Internazionale

Emergenza Mali – donazione effettuata

Emergenza Mali: donazioni

Ti ringraziamo per aver contribuito al progetto Anpas per l’emergenza in Mali.

 

Una pubblica assistenza per gli orfanotrofi in Mali

 Sei un volontario Anpas e vuoi darci una mano? Coinvolgi la tua associazione e:

– organizza una cena straordinaria di solidarietà

scarica e attacca la cartolina della campagna in sede (bene in vista eh…)

– condividi questa pagina sui social network!Emergenza_Mali_cartolinaAnpas

PER ULTERIORI INFORMAZIONI
Ufficio Cooperazione Internazionale – email: internazionale@anpas.org, tel 055 303821

BENEFICI FISCALI PER LE DONAZIONI

Se sei una persona fisica potrai:

  • detrarre dall’imposta lorda il 19% dell’importo donato, fino ad un massimo di 2.065,83 euro(art.15, comma 1 lettera i-bis del D.P.R. 917/86)
  • dedurre dal tuo reddito le donazioni, per un importo non superiore al 10% del redditocomplessivo dichiarato e, comunque, nella misura massima di 70.000,00 euro annui(Decreto Legge 35/05 convertito in Legge n. 80 del 14/05/2005).

Se sei un’impresa potrai:

  • dedurre dal reddito le donazioni per un importo non superiore a 2065,83 euro o al 2% delreddito d’impresa dichiarato (art.100, comma 2 lettera h del D.P.R. 917/86)
  • dedurre dal reddito le donazioni, per un importo non superiore al 10% del redditocomplessivo dichiarato e comunque nella misura massima di 70.000,00 euro annui (art. 14,comma 1 del D. L. 35/05 convertito in legge n. 80 del 14/05/2005).

I benefici fiscali non sono cumulabili tra loro.
Per usufruire di questi benefici fiscali è necessario conservare: 

  • la ricevuta di versamento, sia postale che bancaria, nel caso di donazione con bollettino;
  • l’estratto conto nel caso di donazione tramite bonifico bancario o carta di credito;
  • una fotocopia dell’assegno in caso di versamento con lo stesso.

Per avere la ricevuta del versamento e usufruire dei benefici fiscali, invia ad Anpas una copia del bonifico e i tuoi dati (nome e cognome, indirizzo postale).

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Carta dei Servizi

Carta dei Servizi

La Carta dei Servizi è un documento (scaricabile) nel quale sono descritti: finalità, modi, criteri e strutture attraverso cui il servizio viene attuato; diritti e doveri, modalità e tempi di partecipazione al percorso adottivo.

La carta dei Servizi Adozioni internazionali Anpas

La Carta è lo strumento fondamentale con il quale si attua il principio di trasparenza, attraverso l’esplicita dichiarazione dei diritti e dei doveri sia del personale, sia degli utenti. 

Clicca qui per avere la carta dei servizi in formato pdf

 

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Situazione incarichi

Situazione incarichi

 

Paese Incarico /
Presentati
Sospesi Abbinati Conclusi nel 2023 Conclusi nel 2022 Conclusi dal 2002
Si accettano incarichi Tempo medio di attesanegli ultimi 3 anni (in mesi)*
Armenia 2 0 0 0 0 19 NO
Bulgaria 2 0 0 0 1 54 NO 93
Costa Rica 3 0 0 0 2 50 SI 40
Filippine 3 0 3 0 4 4 SI 43
Gambia 0 0 0 0 0 8 NO
Kenia 1 0 0 0 0 9 NO
Mali 0 0 0 0 0 21 NO
Nepal 0 0 0 0 0 28 NO
Perù 2 0 0 1 2 3 SI 36
Senegal 0 0 0 0 0 3 NO
Sri Lanka 0 0 0 0 0 11 NO
Taiwan 10 0 2 2 8 51 NO 27

*Il tempo medio di realizzazione dell’adozione nel paese di riferimento è calcolato dalla data dell’incarico della coppia alla data di entrata in Italia del minore

Situazione aggiornata al 7 luglio 2023

 

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“Italia/Europa a/r” – il diario di Anpas

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Una boccata d’ossigeno

Di Annalisa Bergantini. Berlino, 21 ottobre 2011.  Il volontariato è promotore di una cittadinanza attiva? In che modo le persone diventano cittadini attivi attraverso il volontariato?

Per capirlo saliamo su un bus, come fossimo in una di quelle gite scolastiche, solo che i compagni di viaggio vengono da Manchester, dalla Romania, dalla Svizzera, dall’Italia. Usciamo dal centro città per andare a visitare uno dei progetti locali sul tema dell’inclusione sociale, in un quartiere della Berlino lontano dai neon. Ci guida Ilde, l’unica risorsa stipendiata dell’associazione che ci ospita a casa loro: Bürgerstiftung Neukölln. Per strada troviamo un ingorgo, cosi Ilde, per non perdere tempo, suggerisce di cambiare percorso e fare poi un pezzo a piedi. Il bus ci lascia all’ingresso di un piccolo parco, così scendiamo tutti curiosi di conoscere una realtà diversa. Ilde si scusa dell’inconveniente, ma il gruppo è contento di fare quattro passi all’aria pungente, nonostante alcuni abbiano con sé zaini pesanti.

Attraversiamo il vialetto alberato e quando sbuchiamo dall’altra parte siamo nel quartiere di Neukölln: 300.000 abitanti, per il 90% immigrati appartenenti a 162 etnie diverse. Un quartiere con un alto tasso di violenza e disoccupazione, che vede le comunità ripiegate su se stesse, costrette a chiudersi sempre di più. Chi ne fa maggiormente le spese sono i ragazzini: ogni 4 ragazzi tre lasciano la scuola, alle elementari la stragrande maggioranza dei bambini non parla il tedesco come madrelingua. Non sanno che fare della loro vita, non hanno aspettative, né la possibilità di coltivare un talento.

E’ qui che entrano in gioco i volontari che Ilde si affanna a reclutare in giro per le facoltà di Berlino. Il concetto è semplice: ogni volontario affianca un ragazzino (fra gli 8 e i 12 anni) e insieme fanno delle attività, si conoscono, passano del tempo insieme costruendo un rapporto basato sulla fiducia reciproca. L’intero percorso dura un anno. Spesso sono i genitori a rivolgersi all’associazione, altre volte sono i ragazzi stessi a farlo. Succede troppo spesso, dice Ilde, che la visione che i genitori hanno dei loro figli è completamente diversa da quella che i ragazzi hanno di loro stessi. Ciò che i volontari fanno dunque è instaurare una relazione, un dialogo che porti i ragazzi ad essere stimolati, attivi. A volte a scoprire un loro talento, o semplicemente una predisposizione o una passione che non credevano di avere. E così c’è chi ha imparato a suonare il violino, chi il pianoforte, chi ad andare a cavallo.

Qui non si tratta di fornire dei servizi sociali: lo stato, le autorità locali, e chi lo fa di mestiere sono deputati a farlo. Né interessa che dalle attività fra volontari e ragazzi si materializzi qualcosa: magari oggetti di artigianato che sarebbero utili da rivendere per fare fund-raising.

Quello che conta nella filosofia del progetto “Talenti di Neukölln” è la relazione: la dinamica del confronto, del fare insieme fra volontario e “beneficiario”, scalfisce l’apatia e porta a galla qualcosa che nei ragazzi era latente, inespresso.

La passione con cui Ilde ci racconta il suo lavoro ci ha contagiato tutti, ma anche l’associazione qui a Neukölln ha qualche problema: “avremmo bisogno di più risorse”, dice Ilde, “di un supporto infrastrutturale. I soldi a livello nazionale non mancano, ma non arrivano a livello locale”.

All’ultimo giro di tavolo, qualcuno del gruppo dice che queste occasioni di incontro fra realtà diverse a livello europeo ci fanno sentire meno soli, meno isolati nei nostri problemi. Io credo che siano boccate di ossigeno, possibilità di vedere cosa accade magari un po’ più in là dei nostri “We, in Italy”.


RINNOVAMENTO E PARTECIPAZIONE

Di Annalisa Bergantini, Berlino 20 ottobre 2011. Ieri si è riunita l’Assemblea Generale del CEV, Centro Europeo per il Volontariato. L’Assemblea si riunisce circa due volte l’anno, ospitata ogni volta da un paese diverso, e prevede la partecipazione di tutti i membri del Centro, anche quelli associati come Anpas, che possono prendere parte ai lavori senza però diritto di voto.

L’ordine del giorno della riunione di ieri si riassume in una parola: rinnovamento.

Rinnovamento dello Statuto, un percorso che la direzione del Centro sta condividendo con tutti i membri, aggiornandoli passo dopo passo.

Rinnovamento del Comitato Direttivo, composto finora da tre neotrentenni sui sette finora eletti.

E infine rinnovamento dello staff del Segretariato: “A volte non vorrei essere nei loro panni”, ha scherzato la Presidente Eva Hambach, dopo che i ragazzi dello staff (recentemente assunti e tutti giovanissimi!) hanno presentato la loro piccola rivoluzione: the new framework of CEV. Essere sempre di più un’organizzazione a servizio dei propri membri, anche attraverso l’uso massiccio dei nuovi media e la formazione. Per fare questo però c’è bisogno della partecipazione di tutti i membri: “fateci sapere di cosa avete bisogno!”, ha detto ai partecipanti. E noi non ci faremo pregare…

 

Oggi parteciperemo al Symposium: due giorni di conferenze e workshop sul tema del volontariato e cittadinanza attiva. Nel pomeriggio ascolteremo le esperienze di associazioni da vari paesi e visiteremo dei progetti locali, sui temi dell’inclusione sociale, della partecipazione nel decision making, e della protezione civile, dove il nostro Consigliere Nazionale Fabio Fraiese presenterà l’esperienza della sua pubblica assistenza, Papa Charlie.


Andiamo a Berlino!

 

Volontariato e cittadinanza attiva: due facce della stessa medaglia?

Sarà Berlino (19-21 ottobre) la prossima tappa dell’Anno Europeo del volontariato. Ci saranno i rappresentanti del volontariato provenienti da tutta Europa discuteranno del legame e dell’interdipendenza fra volontariato e cittadinanza attiva. Sarà anche l’occasione per uno scambio di esperienze, proprio nei giorni in cui il tour dell’Anno Europeo del Volontariato farà tappa a Berlino.

Anpas prenderà parte alla tre giorni di Berlino con Fabrizio Pregliasco (Vicepresidente Anpas Nazionale). Oltre alla tappa del tour, dove incontrerà di nuovo gli amici di SAMI (Samaritan International), parteciperà all’Assemblea Generale del CEV (Centro Europeo per il Volontariato), la rete europea cui Anpas ha aderito con l’obiettivo di portare la voce delle Ppubbliche Assistenze in Europa,

Link

Guarda il programma dell’evento CEV

Il Symposium CEV di maggio 2011:

Il tour dell’AEV a Berlino


Insieme

Bruxelles, 12 ottobre 2011. Di Aurelio Dugoni

I processi e i progetti, più innovativi e di maggior successo, sono quelli che si costruiscono INSIEME, in rete, con la cooperazione tra soggetti diversi. Non esistono ricette o maghi (e tantomeno “Ghe pensi mi”). Per raggiungere un obiettivo a livello locale come regionale o europeo, serve la collaborazione. Ma serve anche qualche cosa in più. La partecipazione attiva dei cittadini. Oggi nel workshop sulle reti urbane per l’integrazione e la coesione sociale, si è parlato molto di cittadinanza attiva, coinvolta in tutti i processi di rinnovamento urbano. Non c’è soluzione sostenibile senza il coinvolgimento della cittadinanza. I comuni virtuosi in europa sono quelli che hanno sviluppato forme di consultazione e di coinvolgimento con la cittadinanza. Ci sono quelli organizzati , gli stakeholders, o portatori di interessi che spingono per questa o quella causa, ma c’è anche il cittadino singolo che vuole vedere riconosciuto un suo diritto. La cooperazione ( tema di ieri!), il mettersi in rete, ma soprattutto, il coinvolgimento attivo dei cittadini come scelta di governo. Esistono buone pratiche su questo nel Programa Urbact e Interreg , come Open Cities http://urbact.eu/en/projects/human-capital-entrepreneurship/open-cities/homepage/. A Dicembre è prevista la nuova Call ( Bando) per Urbact a cui possono partecipare solamente le autonomie locali, ma i Gruppi di Supporto che vanno a realizzare il progetto possono e devono essere partecipati dalla società civile. Ecco un altro terreno di lavoro. E non è il solo. Il 2012 sarà l’Anno europeo dedicato all’invecchimento attivo (Active Ageing). Oggi si è discusso che una parte consistente delle iniziative.  sarò dedicata al volontariato e alla mobilità. Esistono Buone Pratiche su questo con il Programma Life Long Learning – Grundvitg http://www.programmallp.it/home.php?id_cnt=68

E qui abbiamo un enorme campo di intervento, se sapremo coniugare le nostre attività quotidiane con un percorso di mobilità transnazionale ed europeo.


La parola d’ordine è Cooperazione.

Bruxelles, 11 ottobre 2011. Di Aurelio Dugoni

La parola d’ordine è Cooperazione. In Olanda , con un tasso di disoccupazione giovanile al 4 – 5 % , se non ti metti in rete non ti aiutano. Oggi al workshop sulle strategie per i giovani e il lavoro Else Drost, del servizio nazionale olandese per l’occupazione ha spiegato la strategia dei paesi bassi per favorire l’occupazione giovanile. Ad esempio, lo Stato ti aiuta finanzariamente, solamente se c’è un accordo di cooperazione tra i Comuni e le scuole e ti finanzia lo Youth Desk, che poi sarebbe il luogo di incontro tra scuola, e mercato.

La rete comprende anche Parti sociali e organizzazioni industriali. Insomma, se non sei in rete, e costa fatica, non ricevi finanziamenti. Non sempre funziona, e non sempre coloro che si rivolgono allo Youth Desk trovano quello per cui hanno studiato, ma l’approccio è corretto. Coordinare a livello locale quelle che possono essere le opportunità in armonia con il sistema scolastico e universitario non è l’uovo di colombo, ma, come si diceva, costa fatica, e lungimiranza. Come quella che hanno avuto i componenti del Network My Generation nell’ambito del Programma Urbact, che hanno sviluppato un approccio completamente nuovo alla cosidetta questione giovanile. Innanzitutto smettiamola di parlare dei giovani come un “problema” ma piuttosto ragioniamo su come coinvolgerli in tutto ciò che li riguarda.

My Generation ha affrontato la questione trasformando i Giovani da Target Groups a Co Creators, ovvero: non più destinatari di un qualsiasi intervento, ma protagonisti nel definire l’intervento stesso. Anche questo approccio costa fatica, e lungimiranza. Ma se vogliamo investire in futuro dobbiamo farla questa fatica. E’ questione di scelte. Come ha fatto la Regione Toscana, presente al workshop con Sabina Stefani, che ha illustrato la SCELTA del piano operativo regionale; destinare con l’asse 5 risorse alla mobilità giovanile e alla costruzione di network con altre regioni europee. Dal 2009 ad oggi sono stati oltre 2.000 i ragazzi e gli insegnanti che hanno partecipato a programmi di mobilità transnazionale creando 23 network.

Anche questa scelta ha comportato fatica e pazienza. Oggi si rifletteva sulla regola delle 4 P (in inglese, ma rende anche on Italiano): Partnership, Personale qualificato, Pecunia (soldi) e Politica. Intesa come capacità di azione e di scelte coraggiose. Pensando a casa nostra non ne vedo molte di queste P. Ma non disperiamo e pensiamo al futuro. Con pazienza.

p.s. i link di oggi sono nella pagina e se volete vedere tutte , ma proprio tutte le presentazioni di tutti i work andate qui http://ec.europa.eu/regional_policy/conferences/od2011/presentation_frame.cfm?nmenu=333

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Bruxelles non ha UN cuore ma ne ha almeno tre

Bruxelles, 10 ottobre 2011. Di Aurelio Dugoni. Bruxelles non ha UN cuore ma ne ha almeno tre. Il primo è la sua piazza , la Grand Place, con i turisti e , oggi, la maggioranza sono quelli che partecipano agli Open Days. Li riconosci subito, giacca e cravatta e tailleur per le donne. Comprano cioccolata come se fosse l’ultimo cibo sulla terra. In aereo ne ho incontrati alcuni. Sono dipendenti pubblici ( la maggioranza) che fanno fatica ad orientarsi. Anche politicamente. L’altro cuore è il Quartiere europeo, con le sue giornate frenetiche, pieno di giovani e di personaggi molto indaffarati. Il terzo è quello che preferisco. Il quartiere di Saint Gery. Nel cuore della città. Locali con connessione wi fi gratis ovunque ( la banda larga qui è una realtà!), concerti, e sopratutto, giovani , tanti giovani.

Ecco.

Qui sta la differenza. Giovani. Non tutti ce la faranno, non tutti sono Steve Jobs o Bill Gates, ma qui come in altri paesi di Europa , sanno che possono giocarci le loro carte. l’Italia è un paese che non cresce anche perchè non investe nulla. A partire dai giovani. Dalle scuole. L’Europa ha lanciato l’iniziativa Youth on The Move, per sollecitare gli Stati Membri a supportare politiche per l’occupazione , per la formazione , per la mobilità.

http://ec.europa.eu/youthonthemove/

Vogliamo partire da qui?


  
                         Con questa pagina vogliamo rendicontare e raccontare al “Movimento” ciò che fa Anpas in Europa sfruttando due momenti: la partecipazione di Anpas agli Open Days a Bruxelles (da lunedì 10 ottobre) e la tavola rotonda “Dall’unità nazionale all’Europa dei Popoli” di sabato 15 ottobre. Vi invitiamo quindi a tenere d’occhio questa pagina ed il profilo Facebook https://www.facebook.com/AnpasEuropa che, in questa calda settimana, saranno continuamente aggiornati ed arricchiti di contenuti. Per la redazione dei diversi materiali ci avvarremo del contributo dei componenti del gruppo di lavoro Politiche europee, euromediterranee e del vicino oriente, costituito dai partecipanti al corso di formazione che si è svolto a gennaio su Questione europea, euromediterranea e del vicino oriente e al gruppo di lavoro specifico in occasione della 10° Conferenza nazionale di Organizzazione.


La mattina del 10 ottobre Aurelio Dugoni volerà per Anpas a Bruxelles e sarà per tre giorni il nostro inviato speciale alla 9a edizione degli Open Days Settimanaeuropea delle regioni e delle città, organizzata dal Comitato delle regioni (CdR) e dalla direzione generale Politica regionale della Commissione europea (DG REGIO).

Sono previsti più di 100 seminari e dibattiti, cui prenderanno parte membri del CdR, parlamentari europei e altri rappresentanti politici, esperti e operatori nel campo della politica regionale, nonché soggetti interessati del settore bancario e dell’imprenditoria, delle organizzazioni della società civile, del mondo accademico, delle istituzioni europee e dei media.

All’insegna del motto Investire nel futuro dell’Europa: regioni e città generatrici di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, gli Opendays saranno incentrati su tre tematiche prioritarie: – la strategia Europa 2020 (http://ec.europa.eu/europe2020/index_it.htm), – il miglioramento dell’attuazione della politica di coesione, – un approccio incentrato sul territorio.

Aurelio ci terrà aggiornati in tempo reale attraverso la pagina di facebook, dove ogni sera pubblicherà delle note per raccontare la sua giornata. https://www.facebook.com/AnpasEuropa

Guarda il video degli Opendays http://www.youtube.com/watch?v=obWWeDg9ukk


Il viaggio verso l’Europa proseguirà durante il week end a Genova (14-15 ottobre): in occasione della Tavola rotonda “Dall’Unità nazionale all’Europa dei Popoli”, si riunirà infatti il gruppo di lavoro Politiche europee, euromediterranee e del vicino oriente, .

L’obiettivo dell’incontro di Genova è quello di continuare la riflessione precedentemente avviata sul tema del volontariato nella dimensione Europea e le relazioni euromediterranee e contribuire alla costruzione del documento congressuale.

I partecipanti, con il prezioso contributo di Giovanni Serra e Aurelio Dugoni, lavoreranno in due gruppi distinti concentrandosi su tematiche specifiche: l’azione di lobby verso le Istituzioni europee (l’attività di progettazione ed il ruolo di Anpas nelle reti europee) e la politica di Anpas nel Mediterraneo verso il Meeting del 2012.

Il viaggio verso l’Europa su Facebook


Link consigliati

Social Innovation Europe

Il programma URBACT


Europa e Volontariato: Materiali di approfondimento

Passaporto europeo per i volontari

Rapporto Eurostat

Comunicazione della Commissione Europea sul volontariato 

Rapporto biennale sul volontariato

Marco Revelli: una video intervista per conoscerlo meglio

Marco Revelli: tutti gli articoli su Cado in Piedi

Marco Revelli: contro canto

Mezzogiorno: rapporto Svimez 2011

Italia nel mondo: fuoriclasse

Volontari in Europa: il rapporto sulla mobilità dei giovani volontari in Europa

Luca Jahier: l’intervista su Anpas Informa

Luca Jahier: gli articoli su Benecomune

Una vignetta per l’Europa

Sami: le raccomandadazioni all’Unione Europea e agli stati membri

 

Per una comunità Euromediterranea

 


 

Il convegno di Genova

  
     

 

 

 

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Adozioni: Croce Verde Civitella Roveto segreteria operativa operativa per le adozioni

Croce Verde Civitella Roveto diventa anche segreteria operativa Adozione Intenazionale

La delibera n ° 25/2011 del 1/02/2011 della Commissione adozioni internazionali riconosce la sede della CROCE VERDE P.A. & PROTEZIONE CIVILE di Civitella Roveto come segreteria operativa per l’adozione internazionale.
Con il riconoscimento di tale sede si estende l’operatività dell’Anpas sul territorio italiano potendo operare, per le adozioni internazionali, nelle regioni Abruzzo – Molise e Campania.

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Adozioni Internazionali

Cosa intendiamo per Adozioni Internazionali

 

L’A.N.P.AS. inizia a svolgere attività di cooperazione all’estero sin dal 1992, la sua attenzione è rivolta sia a quelle popolazioni gravemente danneggiate dalle guerre (conflitto dell’ex jugoslavia) e sia ai bambini che hanno subito il disastro nucleare di Chernobyl.

Da allora la cooperazione internazionale diventa un settore strutturato dell’associazione.

Il passo successivo,quasi consequenziale, è stato quello di iniziare nel 1998 ad occuparsi di adozione internazionale, proprio come ultimo intervento per tutelare tutta quell’infanzia che in vari paesi del mondo si trova in stato di disagio, sola e senza famiglia.

Il 30 settembre 1999 riceve l’autorizzazione a svolgere le pratiche di adozioni internazionali, rilasciata dal Ministero degli Esteri competente per tale autorizzazione con la vecchia normativa, per le coppie residenti su tutto il territorio nazionale e all’estero in Bulgaria.

Nel settembre 2000 ha ottenuto dalla Commissione Adozioni Internazionali, come previsto dalla legge n° 476/98 di ratifica della Convenzione dell’Aja sulla tutela dell’infanzia e disciplina dell’adozione internazionale, l’autorizzazione allo svolgimento delle pratiche di adozione relative ai minori provenienti dalla Repubblica di Bulgaria.
Autorizzata inizialmente ad assistere nell’iter adottivo solo le famiglie residenti nella Regione Toscana, l’A.N.P.AS. ha acquisito l’autorizzazione ad operare sull’intero territorio nazionale in base alla delibera n.77/02, emessa dalla Commissione Adozioni Internazionali in data 17 luglio 2002. Oltre alla sede nazionale a Firenze e alla sede principale per l’area Nord in Piemonte, l’A.N.P.AS. svolge il servizio adozioni internazionali in Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio e Marche dove si avvale della competente collaborazione dei Comitati Regionali A.N.P.AS.

Per le regioni i cui Comitati Regionali non collaborano con il servizio di adozioni internazionali le coppie sono assistite nella procedura adottiva dagli uffici dell’A.N.P.AS. nazionale.

Dal luglio 2004 l’A.N.P.AS. figura fra gli enti promotori alla costituzione del coordinamento degli enti autorizzati che ha preso avvio dal mese di febbraio 2005.

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Internazionale Introduzione

l’attività internazionale di Anpas

Anpas è  un Ente Autorizzato per le adozioni internazionali e realizza progetti di cooperazione allo sviluppo, aiutando le popolazioni più disagiate del mondo. Da alcuni anni, Anpas ha anche avviato un percorso di avvicinamento alla dimensione europea ed euro-mediterranea del volontariato, soprattutto attraverso l’adesione a reti internazionali, per sviluppare politiche a livello comunitario e vivere momenti di partecipazione e confronto sul volontariato europeo.

Cooperazione

L’attività internazionale rappresenta la naturale estensione oltre i confini nazionali dei nostri valori fondanti e degli obiettivi che da sempre perseguiamo: la solidarietà verso chi ha bisogno del nostro aiuto, la costruzione di una società più giusta, la difesa dei diritti umani, la diffusione del volontariato organizzato, la promozione della non-violenza e di una cultura di pace.

Ci impegniamo per realizzare «il diritto a crescere in una famiglia» (Convenzione dell’Aja) per i bambini che nel loro paese non possono vederlo realizzato. Sosteniamo i valori della solidarietà e il rifiuto delle discriminazioni, crediamo nel forte legame tra le adozioni e lo sviluppo, nella valorizzazione delle risorse e delle potenzialità dei paesi di provenienza.

A livello europeo, Anpas ha aderito alle reti Samaritan International e Cev-Centro Europeo del Volontariato. L’obiettivo è partecipare ad azioni di lobby sulle Istituzioni e i decisori europei, per chiedere un loro maggiore impegno nelle politiche a sostegno del volon¬tariato, contribuire allo sviluppo del processo legislativo, progettare insieme ad organizzazioni di altri paesi, favorire lo scambio di volontari per rafforzare la cittadinanza europea e permettere la circolazione di idee ed esperienze.

 

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Cooprazione Internazionale

Anpas e la cooperazione internazionale

“Lo sviluppo è come un albero di baobab, una persona sola non riesce ad abbracciarlo”

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Anpas realizza da ormai molti anni progetti di cooperazione allo sviluppo a sostegno dell’infanzia e delle famiglie più disagiate in diversi paesi del mondo.

 

Gli ambiti di intervento di Anpas, che sono volti a migliorare le condizioni sanitarie e sociali delle comunità nei vari paesi, sono molteplici:

sostegno a distanza alla scolarizzazione e all’assistenza sanitaria di base;

• attività di prevenzione e sostegno allo sviluppo per le famiglie in stato di disagio;

• attività di formazione e rafforzamento del sistema sanitario;

• apertura di case famiglia e attività di formazione del personale impiegato negli orfanotrofi;

• attività di alfabetizzazione per adulti;

• sensibilizzazione e divulgazione di materiale informativo sui diritti dei bambini e delle donne;

• creazione di centri diurni per bambini e famiglie in difficoltà;

• interventi di sostegno al reddito.

Per molti di questi interventi, Anpas si avvale del contributo della Commissione Adozioni Internazionali e anche del fondamentale impegno di singoli sostenitori e volontari delle pubbliche assistenze, che in questi anni hanno generosamente dimostrato forte fiducia e apprezzamento per il lavoro svolto.

 

Come facciamo cooperazione

Da sempre scegliamo di lavorare con partner locali, rafforzando le loro capacità di intervento, aiutandoli a crescere e diffondendo il modello del volontariato e della cooperazione decentrata.

Lavoriamo per valorizzare i partner locali, scegliendo di rafforzare le loro competenze invece di ricorrere a personale italiano espatriato.

Pensiamo i nostri progetti perché servano a far crescere le comunità locali, perché trovino i loro modi per aiutare se stesse a essere più forti e autosufficienti. Ci impegniamo prima di tutto per le fasce di popolazione più deboli: bambini, donne, anziani e disabili.

Consideriamo fondamentale coinvolgere i beneficiari in tutte le fasi del progetto, fin dalla sua ideazione: perché il progetto sia loro, prima ancora che il nostro.

 

Come abbiamo iniziato

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La cooperazione internazionale rientra tra gli scopi previsti dallo Statuto dell’Anpas tra i quali figura “l’assistenza, la promozione ed il sostegno dei diritti dell’infanzia e delle adozioni internazionali e la cooperazione internazionale”. (Art. 3)

La nostra associazione ha iniziato a svolgere attività di cooperazione all’estero sin dal 1992, la sua attenzione è rivolta sia a quelle popolazioni gravemente danneggiate dalle guerre (conflitto dell’ex Jugoslavia), sia ai bambini che hanno subito il disastro nucleare di Chernobyl.

Da allora la cooperazione internazionale è diventato un settore strutturato dell’associazione.

 

L’attività internazionale delle pubbliche assistenze

Nel 2010 Anpas ha realizzato una rilevazione nazionale sulle attività di solidarietà internazionale svolte dalle pubbliche assistenze, con l’obiettivo di costituire una banca dati fondamentale per il coordinamento del settore e la messa in rete delle esperienze. È emerso che il quasi il 6% delle associate Anpas è impegnato in attività di solidarietà internazionale.

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Indirizzi utili

Indirizzi utili

 

Sono presenti in ognuna delle ventisei Corti d’appello e delle tre sezioni distaccate di Corte d’appello, e perciò sono ventinove. Hanno sede in tutti i capoluoghi di regione (eccetto Aosta) e in alcune altre città per le quali l’ufficio giudiziario minorile è apparso funzionale all’utenza (Brescia, Bolzano, Lecce, Catanzaro, Salerno, Messina, Catania, Caltanissetta, Sassari).

CAI
: Commissione Adozioni internazionali – Autorità centrale italiana per l’adozione internazionale.
La Commissione per le adozioni internazionali garantisce che le adozioni di bambini stranieri avvengano nel rispetto dei principi stabiliti dalla Convenzione de L’Aja del 29 maggio 1993 sulla tutela dei minori e la cooperazione in materia di adozione internazionale.
 
Riferimenti Anpas regionali per le adozioni internazionali

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