Protezione Civile news

Terremoto: l’esperienza dei cinofili Lilla

Campo Novi di Modena, 8-11 agosto.
All’arrivo i bambini del campi di Novi di Modena erano in gita e questo ci ha permesso di avvicinare i volontari presenti che hanno ritrovato nel rapporto con gli animali parte delle loro realtà. La sera, durante il momento di libertà dei cani, si sono avvicinati molti bambini ai quali è stato possibile presentare gli animali e anticipare le attività che il giorno successivo sarebbero state svolte.

Il primo intervento, di circa due ore, nel corso della mattina del 9 agosto è stato di tipo educativo-didattico: l’addestratore ha spiegato ai bambini come gestire quotidianamente un cane, quali sono i suoi bisogni, e come condurre a spasso il proprio cane. L’attenzione dei piccoli è stata costante per circa un’ora, dopo si è passati almomento pratico con la conduzione dei cani. Questo è stato organizzato con un’attività tipo “agility” in cui i bambini, che ormai avevano preso confidenza con gli animali, avevano il ruolo di conduttori.
In entrambi gli interventi sono stati presenti alcuni genitori che hanno potuto elaborare con i propri figli le indicazioni dell’addestratore, riportando l’esperienza nella relazione con i bambini.

Cinofili Lilla al campo di Novi

Il pomeriggio del 10 agosto è stato invece impegnato per la dimostrazione di una delle cagnette addestrata per la ricerca di persone sotto le macerie: si sono posizionati dei contenitori nel campo e sono stati invitati i bambini a nascondercisi dentro e dare modo al cane di ritrovarli. Questa attività ha fatto si che i bambini abbiano capito che tutti possono essere utili e che ciascuno ha delle capacità che devono solamente essere valorizzate.

Educazione stradale al campo Costa, Mirandola

 

 

In questo campo a differenza di quello di Novi di Modena, al Campo costa di Mirandola è massiccia la presenza di cani con i propri padroni. Per questo l’attività è stata finalizzata all’educazione dei padroni rispetto ai propri cani, con una piccola formazione addestrativa. Ai bambini che avevano paura dei cani è stato mostrato come avvicinarsi e superarla nel rispetto della loroindividuale libertà. In un caso si è raggiunto l’obiettivo di un contatto fisico tra labambina e l’animale. Si è riscontrato, in generale, un interesse vivo dei bambini che sono riusciti amantenere l’attenzione per circa 1 ora. E’ imporante anche sottolineare la collaborazione con il gruppo della Polizia Locale di Milano che era al campo e che ha proposto un percorso di educazione stradale utilizzando anche i cani dell’associazione per le loro attività didattiche.

– associazione Lilla Onlus Anpas Guidonia (RM)

 

Cinofili Lilla al campo di Novi

 

L’Unità Cinofila è uno strumento e un mezzo ulteriore per l’intervento e il superamento delle problematiche che emergono nei campi di assistenza alla popolazione. Ogni campo e ogni situazione presentano di per sé caratteristichesingolari per cui l’intervento deve essere mirato ad obiettivi specifici.I principali elementi su cui si deve basare un intervento con unità cinofile sono fannoriferimento alle seguenti funzioni relazionali:Affettiva: Poiché gli animali stimolano affetto si è notato che essi hanno una funzionedi recupero dell’affettività spesso annullata dal trauma subito.Sociale: il cane costringe ad un’attenzione specifica nei suoi confronti in quantoessere dipendente da un padrone, e quindi stimola l’attivazione di regole dicomportamento e di convivenzaCognitiva: l’esperienza con l’animale stimola, anche attraverso attività ludiche, ilrecupero di uno stile di vita “normale”Educativa: i bambini sono generalmente i primi ad avvicinarsi agli animali dai qualitraggono benefici primariDi supporto: gli staff dei volontari impegnati nei campi subiscono a loro volta unostress di secondo livello più o meno consistente a seconda della situazione temporalee logistica in cui intervengono. La presenza degli animali li aiuta a ritrovare parte dellaloro realtà e ad abbassare il livello di stress a cui sono sottoposti.

 

 

Cinofili Lilla al campo di Novi

 

 

 

 

 

 

 

Anpas intervention for the earthquake in Emilia Romagna


Come aiutare le pubbliche assistenze Anpas colpite dal sisma


I racconti dei volontari

  
             

Le storie di Aldo, dal campo di Mirandola

Il 20 maggio di Valentina

Noi, sciacalli di emozioni, di Rosanna Morelli

Campo Costa Timbuktu, di Alessandro Nassisi

Campo Costa: un laboratorio multiculturale, di Rosanna Morelli

Qui per dare tanto: la settimana di Fabio

Un’antropologa al campo: l’esperienza di Rita

Le emozioni di Michela

La storia di Fabio e Elena

Maria e Andrea dal campo di Novi

La settimana-imbuto di Enzo

Sconcerto d’amore a Mirandola

La struttura protetta del campo di Mirandola (foto)

 


 

Anpas all’Hackathon terremoto (Bologna, 16-17 giugno)


La struttura protetta del campo di Mirandola (foto)


I Gas dei volontari Anpas: un sostegno alle aziende


La cucina del Campo Costa (video)

  
                                   


Di terremoti, false leggende e info utili (approfondimento)

  
             


Anpas a lavoro a poche ore dal sisma

  
   

 

COSA FARE IN CASO DI TERREMOTO

Durante il terremoto
• Se sei in luogo chiuso cerca riparo nel vano di una porta inserita in un muro portante (quelli più spessi) o sotto una trave.  Ti può proteggere da eventuali crolli
• Riparati sotto un tavolo.  E’ pericoloso stare vicino ai mobili, oggetti pesanti e vetri che potrebbero caderti addosso
• Non precipitarti verso le scale e non usare l’ascensore.  Talvolta le scale sono la parte più debole dell’edificio e l’ascensore può bloccarsi e impedirti di uscire
• Se sei in auto, non sostare in prossimità di ponti, di terreni franosi o di spiagge.  Potrebbero lesionarsi o crollare o essere investiti da onde di tsunami
• Se sei all’aperto, allontanati da costruzioni e linee elettriche.  Potrebbero crollare

• Stai lontano da impianti industriali e linee elettriche.  E’ possibile che si verifichino incidenti
• Stai lontano dai bordi dei laghi e dalle spiagge marine.  Si possono verificare onde di tsunami
• Evita di andare in giro a curiosare e raggiungi le aree di attesa individuate dal piano di emergenza comunale.  Bisogna evitare di avvicinarsi ai pericoli
• Evita di usare il telefono e l’automobile.  E’ necessario lasciare le linee telefoniche e le strade libere per non intralciare i soccorsi Dopo il terremoto

• Assicurati dello stato di salute delle persone attorno a te. Così aiuti chi si trova in difficoltà ed agevoli l’opera di soccorso
• Non cercare di muovere persone ferite gravemente.  Potresti aggravare le loro condizioni
• Esci con prudenza indossando le scarpe.  In strada potresti ferirti con vetri rotti e calcinacci
• Raggiungi uno spazio aperto, lontano da edifici e da strutture pericolanti.  Potrebbero caderti addosso

iononrischiohome

Prima del terremoto
• Informati sulla classificazione sismica del comune in cui risiedi.  Devi sapere quali norme adottare per le costruzioni, a chi fare riferimento e quali misure sono previste in caso di emergenza
• Informati su dove si trovano e su come si chiudono i rubinetti di gas, acqua e gli interruttori della luce.  Tali impianti potrebbero subire danni durante il terremoto

• Evita di tenere gli oggetti pesanti su mensole e scaffali particolarmente alti. Fissa al muro gli arredi più pesanti perché potrebbero caderti addosso

• Tieni in casa una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile, un estintore ed assicurati che ogni componente della famiglia sappia dove sono riposti

• A scuola o sul luogo di lavoro informati se è stato predisposto un piano di emergenza.  Perché seguendo le istruzioni puoi collaborare alla gestione dell’emergenza


Terremoto: io non rischio

Clicca per ulteriori descrizioni dell’iniziatva promossa da Protezione Civile e Anpas, in collaborazione con INGV e ReLUIS (Consorzio della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica).

Scarica il materiale di “Terremoto-Io non rischio”, prodotto nell’ambito del progetto Edurisk con la collaborazione di Giunti Progetti Educativi:


La pagina in inglese

{loadposition acaso}

Terremoto: l’esperienza dei cinofili Lilla Leggi tutto »

Rosignano, 1-2 dicembre: RINVIATO il primo incontro interregionale dei cinofili Anpas

ULTIM’ORA – 28 novembre, ore 10: Ieri nell’area di Livorno la pioggia è caduta abbondante e a Rosignano una forte tromba d’aria ha creato diversi danni, scoperchiando case e praticamente distruggendo il campo dell’esercitazione.
Per ripristinare il campo macerie e renderlo nuovamente utilizzabile occorre un intervento robusto e per questo siamo costretti a rimandare a data da destinarsi le due giornate del 1 e 2 dicembre. Ovviamente i volontari della pubblica assistenza di Rosignano e delle pubbliche assistenze Toscane sono nuovamente impegnati nei soccorsi alla popolazione e agli sfollati alloggiati in strutture provvisorie. 
Cogliamo l’occasione per  augurare buon lavoro e tutta la vicinanza possibile ai volontari impegnati in queste ore nell’emergenza


I cinofili Anpas riuniranno sabato 1 e domenica 2 dicembre presso la pubblica assistenza di Rosignano (Livorno), in via delle Piscine 156 (vedi Mappa)

L’incontro ha come scopo principale quello di far incontrare le diverse realtà presenti in Anpas con l’obiettivo che avvenga un proficuo scambio esperienziale da utilizzare come elemento di crescita, nel percorso ormai avviato da Anpas per la costituzione di un proprio sistema certificato, e per if uturi impegni a livello nazionale.

Le giornate prevedono la presentazione di alcuni modelli operativi già presentiin altre regioni e confronti sul campo sulle tecniche utilizzate dalle diverse unitàcinofile per quanto riguarda la ricerca in superficie e la ricerca su macerie.

La mattinata di sabato sarà dedicata ad alcuni momenti di approfondimento che riguarderanno il sistema della Protezione Civile di Anpas e la sua organizzazione nonché la valorizzazione di farne parte come volontari in modo attivo, sinergico ed efficiente.

Saranno anche presentate le esperienze con le unità cinofile nei campi di accoglienza a seguito del sisma in Emilia Romagna.

Cinofili Lilla al campo di Novi

Nel pomeriggio del sabato e nella giornata della domenica le attività si trasferiranno in esterno dove si potranno condividere le esperienze attraverso lo svolgimento di esercitazioni che verranno successivamente discusse: per l’occasione si è coniato un apposito modo di dire Research and Study (Ricerca e Studio) che vuole indicare come ad una Ricerca deve seguire un momento di Studio e valutazione delle azioni viste.

Obiettivi ambiziosi che rappresentano il nuovo impegno di Anpas in questo settore che deve, per quanto saranno le disposizione nazionali e regionali, essere un altro dei punti di forza del movimento.

Importanti e particolarmente preziosi sono gli apporti e i sostegni messi in campo dal Comitato Anpas Toscana e dalla pubblica assistenza di Rosignano, attraverso le sue strutture e i suoi volontari.

 

 

Cinofili Lilla al campo di Novi

 

La locandina dell'evento

Il programma:

venerdì, 30 novembre

19,00-21,00 registrazione partecipanti 

sabato, 1 dicembre

8,30 registrazione partecipanti

9,00 saluti

9,15-9,45 Alessandro Moni: Protezione Civile e Macroemergenze nel Sistema Anpas

9,45-10,45 Mauro Giannelli: Essere Volontari in Anpas: un valore aggiunto?

Pausa

11,00-12,00 Stefano Incerti: Certificazione e modello operativo per le unità cinofile in Emilia Romagna

12,00-12,30 Kristian Talamonti: Terremoto in Emilia una nuova esperienza per le unità cinofile Anpas

Pausa

14,00-18,00 attività in esterno, ricerca di superficie, Research and Study

Pausa

21,00 Attività in esterno in notturna, ricerca di superficie, Research and Study

 

Domenica, 2 dicembre

8,30-13,00 attività in esterno, ricerca su macerie, Research and Study

Pausa e consegna attestati

14,30 attività in esterno, ricerca di superficie,

 

I gruppi cinofili Anpas e il regolamento


L’intervento dei cinofili nel corso dell’emergenza in Emilia

 

Piccoli cinofili crescono

L’esperienza dei cinofili Lilla

 


Guarda la fotogallery dell’intervento Anpas nei campi dell’Emilia

 

  
         

{loadposition acaso}

Rosignano, 1-2 dicembre: RINVIATO il primo incontro interregionale dei cinofili Anpas Leggi tutto »

Sala operativa Anpas: i codici di allertamento

I seguenti codici “colore” definiti dal Regolamento Nazionale, sono utilizzati in ogni messaggio di allertamento

Glossario:

SON: Sala Operativa Nazionale

SOR: Sala Operativa Regionale

Vedi anche:

Il regolamento Anpas Protezione Civile

Il regolamento Sala Operativa Nazionale

 

 

 

Sala operativa Anpas: i codici di allertamento Leggi tutto »

Anpas agli Stati Generali del Volontariato di Protezione Civile

Gli Stati generali del volontariato di Protezione Civile

16 aprile (da ww.protezionecivile.gov.it). Si sono conclusi ieri mattina, con l’intervento finale del Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Prefetto Franco Gabrielli, gli Stati Generali del Volontariato di Protezione civile aperti venerdì 13 aprile alla presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e del Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti.
I 233 delegati delle organizzazioni nazionali, delle colonne regionali, delle associazioni locali e dei gruppi comunali di protezione civile, divisi in quattro gruppi, hanno dibattuto sui temi dei valori, della rappresentanza, dei ruoli e delle risorse del volontariato organizzato di protezione civile. Nella giornata di oggi i rappresentanti dei delegati hanno presentato la relazione finale di questo intenso lavoro, aprendo a interrogativi per gli anni futuri e proponendo percorsi virtuosi da costruire.
Gli Stati Generali del Volontariato si sono rivelati uno spazio che ha permesso al volontariato di parlare liberamente in prima persona del proprio futuro, di confrontarsi su tematiche importanti che, da tempo, si voleva affrontare insieme, ma che dopo l’ultima Conferenza del volontariato di protezione civile di Orvieto del 2000 non avevano trovato i necessari luoghi per essere correttamente affrontate.
In merito ai valori del volontariato di protezione civile, il documento finale sottolinea la necessità di tutelare l’autonomia e il diritto all’identità di ogni associazione di protezione civile. A questi si aggiungono – tra gli altri – i valori della solidarietà e della sussidiarietà, intesa non come sostituzione o surroga, bensì come capacità da parte delle associazioni di sostenere le istituzioni e la cittadinanza mettendo in campo le proprie risorse negli ambiti delle attività di protezione civile previste dalla legge, assicurando nel contempo a ciascun volontario tutela e sicurezza.
Quanto alla rappresentanza, i delegati giunti a Roma da ogni parte d’Italia, auspicano la creazione di un Comitato Nazionale del volontariato di protezione civile ampio, formato da rappresentanti sia di tutte le organizzazioni nazionali che delle realtà regionali, per affrontare i grandi temi comuni. Per garantire la rappresentanza a livello regionale, chiedono al Dipartimento della Protezione Civile, per il naturale ruolo di indirizzo e coordinamento che esercita nell’ambito del Servizio nazionale, di fornire alle Regioni linee guida affinché vengano costituite le Consulte Regionali del Volontariato di Protezione Civile, così da assicurare la piena partecipazione delle associazioni, garanzia anche dell’immediata operatività e della progressiva crescita.
Sui ruoli e le modalità operative, il documento finale auspica una maggiore armonizzazione ed omogeneizzazione dei regolamenti regionali in tema di concorso del volontariato di protezione civile. Le qualità del volontariato di protezione civile sono indissolubilmente legate alle qualità del sistema nazionale di cui sono parte integrante; non è immaginabile una tutela del volontariato di protezione civile se contestualmente non si salvaguardano l’organizzazione istituzionale, le risorse e gli strumenti normativi e operativi che permettono al Sistema di protezione civile nazionale di mantenere ed accrescere quel livello di tempestività, capacità ed efficacia cui è impensabile rinunciare. “Partendo da questi presupposti – si legge nel testo approvato dagli Stati generali – il volontariato ribadisce che una protezione civile funzionale ed efficiente non può prescindere dal livello istituzionale in cui è posto, ovvero, senza ombra di possibile equivoco, in quella posizione super partes che solo la Presidenza del Consiglio dei Ministri può garantire”.
Il documento finale sottolinea anche la necessità di valorizzare maggiormente il volontariato. “La figura del volontario è la risorsa alla base del nostro servizio che non può essere considerato un costo ma un investimento per la crescita dell’intero sistema Paese”. Per promuoverne lo sviluppo attraverso una costante azione formativa e di coinvolgimento resta fondamentale potenziare l’attività di coinvolgimento dei ragazzi soprattutto nelle scuole attraverso precisi programmi formativi. I delegati ribadiscono, inoltre, che la positiva azione del volontariato non può e non deve essere limitata agli interventi in caso di calamità. “E’ fondamentale – scrivono – che Istituzioni ed Enti supportino i volontari nella loro importante opera quotidiana e ordinaria nella previsione, nella prevenzione, nel supporto alla pianificazione d’emergenza e nell’informazione alla popolazione per divulgare una cultura della protezione civile”.
Il reperimento e la razionalizzazione delle risorse, nell’attuale momento di grave crisi economica, è stato uno dei capitoli più importanti e delicati. Su questo fronte, i volontari propongono diverse strategie, tra cui la revisione del sistema fiscale con reali agevolazioni verso le aziende che sostengono le organizzazioni di volontariato di protezione civile, la destinazione di parte delle risorse provenienti dal recupero dell’evasione ed elusione fiscale alle attività di volontariato e non in maniera esclusiva alla riduzione del debito pubblico, l’accesso alla quota dell’8X1000 destinata agli interventi sociali dello Stato per il sostegno alle organizzazioni di volontariato.

Il Capo Dipartimento della Protezione civile, Franco Gabrielli, nel suo intervento finale, ha ringraziato tutti i partecipanti per il proficuo lavoro svolto. “Avete dato un’ulteriore lezione al Paese: avete discusso, vi siete confrontati, in alcune circostanze vi siete anche scontrati, ma alla fine avete raggiunto una sintesi profonda, una linea unitaria, delle direttive sulle quali costruire il nostro percorso futuro. Oggi avete dimostrato nei fatti, non con le parole, che è possibile ribadire la propria differenza e doveroso sottolineare le divergenze ma poi, laddove l’interesse è preminente, le differenze si sublimano, diventano una cosa sola che si identifica con il bene comune e l’interesse generale. Di questo oggi io, ma credo l’intero Paese, ve ne debba rendere merito”.

[nella foto anche i volontari Anpas Luciano Dematteis, Lorenzo Colaleo ed Eleonora Bartolini delegati per le rispettive Regioni]

 

 

Gabrielli ha definito “ricchi ed ambiziosi” i documenti approvati dagli Stati generali e sottolineato – a proposito dei valori del volontariato – che la gratuità deve essere un elemento centrale ma “il volontariato non può diventare una manovalanza a basso costo”.
“Troppo spesso – ha aggiunto – le istituzioni pensano di risolvere i loro rapporti con voi con delle pacche sulle spalle e invece noi vogliamo che il volontariato conti sempre di più. Ma per fare questo il volontariato deve essere sempre più credibile, trasparente, verificato. Credo che ci siano troppe rendite di posizione. Questo mondo ha bisogno di crescere e per farlo ha bisogno che le forze vive siano messe nella condizione di essere presenti”.

Il Capo Dipartimento della Protezione civile ha assunto l’impegno di costituire il Comitato nazionale di protezione civile auspicato nel documento finale: “dovremo avere la fantasia, l’intelligenza, la capacità di trovare una formula che sia effettivamente in grado di rappresentare al meglio il variegato mondo del volontariato di protezione civile”.

 

Anpas Nazionale ha partecipato con Fausto Casini, Carmine Lizza, Luciano Dematteis, Mauro Giannelli e Sergio Giusti.

 

 

 


 

 

 

 

AUDIO

L’intervista di Fausto Casini a RadioArticolo1 (.mp3)

 

VIDEO

  
         
  
         

 

Anpas agli Stati Generali del Volontariato di Protezione Civile Leggi tutto »

I 20 anni della 225

La legge che ha cambiato la storia della Protezione Civile compie 20 anni

Firenze, 24 febbraio 2012. Oggi è il ventennale della legge 225 che ha sancito la nascita del Servizio Nazionale della Protezione Civile. L’associazione Nazionale pubbliche assistenze è stata una delle principali associazioni di volontariato che, prima ancora dello studio della legge, si è sempre battuta per la realizzazione del “sistema” di Protezione Civile che la legge del 1992 ha contribuito a creare e consolidare. Ne parlano , Luciano Dematteis e Carmine Lizza, rispettivamente l’ultimo e l’attuale responsabile nazionale di Protezione Civile dell’Anpas.

Legge 225 Anpas

Luciano Dematteis, rappresentante di Anpas presso la Consulta Nazionale del Volontariato di Protezione Civile presso il Dipartimento e Responsabile Politiche Anpas per i Centri di Servizio al Volontariato

L’Italia è una nazione che territorialmente ha grandi aree di rischio di ogni genere e tipo (sismico, idrogeologico, vulcanico, etc) e da sempre combatte con queste calamità, spesso in modo poco organico.

Per introdurre il tema del ventennale della legge 225, mi piace partire dalla storia dell’Anpas che da sempre è impegnata nell’attività di protezione civile. Senza andare fino al terremoto di Messina del 1908, dove nostre associate furono impegnate nell’evento, vorrei solo ricordare i due eventi che ci hanno visto partecipare in modo massiccio e che sono stati determinanti per la nascita della legge promulgata nel 1992: il terremoto del Friuli del 1976 e quello dell’Irpinia del 1980 preceduti, per impatto emotivo, dalla tragedia di Alfredino Rampi a Vermicino. Queste emergenze convinsero il governo dell’epoca, anche su pressione del volontariato e di Giuseppe Zamberletti che se ne fece portavoce, a mettere mano a una legge che regolamentasse questa materia.

L’importanza di questa legge è nell’aver delineato i livelli d’intervento, aver individuato quali sono le componenti della protezione civile e l’aver riconosciuto, per la prima volta in maniera ufficiale, il ruolo del volontariato come membro della struttura operativa nazionale del servizio (art.11, punto i). Al volontariato la legge ha dedicato addirittura un intero articolo (18) dove impegna il Servizio Nazionale ad assicurare al volontariato la più ampia partecipazione alle attività di protezione civile, con l’obiettivo di licenziare, entro sei mesi dal momento in cui la legge entrò in vigore, un regolamento specifico che regolamentasse la partecipazione del volontariato. In realtà il percorso che portò la redazione del regolamento impiegò ben più di sei mesi perché venne approvato solo l’8 febbraio del 2001: ma nei nove anni che trascorsero dalla promulgazione della legge, il volontariato e, in particolare l’Anpas, diedero un contributo fondamentale per la redazione di quello che oggi è il DPR 194.

Il riconoscimento del volontariato nella legge ebbe un effetto positivo perché, finalmente, si poteva portare ad un tavolo nazionale esperienze che erano maturate nelle varie emergenze e creare così una protezione civile onnicomprensiva di tutti gli attori del sistema. Inoltre si apriva la possibilità di interlocuzione sui temi della previsione e della prevenzione.

La legge in questi anni è stata messa in pratica, anche se alcune sue parti non hanno avuto uno sviluppo coerente con lo spirito della legge stessa: vedi, ad esempio quanto previsto dal DPR 194, che discende dalla legge e che a seguito di modifiche apportate, non ha più dato vita al “Comitato Nazionale del Volontariato di Protezione Civile” ma lo ha “surrogato”, con la nomina di una “Consulta Nazionale” che non ha gli stessi poteri e, rispetto alle previsioni, non ha sfruttato in pieno le potenzialità del contributo del volontariato.

Altra anomalia è quella di non aver indirizzato, almeno nei punti fondamentali, le leggi regionali: ogni Regione, infatti, ha legiferato in totale autonomia rispetto al contesto generale, con il risultato di un insieme di leggi che, spesso, non permettono una gestione degli interventi uniforme a livello nazionale. Per questo, mentre si rivede il DPR 194, penso che si dovrebbe avere il coraggio e il potere di rimettere mano anche alle leggi regionali.

Per il prossimo ventennale della 225 immagino una protezione civile che non avrà più bisogno d’intervenire nell’emergenza, e che la cultura della difesa del territorio sarà patrimonio di ogni comunità e parte integrante della cultura personale di ogni cittadino.


Carmine Lizza, responsabile Nazionale Protezione Civile Anpas.

È una ricorrenza importante quella dei venti anni della legge 225 e, soprattutto in questi giorni, è importante ricordarlo. Sono un uomo di protezione civile da anni e ricordare questo anniversario non è solo un modo sterile per celebrare questa legge, ma un momento importante per fare memoria. Da sempre, l’Anpas considera la protezione civile non un’attività, ma parte della cultura della cittadinanza attiva e condividere il ricordo non solo dei fatti di protezione civile, ma anche delle leggi, con i processi che hanno portato a scriverle, degli effetti che ha avuto, vuol dire contribuire a costruire una memoria collettiva. L’antropologo Dan Sperber diceva: “Spiegare la cultura, è spiegare perché e come alcune idee siano contagiose”. Oggi, più che mai, è fondamentale ricordare l’importanza di come l’idea che ha permesso di creare le condizioni affinché si costruisse un sistema che, anche se ancora in parte è solo sulla carta, tutto il mondo ci invidia. Un sistema imperniato sul principio di sussidiarietà che, non a caso, pochi giorni prima (7 febbraio) dello stesso anno in cui fu riconosciuto nella legge 225, venne riconosciuto come principio cardine dell’Unione Europea (Trattato di Maastricht). Un sistema che ha permesso di far sedere istituzioni, comunità scientifica e volontariato allo stesso tavolo e di intervenire in modo coordinato sulle stesse emergenze. Un sistema che ancora oggi ci permette di coordinare competenze e passione, solidarietà e sussidiarietà, impegno e professionalità. Dobbiamo far memoria di questa legge e di ciò che ha generato proprio oggi perché viene ripetutamente messo in discussione, indebolito da decisioni politiche raramente condivise con il resto del Paese, costantemente messo sotto attacco in maniera strumentale: per questo oggi siamo qui a scriverne. Perché, seppur imperfetto, quello di protezione civile è un sistema che ha permesso all’Anpas di portare a L’Aquila oltre 2300 volontari provenienti da 16 regioni d’Italia. Un sistema che oggi permette all’Anpas di realizzare campagne di prevenzione insieme al Dipartimento di Protezione Civile, INGV, Università della Basilicata e Reluiss.

Una legge è “soltanto” una legge, poi ci sono gli uomini e il contesto che devono metterla in pratica, valorizzarne i principi e, dove è più debole, tentare di proporre alternative e correzioni.

Spero che nei prossimi venti anni gli attuali e i futuri volontari Anpas manterranno questa attenzione al ricordo e alla memoria di chi si è battuto per costruire un sistema e non per distruggerlo. Spero che avranno sempre meno bisogno di intervenire sulle catastrofi e che, se chiamati a farlo, siano sempre più preparati e pronti, magari aiutati da cittadini più responsabili e intenti a collaborare con loro perché già informati su norme e procedure.

Il 2012 è un anno speciale per la protezione civile. Venti anni fa, nel 1992, con la legge 225 nasce il Servizio Nazionale di Protezione Civile, mentre trenta anni fa, nel 1982, viene istituito il Dipartimento della Protezione Civile di cui si avvale l’allora Ministro per il Coordinamento della Protezione Civile.

 Il testo della Legge n. 225 del 1992

1992 -nasce il Servizio Nazionale della Protezione Civile, con il compito di tutelare le persone, i beni e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e altri eventi calamitosi. La struttura di protezione civile viene riorganizzata profondamente come un sistema coordinato di competenze al quale concorrono le amministrazioni dello Stato, le Regioni, le Province, i Comuni e gli altri enti locali, gli enti pubblici, la comunità scientifica, il volontariato e ogni altra istituzione anche privata. Il Sindaco è individuato autorità di protezione civile sia per la prevenzione che in emergenza.

Tutto il sistema di protezione civile si basa sul principio di sussidiarietà. La prima risposta  è garantita a livello locale, a partire dalla struttura comunale, l’istituzione più vicina al cittadino.

Quando un evento non può essere fronteggiato con i mezzi a disposizione del comune, si mobilitano gli altri livelli attraverso un’azione integrata: la Provincia, la Prefettura, la Regione, lo Stato.

Questo complesso sistema di competenze trova il suo punto di collegamento nelle funzioni di impulso e coordinamento affidate al Presidente del Consiglio dei Ministri, che si avvale del Dipartimento della Protezione Civile

(dal sito www.protezionecivile.gov)


 

 

I 20 anni della 225 Leggi tutto »

Emergenza neve: la lettera di ringraziamento del Capo Dipartimento Franco Gabrielli

Franco Gabrielli14 febbraio 2012

 Ci vorranno ancora alcuni giorni affinché anche nelle zone maggiormente colpite dalle copiose nevicate si possa ritornare a una situazione di vita ordinaria. Il Comitato Operativo – l’organo centrale del Servizio nazionale della protezione civile che assicura la direzione unitaria e il coordinamento delle attività di emergenza, stabilendo gli interventi di tutte le amministrazioni e degli enti interessati al soccorso – che era riunito in seduta permanente dalla sera dell’8 febbraio, è stato sciolto, ma l’attenzione verso il territorio e il coordinamento tra i diversi soggetti permangono.
I volontari di protezione civile, oltre 6.000 appartenenti alle associazioni locali e alle organizzazioni nazionali, insieme a Croce Rossa e Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, sono attualmente ancora impegnati in attività di assistenza alla popolazione, ripristino della viabilità e supporto alle autorità locali; i quasi 2.000 uomini delle Forze Armate stanno lavorando per superare il contesto emergenziale accanto a circa 5.000 Vigili del Fuoco e 20.000 uomini delle strutture territoriali delle Forze dell’Ordine.
Voglio ringraziare tutte queste donne e questi uomini, gli oltre 25.000 tecnici delle aziende fornitrici dei servizi essenziali, e con loro le migliaia di amministratori, funzionari, tecnici delle strutture comunali, provinciali e regionali che, ognuno con i propri compiti, hanno profuso uno straordinario impegno. Non penso solo a quanti hanno operato nelle zone interessate dal maltempo; mi riferisco anche a coloro che, rimanendo nei propri territori, non hanno esitato a organizzare l’invio di proprie squadre e mezzi per concorrere alla gestione dell’emergenza.
Tutto il Servizio Nazionale di Protezione civile – nato vent’anni fa con la legge n. 225 del 24 febbraio 1992, oggi così tanto al centro dell’attenzione – si è coordinato e ha risposto con uno sforzo corale che ha consentito, in molti casi, di salvare la vita a persone in difficoltà. Di questo non posso che essere soddisfatto, pur nella consapevolezza che la macchina può e deve essere ancora migliorata.

Franco Gabrielli

(dal sito www.protezionecivile.gov.it)

Comportamenti:

Scarica, personalizza e diffondi i 5 consigli dei volontari Anpas per dare una mano in caso di neve
5consiglidai_Volontari_cartolina_web
Scarica il volantino in bianco e nero in versione .pdf da stampare e personalizzare con i riferimenti dell’associazione

Emergenza neve: la lettera di ringraziamento del Capo Dipartimento Franco Gabrielli Leggi tutto »

Monti: a Gabrielli il coordinamento degli interventi per l’emergenza

Franco Gabrielli

8 febbraio. Sara’ il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Franco Gabrielli, a coordinare “interventi e di tutte le iniziative per fronteggiare la situazione emergenziale” e “l’adozione di ogni indispensabile provvedimento su tutto il territorio nazionale interessato dalle eccezionali avversità atmosferiche per assicurare ogni forma di assistenza e di tutela degli interessi pubblici primari delle popolazioni interessate, nonche’ di ogni misura idonea per la salvaguardia delle vite umane, allo scopo autorizzando le Regioni al reperimento di beni, mezzi e materiali pubblici e privati necessari, anche attraverso i sindaci, ovvero attraverso i centri di coordinamento e soccorso istituiti a livello provinciale”. Il decreto è stato firmato oggi dal presidente del Consiglio Mario Monti in seguito all'”eccezionale rischio di compromissione degli interessi primari a causa delle eccezionali avversita’ atmosferiche che stanno colpendo il territorio nazionale nel mese di febbraio 2012″.

L’arancio che scioglie il bianco

Lo speciale di Radio Anpas Sicilia con i volontari Anpas di tutta Italia impegnati nell’ emergenza neve in diretta oggi dalle ore 14 alle 16. Per intervenire in diretta è possibile lasciare i propri commenti sulla bacheca di Radio Anpas Sicilia oppure inviare un sms o chiamare al numero 393/8843500. Ecco il link per ascoltare la radio: http://www.anpas-sicilia.it/webradio.aspx


{loadposition Neve_2012}

Monti: a Gabrielli il coordinamento degli interventi per l’emergenza Leggi tutto »

Emergenza neve: Lettera alle pubbliche assistenze

Firenze, 8 febbraio 2012

Caro Presidente,

in questi giorni riceviamo da varie pubbliche assistenze conferme sulle loro attività di vicinanza alle popolazioni colpite dal maltempo. Ovviamente molti volontari Anpas si stanno prodigando nel rimuovere la neve, spargere sale e aiutare i loro paesi e città, ma il freddo polare che sta colpendo da Nord a Sud tutto il Paese mette ancora più a rischio i più deboli che vivono nelle nostre comunità e creano nuove situazioni di emergenza, al di là della neve. Per molti di loro diventano pericolose anche le normali attività come dormire o fare la spesa.

Per questo invito tutti ad alzare la soglia di attenzione nei confronti dei nostri concittadini: in situazioni come questa nascono nuove emergenze che spesso possono essere risolte senza dover disporre di particolari attrezzature, ma solo con l’attenzione costante e una grande disponibilità.

  1. Aprire le nostre sedi ai senza tetto;
  2. Portare la spesa a casa agli anziani o persone con disabilità;
  3. Fare dell’associazione un punto di riferimento per la cittadinanza, ad esempio assicurandosi di avere a disposizione in associazione un numero sufficiente di pale per la neve e metterle a disposizione della cittadinanza come fosse un punto di raccolta e smistamento a servizio di tutti
  4. Dare informazioni e diffondere il più possibile le norme di comportamento che trovate in questa pagina di lato per mantenere in sicurezza le persone a chi è chiuso in casa e quindi circondato di informazioni (televisioni, radio) poco utili.
  5. Aumentare la capacità di coordinamento degli interventi con le sale operative regionali, i coordinamenti provinciali
  6. Render conto ai nostri sindaci e agli amministratori locali di quanto i vostri volontari stanno facendo in questi giorni.
  7. Coinvolgere i media locali e nazionali (radio, tv, giornali) nella comunicazione dell’emergenza, spronarli a dare informazioni di servizio (numeri utili in caso di emergenza), a divulgare le norme di comportamento

Anche  Anpas si sta impegnando per mantenere alta l’attenzione sullo sforzo dei volontari e  delle associazioni con comunicati stampa e notizie sempre aggiornate sul portale http://www.anpasnazionale.org.

Per questo vi invito a contattare il nostro ufficio comunicazione (comunicazione@anpas.org) per inviare materiali, foto, storie, aggiornamenti degli interventi fatti sul territorio: solo in questo modo potremo anche render conto di quanto sia importante il lavoro dei nostri volontari.

Consapevole che anche in questa occasione faremo tutti del nostro meglio, auguro a tutti buon lavoro

Fausto Casini

Presidente Nazionale Anpas

 

Comportamenti:

Scarica, personalizza e diffondi i 5 consigli dei volontari Anpas per dare una mano in caso di neve
5consiglidai_Volontari_cartolina_web
Scarica il volantino in bianco e nero in versione .pdf da stampare e personalizzare con i riferimenti dell’associazione

Emergenza neve: Lettera alle pubbliche assistenze Leggi tutto »

La Consulta Nazionale del Volontariato: Basta attacchi strumentali al sistema nazionale di Protezione Civile

ALEMANNO SI ASSUMA LE SUE RESPONSABILITA’. IL COMUNE DI ROMA NON CREI PRECEDENTI PER TRASFORMARE IL VOLONTARIATO IN MANO D’OPERA A BASSO COSTO

Croce Bianca Val VibrataRoma, 7 febbraio. La palese difficoltà del Comune di Roma di fronteggiare un evento prevedibile e ampiamente preannunciato non può essere usata per un attacco pretestuoso alla protezione civile, che rappresenta una delle eccellenze del nostro Paese. La Consulta Nazionale del Volontariato esprime rammarico e preoccupazione per il fango che si sta lanciando su quel sistema nazionale di protezione civile efficace ed efficiente, fatto di tante componenti, comprese le migliaia e migliaia di volontari che in questi giorni hanno operato in tutta Italia per portare conforto alla popolazione colpita dalle nevicate e dal gelo eccezionale. Una protezione civile nazionale che andrebbe rafforzata, a partire dall’eliminare quei vincoli che sono stati posti con la legge 10 febbraio 2011, che inibisce e rende complesso un immediato intervento delle strutture operative in situazioni d’emergenza.

 

Anche la Consulta Nazionale del Volontariato sedeva giovedì 2 febbraio al Comitato Operativo convocato dal Prefetto Gabrielli per l’emergenza neve. “In quella riunione Alemanno ha potuto ascoltare la puntuale previsione di ciò che è puntualmente successo il giorno dopo a Roma -dichiara Simone Andreotti, Presidente della Consulta Nazionale del Volontariato di Protezione Civile – nella complessiva disponibilità del sistema nazionale della Protezione Civile, le associazioni Nazionali di Volontariato hanno messo a disposizione le proprie risorse alle regioni e ai Sindaci, compreso Alemanno – continua Andreotti – chiedendo che fossero create comunicazioni con le nostre sale operative prima che iniziasse a nevicare. Dal Comune di Roma nessuno ci ha chiamato. Auspichiamo che il Sindaco Alemanno si assuma le sue responsabilità invece di cercare maldestramente di scaricare il barile sul sistema nazionale di protezione civile”.

 

La fragilità del sistema comunale di protezione civile, tanto più della Capitale, non può essere confusa con la capacità del sistema nazionale, di cui il volontariato rappresenta un’asse portante che opera quotidianamente al servizio del Paese, esprimendo quel patriottismo fatto di solidarietà, gratuità e generosità di cui l’Italia ha sempre più bisogno.

Ancora una volta nell’emergenza neve il Comune di Roma ha coinvolto il volontariato locale di protezione civile “retribuendo” con un forfait economico ogni volontario intervenuto. “Un atto stravagante – continua Andreotti – che guardiamo con preoccupazione, poiché rappresenta un pericoloso precedente per aprire le porte ad un’idea del volontariato vissuto come mano d’opera a basso costo o come una nuova forma di precariato”. Il Decreto del Presidente della Repubblica n° 194 del 2001, che regola il volontariato di protezione civile, rappresenta in questo senso un importante baluardo. Una norma che garantisce ai volontari che intervengono in emergenza il mantenimento del proprio posto di lavoro e del proprio salario, ma che non ammette in nessuna forma una retribuzione per l’intervento in caso di calamità. Un antidoto che garantisce al volontariato di protezione civile di restare un volontariato “puro”.

Ci chiediamo come mai il Comune di Roma non abbia semplicemente applicato questa norma – conclude Andreotti – che tra l’altro prevede oneri a carico della protezione civile, invece di usare soldi dei cittadini per rimborsare direttamente i volontari”.

 


 

La Consulta Nazionale del Volontariato di Protezione Civile è stata istituita con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 gennaio 2008 per risponde alle esigenze operative e concorrere a proporre, stimolare progetti, idee, riflessioni e proposte sui grandi temi di interesse del volontariato in materia di protezione civile. La Consulta Nazionale del Volontariato di Protezione Civile è composta da 24 grandi associazioni nazionali, ed in particolare dall’Agesci; l’associazione Fatebenefratelli; l’associazione Nazionale Alpini; l’associazione Nazionale Carabinieri, l’associazione Nazionale pubbliche assistenze; l’associazione Radioamatori italiani; le associazioni specializzate in attività acquatiche e subacquee (Salvamento, Fias, Fin e Fipsas); gli Autieri d’Italia ; l’Avis; la Caritas Italiana; il Cngei; la Comunità di S. Egidio; la Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia; il Cives; il Corpo Italiano di soccorso Ordine di Malta – Cisom; Fir-CB; Legambiente; Prociv-Arci; Psicologi per i Popoli; Raggruppamento Nazionale Radiocomunicazione d’emergenza;  Unità Cinofile Italiane da Soccorso; Unitalsi;  Vigili del Fuoco in Congedo.

Partecipano ai lavori della Consulta, come osservatori, i rappresentanti della Croce Rossa Italiana, del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico e dell’associazione dei Vigili del Fuoco Volontari.

IN EVIDENZA

Neve e Protezione Civile – Anpas: la Protezione civile non è finita (comunicato stampa)



L’intervento dei volontari Anpas: la Fratellanza Popolare di San Donnino e la Pubblica Assitenza di Pisa (foto di Tommaso Cecchini e Antonio Lorenzini), nel Lazio (foto Marco Negri).
  
                                         

Ascolta L’intervento di Anpas al Giornale Radio Sociale  

Invia le tue foto a comunicazione@anpas.org


Comportamenti:

 

mantenere puliti gli accessi alla propria abitazione e/o attività

non utilizzare l’auto se non strettamente necessario

prima di uscire dalla propria abitazione, informarsi sulla percorribilità delle strade nelle immediate vicinanze

evitare comportamenti che possano determinare il rischio di cadute e/o raffreddamento

In particolare si consiglia alle persone anziane di non uscire di casa e se strettamente necessario di seguire le prescrizioni diramate dall’autorità e dalla Protezione Civile.

Le automobili devono essere munite di catene o gomme termiche.

 

Altre info
Nel Piano Emergenza Neve sono coinvolti diversi attori, tra cui Comune, Vigili del Fuoco, Carabinieri, ecc.. Anche gli stessi Cittadini, però, sono tenuti a svolgere un ruolo significativo, per rendere più veloci ed efficaci gli interventi, con la collaborazione di tutti. Nelle situazioni di emergenza, del resto, è necessario modificare le proprie abitudini e cercare di contribuire a normalizzare le eventuali situazioni di disagio causate dagli eventi, in questo caso le nevicate.
Ai privati compete togliere la neve dal proprio passo carraio e/o dal proprio accesso privato e dal marciapiede fronte proprietà. La neve spalata va accumulata ai lati del passo carraio e non buttata in mezzo alla strada, per non vanificare il lavoro di pulizia. Si consiglia, quindi, di acquistare sale e di munirsi di pale per effettuare lo sgombero della neve dalle proprie aree private

La Consulta Nazionale del Volontariato: Basta attacchi strumentali al sistema nazionale di Protezione Civile Leggi tutto »

Torna in alto