti sociali e politici, di essere resilienti (come va di moda dire oggi), riescono in questo intento. Le pubbliche assistenze e Anpas che le raccoglie sono fra queste.

Anpas ha saputo fondare, mantenere, rinforzare una propria identità, una cultura comune, una mission chiara. Grazie a ciò ha saputo resistere a 20 anni di dittatura, ha attraversato due guerre mondiali. Essa è un saldo sistema di valori poggiato sul protagonismo e responsabilità di centinaia di migliaia, di milioni di persone che nel corso di oltre un secolo l’hanno incarnato.

Anpas è stata, è e dovrà continuare ad essere una parte importante della cultura, della cittadinanza attiva, della azione laica del Paese, un cemento nella coesione sociale delle comunità.

La propria storia, radici, mission sono concreti valori e saldo punto di riferimento. È sulla base di tali fondamenta che Anpas, nel corso del tempo, è stata capace di mantenersi sempre viva e vigile, al passo coi mutamenti sociali e istituzionali, leggendo i nuovi bisogni, reinventando le sue risposte e, se necessario, rivedendo ed adattando la sua organizzazione e la sua architettura istituzionale. Ed è sulle stesse fondamenta che occorre basarsi per affrontare, senza timori ma anzi con rinnovato protagonismo, i passaggi odierni.

È innegabile che il quadro normativo del Terzo Settore è cresciuto in modo disordinato e confuso, e che pertanto è opportuna e necessaria una riforma complessiva per consentire – tenendo ferme finalità e mission – di adeguare e migliorare al meglio i mezzi, gli strumenti per realizzarle.

Anpas, forte della propria storia, può e deve essere protagonista:

● sia nel percorso di approvazione del Disegno di Legge, nonché nella elaborazione dei conseguenti Decreti Legislativi attuativi;

● sia attrezzandosi per cogliere al meglio le nuove opportunità, adeguando se necessario la propria architettura istituzionale, per rispondere in modo compiuto e responsabile alle necessità delle comunità e del Paese.

 

 

10 PUNTI CHIAVE PER Anpas

 

 

(1) Consentire la permanenza e la valorizzazione dell’azione volontaria nelle forme organizzative previste dalla Riforma del Terzo Settore (art. 2 comma 1)

 

Occorre difendere il carattere nazionale nella definizione dei principi fondamentali e dei caratteri del volontariato, non attribuibili alle legislazioni regionali, al fine di evitare differenze nella possibilità di esercitare il diritto sancito dalla Costituzione di svolgere l’azione volontaria in maniera uguale in tutto il territorio nazionale (vedi sentenza della Corte Costituzionale n.75 del 28/02/1992). Nelle diverse forme organizzative che saranno delineate dalla Riforma occorre quindi garantire la permanenza nel Volontariato, favorendone l’azione e considerandolo un valore aggiunto nella valutazione sociale degli interventi. Occorre difendere la peculiarità del volontariato italiano nella gestione diretta di servizi alla persona, garantendo – negli spazi previsti di discrezionalità della Pubblica Amministrazione – la possibilità di proseguire questa più che centenaria esperienza di partecipazione in ambito sociosanitario. Le pubbliche assistenze sono un tassello fondamentale della democrazia, in quanto scuole di partecipazione, coesione sociale ed advocacy. Ricoprono storicamente un ruolo essenziale nel welfare territoriale. I servizi svolti dalle associazioni. con il coinvolgimento dei volontari, sono strumenti per la realizzazione delle finalità e dei valori associativi.

 

 

(2) Codice del Terzo Settore ed Armonizzazione delle Leggi

 

Garantire alle associazioni attualmente ricomprese dalla Legge 266/91 di conservare le proprie caratteristiche peculiari anche per quelle realtà che sceglieranno di utilizzare la qualifica di impresa sociale per svolgere attività complesse, permettendo loro di continuare ad avvalersi del contributo dei volontari. Nel considerare positiva la definizione di un Codice specifico del Terzo Settore (art. 4), Anpas ritiene che, nel riordino della legislazione di settore, le prerogative e le peculiarità della legge quadro sul Volontariato (costruita sulla base dell’esperienza e della storia dell’associazionismo del nostro Paese) non siano cancellate come avvenuto per la legge 49 sulle ONG. Nell’ambito dell’armonizzazione delle leggi su Volontariato e Promozione Sociale (art. 5), si ritiene opportuno un chiarimento degli elementi distintivi delle due realtà.

 

 

(3) Rafforzare il passaggio da attività commerciale marginale a strumentale (art. 4, primo comma, punto e)

 

Nei decreti attuativi occorre rafforzare la possibilità per il Volontariato nel Terzo Settore di svolgere attività commerciali e di impresa strumentali alla realizzazione dei propri scopi istituzionali. Non si può riformare e potenziare il Terzo Settore se non si potenzia e si favorisce la sua economia specifica che è in gran parte rappresentata proprio da attività di fundraising. La definizione di criteri e vincoli – necessaria per regolamentare la contabilità separata tra attività di impresa ed istituzionale – non deve tuttavia comprimere la spinta di innovazione ed originalità delle organizzazioni di Volontariato e il loro radicamento nelle comunità.

 

 

(4) Valorizzare il ruolo del Terzo Settore nella relazione con gli Enti Pubblici (art. 4, comma 1, lettera m).

 

Anpas nel condividere le riflessione del relatore Lepri, ritiene prioritario un coinvolgimento del Volontariato nelle funzioni di indirizzo, coprogettazione e coordinamento dei servizi alla persona. Nel percorso di recepimento della direttiva comunitaria 24/2014 sugli appalti occorre tenere in considerazione che soccorso e trasporto sanitario – attività storicamente svolte dalle pubbliche assistenze – devono continuare ad essere considerate di interesse generale, fattibili con il volontariato, con finalità solidaristiche, come ribadito dalla sentenza della Corte di Giustizia Europea (n. 113 del 2014). In questa prospettiva occorrerà precisare, anche il sede di disegno di legge delega, la possibilità per le pubbliche amministrazioni di stipulare convenzioni dirette per il trasporto d’urgenza e ordinario con le organizzazioni di volontariato che rispondano ai requisiti indicati nella sentenza predetta.

 

Nel nostro paese il trasporto sociosanitario ad oggi viene svolto per oltre il 70% da associazioni di Volontariato che, oltre a garantire coesione, inclusione e partecipazione dei cittadini, permettono una sostenibilità complessiva del sistema.

 

 

(5) Riconoscimento in ambito scolastico e lavorativo delle competenze acquisite dei volontari (art 5, comma 1, lettera c) attraverso la validazione da parte delle reti di secondo livello di Volontariato.

 

 

(6) Centri di Servizio del Volontariato

 

Occorre una riflessione approfondita sul ruolo di servizio dei CSV (art. 5, comma 1 lettera e) prendendo atto dei limiti del loro sviluppo sui territori, come evidenziato da una recente ricerca CSV.net. Le riflessioni proposte dal Sen. Lepri sui CSV aprono a possibili nuovi scenari per lo sviluppo del Volontariato. E’ comunque necessario non disperdere l’esperienza maturata in oltre due decenni di attività al servizio del volontariato. E’ semmai utile e coraggioso immaginare strategie e modalità più vicine alle nuove esigenze e sensibilità ed anche, osiamo dire, alla maggiore maturità del volontariato italiano, anzi dei volontariati presenti nelle diverse forme organizzative.

 

 

(7) Impresa Sociale

 

Premesso che numerose pubbliche assistenze negli anni hanno gemmato strutture di servizio per affrontare attività complesse e meglio rispondere ai bisogni dei cittadini, spesso su richiesta delle Istituzioni, Anpas ritiene che l’impresa sociale – per come è intesa nel DDL – sia un’opportunità per l’ampliamento e l’innovazione dell’intervento del Terzo Settore. Si considera tuttavia fondamentale una maggiore chiarezza non solo nella definizione dei tratti costitutivi dell’impresa sociale, ma anche nelle modalità di azione, relazione e scambio fra terzo settore, soggetti for profit e Stato. Per qualificare l’impresa come sociale, oltre alla finalità, conta il modo in cui sono organizzate, gestite, governate e a cosa destinano i propri profitti. “Il terzo settore non va visto come una nuova area alla quale estendere le aspettative di rendimento di un’economia finanziarizzata. Deve avvenire l’opposto: le risorse finanziarie vanno portate dentro il terzo settore per incrementare l’impatto delle sue organizzazioni, per metterle in condizione di essere più incisive rispetto alle grandi questioni sociali” (cfr “Riforma del terzo settore, gli investimenti sociali sono trendy ma non è priorità” di Vincenzo Manes, Il Fatto Quotidiano, 16 maggio). Condividendo questa impostazione riteniamo che in tema di distribuzione degli utili il DDL non dovrebbe scostarsi da quanto già previsto per le cooperative sociali, estendendo quel meccanismo a tutte le organizzazioni dell’economia sociale. Occorre inoltre che sia prevista la presenza del Volontariato all’interno delle imprese sociali, attualmente non menzionato dall’art. 6 comma 1, lettera a.

 

 

(8) Riconoscimento delle reti di volontariato di secondo livello

 

Le reti di secondo livello sono la naturale evoluzione delle organizzazioni che, operando su scala locale, ma condividendo finalità e modalità di intervento sul territorio nazionale, hanno deciso di darsi una struttura volta al raggiungimento di obiettivi comuni più complessi e duraturi.

 

Occorre coinvolgere le organizzazioni con maggiore rappresentatività nella definizione delle linee guida su bilancio sociale e valutazione di impatto e garantire loro la possibilità di svolgere attività di supporto, vigilanza, monitoraggio e controllo, a fronte della previsione di specifiche forme di sostegno, anche attraverso convenzioni con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (art. 7, comma 2 e 3). E’ quindi centrale l’istituzione di un Registro nazionale con requisiti uniformi per tipologia di organizzazione validi in tutto il territorio nazionale.

 

 

(9) Rendere il Servizio Civile Universale (art. 8), cioè accessibile a tutti i giovani che chiedono di parteciparvi, mantenendone un’identità costituzionale fondata sulla “difesa della Patria in modo non armato e non violento”, come rilevato anche dalla relazione del Sen. Lepri, e non dalla formulazione attuale incentrata invece sui “valori fondanti della Patria”. Occorre inoltre garantire risorse adeguate come definire una proporzione nel bilancio dello Stato fra i fondi stanziati per la difesa civile, attività specifica del Servizio Civile, e quelli per la difesa militare. Affinchè il Servizio Civile possa essere a pieno un’esperienza educativa e di integrazione per i giovani è necessario mantenere la sua durata ad un anno.

 

 

(10) Aspetti fiscali

 

E’ assolutamente necessario superare, distinguere e regolare le ambiguità oggi presenti intorno ai concetti di “non lucrativo” e di “non commerciale” oggi confusamente recepiti dalla norma e dalla consuetudine.

 

Il fatto di essere un soggetto statutariamente “non lucrativo”, comunemente definito non commerciale o non profit, non deve essere confuso con il fatto che lo stesso soggetto possa svolgere attività commercialmente rilevanti, purchè risponda alla norma generale, per lo più fiscale, di trattamento di tali attività.

 

E’ necessario pertanto superare e semplificare tutta la teoria legata alle operazioni marginali o connesse definendo in modo chiaro e non ambiguo la soggettività degli enti e delineando in maniera chiara le eventuali agevolazioni o previsioni fiscali.

 

La distribuzione di utili è un fattore distorcente rispetto alle motivazioni che sottendono al mondo del terzo settore in quanto, differentemente a quanto accade per la cooperazione sociale, ove comunque esiste un nesso logico fra prestatore d’opera e remunerazione, chi decidesse di mettere a disposizione delle risorse finanziarie non dovrebbe poter esercitare un’influenza dominante sulle decisioni dell’ente e, soprattutto, dovrebbe essere consapevole di aver operato una scelta di investimento senza altro interesse che quello per lo sviluppo sociale. Senza aspettarsi in cambio nient’altro che un contributo alla crescita di questo paese. Rendendosi conto che anche questo è un modo per ricavare un beneficio dal proprio investimento, dove però più che i dividendi del capitale conta il contributo a rendere più accogliente la società in cui viviamo e lavoriamo.(cfr “Riforma del terzo settore, gli investimenti sociali sono trendy ma non è priorità” di Vincenzo Manes, Il Fatto Quotidiano, 16 maggio). Al fine di permettere comunque un flusso di liquidità verso tali organizzazioni, l’eventuale distribuzione di utili potrebbe essere calmierata con l’individuazione di “tetti” di remunerazione che non superino i tassi previsti per i titoli di Stato.

 

 

 

 

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La posizione di Anpas sul DDL passato alla Camera (18 aprile 2015 – Consiglio Nazionale) – pdf

LA POSIZIONE DI Anpas SUL DDL (28/30 novembre 2015 – Congresso nazionale)

IL CONTRIBUTO DI Anpas E CRI ALLARIFORMA


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DOCUMENTI LEGISLATIVI

DOCUMENTI Anpas e PUBBLICHE ASSISTENZE

CONTRIBUTI ESTERNI

Anpas 2020

Cronologia ed azioni svolte da Anpas nazionale prima della definizione del progetto Anpas 2020

 

Prima della presentazione delle Linee Guida

Inserimento Riforma del Terzo Settore nel Documento FERMI TUTTI (condiviso con Confederazione delle Misericordie D’Italia) – Roma, 3 aprile

13 maggio 2014 Pubblicazione linee guida del governo per la riforma del terzo settore

 

Dopo la presentazione Linee Guida

Pontassieve, 17/18 maggio 2015

ASSEMBLEA NAZIONALE PRECONGRESSUALE

DIFFUSIONE E DISTRIBUZIONE LINEE GUIDA RIFORMA DEL TERZO SETTORE

RACCOLTA DI CONTRIBUTI DA COMITATI REGIONALI E CONSIGLIO NAZIONALE

DEFINIZIONE POSIZIONE DI Anpas SU LINEE GUIDA e successiva condivisione del documento con la CROCE ROSSA ITALIANA

CONTRIBUTO ALLA DEFINIZIONE DEI DOCUMENTI DEL FORUM DEL TERZO SETTORE E DELLA CNESC

 

22 agosto 2014 Presentazione da parte del Governo del disegno di legge di Delega al Governo per la riforma del Terzo Settore, dell’Impresa Sociale e per la disciplina del servizio civile universale (C 2791) (Commissione Affari Sociali della Camera)

Dibattito parlamentare (Commissione Affari Sociali)

Relazione con i Parlamentari

Contributo alla Definizione dei Documenti del Forum del Terzo Settore (attraverso la partecipazione al

Coordinamento e alla Consulta del Volontariato) e della CNESC

Partecipazione al gruppo di lavoro di Anpas Toscana di approfondimento sulla Riforma (insediamento 19 dicembre 2014)

Fiesole, 13/14 settembre 2014

Approfondimento sul DDL alla Conferenza dei Presidenti Regionali e della Direzione nazionale

Firenze, 18 ottobre 2014

Approfondimento sul DDL al Consiglio nazionale

Firenze, 22 ottobre 2014

Approfondimento sul DDL per i dipendenti della Segreteria nazionale e del Comitato Regionale Anpas Toscana

10 novembre 2014 Audizione del Forum del Terzo Settore e della CNESC alla Commissione Affari Sociali della Camera

Roma, 28/30 novembre 2014 CONGRESSO NAZIONALE

DIFFUSIONE E DISTRIBUZIONE DDL e normativa in essere su IIMPRESA SOCIALE con aggiornamento posizione di Anpas

Organizzazione di un GRUPPO DI LAVORO “DDL di Riforma del Terzo Settore: il contributo di Anpas nella realizzazione dei decreti delegati con Gianfranco Marocchi, Idee in Rete e Massimo Novarino, Forum del Terzo Settore. L’istant report del gruppo inserito nel documento finale del Congresso.

 

22 dicembre 2014 Presentazione di una proposta di legge di modifica della Legge del Volontariato (n. 2791) da parte di Capone, Patriarca, Amato, Carnevali, D’Incecco, Grassi, Mariano, Sbrollini

18 marzo 2015 Conclusione dell’esame degli emendamenti della Commissione Affari Sociali ed approvazione del testo (trasmesso alle Commissioni Bilancio e Tesoro e Affari Costituzionali della Camera – per un parere – e successivamente portato al voto dell’Aula).

 

 

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