Comunicati stampa

Buon lavoro a Fabrizio Curcio, nuovo Capo Dipartimento Protezione Civile.

Buon lavoro a Fabrizio Curcio, nuovo Capo Dipartimento Protezione Civile

Roma 3 aprile – L’associazione Nazionale pubbliche assistenze (Anpas) esprime le sue congratulazioni a Fabrizio Curcio oggi nominato nuovo Capo Dipartimento Protezione Civile. 
 
A Fabrizio Curcio, già Direttore dell’Ufficio Gestione delle Emergenze del Dipartimento Protezione Civile l’augurio di buon lavoro da parte di tutti i volontari Anpas.
 

Fabrizio Curcio è il nuovo Capo Dipartimento della Protezione Civile

Il curriculum di Fabrizio Curcio

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Franco Gabrielli prefetto di Roma, Anpas: “dalla prevenzione all’emergenza sempre al fianco del volontariato”

Nomina Gabrielli, Anpas: “dalla prevenzione all’emergenza sempre al fianco del volontariato”

La cittadinanza onoraria a Franco Gabrielli e Monteforato 14“Desideriamo ringraziare una persona, prima che il Prefetto o Capo Dipartimento di Protezione civile, che ha saputo interpretare al meglio il suo ruolo e organizzare l’attività di protezione civile tenendo sempre in massima considerazione il volontariato come elemento fondamentale del sistema e che ha contribuito in modo determinante a rafforzarlo e renderlo efficace“, dichiara Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas Nazionale.

“Tanto nella prevenzione, quanto nelle emergenze, il lavoro quasi giornaliero che abbiamo svolto con Franco Gabrielli ci ha permesso di apprezzarne la preparazione, la disponibilità e la capacità di guidare una struttura complessa come il nuovo corso della Protezione Civile” dichiara Carmine Lizza, responsabile Protezione Civile Anpas: “Non c’è stata occasione in cui non è stato vicino ai volontari Anpas: ricordiamo con piacere i suoi interventi in tutti i momenti istituzionali della nostra associazione, ma anche la sua presenza in piazza durante una manifestazione nazionale”.

Conclude Pregliasco: “Ci auguriamo che il suo successore sia altrettanto a garantire la continuità nell’attenzione verso il volontariato di protezione civile. A Franco Gabrielli, quindi, i nostri migliori auguri di buon lavoro e la speranza di continuare a collaborare con lo stesso spirito con le tante associazioni Anpas presenti a Roma”.

Franco Gabrielli al Congresso 52, 28 novembre

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Cinque per mille alla scuola: Meglio una misura ‘ad hoc’

Cinque per mille alla scuola? Meglio una misura ad hoc 

Roma 13 marzo 2015 – Con il varo del Ddl di Riforma della scuola da parte del Consiglio dei Ministri viene approvata anche la misura che estende la possibilità di destinare il 5 per mille agli istituti scolastici. Anpas concorda con il Forum del Terzo Settore nel proporre una modifica di questa misura per promuovere un efficace finanziamento aggiuntivo della Scuola e superare la poco gradevole sensazione che il Governo con una mano tolga ciò che con l’altra dispone a favore del Terzo Settore.

Pur trovandoci davanti ad una Riforma che contiene misure che, da una prima impressione, appaiono interessanti e di sviluppo per il sistema scolastico,  non possiamo non esprimere preoccupazione sull’estensione dell’istituto del 5 per mille alle scuole. Abbiamo sempre considerato la destinazione del 5 per mille, misura nata come dedicata e riservata agli enti di terzo settore, un importante istituto di sussidiarietà fiscale, accogliendo sempre positivamente ogni misura che riguardasse la libera scelta, da parte dei cittadini contribuenti, di destinare parte della propria tassazione. Crediamo però che aggiungere le scuole tra i destinatari del 5 per mille rischierebbe di innescare una sorta di “guerra tra poveri”. Le scuole sono state tra i primi ambiti di attenzione da parte del Premier e crediamo che sarebbe più corretto creare un nuovo meccanismo specifico per la destinazione di parte delle imposte, o più in generale di promozione del finanziamento alla Scuola, piuttosto che allargare la platea dei destinatari del 5 per mille, a parità di risorse. È facile immaginare che i contributi che oggi i genitori versano volontariamente alle scuole verrebbero trasformati nella destinazione del 5 per mille: con il risultato di penalizzare il Terzo Settore e di non fare avere risorse aggiuntive alle scuole.  Va benissimo ed è fondamentale promuovere il sostegno alla Scuola, ma sono necessarie modalità più appropriate per risolvere il problema della carenza di fondi “.

 

 

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Minacce a Francesca Danese (Roma Capitale), nota stampa Anpas

Anpas esprime solidarietà a Francesca Danese Assessora alle Politiche Sociali, alla Salute e alla casa del Comune di Roma.

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A nome di Anpas, esprimo tutta la mia solidarietà a Francesca Danese, che conosciamo per l’impegno per il sociale, per la tutela dei diritti e del volontariato”, ha dichiarato Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas

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Idrogeologico 14mila beni culturali esposti a rischio frane

Rischio idrogeologico: 14mila beni culturali esposti a rischio frane e 28.483 esposti ad alluvioni  

Città sant'angelo

 

Oltre i tre quarti dei siti patrimonio mondiale dell’umanità sono esposti a rischi naturali. Relativamente al rischio idrogeologico, sono quasi 14.000 i Beni Culturali archeologici ed architettonici esposti a rischio da frana, 28.483 i beni esposti ad alluvioni con tempo di ritorno fino a 200 anni e 39.025 quelli esposti ad alluvioni rare ma di estrema intensità con tempo di ritorno fino a 500 anni. Tali dati derivano dall’elaborazione delle seguenti banche dati: Beni Culturali Vincoli In Rete (VIR), curata dall’ISCR; Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia (Progetto IFFI) realizzato dall’ISPRA e dalle Regioni e Province Autonome; mosaicatura delle aree a pericolosità idraulica (D. Lgs. 49/2010 di recepimento della Direttiva Alluvioni) redatte dalle Autorità di Bacino, Regioni e Province Autonome. Dalle elaborazioni emerge che, relativamente alle alluvioni, nel comune di Roma i Beni Culturali immobili esposti a rischio idraulico con tempo di ritorno fino a 500 anni sono 2.204 e l’area inondata comprenderebbe anche il centro storico (Piazza Navona, Piazza del Popolo, Pantheon). Nel comune di Firenze, i beni immobili esposti a rischio idraulico con tempo di ritorno fino a 200 anni risultano 1.145, tra cui la Basilica di Santa Croce, la Biblioteca Nazionale, il Battistero e la Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Per quanto riguarda le frane, numerosi sono i borghi storici interessati da fenomeni di dissesto, quali ad esempio Volterra (PI) con il crollo di una porzione delle mura medievali nel 2014, Civita di Bagnoregio (VT) e Certaldo (FI). Negli ultimi anni diversi borghi sono stati oggetto di interventi di consolidamento e riduzione del rischio idrogeologico.


I beni culturali di composizione calcarea a Roma (architettonici, archeologici, statue e fontane) al momento riportati nella Carta del Rischio del Patrimonio Culturale (ISCR) sono circa 3600, mentre quelli con composizione bronzea sono 60: entrambe le tipologie sono principalmente collocate nel centro della capitale. Nonostante la potenziale aggressività territoriale di Roma sia risultata relativamente bassa, la perdita di superficie – quantificata attraverso la realizzazione di “mappe di danno” – è risultata essere compresa tra 5,2 e 5,9 micron l’anno per il marmo e 0,30 e 0,35 micron l’anno per il bronzo.

Questi alcuni dei dati diffusi il 3 marzo dall’ISPRA e dall’ISCR, che hanno illustrato i loro 15 anni di attività congiunta, in cui hanno messo in comune conoscenze e dati per migliorare le informazioni relative all’impatto dell’ambiente sui beni culturali e per implementare quelle sull’interazione tra le opere d’arte e il territorio in cui esse sono collocate, al fine di programmare le attività di manutenzione di un bene e gli eventuali interventi di restauro.

 

Negli ultimi decenni, il degrado dei materiali esposti all’aperto ha subito un’accelerazione e in generale è stato registrato un incremento della velocità con cui alcuni processi, coinvolti nel degrado, evolvono nel tempo; l’inquinamento atmosferico è risultato un fattore di pressione determinante per le superfici dei monumenti esposti all’aperto. L’impatto delle sostanze inquinanti emesse in atmosfera sui materiali costitutivi dei monumenti è ingente ed irreversibile a causa della mancanza di sistemi di autorigenerazione, che sono invece presenti negli esseri viventi. Non esistono, al momento, valori limite specifici per gli effetti dell’inquinamento atmosferico sui beni di interesse storico – artistico. Sola eccezione, in Italia, sono le opere d’arte esposte all’interno dei musei.

 

Comunicato stampa Ispra 

Il comunicato stampa Ispra

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Il soccorso non deve pagare pedaggio: 26 febbraio 2015, l’incontro al Ministero

Esenzione pedaggio ambulanze, Nencini: procedure più snelle e poi esenzione alle associazioni di volontariato

26 febbraio – “Chiederemo alla Società Autostrade, nel nome di una positiva collaborazione, di rendere più snella la modalità di autocertificazione, nella piattaforma web, del transito per quei veicoli per i quali è prevista l’esenzione” ha dichiarato il viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti Riccardo Nencini che oggi han nuovamente incontrato a Roma, presso il Mit, i rappresentanti nazionali e toscani di Anpas e Misericordie.

L’incontro, avvenuto alla presenza del Direttore della Struttura di vigilanza sulle Concessioni Autostradali, Mauro Coletta, c’è stato aanche a seguito delle problematiche riscontrate durante i soccorsi al casello da parte delle associazioni di volontariato, soprattutto dalle associazioni di Toscana, Liguria e Valle d’Aosta, a causa della nuova procedura di Società autostrade

“L’esenzione dal pagamento del pedaggio autostradale di cui godono le ambulanze con medico e infermiere a bordo deve essere estesa anche a ai mezzi che hanno “personale volontario formato” perché svolge comunque servizio di ‘soccorso in emergenza’” ha proseguito Nencini.

La delegazione Anpas, composta da Fabrizio Pregliasco (presidente Nazionale) e Attilio Farnesi (presidente Anpas Toscana), ha ribadito la necessità della modifica del Codice della Strada e l’urgenza di estendere l’esenzione del pedaggio ai veicoli di soccorso delle associazioni di volontariato.

“Consideriamo quella prospettata dal viceministro Nencini una soluzione ponte e attendiamo fiduciosi la modifica del Codice della Strada e di estendere in modo chiaro e definitivo il diritto all’esenzione del pedaggio ai veicoli di soccorso delle associazioni di volontariato” ha dichiarato Fabrizio Pregliasco.

Il soccorso non deve pagare pedaggio

 

 

 


12 gennaio 2015, lettera ministro Lupi Esenzione pedaggio autostradale – Disdetta Accordo Anpas e Autostrade per l’Italia. Incontro Anpas – Ministero dei Trasporti fissato il 16 gennaio

Ill.mo Ministro Lupi, torniamo nuovamente a scriverLe, per conto di Anpas (associazione Nazionale pubbliche assistenze) e delle 880 associazioni che aderiscono al nostro Movimento, sulla questione della esenzione del pedaggio autostradale per le Organizzazioni di volontariato.

Siamo infatti giunti al temuto momento nel quale le problematiche nell’espletamento del servizio di soccorso da parte delle associazioni – segnalate con le nostre ripetute comunicazioni (dal 15 marzo al 25 novembre 2014) e con la manifestazione nazionale FERMI TUTTI!, (Roma, 3 aprile 2014) promossa con le Misericordie – stanno arrivando sui territori ed a pagarne le spese sono in primo luogo i cittadini. Quelli stessi cittadini per i quali le nostre associazioni – grazie ai propri mezzi, alla solidarietà e alla preparazione dei migliaia di volontari formati – si impegnano quotidianamente sui territori per garantirne a tutti il diritto alla salute.
L’ultimo grave episodio accaduto pochi giorni fa in Toscana ha visto un’ambulanza con un paziente a bordo in gravi condizioni bloccata al casello autostradale per alcuni minuti. In situazioni di emergenza anche i più piccoli ritardi possono risultare determinanti per la sorte del paziente trasportato.
Non possiamo quindi far altro che ribadire la nostra insoddisfazione per il sostegno ottenuto dal Governo e l’urgente necessità – espressa anche negli incontri avuti con il Suo Dicastero in questi mesi alla presenza di Autostrade per l’Italia – che si arrivi in tempi rapidi alla approvazione delle modifiche del Codice della Strada.
Come abbiamo più volte segnalato a seguito della definitiva disdetta dell’accordo da parte di Autostrade (2 ottobre 2014) e la predisposizione (unilaterale), di una nuova modalità di rilascio degli apparati telepass, oltre alle ultime disposizioni del Vostro dicastero (vedi circolare del MIT 18 settembre 2014 e nota del 2 ottobre 2014) Anpas ha provveduto ad informare le Associate sulle nuove procedure con le indicazioni e le modalità fornite da Autostrade stessa.
Purtroppo ancora oggi stiamo ricevendo moltissime segnalazioni dalle nostre pubbliche assistenze che, pur avendo proceduto con le pratiche iniziali previste, non hanno ancora ricevuto da parte di Autostrade i parametri di accesso alla nuova piattaforma web, elemento fondamentale per l’autocertificazione dei transiti da considerarsi esenti e quindi per la funzionalità del nuovo sistema.
Infine nei giorni scorsi le Autostrade hanno provveduto a disattivare i telepass esenti ancora in dotazione senza però – ribadiamo – aver garantito la piena funzionalità del nuovo  sistema, creando quindi enormi difficoltà nell’espletare i servizi sanitari di emergenza di cui, come nell’episodio ricordato in premessa, ne fanno le spese prima di tutto i cittadini che si trovano in situazioni critiche.
Ribadiamo quindi ancora una volta l’urgente necessità delle modifiche del Codice della Strada per sancire, in modo chiaro e definitivo, il diritto alla esenzione del pedaggio autostradale per le associazioni di volontariato nelle attività di soccorso sanitario, auspicando un Suo intervento per risolvere le problematiche esposte.
Distinti saluti.
Il Presidente Nazionale
Fabrizio Pregliasco

 

Il soccorso non deve pagare pedaggio

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Nuovo aggiornamento inviato alle pubbliche assistenze sulle modalità e la tempistica di attivazione della piattaforma web


La guida pratica per le associazioni di volontariato

La circolare di Anpas su nuova procedura

Il comunicato stampa della nuova circolare, 2 ottobre 


Il testo della circolare del Ministero del 18 settembre


L’incontro alla IX Commissione trasporti a Montecitorio (1 aprile)

Fermitutti! la pagina della manifestazione

La disdetta di Società autostrade per l’esenzione dei  telepass per i mezzi di soccorso (2 aprile)

Montecitorio – L’incontro con Pierpaolo Vargiu, presidente Commissione Affari Sociali Camera (3 aprile)

Ministero dei Trasporti –il mancato ricevimento della delegazione Anpas al ministero (3 aprile)


Il DOCUMENTO Anpas e Misericordie presentato ai parlamentari ed al Governo (apri pdf)


Il video della giornata: il Giornale Radio Sociale

               


Su Tg1

             


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Su Repubblica TV

       


Su Rai 1 Uno Mattina 

     


Fermi tutti a Genova

 


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Minacce a Mimmo Nasone (Libera Calabria), nota stampa Anpas

Anpas esprime solidarietà a Mimmo Nasone, coordinatore di Libera Calabria in seguito alle minacce subìte nei giorni scorsi. Un atto intimidatorio contro il coordinatore di una rete, Libera, della quale Anpas è parte attiva, che ogni giorno lavora per la legalità e la giustizia di cui il nostro paese ha bisogno.

“Siamo al fianco di Mimmo Nasone e di tutti coloro che abbracciano la cultura della legalità e della libera espressione”, dichiara Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas.



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Anpas Legalità

 

XIX giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, Latina 22 marzo.

 

 

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Anpas aderisce a #MenoGiornaliMenoliberi

Anpas aderisce alla Campagna in difesa dell’editoria non profit #MenoGiornaliMenoliberi lanciata tra gli altri da Alleanza delle Cooperative Italiane Comunicazione, Federazione Italiana Liberi Editori, Federazione Nazionale Stampa Italiana, Articolo 21, associazione Nazionale Stampa Online, Unione StampaPeriodica Italiana e sottoscritta anche dal Forum del Terzo Settore.

 
L’obiettivo della campagna è quello di salvaguardare il pluralismo dell’informazione e per una riforma urgente dell’intero settore dell’editoria

“Aderiamo a questa campagna perché l’informazione libera esiste solo con una pluralità di testate e con più editori” dichiara Fabrizio Pregliasco, presidente nazionale Anpas. “Il diritto all’informazione, a informare e ad essere informati è ciò che spesso il volontariato si è visto negare a favore di logiche di mercato totalmente estranee al bene comune, alla tutela della dignità delle persone e delle comunità. Una biodiversità informativa è ciò che auspichiamo e i tagli che sono già stati fatti all’editoria non sono di certo parte della riforma che auspichiamo e sulla quale siamo pronti a collaborare con le nostre storie, con le nostre narrazioni e con il nostro punto di vista”. 

 meno giornali meno liberi

La campagna:
• fare approvare misure urgenti, tese a salvaguardare le testate di cooperative e associazioni, tutte no profit, che sono a rischio di chiusura a causa dei tagli immotivati del contributo diretto all’editoria;
• richiedere l’avvio immediato di un Tavolo di confronto sull’indispensabile riforma dell’intero sistema dell’informazione (giornali, radio, tv, internet).
Circa 200 testate di giornali, gestite da cooperative e associazioni, tutte no profit, rischiano oggi, se non interverranno il Governo e il Parlamento con misure urgenti e adeguate, la definitiva chiusura.
 Una chiusura che sarebbe di straordinaria gravità per un Paese democratico.
• Senza questi giornali l’informazione italiana sarebbe in mano a pochi grandi gruppi editoriali e in molte Regioni e Comuni rimarrebbe un unico soggetto, monopolista di fatto, dell’informazione locale e regionale;
• Senza questi giornali, impegnati da sempre a narrare e confrontare con voce indipendente esperienze, testimonianze, inchieste connesse a specifiche aree di aggregazione sociale e culturale e ad affrontare con coraggio tematiche di particolare rilevanza a livello nazionale,l’informazione italiana perderebbe una parte indispensabile delle proprie esperienze plurali.
Le conseguenze sociali ed economiche di queste chiusure?
• Perdita di più di 200 voci libere dell’informazione, in tutta Italia;
• perdita di 3.000 posti di lavoro tra giornalisti e poligrafici, con una forte ricaduta negativa per l’indotto (tipografi, giornalai, distributori, trasportatori) e per  le economie locali nel loro complesso;
• 300 milioni in meno di copie di giornali distribuite ogni anno in Italia;
• 500 mila pagine di informazione in meno ogni anno;
• milioni di articoli, post, blog… in meno, ogni anno.
Inoltre, per lo Stato:
• aumento dei costi per gli ammortizzatori sociali per i lavoratori dipendenti;
• minori entrate fiscali. 
Si può dimostrare che, in caso di chiusura di tante testate, i costi per lo Stato sarebbero largamente superiori  al valore delle somme necessarie per adeguare il Fondo per il contributo diretto all’Editoria al fabbisogno effettivo, individuabile per il 2015 in circa 90 milioni di euro.
La Carta fondamentale dei Diritti dell’Unione Europea impegna ogni Paese a promuovere e garantire la libertà di espressione e di informazione:
Lo Stato Italiano risulta oggi, però, agli ultimi posti in Europa per l’investimento pro capite a sostegno del pluralismo dell’informazione. L’investimento attuale è, infatti, pari ad una percentuale irrisoria  del Bilancio dello Stato.
Aderendo a questo appello, rivolto al Parlamento e al Governo, ogni cittadino:
• può dare il proprio contributo alla continuazione di queste esperienze cooperative e non profit. Testate libere da condizionamenti proprietari, gestite, senza fine di lucro e secondo criteri di trasparenza ed efficienza, da gruppi di giornalisti indipendenti, senza alcun apporto di capitale esterno in grado di condizionarne l’attività editoriale;
• può partecipare, tramite il blog www.menogiornalimenoliberi.it, alle proposte in discussione relative ad alcune linee fondamentali da suggerire al Governo e al Parlamento per la Riforma  del settore.

 

Tutte le info sulla campagna http://www.menogiornalimenoliberi.it/

Per firmare la petizione https://www.change.org/p/meno-giornali-meno-liberi-petizione-per-il-governo-e-il-parlamento-italiani

Anpas aderisce a #MenoGiornaliMenoliberi Leggi tutto »

Ospedali con meno posti letto. Anpas: il Governo dimentica le ambulanze

Nuovi standard ospedalieri e meno posti letto. Anpas: il Governo dimentica le ambulanze e il volontariato

17 febbraio 2015 – Nei giorni scorsi è stato trasmesso alla Gazzetta Ufficiale il testo del regolamento sugli standard ospedalieri che ha fissato il nuovo standard dei posti letto per abitante e riclassificati gli ospedali. Come già scritto nella relazione tecnica ai nuovi Lea, sono stati ridotti i posti letto (circa 3000) a un livello non superiore dei 3,7 posti letto per mille abitanti (0,7 per mille per la lungodegenza e riabilitazione).
Anche alla luce della presentazione del documento di revisione dei Livelli Essenziali di Assistenza di due settimane fa, e di questa ulteriore razionalizzazione dei punti di primo intervento e della diversificazione delle sedi ospedaliere, è preoccupante che il Governo abbia dimenticato l’importanza del trasporto e più in generale della mobilità sociosanitaria che possa rendere possibile la razionalizzazione dei posti letto senza ulteriori disagi ai cittadini.
 

Diminuiscono i posti letto, gli ospedali cambiano funzioni e le distanze si allungano, ma noi che portiamo le persone in ospedale come possiamo tutelarne la salute? Questo non è stato detto”, dichiara Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas. “Non solo chiediamo un incontro con il Ministro e il Governo, ma facciamo appello alle istituzioni più vicine alla cittadinanza e alle unità sanitarie locali affinché venga riconosciuta l’importanza del volontariato che si occupa di trasporto sanitario come snodo imprescindibile della rete del soccorso” continua Pregliasco. “Non è possibile continuare a darci per scontati perché è il vero valore aggiunto per la comunità che da più di cento anni garantisce qualità a costi convenienti per le casse della comunità stessa e che deve essere sostenuto e incentivato.

Come già sottolineato anche dall’ultimo rapporto della FIASO nella recente Analisi comparata dei costi del soccorso sanitario evidenzia l’abbattimento dei costi e la differenza dell’impatto economico a seconda della presenza o meno dell’associazionismo dedicato al soccorso e che ogni risorsa dedicata al volontariato è una forma di investimento all’interno della stessa comunità di riferimento. Rinnoviamo inoltre l’urgenza della necessità della modifica del Codice della Strada e l’urgenza di estendere l’esenzione del pedaggio ai veicoli di soccorso delle associazioni di volontariato, come per i mezzi della Croce Rossa Italiana”.

Vejentana 2014 - l'esercitazione di Anpas Lazio

 

Relazione: l’affidamento dei servizi di trasporto sanitario, di Alessandra Albanese, professore associato di Diritto Amministrativo Università degli Studi di Firenze (sfoglia)


Tavola rotonda: emergenza 118 e normativa europea


Convegno: l’affidamento dei servizi sociosanitari al volontariato (21 giugno)

 

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Workshop Fiaso Emergenza 118, Anpas: il volontariato è una opportunità

Emergenza 118, Pregliasco Anpas: il volontariato è una opportunità

12 febbraio – Si è svolto oggi a Roma, presso il ministero della Salute, il Workshop Servizi di Emergenza territoriale 118 organizzato da FIASO (Federazione Italiana delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere). Una occasione di confronto sulle peculiarità territoriali dei servizi di emergenza e urgenza, dove sono stati coinvolti gli operatori interessati, il mondo del volontariato, le autorità regionali, il ministero della Salute, con l’obiettivo di dare anche avvio alla seconda fase del Laboratorio, che estenderà la ricerca alle Centrali Operative e ai servizi di elisoccorso.
foto Pasquale Pastore 
 
Tra i relatori della tavola rotonda Prospettive di sviluppo dei servizi di emergenza territoriale, anche Fabrizio Pregliasco, Presidente Anpas Nazionale: «Un interessante convegno quello organizzato dai FIASO in cui è stato importante ribadire, da parte nostra, il ruolo del volontariato come una opportunità per l’intero sistema», ha dichiarato Pregliasco. «Il volontariato è la comunità che si organizza, è una leva imprescindibile del capitale sociale  e perpetrato in tutta Italia diventa una rete operativa, capillare, altamente qualificata che garantisce trasparenza e qualità a fianco ai professionisti del soccorso: il tutto è già presente nel principio quello della sussidiarietà sancito dall’articolo 118 della Costituzione. In Italia  le realtà che fanno parte del sistema di emergenza e urgenza hanno una storia sui territori: è in questo senso che le istituzioni devono sfruttare l’opportunità del volontariato anche per ottimizzare tutte le varie parti che concorrono affinché il sistema sia sempre più efficiente e efficace sotto tutti i punti di vista»
 
Alla tavola rotonda hanno preso parte Danilo Bono (Coordinatore Gruppo Tecnico interregionale Emergenza Urgenza, Conferenza delle Regioni e Province autonome), Francesco Enrichens (Esperto AgeNaS Reti Sanitarie e Direttore DEA Città della Salute e della Scienze di Torino), Walter Locatelli (Vice Presidente FIASO), Angela Panuccio (Direzione Generale della Programmazione Sanitaria, Ufficio V, Ministero della Salute), Flavio Ronzi (CRI) e Massimo Garavaglia (Assessore Economia, Crescita e Semplificazione, Regione Lombardia). Hanno partecipato al convegno anche volontari Anpas provenienti da varie realtà territoriali.

 

Foto Pasquale Pastore

 

 

 

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