Internazionale news

Cooperazione: la Croce Blu di Carpi in Gambia

Cooperazione: la Croce Blu di Carpi in Gambia

 

3 febbraio 2014 Lampeggia l’icona di skype. «Pronto, mi senti?» è la voce squillante di Jessica, giovane volontaria della pubblica assistenza di Carpi che, insieme ad altre due volontarie, in questi giorni è in Gambia a visitare i progetti Anpas.La connessione internet singhiozza, Jessica dice che va tutto bene, che nei giorni scorsi hanno visitato Banjul, il centro sanitario di Bakoteh e la casa famiglia del progetto Dare to dream. Hanno comprato lì tante cose da regalare ai bambini e per supportare le scuole. Nel week end hanno già incontrato una delle bambine che sostengono a distanza, e mi dice: «in quel momento ci siamo emozionati un po’ tutti».
Oggi le volontarie di Carpi sono in partenza per i villaggi, che si trovano a un centinaio di chilometri dalla capitale Banjul, dove si fermeranno per quattro giorni. La connessione vacilla, la partenza incalza. Che sia un buon viaggio davvero!

 

Gambia Children in Class

 

 


Partiranno il 31 gennaio da Carpi quattro volontari della Croce Blu: direzione Gambia. Circa dieci giorni, con rientro previsto per il 9 febbraio, in cui i volontari Anpas incontreranno i protagonisti dei progetti di cooperazione e di sostegno a distanza che Anpas svolge dal 2007 nello stato africano.

 

Dieci giorni per incontrare il presidente del CEDAG; per visitare il centro socio-sanitario Bakoteh, con polo di primo soccorso al servizio di bambini e famiglie, realizzato da Anpas nel 2007 e oggi gestito dal governo locale; per incontrare i bambini e i rappresentanti delle comunità, e visita delle scuole nei villaggi di Munyagen, Dasilami, Daru Foday Ba, Saba.

«La visita in Gambia dei quattro volontari della Croce Blu di Carpi nasce da un percorso di sostegno iniziato agli albori del progetto, nel 2007. Fin da subito l’associazione di Carpi ha preso un impegno importante – sottolinea Luigi Negroni, responsabile Anpas adozioni e cooperazione internazionale – supportando non uno ma ben dodici bambini! Speriamo che la tenacia di Giannina, presidente energica della Blu, e l’entusiasmo dei Volontari sia contagioso verso tutte le pubbliche. Mi auguro che questo viaggio generi idee da realizzare insieme ai nostri partner in Gambia, un paese il cui sviluppo passa anche dall’incontro con la nostra cultura di volontariato e assistenza. La partecipazione del movimento Anpas, dei volontari, nei progetti di cooperazione internazionale è una grande ricchezza, per i paesi beneficiari e per Anpas stessa».

 

Gambia: i volontari Anpas della Croce Blu di Carpi

Il video dei progetti di Sostegno a Distanza di Anpas in Gambia

  
     

 

 


La fotogallery del viaggio

 

  
               

 

 

 

Cooperazione: la Croce Blu di Carpi in Gambia Leggi tutto »

Adozioni: non si può perdere tempo!

Adozioni: non si può perdere tempo! 

Gli Enti chiedono subito l’intervento delle Autorità

Il 23 gennaio 2014 gli Enti Autorizzati per le Adozioni Internazionali si sono autoconvocati aMilano per confrontarsi sulla drammatica situazione in cui versa il sistema delle adozioniinternazionali.

Il confronto ha messo a fuoco i problemi più urgenti su cui occorre intervenire subito :

– il continuo calo delle adozioni, anche il 2013 ha chiuso negativamente;- le crescenti difficoltà’ per le famiglie italiane ad intraprendere il cammino dell’adozione;

– la mancanza, da oltre due anni, di un chiaro indirizzo politico per lo sviluppo in Italia eall’estero delle adozioni ed una conseguente azione di reale guida dell’Autorità CentraleItaliana.

A conclusione dell’incontro, all’unanimità, gli Enti Autorizzati rilanciano il grido di allarme echiedono con forza al Presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta e alla ministra CecileKyenge di intervenire a ripristinare subito la piena funzionalità della CAI, anche nominando ilnuovo Vicepresidente che manca dal 19 dicembre scorso, ed assumere tutte le decisioninecessarie per ridare piena operatività’ al sistema adozioni italiano.Gli Enti chiedono a gran voce di riportare le Adozioni internazionali nell’agenda politica delGoverno e del Parlamento perchè non siano più considerate e trattate come un fattoesclusivamente privato ma di grande interesse pubblico, perchè coinvolge migliaia di coppieitaliane che hanno deciso di costruire una famiglia e migliaia di bambini che l’aspettano.

gli EEAA partecipanti e rappresentati all’AssembleaCoordinamento OLAAMI; IL CONVENTINO; CRESCERE INSIEME; FONDAZIONE AVSI; FONDAZIONE NIDOLI; INCAMMINO PER LA FAMIGLIA; INTERNATIONAL ADOPTION; ISTITUTO LA CASA; SHALOM;MEHALA; N.A.D.I.A.; RETE SPERANZA; SJAMO.Coordinamento CEAA.S.A.; AIPA; AMICI DI DON BOSCO; BRUTIA; CUORE; LA MALOCA; EMMEMME; I BAMBINIDELL’ARCOBALENO; I FIORI SEMPLICI; IL MANTELLO; LA PRIMOGENITA; MARIANNA; SENZAFRONTIERE; ENZO B.

Enti non aderenti a coordinamenti:A.I.A.U.; AMICI TRENTINI; ARCOBALENO, AGAPE’, I CINQUE PANI, Anpas; AZIONE PERFAMIGLIE NUOVE; C.I.A.I.; CENTRO AIUTI PER L’ETIOPIA; FAMIGLIA INSIEME; N.O.V.A.;S.P.A.I. i  .

Adozione

 


 


 

Adozioni: non si può perdere tempo! Leggi tutto »

Da Castelnuovo nè Monti all’Etiopia: un progetto di cooperazione internazionale

Da Castelnuovo nè Monti all’Etiopia

 

Sono partiti in 4 volontari della Croce Verde: Iacopo, Fabio, Ilaria, Claudio, in collaborazione con altri 37 volontari di una associazione, GAOM (Grupo Amici Ospedali Missionari che e’ dal 1984 che si occupa di missioni in Etiopia) sono partiti il 25 gennaio, guidati dal presidente Alberto Campari , si divideranno in gruppi per operare nei diversi teatri dove l’associazione è attiva.

Tra di loro saranno presenti 4 volontari della locale Croce Verde. A Gambo, medici e infermieri lavoreranno come ogni anno con il personale locale, e saranno affiancati da tecnici che installeranno sui tetti un nuovo impianto a pannelli solari termici e fotovoltaici per fornire acqua calda e luce alla struttura.

Il nuovo progetto che prende il via quest’anno riguarderà invece le missioni di Rophi e Alaba- Kulito, una vasta zona della savana dove vivono circa 600mila persone in villaggi di capanne, con poca acqua inquinata da metalli pesanti perché scorre tra rocce vulcaniche, e ogni quattro anni c’è una carestia.

Il Gaom vorrebbe porre le basi per la costruzione di pozzi di acqua potabile, e avviare progetti agricoli, attraverso l’Istituto superiore di agraria di Castelnovo Monti, e anche costruire granai per le scorte alimentari.

 

La partenza dei volontari Anpas

 

La fotogallery

 

 

 

Da Castelnuovo nè Monti all’Etiopia: un progetto di cooperazione internazionale Leggi tutto »

Filippine: l’intervento di ASB, membro Samaritan

L’associazione tedesca, membro come Anpas di Samaritan International, nelle Filippine

 

Colonia, 12 Novembre 2013. In seguito al disastro del Tifone Haiyan, che si èa abbattuto sulle Filippine lo scorso venerdi, ASB – Arbeiter-Samariter-Bund (membro di Samaritan International) ha deciso di avviare una ricognizione per esplorare le possibilità di supporto nella risposta all’emergenza, e ha inviato sul luogo un team composto da due loro esperti. 
Il team è composto dall’esperto Axel Schmidt (37 anni) della sede centrale dell’ASB di Colonia e da Alex Robinson (44 anni), direttore locale dell’ASB Indonesia. Arriveranno mercoledì nella regione colpita e rimarranno per un periodo di 7-10 giorni.

Da Cebu, coordineranno  gli aiuti richiesti. ASB sta verificando l’opportunità di impiegare il team per la risposta rapida alle emergenze (FAST-First Assistance Samaritan Teams) per fornire assistenza medica di base per la popolazione e per l’uso di un impianto mobile di trattamento delle acque nella zona del disastro.

Axel Schmidt (37) è disponibile per interviste.

Se interessati, si prega di contattare l’ufficio stampa ASB a Colonia.Per contattare l’ufficio stampa dell’ASB: Marion Michels, Tel. (0221) 4 76 05-233,

E-Mail: m.michels@asb.de, Alexandra Valentino, Tel. (0221) 4 76 05-324, E-Mail: a.valentino@asb.de, Fax: -297, www.asb.de

La news in tedesco


Filippine: l’intervento di ASB, membro Samaritan Leggi tutto »

Contributo per bambini adottati da coppie residenti in Toscana

Contributo una tantum per i bambini adottati nel 2013, 2014 e 2015 da coppie residenti in Toscana

La Legge regionale N.45/2013 della Regione Toscana ha istituito un contributo una tantum per i bambini adottati (o accolti in affido preadottivo) nel 2013, 2014 e 2015 da coppie residenti in Toscana con ISEE fino a 24.000,00 Euro. Sono previsti anche ulteriori contributi, cumulabili tra loro e con eventuali altri contributi, a sostegno delle famiglie numerose e delle famiglie con figli disabili.

Scadenza di presentazione della richiesta per il 2013: 31 gennaio 2014

Documenti disponibili per la domanda di contributo:

Dettagli

Modulo nuovi nati, adottati o collocati in affido preadottivo

Modulo famiglie con figli disabili

Modulo famiglie numerose

Adozione

Contributo per bambini adottati da coppie residenti in Toscana Leggi tutto »

Adozioni internazionali: è emergenza

L’allarme e le richieste degli Enti Autorizzati

Gli Enti Autorizzati per le Adozioni Internazionali si sono riuniti l’11 ottobre a Roma in Assemblea Plenaria, autoconvocata ed autofinanziata, 46 gli Enti rappresentati partecipanti. Gli EEAA, in attesa di risposta dalla Presidenza CAI alle ripetute richieste di incontro e di ripresa del lavoro assembleare, proseguono il percorso di confronto comune sul sistema italiano e la situazione delle adozioni internazionali, iniziato l’11 settembre scorso.  

Dal confronto gli EEAA alzano un unanime grido di allarme: La Commissione Adozioni Internazionali della Presidenza del Consiglio sta progressivamente diminuendo la sua normale attività: le missioni all’estero non vengono fatte, gli incontri di lavoro  programmati vengono sospesi perché non ci sono fondi a disposizione: la situazione è veramente drammatica! 

Urge intervenire subito con la previsione dei necessari capitoli di spesa prima che si arrivi al “blocco totale” nel 2014. Nel richiedere nuovamente ascolto ed incontro alla Presidenza della CAI, gli EEAA si domandano: perché questa grave disattenzione? Perché questo grave silenzio? Ne sono e ne saranno penalizzati i bambini che attendono una famiglia e le famiglie che attendono di adottarli, oltre alle gravi difficoltà operative per gli EEAA.  Per l’interesse primario dei bambini e delle loro future famiglie la CAI deve funzionare “a pieno regime” con risorse adeguate, con una guida presente e decisa, evitando il rischio di un “vuoto” alla vicepresidenza a pochi giorni dalla fine mandato e con la necessaria continuità rispetto al cammino fatto fin ora, Gli Enti autorizzati continueranno a riunirsi in forma autogestita ed autofinanziata lavorando su due importanti temi: il modello di Ente Autorizzato e la ristrutturazione della CAI. L’obiettivo è arrivare alla fine dell’anno con delle proposte per migliorare il “sistema adozioni” in Italia.

Firenze 14 ottobre 2013

Adozione

 


 


 

Adozioni internazionali: è emergenza Leggi tutto »

Sarajevo, Volontariato trasnfrontaliero: il racconto

Volontariato cross-border nei Balcani: dal b&n ai colori, buco per buco 
Sarajevo deriva dal turco Sarai, che significa “palazzo”, “serraglio”. Parole che fanno pensare ad una cosa chiusa, asserragliata appunto, come lo è questa città intorno alle sue montagne, chiusa nella valle del fiume Miljacka, che l’attraversa tutta.Considerando gli sballottamenti per arrivarci, da un aeroporto all’altro, il significato di Saraj sembra calzare bene a questo luogo: nessun volo diretto verso Sarajevo e una media di dieci ore di viaggio per arrivarci.

 

Ma valeva la pena venire fino a Sarajevo per fare una conferenza internazionale sul volontariato trans-frontaliero, piuttosto che farla in qualsiasi altra città d’Europa, magari raggiungibile con un’ora di low-cost?
Dovevamo venire fino a Sarajevo per interrogarci se il volontariato oltre confine serva davvero a sentirci più cittadini Europei o solo a fornire competenze utili per trovare lavoro, come sembra ritenere di recente la Commissione Europea? 
La risposta è che se non fossimo venuti proprio qui a parlare di volontariato trans-frontaliero, non avremmo capito proprio nulla del valore del volontariato trans-frontaliero.
Daniela mi ha raccontato che per lei, da ragazzina, venire in vacanza in Jugoslavia era stato scoprire un mondo a colori, venendo da un mondo, quello della Romania di Ceauşescu, totalmente in bianco e nero.Daniela ha visto il mondo a colori per la prima volta in Jugoslavia. Poi in Jugoslavia c’è stato il black-out, tutto in bianco e nero, e che cosa sia successo in quegli anni lì ormai è nella storia.
Ma dopo che è successo? Come sta facendo un’intera regione chiamata Balcani, costituita ormai da stati indipendenti separati da confini (borders), a tornare a colori come l’aveva vista Daniela da ragazzina?
#VolCrossBorder, volontari che attraversano i confini: eccoli lì i colori dei Balcani. E nella tavolozza dei colori ci sono anche i ragazzi di SEEYN – South East European Youth Network (guarda il video), che questi Balcani li stanno ricostruendo riempiendo di idee, buco per buco, tutte le mitragliate che ancora vedo sui muri di questa città. 


SEEYN è un network di organizzazioni di giovani dell’Europa sud-orientale, che attraverso il volontariato tenta di superare le differenze tra società con una tradizione recente di conflitti, portando ad agire insieme i giovani del sud est Europa. SEEYN promuove scambi di volontari e campi di lavoro, organizza corsi di formazione e fa attività di lobby per la creazione di quadri legislativi sul volontariato nei paesi del sud est Europa.

Cev Sarajevo
Nel Direttivo di SEEYN c’è Ira. Trent’anni, quaranta chili distribuiti su un metro e cinquanta, e in stabile equilibrio su tacchi di un’improbabile altezza. Ira, in un italiano perfetto, mi parla di Tirana, di un’economia informale grigia e nera che sta strozzando il suo paese, dove l’affitto di una casa costa più dello stipendio medio di un lavoratore.

L’organizzazione di volontariato per cui lavora, Beyond Barriers, si occupa di disabilità in Albania e dal 2004, quando è nata, ha già realizzato una cinquantina di progetti di volontariato trans-frontaliero, per lo più SVE – Servizio Volontario Europeo. Ira racconta di come hanno riso con un volontario SVE italiano, pensando al fatto che vent’anni fa proprio gli albanesi sbarcavano a barconi in Italia, «e ora» – dice il  volontario SVE – «siamo noi a venire da voi». Chiudiamo la serata con Ira, dicendo che dobbiamo assolutamente fare un progetto insieme.

Nell’attività finale della conferenza, dopo aver discusso su cosa serva il volontariato transfrontaliero in gruppi incentrati su tematiche molto diverse – dalla protezione civile all’apprendimento, dall’aiuto umanitario alla costruzione della cittadinanza alla riconciliazione delle comunità – ognuno dei partecipanti ha proposto la sua risposta. What is it for? Ognuna di queste parole le abbiamo scritte sul muro. La mia era knowledge sharing: condivisione della conoscenza. Quella condivisione che serve ai giovani di Anpas per capire come si fa ad essere volontari in una regione, i Balcani, dove l’infrastruttura del volontariato traballa come il terremoto da noi. E poi la parola di Aurelio: Training, che ormai saltava fuori in qualunque discorso stessimo facendo, tutti. Pensando a Training penso all’inglese, perché ogni volta che scopro un pezzo nuovo del volontariato in Europa mi chiedo perché i nostri volontari non ci sono. 

Come faccio a farli salire sul ponte (bridge), per costruire un dialogo (dialogue), prendere ispirazione (inspiration), aumentare la comprensione (understanding) e arricchire il movimento (movement)?
La vostra,  di parola, qual è? Cross – Border Volunteering. What is it for?

Annalisa Bergantini, Anpas Nazionale

Il convegno: Volontariato Transfrontaliero, a cosa serve?

 

Le foto della Conferenza

#VolCrossBorder What is it for

 


Altre notizie da Sarajevo (fonte CSVNet)

 

In apertura della Conferenza di Sarajevo, l‘Assemblea Generale di CEV ha votato per il rinnovo del Consiglio Direttivo, conclusosi con l’elezione di 5 nuovi componenti (che vanno a sommarsi ai 6 già in carica) provenienti da FranciaIrlandaItaliaPortogalloRomania. Tra loro figura Alberto Cuomo, che nel “Board” di CEV rappresenta l’Italia – insieme al vicepresidente Renzo Razzano del CSV Spes – e CSVnet, il Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato.

 

 

 

 

Sarajevo, Volontariato trasnfrontaliero: il racconto Leggi tutto »

Volontariato trasnfrontaliero a cosa serve?

Anpas a Sarajevo alla Conferenza internazionale organizzata dal Centro Europeo per il Volontariato, 3-4 ottobre 2013
A cosa serve il volontariato transfrontaliero, a promuovere la cittadinanza Europea o a incrementare l’occupazione? È la domanda che il  CEV – Centro Europeo del Volontariato, in collaborazione con il South East European Youth Network (rete di organizzazioni giovanili dell’Europa sud-orientale), pone al volontariato europeo.

 


Il Contesto. Dati statistici ufficiali ad oggi non esistono, ma uno studio della Commissione Europea (Volunteering in the European Union, 2010) stima che circa 100 milioni di persone in Europa sono impegnate nel volontariato, tanto che «se “Volontarilandia” fosse un paese sarebbe lo Stato Membro più popolato dell’Unione Europea», come ha dichiarato John MacDonald, capo della task-force della Commissione Europea per l’Anno Europeo dei Cittadini.


Negli ultimi anni, l’approccio dell’Unione Europea rispetto al volontariato è stato altalenante.  Nell’Anno Europeo del Volontariato, la Commissione Europea aveva evidenziato il ruolo del volontariato come collante sociale di un Europa scricchiolante, già nel 2011. Un volontariato portatore sano dei valori fondanti dell’Unione, come la solidarietà, di cui i volontari sono moltiplicatori nella loro azione quotidiana di cittadini attivi. Recentemente, però, l’UE ha cambiato registro. Per il Servizio Volontario Europeo, ad esempio, fa sempre più riferimento ad un’attività che fornisce competenze utili per entrare nel mercato del lavoro, soprattutto per i giovani. Promuovere il volontariato per ridurre la disoccupazione, insomma.


A che serve allora il volontariato transfrontaliero? La domanda del CEV sorge quindi spontanea e dare una risposta diventa sempre più necessario.Ci proveranno i tanti soggetti del volontariato europeo e mondiale – fra cui Samaritan International e ONU – organizzazioni nazionali e locali, e rappresentanti delle Istituzioni europee che si incontreranno a Sarajevo.Nei vari momenti di confronto, si cercherà di fare il punto su come e dove si concretizza il volontariato transfrontaliero in Europa, quali strumenti ha a disposizione, quali sono le problematiche che affronta  e come possono essere superate.

 

Anpas, con Aurelio Dugoni fra i relatori della sessione plenaria e della sessione tematica sulla Protezione Civile, porterà la voce del movimento delle pubbliche assistenze, per il quale il volontariato transfrontaliero rappresenta la naturale estensione oltre i confini nazionali dei valori fondanti e degli obiettivi che da sempre persegue. «L’Europa è il contesto nel quale i giovani dovranno confrontarsi sempre di più», afferma Fabrizio Pregliasco, vicepresidente di Anpas e con delega alle Politiche Comunitarie ed euromediterranee e rapporti con le reti internazionali. «È fondamentale quindi che i nostri giovani volontari conoscano e sfruttino queste opportunità di confronto e arricchimento che scaturisce dalla conoscenza di altre realtà, di persone che operano in ambiti, spesso più difficili dei nostri: questo darà loro una forza che gli permetterà di crescere come cittadini consapevoli e attivi nelle loro comunità» .


 

 

 

 

Il racconto della conferenza

Le foto della Conferenza

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Volontariato trasnfrontaliero a cosa serve? Leggi tutto »

VOLONTARIATO ALL’ESTERO

Mappatura dei volontari Anpas per esperienze all’estero

 

Nell’ultimo triennio Anpas ha avviato un percorso di avvicinamento alla dimensione europea ed euro-mediterranea del volontariato, soprattutto attraverso l’adesione alle reti europee come Samaritan International e Cev- Centro Europeo del Volontariato.

 

Tra il 2012 e il 2013 Anpas ha concretizzato alcune delle priorità individuate nel percorso iniziato nel 2011, in particolare nella progettazione congiunta con l’organizzazione europea Samaritan International, e indirizzata ai programmi di finanziamento europei, che ha significato un importante passo avanti verso la strutturazione di questa funzione.

 

In questo percorso, che riconosce il volontariato europeo e transfrontaliero come un’enorme potenzialità per il Movimento delle pubbliche assistenze, crediamo che sia opportuno interrogare il nostro Movimento sull’interesse verso le opportunità di volontariato all’estero.

Pensiamo sia necessario cominciare a raccogliere manifestazioni di interesse da parte di quei volontari di pubblica assistenza qualificati e altamente motivati a partecipare in futuro a progetti di tipo internazionale, che prevedano un periodo di servizio all’estero, anche in interventi in ambito di emergenza e aiuto umanitario.

La presentazione di questa manifestazione di interesse non ha scadenza e in questa fase non vincola in alcun modo né il volontario né Anpas all’effettivo coinvolgimento in progetti internazionali.

 

Obiettivo di questa mappatura è costruire un database di volontari dal quale attingere per eventuali progetti futuri. I profili ricercati sono vari, dai più generici a quelli più specializzati, e potranno cambiare a seconda del progetto di riferimento (es. esperto in logistica, formatore sanitario, ecc.).

 

Per presentare la tua manifestazione di interesse, scarica subito la call for applicants, e poi inviaci la scheda, firmata dal Presidente della tua associazione, e il Curriculum Vitae in formato Europass alla Segreteria nazionale Anpas (email: internazionale@anpas.org, referente: Annalisa Bergantini), specificando in oggetto “Volontariato all’estero”.

 

Scarica il CV in formato Europass qui

 

Foto_call_EU

VOLONTARIATO ALL’ESTERO Leggi tutto »

Le adozioni internazionali in gravi difficoltà.

L’allarme e le proposte degli enti autorizzati.

 

Gli Enti Autorizzati per le Adozioni Internazionali riuniti in Assemblea Plenaria l’11 e 12 settembre a

Milano presso l'”Istituto La Casa” hanno avviato un ampio e partecipato confronto sull’attuale

situazione del sistema italiano delle adozioni internazionali e delle sue prospettive.

Il significativo e progressivo calo della disponibilità delle coppie e delle famiglie italiane ad avviarsi

sul percorso dell’adozione è sicuramente effetto della crisi generale che interessa l’intera società

italiana ed internazionale, ma il fattore economico non ne è l’unica causa.

Gli EEAA vogliono richiamare l’attenzione della politica e delle istituzioni sul grande valore sociale

ed umano che le famiglie con i loro progetti di accoglienza costituiscono per la società italiana.

E’ convinzione forte e chiara che le famiglie sono «risorse molto preziose, da promuovere,

sostenere ed accompagnare».

Urge perciò rimuovere dall’iter adottivo ogni difficoltà, sofferenza ed ostacolo che ne vanifichi il

significato e la risorsa per tutta la società e per i bambini in particolare.

Tra i lavori gli EEAA hanno iniziato a valutare attentamente sia della proposta di legge n. 653,

presentata dai Deputati Caruso e Chaouki, sia i temi di lavoro della costituita commissione di

studio promossa dalla Ministra Cancellieri per il riesame della normativa in materia di adozioni

internazionali.

Entrambe le iniziative sono state oggetto di analisi critica e interessata e considerate segnali

positivi per l’avvio di un dibattito che è necessario debba essere maggiormente esteso, articolato e partecipato.

Il documento finale dei lavori assembleari, inviato alla Ministra Kyenge, nella qualità di Presidente,

e a tutti i componenti della CAI, indica quattro priorità:

1) la semplificazione delle procedure adottive, anche superando l’istituto della idoneità

rllasciata dai Tribunali per i Minorenni, per indirizzarsi verso processi di valorizzazione delle

capacità genitoriali nelle loro diverse e variegate forme ed espressioni;

2) la riorganizzazione strategica della Commissione per le Adozioni Internazionali nella

direzione di uno snellimento del numero dei componenti, di un potenziamento della capacità

operativa con particolare attenzione alle relazioni internazionali con le Autorità dei paesi esteri e un

maggior coinvolgimento e collaborazione di tutti gli attori del sistema: gli Enti Autorizzati e le

associazioni Familiari;

3) l’accompagnamento e l’ incentivo a ogni forma di organizzazione e riorganizzazione degli enti autorizzati nella direzione della crescita di efficienza, efficacia e trasparenza, favorendo ogni forma anche originale di integrazione, collaborazione, intesa e fusione, anche con forme innovative e sperimentali di sinergia tra Pubblico e Privato Sociale;

4) l’integrazione delle adozioni internazionali nella politica estera del Governo Italiano,

collegandole alla cooperazione allo sviluppo, all’integrazione sociale e al Servizio Civile anche

attraverso specifiche modifiche normative nelle relative leggi di settore; integrare le adozioni

internazionali nelle politiche di sostegno alla famiglia anche attraverso una profonda riforma della

fiscalità ad essa dedicata.

Il lavoro assembleare fra gli EEAA continua, il prossimo appuntamento sarà l’11 ottobre a Roma.

 

Gli orfanatrofi Anpas in Mali

 

 

 

 

La lettera ai ministri Cancellieri e Kyenge dagli enti autorizzati 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le adozioni internazionali in gravi difficoltà. Leggi tutto »

Torna in alto