Comunicati stampa

112 numero unico per le emergenze

Immaginate di essere in visita in uno Stato membro dell’UE e di aver bisogno di un’ambulanza, dei vigili del fuoco o della polizia. Sapreste quale numero di emergenza chiamare?

#112Day2015

In una Unione Europea in cui si viaggia sempre di più per lavoro o per piacere, milioni di persone potrebbero trovarsi in tale situazione. Per fortuna, non c’è bisogno di cercare o ricordare i numeri di emergenza funzionanti in ogni Stato membro dell’Unione. Ricordatene solo uno: il 112!

Potete chiamare gratuitamente il 112 per contattare i servizi di emergenza in tutta l’Unione europea, da rete fissa o mobile.

Da qualunque paese dell’Unione Europea, in qualsiasi momento, puoi contattare i servizi di emergenza chiamando il 112, il numero unico europeo di emergenza.

 

Perché il 112?
Sempre più spesso i cittadini europei si spostano in altri paesi dell’Unione Europea, per lavoro o per vacanza. È quindi molto importante disporre di un numero telefonico di emergenza valido in tutta l’Unione Europea. I cittadini dovranno memorizzare un unico numero: il 112.

Alcuni Stati membri (Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Malta e Svezia) hanno adottato il 112 come principale numero di emergenza, mentre nella maggior parte degli altri Stati membri il 112 funziona in parallelo con i numeri di emergenza nazionali (In Italia il 113, 115, 118). Il 112 è inoltre in uso in alcuni paesi non membri dell’Unione Europea (come la Svizzera e il Sudafrica) ed è disponibile in tutto il mondo sulle reti di telefonia mobile (GSM).

Quando chiamare il 112?
Chiamate il 112 per ogni emergenza che richieda l’intervento di un’ambulanza, dei vigili del fuoco o della polizia. Per esempio, potete ricorrere al servizio se siete testimoni di un grave incidente stradale, se notate un edificio in fiamme o se assistete a un tentativo di furto in un’abitazione.

Non chiamate il 112 per ottenere informazioni sul traffico, sul meteo o per informazioni e richieste generiche. Chiamate non necessarie possono sovraccaricare il sistema e mettere a rischio la vita di chi realmente necessita soccorso. Anche le segnalazioni false possono incidere sulla tempestività dei soccorsi.

 

Cosa succede chiamando il 112?
Chiamando il 112 si viene collegati ad un operatore. A seconda dei sistemi nazionali, l’operatore potrà gestire direttamente la richiesta di aiuto oppure trasferirla al servizio di emergenza competente (ambulanza, vigili del fuoco, ecc.). In molti casi gli operatori sono in grado di rispondere in più di una lingua. Fornite il vostro nome, indirizzo e numero di telefono. L’identificazione del richiedente è necessaria soprattutto per evitare che uno stesso incidente sia segnalato due volte. Non riagganciate se chiamate il 112 per errore! Avvertite l’operatore che va tutto bene. Diversamente, potrebbero essere inviati soccorsi per verificare che non ci siano problemi.

Quanto costa chiamare il 112?
Secondo le norme in materia di telecomunicazioni adottate dall’Unione Europea, il 112 deve essere raggiungibile gratuitamente da linee fisse e telefoni cellulari. E’ gratuita anche la ricezione di informazioni sul 112 via SMS. 

Posso chiamare il 112 da un telefono cellulare sprovvisto di carta SIM?
Si, ma non in tutti i paesi. A causa del dilagare del fenomeno delle segnalazioni false, alcuni paesi hanno deciso di bloccare le chiamate al 112 da telefoni cellulari sprovvisti di carta SIM.

Se non sono in grado di spiegare all’operatore del 112 dove mi trovo, i servizi di emergenza riusciranno comunque a localizzare approssimativamente la mia posizione? Se sì, in quanto tempo?
Sì, entro 2 secondi. Quando si chiama il 112 in caso di emergenza, le informazioni relative alla localizzazione del chiamante consentono di identificare approssimativamente dove si trova fisicamente la persona che effettua la chiamata.

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Finalmente l’intergruppo del terzo settore a Bruxelles

Finalmente l’intergruppo del terzo settore a Bruxelles

Roma 9 febbraio 2015 – Un tweet del presidente del gruppo Pse al parlamento europeo Gianni Pittella nei giorni scorsi ha annunciato la creazione dell’intergruppo dell’europarlamento. “Una notizia che Anpas aspettava dallo scorso 22 ottobre, quando era stata ufficialmente depositata la proposta di creazione dell’intergruppo Volontariato e Cittadinanza”, commenta Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas e vicepresidente della rete di volontariato europea Samaritan International. “Con quello del Terzo Settore si va a completare, insieme agli intergruppi su giovani, disabilità, diversità, diritti dei bambini, cambiamenti climatici, povertà e diritti umani, diritti LGBT ed Economia Sociale, uno spazio che vuole “promuovere i contatti fra i deputati e la società civile”, come cita espressamente l’art.34 del regolamento del Parlamento europeo. Anche attraverso le reti europee delle quali Anpas fa parte, come Samaritan International, CEV e Alda, avremo finalmente un interlocutori anche nelle istituzioni europee su tematiche e attività che coinvolgono sempre più da vicino la vita sociale ed economica delle nostre associazioni”.


Perché è importante l’intergruppo Volontariato e Cittadinanza attiva presso Parlamento Europeo? – il documento

 

– Per avere un punto di contatto ufficiale e permanente su volontariato e la cittadinanza attiva nel Parlamento Europeo e con la Commissione Europea

– Per sostenere il coordinamento dello sviluppo delle politiche sul volontariato e sulla cittadinanza attiva

– Per riconoscere il ruolo e il contributo della società civile per una democrazia attiva

– Per contribuire al buon funzionamento delle organizzazioni della società civile

– Per costruire un dialogo costruttivo civile in Europa.

 

La lista completa dei gruppi interparlamentari a Bruxelles 

Anpas in Europa

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Eurispes, la fiducia degli Italiani

 Lo scorso 31 gennaio Eurispes ha pubblicato il suo Rapporto Italia 2015, contenente, fra altro, i dati sull’indice di fiducia verso diversi soggetti istituizonali e sociali. L’indagine ha evidenziato che sette italiani su dieci (69,4%) vedono diminuita la propria fiducia nelle Istituzioni. Mentre è continuata ad aumentare la fiducia verso il volontariato con un tasso di consensi al 78,8%.

Per le altre Istituzioni, pubbliche e non, il livello di consensi si ripartisce così: vanno oltre il 50% di consensi il volontariato (78,8%; +4,3%), la Protezione Civile (70%), +11,8%), la Scuola (62,1%; +8,5%), le associazioni dei consumatori (55,2%; -1,4%). Si attestano su percentuali che non superano il 40% la Pubblica amministrazione (39,1%; +18,1%), le associazioni di imprenditori (34,2%; -4,9%), i sindacati (33,9%; +14,7% ), le confessioni religiose non cattoliche (18,4%; -4,7%) e i partiti (15,1%; +8,6%).

 

L’indicatore, unito alle parole pronunciate dal neoeletto Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante il suo giuramento (“Il volto della Repubblica è il volto di chi dona con generosità il proprio tempo per gli altri”) testimoniano l’importanza che il volontariato ricopre in questo momento per il superamento della crisi, anche nel rapporto con la Pubblica Amministrazione, attraverso l’applicazione concreta del principio di sussidiarietà. 

“Dati, quelli di Eurispes, che confermano quanto di buono c’è nel volontariato, nonostante i tagli, nonostante una legge di Riforma non ancora approvata, nonostante le difficoltà delle persone di trovare il tempo da dedicare anche agli altri. Segno che la prossimità e la competenza di chi oggi fa volontariato viene riconsociuto e apprezzato”, dichiara Fabrizio Pregliasco.

Neve: San Donnino


 
 

 Il messaggio al Governo del 52°Congresso Anpas Buon lavoro Presidente Mattarella

 

 

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Anpas: sempre più urgente inserire il trasporto sanitario nei LEA

Trasporto sanitario: sempre più urgente inserirlo nei Livelli Essenziali di Assistenza
 
4 febbraio – In seguito alla presentazione in Senato, presso la Comissione Igiene e Sanità, dell’indagine conoscitiva sulla Sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale con l’audizione della ministra della Salute, Beatrice Lorenzin che ha presentato il documento di revisione dei Livelli Essenziali di Assistenza, Anpas sottolinea l’importanza e l’urgenza dell’inserimento del trasporto sanitario nei LEA. “Viaggiando ogni giorno, i nostri volontari, per tratti di strada sempre più lunghi, i nostri volontari possono testimoniare che è sempre più necessario permettere trasporti verso i centri specialistici” dichiara Fabrizo Pregliasco.

Vejentana 2014 - l'esercitazione di Anpas Lazio

 
 

Relazione: l’affidamento dei servizi di trasporto sanitario, di Alessandra Albanese, professore associato di Diritto Amministrativo Università degli Studi di Firenze (sfoglia)

 


Tavola rotonda: emergenza 118 e normativa europea

 


Convegno: l’affidamento dei servizi sociosanitari al volontariato (21 giugno)

 

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Sergio Mattarella Presidente della Repubblica: buon lavoro

Roma 31 gennaio – L’associazione Nazionale pubbliche assistenze (Anpas) esprime le sue congratulazioni e augura buon lavoro al Presidente Sergio Mattarella per la sua elezione a Capo dello Stato, avvenuta oggi nell’aula di Palazzo Montecitorio. In questa fase particolarmente critica della nostra storia repubblicana, l’elezione di un uomo del Sud, già giudice Costituzionale e promotore del servizio civile e della sospensione del servizio obbligatorio militare possa mettere la solidarietà, la gratuità, la partecipazione e la democrazia al centro del suo settennato.
Le pubbliche assistenze sono nate in gravi condizioni di bisogni sanitari e sociali, senza che il settore pubblico svolgesse alcun ruolo in questi ambiti. Oggi sono associazioni libere e laiche che si ispirano al dettame Costituzionale, di cui il nuovo Capo dello Stato è stato giudice e difensore.
Auspichiamo quindi che la elezione di Sergio Mattarella possa favorire una nuova fase politica che ponga al centro dell’attenzione la sussidiarietà e il rispetto della Costituzione riconoscendo l’associazionismo e la cittadinanza attiva come strumento fondamentale e imprescindibile della vita sociale e politica dello Stato.

 

Fermi tutti: la manifestazione in piazza

 

“I Comuni, specialmente i piccoli sono deficienti di personale che possa essere adibito in casi di epidemia e calamità pubbliche. Venendo il bisogno, si reclutano cittadini che generosamente e con entusiamo si prestano, ma essendo privi di ogni istruzione, non recano quel beneficio , quell’aiuto pratico che si prefiggono. Le pubbliche assistenze dovrebbero avere una squadra di militi istruiti sul modo di eseguire le disinfezini, estinguere incendi, costruire lazzaretti ecc., esempre a disposizione dei sindaci e degli ufficiali sanitari. In tal modo le associazioni di  pubblica asssistenza potrebbero essere veramente utili a questi pubblici servizi”
Congresso pubbliche assistenze di Viareggio, 1899


 

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Se il problema della protezione civile sono sempre i volontari.

“Basta additare il volontariato come problema della pubblica amministrazione”: la risposta di Anpas all’ennesimo attacco al volontariato di protezione civile.

Vigili del fuoco e volontari Anpas Esercitazione Emergency Rapy 2014

 

Da furbetti del pubblico impiego a causa dello sperpero di denaro pubblico, passando per l’impreparazione e la non pianificazione delle loro azioni: assistiamo sconcertati all’ennesimo attacco nei confronti del volontariato di protezione civile ancora una volta rappresentato come causa di tagli, carenze e inefficienze della pubblica amministrazione.

Questa volta è stato il Segretario Generale Fns Cisl Pompeo Mannone, intervenuto il 19 gennaio alla trasmissione Voci del Mattino su radio 1, a puntare il dito contro il volontariato di protezione civile: “per quanto riguarda la protezione civile c’è un unico corpo che è quello dei dei vigili del fuoco”, ha dichiarato. “Però c’è una miriade di associazioni di volontari di protezione civile non pianificati, non coordinati e quindi è uno sperpero di risorse anche umane senza migliorare il servizio (…) Nel campo del sistema di soccorso e della protezione civile c’è solo il corpo nazionale dei vigili del fuoco” ha concluso il segretario.
 
Ferma restando tutta la nostra solidarietà e la nostra vicinanza al corpo nazionale dei vigili del fuoco e a tutte le componenti del sistema nazionale di Protezione Civile che stanno subendo tagli, stupisce e spiace che sia proprio il Segretario Generale di un sindacato che rappresenta Polizia Penitenziaria e Vigili del fuoco a dimostrare di non conoscere il Sistema Nazionale di Protezione Civile  e nello specifico legge fondamentale che la istituisce (n. 225 del 24 febbraio 1992) la quale all’articolo 6, 11 e 18 esplicita modo inequivocabile la necessità e l’importanza del volontariato nel Servizio Nazionale della Protezione Civile.
 
Alla luce delle tante esercitazioni congiunte che ogni anno i volontari di protezione civile fanno proprio insieme ai vigili del fuoco, molti dei quali fanno parte essi stessi pubbliche assistenze Anpas.piace dover apprendere dal segretario Mannone che “I volontari di protezione civile andrebbero coordinati formati e pianificato nell’uso cioè in un caso di emergenza dovrebbero sapere cosa fare sotto la regia dei protezionisti che sono i vigili del fuoco”.
 
Spiace dover constatare tutto questo anche all’indomani del Convegno “Quale servizio per la Protezione civile”, organizzato da CGIL dove Anci, Regioni, enti pubblici hanno riconosciuto e testimoniato il ruolo insostituibile del volontariato.
 
Questa non è che l’ultima di una serie di dichiarazioni che dall’inizio di quest’anno, alla luce delle discussioni sul pubblico impiego, assenteismo e legge di stabilità mettono in contrapposizione il volontariato di protezione civile con l’ente pubblico dove il volontariato viene indicato come parte debole e non preparata nella gestione di emergenze. È di una settimana fa l’esternazione del giornalista Massimo Gramellini che su Rai Tre, in prima serata, aveva parlato di “permessi per volontariato civile anche 10 giorni consecutivi per effettuare simulazioni in caso di calamità che poi quando avvengono ci trovano sempre invece impreparati”, e un altro articolo apparso su La Stampa del 4 gennaio a firma Paolo Baroni nel quale si scriveva che i volontari di protezione civile, in quel caso del CNSAS siano portati a “lavorare il meno possibile e allo stesso è permesso di restare a casa e intascare regolarmente lo stipendio”. 

 
Un attacco quello fatto ai danni del volontariato che non tiene conto dell’importanza delle tante esercitazioni di soccorso e di protezione civile alle quali si sottopongono regolarmente tutti i volontari delle pubbliche assistenze: una formazione che abbiamo visto poi essere decisiva quando c’è stato davvero bisogno in occasione di terremoti, alluvioni e altre emergenze di carattere locale o nazionale.
Interventi in seguito ai quali le pubbliche amministrazioni e le comunità colpite hanno poi fatto nascere nuove pubbliche assistenze Anpas dedite proprio al volontariato di protezione civile dove mancava (a Saponara come a L’Aquila), secondo un principio costituzionale, quello della sussidiarietà, sancito dall’articolo 118 e che in tutti questi attacchi viene costantemente ignorato e che invece rivendichiamo come caposaldo del nostro agire insieme a tutte le altre componenti della vita civile e sociale del paese che lavorano per il bene comune.

 O dovremmo smettere di farlo?
 

Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas Nazionale.

Emergency Rapy


L’esercitazione in Valle d’Aosta

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Il saluto a Giorgio Napolitano

Napolitano tra i volontari durante terremoto Mirandola

Roma 15 gennaio 2015 –  Il saluto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è il saluto dei tanti volontari delle pubbliche assistenze Anpas che in varie occasioni lo hanno incontrato: dal ricevimento al Quirinale ai campi di protezione civile durante il terremoto dell’Emilia, fino alle giornate del volontariato che si sono susseguite negli anni e cui il Presidente Napolitano non ha mai fatto mancare il suo incoraggiamento e la sua attenzione.

 

Ci auguriamo che il suo successore sia attento e promuova i valori di solidarietà attento alla società civile e  al welfare capace di promuovere i valori democratici nei quali riconosciamo il nostro fare volontariato: laicità, uguaglianza, solidarietà.

 

 

 

 

 

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Risposta a LaStampa: Protezione civile: Se i volontari sono lavoratori furbetti e l’intervento su una emergenza è uno strumento per assenteisti.

Pubblichiamo la lettera di risposta di Anpas all’articolo comparso sul quotidiano “La Stampa” del 4 gennaio 2015, dal titolo “Lavorare il meno possibile? Ecco come si fa.

Protezione civile: Se i volontari sono lavoratori furbetti e l’intervento su una emergenza è uno strumento per assenteisti.

DagheZena: 15 ottobre

 

Egregio Direttore Calabresi
le scrivo a nome degli 80mila volontari che in 881 comunità d’Italia si occupano del miglioramento della vita quotidiana delle persone ogni giorno. Persone che dedicano la loro passione, il loro tempo libero e che spesso ne tolgono alle loro famiglie per il bene delle loro comunità e della nazione di cui fanno parte

Una premessa che poteva essere evitata visto che una testata giornalistica come la Stampa da anni racconta quel che accade in Italia ogni giorno, ma è doverosa per chiederle perché un giornale apprezzato e autorevole, come quello che dirige, possa scrivere un articolo come quello comparso nella edizione di del 4 gennaio a firma Paolo Baroni nel quale si scrive che i volontari di protezione civile, in quel caso del CNSAS siano portati a “lavorare il meno possibile e allo stesso è permesso di restare a casa e intascare regolarmente lo stipendio”. 
Da un giornale come il suo ci saremmo aspettati un metodo giornalistico più  rigoroso nello scrivere un articolo su un tema così importante e delicato nel quale però viene a mancare ciò che di più apprezziamo nel suo giornale: la capacità di essere preciso e di non generalizzare un fatto, la lungimiranza di analizzarli attraverso l’uso delle nuove tecnologie e lo studio e la produzione dei big data.

 

Una generalizzazione che reputiamo ingiusta, prima ancora che grave, quella fatta ai volontari CNSAS (ai quali va tutta la nostra solidarietà). Nell’articolo si afferma che “un’altra legge consente ai volontari della protezione civile di assentarsi anche per 10 giorni consecutivi (massimo 30 giorni in un anno) per effettuare simulazioni e formazione ed in caso di calamità concede 30 giorni consecutivi con un tetto di 90 in un anno”, a parte non citare la legge, l’articolo non menziona la norma (DPR 194/2001) che all’articolo 9 sottolinea che che il datore di lavoro è tenuto (e non obbligato) a consentire la partecipazione dei volontari delle organizzazioni di protezione civile alle attività di esercitazione/soccorso. Questa disposizione, secondo l’articolo, è considerato uno “strumento per evitare di presentarsi al lavoro”.

Inoltre viene tenuto conto dell’importanza delle esercitazioni di soccorso e di protezione civile, fermo restando che non tutte le esercitazioni di protezione civile sono soggette a questa norma. La preparazione, la formazione alla quale si sottopongono regolamente i volontari di protezione civile sono poi propedeutiche alla riuscita dell’intervento quando c’è davvero bisogno in occasione di terremoti, alluvioni e altre emergenze di carattere locale o nazionale. Eventi che si ripetono sempre più spesso e che sempre più spesso vedono coinvolti i volontari di protezione civile.

 

Invitiamo pertanto lei e il signor Baroni in una delle tante esercitazioni che i volontari di protezione civile fanno in tutta Italia, a conoscere almeno un volontario di protezione civile e magari sentire una delle storie di soccorso o un intervento fatto in una delle emergenze alle quali ha preso parte

Saluti
Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas Nazionale.

 

Croce Bianca Genovese


 

I racconti dei volontari

La poesia di Alessio – leggi

Genova non è in ginocchio, il racconto di Paul – leggi

Lombardi, emiliani e toscani, il racconto di Michela – leggi

 

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