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Chiaravalle 28 maggio “Affidamento dei servizi sociosanitari al volontariato”

Si è svolto a Chiaravalle, presso la Sala Convegni della Croce Gialla di Chiaravalle (AN), in occasione dell’Assemblea nazionale pubbliche Assistenze Anpas 2016, il seminario “Affidamento dei servizi sociosanitari al volontariato”. Un approfondimento sull’impatto della partecipazione dei cittadini sui bisogni delle comunità.

In apertura, il presidente di Anpas Marche Massimo Mezzabotta ha dato il benvenuto da parte delle 48 pubbliche assistenze e degli oltre seimila volontari agli intervenuti al convegno.

“Stiamo facendo un percorso, quello del codice etico, che stiamo mettendo a punto con le associate pe condividere le caratteristiche del nostro mondo: il concetto che è alla base di alcuni aspetti della Riforma del Terzo Settore: distinguere il grano dal loglio. Un percorso complesso di caratterizzazione, di conoscenza, sull’impatto sociale che creiamo e come oggettivarlo” ha dichiarato in apertura Fabrizio Preglisco, presidente Anpas.

Antonio Fici, Università degli Studi del Molise ha sottolineato come la Riforma inviti ad una prima riflessione: “Tutta l’area dell’economia non capitalistica è oggetto di vari interventi che vanno aldilà della riforma. In questo clima la mia ossessione è sull’esigenza di definire l’identità precisa: una condizione indispensabile per lo sviluppo per le organizzazioni di volontariato. C’è una relzione tra l’identità e gli affidamenti dei servizi. Le organizzazioni di volontariato (ODV) sono destinatarie di norme specifiche in materia di rapporti con gli enti pubblici. Tra queste, particolare rilievo hanno le norme sull’affidamento di servizi, che contribuiscono a configurare un sistema in cui le ODV costituiscono il partner “fiduciario” della pubblica amministrazione (PA) nella gestione e fornitura di servizi alla persona, inclusi i servizi sanitari. Al riguardo, il termine “affidamento” di servizi non è casuale, bensì sintomatico di una relazione speciale che si caratterizza per il comune obiettivo di ente affidante (la PA) ed ente affidatario (le ODV). Il sistema degli affidamenti diretti e prioritari alle ODV nell’ambito dei servizi sanitari, che trova numerose giustificazioni teoriche di natura diversa, ha, sul versante giuridico, ricevuto definitiva legittimazione dalla Corte di giustizia dell’Unione europea in due recenti sentenze del 2014 e del 2016. Ampiamente esaminate da studiosi ed operatori, di queste sentenze non è stato però ancora sufficientemente approfondito il lato dei presupposti e delle conseguenze in termini di identità organizzativa delle ODV. In questa relazione, pertanto, sottolineerò questo aspetto e mi soffermerò sui profili identitari che ODV “postmoderne”, consapevoli del loro ruolo di centri di produzione (senza scopo di lucro) di servizi nell’interesse della collettività, potrebbero assumere ai fini del loro ulteriore sviluppo. L’identità delle organizzazioni di volontariato si articola in una dimensione singola e collettiva, di sistema, perché una ODV isolata, avulsa da una rete di ODV cui appartenga, difficilmente può essere efficace ed efficiente. Nello svolgere la relazione terrò altresì conto del recente Codice degli Appalti e del testo, appena approvato dalla Camera, di riforma del Terzo Settore.

Chiaravalle, Assemblea Nazionale Anpas

Andrea Volterrani, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, ha ricordato il suo lavoro sulla valutazione dell’impatto sociale iniziato dieci anni fa: “dieci anni fa abbiamo iniziato un primo lavoro in cui ci chiedevamo se esisteva un valore sociale aggiuntivo sulla attività delle organizzazioni di volontariato e se si poteva misurare con alcuni indicatori specifici. Una riflessione forse prematura. La legge ha accelerato una riflessione su questo aspetto partendo da una prospettiva della trasparenza e della legalità
Etica, trasparenza e comunicazione tra gli indicatori principali per la valutazione d’impatto sociale. Importante individuare possibilità di sviluppo e crescita. In particolare il valore sociale si intende un insieme di caratteristiche che distinguono i soggetti del terzo settore da altri soggetti attivi nelle comunità territoriali (ad esempio le imprese, la pubblica amministrazione) e che potenzialmente rendono il terzo settore promotore della coesione sociale. La valutazione di impatto sociale è finalizzata alla verifica degli effetti positivi o meno, previsti o non previsti di un programma o progetto nel lungo periodo, rispetto non solo ai beneficiari diretti ma anche al contesto territoriale di riferimento. Per poter effettuare una buona valutazione è necessario sia recuperare tutte le basi informative possibili sia, e soprattutto, coinvolgere i decisori, gli operatori e, dove possibile, i beneficiari nel processo valutativo. Di fatto, questo, significa impostare una valutazione di tipo partecipato. Rispetto ad una prospettiva di valutazione singola e autonoma, la valutazione partecipata ha in più la costruzione di un nuovo panorama che comprende non solo l’evaluando, ma anche l’universo di relazioni che ad esso sono collegate, le azioni che tutti gli stakeholders compiono nel momento della valutazione, i rapporti che si instaurano fra beneficiari diretti ed indiretti e la interpretazione comune dei dati che emergono dalle analisi. Il modello propone l’individuazione di un insieme di dimensioni ricorrenti corredate da indicatori qualitativi e quantitativi che servano da una parte a distinguere l’apporto del terzo settore al sistema di welfare e dall’altro siano riconducibili a dei parametri di misurazione quanto più accurati possibili.

Sara Rago, Area Ricerca AICCON (associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione de del Non Profit, Università degli Studi di Bologna (sede di Forlì) ha sottolinato com la necessità di soffermarsi sul tema dell’impatto sociale generato dalle imprese sociali nasca dalla fase di passaggio che il Terzo settore italiano sta attraversando e che si lega inevitabilmente alla transizione da un modello di welfare state ad uno di welfare society (o “civile”), due sistemi di welfare che si basano su altrettanti principi. “Da un lato, quello di redistribuzione, in cui lo Stato preleva dai cittadini risorse tramite la tassazione e le redistribuisce attraverso il sistema di welfare; dall’altro, il principio di sussidiarietà circolare in cui i cittadini sono coinvolti nel processo di pianificazione e di produzione dei servizi (co-produzione), che supera la dicotomia pubblico-privato (ovvero Stato-mercato) aggiungendovi una terza dimensione, quella del civile. Il passaggio da una logica di produzione ed erogazione di servizi ad una di produzione condivisa con i beneficiari di quegli stessi servizi (co-produzione) postula un cambiamento di prospettiva da parte delle imprese sociali, che fanno delle relazioni il motore del loro agire. Confrontarsi con la misurazione dell’impatto generato permette alle imprese sociali (in tutte le loro declinazioni) di dare evidenza della loro produzione in termini di quel valore aggiunto sociale che contribuisce ad alimentare il capitale reputazionale dell’impresa stessa. Come sostiene Peter F. Drucker (1993), infatti, “le imprese di successo sono quelle che si concentrano sulle responsabilità piuttosto che sul potere, sulla tenuta di lungo periodo e sulla reputazione delle società piuttosto che accumulare risultati di breve termine l’uno sopra l’altro”. Non solo. Un ulteriore motivo per attivare processi di misurazione dell’impatto generato risiede nella correlazione esistente tra valore sociale prodotto nei confronti dei propri dipendenti e l’aumento della produttività di questi ultimi (Oswald et al., 2013). Inoltre, ciò permette di accrescere il potere negoziazione e la capacità di dialogare con e influenzare le istituzioni locali. Ma soprattutto l’attività di misurazione permette alle imprese sociali di valutare ossia “dare valore” alle relazioni che orbitano intorno a loro, dando evidenza così della trasformazione apportata nei confronti della comunità e dei territori in cui esse operano. Valorizzate i valori e le peculiarità delle declinazioni territoriali peché in termini di impatto è estremamente importante”.

Chiaravalle, Assemblea Nazionale Anpas

Fabio Sturani (Regione Marche): “Siamo la regione più longeva d’Italia e in un momento di varie modificazioni normative. La vostra esperienza nel cogliere i mutamenti rappresenta un’opportunità in più ch si aggiung al sistema tra istituzioni e cittadini. Di fronte ad una crisi così pesante, ad un bisogno di servizi sociali che aumentano, in questi anni anche grazie al volontariato si è data una risposta significativa alla coesione sociale. Come diceva Sara Rago dbbiamo rivedere anche il sistma di welfare del nostro paese. In questo cambiamento non si può prescindere dal volontariato, come capacità di valore sociale, come ribadiva il professore Andrea Volterrani. Apprezzo lo sforzo di essere protagonisti per affermare i principi e le coordinate del vostro modo di agire sul territorio”.

Chiaravalle, Assemblea Nazionale Anpas

In conclusione Fabrizio Pregliasco ha evidenziato come cruciale sarò la sostenibilità economica e l’autofinanziamento delle attività delle pubbliche assistnze “Il meccanismo del rimborso spese e delle rendicontazioni è molto eterogeneo e diverso da regione a regione. Sull’affidamento dei servizi al volontariato stiamo lavorando con Misericordie e Croce Rossa uno studio scientifico di valutazione dei costi e delle modalità di affidamento con Fiaso. È bene continuarae a lavorare sull’identità:è un lavoro di consapevolezza per vedere il futuro di Anpas. A livello europeo dobbiamo ringraziare gli sforzi fatti dai comitati che si sono battuti sulle modalità di affidamento dei servizi per una peculiarità che è la nostra. Dobbiamo contiunare a incidere sui Decreti Delegati nella Riforma in difesa della nostra storia. Prendo in prestito quanto dichiarato da Andrea Volterrani: Anpas portatore ufficiale di valore sociale“.

 

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Bilancio sociale Anpas 2015: un anno di volontari e di pubbliche assistenze

Un anno di volontari e di pubbliche assistenze: il 2015 di Anpas

Verrà presentato a Chiaravalle, nel corso dell’annuale Assemblea nazionale Anpas, il Bilancio Sociale 2015 Anpas: la più grande organizzazione di volontariato laica d’Italia con 873 pubbliche assistenze (associazioni di volontariato), oltre mille presidi e che quest’anno conta quasi novantamila volontari attivi e oltre trecentomila soci in tutte le regioni d’Italia.

Croce Verde di Spoleto

BILANCIO SOCIALE 2015 Anpas: VOLONTARI PER COSTITUZIONE DA 112 ANNI
28 maggio 2016. È stato presentato a Chiaravalle, durante l’assemblea nazionale Anpas, la decima edizione del Bilancio sociale Anpas: una organizzazione di volontariato laica che si occupa di soccorso e trasporto sanitario, protezione civile e ambientale, servizi sociali, cultura e cooperazione internazionale: questa è l’associazione Nazionale pubbliche assistenze (A.N.P.As.). Nata nel 1904, dal movimento delle Società Operaie di Mutuo Soccorso, è una delle organizzazioni di volontariato più grandi d’Italia con 873 pubbliche assistenze (associazioni di volontariato che si riconoscono nella legge quadro del Volontariato n.266 del 1991) e che oggi conta 86.310 volontari attivi, 333.752 soci, 3.167 dipendenti con l’ausilio di 7.163 mezzi in più di mille presìdi in tutte le regioni d’Italia.

Le pubbliche assistenze Anpas. Principale attività svolta dai quasi novantamila volontari delle 873 pubbliche assistenze resta il soccorso (emergenza-urgenza, trasporti sanitari donazione sangue organi, trasporto sangue, telesoccorso) e servizi sociali (centri diurni, assistenza domiciliare, inserimento sociale, accoglienza migranti, attività ricreative). A seguire le attività di formazione (formazione sanitaria) e di protezione civile e ambientale (antincendio, assistenza manifestazioni, prevenzione, interventi su calamità), cooperazione internazionale e attività culturali. Cinque per mille, gli italiani scelgono il volontariato delle pubbliche assistenze: Anpas terzo posto per numero di scelte nel 2014

Quasi sette milioni di euro derivanti dalle firme di oltre 267mila italiani, nel 2014 hanno dato fiducia a 697 pubbliche assistenze Anpas. Sono i dati emersi dagli elenchi con i dati relativi alle preferenze espresse dai contribuenti nel 2014 per la destinazione del 5 per mille e pubblicati due giorni fa dall’Agenzia delle entrate dopo la partecipazione di Anpas alla campagna #fuorileliste che ha “costretto” l’Agenzia ad accelerare i lavori per la pubblicazione degli elenchi e degli importi degli ammessi al beneficio (vedi gli elenchi 2014 e le modalità di iscrizione 2016).
Nel bilancio sociale 2015 Anpas ha rendicontato i vari settori di attività dell’Anpas: rappresentanza istituzionale, progettazione sociale, protezione civile, adozioni e cooperazione internazionale, politiche comunitarie ed euro mediterranee.

“Nel 2015 grande attenzione è stata data per seguire l’iter della legge di riforma del terzo settore che è stata approvata pochi giorni fa in Parlamento per permettere al nostro movimento di essere pronto ad affrontare quanto verrà innovato e alle conseguenti ricadute” ha spiegato Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas. “Si è inoltre prestato particolare interesse a presidiare l’aggiornamento attualmente in corso d’opera da parte del Parlamento del codice della strada per garantire l’inserimento di quanto da noi richiesto con la nostra manifestazione del 2014. L’affidamento dei servizi socio sanitari al volontariato è stato un altro dei temi forti affrontati anche in rete con le altre realtà simili alla nostra: Confederazione delle Misericordie e Croce Rossa Italiana con le quali abbiamo rafforzato un intesa e una visione unica sulle problematiche che ci interessano”.
Oltre alla rappresentanza e alla partecipazione attiva alla riforma del Terzo Settore, alle modifiche del Codice della Strada, alla riforma della Protezione civile, tante le attività istituzionali svolte come l’assistenza sanitaria al rally di Sardegna, la promozione delle politiche giovanili con vari incontri sul territorio e il meeting nazionale in Versilia con già di mille volontari partecipanti da tutte le regioni d’Italia.

Servizio Civile. Sono stati 2323 i giovani che hanno svolto il servizio civile in una pubblica assistenza Anpas nel 2015. Grazie anche alle attività di formazione, Anpas ha superato 8 attività di verifica dell’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile. Quarantatré altri volontari sono stati avviati al servizio civile regionale nelle Marche e in Tosana con Garanzia Giovani.
Protezione civile e ambientale. Sono state 152 le pubbliche assistenze che il 17 e il 18 ottobre hanno portato in piazza 1400 volontari Anpas per la campagna Io Non Rischio, campagna del Dipartimento di Protezione Civile nata nel 2011 per sensibilizzare la cittadinanza sulle attività di prevenzione e mitigazione del rischio. Quasi mille i minori ospitati nei 35 campi scuola “Anch’io sono la Protezione Civile” promossi dal Dipartimento di Protezione Civile. A seguito dell’alluvione che ha colpito la provincia di Benevento alla fine del mese di ottobre è stata attivata la Colonna Mobile Nazionale Anpas che ha visto l’intervento di 44 volontari, con 19 mezzi, per un totale di 151 giornate. All’esercitazione “I marsi” svoltasi ad Avezzano dal 21 al 27 settembre hanno partecipato 392 volontari provenienti da 57 pubbliche assistenze Anpas.

Adozioni e cooperazione internazionale. A livello globale le adozioni internazionali hanno visto anche quest’anno numeri in ribasso: sono diciassette le procedure adottive concluse nel 2015, 8 i progetti di cooperazione internazionale rivolti a 11419 persone in 6 paesi. Con la campagna Emergenza Nepal, realizzata da Anpas con OGS e Relais, sono stati raccolti, a tutto il 2015, un totale di Euro 26.785,53 attraverso numerose iniziative realizzate sia da parte di associazioni e comitati regionali Anpas che hanno aderito alla campagna, sia da parte di privati, enti pubblici, aziende, squadre di volontari e famiglie adottive.

Europa. Settantasette sono i giovani volontari che hanno partecipato alle selezioni della squadra che rappresenterà l’Itala al contest Sami che si svolgerà il prossimo luglio in Slovacchia. Per quanto riguarda la progettazione, nel 2015 Anpas ha realizzato 7 progetti, tra i quali BAD Big Anpas Data, Colors Flood, Adapt, Samets

Anpas è… Mutualità, solidarietà, gratuità e uguaglianza sono i valori di riferimento del movimento delle pubbliche assistenze che, dal 1911, è riconosciuto Ente Morale ed è intervenuto che interviene nelle emergenze locali e nazionali con volontari e mezzi: dal terremoto di Messina (1908) a quello dell’Emilia (2012), passando per l’alluvione di Firenze, il sisma dell’Irpinia, la guerra in Jugoslavia, il terremoto dell’Umbria e dell’Aquila.
Scopo di Anpas è la costruzione di una società più giusta e solidale attraverso l’assistenza svolta a fianco del prossimo e sviluppata in modo pubblico, lo sviluppo di una cultura della solidarietà e dei diritti, la diffusione della democrazia partecipata, la creazione di comunità solidali e resilienti in Italia come all’estero.
Portatori di interesse e reti. Anpas è Ente nazionale a carattere assistenziale riconosciuto dal Ministero degli Interni, Ente accreditato di prima classe per il Servizio Civile Nazionale, ente accreditato per le adozioni internazionali. È tra gli enti promotori della raccolta firme di iniziativa popolare “Legge Rifiuti Zero”. È parte del Forum del Terzo Settore, socia di Libera, CNESC, Banca Popolare Etica, SAMI e CEV. Collabora con UISP e FISPES.
Nel 2009 l’archivio storico di Anpas Nazionale ha ricevuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali la dichiarazione di interesse culturale in quanto esso costituisce “una fonte di primaria importanza per lo studio dell’associazionismo di pubblica assistenza in Italia” e per documentare la storia sociale, la tradizione e l’innovazione dell’assistenza pubblica in Italia.

Scarica il Bilancio sociale Anpas 2015 (da approvare)

 

 


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Il bilancio economico 2015-2016

L’assemblea nazionale Anpas a Chiaravalle, 28 maggio 2016


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A Pontassieve, il gruppo di lavoro del codice etico Anpas

Si è riunito nei giorni 7 e 8 maggio 2016 a Pontassieve, il gruppo di lavoro sul Codice etico Anpas composto, oltre che dalla presidenza nazionale, da composto da referenti indicati dai Comitati Regionali Anpas.

Pontassieve 7 maggio

Nello specifico Anpas ha immaginato un percorso che arrivi a definire un patto di corresponsabilità etica fra pubbliche assistenze e Anpas, composto da tre capitoli:
1) Carta di Identità di Anpas (approvata nel 2007 dall’Assemblea di Stupinigi)
2) Codice etico “Essere Anpas”
3) Definizione di strumenti per autovalutazione con i requisiti dell’associazione per rispettare le leggi di settore ed essere coerente con la carta di identità e il codice etico.

Pontassieve 7 maggio


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Bilancio economico Anpas: consuntivo 2015, preventivo 2016

Bilancio Economico 2015-2016

Il 28 maggio 2016, a Chiaravalle, l’Assemblea nazionale Anpas ha approvato il Bilancio economico Anpas 2015 

Assemblea nazionale

Per Anpas il bilancio economico, insieme al bilancio sociale Anpas 2015, rappresenta uno dei più importanti strumenti di rendicontazione di un intero anno di attività verso i portatori di interesse (esterni e interni). Quello che potete sfogliare nelle pagine che seguono è un documento che traduce in numeri e cifre l’agire di migliaia di volontari e le finalità di un Movimento che esiste da prima dell’Unità d’Italia con le prime società operaie di Mutuo soccorso e che, fin da allora, si batte per la costruzione di una società più giusta e solidale, e che fonda i suoi principi nella Costituzione Italiana. Per facilitare la lettura e l’accesso al proprio bilancio, nel dettaglio delle entrate/uscite dei singoli settori, Anpas ha aggiunto una tabella riassuntiva.

 

Vincenzo Favale presenta il Bilancio economico 2015

Il Bilancio Anpas è stato redatto dalla Direzione Nazionale Anpas in collaborazione con l’Ufficio Amministrazione Anpas Nazionale.

Scarica il Bilancio economico Anpas in pdf


Chiaravalle, 28 maggio, l’Assemblea nazionale Anpas

Bilancio sociale Anpas 2015 


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Italia per il Nepal, il convegno di OGS a Udine

Ricerca, cooperazione e solidarietà alla giornata studio di OGS “Italia per il Nepal”, come le storie di due aree colpite dal terremoto, con i comuni dell’Emilia che sono stati tra i primi ad aderire alla raccolta fondi per il Nepal. 

Udine: Italia per il Nepal

3 maggio 2016. Il 25 aprile 2015 una scossa di magnitudo 7,9 ha colpito il Nepal, provocando la morte di più di 5.000 persone. A un anno dalla catastrofe, il Centro di Ricerche Sismologiche di OGS ha organizzato una giornata di studio con un duplice scopo: mostrare i risultati delle missioni di cooperazione italiana in Nepal e sostenere ulteriormente il progetto promosso da OGS – Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, Anpas – associazione Nazionale pubbliche assistenze e ReLUIS – Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica, che dall’anno scorso promuovono una raccolta fondi per la ricostruzione dell’orfanotrofio Motherhood Care Nepal a Lalitpur, vicino a Kathmandu, e la formazione di tecnici locali per la ricostruzione. Alla giornata ha partecipato Davide Gaddi, impegnato dell’iniziativa Emilia Namaste Nepal, che per l’occasione ha fatto tappa a Udine.

Nel corso della giornata studio Franco Pettenati (OGS – Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale) ha raccontato la missione di OGS in Nepal post-terremoto presentando i dati della sequenza sismica, del posizionamento delle strumentazioni a Kathmandu. 

Carmine Lizza descrive il progetto Anpas in Nepal

Carmine Lizza, responsabile protezione civile Anpas ha presentato il progetto di Anpas in Nepal. Dare una risposta ai bisogni dati alle persone che sono sul territorio e in particolare coprire i costi dei generi alimentari per i 24 bambini attualmente ospitati dall’Istituto sostenuto da Anpas dal 2007 a Lalitpur per un anno; garantire per sei mesi la retta scolastica dei 21 minori ospiti in età scolastica; coprire l’acquisto dei materiali didattici e garantire l’approvvigionamento d’acqua. “Su indicazione dei tecnici OGS, e in accordo con il partner locale, si è deciso di destinare i fondi raccolti in parte (€ 6.619,80) al sostegno dell’orfanotrofio (alimentazione, vestiario, materiale didattico, retta scolastica e approvvigionamento idrico) e in parte (€ 21.258,21) all’edificazione, sul terreno adiacente all’istituto, di una palestra coperta e di un campo da gioco per il Badminton, in risposta all’esigenza di fornire ai piccoli ospiti una struttura protetta dove svolgere le attività ludiche e stimolare le abilità motorie”, ha detto Lizza. “Avendo rilevato che l’Istituto versava in gravi difficoltà a provvedere al mantenimento dei piccoli ospiti, nel novembre 2015 Anpas ha deciso di destinare il 30% della somma raccolta sino a quel punto per consentire all’orfanotrofio di rispondere ai bisogni più impellenti”. In particolare è stato presentato il progetto di costruzione della palestra: Motherhood Care Nepal è da sempre molto attenta all’istruzione dei bambini ospitati nell’istituto, ma manca attualmente delle strutture adatte per curare al meglio anche le attività ludiche e la motricità. La realizzazione della palestra e del campo da gioco permetterebbe all’orfanotrofio di fornire ai piccoli ospiti migliori opportunità di lavorare sulle abilità motorie e un luogo di svago più sano e protetto rispetto al terreno spoglio dove attualmente giocano.  Il gioco ha anche un’importante funzione terapeutica e queste dotazioni permetterebbero di realizzare attività di terapia del gioco per i bambini ospiti dell’istituto che hanno perso le famiglie a causa del terremoto.

Felice Ponzo (Università degli Studi della Basilicata) ha presentato le attività UniBas/ReLUIS sulle scuole: “Le costruzioni in Nepal soono povere dal punto di vista delle caratteristiche strutturali, fatte con materiali poveri, irregolari e quindi vulnerabilità elevata. Una serie di azioni che sono state messe in atto con la formazione di alcuni funzionari e tecnici locali e due visite precedenti al terremoto che hanno prodotto dati interessanti sulla vulnerabilità degli edifici prima del terremoto”. 

Rocco Ditommaso, scuola di ingegneria Università degli Studi di Basilicata ha presentato la definizione dei protocolli di indagine, evoluzione normativa e tecniche innovative di monitoraggio.

Udine: Italia per il Nepal


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Il viaggio di Davide in Nepal

Il progetto di Anpas, con il supporto di OGS e Reluis in Nepal


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CatenaNamaste: il viaggio in bici di Davide Gaddi nelle pubbliche assistenze Anpas per il Nepal #catenanamaste

Duemila chilometri in bici per il centro-nord Italia a favore del Nepal colpito dal sisma del 2015.

 

Davide in Piemonte

Davide ha toccato le città e le pubbliche assistenze di Adria, Trieste, Moggio Udinese, Erto, Arabba, Bolzano, Pellizzano, Sondrio, Como, Biella, Aosta, Torino, Vinovo, Robilante, Genova, Sarzana, Stazzema, Firenze e Fanano, per poi ritornare a Mirandola.

L’obiettivo è sensibilizzare la popolazione italiana a favore del Nepal terremotato. «è un modo per restituire quanto abbiamo ricevuto dopo il terremoto del 2012 – commenta il Sindaco di Mirandola, Maino Benatti – ed anche l’occasione per ringraziare, a quattro anni di distanza, quanto ci hanno aiutato nella difficile fase della ricostruzione». Nelle varie tappe del suo viaggio Gaddi incontrerà infatti molte delle persone (rappresentanti di Anpas, della Protezione Civile, semplici cittadini), che hanno aiutato i mirandolesi a rialzarsi nel 2012. «L’idea e l’entusiasmo di Davide ci hanno contagiato – aggiunge Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas – L’iniziativa che ha ideato crea un ponte gli emiliani colpiti da un terremoto con un’altra popolazione anch’essa duramente colpita e permette di ricordare a tutti ciò che è stato e ci permette di rilanciare i temi della prevenzione, oltre a dare un concreto sostegno ad un iniziativa vera e documentabile che come Anpas stiamo portando avanti in Nepal».

L'arrivo a Cogoleto

Il progetto si chiama “Catena Namaste-Davide per il Nepal” ed ha come obiettivo la raccolta fondi per l’orfanotrofio di Lalitpur, in Nepal. A promuoverlo è l’associazione Nazionale pubbliche assistenze (Anpas), con il supporto tecnico dell’Istituto di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di (OGS) e della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica (ReLUIS), con il sostegno del Comune di Mirandola (che ha devoluto oltre 2.000 euro) e il patrocinio della Regione Emilia Romagna, della Provincia di Modena, dell’Unione Comuni Modenesi Area Nord e del Comune di Fanano (MO).

Il viaggio sarà raccontato in diretta sul blog catenanamaste.tumblr.com, sulle pagine Facebook “Città di Mirandola” e “Davide, in Mtb per una buona causa” e su altri canali.

Si può donare, durante e dopo il viaggio, con causale “Catena Namaste-Davide per il Nepal” sul conto corrente intestato a A.N.P.A.S. associazione Nazionale pubbliche assistenze, Codice Iban IT64 Q033 5901 6001 00000134996.

Il viaggio di Davide: Mirandola/Nepal per Anpas

 

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Il 25 aprile a Stazzema

25 aprile 2016. Tanti i volontari delle pubbliche assistenze Anpas presenti a Stazzema durante le celebrazioni  del settantunesimo anniversario della Liberazione d’Italia. Per l’occasione è stata inaugurata la nuova lapide presso il Monumento-Ossario. Nella lapide sono scolpiti i nomi dei Martiri di Sant’Anna di Stazzema.  La vecchia lapide era stata danneggiata dal maltempo del 5 marzo 2015.

Stazzema, 25 aprile 2016

In seguito a questo evento per due giorni novanta volontari delle pubbliche assistenze Anpas avevano lavorato al ripristino delle aree del Parco nazionale della Pace di Sant’Anna di Stazzema danneggiato dal maltempo delle scorse settimane che aveva abbattuto piante e aree storiche che ricordavano l’eccidio (vedi notizia)

Il cuore è nelle radici: il ripristino del parco della Pace di Stazzema

All’inaugurazione, tra le istituzioni, il viceministro alle Infrastrutture Riccardo Nencini, il sindaco di Stazzema Maurizio Verona.  “Riposizionare la lapide era una cosa importante da compiere per far in modo che le persone, giovani e meno giovani, non dimentichino quali atrocità sono state compiute durante la Seconda Guerra mondiale” ha dichiarato Egidio Pelagatti, responsabile operativo protezione civile Anpas nazionale.

Stazzema, 25 aprile 2016

 


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Il 25 aprile: un giorno di rinascita per le pubbliche assistenze

 

 

 

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Bando scuola e volontariato, tempi stretti: chiediamo una proroga

Anpas con CSVnet che scrive ai Ministeri dell’Istruzione e delle Politiche Sociali e alla Presidenza del Consiglio, che hanno stanziato 470 mila euro per progetti di promozione del volontariato per gli studenti. “Il termine fissato è penalizzante”.

“Chiediamo di riconsiderare la scadenza del bando – Laboratori di cittadinanza democratica condivisa e partecipata – al fine di favorire una concreta e ampia partecipazione”.
È quanto chiesto ieri, 21 aprile da Stefano Tabò, presidente di CSVnet, con una lettera indirizzata ai vertici del Miur, del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dip. della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, rispetto all’innovativo bando per la promozione del volontariato nelle scuole.
L’iniziativa mette a disposizione 470 mila euro per le scuole che, in partnership con le organizzazioni di volontariato e di terzo settore e con i Centri di Servizio, intendono realizzare progetti di promozione del volontariato per gli studenti.
Ma i termini del bando, reso noto il 13 aprile e la cui scadenza è fissata alle ore 23.59 del 28 aprile, non consentono i tempi necessari per un’adeguata stesura dei progetti. “Il termine fissato risulta oggettivamente penalizzante” sottolinea il presidente di CSVnet.
Eppure gli obiettivi del bando sono “di assoluto valore”, – sottolinea Tabò nella lettera – “perché danno spazio a quella collaborazione tra istituzioni scolastiche e mondo del volontariato che, da tempo, promuoviamo”.
Il presidente di CSVnet fa riferimento alle oltre 17 mila iniziative di promozione e orientamento al volontariato che i CSV, solo in un anno, sono capaci di realizzare in tutta Italia, come si evince dall’ultimo Report annuale. Attività in grado di coinvolgere oltre 158 mila studenti, 4.440 studenti e 1.478 istituti scolastici.
Il bando era stato annunciato sabato scorso dalla ministra dell’Istruzione Stefania Giannini e dal sottosegretario al Lavoro e alle politiche sociali, Luigi Bobba, durante il convegno “L’importante è partecipare: i cittadini di domani” organizzato dal Festival del Volontariato di Lucca e a cui aveva preso parte anche CSVnet.
“Concordiamo pienamente sul fatto che l’educazione al volontariato concorra in modo efficace alla costruzione dell’identità personale di studenti e studentesse e al loro essere cittadini. La pluriennale esperienza dei Centri di Servizio per il Volontariato in questa direzione – conclude Tabò – ha restituito riscontri confortanti”.

Chi salva una vita salva il mondo intero!

 

 

 

 

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La Croce Bianca, la mia famiglia

Oggi vorrei parlarvi della mia famiglia. Aspettate. Non vi parlerò della mia mamma e del mio papà, di mio fratello, del mio ragazzo, dei miei zii, cugini e nonni. No. Oggi vi parlerò di un’altra famiglia, di quella formata non da alcuni, ma da tanti fratelli e sorelle, padri e madri, zii, nipoti, nonni, amici ed estranei. La mia famiglia è “differente”, unita non da un legame di sangue, ma da un ideale. Non è facile capire come possa esistere una famiglia simile. Vorrei parlarvi di come ha contribuito ad essere quella che sono oggi. 

La manifestazione a Pietrasanta

Quando arriviamo, la prima cosa che salta all’occhio è la nostra divisa, ma non potete vedere cosa ci fa: penetra in profondità, sconvolge il nostro organismo, rafforza le ossa quando stanno per cedere, tonifica i muscoli quando arrivano gli sforzi, ci tiene svegli quando il corpo ci dice di andare a dormire, ci tiene al caldo quando fuori fa freddo. Non è una semplice divisa.
Il resto non conta, quando c’è bisogno di aiuto. Conta esserci per una persona che probabilmente non avrà più tanto tempo da passare con la sua famiglia, per una che ha speso i suoi ultimi risparmi per alleviare un male incurabile, per una che trascorre i suoi ultimi giorni fuori casa, in ospedale. Loro non hanno potuto scegliere, noi possiamo. Scelgo di essere la persona che attenua il dolore facendosi stringere la mano, che porta la felicità dove regna lo sconforto, che risolleva chi è caduto.
La mia famiglia è bellissima, mi ha insegnato cosa sia l’altruismo.
GRAZIE.

Una volontaria Croce Bianca Onlus di Teramo

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5 per Mille: pubblicati elenchi 2014 e le modalità di iscrizione 2016

Gli elenchi 2014 e le modalità di iscrizione 2016: tutti i dettagli

14 aprile. Lo scorso 12 aprile 2016 sono stati pubblicati sul sito www.agenziaentrate.gov.it gli elenchi con l’indicazione delle scelte e degli importi spettanti per il 5 per mille 2014. Anpas ricorda che qualora il conto corrente dell’associazione non sia mai stato comunicato all’Agenzia delle Entrate o se nel frattempo cambiato il codice iban, è necessario fare una apposita comunicazione recandosi ad un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate. Da una elaborazione Anpas risultano iscritte circa 700 pubbliche assistenze. Grazie ai 268mila cittadini che hanno scelto le pubbliche assistenze, al movimento Anpas è stato assegnato un contributo totale di oltre 6,8 milioni di euro. Questo dato ci pone al 3° posto nelle liste per numero di scelte ed al 4° posto per contributo assegnato (vedi il comunicato stampa)

I giovani d'Anpas

La Legge di Stabilità 2015 ha trasformato il contributo del 5 per mille da contributo provvisorio (riproposto annualmente) a una forma stabile di finanziamento di settori di rilevanza sociale, fra cui le associazioni di Volontariato iscritte ai registri, destinando inoltre a tale capitolo di spesa un importo di 500 milioni di euro annui. I contribuenti possono quindi continuare a destinare una quota pari al 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche a sostegno del volontariato e delle onlus, firmando nell’apposito riquadro sui modelli di dichiarazione dei redditi. Il contribuente dovrà anche indicare il codice fiscale della associazione a cui intende destinare direttamente la quota del 5 per mille.

ISCRIZIONE NEGLI ELENCHI: TERMINI E MODALITA’
Riassumiamo di seguito i termini e le modalità (valide anche per future annualità) per accedere al contributo 5 per mille, chiariti dalla circolare 13/E del 26/3/2015 dell’Agenzia delle Entrate:

  • entro il 7 maggio (per l’anno 2016 prorogato al 9 maggio), iscriversi ad un apposito elenco dell’Agenzia delle Entrate. L’iscrizione può avvenire esclusivamente per via telematica, o direttamente (se abilitati ai servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate ed in possesso del pin code) o attraverso un intermediario abilitato, utilizzando l’apposita procedura e il modello disponibili sul sito http://www.agenziaentrate.gov.it.
  • entro il 20 maggio, presentare alla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate territorialmente competente eventuali richieste di correzione all’elenco provvisorio che sarà pubblicato entro il 14 maggio sul sito dell’Agenzia.
  • entro il 30 giugno, spedire a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno o tramite Posta Elettronica Certificata (riportando nell’oggetto “dichiarazione sostitutiva 5 per mille 2016”) alla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà attestante la persistenza dei requisiti che danno diritto all’iscrizione, utilizzando l’apposito modulo scaricabile dal sito internet dell’Agenzia. Alla dichiarazione deve essere allegata la fotocopia non autenticata di un documento di identità del Legale Rappresentante.
  • Le associazioni che, pur avendo i requisiti per l’iscrizione, non rispetteranno i termini e le modalità sopra indicate potranno regolarizzare la propria posizione entro il 30 settembre inviando la domanda di iscrizione o l’integrazione documentale e versando una sanzione di € 250 tramite modello F24 utilizzando il codice tributo 8115.

Invitiamo quindi le associazioni che desiderano iscriversi (se non direttamente abilitati ai servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate e se il servizio non viene effettuato tramite il Comitato Regionale competente) a contattare immediatamente il proprio commercialista oppure un Centro di Assistenza Fiscale (CAF). È possibile effettuare l’iscrizione, al costo di euro 35,00 IVA inclusa, anche tramite la consulente Caterina Manfrinati (Telefono 339/2811753 – email caterina@manfrinati.it – Fax 011/22.743.47). I dati da fornire per l’iscrizione sono: Ragione sociale – Indirizzo della sede legale (comprensivo di cap) e codice fiscale della associazione – Indirizzo di posta elettronica, numero telefonico e di fax della associazione – Iscrizione al Registro Regionale del Volontariato – Codice fiscale, cognome e nome, data e luogo di nascita e residenza anagrafica del Legale rappresentante.

Qualora l’associazione decidesse di non iscriversi nell’elenco potrà invitare i volontari, i soci e le persone con cui viene in contatto a destinare il 5 per mille direttamente all’Anpas nazionale (Codice Fiscale 01435670482). Gli introiti che ne deriveranno verranno accantonati in un apposito fondo la cui destinazione sarà stabilita dalla Assemblea Nazionale.

RENDICONTAZIONE
La Legge di stabilità 2015 prevedeva la regolamentazione della rendicontazione attraverso un apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri ancora non emanato: pertanto al momento i contributi ricevuti potranno essere rendicontati come fatto fino ad oggi, continuando ad utilizzare il Modello di rendiconto e le Linee guida scaricabili dal sito www.lavoro.gov.it).
Possono essere inserite nel rendiconto le spese effettivamente sostenute a partire dalla data pubblicazione – da parte dell’Agenzia delle entrate – dell’elenco definitivo dei soggetti ammessi e degli esclusi ed entro i 12 mesi successivi all’incasso del contributo
La trasmissione al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del rendiconto, della relazione illustrativa, degli allegati previsti e della copia del documento d’identità del legale rappresentante è invece obbligatoria solo per i soggetti che hanno percepito somme pari o superiori a 20mila euro e deve avvenire entro 30 giorni dallo scadere del termine di redazione del rendiconto.
Gli enti che hanno percepito contributi di importo inferiore a 20mila euro invece non sono tenuti all’invio del rendiconto e della relazione, che dovranno comunque redigere entro un anno dalla ricezione degli importi e conservare per 10 anni.


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