Servizio civile news

Giovani: in un anno è duplicata la voglia di fare servizio civile

La conferma arriva dai dati Anpas: cinque domande per un posto nel bando della Regione Toscana.


Un dato importante che conforta quanto dichiarato ieri in audizione per la discussione del DDL sulla riforma del Terzo Settore, è necessario aumentare il fondo e raggiungere l’avvio di 45mila giovani in servizio civile per il 2015, “sperando di poter continuare sempre più per il servizio civile universale”, afferma Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas. “Un dato importante che conferma e premia anche le attività delle nostre associazioni, l’idea della difesa non armata e nonviolenta della Patria, così come sottolineato ieri dalla Cnesc, Conferenza nazionale degli enti di servizio civile”.
Nell’ultimo anno è raddoppiata la voglia dei giovani di fare servizio civile. Una tendenza confermata da un dato statistico rilevato dalle pubbliche assistenze Anpas nell’ultimo bando della Regione Toscana: per 104 posti disponibili sono stati 524 i giovani ad aver presentato domanda. In un solo anno il rapporto tra domande presentate per ogni singolo posto a disposizione è passata da 2,8 a 5 domande per un posto in servizio civile in una pubblica assistenza.
 

Servizio Civile

CNESC

Video: le scelte consapevoli dei volontari della Valle D’Aosta

 
Sigle
SCN = servizio civile nazionale ex legge 64/2001
SCU = servizio civile universale
ASC = Arci Servizio Civile
CNESC = Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile

        

Giovani: in un anno è duplicata la voglia di fare servizio civile Leggi tutto »

CNESC, “Il Servizio Civile Nazionale riprende a crescere”

CNESC: “Il Servizio Civile Nazionale riprende a crescere”

Si lavora a San Prospero (MO) per ingentilire i cuori

Nell’attesa di conoscere la formulazione dell’emendamento, l’annuncio del Presidente Renzi che al Senato verranno stanziati 50 milioni aggiuntivi per il Servizio Civile Nazionale è una buona notizia vengono fugati i richiami alle politiche del Governo Berlusconi di chiusura dell’esperienza e ne siamo contenti, d’altra parte non li avevamo stanziati noi i 65 milioni alla Camera.

La mobilitazione fra le forze sociali, all’interno del Parlamento, tra i media e la presa di coscienza del Governo hanno portato a questo primo positivo risultato.

Può riprendere la graduale crescita del SCN. Infatti questi 50 milioni sommati agli 11 previsti dall’accordo fra il Ministro Franceschini e il Sottosegretario Bobba ampliano le opportunità per i giovani di poter partecipare a questa esperienza di educazione alla pace e alla cittadinanza attiva e di servizio al Paese. Con questi nuovi stanziamenti il contingente Italia potrebbe arrivare a 34.000 posti che sommati ai 5. 300 di Garanzia Giovani avvicinano a 40.000 le opportunità nel 2015.

Questo primo passo va inserito nell’obiettivo del SCU; sarà quindi rilevante conoscere gli stanziamenti previsti per il 2016 e il 2017 e, quanto prima, anche le altre eventuali linee di finanziamento che saranno attivate già nel 2015, dando atto al Sottosegretario Bobba dell’impegno profuso.

 

Odg sul Servizio Civile e Rassegna Stampa


CNESC

Video: le scelte consapevoli dei volontari della Valle D’Aosta

 
Sigle
SCN = servizio civile nazionale ex legge 64/2001
SCU = servizio civile universale
ASC = Arci Servizio Civile
CNESC = Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile

        

CNESC, “Il Servizio Civile Nazionale riprende a crescere” Leggi tutto »

Servizio Civile Nazionale: bando straordinario 2014

Servizio Civile: pubblicato il bando straordinario 2014

Anche un progetto per 4 posti presentato dalla pubblica assistenza di Castello di Serravalle (BO)

 

15 ottobre 2014– È stato pubblicato il bando straordinario per progetti autofinanziati 2014 del Servizio Civile Nazionale. Il bando speciale per 1.304 volontari in progetti autofinanziati, prevede anche un progetto per 4 unità per l’associazione Assistenza Pubblica Castello di Serravalle provincia di Bologna, denominato “Mercurio“.

Ragazzi e ragazze possono presentare domanda alla pubblica assistenza Castello di Serravalle (BO) entro le ore 14 del 14 novembre 2014.

 

Il progetto è stato autofinanziato dalla pubblica assistenza per onorare la memoria di un proprio volontario, Stefano Gambarini, che nel servizio civile aveva molto creduto e del quale si era occupato ricoprendo fra l’altro il ruolo di RLEA per vari progetti. La Direzione Anpas in via del tutto eccezionale ed in considerazione della particolarità della richiesta ha accolto la richiesta.

 

 

Il bando.

Possono presentare la propria candidatura al servizio civile nazionale i giovani che hanno compiuto il diciottesimo e non superato il ventinovesimo (28 anni e 364 giorni) anno di età alla data di presentazione della domanda (che scade il 14 novembre 2014)

 

Come partecipare. Per partecipare bisognerà consegnare il materiale entro le ore 14 del 14 novembre prossimo direttamente all’ente che realizza il progetto. È possibile presentare una sola domanda di partecipazione per un unico progetto di Servizio Civile Nazionale e questo può essere fatto per posta, posta certificata oppure recandosi direttamente nella sede per la quale si intende presentare la domanda.

 

 SCN

 

 

 

Info e modulistica

Il progetto Mercurio – pdf

 

La domanda di Servizio Civile Nazionale – pdf

Dichiarazione da allegare alla domanda – pdf

Il testo del Bando nazionale straordinario di servizio civile per il 2014 (scadenza 14 novembre 2014) – pdf

Criteri per la selezione dei volontari

 

 

   

 

 

Servizio Civile Nazionale: bando straordinario 2014 Leggi tutto »

CNESC, Consiglio di Stato agli stranieri residenti in Italia di partecipare al Servizio Civile Nazionale

 “Dopo la Corte di Cassazione anche il Consiglio di Stato, seppur su un piano giuridico diverso, ritiene sia da “disapplicare” il divieto agli stranieri residenti in Italia di partecipare al Servizio Civile Nazionale” dichiara Licio Palazzini, presidente della CNESC.

Infatti con il parere reso pubblico il Consiglio di Stato ha risposto risponde al quesito formulato dal Dipartimento della Gioventù e del SCN autorizzando quest’ultimo a pubblicare bandi di SCN aperti a quegli stranieri compresi nelle disposizioni emanate in occasione del bando dell’Ottobre del 2013.
E’ un altro stimolo al Governo e al Parlamento a superare l’attuale quadro legislativo.
Per la Cnesc è estremamente rilevante che questa innovazione avvenga in un quadro che mantiene e aggiorna ai tempi e alle culture attuali il concetto di difesa della Patria, in quella modalità civile e non armata che la Corte Costituzionale fino dal 1985 aveva indicato.

Palazzini conclude chiedendo al sottosegretario Bobba di dare disposizioni per sbloccare subito i bandi tenuti sospesi in questi mesi e nello stesso tempo di adoperarsi, assieme ai deputati della Commissione Affari Sociali della Camera, affinché nel testo del disegno di legge delega di riforma del Terzo Settore e del Servizio Civile si abbia un Servizio Civile Universale, la modalità civile e non armata di difesa della Patria, aperto ai cittadini italiani e agli stranieri con le caratteristiche già introdotte dal 2013 nella attuazione della legge sul SCN.

Roma, 10 ottobre 2014

Servizio Civile: la storia di Abi

 

CNESC

Video: le scelte consapevoli dei volontari della Valle D’Aosta

 
Sigle
SCN = servizio civile nazionale ex legge 64/2001
SCU = servizio civile universale
ASC = Arci Servizio Civile
CNESC = Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile

        

CNESC, Consiglio di Stato agli stranieri residenti in Italia di partecipare al Servizio Civile Nazionale Leggi tutto »

Fieri di essere “burocrati” del Servizio Civile e del Terzo Settore: la risposta di Anpas e Cnesc all’editoriale del Corriere della Sera

Anpas e CNESC rispondono all’editorialista del Corriere della Sera

Leggiamo con dispiacere la polemica innescata su servizio civile e Terzo Settore da Ernesto Galli Della Loggia negli articoli comparsi lunedì 14 e nella risposta che domenica 20 luglio ha dato ad una replica del sottosegretario Luigi Bobba sul Corriere della Sera. Non capiamo l’utilità di una serie di gravi affermazioni, rispetto soprattutto all’utilizzo di finanziamenti pubblici, senza alcun tipo di argomentazione, dove con toni sprezzanti l’autore accusa enti “legati al sottogoverno politico-partitico religioso” di troppa burocrazia.

L’Italia che hanno vissuto quasi quattordicimila ragazzi e ragazze che hanno preso parte ad un progetto di servizio civile in una pubblica assistenza Anpas, senza contare gli obiettori di coscienza, sono “cosa un tantino” diversa (per usare le sue stesse parole) da quella che descrive Ernesto Galli della Loggia e sarebbero ben lieti di raccontargli la loro esperienza di crescita e di formazione così come potrebbero testimoniare tutte le comunità che hanno visto crescere questi ragazzi e vederli agire nelle emergenze così come nella vita quotidiana.

Se imparare a portare assistenza e soccorso a chiunque ne abbia bisogno, se trascorrere una notte in un’associazione sperando che non squilli un telefono, se stringere la mano sul retro di un’ambulanza mentre davanti chi guida fa di tutto per arrivare in tempo in ospedale, se tutto questo è un atto di burocrazia, allora tutti i novantamila volontari Anpas saranno fieri burocrati.

E’ con piacere che, da presidente di un’associazione di volontariato laica, apartitica e aconfessionale che porta soccorso e assistenza a chiunque ne abbia bisogno, invito Ernesto Galli della Loggia in una pubblica assistenza a conoscere quello che è il terzo settore e magari a raccontarlo almeno con cognizione di causa. 
Fabrizio Pregliasco

 


Prendiamo atto con soddisfazione che Galli Della Loggia, nella risposta data il 20 Luglio alla lettera del Sottosegretario Bobba nella sezione Interventi e repliche, muta opinione sul servizio civile, dandone una interpretazione positiva.
Ipotizza però che “un’organizzazione frantumata sul territorio e affidata a centinaia di enti i più diversi” non “sia quella più adatta a incarnare le intenzioni suddette” tanto più perché “molti” sarebbero legati “al sottogoverno politico-partitico religioso”. E prosegue “L’Italia è cosa un tantino diversa dal “Terzo settore”, il “nonprofit” e altre criptiche denominazioni del politichese nostrano che sanno troppo di burocrazia e di finanziamenti pubblici a destinazione ignota”. Sui finanziamenti, almeno in materia di servizio civile, ha già risposto il Sottosegretario Bobba, ma evidentemente Della Loggia non se è accorto.
Invece sulla diversa organizzazione della rete delle organizzazioni, pubbliche e senza scopo di lucro che scelgono di impegnare i giovani sfonda, almeno per la Cnesc, una porta aperta. Sono anni che proponiamo forme di aggregazione fra le organizzazioni accreditate, pubbliche e senza scopo di lucro, consapevoli che per l’erogazione di servizi essenziali alla qualità dell’esperienza (accoglienza dei giovani, formazione, monitoraggio, programmazione degli interventi) piccolo è bello non è il modo giusto. Ci siamo scontrati con la logica di molte istituzioni e di molta classe politica del divide et impera e alcune organizzazioni l’hanno accettata. Ancora oggi ci sono politici e burocrati che spingono ad una ulteriore frantumazione delle reti che le organizzazioni sociali si sono liberamente date e con fatica nei decenni scorsi. E sullo sfondo l’incuria, politica oltre che economica con la quale lo Stato Italiano dal 1972 gestisce il servizio civile. Per la Cnesc queste aggregazioni potrebbero rendere realizzabile un’alleanza fra le missioni che lo Stato Italiano affida al Servizio Civile Universale e la rete, pubblica e senza scopo di lucro, di organizzazioni che vogliono partecipare alla ripresa della società italiana, a cominciare dalla restituzione ai giovani della responsabilità di essere protagonisti, giovani a cui viene riconosciuto un importo economico tale da rendere possibile la partecipazione anche a chi non ha le spalle coperte. Oggi questa alleanza è limitata a poche realtà in gran parte nazionali, in un SCN caduto nel tritacarne dell’applicazione, fra l’altro impropria, del titolo V della Costituzione.
Un’alleanza che non riguarda solo il nonprofit, per il quale Della Loggia usa un incomprensibile e ingiustificabile dileggio se non accompagnato da nomi e cognomi, ma anche tutta la Pubblica Amministrazione che è accreditata al SCN con alcuni Ministeri, Regioni, decine di Province, migliaia di Comuni, decine di ASL, Ospedali, Università.
Ringraziandola per l’ospitalità buone giornate
Licio Palazzini Presidente Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile

 

Si lavora a San Prospero (MO) per ingentilire i cuori

 

“Penso che si debba senz’altro fare credito al governo che le sue intenzioni fossero quelle illustrate dal sottosegretario Bobba.

Io resto convinto però che un’organizzazione frantumata sul territorio e affidata a centinaia di enti i più diversi, molti dei quali legati al sottogoverno politico-partitico religioso non sia quella più adatta a incarnare le intenzioni suddette. L’Italia è cosa un tantino diversa dal “Terzo settore”, il “nonprofit” e altre criptiche denominazioni del politichese nostrano che sanno troppo di burocrazia e di finanziamenti pubblici a destinazione ignota”

– Ernesto Galli della Loggia, domenica 20 luglio – Corriere della Sera


Video: le scelte consapevoli dei volontari della Valle D’Aosta

Una storia di Servizio Civile dalla Sardegna, di Annachiara Congiu

L’ultimo giorno di servizio civile di Abi, in Emilia, dopo il terremoto

L’obiezione di coscienza: il percorso di Anpas raccontato da Luigi Sonnenfeld

Fieri di essere “burocrati” del Servizio Civile e del Terzo Settore: la risposta di Anpas e Cnesc all’editoriale del Corriere della Sera Leggi tutto »

Cnesc sulla riforma terzo settore: nel 2015 vengano stanziati 200 milioni

Palazzini: per Servizio Civile universale chiediamo che già nella legge di stabilità 2015 vengano stanziati 200 milioni

“La Cnesc esprime una decisa soddisfazione per l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri della legge di delega al Governo per la riforma del Terzo Settore, in particolare per la parte che riguarda la disciplina del “Servizio Civile Universale”  dichiara il presidente Licio Palazzini.

“Apprezziamo in primo luogo la prospettiva che si apre di favorire fra tutti i giovani la partecipazione al Servizio Civile, un’esperienza che somma la dimensione individuale educativa e partecipativa a quella istituzionale di contributo diretto alla coesione sociale e alla difesa non armata e non violenta della Patria, facendogli finalmente acquisire il carattere universale e volontario per i quali ci siamo battuti”.
“In secondo luogo perché da nuovamente all’Italia il ruolo di leader in Europa per la valorizzazione del servizio civile come prezioso strumento di costruzione della dimensione europea della nostra cittadinanza, che reagisce ai nazionalismi e indirizza a scopi positivi le grandi risorse giovanili oggi compresse e sprecate”.
“Abbiamo la preziosa opportunità di proporre agli altri Stati e ai giovani europei  – durante il semestre di Presidenza dell’Unione e in maniera credibile – la prospettiva del servizio civile europeo”.
“Siamo consapevoli che il percorso per il SCU è solo agli inizi e che potrebbero esserci discussioni e disaccordi su temi organizzativi o economici anche rilevanti ma diamo atto a questo Governo, al Presidente del Consiglio, ai Ministri e al Sottosegretario delegato che hanno elaborato il testo di aver collocato il SCU fra le istituzioni basilari della società italiana, raccogliendo  l’impostazione di fondo che avevamo proposto con il Servizio Civile per “tutti quelli che chiedono di farlo”.
 
Al testo della legge delega hanno contribuito, assieme ai parlamentari che ringraziamo, le proposte di organizzazioni come la Cnesc – che da anni opera per la promozione di un servizio civile qualificato – fatte attraverso la partecipazione alla fase di consultazione lanciata lo scorso 13 Maggio
 
“In coerenza con questo impianto e per accorciarne la necessaria fase transitoria dall’attuale Servizio Civile Nazionale chiediamo al Governo – conclude Palazzini – che già nella legge di stabilità 2015 si passi da 77 milioni a 200 milioni.”

Servizio Civile: la storia di Abi

 

Il Servizio Civile Nazionale ponte per quello Universale

 

La prima considerazione che avanziamo riguarda il percorso per arrivare alla partenza del SCU, percorso del quale non possiamo immaginare tempi brevi.
Allora, perché la CNESC possa considerare credibile l’obiettivo indicato nelle Linee Guida, è indispensabile non solo consolidare ma far crescere nei prossimi anni il contingente di avvii al servizio tramite il SCN. Chiediamo che nel 2015 partano 45.000 giovani, 80.000 giovani nel 2016 per avere nel 2017 il SCU.
Inoltre la sussidiarietà ha nel suo essere procedure di consultazione fra i vari soggetti che, in aggiunta alla presente metodologia, prevedono anche incontri e scambi, senza intaccare le responsabilità del Governo di decidere nei contenuti e nei tempi.

 

E’ sulla base di questo percorso che avanziamo le seguenti osservazioni.

 

La finalità del servizio civile

 

In primo luogo rileviamo con soddisfazione il contesto costituzione del quale è collocata la proposta.
“Assicurare una leva di giovani per la “difesa della Patria” accanto al servizio militare: un Servizio Civile Nazionale universale, come opportunità di servizio alla comunità e primo approccio all’inserimento professionale, aperto ai giovani dai 18 ai 29 anni che desiderino confrontarsi con l’impegno civile, per la formazione di una coscienza pubblica e civica. “
A nostro avviso questa linea guida recepisce la impostazione del SCN, dà attuazione ad alcune sentenze della Corte Costituzionale che hanno richiamato il legislatore a sviluppare attraverso il servizio civile la dimensione civile e non armata della difesa della Patria, chiama tutti a concorrere allo sviluppo di una coscienza pubblica e civica e quindi esprimiamo il nostro consenso. Ed è positivo che si riporti a questa identità le positività collaterali insite nel servizio civile quali il concorso ad affrontare della vita sociale i punti di crisi, a sviluppare i punti di forza e di innovazione così come il concorso a far crescere il capitale umano dei giovani per contribuire alla ripresa dell’occupazione e della produzione.

 

Servizio civile aperto a tutti quelli che lo chiedono

 

In secondo luogo condividiamo l’obiettivo di rendere aperto a tutte le condizioni giovanili l’accesso al servizio civile, quando si dice “garantire ai giovani che lo richiedono di poter svolgere il Servizio Civile Universale, fino ad un massimo di 100.000 giovani all’anno per il primo triennio dall’istituzione del Servizio;”. In questi anni i tagli alla dotazione del Fondo nazionale del SC hanno prodotto il paradosso di rendere il SCN un’opportunità per pochi che magari hanno avuto accesso ad altre opportunità. Sul piano più strettamente politico recepisce la proposta avanzata in ultimo con l’Assemblea di Firenze per i 40 anni dell’obiezione di coscienza al servizio militare avanzata da Cnesc, Movimento nonviolento, Forum nazionale dei giovani, Forum del Servizio Civile, Forum permanente del Terzo Settore di rendere accessibile l’istituto a tutti i giovani che lo chiedono, mantenendo la natura volontaria ma facendone un fattore di inclusione di tutti i profili giovanili.
In questo contesto si tratta di prevedere un riconoscimento economico che permetta a tutti i giovani che vogliono farlo di poterlo scegliere in modo sostenibile.
Ci sono numerosi passaggi giuridici e organizzativi da approfondire ma l’obiettivo indicato è condivisibile. Gli aspetti collegati a questa linea guida trovano la formulazione più esaustiva nel testo depositato in questa legislatura a primo firmatario On. Patriarca agli artt. 5 e 7 e all’art. 6 per la attiva inclusione dei cittadini portatori di handicap.

 

Apertura agli stranieri

 

In terzo luogo condividiamo la disposizione di aprire alla “partecipazione degli stranieri al SCN;” perchè recepisce le proposte che fin dal 2001 avevamo fatto.
Ci sono numerosi passaggi giuridici e organizzativi da approfondire ma l’obiettivo indicato è condivisibile. La formulazione più esaustiva al momento è quella dell’Art. 5 nel testo depositato in questa legislatura a primo firmatario On. Patriarca a primo firmatario On. Patriarca e ripresa nel documento del PD del 21 Marzo 2014.

 

Certificazione competenze e benefits formativi

 

Condividiamo la disposizione di una “previsione di benefit per i volontari, quali: crediti formativi universitari; tirocini universitari e professionali; riconoscimento delle competenze acquisite durante l’espletamento del servizio;”. Facciamo comunque presente che la prima parte riprende una disposizione già presente del SCN, sulla quale l’autonomia universitaria ha reso aleatoria la sua attuazione.
La seconda parte della disposizione accoglie finalmente quanto già sollecitato dalla Cnesc in ultimo durante la presentazione del XIV Rapporto a Dicembre 2013 dando attuazione a quanto già stabilito dalla Legge Fornero che vincola le Amministrazioni a dare attuazione alla certificazione delle competenze che ogni giovane in servizio acquisisce e nello stesso tempo contribuisce a innalzare il capitale umano e sociale del nostro Paese.
Ci sono numerosi passaggi giuridici e organizzativi da approfondire ma l’obiettivo indicato è condivisibile. L’art. 17 nel testo depositato in questa legislatura a primo firmatario On. Patriarca presenta al momento la formulazione più esaustiva.

 

Facilitazioni ingressi nel lavoro

 

E’ condivisibile la disposizione che fissa la “stipula di accordi di Regioni e le Province autonome con le associazioni di categorie degli imprenditori, associazioni delle cooperative e del terzo settore per facilitare l’ingresso sul mercato del lavoro dei volontari, la realizzazione di tirocini o di corsi di formazione per i volontari;”
Anche questa comunque è una disposizione già presente nel SCN ma mai attuata. Nei fatti le Regioni e PA si sono concentrate sulla gestione di alcune parti della legislazione vigente (accreditamento enti e valutazione progetti con relative graduatorie) ove si dava accesso a risorse statali, ma non ci sono stati passi in avanti su questa parte. Questa valutazione ex post va recepita se si vuole fare la differenza. In termini più generali la crisi in atto dal 2008, la disoccupazione giovanile a livello esplosivo che ha generato rendono ancora più urgente la concreta attuazione, senza rendere il SCU una politica del lavoro, dell’occultamento temporaneo della disoccupazione giovanile, della introduzione di un’altra forma di precarietà. Quindi ben venga la collaborazione per il post servizio con le imprese, i centri per l’impiego, i soggetti privati, mantenendo la natura educativo-formativa alla difesa civile e non armata della Patria e all’impegno civico dei giovani nel periodo di servizio civile.

 

Verso il Servizio Civile Europeo, il servizio all’estero e i Corpi Civili di Pace

 

Condividiamo la “possibilità di un periodo di servizio in uno dei Paesi dell’Unione Europea avente il Servizio Civile volontario in regime di reciprocità;”.
L’orizzonte di riferimento è la costruzione di una dimensione anche europea dei servizi civili nazionali come proposto dall’appello lanciato a Torino lo scorso 13 aprile 2014 dalla Cnesc, dal Tesc e dal settimanale Vita.

 

Con la formula Italia/Europa avevamo sollecitato che il SCN assumesse l’obiettivo di contribuire alla lotta contro gli stereotipi, la xenofobia, il populismo anche a livello di Unione Europea. Questa previsione apre il percorso in questa direzione. Va comunque collegata questa prospettiva ad altre due forme di espletamento del SCU.
Il Servizio Civile all’estero e l’attivazione della sperimentazione dei Corpi Civili di Pace.
Tutte e tre le modalità dovrebbero fare dell’Italia un soggetto di pace nel Mediterraneo, in Europa, nelle zone ove i conflitti possono passare alla fase armata o dove servono azioni di costruzione/ricostruzione delle società civili e delle istituzioni democratiche. Ci sono numerosi passaggi giuridici e organizzativi da approfondire ma l’obiettivo indicato è condivisibile e i dispositivi presenti nell’articolo 18 del citato testo a primo firmatario l’On. Patriarca sono un utile rifermento.

 

Durata del periodo di servizio civile universale

 

Invece non siamo convinti, sulla base della esperienza realizzata in questi anni, delle indicazioni dei giovani in servizio (vedi in ultimo sondaggio..), degli operatori locali di progetto, dei responsabili locali, dei formatori, che la durata base di 8 mesi sia quella coerente con gli obiettivi indicati nelle stesse linee guida.
della previsione “tempi di servizio in linea con la velocità delle trasformazioni che permettano ai giovani di fare una esperienza significativa che non li tenga bloccati per troppo tempo (8mesi eventualmente prorogabili di 4 mesi);”. Se la ratio è generata dalle risorse pubbliche disponibili (meno durata, più accessi) la assenza di indicazioni nelle Linee guida impedisce di articolare proposte di:
a) graduale crescita del contingente per arrivare prima possibile ai 100.000 indicati;
b) una articolazione delle durate (6-9-12 mesi sulla base del budget annuale disponibile)
c) la combinazione di questi primi due fattori con la riduzione dell’orario settimanale di servizio;
d) il ricorso aggiuntivo ai fondi del Ministero della Difesa, l’altra componente della Difesa della Patria, come indicato all’art. 19 del citato testo a primo firmatario On. Patriarca.
In tutti i casi proponiamo che la durata ordinaria sia di dodici mesi, con articolazioni in durate ridotte di 9 e 6 mesi.

 

Se queste sono le indicazioni sui contenuti espressi nelle linee guida ci sono tanti altri argomenti che sono assenti e che sono essenziali per poter dare una valutazione effettiva di merito.

 

Ne indichiamo solo alcuni, a nostro avviso rilevanti per poter dare una valutazione consapevole.

 

Governance del SCU

 

Anche se il tema sembra da addetti ai lavori è cruciale per dare coerenza, stabilità, qualità all’intera esperienza del SCU, dopo le falle manifestate con il SCN.

 

Intanto va stabilita la articolazione fra finalità e terreni su cui realizzarla trova al momento la formulazione più esaustiva nella sequenza fra Art. 1 e Art. 2 nel testo depositato in questa legislatura a primo firmatario On. Patriarca che inserisce in una visione più “politico-culturale” i tradizionali settori del SCN, che derivano ancora dalla normativa del servizio civile degli obiettori di coscienza.

 

L’altro punto critico della governance del SCN è stata l’articolazione/duplicazione delle funzioni fra livello statale (UNSC) e livello delle regioni e pa (uffici regionali e provinciali). Condividiamo la formulazione proposta nel testo depositato in questa legislatura a primo firmatario On. Patriarca che riprende e perfeziona quanto già contenuto nel testo a primo firmatario l’On. Sereni già nel 2010.

 

Il terzo nodo riguarda la programmazione del SCU, i soggetti chiamati a partecipare e le modalità della loro partecipazione.
E’ qui anche il nodo delle funzioni fra le istituzioni (Stato e Regioni) e il coinvolgimento delle organizzazioni sociali e delle rappresentanze dei giovani. Su questo punto le nostre posizioni sono espresse nel testo a primo firmatario On. Patriarca, all’ Art. 4, che riprende il precedente testo dell’On. Sereni, ovviamente considerando superata (per difetto) la indicazione quantitativa espressa al comma 2.

 

Altro aspetto riguarda la previsione di sedi di consultazione sulle scelte organizzative della struttura gestionale, dando continuità alla Consulta nazionale del SC e prevedendo la ricostituzione del Comitato di Ricerca e Sperimentazione della difesa civile e non armata, previsti in tutti i testi di riforma. Quest’ultimo organismo è tanto più ordinario vista la finalità di concorso alla difesa civile e non armata della Patria e per la tematica dei Corpi Civili di Pace, in parte rilevante anche se non assoluta da inserire3 nella attuazione del SCU. Si ritiene utile riportare la formulazione espressa agli articoli 14 e 15 nel testo depositato in questa legislatura a primo firmatario On. Patriarca che su questi argomenti riprende quanto già contenuto nel citato testo Sereni del 2010.

 

Status dei giovani, orario di servizio, importo dell’assegno mensile e loro formazione

 

Anche questo aspetto è rilevante e delicato anche perché in questi anni è stato fonte di equivoci e confusioni.
Va definito il riferimento generale a cui ancorare i giovani del SCU, che superi la confusione con i contratti precari e con il volontariato e qui la indicazione più coerente ci pare quella sia della legislazione in vigore che dei testi di riforma, incluso quello del PD del 21 Marzo che individua nei Volontari a ferma annuale nelle FFAA il riferimento.
A titolo esemplificativo per quanto riguarda il rapporto di servizio civile si riporta quanto formulato nell’art. 7 nel testo depositato in questa legislatura a primo firmatario On. Patriarca.

 

Per la formazione si riporta quanto formulato all’art. 16 nel testo depositato in questa legislatura a primo firmatario On. Patriarca che ripropone quanto avanzato dal testo dell’On. Sereni.
Si tratta non solo di confermarla, ma di ampliarne la durata e sostenere le organizzazioni a poterla erogare con modalità d’aula ma distribuite su più giornate rispetto a quelle attuali.

 

Nuova organizzazione delle attività, oltre i soli progetti

 

La linea dei Progetti come unica modalità per le organizzazioni di partecipare al SCU non è più adeguata.
Fatta salva la trasparenza e legittimità delle attività previste per i giovani servono strumenti plurali, che siano adeguati agli obiettivi, alle organizzazioni, alla durata e urgenza degli interventi. Al momento la formulazione più esauriente è quella contenuta nel testo depositato in questa legislatura a primo firmatario On. Patriarca agli Art. 8,9,10.

 

Organizzazioni del SCU

 

Sappiamo per esperienza quanto sia decisivo questo passaggio e come sia necessario andare oltre la sola verifica a monte dei requisiti formali. Ma qui vogliamo mettere in luce l’esperienza concreta di sussidiarietà ante litteram che la storia del servizio civile ha realizzato. Lo Stato ha svolto il compito di legislatore, regolatore, gestore delle risorse pubbliche mentre le formazioni sociali, burocraticamente chiamati enti, hanno concretamente realizzato le azioni, accolto i giovani, prodotto procedure, strumenti di promozione, gestione. Questo nodo è stato affrontato dal testo On. Sereni e poi ripreso nel testo depositato in questa legislatura a primo firmatario On. Patriarca, agli artt. 3 e 11.

 

Nella attuazione della legge 64/2001 troppe sono state le maglie che hanno permesso la convivenza di organizzazioni che hanno promosso il servizio civile anche nella sua dimensione culturale e organizzazioni che ne hanno sfruttato la sola dimensione di risparmio economico e di risorse umane. Si manifesta qui la questione sollevata nelle linee guida quando si dice di separare il grano dal loglio.
In questa prospettiva la stessa organizzazione per classi di accreditamento va superata, incentivando forme di aggregazione fra le varie organizzazioni. I 3200 enti accreditati rendono impossibile ogni forma di partecipazione al processo di valutazione dei risultati e di programmazione.
Nella nuova configurazione delle organizzazioni, che valorizzi chi ha fatto investimenti e prodotto modelli sta la risposta alla richiesta di partecipazione finanziaria delle organizzazioni accreditate. Si tratta di far investire tutti in risorse umane, strutture, servizi, report e non di percorrere la scorciatoia di permettere il pagamento dell’assegno mensile dei giovani.
Questa misura non solo favorisce le organizzazioni pubbliche rispetto al Terzo Settore, avendo le prime la disponibilità delle risorse derivanti dalla fiscalità generale e le seconde i contributi dei soci o di soggetti esterni, ma anche snatura il rapporto con i giovani del SCN. Infatti in tale situazione il giovane, essendo retribuito di fatto dalla organizzazione stessa, è solo formalmente in SCU e inoltre perde ogni identità rispetto ai dipendenti e collaboratori delle organizzazioni e dei volontari.

 

Le risorse necessarie, i finanziatori, l’impatto sulla società italiana

 

La consultazione è bene che sia l’occasione per portare l’attenzione sui risultati anche economici che il SC produce in vari modi.
In termini di risparmio di impiego di risorse pubbliche (attraverso azioni di prevenzione).
In termini di erogazione di servizi a minor costo.
In termini di valorizzazione delle risorse pubbliche.
In termini soprattutto di formazione, attraverso l’imparare facendo, di capitale umano e sociale a livello di massa.
Le ricerche effettuate da soggetti indipendenti oltre che i rapporti annuali di ASC hanno indicato in un’oscillazione fra 3 e 4 euro il ritorno di ogni euro pubblico investito nel SC.
Occorre quindi portare il discorso sulle risorse pubbliche per il SCU come investimento, non come costo e in tale ottica definiti gli importi.
Altro cardine del ragionamento da promuovere nella consultazione è l’assunto che accanto all’investimento di risorse pubbliche ci sono le risorse investite dalle organizzazioni. I pochi dati disponibili segnalano che oramai la somma investita dalle organizzazioni quasi equivale quella investita dallo Stato, per la progettazione, la promozione, la selezione dei giovani, l’organizzazione delle attività e le risorse umane conseguenti, la formazione generale e specifica, il monitoraggio, nei casi degli enti di 1 classe anche i rapporti annuali.
Dal punto di vista della formulazione delle funzioni, alimentazione, importi e modalità di gestione del Fondo Nazionale del SC il testo più esaustivo è quello nel testo depositato in questa legislatura a primo firmatario On. Patriarca all’art. 19.

 

Restando in attesa di un cenno di riscontro e di conoscere l’insieme delle proposte avanzate, anche per valutare le nostre elaborazioni, si augura buon lavoro

 

 

.

 

 

 

 

CNESC

Video: le scelte consapevoli dei volontari della Valle D’Aosta

 
Sigle
SCN = servizio civile nazionale ex legge 64/2001
SCU = servizio civile universale
ASC = Arci Servizio Civile
CNESC = Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile

        

Cnesc sulla riforma terzo settore: nel 2015 vengano stanziati 200 milioni Leggi tutto »

CNESC: il Governo mantenga il servizio civile universale e volontario aperto agli stranieri

Il Governo mantenga il servizio civile universale e volontario aperto agli stranieri

 

Il 10 Luglio 2014 nel comunicato di Palazzo Chigi, diffuso attraverso il proprio sito al termine del Consiglio dei Ministri, si leggeva “giovani di età compresa tra 18 e 28 anni, anche cittadini dell’Unione europea e soggetti ad essi equiparati ovvero stranieri regolarmente soggiornanti o partecipanti ad un programma di volontariato “ potranno partecipare al Servizio Civile Universale.

Dopo le dichiarazioni del Presidente del Consiglio non vorremmo un ritorno al passato con la chiusura agli stranieri nel SCU.

Qualche considerazione dalla Cnesc che crede che il SCU sia l’altra modalità, non armata, di difendere la Patria .

613 a 90.030: questo il rapporto fra stranieri e italiani nelle richieste di partecipazione al servizio civile nazionale nel 2013.

In termini numerici non c’è partita. sul piano delle risorse economiche una partecipazione di queste dimensioni non intaccherebbe l’obiettivo che il Governo affida al SCU: un’opportunità a regime per circa 100.000 giovani di educazione, apprendimento, partecipazione.

In tal modo il SCU diventerebbe una delle istituzioni di base della società italiana.

Per questo la Cnesc continua ad esprimere interesse alla proposta deliberata dal Consiglio dei Ministri il 10 luglio, in attesa di vedere il testo definitivo.

E proprio perché condividiamo che l’asse costituzionale su cui innestarla è la difesa della Patria facciamo notare, qualora ci fosse la decisione di aprirlo solo ai cittadini italiani, alcune contraddizioni:

In primo luogo sugli immigrati:

Il 17 Maggio 2013 l’on. Pinotti, allora Sottosegretario, oggi Ministro della Difesa si disse favorevole all’apertura sia delle FF.AA. che del servizio civile agli immigrati.

Un a base giuridica a quest’affermazione venne dall’ordinanza con cui il giudice del Tribunale di Milano ingiunse al Dipartimento del SCN di riaprire il bando di SCN estendendolo anche agli stranieri. Cosa è cambiato oggi?

Quale Paese immagina il Governo, sapendo che nel 2020 i cittadini stranieri in Italia saranno più di 7 ml, oltre il 10% della popolazione, e nel 2035 più del 15%?

In secondo luogo sui cittadini comunitari:

la Francia, che ha un forte senso di “République et de la Patrie” nel 2010 ha lanciato il servizio civile per la difesa e la coesione sociale, aperto agli stranieri.

A quale servizio civile europeo pensa il Governo senza la possibilità di impegnare i cittadini europei, in condizione di reciprocità, come avviene già oggi per la Francia e la Germania?

A quale difesa europea pensa il Governo se intende mantenere il vincolo della cittadinanza nazionale della partecipazione dei cittadini europei?

A quale cittadinanza europea pensa il Governo quando già oggi nei nostri passaporti c’è scritto Europa accanto a Italia?

Per tutti questi motivi la Cnesc continuerà a operare affinchè il disegno di legge sia mantenuto nella sua stesura originale con il SCU aperto anche agli stranieri.

Roma, 17 Luglio 2014

na

Servizio Civile: la storia di Abi

 

CNESC

Video: le scelte consapevoli dei volontari della Valle D’Aosta

 
Sigle
SCN = servizio civile nazionale ex legge 64/2001
SCU = servizio civile universale
ASC = Arci Servizio Civile
CNESC = Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile

        

CNESC: il Governo mantenga il servizio civile universale e volontario aperto agli stranieri Leggi tutto »

Il Contributo CNESC alla consultazione sulle Linee guida per la riforma del servizio civile

Il Contributo CNESC alla consultazione sulle Linee guida per la riforma del servizio civile 

 

Sommario degli argomenti trattati

 La finalità del servizio civile
 Servizio civile aperto a tutti quelli che lo chiedono
 Apertura agli stranieri
 Certificazione competenze e benefits formativi
 Facilitazioni ingressi nel lavoro
 Verso il Servizio Civile Europeo, il servizio all’estero e i Corpi Civili di Pace 
 Durata del periodo di servizio civile universale
 Governance del SCU
 Status dei giovani, orario di servizio, importo dell’assegno mensile e loro formazione
 Nuova organizzazione delle attività, oltre i soli progetti
 Organizzazioni del SCU.
 Le risorse necessarie, i finanziatori, l’impatto sulla società italiana

Servizio Civile: la storia di Abi

 

Il Servizio Civile Nazionale ponte per quello Universale

La prima considerazione che avanziamo riguarda il percorso per arrivare alla partenza del SCU, percorso del quale non possiamo immaginare tempi brevi.
Allora, perché la CNESC possa considerare credibile l’obiettivo indicato nelle Linee Guida, è indispensabile non solo consolidare ma far crescere nei prossimi anni il contingente di avvii al servizio tramite il SCN. Chiediamo che nel 2015 partano 45.000 giovani, 80.000 giovani nel 2016 per avere nel 2017 il SCU.
Inoltre la sussidiarietà ha nel suo essere procedure di consultazione fra i vari soggetti che, in aggiunta alla presente metodologia, prevedono anche incontri e scambi, senza intaccare le responsabilità del Governo di decidere nei contenuti e nei tempi.

E’ sulla base di questo percorso che avanziamo le seguenti osservazioni.

La finalità del servizio civile

In primo luogo rileviamo con soddisfazione il contesto costituzione del quale è collocata la proposta.
“Assicurare una leva di giovani per la “difesa della Patria” accanto al servizio militare: un Servizio Civile Nazionale universale, come opportunità di servizio alla comunità e primo approccio all’inserimento professionale, aperto ai giovani dai 18 ai 29 anni che desiderino confrontarsi con l’impegno civile, per la formazione di una coscienza pubblica e civica. “
A nostro avviso questa linea guida recepisce la impostazione del SCN, dà attuazione ad alcune sentenze della Corte Costituzionale che hanno richiamato il legislatore a sviluppare attraverso il servizio civile la dimensione civile e non armata della difesa della Patria, chiama tutti a concorrere allo sviluppo di una coscienza pubblica e civica e quindi esprimiamo il nostro consenso. Ed è positivo che si riporti a questa identità le positività collaterali insite nel servizio civile quali il concorso ad affrontare della vita sociale i punti di crisi, a sviluppare i punti di forza e di innovazione così come il concorso a far crescere il capitale umano dei giovani per contribuire alla ripresa dell’occupazione e della produzione.

Servizio civile aperto a tutti quelli che lo chiedono

In secondo luogo condividiamo l’obiettivo di rendere aperto a tutte le condizioni giovanili l’accesso al servizio civile, quando si dice “garantire ai giovani che lo richiedono di poter svolgere il Servizio Civile Universale, fino ad un massimo di 100.000 giovani all’anno per il primo triennio dall’istituzione del Servizio;”. In questi anni i tagli alla dotazione del Fondo nazionale del SC hanno prodotto il paradosso di rendere il SCN un’opportunità per pochi che magari hanno avuto accesso ad altre opportunità. Sul piano più strettamente politico recepisce la proposta avanzata in ultimo con l’Assemblea di Firenze per i 40 anni dell’obiezione di coscienza al servizio militare avanzata da Cnesc, Movimento nonviolento, Forum nazionale dei giovani, Forum del Servizio Civile, Forum permanente del Terzo Settore di rendere accessibile l’istituto a tutti i giovani che lo chiedono, mantenendo la natura volontaria ma facendone un fattore di inclusione di tutti i profili giovanili.
In questo contesto si tratta di prevedere un riconoscimento economico che permetta a tutti i giovani che vogliono farlo di poterlo scegliere in modo sostenibile.
Ci sono numerosi passaggi giuridici e organizzativi da approfondire ma l’obiettivo indicato è condivisibile. Gli aspetti collegati a questa linea guida trovano la formulazione più esaustiva nel testo depositato in questa legislatura a primo firmatario On. Patriarca agli artt. 5 e 7 e all’art. 6 per la attiva inclusione dei cittadini portatori di handicap.

Apertura agli stranieri

In terzo luogo condividiamo la disposizione di aprire alla “partecipazione degli stranieri al SCN;” perchè recepisce le proposte che fin dal 2001 avevamo fatto.
Ci sono numerosi passaggi giuridici e organizzativi da approfondire ma l’obiettivo indicato è condivisibile. La formulazione più esaustiva al momento è quella dell’Art. 5 nel testo depositato in questa legislatura a primo firmatario On. Patriarca a primo firmatario On. Patriarca e ripresa nel documento del PD del 21 Marzo 2014.

Certificazione competenze e benefits formativi

Condividiamo la disposizione di una “previsione di benefit per i volontari, quali: crediti formativi universitari; tirocini universitari e professionali; riconoscimento delle competenze acquisite durante l’espletamento del servizio;”. Facciamo comunque presente che la prima parte riprende una disposizione già presente del SCN, sulla quale l’autonomia universitaria ha reso aleatoria la sua attuazione.
La seconda parte della disposizione accoglie finalmente quanto già sollecitato dalla Cnesc in ultimo durante la presentazione del XIV Rapporto a Dicembre 2013 dando attuazione a quanto già stabilito dalla Legge Fornero che vincola le Amministrazioni a dare attuazione alla certificazione delle competenze che ogni giovane in servizio acquisisce e nello stesso tempo contribuisce a innalzare il capitale umano e sociale del nostro Paese.
Ci sono numerosi passaggi giuridici e organizzativi da approfondire ma l’obiettivo indicato è condivisibile. L’art. 17 nel testo depositato in questa legislatura a primo firmatario On. Patriarca presenta al momento la formulazione più esaustiva.

Facilitazioni ingressi nel lavoro

E’ condivisibile la disposizione che fissa la “stipula di accordi di Regioni e le Province autonome con le associazioni di categorie degli imprenditori, associazioni delle cooperative e del terzo settore per facilitare l’ingresso sul mercato del lavoro dei volontari, la realizzazione di tirocini o di corsi di formazione per i volontari;”
Anche questa comunque è una disposizione già presente nel SCN ma mai attuata. Nei fatti le Regioni e PA si sono concentrate sulla gestione di alcune parti della legislazione vigente (accreditamento enti e valutazione progetti con relative graduatorie) ove si dava accesso a risorse statali, ma non ci sono stati passi in avanti su questa parte. Questa valutazione ex post va recepita se si vuole fare la differenza. In termini più generali la crisi in atto dal 2008, la disoccupazione giovanile a livello esplosivo che ha generato rendono ancora più urgente la concreta attuazione, senza rendere il SCU una politica del lavoro, dell’occultamento temporaneo della disoccupazione giovanile, della introduzione di un’altra forma di precarietà. Quindi ben venga la collaborazione per il post servizio con le imprese, i centri per l’impiego, i soggetti privati, mantenendo la natura educativo-formativa alla difesa civile e non armata della Patria e all’impegno civico dei giovani nel periodo di servizio civile.

Verso il Servizio Civile Europeo, il servizio all’estero e i Corpi Civili di Pace

Condividiamo la “possibilità di un periodo di servizio in uno dei Paesi dell’Unione Europea avente il Servizio Civile volontario in regime di reciprocità;”.
L’orizzonte di riferimento è la costruzione di una dimensione anche europea dei servizi civili nazionali come proposto dall’appello lanciato a Torino lo scorso 13 aprile 2014 dalla Cnesc, dal Tesc e dal settimanale Vita.

Con la formula Italia/Europa avevamo sollecitato che il SCN assumesse l’obiettivo di contribuire alla lotta contro gli stereotipi, la xenofobia, il populismo anche a livello di Unione Europea. Questa previsione apre il percorso in questa direzione. Va comunque collegata questa prospettiva ad altre due forme di espletamento del SCU.
Il Servizio Civile all’estero e l’attivazione della sperimentazione dei Corpi Civili di Pace.
Tutte e tre le modalità dovrebbero fare dell’Italia un soggetto di pace nel Mediterraneo, in Europa, nelle zone ove i conflitti possono passare alla fase armata o dove servono azioni di costruzione/ricostruzione delle società civili e delle istituzioni democratiche. Ci sono numerosi passaggi giuridici e organizzativi da approfondire ma l’obiettivo indicato è condivisibile e i dispositivi presenti nell’articolo 18 del citato testo a primo firmatario l’On. Patriarca sono un utile rifermento.

Durata del periodo di servizio civile universale

Invece non siamo convinti, sulla base della esperienza realizzata in questi anni, delle indicazioni dei giovani in servizio (vedi in ultimo sondaggio..), degli operatori locali di progetto, dei responsabili locali, dei formatori, che la durata base di 8 mesi sia quella coerente con gli obiettivi indicati nelle stesse linee guida.
della previsione “tempi di servizio in linea con la velocità delle trasformazioni che permettano ai giovani di fare una esperienza significativa che non li tenga bloccati per troppo tempo (8mesi eventualmente prorogabili di 4 mesi);”. Se la ratio è generata dalle risorse pubbliche disponibili (meno durata, più accessi) la assenza di indicazioni nelle Linee guida impedisce di articolare proposte di:
a) graduale crescita del contingente per arrivare prima possibile ai 100.000 indicati;
b) una articolazione delle durate (6-9-12 mesi sulla base del budget annuale disponibile)
c) la combinazione di questi primi due fattori con la riduzione dell’orario settimanale di servizio;
d) il ricorso aggiuntivo ai fondi del Ministero della Difesa, l’altra componente della Difesa della Patria, come indicato all’art. 19 del citato testo a primo firmatario On. Patriarca.
In tutti i casi proponiamo che la durata ordinaria sia di dodici mesi, con articolazioni in durate ridotte di 9 e 6 mesi.

Se queste sono le indicazioni sui contenuti espressi nelle linee guida ci sono tanti altri argomenti che sono assenti e che sono essenziali per poter dare una valutazione effettiva di merito.

Ne indichiamo solo alcuni, a nostro avviso rilevanti per poter dare una valutazione consapevole.

Governance del SCU

Anche se il tema sembra da addetti ai lavori è cruciale per dare coerenza, stabilità, qualità all’intera esperienza del SCU, dopo le falle manifestate con il SCN.

Intanto va stabilita la articolazione fra finalità e terreni su cui realizzarla trova al momento la formulazione più esaustiva nella sequenza fra Art. 1 e Art. 2 nel testo depositato in questa legislatura a primo firmatario On. Patriarca che inserisce in una visione più “politico-culturale” i tradizionali settori del SCN, che derivano ancora dalla normativa del servizio civile degli obiettori di coscienza.

L’altro punto critico della governance del SCN è stata l’articolazione/duplicazione delle funzioni fra livello statale (UNSC) e livello delle regioni e pa (uffici regionali e provinciali). Condividiamo la formulazione proposta nel testo depositato in questa legislatura a primo firmatario On. Patriarca che riprende e perfeziona quanto già contenuto nel testo a primo firmatario l’On. Sereni già nel 2010.

Il terzo nodo riguarda la programmazione del SCU, i soggetti chiamati a partecipare e le modalità della loro partecipazione.
E’ qui anche il nodo delle funzioni fra le istituzioni (Stato e Regioni) e il coinvolgimento delle organizzazioni sociali e delle rappresentanze dei giovani. Su questo punto le nostre posizioni sono espresse nel testo a primo firmatario On. Patriarca, all’ Art. 4, che riprende il precedente testo dell’On. Sereni, ovviamente considerando superata (per difetto) la indicazione quantitativa espressa al comma 2.

Altro aspetto riguarda la previsione di sedi di consultazione sulle scelte organizzative della struttura gestionale, dando continuità alla Consulta nazionale del SC e prevedendo la ricostituzione del Comitato di Ricerca e Sperimentazione della difesa civile e non armata, previsti in tutti i testi di riforma. Quest’ultimo organismo è tanto più ordinario vista la finalità di concorso alla difesa civile e non armata della Patria e per la tematica dei Corpi Civili di Pace, in parte rilevante anche se non assoluta da inserire3 nella attuazione del SCU. Si ritiene utile riportare la formulazione espressa agli articoli 14 e 15 nel testo depositato in questa legislatura a primo firmatario On. Patriarca che su questi argomenti riprende quanto già contenuto nel citato testo Sereni del 2010.

Status dei giovani, orario di servizio, importo dell’assegno mensile e loro formazione

Anche questo aspetto è rilevante e delicato anche perché in questi anni è stato fonte di equivoci e confusioni.
Va definito il riferimento generale a cui ancorare i giovani del SCU, che superi la confusione con i contratti precari e con il volontariato e qui la indicazione più coerente ci pare quella sia della legislazione in vigore che dei testi di riforma, incluso quello del PD del 21 Marzo che individua nei Volontari a ferma annuale nelle FFAA il riferimento.
A titolo esemplificativo per quanto riguarda il rapporto di servizio civile si riporta quanto formulato nell’art. 7 nel testo depositato in questa legislatura a primo firmatario On. Patriarca.

Per la formazione si riporta quanto formulato all’art. 16 nel testo depositato in questa legislatura a primo firmatario On. Patriarca che ripropone quanto avanzato dal testo dell’On. Sereni.
Si tratta non solo di confermarla, ma di ampliarne la durata e sostenere le organizzazioni a poterla erogare con modalità d’aula ma distribuite su più giornate rispetto a quelle attuali.

Nuova organizzazione delle attività, oltre i soli progetti

La linea dei Progetti come unica modalità per le organizzazioni di partecipare al SCU non è più adeguata.
Fatta salva la trasparenza e legittimità delle attività previste per i giovani servono strumenti plurali, che siano adeguati agli obiettivi, alle organizzazioni, alla durata e urgenza degli interventi. Al momento la formulazione più esauriente è quella contenuta nel testo depositato in questa legislatura a primo firmatario On. Patriarca agli Art. 8,9,10.

Organizzazioni del SCU

Sappiamo per esperienza quanto sia decisivo questo passaggio e come sia necessario andare oltre la sola verifica a monte dei requisiti formali. Ma qui vogliamo mettere in luce l’esperienza concreta di sussidiarietà ante litteram che la storia del servizio civile ha realizzato. Lo Stato ha svolto il compito di legislatore, regolatore, gestore delle risorse pubbliche mentre le formazioni sociali, burocraticamente chiamati enti, hanno concretamente realizzato le azioni, accolto i giovani, prodotto procedure, strumenti di promozione, gestione. Questo nodo è stato affrontato dal testo On. Sereni e poi ripreso nel testo depositato in questa legislatura a primo firmatario On. Patriarca, agli artt. 3 e 11.

Nella attuazione della legge 64/2001 troppe sono state le maglie che hanno permesso la convivenza di organizzazioni che hanno promosso il servizio civile anche nella sua dimensione culturale e organizzazioni che ne hanno sfruttato la sola dimensione di risparmio economico e di risorse umane. Si manifesta qui la questione sollevata nelle linee guida quando si dice di separare il grano dal loglio.
In questa prospettiva la stessa organizzazione per classi di accreditamento va superata, incentivando forme di aggregazione fra le varie organizzazioni. I 3200 enti accreditati rendono impossibile ogni forma di partecipazione al processo di valutazione dei risultati e di programmazione.
Nella nuova configurazione delle organizzazioni, che valorizzi chi ha fatto investimenti e prodotto modelli sta la risposta alla richiesta di partecipazione finanziaria delle organizzazioni accreditate. Si tratta di far investire tutti in risorse umane, strutture, servizi, report e non di percorrere la scorciatoia di permettere il pagamento dell’assegno mensile dei giovani.
Questa misura non solo favorisce le organizzazioni pubbliche rispetto al Terzo Settore, avendo le prime la disponibilità delle risorse derivanti dalla fiscalità generale e le seconde i contributi dei soci o di soggetti esterni, ma anche snatura il rapporto con i giovani del SCN. Infatti in tale situazione il giovane, essendo retribuito di fatto dalla organizzazione stessa, è solo formalmente in SCU e inoltre perde ogni identità rispetto ai dipendenti e collaboratori delle organizzazioni e dei volontari.

Le risorse necessarie, i finanziatori, l’impatto sulla società italiana

La consultazione è bene che sia l’occasione per portare l’attenzione sui risultati anche economici che il SC produce in vari modi.
In termini di risparmio di impiego di risorse pubbliche (attraverso azioni di prevenzione).
In termini di erogazione di servizi a minor costo.
In termini di valorizzazione delle risorse pubbliche.
In termini soprattutto di formazione, attraverso l’imparare facendo, di capitale umano e sociale a livello di massa.
Le ricerche effettuate da soggetti indipendenti oltre che i rapporti annuali di ASC hanno indicato in un’oscillazione fra 3 e 4 euro il ritorno di ogni euro pubblico investito nel SC.
Occorre quindi portare il discorso sulle risorse pubbliche per il SCU come investimento, non come costo e in tale ottica definiti gli importi.
Altro cardine del ragionamento da promuovere nella consultazione è l’assunto che accanto all’investimento di risorse pubbliche ci sono le risorse investite dalle organizzazioni. I pochi dati disponibili segnalano che oramai la somma investita dalle organizzazioni quasi equivale quella investita dallo Stato, per la progettazione, la promozione, la selezione dei giovani, l’organizzazione delle attività e le risorse umane conseguenti, la formazione generale e specifica, il monitoraggio, nei casi degli enti di 1 classe anche i rapporti annuali.
Dal punto di vista della formulazione delle funzioni, alimentazione, importi e modalità di gestione del Fondo Nazionale del SC il testo più esaustivo è quello nel testo depositato in questa legislatura a primo firmatario On. Patriarca all’art. 19.

Restando in attesa di un cenno di riscontro e di conoscere l’insieme delle proposte avanzate, anche per valutare le nostre elaborazioni, si augura buon lavoro

 

.

 

 

 

 

CNESC

Video: le scelte consapevoli dei volontari della Valle D’Aosta

 
Sigle
SCN = servizio civile nazionale ex legge 64/2001
SCU = servizio civile universale
ASC = Arci Servizio Civile
CNESC = Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile

        

Il Contributo CNESC alla consultazione sulle Linee guida per la riforma del servizio civile Leggi tutto »

Servizio Civile, il bando delle Marche

Pubblicato il Bando di concorso al servizio civile regionale. Scadenza del bando di concorso8 giugno 2014 ore 14 (la scadenza si intende estesa alle ore 14 di lunedì 9 giugno).

 

Possono partecipare i cittadini italiani con domicilio o dimora nella regione Marche e i cittadini stranieri o apolidi residenti in uno dei comuni della regione Marche che abbiano tra i 18 e i 28 anni (28 anni e 364 giorni alla scadenza del bando). Per ogni progetto possono essere previsti requisiti di accesso particolari (rif. scheda progetto)

 

sc regionale

 

VAI AI PROGETTI

 

Si consiglia comunque di leggere approfonditamente il bando di concorso –> VAI

 

Per le associazioni Anpas le domande possono essere consegnate a mano presso le sedi di attuazione o, se effettivamente impossibilitati a consegnarle a mano, inviate alle stesse tramite posta raccomandata (non fa fede la data di invio. Le domande inviate eventualmente per posta dovranno pervenire entro la scadenza del bando. Indirizzi per consegna/invio alla pagina progetti per provincia).

 

ALLEGATO 3 –> SCARICA  ALLEGATO 4 –> SCARICA

 

INDICAZIONI AGGIUNTIVE –> SCARICA

 

Le selezioni avverranno indicativamente nel periodo compreso tra 11 e 30 giugno. A seconda del numero di domande ricevute sarà comunicato il giorno esatto per la selezione dei candidati per singola sede. Data prevista di partenza dei progetti 1° agosto. 

AllertameteoMar

 

 

 

 

Le storie della Gente d’Anpas


           

 

Servizio Civile, il bando delle Marche Leggi tutto »

Piemonte, verso un Servizio Civile Universale per tutti: la diretta streaming dal TESC

Dalle ore 14 lo streaming in diretta del workshop “Verso un Servizio Civile Universale per tutti”, organizzato da VITA, CNESC (Conferenza nazionale enti servizio civile), TESC (Tavolo enti servizio civile)

Al workshop saranno presenti, per Anpas, Luciano Dematteis e Alberto Gargano.

 

Sul sito http://www.cnesc.it/ la diretta streaming

 

Fermi tutti: potenziamento del servizio CIvile

 

CNESC http://www.cnesc.it/

 AiSCN: IL COMMENTO DEL PRESIDENTE PALAZZINI ALLA DELEGA AL MINISTRO POLETTI“Auspichiamo che il Ministro dia velocemente gli attesi indirizzi politici e che il 2015 veda decine di migliaia i giovani in SCN”Dichiarazione di Licio Palazzini, presidente CNESC“L’attribuzione della delega per il SCN al Ministro Poletti risponde alla richiesta che avevamo formulato di un investimento politico del Governo su questa importante peculiare esperienza italiana.Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali ha, almeno in questa prima fase del Governo Renzi, un ruolo centrale e riteniamo particolarmente importante che, in tal modo, il tema del SCN arrivi direttamente nel Consiglio dei Ministri.E’ anche un Ministero dotato di portafoglio e quindi potrebbero arrivare fondi aggiuntivi all’esangue SCN.Ci sono comunque alcune incognite che andranno verificate nelle prossime settimane.Il SCN è un’esperienza trasversale e la collocazione presso la Presidenza del Consiglio avrebbe facilitato la collaborazione, oltre che con le organizzazioni pubbliche e senza scopo di lucro, fra i vari Ministeri interessati (Esteri, Interni, Difesa, Beni Culturali, Istruzione). Adesso cosa succederà?L’intervento per il servizio civile si ridurrà al suo collegamento con l’occupabilità, facendolo scivolare verso la china dei lavori socialmente utili dopo che dal 2001 ne è stato immune?Ne sarà banco di prova la concreta attuazione della Garanzia Giovani, per la quale già dal 13 marzo avevamo chiesto assieme ad altri organismi un incontro.Inoltre l’attuale gestione del SCN è, a causa dei tagli alla dotazione economica e dei provvedimenti dilatori presi, di una lentezza esasperante.Auspichiamo che il Ministro Poletti, con la modalità di consultazione e successiva autonoma decisione che ha caratterizzato la governance del SCN in questi anni, possa velocemente dare gli indirizzi politici per sgombrare il campo da questi ostacoli e che nel 2015 possano essere decine di migliaia i giovani che vivranno l’anno di SCN.Esprimiamo infine un saluto al cons. Paola Paduano che lascia l’incarico e gli auguri di proficua collaborazione al cons. Calogero Mauceri, nuovo Capo Dipartimento. Alla CNESC aderiscono: Acli, Aism, Anpas, Arci Servizio Civile, Anspi, Avis Nazionale, Caritas Italiana, Cesc, Cnca, Confederazione Nazionale Misericordie d’Italia, Cong.P.S.D.P.Ist.don Calabria, Diaconia Valdese, Federazione SCS/CNOS – Salesiani per il sociale, Federsolidarietà / CCI, Focsiv, Legacoop, associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, UNPLI..


Le storie della Gente d’Anpas

 


Piemonte, verso un Servizio Civile Universale per tutti: la diretta streaming dal TESC Leggi tutto »

Torna in alto