Protezione Civile news

La psicologia dell’emergenza: il seminario a Roma

Si è svolto lo scorso mercoledì 18 maggio a Roma presso l’associazione di Promozione Sociale “Il Fiore del Deserto” il seminario “La psicologia dell’emergenza: gestione del trauma e punti di contatto con il lavoro nelle comunità terapeutiche” tenuto da Simona Ius, responsabile psicologia dell’emergenza Anpas.

#imarsi

L’incontro ha rappresentato l’occasione per far conoscere la procedura d’intervento che gli psicologi Anpas mettono in atto per intervenire su situazioni traumatiche e fonte di stress, e confrontarla, insieme ad Alessandra Cipolloni, responsabile della comunità psico educativa Casetta Rossa, con gli interventi attuati dalla comunità. La psicologia dell’emergenza è un’attività specialistica che interviene in situazioni di calamità, disastri ed emergenze/urgenze al fine di prevenire gli effetti dello stress e del trauma nei soggetti coinvolti (popolazione e/o volontari).

Lo scambio di esperienze e prassi ha evidenziato che la base comune ai due contesti è il lavoro sul trauma in tempi diversi, ma con strategie simili: in particolare sono stati osservati gli stessi rischi di stress per gli operatori che si occupano delle vittime. Importante anche il confronto tra i metodi per la gestione delle difficoltà legate a tematiche tanto delicate e la necessità di ulteriori approfondimenti riguardo a procedure e metodi. Gli educatori e gli psicologi intervenuti hanno fatto emergere numerosi spunti di riflessione per ricerche comuni e collaborazioni future. Tra le ipotesi di ricerca: i tratti di personalità comuni tra operatori di comunità e soccorritori, gli elementi utili alla prevenzione del burnout, i protocolli di prevenzione.

“I miei ringraziamenti per aver promosso e collaborato alla realizzazione di questo incontro, vanno a Vittoria Quondamatteo, presidente dell’APS Fiori nel Deserto, a Greta Desantis, responsabile della comunità filtro “un passo dal fiore” e a Alessandra Cipolloni, responsabile della comunità psico-educativaCasetta Rossa”, ha dichiarato Simona Ius.


L’A.P.S. “Il Fiore del Deserto” nasce a Roma nel 2001 con l’obiettivo di attivare progetti di solidarietà, per rispondere alle nuove forme di povertà, marginalità, disagio e sfruttamento. Le attività sociali promosse e gestite sono orientate alla realizzazione del Progetto Accoglienza, un intervento complesso che prevede la presa in carico di minori e giovani con disagio psicosociale, la realizzazione di percorsi terapeutici e l’avvio di interventi di inclusione sociale.

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Dissesto idrogeologico: i dati ambientali e le proposte Anpas

Rapporto ISPRA: 7 milioni di abitanti a rischio, nell’88% dei comuni italiani. Anpas: investire su prevenzione e piccole opere

#allertameteoCAL

3 marzo 2016 – Oltre 7 milioni gli abitanti a rischio nell’88% dei comuni italiani. 7 milioni il numero degli abitanti residenti in aree a rischio frane e alluvioni (12% del totale), dei quali oltre 1 milione vive in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata (P3 e P4), mappate nei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI) e quasi 6 milioni vivono in zone alluvionabili classificate a pericolosità idraulica media P2 con un tempo di ritorno fra 100 e 200 anni (perimetrate nell’ambito della Direttiva Alluvioni). Campania, Toscana, Liguria ed Emilia-Romagna, sono le regioni con i valori più alti di popolazione a elevato rischio frana, mentre i numeri più rilevanti di popolazione a rischio alluvione, nello scenario di pericolosità idraulica media P2, si riscontrano in Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia e Liguria. A livello comunale, è a rischio l’88,3% dei comuni italiani.  Sono i dati del Rapporto 2015 Ispra.

Maltempo in Sicilia Orientale: #allertameteoSIC

Secondo Carmine Lizza, geologo e responsabile nazionale proteizione civile Anpas è importante continuare a investire sulla prevenzione con la campagna Io non rischio: “le cinque vittime nell’ultima perturbazione sono legate all’incapacità di seguire i giusti comportamenti. Come abbiamo avuto modo di ribadire più volte, è necessario continuare ad effettuare una ricognizione puntuale dello stato di manutenzione delle opere idrauliche presenti e sarà necessario approntare, in tempi rapidi, un grande piano nazionale straordinario di pulizia e manutenzione del realizzato. Da geologo-continua Lizza- posso affermare che da un quadro di elevata pericolosità geomorfologica e idraulica del territorio italiano, la cementificazione diffusa, fuori controllo e non conforme alle caratteristiche dei territori, ha incrementato l’entità delle condizioni complessive di rischio”.

Adria #iononrischio

In totale, sono 7.145 (esattamente l’88,3%), i comuni a rischio frane e/o alluvioni: di questi, 1.640 hanno nel loro territorio solo aree ad elevata propensione a fenomeni franosi, 1.607 solo quelle a pericolosità idraulica, mentre in 3.898 coesistono entrambi i fenomeni. Sette le regioni con il 100% dei comuni a rischio idrogeologico: Valle D’Aosta, Liguria, Emilia – Romagna, Toscana, Marche, Molise e Basilicata. A queste, si aggiungono Calabria, Provincia di Trento, Abruzzo, Piemonte, Sicilia, Campania e Puglia con una percentuale di comuni interessati maggiore del 90%. Sono, invece, 51 le province con il 100% dei comuni a rischio per frane e inondazioni. I livelli elevati di pericolosità da frana e quelli medi per la pericolosità idraulica, riguardano il 15,8% del territorio nazionale, per una superficie complessiva di 47.747 km2. 

Il forte incremento del territorio urbanizzato a partire dal secondo dopoguerra assume nel contesto del dissesto idrogeologico una particolare rilevanza in quanto ha portato a un considerevole aumento degli elementi esposti e quindi del rischio. Attualmente, nelle aree classificate a più elevata pericolosità da frana si trovano 476 km2 di superfici artificiali, pari al 2,7% del totale, mentre oltre 2.000 km2 (11,5%) ricadono nello scenario di pericolosità idraulica media.

I Beni Culturali architettonici, monumentali e archeologici potenzialmente soggetti a fenomeni franosi sono 34.651 (18,1% del patrimonio totale), dei quali oltre 10.000 rientrano in aree a pericolosità elevata e molto elevata.

La mappa dei cantieri di #italiasicura http://mappa.Italiasicura.gov.it, da oggi raggiungibile dalla home page del portale, è stata pensata per la condivisione e ogni singola vista può essere immediatamente indirizzata verso i social. Il prodotto è open source, il codice è pubblico, integralmente realizzato con componenti open source ed è aperto alla collaborazione dei cittadini. Tutti i dati presentati sono integralmente scaricabili con licenza open data. Il cittadino può accedere alle stesse fonti “originali” (ISPRA, Dipartimento Protezione Civile, ISTAT), sempre aggiornate, cui attinge il programma. 

I dati Ispra


Riforma Protezione Civile L’audizione di Anpas alla Camera


Anpas e la Protezione Civile


Organigramma del settore Protezione Civile Anpas

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I campi temporanei Anpas diventano un modello europeo: il progetto Samets

Il progetto SAMETS, già vincitore del Samaritan International AWARD come miglior progetto di cooperazione nel 2014 è stato presentato oggi, 26 gennaio, a Bruxelles alla presenza della direzione generale per gli Aiuti umanitari e la protezione civile dell’Unione Europea (DG Echo), in rappresentanza permanente del governo italiano presso l’Unione Europea, Valeria Silvestri, Chiara Malagodi (Presidente della Commissione ambiente e Resilienza del Comitato delle Regioni), Cornelia Hackl della Croce Rossa Austriaca in rappresentanza del Progetto “PrePage” anch’esso finanziato dalla DG Echo e che si occupa della gestione dei gruppi vulnerabili in fase di preparazione e di prevenzione con cui ci siamo scambiati buone prassi per la costruzione delle linee guida. 

Il progetto Samets: l'assistenza nei campi multiculturali

 

 

La recente esperienza che ha visto coinvolta l’associazione Nazionale pubbliche assistenze nella gestione dei campi di emergenza dopo il terremoto in Emilia Romagna del 2012 ha dimostrato l’esigenza di un’adeguata preparazione dei volontari e dei professionisti.

Contemporaneamente in un’Europa che muta continuamente, per fattori demografici e sociali, in caso di catastrofe naturale, infatti, la risposta della macchina d’emergenza deve focalizzarsi in prima linea su quelle persone che hanno maggiori difficoltà, in particolare se ospitate in campi di emergenza temporanei o strutture gestite dalle autorità o dai volontari. Nasce quindi una necessità non solo dalla risposta all’emergenza, ma anche per la gestione di questioni sociali che nascono e maturano all’interno dei campi o ricoveri di emergenza temporanea. La presenza di famiglie e di popolazioni di paesi terzi, ma anche di persone vulnerabili quali disabili ed anziani, richiede un approccio diverso nella gestione della vita quotidiana nei campi di emergenza temporanei (CET).

Con SAMETS, Anpas ha sviluppato, insieme ad altri quattro partner europei, un modulo di gestione della formazione per volontari e professionisti in grado di affrontare in queste situazioni particolari e testarli a livello locale per individuare linee guida utili per tutti i volontari o professionisti coinvolti nel meccanismo di protezione civile. Sicurezza, coinvolgimento, professionalità informazione, empatia: questi sono alcune delle indicazioni presenti nelle linee guida, elaborate da uno staff di medici, psicologi, formatori, disaster manager e ingegneri, per incrementare la resilienza al disastro delle persone coinvolte, soprattutto quelle più vulnerabili come bambini, anziani e persone con disabilità, gruppi multiculturali.

 

Per ciascuna delle tipologie di gruppi più vulnerabili sono state scritte delle linee guida al fine aiutare e facilitare il lavoro dei team della protezione civile, dei professionisti e dei volontari a gestire queste necessità.

“Anpas ha trasformato in lezione quanto appreso nella gestione dei campi allestiti in occasione dei terremoti in Emilia Romagna” dichiara Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas. “La sensibilità verso i più deboli è una peculiarità della storia delle associazioni coinvolte, come la consapevolezza che devono agire con la massima competenza in ogni occasione”.

Secondo Carmine Lizza, geologo e responsabile protezione civile Anpas nazionale “È importante sottolineare la capacità di immaginare progettualità innovative in base all’esperienza diretta che ci viene dall’operare ogni giorno a contatto con i bisogni delle persone. In questo caso specifico è stato importante mettere a disposizione degli stati membri dell’Unione Europea il patrimonio intellettuale che abbiamo maturato in quello che potremmo definire un welfare dell’emergenza per costruire linee guida. Dal nostro punto di vista, infatti, fare attività di protezione civile vuol dire innovare e sperimentare processi, come è stato ad esempio il sistema di formazione adottato nella campagna Io non rischio, che, proprio perché pubbliche assistenze, poi mettiamo a disposizione di tutti”.

Il progetto di ricerca sulla gestione degli affari sociali all’interno dei campi di emergenza temporanei(SAMETS) ha ricevuto finanziamenti dalla Direzione generale per gli aiuti umanitari e la protezione civile (ECHO) della Comunità Europea con la convenzione n. ECHO/SUB/2013/671416


Partner del progetto:

Organizzazioni partner partecipanti sono: ASB Arbeiter Samariter Bund – Germania, ASBÖ Arbeiter Samariter Bund Österreichs – Austria, ASSR Asociácia Samritánov Slovenskej Republiky – Slovacchia e Croce Bianca/Landesrettungsverein Weisses Kreuz onlus Bolzano – Italia.

SAMETS Civil Protection Financial Instrument – Prevention and preparedness

Il progetto intende sviluppare un modulo di gestione di formazione dei volontari e professionisti per affrontare queste particolari situazione e si propone di individuare Linee guida utili a tutti i volontari o professionisti coinvolti nei vari sistemi di protezione civile.
Il progetto si propone di: – Attuare le competenze dei volontari esperti nel sistema di gestione dei campi, con particolare attenzione alle questioni sociali in relazione alla multi-etnicità; – Aumentare la capacità dei volontari di lavorare in un ambiente multiculturale di emergenza.
Partner del progetto: ASBO (SAMI Austria) – Croce Bianca Bolzano – ASB (SAMI Germania) – ASSR (SAMI Slovacchia)
Durata: 24 mesi
Status: finanziato e in corso. Avviato il 01/01/2014

Progettazione europea Anpas partner

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Maltempo in Campania: l’intervento dei volontari Anpas

Maltempo in Campania: l’intervento dei volontari Anpas 

31 ottobre – A distanza di quindici giorni dall’alluvione che ha creato ingenti danni nel beneventano, i volontari della colonna mobile di Anpas nazionale sono rientrati nelle loro sedi.

“Ringrazio personalmente tutti i volontari che, durante questa emergenza, hanno collaborato per riportare la situazione quasi alla normalità”, ha dichiarato Egidio Pelagatti, responsabile operativo protezione civile Anpas nazionale. “Ringrazio il presidente dell’associazione L.A.R.A.B.A. per aver messo a disposizione dei volontari un locale dove poter dormire e tutti coloro i quali si sono resi disponibili per il coordinamento”

29 ottobre – Continua l’intervento dei volontari della colonna mobile di protezione civile Anpas Nazionale e dei volontari delle pubbliche assistenze Anpas Campania nel beneventano.

29 ottobre: Benevento

 


26 ottobre – A distanza di undici giorni dal maltempo che ha colpito il benventano, continua il lavoro dei volontari e dei tecnici che, attivati dal Dipartimento di Protezione Civile. Insieme ai volontari di varie organizzazioni nazionali, sono presenti anche i volontari della Colonna Mobile Nazionale, Anpas coordinata dal Referente Anpas per il Sud-Italia Egidio Ciancio. Attualmente Anpas Campania sta concentrando i suoi sforzi nella zona di Ponte Pantano.

Il capo Dipartimento Curcio con i volontari Anpas a Bevevento

24 ottobre ore 18 –  “Grazie ai volontari di protezione civile, a quelli campani e a quelli venuti nel beneventano da fuori Regione per aiutare le popolazioni colpite. Tutti, a partire dai sindaci dei comuni colpiti, hanno riconosciuto anche oggi la grande professionalità e generosità di questo straordinario mondo”. Il Capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, al termine del vertice di oggi presso la Prefettura di Benevento con i ministri dell’Interno, Angelino Alfano, dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, con il Presidente della Regione, Vincenzo De Luca, i sindaci del beneventano e i rappresentanti delle istituzioni territoriali, ha incontrato, tra gli altri i volontari Anpas e rappresentanti delle altre strutture operative del servizio nazionale di protezione civile che da giorni stanno garantendo il necessario supporto a chi, dal 15 ottobre, sta gestendo l’emergenza determinatasi in seguito all’ondata di maltempo. “Li ringrazio, a nome di tutto il sistema, perché ogni volta che c’è bisogno loro ci sono, mettendo a disposizione tempo e competenze gratuitamente, con grande passione”. 

Continua intanto lavoro dei volontari Anpas di Protezione Civile di Campania, Lazio, Toscana e Abruzzo nella zona industriale di Benevento. Secondo il Referente Anpas Nazionale Protezione Civile per il Sud-Italia Egidio Ciancio, presente oggi a vertice in Prefettura con il Capo Dipartimento Curcio “Stiamo continuando a dare grande mano per la ripresa delle comunità colpite. Importante è anche il supporto logistico, in coordinamento con il COC e il CSS, che stiamo offrendo alle aziende private del posto e che hanno visto le loro attività fortemente danneggiate durante l’alluvione”. Anpas Campania ha inoltre richiesto l’intervento di Moduli Antincendio, colonne torre fari e bobcat da parte delle pubbliche assistenze campane per eliminare più velocemente il fango.

 

 


23 ottobre ore 16 – Continua l’assistenza dei volontari Anpas Lazio, Abruzzo e Toscana nell’area industriale Asi di Benvento con la pulizia dei locali seminterrati.

Benevento: continua l'assistenza dei volontari Anpas

(tutte le foto su flickr)

23 ottobre ore 13 – Anche i volontari delle pubbliche assistenze di Anpas Lazio e Anpas Abruzzo operativi nelle comunità colpite dal maltempo nel benventano.

Continua l'assistenza dei volontari Anpas a Benevento 

22 ottobre ore 13 – Continuano gli interventi di assistenza dei volontari Anpas nel beneventano. Questa mattina arriveranno volontari provenienti anche dalle pubbliche assistenze di Lazio e Abruzzo. Presente sul posto anche il responsabile operativo protezione civile Anpas nazionale Egidio Pelagatti.

Continua l'assistenza dei volontari Anpas a Benevento

21 ottobre ore 18 –  Continua l’attività di assistenza dei volontari Anpas Campania nella bonifica delle zone del beneventano colpite dal fango e in particolare del Comune San Giorgio La Molara, che richiedevano il ripristino delle normali condizioni di fruibilità. I volontari hanno anche provveduto al lavoro di copertura radio dell’intera zona e di segreteria da campo in ausilio ai funzionari sopraggiunti della Regione Campania. Continua inoltre il lavoro della Colonna Mobile Nazionale Anpas nelle zone più colpite della città di Benevento.

20 ottobre ore 20 – Continua l’attività di assistenza dei paesi in emergenza idrogeologica del beneventano, da parte dei circa quaranta volontari di Anpas Campania. Da questo pomeriggio è presente anche con la Colonna Mobile Anpas Nazionale nella città di Benevento.

20 ottobre ore 13 –  A causa del maltempo e delle forti piogge che nei scorsi giorni hanno colpito la Campania, questa mattina è stata attivata, dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, la colonna Mobile nazionale Anpas con volontari provenienti dalle pubbliche assistenze di Toscana, Umbria e Marche. Attivata anche la Sala operativa nazionale di Anpas. 

Benevento: l'intervento dei volontari Anpas

Con la Colonna Mobile nazionale sono state attivate squadre dalla Toscana e dalle Marche (2 motopompe su camion) ed un bob cat dalla Regione Toscana con arezzature per intervento idrogeologico con destinazione il CCS aperto presso Benevento.

Evacuazioni di case, pulizia di strade e garage, interventi di emergenza 118, monitoraggio dei corsi d’acqua più a rischio, supporto alle sale operative locali, distribuzione dei sacchi di sabbia: sono solo alcune delle attività dei volontari Anpas impegnati per fronteggiare le emergenze meteorologiche che hanno colpito soprattutto il beneventano.

L’intervento delle pubbliche assistenze campane. A seguito di richiesta della Regione Campania, si è proceduto ad attivare il sistema di soccorso di Anpas Campania dalle ore 13 di ieri con interventi di assistenza soprattutto nei pressi degli stabilimenti produttivi dell’area industriale di Benevento, con le pubbliche assistenze di Baronissi, Mirabella Eclano, Grottaminarda, Frigento, Sturno ed Avellino. Anpas Campania sta operando con 40 volontari sul campo. Le operazioni di soccorso sono state distribuite tra la Città di Benevento e i comuni limitrofi, in particolare nel comune di Reino.

Anpas raccomanda le norme della campagna di prevenzione Io non rischio Alluvione – vedi sito

 

IO NON RISCHIO – ALLUVIONE  

 

 

 

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Terremoto centro Italia, aperto il conto corrente Anpas per la raccolta fondi

A seguito dell’evento sismico tra le province di Rieti e Ascoli Piceno registrati nella notte del 24 agosto, Anpas ha aperto un conto corrente per supportare le comunità colpite
IBAN : IT40 D033 5901 6001 0000 0145 550
INTESTAZIONE: Anpas – ASSOCIAZIONE NAZIONALE PUBBLICHE ASSISTENZE
CAUSALE: TERREMOTO ITALIA CENTRALE
BIC (per bonifici dall’estero) : BCITITMX

L’intervento dei volontari Anpas (in aggiornamento)

La raccolta fondi

Abbiamo avuto notizia che, col nome di Anpas, sono state attivate delle raccolte fondi per l’emergenza sisma del Centro Italia, da parte di soggetti privati che risultano non avere alcun rapporto con Anpas e le pubbliche assistenze.
Invitiamo i cittadini che volessero contribuire a farlo direttamente sul conto Anpas o a informarsi presso le pubbliche assistenze che aderiscono al movimento.

Donazioni Intesa San Paolo A seguito della apertura della raccolta fondi in aiuto delle popolazioni terremotate dell’Italia Centrale, Intesa San Paolo ha abbinato al conto corrente intestato ad A.N.P.AS. – associazione Nazionale pubbliche assistenze – Terremoto Italia Centrale con codice iban IT40 D033 5901 6001 0000 0145 550 uno specifico codice “grande beneficiario” in virtù del quale, oltre a dare evidenza del conto aperto da Anpas sul sito Intesa San Paolo, sugli ATM (bancomat) del Gruppo e sulla intranet aziendale, i donatori che effettueranno bonifici a favore del suddetto rapporto da conti correnti aperti presso tutto il Gruppo ISP, lo faranno a costo zero.
Il codice «grande beneficiario» permette inoltre ai clienti Intesa San Paolo di semplificare l’operazione: dopo avere scelto quanto donare, inserendo nel campo beneficiario le cifre 9708 tutte le altre informazioni saranno automaticamente compilate. Info su https://www.intesasanpaolo.com/it/persone-e-famiglie/landing/emergenza-terremoto-nel-centro-italia.html

 In alternativa dona utilizzando PayPal:


Le maglie Anpas per la ricostruzione: Amatrice nel cuore

Una maglia per portare Amatrice nel cuore e raccogliere fondi da destinare alla ricostruzione delle comunità colpite dal sisma. Come per il campo da rugby per L’Aquila e la scuola in Nepal, tutte le donazioni sosterranno esclusivamente attività di ricostruzione delle comunità colpite. Tutti, dalle pubbliche assistenze Anpas ai singoli soci e volontari, possono promuovere questa iniziativa nei rispettivi territori https://www.anpas.org/anpas-informa/com-stamp/2429-amatricenelcuore-ricostruzione.html

Anpas per Amatrice

 

RACCOLTE di BENI ED ALIMENTI

Anpas non sta svolgendo né coordinando raccolte di alimenti o vestiario.

Tutti gli alimenti utilizzati nei campi di accoglienza della popolazione devono essere certificati, per cui è possibile accettare solo donazioni di alimenti da parte di aziende e non da singoli cittadini. In questa fase, su indicazione del Dipartimento protezione Civile, non è stata avviata una raccolta vestiario ed altri beni per i problemi di stoccaggio e per la gestione de dei materiali nei campi.


Visto il ripetersi delle scosse, Anpas ricorda le buone pratiche di protezione civile della campagna Io non rischio da adottare dopo un terremoto

Assicurati dello stato di salute delle persone attorno a te e, se necessario, presta i primi soccorsi.
Prima di uscire chiudi gas, acqua e luce e indossa le scarpe.
Uscendo, evita l’ascensore e fai attenzione alle scale, che potrebbero essere danneggiate.
Una volta fuori, mantieni un atteggiamento prudente.
Se sei in una zona a rischio maremoto, allontanati dalla spiaggia e raggiungi un posto elevato.
Limita, per quanto possibile, l’uso del telefono.
Limita l’uso dell’auto per evitare di intralciare il passaggio dei mezzi di soccorso.
Raggiungi le aree di attesa previste dal Piano di emergenza comunale.


La campagna Io non rischio

Anpas ricorda le buone pratiche Io non rischio in caso di terremoto una campagna di comunicazione nazionale sulle buone pratiche di protezione civile. 

 

 

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Antincendio boschivo:nel 2015 in aumento gli incendi rispetto al 2014

Un aumento del 61% rispetto al 2014. Calabria e Campania le regioni con più incendi dal 1 gennaio 2015 al 9 agosto 2015. A seguire Lazio e Puglia.

 

dal sito DPC – Dall’inizio dell’anno ad oggi si sono verificati oltre 3400 gli incendi, che si sono sviluppati su quasi 16mila ettari di superficie, con un aumento del 61% rispetto al 2014, ma in diminuzione del 51% rispetto alla media degli ultimi cinque anni.



Le statistiche provvisorie sugli incendi boschivi elaborate dal Corpo Forestale dello Stato ci dicono che le regioni più colpite dagli incendi sono state Calabria, Campania, Lazio, Puglia e Sicilia.



In particolare, in termini di superfici boscate e non boscate percorse dal fuoco, abbiamo 2043 ettari in Lazio, 1676 in Campania, 1047 in Calabria, 806 in Puglia, 796 in Basilicata e 688 in Sicilia. Le superfici totali percorse dal fuoco registrano un incremento del 61% rispetto al 2014, ma una consistente riduzione di oltre l’80% rispetto al 2012 e del 51% rispetto alle medie dello stesso periodo dell’ultimo quinquennio.

La Calabria è la regione più colpita con 647 incendi. Seguono la Campania (479), il Lazio (370), la Puglia (361), la Sicilia (287), la Toscana (233), il Piemonte (191), la Liguria (159), la Lombardia (158), la Sardegna (119), la Basilicata (104), l’Abruzzo (57), l’Umbria (44), l’Emilia-Romagna (41), il Friuli Venezia Giulia (38), il Molise (37), il Veneto (34), il Trentino-Alto Adige (22), le Marche (16) e infine la Valle d’Aosta (6). 

 

Anch'io sono la Protezione Civile

 

 Il dossier del Dipartimento di Protezione civile – sito

Cosa fare in caso di incendio

Tutto il territorio italiano è interessato ogni anno dal fenomeno degli incendi, tuttavia le regioni maggiormente esposte si concentrano nel sud e nelle isole, soprattutto nei mesi estivi, quando si verificano più facilmente le condizioni meteo più favorevoli agli incendi e alla loro propagazione.
Gli incendi boschivi sono diventati un tema sempre più importante anche in Europa, in particolare in quei Paesi dell’area mediterranea che a causa delle loro condizioni climatiche sono i più colpiti dal fenomeno. 

 

Per evitare un incendio:

  • non gettare mozziconi di sigaretta o fiammiferi ancora accesi, possono incendiare l’erba secca;
  • non accendere fuochi nel bosco. Usa solo le aree attrezzate. Non abbandonare mai il fuoco e prima di andare via accertati che sia completamente spento;
  • se devi parcheggiare l’auto accertati che la marmitta non sia a contatto con l’erba secca. La marmitta calda potrebbe incendiare facilmente l’erba;
  • non abbandonare i rifiuti nei boschi e nelle discariche abusive. Sono un pericoloso combustibile;
  • non bruciare, senza le dovute misure di sicurezza, le stoppie, la paglia o altri residui agricoli. In pochi minuti potrebbe sfuggirti il controllo del fuoco.
     

Quando l’incendio è in corso:

  • se avvisti delle fiamme o anche solo del fumo telefona al 1515 per dare l’allarme. Non pensare che altri l’abbiano già fatto. Fornisci le indicazioni necessarie per localizzare l’incendio;
  • cerca una via di fuga sicura: una strada o un corso d’acqua. Non fermarti in luoghi verso i quali soffia il vento. Potresti rimanere imprigionato tra le fiamme e non avere più una via di fuga;
  • stenditi a terra in un luogo dove non c’è vegetazione incendiabile. Il fumo tende a salire e in questo modo eviti di respirarlo;
  • se non hai altra scelta, cerca di attraversare il fuoco dove è meno intenso per passare dalla parte già bruciata. Ti porti così in un luogo sicuro; 
  • l’incendio non è uno spettacolo, non sostare lungo le strade. Intralceresti i soccorsi e le comunicazioni necessarie per gestire l’emergenza. 

 

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Antincendio boschivo:nel 2015 in aumento gli incendi rispetto al 2014

Un aumento del 61% rispetto al 2014. Calabria e Campania le regioni con più incendi dal 1 gennaio 2015 al 9 agosto 2015. A seguire Lazio e Puglia.

 

dal sito DPC – Dall’inizio dell’anno ad oggi si sono verificati oltre 3400 gli incendi, che si sono sviluppati su quasi 16mila ettari di superficie, con un aumento del 61% rispetto al 2014, ma in diminuzione del 51% rispetto alla media degli ultimi cinque anni.



Le statistiche provvisorie sugli incendi boschivi elaborate dal Corpo Forestale dello Stato ci dicono che le regioni più colpite dagli incendi sono state Calabria, Campania, Lazio, Puglia e Sicilia.



In particolare, in termini di superfici boscate e non boscate percorse dal fuoco, abbiamo 2043 ettari in Lazio, 1676 in Campania, 1047 in Calabria, 806 in Puglia, 796 in Basilicata e 688 in Sicilia. Le superfici totali percorse dal fuoco registrano un incremento del 61% rispetto al 2014, ma una consistente riduzione di oltre l’80% rispetto al 2012 e del 51% rispetto alle medie dello stesso periodo dell’ultimo quinquennio.

La Calabria è la regione più colpita con 647 incendi. Seguono la Campania (479), il Lazio (370), la Puglia (361), la Sicilia (287), la Toscana (233), il Piemonte (191), la Liguria (159), la Lombardia (158), la Sardegna (119), la Basilicata (104), l’Abruzzo (57), l’Umbria (44), l’Emilia-Romagna (41), il Friuli Venezia Giulia (38), il Molise (37), il Veneto (34), il Trentino-Alto Adige (22), le Marche (16) e infine la Valle d’Aosta (6). 

 

Anch'io sono la Protezione Civile

 

 Il dossier del Dipartimento di Protezione civile – sito

Cosa fare in caso di incendio

Tutto il territorio italiano è interessato ogni anno dal fenomeno degli incendi, tuttavia le regioni maggiormente esposte si concentrano nel sud e nelle isole, soprattutto nei mesi estivi, quando si verificano più facilmente le condizioni meteo più favorevoli agli incendi e alla loro propagazione.
Gli incendi boschivi sono diventati un tema sempre più importante anche in Europa, in particolare in quei Paesi dell’area mediterranea che a causa delle loro condizioni climatiche sono i più colpiti dal fenomeno. 

 

Per evitare un incendio:

  • non gettare mozziconi di sigaretta o fiammiferi ancora accesi, possono incendiare l’erba secca;
  • non accendere fuochi nel bosco. Usa solo le aree attrezzate. Non abbandonare mai il fuoco e prima di andare via accertati che sia completamente spento;
  • se devi parcheggiare l’auto accertati che la marmitta non sia a contatto con l’erba secca. La marmitta calda potrebbe incendiare facilmente l’erba;
  • non abbandonare i rifiuti nei boschi e nelle discariche abusive. Sono un pericoloso combustibile;
  • non bruciare, senza le dovute misure di sicurezza, le stoppie, la paglia o altri residui agricoli. In pochi minuti potrebbe sfuggirti il controllo del fuoco.
     

Quando l’incendio è in corso:

  • se avvisti delle fiamme o anche solo del fumo telefona al 1515 per dare l’allarme. Non pensare che altri l’abbiano già fatto. Fornisci le indicazioni necessarie per localizzare l’incendio;
  • cerca una via di fuga sicura: una strada o un corso d’acqua. Non fermarti in luoghi verso i quali soffia il vento. Potresti rimanere imprigionato tra le fiamme e non avere più una via di fuga;
  • stenditi a terra in un luogo dove non c’è vegetazione incendiabile. Il fumo tende a salire e in questo modo eviti di respirarlo;
  • se non hai altra scelta, cerca di attraversare il fuoco dove è meno intenso per passare dalla parte già bruciata. Ti porti così in un luogo sicuro; 
  • l’incendio non è uno spettacolo, non sostare lungo le strade. Intralceresti i soccorsi e le comunicazioni necessarie per gestire l’emergenza. 

 

Antincendio boschivo:nel 2015 in aumento gli incendi rispetto al 2014 Leggi tutto »

Antincendio boschivo: cosa fare

Tutto il territorio italiano è interessato ogni anno dal fenomeno degli incendi, tuttavia le regioni maggiormente esposte si concentrano nel sud e nelle isole, soprattutto nei mesi estivi, quando si verificano più facilmente le condizioni meteo più favorevoli agli incendi e alla loro propagazione.
Gli incendi boschivi sono diventati un tema sempre più importante anche in Europa, in particolare in quei Paesi dell’area mediterranea che a causa delle loro condizioni climatiche sono i più colpiti dal fenomeno. 

Antincendio

Per evitare un incendio:

  • non gettare mozziconi di sigaretta o fiammiferi ancora accesi, possono incendiare l’erba secca;
  • non accendere fuochi nel bosco. Usa solo le aree attrezzate. Non abbandonare mai il fuoco e prima di andare via accertati che sia completamente spento;
  • se devi parcheggiare l’auto accertati che la marmitta non sia a contatto con l’erba secca. La marmitta calda potrebbe incendiare facilmente l’erba;
  • non abbandonare i rifiuti nei boschi e nelle discariche abusive. Sono un pericoloso combustibile;
  • non bruciare, senza le dovute misure di sicurezza, le stoppie, la paglia o altri residui agricoli. In pochi minuti potrebbe sfuggirti il controllo del fuoco.
     

Quando l’incendio è in corso:

  • se avvisti delle fiamme o anche solo del fumo telefona al 1515 per dare l’allarme. Non pensare che altri l’abbiano già fatto. Fornisci le indicazioni necessarie per localizzare l’incendio;
  • cerca una via di fuga sicura: una strada o un corso d’acqua. Non fermarti in luoghi verso i quali soffia il vento. Potresti rimanere imprigionato tra le fiamme e non avere più una via di fuga;
  • stenditi a terra in un luogo dove non c’è vegetazione incendiabile. Il fumo tende a salire e in questo modo eviti di respirarlo;
  • se non hai altra scelta, cerca di attraversare il fuoco dove è meno intenso per passare dalla parte già bruciata. Ti porti così in un luogo sicuro; 
  • l’incendio non è uno spettacolo, non sostare lungo le strade. Intralceresti i soccorsi e le comunicazioni necessarie per gestire l’emergenza. 

 

 Il dossier del Dipartimento di Protezione civile – sito

 

Antincendio boschivo: cosa fare Leggi tutto »

“Ora e sempre resilienza”: Anpas al convegno di Italia Sicura

Italia sicura: Ora e sempre resilienza, Roma 3 luglio 2014. Anpas presenta la campagna Io non rischio

Si è svolta il 3 luglio a Roma, la giornata “Ora e sempre resilienza” organizzata la Struttura di Missione di Palazzo Chigi #italiasicura contro il dissesto idrogeologico, insieme al Dipartimento della Protezione Civile, all’Istituto Nazionale di Urbanistica, al Consiglio Nazionale dei Geologi e all’associazione Nazionale dei Comuni italiani, con la collaborazione dell’Ufficio delle Nazioni Unite per la Riduzione del Rischio da Disastri. Un percorso di lavoro che, guardando alla resilienza delle comunità come obiettivo finale, promuova la necessaria sinergia tra le attività di prevenzione strutturale, le azioni di prevenzione di protezione civile e la diffusione di una vera consapevolezza dei rischi tra i cittadini.

Anpas, con Carmine Lizza, ha presentato la campagna #iononrischio. Hanno fatto parte della delegazione Anpas Egidio Pelagatti, Concetta Mattia, Egidio Ciancio e Sergio Giusti.


Io non rischio: Carmine Lizza (Anpas) ha presentato la campagna #iononrischio. 
Il lavoro fatto in questi anni dal volontariato, e in particolare dal volontariato Anpas, insieme al Dipartimento Nazionale, è stato quello di portare il cittadino e le comunità al centro del sistema di protezione civile: da L’Aquila in poi abbiamo immaginato un modus operandi nuovo che ha rivoluzionato il nostro modo di pensare la protezione civile. Stiamo lavorando affinché si riducano i nostri interventi in fase di emergenza, ma che aumentino quelli per fare prevenzione.

Ora e sempre ResilienzaNe sono una dimostrazione i nostri campi scuola: abbiamo iniziato nel 2008 con cento ragazzi e questa estate, dopo sette anni, avremo più di mille ragazzi per 38 campi scuola. in tutta Italia, dai monti della Valle d’Aosta all’isola di Stromboli in Sicilia. Siamo lavorando non sul nostro futuro, ma su quello delle generazioni future che ogni giorno che passa devono lavorare per ridurre il rischio. I primi corsi nei campi scuola riguardavano il saper fare dall’uso della manichetta al montaggio della tenda. Ora i nostri corsi riguardano prima di tutto la conoscenza del territorio e dei piani di protezione civile, sia per genitori che per bambini. In una parola:  prevenzione, con il cittadino al centro. Questo perché facendo un lavoro sulla prevenzione non strutturale, in automatico si farà prevenzione strutturata. Un cittadino informato e consapevole saprà fare prevenzione a partire dalla propria abitazione, si avvarrà dell’apporto professionale di qualità, non adeguerà la sua casa con il solo scopo del ribasso sui prezzi  e sulla sicurezza. E il volontariato è quello strumento di mediazione virtuosa tra comunità scientifica, istituzioni e singolo cittadino.

 

Per questo abbiamo dapprima immaginato, poi condiviso e infine messo in piazza la campagna Io non rischio: una campagna multirischio che dal 2011 al 2014 ha coinvolto 314 Comuni, che ha formato 5300 volontari di protezione civile nelle sezioni locali di 21 diverse organizzazioni nazionali, associazioni regionali e gruppi comunali e che ha permesso di parlare nelle piazze a poco meno di un milione di persone.

 

Protagonisti sono quindi i cittadini attivi che, nell’interesse generale, si assumono la responsabilità di essere custodi e prendersi cura dei beni comuni rispondono in pieno ai principi costituzionali (Artt. 2 e 4 della Costituzione).

 

Come abbiamo avuto modo di ribadire tanto alla Camera dei Deputati nel corso dell’audizione per la riforma della Protezione Civile, quanto in ogni singola comunità dove è presente una pubblica assistenza Anpas, in emergenza l’intervento fatto dall’esterno è inversamente proporzionale alla capacità di resilienza: è questo un modello Anpas: un modello  che, costruito e sperimentato con il DPC, ha portato a percorsi  virtuosi e, soprattutto, ad un nuovo modo di pensare tutta la protezione civile. Da anni promuoviamo ormai la cultura della protezione civile e della difesa del territorio, dall’autoprotezione e dall’altra dalla manutenzione del territorio e della mitigazione degli effetti. È necessario che parte dei fondi ordinari vengano impiegati per effettuale una ricognizione puntuale dello stato di manutenzione delle opere idrauliche presenti. Come geologo posso affermare che la protezione civile è un servizio per la collettività dove le professionalità e le specificità che ne sono presenti consentono di avere una funzione pubblica che tutela l’integrità della vita delle persone, dei beni, degli insediamenti e dell’ambiente dai pericoli o dai danni. In situazioni di emergenza si dovrebbe procedere in una prospettiva sistemica, dove la natura e l’estensione dell’evento calamitoso vengano gestite in virtù della capacità di risposta e reazione del territorio colpito, in ragione cioè del livello di resilienza della comunità interessata.

 

Ora e sempre Resilienza

Insieme al Dipartimento di Protezione civile abbiamo immaginato un sistema formativo “a cascata”, dove ogni volontario finita la formazione con un percorso formativo intensivo di 6 giorni a Roma su tutta la campagna, andava poi a formare a sua volta altri volontari e così via. Quest’anno avremo circa 250 piazze nuove e 2500 volontari nuovi formati 

 

  
A nome di Anpas, infine, non posso che ringraziare il Capo Dipartimento Fabrizio Curcio che sta continuando a credere e in questa idea e, non per ultimo, portare le congratulazioni per il riconoscimento ricevuto da Franco Gabrielli come “CHAMPION OF DISASTER RISK REDUCTION”. Il nostro obiettivi è che un giorno si possa arrivare a dare questo riconoscimento a tutti i cittadini italiani e, da parte dei 90mila volontari Anpas, posso dire che ce la metteremo tutta.

 

 

 

 

 

 

 

Appunti di resilienza: il videodoc di Anpas con Alessandro Bergonzoni, Maino Benatti (sindaco di Mirandola) e Marco Mucciarelli (sismologo)



 


 

Background

Nel dibattito, europeo e internazionale, si discute sempre più sulla necessità di rendere le nostre città “resilienti”. Per resilienza si intende l’insieme delle caratteristiche che rendono le città capaci di adattarsi ad agenti esterni più o meno prevedibili (tsunami, terremoti, alluvioni, per citarne alcuni) e, attraverso una pianificazione strategica anche dello sviluppo urbano, di affrontare con efficacia gli eventi calamitosi, di superarli e di uscirne rafforzata o addirittura trasformata.


A fronte della gravità dei fenomeni, sono numerose le iniziative che, in ambito internazionale,  europeo e italiano, sono state intraprese, sia promuovendo interventi strutturali per contrastare i futuri impatti del cambiamento climatico in atto, sia sensibilizzando le istituzioni locali e i cittadini affinché si riesca a diffondere quanto più possibile una matura cultura della prevenzione.
Conoscere e mitigare i rischi è, quindi, una delle principali sfide che le città sono oggi chiamate ad affrontare per garantire un ambiente urbano sostenibile per i propri cittadini.

L’Ufficio delle Nazioni Unite per la Riduzione del Rischio da Disastri (UNISDR), nel maggio 2010 ha lanciato la campagna mondiale “Making Cities Resilient: My City is Getting Ready” – sottoscritta in Italia da oltre 150 Comuni – volta proprio a sollecitare le istituzioni nel compiere scelte di governo che accrescano la preparazione delle proprie comunità ad affrontare adeguatamente eventuali eventi calamitosi. 

Sono, dunque, tre i pilastri sui quali devono lavorare le comunità che vogliono dirsi resilienti:

– gli interventi strutturali per mitigare i rischi, interventi che devono essere oculatamente progettati e correttamente inseriti nel contesto urbanistico;

– la definizione e l’aggiornamento costante delle pianificazioni territoriali, strumenti preziosi nel governo del territorio, ancora di più se condivisi con la popolazione;

– l’educazione dei cittadini al concetto di rischio accettabile e alla diffusione dei più corretti comportamenti da mettere in atto, nelle diverse situazioni, per tutelare la propria vita e quella dei propri cari.

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Anch’io sono la Protezione Civile: i Campi Scuola 2015

Al via i Campi Scuola 2015 #scuoledanpas: più di mille ragazzi per 38 campi scuola

Trentotto campi scuola, oltre 1000 ragazzi (di età compresa tra i 6 e i 17 anni) che tra il 27 giugno e il 6 settembre parteciperanno ai campi scuola scuola di protezione civile Anpas. Anche quest’anno, infatti le pubbliche assistenze Anpas hanno infatti preso parte al progetto “Campi scuola – Anch’io sono la Protezione Civile”, promosso dal Dipartimento della Protezione Civile e nato con l’obiettivo di diffondere la cultura di protezione civile tra le nuove generazioni.

 

Da fine giugno a inizio settembre saranno oltre duecento giorni complessivi di esperienza in cui i futuri volontari di protezione civile compiranno un vero e proprio “viaggio” all’interno del mondo della protezione civile, scoprendo quanto l’impegno del singolo sia indispensabile al funzionamento dell’intero sistema.

La finalità di questo progetto è quella di stimolare tra i giovani il senso di responsabilità e di cittadinanza attiva attraverso la condivisione delle buone pratiche di protezione civile. Esplorazione e contatto con la natura, prevenzione dei rischi, esercitazioni in squadra, presa di responsabilità nei confronti della comunità saranno parte della metodologia che i volontari Anpas adotteranno per far scoprire le attività di protezione civile, i piani comunali di protezione civile e il Servizio Nazionale della Protezione Civile.

Tre le aree tematiche che saranno oggetto della esperienzadei ragazzi: antincendio boschivo, sistema nazionale della protezione civile, piani di protezione civile.

Castellana Grotte: il campo scuola

«Stiamo coltivando i volontari della protezione civile di domani, ma soprattutto i cittadini che si prenderanno cura delle nostre comunità, dei nostri territori e dei beni comuni del futuro», dice Carmine Lizza, geologo e responsabile nazionale Anpas di Protezione Civile. «La cultura del volontariato di protezione civile è l’elemento principale per uscire dall’emergenza e per affrontarla attraverso l’impegno di cittadini consapevoli e formati. Questi ragazzi», conclude Lizza «hanno la fortuna di poter costruire il loro percorso di cittadinanza attiva e di responsabilità: in bocca al lupo a tutti loro e speriamo di ritrovarli nelle nostre pubbliche assistenze anche dopo questa esperienza come in tanti hanno fatto».

«Rileviamo l’importanza di parlare dei nostri temi ai ragazzi fin da piccoli verra’ piu’ naturale affrontare le problematiche di protezione civile e, perché no, la voglia di fare volontariato”

Finalità di questo progetto è quella di stimolare tra i giovani il senso di responsabilità e di cittadinanza attiva attraverso la condivisione delle buone pratiche di protezione civile», dichiara Fabrizio Pregliasco, Presidente Anpas.

l progetto di formazione “Campi scuola – Anch’io sono la Protezione Civile” è nato nel 2007 con l’obiettivo di diffondere la cultura di protezione civile tra le nuove generazioni.

 

La mappa  – 







La mappa dei campi scuola

Il calendario dei campi scuola Anpas 2015

Le date, le città e le associazioni

Abruzzo
Teramo, Morro d’oro-Corpo Voontari Protezione Civile Gran Sasso dal 20 al 26 luglio
L’Aquila, Magliano de’Marsi – Gruppo Volontari – dall’8 al 12 luglio
L’Aquila, Civitella Roveto-Croce Verde, dal 27 luglio al 2 agosto
Chieti, Altino CB Pegaso, dal 1 al 7 agosto

 

Campania

Salerno, Amalfi – Protezione Civile PA MIllennium, dal 27 luglio al 2 agosto
Salerno, Baronissi – Il punto, dal 31 agosto al 6 settembre
Benevento, Frasso Telesino – pubblica assistenza, dal 29 giugno al 4 luglio
Avellino, Mirabella Eclano – pubblica assistenza, dal 28 giugno al 5 luglio
Salerno, Pagani, Papa Charlie, dal 24 al 30 agosto
Avellino, Scampitella, Pubblica Assitsenza, dal 17 al 23 agosto
Salerno, Siano, Croce Azzurra, dal 27 luglio al 2 agosto
Avellino, Solofra, OST. Rita Gagliardi, dal 4 all’11 luglio

 

Lazio
Roma, Anpas Lazio, dal 25 luglio al 2 agosto

 

Liguria
Genova, Anpas Liguria, dal 23 al 30 agosto

 

Lombardia
Bergamo, Gromo, Croce Blu, dal 27 luglio al 1 agosto

 

Puglia
Bari, Castellana Grotte, AVPA, dal 20 al 26 luglio
Taranto, Mottola, Mottola Soccorso, dal 13 al 19 luglio
Barletta, Trinitapoli, AVS Casaltrinità, dal 13 al 19 luglio
Foggia, Troia, Tur 27, dal 31 agosto al 6 settembre

 

Sardegna
Medio Campidano, Gonnosfanadiga, Anpas Sardegna, dal 12 al 18 luglio

 

Sicilia
Enna, Agira, Pubblica Assitenza, dal 27 luglio al 2 agosto
Messina, Barcellona, Club Radio, dal 27 luglio al 2 agosto
Enna, Corpo Volontari Protezione Civile, dal 24 al 20 agosto
Caltanissetta, Gela, Santa Lucia Soccorso, dal 29 giugno al 5 luglio
Messina, associazione PEgaso, dal 20 al 25 luglio
Caltanissetta, Niscemi, Prociv, dal 13 al 19 luglio
Siracusa, Noto, Volontariato Siciliano Protezione Civile, dal 3 al 9 agosto
Palermo, Le Ali, dal 24 al 28 agosto
Palermo, UGES SOS, dal 18 al 22 agosto
Catania, Paternò, pubblica assistenza, dal 19 al 26 luglio
Palermo, Prizzi, associazione volontari Soccorso Prizzi, dal 20 al 25 luglio
Agrigento, San Giovanni Gemini, Sicilia Soccorso, dal 17 al 22 agosto
Messina, Saponara, Rivivere a Colori Saponara, dal 27 luglio al 1 agosto
Messina, Lipari, Volontari Isola Stromboli, dal 27 giugno al 3 agosto
Trapani, Il soccorso, dall’8 al 13 luglio

 

Toscana
Lucca, Stazzema, pubblica assistenza Stazzema, dal 17 al 22 agosto

 

Valle d’Aosta
Aosta, Verres, Pronto soccorso e solidarietà sociale, dal 26 luglio al 1 agosto

 



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