Anpas Campi scuola 2015
Campi scuola 2015
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15 giugno 2015. Prende il via oggi, e si protrarrà fino al 30 settembre prossimo, la campagna estiva antincendio boschivo 2015. Come previsto dalla legge quadro sugli incendi boschivi, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri sono state inviate nei giorni scorsi a Regioni e Province Autonome le “Raccomandazioni per un più efficace contrasto agli incendi boschivi, di interfaccia, e ai rischi conseguenti”.
Le raccomandazioni, definite sulla base delle indicazioni contenute negli strumenti di pianificazione proposti dal Dipartimento della Protezione Civile, delineano le azioni necessarie a ridurre il rischio incendi boschivi e a fronteggiare le situazioni emergenziali che ne derivano, in termini di sensibilizzazione, prevenzione e monitoraggio, di razionalizzazione dell’impiego delle risorse e di pianificazione d’emergenza.
Nonostante le ultime due stagioni estive siano state caratterizzate da condizioni meteorologiche poco favorevoli all’innesco e alla propagazione degli incendi, è comunque vero che non sono mancate, purtroppo, situazioni più critiche che hanno messo in evidenza la necessità di un raccordo continuo fra tutte le risorse, regionali e statali, disponibili sul territorio nell’ambito del Servizio Nazionale della Protezione Civile. A questo scopo, come di consueto, anche quest’anno la flotta aerea dello Stato opererà sulla base delle richieste inoltrate dalle regioni al Centro Operativo Aereo Unificato (COAU), a supporto delle squadre e dei velivoli antincendio locali. È inoltre utile ricordare che il fenomeno degli incendi è sostanzialmente frutto di intervento umano, per dolo o per colpa: per questa ragione la prevenzione si fa, prima di tutto, attraverso campagne di sensibilizzazione e di educazione all’ambiente, oltre che con attività di prevenzione e, soprattutto, di costante monitoraggio. Un primo intervento tempestivo sui focolai da parte delle squadre a terra consente, infatti, di operare in modo più efficace e di ridurre il numero di casi di particolare gravità per cui si rende necessario il supporto da parte dei mezzi aerei. Il rischio. Il 30% della superficie territoriale del nostro Paese è costituito da boschi. Ogni anno decine di migliaia di ettari di bosco bruciano a causa di incendi di natura dolosa o colposa, legate alla speculazione edilizia, o all’incuria e alla disattenzione dell’uomo. Negli ultimi trent’anni è andato distrutto il 12% del patrimonio forestale nazionale. I mesi a più elevato rischio sono quelli estivi, quando la siccità, l’alta temperatura ed il forte vento fanno evaporare parte dell’acqua trattenuta dalle piante, determinando condizioni naturali favorevoli all’innesco e allo sviluppo di incendi. Il patrimonio forestale italiano costituisce un’immensa ricchezza per l’ambiente e l’economia, per l’equilibrio del territorio, per la conservazione della biodiversità e del paesaggio.
Cosa fare in caso di incendio Per evitare un incendio: dal sito www.protezionecivile.gov.
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Centro funzionale http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/cfcrinc.wp
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La campagna anticendio boschivo 2015 Leggi tutto »
Dati ambientali ISPRA: nel 2014 si sono verificate 211 frane importanti, che hanno provocato complessivamente 14 vittime e danni alla rete stradale e ferroviaria.
Roma, 18 agosto 2015 – Nel nostro Paese i rischi sono legati sia alla natura del territorio sia all’azione dell’uomo. Nel 2014 si sono verificate 211 frane importanti, che hanno provocato complessivamente 14 vittime e danni alla rete stradale e ferroviaria. Le Regioni più colpite sono state Liguria, Piemonte, Toscana, Veneto, Campania, Lombardia e Sicilia. La stima della popolazione esposta a rischio alluvioni in Italia è di 5 milioni 800mila abitanti nello scenario di pericolosità idraulica media (tempo di ritorno fra 100 e 200 anni), 28.500 sono invece i beni culturali esposti e circa 7100 le strutture scolastiche. È quanto emerge dall’“Annuario dei dati ambientali 2015” dell’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (ISPRA). Un dato positivo riguarda la qualità delle acque balneabili, con un 89,5% almeno “sufficiente a livello microbiologico”. Le acque di fiumi e laghi sono considerate rispettivamente al 60% e al 65% in uno stato ecologico “inferiore al buono”. Acque sotterranee: su 4.023 stazioni di monitoraggio, il 69,2% è classificato “buono” e il restante 30,8% “scarso”.
Il litorale italiano: sono 675 i chilometri di costa “artificializzati”, soprattutto per la costruzione di opere portuali. Rincuora scoprire che, su 15 regioni costiere, 11 sono dotate di strumenti di pianificazione che includono l’intero litorale. Tra gli strumenti adottati per la gestione delle coste, l’approccio più diffuso è attualmente legato alla mitigazione dei processi di erosione.Per quanto riguarda gli stabilimenti industriali, quelli a rischio di incidente rilevante sono 1.104, un quarto dei quali si trova in Lombardia. Percentuali significative di industrie a rischio, con valori tra l’8 e il 10%, si registrano anche in Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna.
Le proposte di Anpas. Aldilà della importanza della redazione della diffusione capillare dei piani di protezione civile (solo 5.887 comuni su 7.759 ne dispongono uno), Anpas propone la promozione della cultura della protezione civile e della difesa del territorio, dall’autoprotezione e dall’altra dalla manutenzione del territorio e della mitigazione degli effetti. “È necessario che parte dei fondi ordinari vengano impiegati per effettuale una ricognizione puntuale dello stato di manutenzione delle opere idrauliche presenti”, dichiara Carmine Lizza, geologo e responsabile nazionale Protezione Civile. “In seguito sarà necessario approntare, in tempi rapidi, un grande piano nazionale straordinario di pulizia e manutenzione del realizzato. Da geologo posso affermare che da un quadro di elevata pericolosità geomorfologica e idraulica del territorio italiano, la cementificazione diffusa, fuori controllo e non conforme alle caratteristiche dei territori, ha incrementato l’entità delle condizioni complessive di rischio. Dall’altro lato dobbiamo denunciare che troppo spesso le amministrazioni affidano la progettazione e l’esecuzione dei lavori con il criterio del massimo ribasso, oltre a non prevedere un necessario specifico di manutenzione dell’opera. Dal nostro punto di vista non abbiamo bisogno di “grandi opere”, ma di piccole opere che di fatto nel loro insieme possono costituire un grande piano di investimento diffuso capillarmente sull’intero territorio nazionale che non dimentichi la messa in sicurezza delle scuole, degli ospedali e degli edifici pubblici in generale”. |
Riforma Protezione Civile L’audizione di Anpas alla CameraI lavori preparatori Il testo della Proposta di Legge4 marzo 2015 – Il Capo Dipartimento alla Commissione Ambiente alla CameraAnpas e la Protezione CivileFormazione formatori di protezione civileOrganigramma del settore Protezione Civile Anpas
#Iononrischio: la campagna di prevenzione multirischio Anpas e Dipartimento Protezione Civile |
I dati ambientali Ispra e le proposte di Anpas Leggi tutto »
A Mestre due giorni per i formatori protezione civileSabato 18 e domenica 19 aprile, 40 volontarie e volontari provenienti da sei pubbliche assistenze del Comitato Regionale Anpas Veneto hanno partecipato al primo corso di formazione di Operatore colonna mobile Nazionale. Il corso si è svolto presso la sede di Croce Verde Mestre e i volontari hanno completato la prima sessione della formazione a cascata che ha come obiettivo fornire le competenze di Protezione Civile. I formatori ed il supporto logistico fornito dai volontari di Mestre, hanno permesso di realizzare con successo questa iniziativa. Tutti i partecipanti hanno superato con successo gli impegni formativi. |
Le tappe del percorso Formazione formatori Anpas Formazione formatori: il viaggio di Michela La comunicazione di emergenza in una stanza
I video del corso
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Formazione formatori protezione civile in Veneto Leggi tutto »
L’intervista a Fabrizio Curcio, Capo Dipartimento Protezione Civile, in esclusiva per Anpas oggi al Festival del Volontariato di Lucca.
Il volontariato, la comunicazione d’emergenza, la riforma della Protezione Civile: questi i temi dell’intervento di Fabrizio Curcio, Capo Dipartimento Protezione Civile al Festival del Volontariato, oggi, 17 aprile, a Lucca, organizzato da CNV.
L’intervista in esclusiva per Anpas –
Durante l’incontro svoltosi all’interno della tensostruttura Anpas, Faberizio Curcio ha sottolineato l’importanza della consapevolezza e della cultura di protezione civile che parta dalla scuola non come materia, ma come stile di vita: un percorso lento che deve partire dalla formazione dei docenti e arrivare fino al rapporto con la comunità scientifica. “Il nostro paese ha fragilità strutturali. Occorre che ne prendiamo tutti coscienza” ha spiegato Curcio. “Abbiamo la tendenza a innamorarci del rischio del giorno. Ma i problemi possono essere tanti. Le priorità? Vengono definite dalla richiesta. Ed è sempre in base al bisogno che si potrà stabilire come distribuire le risorse a disposizione: è il territorio che comanda”.
Infine il nuovo capo dipartimento della Protezione civile ha affrontato il tema dei social network. “Non è nostro compito fare comunicazione di dettaglio sull’emergenza. Il dipartimento si può aprire ai social, ma occorre spiegare bene qual é la funzione. Come a dire: le strade chiuse li conoscono i territori, non il dipartimento, che invece ha una visione di area vasta”.
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La Galleria Fotografica dell’incontro con i volontari Anpas |
Prendono il via, con la mostra “S’i fossi acqua” le celebrazioni per il 20° anniversario dell’alluvione in Versilia del 19 giugno 1996. L’inaugurazione è prevista per sabato 7 maggio alle ore 16,30 al Palazzo della Cultura in Cardoso. Un programma denso di appuntamenti che coinvolgeranno i quattro comuni della Versilia storica in cui si ricorderà il giorno che ha segnato la storia recente di queste Comunità che dovettero imparare a conoscere la forza distruttiva dell’acqua, ma da cui si imparò una nuova cultura della messa in sicurezza e del vivere sicuri. L’Alluvione in Versilia portò con sé un nuovo modello di protezione civile che coinvolse in prima persona i cittadini e che divenne la base per la protezione civile di oggi.
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CONVEGNO 10 GIUGNO “Per un territorio sicuro: iniziative e proposte”
ANNIVERSARIO ALLUVIONE 19 GIUGNO
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20° anniversario dell’Alluvione in Versilia Leggi tutto »
7 aprile 2015 – Ha preso il via a Roma, nelle aule della Scuola Superiore dell’Amministrazione dell’Interno, la formazione per i 73 volontari “formatori” selezionati nell’ambito della campagna “Io non rischio”.
Titti Postiglione, dirigente Ufficio Volontariato, formazione e comunicazione del Dipartimento Protezione Civile ha ricordato l’obiettivo principale della Campagna: “la riduzione del rischio attraverso la partecipazione attiva dei cittadini”. Tre le risposte alla domanda: Perché io non rischio? “Per aumentare la consapevolezza dei rischi. Per diffondere la cultura della prevenzione. Per prendersi cura in prima persona del territorio”.
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La prima giornata di formazione in 7 foto
LE FOTOGALLERY Tutte le foto della campagna 2014
Il sito della campagna
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Io non rischio: iniziata la formazione formatori 2015 Leggi tutto »
«È estremamente importante definire politiche che mirino a includere le autorità locali e le comunità nel complesso ciclo della gestione dei rischi, promuovendo l’impegno e la leadership dei singoli territori. Per questo, crediamo che pianificare per tempo, a livello nazionale, strategie per la riduzione dei rischi da disastri sia la strada vincente da percorrere. Ovviamente, per essere efficaci, queste strategie devono essere supportate attraverso l’implementazione delle politiche di governo a ogni livello e da una disponibilità costante e adeguata di risorse». Così è intervenuto il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Franco Gabrielli, nel corso dei lavori della terza Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulla riduzione del rischio da disastri, in corso in questi giorni in Giappone, a Sendai. Obiettivo dell’evento – che si concluderà il 18 marzo e al quale stanno partecipando rappresentanti di Stati, organizzazioni non governative, della comunità scientifica e del settore privato – è completare la valutazione e la revisione del piano decennale (2005-2015) Hyogo Framework for Action e adottare, a livello globale, la migliore strategia possibile per raggiungere, nei prossimi quindici anni, risultati concreti in materia di sviluppo sostenibile e incremento delle capacità di resilienza dei territori esposti ai rischi. Il Prefetto Gabrielli ha preso parte, tra l’altro, ai lavori delle sessioni ministeriali “Governare il rischio da disastri: le sfide da affrontare” e “Riduzione dei rischi di disastri nei contesti urbani”. «Anche sulla base delle più recenti emergenze che abbiamo avuto in Italia, è chiaro come gli sforzi e le difficoltà che si affrontano già oggi, soprattutto a livello locale, aumenteranno in futuro se non si investe adeguatamente e in modo coerente in tutte le fasi del ciclo di protezione civile, dalla previsione e prevenzione alla gestione dell’emergenza» ha detto ancora il Capo del Dipartimento. «È chiaro come il concetto di resilienza nei contesti urbani debba entrare sempre più nelle agende dei governanti e nella cultura quotidiana dei cittadini: dobbiamo investire, con pazienza, in strategie che permettano di diffondere e radicare nelle comunità una matura cultura della prevenzione, recuperando la memoria del passato, dei disastri, per far crescere la consapevolezza dei rischi esistenti sui territori, soprattutto tra i più giovani». Si apre domani a Sendai, in Giappone, la terza Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulla riduzione del rischio da disastri. Scopo dell’evento, che si concluderà il 18 marzo, è trovare proprio, a livello globale, la migliore strategia possibile per raggiungere risultati concreti in materia di sviluppo sostenibile e incremento delle capacità di resilienza dei territori esposti ai rischi, mediante l’adozione di un nuovo quadro d’azione – che sostituirà quello adottato nella conferenza mondiale del 2005 – che indichi gli obiettivi strategici e i settori prioritari d’intervento nei prossimi quindici anni. Secondo i recenti rapporti prodotti dall’Ufficio dell’ONU per la riduzione del rischio (UNISDR, United Nations Office for Disaster Risk Reduction), anche negli ultimi dieci anni la frequenza e gli effetti delle catastrofi e delle emergenze sono decisamente cresciuti, con costi derivati che raggiungono ormai la cifra di circa 300 miliardi di dollari l’anno. È in questo contesto che assumono sempre maggiore importanza le attività di prevenzione, pianificazione e preparazione, al fine di ridurre la portata delle catastrofi e renderne più efficiente la gestione. Ai lavori della Conferenza parteciperanno rappresentanti di Stati e organizzazioni non governative, nonché della comunità scientifica e del settore privato. Il Capo del Dipartimento della Protezione civile, Franco Gabrielli, sarà presente nella giornata di lunedì 16 marzo, quando interverrà, tra l’altro, ai lavori delle sessioni ministeriale “Governare il rischio da disastri: le sfide da affrontare” e “Riduzione dei rischi di disastri nei contesti urbani”. «In materia di politiche di riduzione dei disastri non ci sono modelli unici che possano andare bene per tutti gli Stati», sostiene il Prefetto Gabrielli. «Ogni Paese deve adottare le strategie migliori in base alle proprie priorità e necessità, ma fondamentale è una forte e comune strategia di intervento prospettico per la riduzione dei rischi a livello globale. Dobbiamo convintamente lavorare sul piano della preparazione e della pianificazione, incrementando le politiche di educazione e informazione rivolte ai cittadini, affinché cresca quanto più possibile la consapevolezza della singola persona: in protezione civile, infatti, l’azione corretta che ognuno di noi può mettere in campo si rivela spesso determinante per la gestione complessiva degli eventi calamitosi». Fonte DIpartimento Nazionale Protezione civile
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Appunti di resilienza: il videodoc di Anpas con Alessandro Bergonzoni, Maino Benatti (sindaco di Mirandola) e Marco Mucciarelli (sismologo)
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Resilienza e prevenzione: l’intervento di Franco Gabrielli all’ONU Leggi tutto »
AnpasSOPOLI7 marzo 2015 – Possono verificarsi emergenze durante le quali l’obiettivo dell’emergenza è l’attesa e quindi è bene confrontarsi anche con i giochi ed ogni modo per facilitare il trascorrere del tempo: è stato presentato questa sera a Baronissi durante l’ultima sessione di formazione formatori di protezione civile il gioco d di protezione civile AnpassopoliChi ha partecipato all’emergenza sisma Alta Toscana del 2013 ha chiaro di cosa stiamo parlando. Lo scopo del gioco è di arrivare ad avere gli elementi necessari per gestire l’emergenza che ci è stata assegnata dalla carta obiettivo. E’ possibile avere in “dote” gli elementi con le carte che inizialmente vengono distribuite, oppure acquistarli durante le fasi di gioco. Quando il segnalino si ferma su una casella acquistabile che non è ancora di proprietà altrui, il giocatore può comprarla dalla banca pagando il prezzo segnato sulla casella, altrimenti la proprietà viene subito messa all’asta e ceduta al miglior offerente. Chi possiede una proprietà ne gode la rendita, la quale è costituita dall’affitto che ogni altro giocatore, fermandosi sulla proprietà, è tenuto a pagargli. La rendita/affitto corrisponde ad un decimo del valore della proprietà. Quando si capita su una casella segnata Probabilità o Imprevisti il giocatore deve prendere una carta dal relativo mazzo e seguire fedelmente le indicazioni in essa contenute.REGOLE DEL GIOCO Per otto partecipanti (anche nove, quando chi fa da banchiere non partecipa al gioco) che formano quattro squadre.DOTAZIONE Il gioco consiste in una TAVOLA con 40 caselle indicanti attrezzature, codici attivazione, imprese di pubblica utilità, tasse (non mancano mai), fermate, premi e penalità. Sopra queste caselle si muovono i segnalini che i giocatori prendono ad inizio gioco. Per determinare gli spostamenti ci sono due DADI.A distanza di un mese dall’ultima sessione, si chiude il percorso della cascata formativa per formatori di protezione civile. Un percorso di formazione che è iniziato con la costruzione della colonna mobile di Protezione civile e finanziata con i fondi messi a disposizione dall’OPCM 3797 del 2009 (articolo 221) e che prevede la formazione di volontari formatori che a loro volta creeranno altri formatori territoriali Anpas di protezione civile suddivisi in formatori di base e formatori specifici (logistica, segreteria, responsabili di campo di protezione civile e cucina).
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Formazione formatori Protezione civile: Da Fate presto a facciamo prima: Baronissi 7-9 febbraio 2015
Formazione formatori: il viaggio di Alice Formazione formatori: il viaggio di Michela Formazione formatori: la comunicazione d’emergenza https://www.flickr.com/photos/anpas/sets/72157651220136185
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Protezione civile: si gioca ad anpassopoli Leggi tutto »
22 febbraio – Si è riunita nella sede Anpas nazionale la commissione protezione civile Anpas: trentaquattro volontari di protezione civile, tra responsabili regionali e consiglieri nazionali Anpas provenienti da tutta Italia, si sono confrontati sul futuro della protezione civile Anpas nel primo appuntamento dopo il Congresso Nazionale dello scorso novembre.
“Anche in base alle esperienze fatte negli ultimi anni abbiamo ri-immaginato quello che potrebbe essere lo scenario della protezione civile e di Anpas nei prossimi quattro anni”, ha dichiarato Carmine Lizza, responsabile protezione civile Anpas Nazionale. “Il nostro agire in protezione civile deve essere dinamico, capace di adattarsi a tutte le situazioni senza dover per forza mantenere un modello fisso che magari nel tempo si discosta da quella che è la realtà e gli scenari di intervento o di prevenzione. Lavorare sul nostro futuro oggi è stato un segno di maturità: importante è stata la propensione di tutti i presenti, anche supportata da anni di esperienza e competenze acquisite sul campo, di lavorare ad un riadeguamento della struttura e delle funzioni di ciò che riguarda la protezione civile in Anpas partendo da temi come la progettazione, il percorso condiviso della formazione e della comunicazione, ma anche l’allargamento dello scenario aldilà dei confini italiani”. Tra gli argomenti trattati durante la commissione anche una esercitazione nazionale da svolgersi nella Marsica a cento anni dal terremoto dove anche le pubbliche assistenze intervennero proprio facendo protezione civile (la data verrà comunicata appena disponibile). Nominati, dalla Commissione, anche il responsabile operativo nazionale Anpas protezione civile Egidio Pelagatti e il responsabile sala operativa nazionale Anpas Marco Lumello (vedi anche l’organigramma del settore Protezione Civile Anpas) Presente anche Fabrizio Pregliasco, presidente nazionale Anpas: “Un momento importante per tutti per continuare a lavorare sulle tante e diverse specializzazioni del nostro modo di fare protezione civile per rendere efficiente e migliorare costantemente il sistema”
(foto Marco Negri, K9 Rescue-Anpas Lazio)
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Organigramma del settore Protezione Civile Anpas 100 anni dal terremoto della Marsica – sito Formazione formatori di protezione civile: la tappa di Baronissi Una lettera dal futuro: Caro Filippo
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Protezione civile, la commissione del 22 febbraio Leggi tutto »