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I nuovi condomini della sede di Anpas e Anpas Toscana

DSC_3692Consegnati gli appartamenti del terzo piano ai Ragazzi di Sipario: il progetto “La mia casa da grande” per l’autonomia dei ragazzi disabili

Firenze, mercoledì 27 luglio. Romano Manetti (Presidente Anpas Toscana) ha consegnato ai ragazzi della cooperativa sociale Il Sipario le chiavi dei tre appartamenti del terzo piano della sede di Anpas e Anpas Toscana. Tre vere e proprie case, complete di tutti i comfort, all’interno delle quali i ragazzi condivideranno una importante esperienza di autonomia dalle rispettive famiglie.

Si chiama “La mia casa da grande” e a ttraverso una collaborazione con la Società della salute fiorentina e il Comune di Firenze, Anpas Toscana e Il Sipario hanno realizzato “Dopo di noi“: un progetto nato dall’esigenza di dare un futuro a ragazzi disabili, che possa permettere di essere autonomi anche dopo i propri genitori.

 

Mi sento fortunato a poter vivere una giornata come quella di oggi con voi“, ha detto Romano Manetti rivolgendosi ai ragazzi. “La vostra presenza in questa sede sarà un motivo di arricchimento personale per tutti noi e un importante momento di conoscenza reciproca”.

 

“La nostra sede spesso è frequentata da dirigenti e volontari provenienti da tutta Italia”, ha sottolineato Luciano Dematteis, Vice Presidente Anpas intervenuto alla cerimonia della consegna delle chiavi. “Sarebbe interessante esportare questo modello anche in altre regioni. Spero che questa esperienza sia positiva per tutti e noi faremo di tutto per farla funzionare”.

 

 Secondo l’assessore fiorentino al welfare, Stefania Saccardi, intervenuta alla consegna delle chiavi, questo progetto “è una sperimentazione frutto di una collaborazione virtuosa tra vari soggetti. Il Comune di Firenze ha messo a disposizione dei ragazzi questi appartamenti per sviluppare un progetto che non si limita all’assistenza fine a se stessa, ma mira all’autonomia”

 

La sperimentazione è articolata su tre moduli operativi improntati alla gradualità: il primo denominato “festivo” prevede la presenza dei ragazzi nel solo finesettimana; il secondo “feriale breve” è invece dedicato a chi è già pronto e consiste nella presenza anche in alcune sere dei giorni feriali accompagnata da una progressiva diminuzione dell’attività educativa. Infine il terzo modulo, denominato “feriale lungo”, è rivolto alle persone in grado di affrontare una convivenza stabile di almeno 6 giorni/5 notti lungo la settimana nei giorni feriali. Questa fase vede il rafforzamento nel ragazzo di una “propria libera scelta” di vita indipendente e la relativa messa in opera con la conseguente responsabilità con impegno e sforzo nel portarla avanti, anche con il sostegno di operatori e volontari con l’obiettivo di una progressiva riduzione dell’attività educativa (che però non potrà mai essere azzerata).
In totale i posti letto nei tre appartamenti sono nove di cui sette per ragazzi disabili e due per gli operatori/volontari.

Oltre ai dipendenti e ai dirigenti delle associazioni coinvolte, all’incontro erano presenti i genitori dei ragazzi.

 

Altre info sui ragazzi di Sipario: il ristorante in via San Frediano – via de’ Serragli n.104 – agli Artigianelli, info http://www.iragazzidisipario.it

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Manovra: stralciato il decreto missioni

Volontariato internazionale, aggiornamenti Manovra: stralciato il decreto missioni

La Commissione del Senato che sta esaminando il Decreto sulle missioni militari ha stralciato gli articoli 14 e 15, che rischiavano di bloccare i contratti dei cooperanti e dei volontari. Ora il testo dovrà passare alla Camera. 

Francesco Petrelli Presidente dell’associazione delle ONG Italiane dichiara: “Consideriamo un primo segnale almeno parzialmente positivo che oggi, in occasione della discussione svolta in Senato sul rifinanziamento delle missioni all’estero, sia stato approvato un primo stanziamento di 8 milioni di euro per la componente dei  progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo (la cosiddetta componente civile) e che lo stesso Governo si sia impegnato a reperirne  altrettanti in occasione della prossima Legge di Stabilità economica e finanziaria che si discuterà in Parlamento ad ottobre. Un primo passo dunque che in un anno di drastici tagli alla cooperazione italiana recupera il quasi nulla inizialmente previsto nel testo portato nelle Commissioni Esteri e Difesa la scorsa settimana. Se anche la seconda parte dell’impegno sarà rispettata ci avvicineremo ad uno stanziamento per le azioni e i progetti di cooperazione all’interno del Decreto Missioni, non lontano dall’ammontare del 2010 ( 17 milioni).

E’ un risultato questo che è stato possibile grazie alla forte  mobilitazione delle ONG, impegnate con le popolazioni locali in azioni di sviluppo e umanitarie, delle associazioni del terzo settore e  alla pressione delle opposizioni che ha favorito la convergenza del Governo e l’individuazione di un punto di intesa migliorativo”.

“con grande soddisfazione  rilevo  il successo della nostra iniziativa di mobilitazione e pressione affinché fossero abrogati i commi 14 e 15 dell’articolo 3 del Decreto Legge sulla proroga delle missioni militari 14 che di fatto mettevano in mora e pregiudicavano la possibilità di utilizzare i volontari e i cooperanti nei progetti di cooperazione internazionale. Ieri le Commissioni Esteri e Difesa riunite hanno deciso lo stralcio dei commi in questione e migliorato lo stesso decreto aumentando i fondi per la componete civile  della cooperazione.

Abbiamo evitato che in pieno anno europeo del volontariato il governo colpisse, con queste norme   introdotte surrettiziamente, volontari e cooperanti  che  fanno onore al nostro Paese e  con il loro impegno solidale sono garanti – in alcune realtà gli unici garanti –  della sua credibilità e del suo ruolo internazionale.

Adesso dobbiamo assicurarci che non vi siano nuove sorprese negative  nei prossimi passaggi parlamentari e tenere alta l’attenzione, continuando ad appellarci alla libera decisione del Parlamento, dei deputati e dei senatori per salvaguardare questa grande storia di cittadini attivi e responsabili che operano per contribuire a costruire con la cooperazione, la solidarietà e  la pace  il nostro futuro comune. Una grazie a tutti quelli che con il loro impegno e mobilitazione hanno consentito di ottenere questo  primo importante risultato”.

 


AZZERATO  IL VOLONTARIATO INTERNAZIONALE

Anpas aderisce alla protesta promossa dalle ONG Italiane e dal Forum del Terzo Settore contro il DL 107/11 che, di fatto, eliminano le figure dei volontari e dei cooperanti internazionali. Nel decreto di proroga delle missioni militari all’estero inserito nella manovra del Governo, infatti, i commi 14 e 15 dell’articolo 3 hanno l’effetto di abrogare gli articoli 32 e 34 della  Legge 49/87 (vedi la legge) sulla cooperazione internazionale, ovvero di quelle norme che regolano l’invio di cooperanti italiani in progetti di sviluppo nei Sud del mondo, eliminando al contempo i benefici e le garanzie di cui godono e andando a colpire, in particolar modo, le coperture previdenziali e assicurative dei volontari cooperanti.

Già negli scorsi mesi il Ministero degli Affari Esteri (MAE) comunicava la mancanza di fondi  per la cooperazione internazionale. La Legge di Stabilità 2011 (art.1, comma 13) aveva tagliato circa 17 milioni di euro dalla Direzione Generale per la cooperazione allo sviluppo e, per l’Ufficio VII (che si occupa di verificare l’ammissibilità dei progetti) l’ammontare dei tagli era stato di 3, 376 milioni di euro (dai 33,256 milioni a 29,876).

E’ possibile seguire l’iter di questa norma su http://parlamento.openpolis.it/singolo_atto/72738

 


 

(annullato_tagli_anpas_cooperazionedal Forum del Terzo Settore) Roma, 19 luglio 2011 – Nel silenzio e nella distrazione generale lo scorso 12 luglio il Consiglio dei Ministri ha varato il D.L. n°107/11 con il quale azzera, di fatto, il volontariato impegnato nei Paesi in via di sviluppo, dopo che già aveva ulteriormente tagliato i fondi a quello impegnato in Italia.

 

E’ bastato introdurre nel decreto di proroga delle missioni militari all’estero, due articoli che  eliminano le figure dei volontari e dei cooperanti previsti nella Legge 49/87 sulla cooperazione internazionale. Si tratta dei commi 14 e 15 dell’articolo 3 del nuovo D.L. n°107/11 che prevedono l’abrogazione degli articoli 32 e 34 della Legge su citata, ovvero di quelle norme che regolano l’invio di cooperanti italiani in progetti di sviluppo nei Sud del mondo, eliminando al contempo i benefici e le garanzie di cui godono e andando a colpire, in particolar modo, le coperture previdenziali e assicurative dei volontari cooperanti.

 

Questo provvedimento di modifica – dichiara Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo Settore – , messo in atto all’insaputa degli organismi che avrebbero dovuto essere coinvolti, ha delle conseguenze che non possiamo accettare. Ancora una volta il Governo ha agito senza ascoltare la voce dei diretti interessati, con un’azione che rischia di mandare all’aria la lunghissima tradizione della cooperazione internazionale, e abbandonando a se stessa quella vastissima risorsa che lavora per il nostro Paese e per i Paesi in via di Sviluppo, che si chiama volontariato.”

Tra il tra il 2008 e il 2011 –   dichiara Sergio Marelli, coordinatore della Consulta Relazioni Internazionali del Forum –  i finanziamenti previsti per le iniziative di cooperazione allo sviluppo sono passati da 94 milioni di euro a poco più di 11. Un sacrificio assurdo e inutile, che fa risparmiare al paese solo pochi milioni di Euro, attuato in un momento in cui già scarseggiano principi morali ed etici, cultura della responsabilità e senso di solidarietà con i più deboli.

 

Chiediamo alle forze politiche di maggioranza e opposizione –  conclude Oliveroche in sede di approvazione parlamentare i due commi 14 e 15 vengano ritirati e che vengano aperti dei tavoli di confronto con le parti interessate.”

 


Il comunicato delle ONG Italiane: ANNULLATI CON UN COLPO DI MANO VOLONTARI E COOPERANTI DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Approfittando dell’importante decreto di proroga delle missioni militari internazionali, mentre l’attenzione di tutti gli osservatori era concentrata sulla manovra finanziaria, il Governo ha introdotto di soppiatto due articoli che eliminano le figure dei volontari e dei cooperanti previsti nella legge 49/87 sulla cooperazione, disarticolandola e compromettendo perfino la continuità dei progetti già approvati e finanziati.
Le Ong italiane denunciano la forzatura, infatti nessun motivo di necessità e urgenza giustificano l’introduzione di tali articoli in un Decreto Legge.
L’intervento, fatto all’insaputa degli organismi interessati, esprime chiaramente la volontà di colpire la operatività delle Ong, dell’ufficio VII della DGCS e dell’intera Cooperazione italiana e implica un’ulteriore taglio alle già irrisorie risorse disponibili.
Le Ong italiane che sono da tempi non sospetti aperte a cambiamenti significativi della legge 49/87, incluso la normativa farraginosa sui volontari e i cooperanti, denunciano il colpo di mano e chiedono alle forze politiche di maggioranza e di opposizione di eliminare in sede di approvazione parlamentare gli articoli 14 e 15 del decreto missioni n.107 del 12 luglio 2011, per ricondurre l’argomento nell’alveo delle revisioni normative in corso.
L’associazione delle Ong Italiane chiama tutte le Ong e tutte le altre rappresentanze a mobilitarsi con urgenza, dare il massimo di risonanza alla notizia e sollecitare i parlamentari a far iscrivere gli emendamenti al Senato entro lunedì prossimo 18 luglio.

 


Altri articoli:

La lettera di Petrelli (ONG Italiane alle Commissioni del Senato e della Camera) 

Gli effetti dei tagli, di Carlo Ciavoni

Forum del Terzo Settore: la manovra aggrava le condizioni sociali del Paese

Vita: Cooperanti cancellati

Vita: Quegli inganni sulla cooperazione

 

 


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Anpas aderisce al Manifesto per il welfare del XXI secolo

Anpas aderisce al Manifesto per il Welfare del XXI secolo promosso dalla Rivista delle Politiche Sociali

“Nell’ultimo anno i tagli al welfare sono stati di ben due miliardi di euro. Se poi si compara il Fondo di bilancio previsto per il 2011 con quello del 2008, il dato registra un -78,4%, con un passaggio da 2 miliardi e 527milioni a circa 545 milioni.” Con queste crude premesse riguardanti la realtà dei fatti italiani, la Rivista per le Politiche Sociali lancia un “Manifesto per il welfare del XXI secolo”, per ripensare l’intevento pubblico sul welfare. Pubblichiamo qui di seguito il testo integrale del manifesto.

I grandi progressi civili e sociali degli ultimi due secoli sono stati contraddistinti dalla crescita economica e del welfare pubblico, non solo a tutela dei più deboli, ma per consentire alle persone di affrontare con relativa serenità nel corso della vita eventi o scelte altrimenti troppo rischiose e alla collettività di misurarsi efficacemente con le sfide economiche, sociali, demografiche e culturali proprie di ogni percorso di cambiamento e crescita. E non v’è dubbio che le Costituzioni democratiche della seconda metà del Novecento abbiano costituito un primo ancoraggio forte per i diritti sociali, il cui sviluppo ha poi contrassegnato l’espansione del welfare. Viviamo oggi una transizione difficile, in cui si affacciano nuove sfide e problemi che parevano da tempo superati; venuta meno l’incondizionata fiducia riposta nelle capacità autoregolative del mercato, la crisi economica e finanziaria in corso ha indotto molti paesi, anche dotati di tradizioni e capacità nell’offerta di servizi alla cittadinanza, a compiere importanti scelte di riduzione della spesa pubblica e, in essa, di quella destinata al welfare.

È anche perciò nostro convincimento che, ad evitare che la pluralizzazione delle condizioni lavorative e di protezione sociale accrescano le disuguaglianze, occorra porre al centro delle scelte pubbliche la salvaguardia e la promozione dei ‘beni comuni’; essi sono essenziali alla conduzione di una vita dignitosa e alla realizzazione di pari opportunità – a prescindere da sesso, origine sociale, appartenenza etnica o religiosa, orientamento sessuale, stato civile, disabilità, età, statuto di cittadinanza politica – nell’accesso alla formazione, al lavoro, alla soddisfazione dei bisogni di cura, alla sicurezza.

A fronte di queste esigenze fondamentali, l’attuale disegno governativo inteso a ridimensionare il suo investimento in politiche sociali per la cittadinanza, rischia di produrre effetti molto dannosi sul nostro già debole e contraddittorio sistema nazionale di welfare con ormai evidenti, gravi conseguenze sul tenore di vita della popolazione e sulla tenuta della coesione sociale dei singoli territori e del Paese nel suo insieme.

Al contrario, riteniamo sempre più irrinunciabile e strategico un forte impegno pubblico che sia capace di attivare attori e risorse diversi e che, evitando l’impoverimento sostanziale dei diritti sociali in essere, proceda ad una necessaria revisione dell’esistente al fine di ridurne la frammentazione, limitando al massimo le disuguaglianze tra categorie di persone – lavoratori ‘centrali’ e ‘periferici’, uomini e donne, cittadini e immigrati (questi ultimi a loro volta distinti a seconda dello statuto giuridico) – e tra generazioni.

Ancora, pur nella loro centralità, le scelte pubbliche dovranno altresì promuovere e sostenere l’azione sociale volontaria e autonoma di cui persone, famiglie e associazioni possono rendersi protagoniste, in un quadro di sussidiarietà tra cittadini ed istituzioni volto al perseguimento di finalità di interesse generale secondo criteri e modalità non alternativi né sostitutivi di funzioni proprie dell’intervento pubblico.

Siamo consapevoli che il rilancio del welfare dovrà misurarsi con importanti difficoltà. Forse ancor più dei limiti e delle problematiche della finanza pubblica, che imporranno un’inevitabile gradualità delle priorità e degli obiettivi, e della necessità di una profonda revisione del finanziamento su base fiscale (più efficace anche nel contrasto dell’evasione, equilibrato ed equo soprattutto nei confronti del lavoro), grava oggi sul welfare il peso di una cultura che tende a considerarlo come retaggio del passato, costo sociale improduttivo, cultura degli sconfitti.

Contrariamente a queste visioni riduttive, sosteniamo la necessità di rinnovare la cultura del welfare come strumento indispensabile a garantire la coesione sociale, come fattore di investimento, moltiplicatore di risorse e attivatore di capacità.

Per questo riteniamo indispensabile che il nostro sistema di welfare mantenga ed accresca le sue capacità di:

*attuare pienamente i valori alla base dell’azione sociale europea in quanto promotrice di diritti fondamentali, standard sociali inderogabili e nuovi e progressivi diritti di cittadinanza. Per questo si richiede una partecipazione compiuta delle nostre istituzioni ai processi comunitari in corso, volti allo sviluppo delle politiche di inclusione sociale e di promozione delle capacità

*contrastare la crescente vulnerabilità sociale di persone, nuclei famigliari e territori di fronte ai processi finanziari, economici, sociali e culturali innescati dalla globalizzazioni, sostenendone il reddito e le condizioni di vita

*contrastare le disuguaglianze economiche, sociali e territoriali con opportune misure perequative volte a superarne gli effetti sociali negativi

*contrastare l’esclusione di quote significative di donne e di giovani dall’accesso al mercato regolare del lavoro e valorizzarne il ruolo cruciale ai fini della crescita e dello sviluppo economico

*contrastare il sovraccarico delle reti famigliari, anche promuovendo un forte investimento sui servizi all’infanzia, per le persone non autosufficienti e sulle politiche di conciliazione

*investire sulle nuove generazioni, fin dalla più tenera età, come soggetti a pieno titolo di diritti sociali e come risorsa per il futuro, anche per evitare i meccanismi di riproduzione intergenerazionale della disuguaglianza che sono particolarmente forti in Italia

*contrastare la dequalificazione in corso dei sistemi pubblici di istruzione promuovendone la funzione di pubblico servizio (‘società della conoscenza’) e favorendo l’equa promozione dei talenti individuali

*contrastare la mortificazione dei meriti e promuovere i canali della mobilità sociale

*contrastare l’ulteriore indebolimento organizzativo del Servizio sanitario nazionale e le disuguaglianze di salute che ne scaturiscono

*contrastare i processi di crescente fragilità e di isolamento della popolazione anziana, promuovendone l’integrazione sociale, assicurando loro pensioni e abitazioni dignitose e condizioni di cura adeguate

*correggere la frammentazione del nostro sistema territoriale di welfare e la geografia differenziata della cittadinanza a seconda del luogo di residenza

*promuovere una politica complessiva e lungimirante dell’immigrazione, a partire dalla progressiva inclusione, in un quadro certo di diritti e doveri, degli stranieri residenti regolarmente nel territorio nazionale come cittadini a pieno titolo se lo desiderano, e comunque almeno dal punto di vista dei diritti sociali.

Tutto ciò considerato, ed a partire da una prima rosa di adesioni inizialmente raccolte solo fra i membri del Comitato scientifico e del Comitato di redazione de “la Rivista delle Politiche Sociali” e del board di ESPAnet Italia (la rete di studiosi di politiche sociali), così ristretta al solo fine del suo primo lancio pubblico, viene chiesto al più ampio numero possibile di studiosi, rappresentanti di associazioni e di strutture impegnate nel sociale, operatori dei servizi e singoli cittadini di condividere questa visione positiva e strategica del welfare sottoscrivendo questo Manifesto.

Prima finalità della raccolta di firme è la promozione tra l’opinione pubblica e i decisori politici di una visione del welfare come sistema in evoluzione e tuttora indispensabile tanto per la protezione dai rischi sociali, quanto – e sempre più – per la promozione dello sviluppo sociale ed economico.

Il Manifesto, ampiamente sottoscritto, potrà in una fase successiva essere valorizzato come strumento di sollecitazione per lo sviluppo di una maggiore consapevolezza sociale delle autorità preposte alle decisioni di policy.

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Per sottoscrivere, questo è il link http://www.ediesseonline.it/riviste/rps/eventi/manifesto-un-welfare-del-xxi-secolo

Scarica il Manifesto – PDF

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Forum HIV e AIDS: Anpas aderisce alla dichiarazione di Roma

Anpas aderisce alla Dichiarazione di Roma, e all’appello del Forum della Società Civile Italiana sull’HIV/AIDS

 


 

IL FORUM DELLA SOCIETÀ CIVILE ITALIANA SULL’HIV/AIDS Riunito a Roma il 12 luglio 2011 per il convegno: “1981- 2011: a 30 anni dalla pandemia, l’infezione da HIV è ancora una priorità per il nostro paese?“, evento affiliato alla VI Conferenza internazionale IAS su Patogenesi, Trattamento e Prevenzione HIV (Roma, 17-20 luglio 2011),

SOTTOSCRIVE LA SEGUENTE DICHIARAZIONE

PREMESSE
Cenni di epidemiologia in Italia – Il recente sistema di sorveglianza dell’infezione da HIV nel nostro paese indica che nel 2009 sono stati diagnosticati 4,5 nuovi casi di HIV positività ogni 100.000 residenti italiani e 22,2 nuovi casi di HIV positività ogni 100.000 stranieri residenti, con un’età mediana di 39 anni per i maschi e di 35 anni per le femmine. L’incidenza è maggiore al centro-nord rispetto al sud-isole. Aumentano i casi attribuibili a trasmissione sessuale (eterosessuale e omosessuale), che nel 2009 costituiscono complessivamente l’80,1% di tutte le segnalazioni. Un terzo delle persone neo-diagnosticate lo è in fase avanzata di malattia, ossia con una rilevante compromissione del sistema immunitario (numero di linfociti T CD4+ inferiore a 200 cellule/µL). In Italia sono presenti tra 143.000 e 165.000 persone HIV positive viventi, di cui più di 22.000 in AIDS. Una persona sieropositiva su quattro non sa di esserlo.

Cenni di epidemiologia nel mondo – UNAIDS (il Programma Congiunto delle Nazioni Unite sull’HIV/AIDS) stima che, alla fine del 2010, le persone viventi con l’HIV erano oltre 34 milioni nel mondo. Nel 2009 si sono registrati 2,6 milioni di nuove infezioni; l’Africa sub-sahariana rimane l’area più colpita con 1,8 milioni di casi nuovi e con una percentuale di donne più elevata rispetto agli uomini. Alla fine del 2010, più di 6 milioni di persone nei paesi a medio e basso reddito avevano accesso alla terapia antiretrovirale, mentre nel 2003 erano soltanto 400.000. Per la prima volta, nel 2009, la copertura globale dei servizi di prevenzione contro la trasmissione dell’HIV da madre a figlio ha superato la soglia del 50%.

Stabilizzazione delle infezioni non significa azzeramento! – A distanza di 30 anni dalla scoperta dell’HIV, gli investimenti per arginare l’epidemia stanno producendo i primi risultati: il tasso di nuove infezioni sta calando avviandosi alla stabilizzazione, mentre l’accesso alla terapia antiretrovirale è in aumento e si stanno compiendo passi importanti per ridurre la trasmissione del virus da madre a figlio. Tuttavia questo dato non è consolidato: per ogni persona che inizia la terapia antiretrovirale, ve ne sono due che contraggono il virus.

Sanità e Politiche Sociali dopo la riforma del Titolo V° della Costituzione: l’HIV nell’era del federalismo – Il Sistema italiano di garanzia dei diritti fondamentali di cittadinanza si basa su quanto è sancito dalla nostra Costituzione e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ed è in forza di questi principi che il nostro Parlamento ha approvato leggi e fissato regole a tutela della dignità, dei diritti e della salute di ogni cittadino. La riforma del Titolo V° della Costituzione affida un nuovo ruolo alle Regioni e agli enti locali in materia di sanità (legislazione concorrente) e di politiche sociali. A tal proposito, esprimiamo preoccupazione rispetto alla proposta di manovra finanziaria presentata recentemente dal Governo, che prevede, ancora una volta, tagli sul welfare e sulla spesa sanitaria la quale, in Italia, è già più bassa rispetto alla media Ue e ai Paesi Ocse. Si continuano, ciecamente, a considerare la Sanità e le Politiche Sociali solo come “un costo” anziché come “un investimento” per il futuro e lo sviluppo del Paese. “Investire in salute oggi per risparmiare domani” dovrebbe essere l’atteggiamento di un governo lungimirante che, invece, nell’era del federalismo, a causa dei tagli non consente alle Regioni e agli enti locali di elaborare politiche socio-sanitarie capillari e incisive per contrastare l’epidemia, minando così il diritto di tutta la cittadinanza alla prevenzione e alla cura dell’HIV.

TESTO DELLA DICHIARAZIONE
a.. Chiediamo con forza, in accordo con la Dichiarazione Politica dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 10 giugno 2011 (UNGASS 2011), che la sconfitta dell’HIV divenga una priorità fino al 2015: questo implica, a livello nazionale e internazionale, una allocazione adeguata di risorse economiche e, a livello nazionale, un riassetto urgente delle politiche sanitarie e istituzionali di intervento sull’HIV/AIDS, fino ad ora deboli e inadeguate.
a.. Chiediamo che le strategie che saranno messe in campo siano basate su chiare a condivise evidenze scientifiche e sui diritti umani, e non su pregiudizi ideologici,che nulla hanno a che fare con l’approccio metodologico necessario ad affrontare un problema di salute pubblica.
In merito agli interventi nazionali, ci appelliamo alle istituzioni italiane centrali e locali (Regioni, Province, Comuni) e ai rispettivi decisori politici, affinché intraprendano azioni urgenti per fermare l’infezione da HIV in Italia.

Politiche di prevenzione – Chiediamo che si prenda atto della inefficacia e del carattere discontinuo e blando delle campagne pubbliche sulla prevenzione condotte negli ultimi anni in Italia e delle conseguenze che esse hanno prodotto in termini di mancato raggiungimento dell’obiettivo di azzeramento del numero delle nuove infezioni annuali. Che da questa constatazione si parta per elaborare campagne/strategie di prevenzione costanti, diversificate per gruppi di destinatari, che utilizzino linguaggi adeguati e riferimenti specifici agli strumenti di prevenzione (es.: “Profilattico”, “Test HIV”, “Terapia antiretrovirale”), avendo cura di adeguare la terminologia utilizzata alle caratteristiche del gruppo di volta in volta considerato. In particolare, chiediamo che la prevenzione dell’infezione da HIV sia da intendersi come “intervento bio-psicosociale” e debba quindi inserirsi in un contesto normativo e di intervento più ampio di lotta contro lo stigma e di tutela della persona. In particolare:

a.. Nel rivolgere interventi di prevenzione alla popolazione MSM (uomini che fanno sesso con uomini), riteniamo indispensabile che essi siano affiancati ad un’azione concreta di contrasto all’omofobia, individuata nell’estensione della legge Mancino, così come ad un contrasto all’omofobia e al pregiudizio nei confronti delle persone LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender) in tutti i contesti sociali (scolastico, lavorativo, ecc.).
b.. Nel rivolgere interventi di prevenzione ai gruppi più vulnerabili – quali persone detenute (anche negli OPG, Ospedali Psichiatrici Giudiziari), migranti, consumatori di sostanze, lavoratrici/lavoratori del sesso – riteniamo indispensabile l’utilizzo di strategie di offerta attiva del test HIV, di eliminazione delle barriere di accesso ai servizi, di riduzione del danno e dei rischi già sperimentate con esiti più che positivi in altri paesi e nella stessa Italia e chiediamo che vengano prese a livello politico decisioni che mirino a una sospensione delle misure di detenzione e/o estinzione del reato e della pena per le persone con HIV che presentano parametri clinici critici e/o debilitanti connessi alla patologia, da definirsi in apposito tavolo tecnico che veda il coinvolgimento diretto della Società Civile.
Politiche contro lo stigma e le discriminazioni – Chiediamo che si proceda – di concerto tra istituzioni competenti, mondo associativo, rappresentanze sindacali e del mondo produttivo – alla elaborazione di piani di informazione/formazione volti a rimuovere lo stigma, la discriminazione e il mobbing di cui le persone con HIV sono spesso vittime soprattutto sui luoghi di lavoro e nel settore dell’assistenza sanitaria.

Garanzia della privacy – Chiediamo che si prenda atto delle frequenti e gravi violazioni delle norme vigenti in materia di protezione della riservatezza dei dati sanitari relativi alle infezioni da HIV (legge 135/1990, D.lgs 196/2003), e che si costituiscano con urgenza tavoli di lavoro con l’obiettivo di elaborare strumenti operativi per assicurare il rispetto della normativa vigente in tutti gli ambiti in cui essa viene sistematicamente violata (strutture sanitarie e assistenziali, posti di lavoro del settore pubblico e privato, scuola e università, strutture sportive, agenzie di lavoro interinale, ecc.).

Disponibilità dei farmaci e della diagnostica – Chiediamo che si ponga rimedio alle inaccettabili disparità che la regionalizzazione sanitaria ha prodotto nella disponibilità dei farmaci e della diagnostica, mediante l’elaborazione di piani di coordinamento nazionali volti a superare tali inaccettabili condizioni di disuguaglianza tra cittadini residenti in regioni diverse. In particolare, ma non esaustivamente, chiediamo che le “Linee Guida italiane sull’utilizzo dei farmaci antiretrovirali e sulla gestione diagnostico-clinica delle persone con infezione da HIV-1” siano prese come riferimento univoco da tutte le regioni, ASL, centri di cura e assistenza delle persone con HIV del nostro paese, e chiediamo che la promozione di politiche di diagnosi alla patologia sia uniforme e gratuita sul territorio, garantendo così i diritti costituzionali della cittadinanza.

Politiche antidroga – Chiediamo che sia compiuta una verifica trasparente sull’efficacia delle attuali politiche antidroga nazionali, come ribadito dalla dichiarazione ufficiale dell’ultima conferenza mondiale sull’AIDS (XVIII IAC, 2010) denominata: “La Dichiarazione di Vienna”. Essa ha riaperto il dibattito sulle politiche antidroga attuate fino ad ora e la loro correlazione con l’HIV, ne ha sancito il fallimento, evidenziando come l’approccio repressivo contro i consumatori non favorisce l’emersione dei comportamenti a rischio, diventando piuttosto motore del propagarsi dell’infezione. Per questo chiediamo che venga rivisto l’impianto legislativo vigente (L.49/2006 – Fini/Giovanardi), che da un lato ha visto aumentare la presenza di consumatori di sostanze nelle carceri e, dall’altro, li ha spinti sempre di più nell’invisibilità rendendoli quindi, di fatto, non più raggiungibili da messaggi e strumenti di prevenzione su HIV, HCV e Malattie a Trasmissione Sessuale.

Finanziamento alla ricerca – Chiediamo che il Programma Nazionale di Ricerca sull’AIDS, istituito alla fine degli anni ’80 e di volta in volta sensibilmente ridotto nell’erogazione dei fondi, al momento cancellato dal Ministero della Salute e di fatto non sostituito con alternative concrete e mirate alla patologia, sia istituito nuovamente con continuità e con finanziamenti adeguati e/o chiediamo che si trovino forme di finanziamento specifiche sulla patologia e sostanziali per consentire ai nostri ricercatori, tra i più bravi al mondo, di proseguire la loro attività nella lotta contro l’HIV.

In merito agli interventi internazionali, ci appelliamo al Governo affinché l’Italia contribuisca efficacemente alla lotta contro l’HIV nei Paesi a risorse limitate, per il raggiungimento del sesto Obiettivo di Sviluppo del Millennio sancito dalle Nazioni Unite.

Fondo Globale per la Lotta contro l’AIDS, la Tubercolosi e la Malaria – Chiediamo che l’Italia comunichi un piano di rientro per l’esborso dei contributi per il 2009 e il 2010 – pari a 260 milioni di euro – e dei 30 milioni di dollari addizionali che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha promesso al Vertice G8 del 2009 a L’Aquila. Chiediamo, inoltre, che l’Italia rinnovi l’impegno finanziario a favore del Fondo Globale per il triennio 2011-2013.

Destinazione di parte del PIL – Chiediamo che l’Italia si impegni concretamente per raggiungere l’obiettivo di destinare lo 0,7% del proprio PIL in Aiuto Pubblico allo Sviluppo entro il 2015. Come ribadito anche dalla recente Dichiarazione politica UNGASS 2011, se i Paesi sviluppati non incrementeranno i propri sforzi per raggiungere questa soglia, sarà impossibile raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, fra i quali il sesto, sulla lotta contro le pandemie. L’Italia, in particolare, è attualmente il maggior responsabile del deficit europeo (38%) [Fonte: Commission Staff Working Document, “EU Accountability Report on Financing for Development 2011”] per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e deve pertanto urgentemente invertire la pericolosa tendenza che ha visto precipitare il rapporto APS/PIL fino a un preoccupante 0,15% nel 2010.

HIV/AIDS e rafforzamento dei sistemi sanitari – Chiediamo che negli interventi di lotta contro l’AIDS sostenuti dal Governo italiano nei Paesi a risorse limitate, l’approccio centrato sulla malattia sia integrato da un’attenzione al rafforzamento dei sistemi sanitari nel loro complesso, così che le strutture sanitarie di base nei Paesi colpiti dalla pandemia possano essere messe in grado di gestire un pacchetto di prevenzione, trattamento, cura e supporto con un livello di efficienza adeguato agli standard internazionali.

Presenza italiana e partecipazione della Società Civile – Chiediamo la nascita di una struttura istituzionale che consenta all’Italia la partecipazione attiva e sistematica agli appuntamenti internazionali di confronto sull’HIV/AIDS e chiediamo la partecipazione paritetica a questa struttura della Società Civile del nostro paese.

 


Ulteriori info su: http://www.dichiarazionediroma.it/

Forum società civile italiana HIV http://www.forumhivaids.it/

 

Forum HIV e AIDS: Anpas aderisce alla dichiarazione di Roma Leggi tutto »

Scadenza 5 per mille: fino al 30 giugno per confermare l’iscrizione

5milleRicordiamo che i legali rappresentanti delle associazioni di volontariato iscritte al 5 per mille 2011 devono trasmettere entro il 30 giugno 2011, a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno, alla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate (vedi elenco allegato) una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà attestante la persistenza dei requisiti che danno diritto all’ammissione all’elenco.

La dichiarazione va redatta su modello conforme a quello approvato con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 aprile 2010, che alleghiamo.

 

Alla dichiarazione sostitutiva va allegata copia del documento di riconoscimento del legale rappresentante che sottoscrive.

ATTENZIONE: IL MANCATO RISPETTO DEL TERMINE ED IL MANCATO INVIO DEL DOCUMENTO COSTITUISCONO CAUSA DI DECADENZA DAL BENEFICIO.


Allegati

Indirizzi Direzioni Regionali

Dichiarazione sostitutiva

Memo scadenza.pdf

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Anpas alla Summer School ForTes

Summer School –  Fortes

 

Si è conclusa domenica 10 luglio la seconda edizione della Summer School organizzata da ForTes (Scuola di Alta formazione per il Terzo Settore). Il titolo della scuola è stato: Quando la comunicazione incontra la socialità. Orme, impronte del Sociale e fantasia tra narrazioni mediali e reti: esperti, studiosi, dirigenti e operatori della comunicazione e del Terzo Settore si sono incontrati e confrontati per quattro giorni nell’antico Castello di Montarrenti (Siena). In particolare, il laboratorio si è concentrato sulle narrazioni per la coesione sociale, sulle nuove tecnologie mediali e sullo sviluppo di reti e relazioni.

 

Nel corso dei tre giorni si sono susseguiti gli interventi di pensatori ed esperti come Nancy Bayum (University of Kansas),  Andrea Ciantar (Università Popolare di Roma), Salvatore De Mola (sceneggiatore), Guido Barlozzetti (RAI), Giovanna Rossiello (RAI), Giulio Sensi (Altraeconomia), Selene Caldieri (Università Federcio II di Napoli), Lella Mazzoli (Università di Urbino), Riccardo Bonacina (direttore VITA). Molti sono stati gli spunti per ulteriori riflessioni e approfondimento: in particolare è emersa la necessità del Terzo Settore di inventare linguaggi e narrazioni nuove, differenti da quelle mainstream. Una comunicazione più pensata, capace di costruire pensieri nuovi e diversi attraverso una progettualità comunicativa.

summer school sienaAndrea Volterrani auspica la possibilità che una nuova strategia comunicativa per i temi sociali possa tener conto di alcune strategie, come la ritualità, l’appropriazione dei linguaggi mercantili e la media education: “Rispetto al Terzo Settore, c’è ancora poco materiale narrativo rivolto ai temi della socialità per far sì che il cambiamento dell’immaginario sia compiuto. I temi sociali sono particolarmente difficili da raccontare. Non stiamo vendendo un prodotto. Ma proprio per la loro complessità, raccontarli, può essere stimolante”.

 

Mario Morcellini, direttore del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università di Roma “La Sapienza”, ha sottolineato l’importanza sociale della cultura e della comunicazione come farmaco per socializzare e ridurre lo stress provocato dal cambiamento. Ma ha anche avvertito sui rischi della comunicazione che rischia di essere la principale responsabile della dilatazione delle aspettative individuali e collettive. Lo studio dei consumi culturali è di fondamentale importanza per chi si occupa di comunicazione sociale.

 

Fausto Casini, Presidente Nazionale Anpas e componente del Laboratorio di Idee della Fondazione Fortes, ha sottolineato l’esigenza, in quanto rappresentante del Terzo Settore, di una comunicazione più sobria, che possa offrire prodotti e informazioni che siano veramente utili alle persone, capace di garantire sussidiarietà e relazionalità come orizzonte per il futuro.

 

Anpas alla Summer School ForTes

Oltre alla presenza di Fausto Casini alla presentazione del libro di Andrea Volterrani e alla lezione del Prof. Mario Morcellini, Anpas ha partecipato alla Summer School di Fortes con operatori e dirigenti proprio con l’intento di prendere parte alla comunità di pratiche sulla comunicazione sociale che il laboratorio si è proposto come obiettivo e che continuerà a scambiare esperienze tramite la piattaforma web di Fortes.

 

Di seguito, le impressioni di Luciana Salato, Ufficio stampa di Anpas Piemonte: «La Summer School 2011 di ForTes, nei suoi aspetti relazionali e formativi, ha prodotto in me un arricchimento, in particolar modo le lezioni della ricercatrice Gaia Peruzzi e del professor Mario Morcellini dell’Università La Sapienza di Roma hanno pienamente soddisfatto le mie aspettative e il mio desiderio di conoscenza. Riporto qui di seguito un breve accenno di quanto ho appreso.

La comunicazione sociale è pre-politica, non è pacifica, crea rottura con il pensiero dominante e pone come base una nuova visione di rapporti tra le persone. È un momento non di inclusione, ma di conflitto che passa attraverso l’affermazione di diritti. Dietro c’è un individuo, un movimento e soprattutto un’umanità che ha sofferto. Le parole funzionano da collegamento tra le persone, il professor Morcellini ne ha citate tre: “Partecipazione, uguaglianza e solidarietà”. La solidarietà è ciò che più costruisce futuro in tempo di crisi».

Cos’è ForTes

La Scuola di Alta Formazione per il Terzo Settore, nata per volontà della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, della Provincia di Siena e del Ce.S.Vo.T. (Centro Servizi Volontariato Toscana), si rivolge a dirigenti, quadri, volontari, operatori del Terzo settore con l’obiettivo di offrire loro una formazione superiore qualificata, fondata su competenze e conoscenze specifiche per il terzo settore e l’impresa sociale, non solo nell’ambito delle professioni sociali, ma anche di ogni altra professionalità legata al terzo settore, al mondo consortile ed al mondo profit e non profit.

www.fondazionefortes.it

 

I video della Summer School

  
   

 

“Saturare l’immaginario”

Come stare sulla frontiera dell’immaginario e delle rappresentazioni sociali? La comunicazione soclaie può contribuire a cambiare al realtà sociale? Quale ruolo svolgono le organizzazioni di terzo settore e di volontariato per la comunicazione sociale? Queste sono alcune delle domande alle quali Andrea Volterrani (presidente della Fondazione Fortes, sociologo e ricercatore a Tor Vergata) ha risposto nel suo ultimo libro “Saturare l’immaginario”. Sottotitolo Per  una nuova comunicazione sociale (ed. Exorma). Dopo aver pubblicato “Il Gusto del Volontariato”, all’interno del quale esplorava la complessità del volontariato e proponeva strumenti di valutazione di impatto sociale, in questo nuovo testo Volterrani si è concentrato sulla comunicazione messa in campo dalle realtà non profit e propone una riflessione teorica che consenta di “ individuare possibili indicatori, tracce, segnali di modi diversi, innovativi ed etici di fare e pensare comunicazione”.

Andrea Volterrani, che da anni collabora anche con Anpas, in una nota del suo libro propone proprio il video di presentazione del Bilancio sociale 2010 dell’Anpas come esempio di sperimentazione svolta dal terzo settore per promuovere un’attività specifica.

Un testo fondamentale per chi si occupa di comunicazione nelle associazioni volontariato, riflettendo sul quale si può superare l’immaginario e andare “oltre l’immaginabile”.

Altre info: http://www.fondazionefortes.it/?p=3053

 

Bibliografia e risorse online segnalate durante la  Summer School

Industria Culturale: “Mediaevo”, di Mario Morcellini (ed. Carocci)

Narrazioni:  “Più forte dell’odio”, di Tim Guenard (ed. Tea) sito

Storie di un sicario dell’economia”, di John Perkins (ed. Minimum Fax) – sito

Informazione: “Informazione, istruzioni per l’uso”, di Giulio Sensi (ed. Altraeconomia) – sito

Videoeducazione, creatività e sociale: “Educatodica”, di Cosma Ognissanti (Cesvot) – scarica il pdf

Rivoluzione araba: “Rogers e la via del Drago divorato dal sole”, di Ahmed Nàgi http://www.sirente.it/9788887847277/rogers-ahmed-nagi.html

Cambiamenti e mutazioni: Spazi Sintetici. Verso una sociologia dei mondi digitali di Selene Caldieri, ed. Liguori

La lettera di Machiavelli a Francesco Vettori http://it.wikisource.org/wiki/Lettere_%28Machiavelli%29/Lettera_XI_a_Francesco_Vettori

 

Approfondimenti sul web

Nancy Bayum: http://people.ku.edu/~nbaym/

Rivoluzioni arabe: http://blog.altriarabi.it/

Educazione alla sostenibilità ed energia: www.energetica.it

Cinema – Raccorti sociali: http://www.raccortitoscani.it

Rivista Formiche: http://www.formiche.net

Ricerca sul consumo dell’informazione: in Italia  http://larica.uniurb.it/wpmu/news/news-consumer-italia/

Negli USA Pew Research Center’s Internet & American Life Project. 

 

Utilità

Musica online: http://www.lastfm.it/

 


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Referendum: l’appello di Anpas

iovoto_anpasLa Direzione nazionale Anpas invita i volontari, i soci delle pubbliche assistenze e i cittadini che ogni giorno incontrano le nostre associazioni, a partecipare al voto dei Referendum previsti per il 12 e 13 giugno ed a informarsi sui temi che saranno oggetto della consultazione.

Da volontari, ci esercitiamo quotidianamente ad essere prima di tutto cittadini attivi e informati su aspetti che riguardano la vita delle nostre comunità. In questa fase politica e sociale riteniamo necessaria un’attenzione particolare alle forme di partecipazione dei cittadini, affinchè ognuno possa sentire la responsabilità di scelte importanti come quelle che riguardano i beni comuni e lo stato di diritto nel nostro Paese. Il voto ai quattro quesiti, aldilà delle preferenze espresse, è inoltre un modo per salvaguardare i Referendum come importante strumento di democrazia, previsto dalla nostra Costituzione, per consentire l’espressione diretta della “sovranità popolare”.

Nel caso che i quattro quesiti raggiungessero il quorum, ci impegneremo a dire la nostra e a lavorare affinchè il Terzo Settore italiano si faccia carico del pronunciamento degli cittadini incalzando le Istituzioni sulle loro responsabilità.

 


Altri articoli:

Votare al prossimo referendum? Non è un diritto per tutti i cittadini italiani. Lo scorso 27 maggio, il Senato della Repubblica ha approvato il Decreto legge del Governo n. 2680 che regola le modalità di voto per i prossimi referendum (12 e 13 giugno prossimi): il sito esseciblog ha rivelato che la possibilità  di votare all’estero è prevista solo per militari e funzionari dello Stato. Gli altri italiani che operano all’estero, quindi volontari in Servizio Civile Nazionale ed il personale di organizzazioni non governative operanti in missioni internazionali, non potranno votare nei paesi dove operano. Di fatto saranno costretti a tornare in patria dai paesi in cui svolgono il servizio, anticipando le spese viaggio, che verranno rimborsate solo in seguito (vedi l’avviso della Presidenza del Consiglio)… continua a leggere

 

Referendum per il Servizio Civile e operatori umanitari all’estero: Anche in seguito alla denuncia di Anpas, verrà presentata un’interrogazione parlamentare per concedere il diritto di voto all’estero anche ai Volontri in Servizio Ciivle nazionale ed al personale espatriato dell’ONG. un emendamento dopo la protesta di Anpas continua a leggere

 

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23 giugno: mobilitazione del Terzo Settore

Anpas A MONTECITORIO CON IL TERZO SETTORE

CASINI (Anpas): “L’eguaglianza non si fa con i tagli lineari”

Roma,23 giugno 2011. Grande partecipazione questa mattina in piazza Montecitorio a Roma per la manifestazione nazionale promossa dal Terzo Settore per protestare contro i tagli che mettono in ginocchio la sussidiarietà in Italia. Tanti volontari e rappresentanti delle associazioni di volontariato, ma anche tanti cittadini scesi in piazza con lo slogan “Basta tagli, ora diritti! Sussidiarietà non scaricabarile!“.

 

Anpas_a_Montecitorio2

In piazza anche una rappresentanza dell’Anpas. Il presidente nazionale Fausto Casini, richiamando l’articolo 3 della Costituzione, ha dichiarato: “L’eguaglianza tra i cittadini non si ottiene con i tagli lineari alle risorse per il sociale, che invece producono esclusione e marginalità. La partecipazione di tutte le persone che hanno manifestato dimostra che il cambio di rotta verso le politiche sociali è una priorità auspicata da tutto il Paese.”

 

Nel corso della manifestazione i rappresentanti delle associazioni sono stati ricevuti dai gruppi parlamentari e, nei prossimi giorni, ci saranno nuovi incontri per rilanciare le Politiche Sociali per il futuro del Paese.

 

 


 

MIGLIAIA IN PIAZZA CONTRO I TAGLI
ALLE POLITICHE SOCIALI

Oggi davanti a Montecitorio, e in altre 22 città italiane, grande mobilitazione organizzata
dal Forum del Terzo Settore e dalla campagna I diritti alzano la voce

Roma, 23 giugno 2011 – Diverse migliaia di persone hanno gremito questa mattina piazza Montecitorio, a Roma, per dire: “Basta tagli alle politiche sociali!”, che stanno provocando la drastica riduzione e chiusura di tanti servizi sociali in tutto il Paese, con drammatiche conseguenze per i cittadini e le famiglie italiane.

Dalle ore 11 si è tenuto il presidio organizzato dal Forum del Terzo Settore e dalla campagna I diritti alzano la voce, che ha portato in piazza cittadini, volontari, anziani, operatori del sociale, famiglie, rappresentanti di oltre 100 organizzazioni del terzo settore italiano. Una manifestazione colorata e rumorosa con striscioni, cartelli, adesivi e slogan come “I diritti sociali non sono privilegi”, “Lo sviluppo non si fa con l’elemosina” e ancora “Chi nega i diritti cancella le persone”.

Una mobilitazione nazionale che si è svolta contemporaneamente in altre 22 città italiane: Torino, Milano, Como, Varese, Monza, Sondrio, Lodi, Cremona, Mantova, Pavia, Brescia, Venezia, Verona, Padova, Vicenza; Belluno, Bologna, Firenze, Ancona, Napoli, Catanzaro, Palermo.

I promotori dell’iniziativa ritengono che l’uscita del Paese dalla crisi economica non possa avvenire azzerando, di fatto, gli investimenti nelle politiche sociali. Serve, invece, una riforma del welfare che deve basarsi sulla definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali, che garantiscano diritti uguali ed esigibili per tutti i cittadini del Paese, un forte aumento delle risorse destinate al Sociale, una reale e concreta applicazione del principio di sussidiarietà, una misura universalistica di sostegno al reddito contro la povertà, il ripristino e il potenziamento del fondo per le non autosufficienze.

Una manifestazione che ha visto una grandissima partecipazione – dichiara Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo Settore – e che ha intercettato un sentire diffuso dal basso, da un forte disagio dei cittadini,  stanchi di vedere i loro diritti calpestati”. “Ci aspettiamo – prosegue  Oliveroun reintegro delle risorse destinate alle politiche sociali e che si dia inizio a quella riforma del welfare tanto necessaria e attesa, ma di fatto risolta nei tagli lineari.”

Siamo molto soddisfatti” dichiara Lucio Babolin, portavoce della campagna I diritti alzano la voce. “Cittadini, volontari e operatori sono stufi, vogliono che i loro diritti siano presi in considerazione dalle Istituzioni. Nell’incontro che avremo a breve con il sottosegretario alle Politiche sociali ci attendiamo risposte precise e puntuali rispetto alle proposte che abbiamo avanzato. Talloneremo la politica in tutti i passaggi fondamentali che ha di fronte il Paese, a partire dalla manovra finanziaria e dalla riforma fiscale.

Alla manifestazione hanno dato il loro sostegno, tra gli altri, tutte le principali sigle sindacali – Cgil, Cisl, Uil e Ugl –, diverse forze politiche: Partito Democratico, Udc, Prc, Partito Liberale e la Regione Emilia Romagna.


Il comunicato stampa della FISH: Indignati in piazza contro i tagli al sociale

 


 

MOBILITAZIONE NAZIONALE: ROMA, PIAZZA MONTECITORIO
 23 GIUGNO 2011 ORE 11.00

La campagna I diritti alzano la voce e il Forum nazionale del Terzo Settore organizzano una Giornata di protesta e proposta, il 23 giugno prossimo, a difesa dei diritti sociali e per la riforma del welfare. E lanciano per questo un  appello alla mobilitazione: Basta tagli, ora diritti! Sussidiarietà, non scaricabarile!.

Le decisioni assunte anche recentemente dal Governo, a cominciare dai tagli pesantissimi ai fondi nazionali per le politiche sociali, stanno aggravando ulteriormente una situazione già molto difficile. I diritti fondamentali non sono più garantiti in molte parti del paese, servizi rilevanti vengono tagliati a causa delle sofferenze di bilancio subite da Regioni ed Enti locali. Il dibattito pubblico, la politica e i media non sembrano avvertire con la necessaria urgenza e forza una questione che riguarda la vita di buona parte degli italiani.

Appello-mobilitazione-23-giugno-2011-3Le organizzazioni sociali sono strozzate dai ritardi nei pagamenti dovuti dalla Pubblica amministrazione, che le costringono a indebitarsi ulteriormente e, in diversi casi, a chiudere i servizi.

Dinanzi a questa situazione non si può restare passivi, né limitarsi ad appelli e comunicati stampa. Dobbiamo mobilitarci!

La campagna I diritti alzano la voce(vedi il sito) chiama tutti i cittadini, i volontari, gli operatori sociali, gli utenti dei servizi e le loro famiglie, le organizzazioni sociali di qualunque tipo a mobilitarsi – insieme – per una riforma del welfare che assicuri l’universalità dei diritti sociali – prima di tutto definendo i livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale -, garantisca stanziamenti adeguati per servizi e prestazioni sociali, introduca il reddito minimo di inserimento, assicuri un fondo per la non autosufficienza non simbolico.

A Roma verrà organizzato un evento di rilievo nazionale, ma i gruppi regionali della campagna organizzeranno eventi simili in altre parti del paese. A breve pubblicheremo il prospetto completo delle iniziative.

Alla mobilitazione ha aderito il Forum del Terzo Settore.

 

 

 

Il testo dell’appello (scaricabile in pdf)

Basta tagli, ora diritti!
Sussidiarietà, non scaricabarile!

Il nostro Paese sta attraversando una grave crisi, che ha portato via posti di lavoro e risparmi, in molti casi spingendo persone e famiglie verso la povertà e l’insicurezza.
Nonostante le difficoltà molti hanno continuato a lavorare per mantenere la coesione sociale e per garantire che i problemi comuni non producessero lacerazioni sociali né condannassero molte persone ad essere marginalizzate. A fronte di questo il Governo ha continuato ad operare tagli massicci alla spesa, riducendo e talvolta azzerando le risorse per il sociale.
Nel 2008 i fondi nazionali per le politiche sociali erano oltre i 2,5 miliardi, nell’anno 2011 ammontano a soli 538 milioni di euro: un taglio dell’80%. Ciò significa riduzioni e chiusure di servizi, diritti negati ai cittadini, rischio di disoccupazione per molti lavoratori e per tante persone svantaggiate, e problemi che tornano a scaricarsi per intero sulle famiglie.
Ora è venuto il momento di dire basta. Sosteniamo la centralità della persona e crediamo nella possibilità di dare voce a ciascuno dando opportunità e garantendo diritti.
Affrontare la crisi solo “tenendo a posto i conti”, senza affrontare riforme e investire in ciò che garantisce un autentico sviluppo è suicida e condanna l’Italia al declino.
Il Terzo Settore non chiede per sé, ma per tutti i cittadini, a partire da quelli più in difficoltà esclusi dalla comunità oppure a rischio di esclusione. E, prima di chiedere, offre il suo contributo di azione volontaria, di professionalità sociale, di innovazione a fianco delle persone.
Le politiche sociali sono un investimento nel futuro del Paese, tanto più preziose quanto più esso è in difficoltà. Eppure l’Italia investe in esse meno di quanto si investa nel resto d’Europa. Anzi le considera un costo e le taglia senza criterio.
La nostra capacità di tirare la cinghia e di trovare soluzioni dignitose per assicurare diritti alle persone si sta esaurendo: senza un cambiamento si avvia la liquidazione del welfare italiano e si cancellano i tanti sforzi fatti per costruire sussidiarietà.
Governo, Regioni ed Enti Locali debbono fare ciascuno la propria parte e decidere quale futuro vogliono per il nostro Paese. Noi abbiamo fatto e faremo la nostra parte, ma non vogliamo essere presi in giro.

 

RINNOVARE E RILANCIARE LE POLITICHE SOCIALI PER UN NUOVO PATTO SOCIALE PER IL FUTURO DEL PAESE
CHIEDIAMO

  • La definizione dei” livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali”, come previsto dalla nostra Costituzione (art. 117).
  • Un forte investimento nelle politiche sociali, attraverso un congruo aumento delle risorse destinate al sociale, all’educazione e alla scuola, da connettere alla reale esigibilità dei livelli essenziali.
  • Una reale e concreta applicazione del principio di sussidiarietà previsto dalla Costituzione (art. 118) e dalla legge 328/00 sul sistema dei servizi sociali, che dia un effettivo riconoscimento di pari dignità alle organizzazioni della società civile;
  • Una misura universalistica di sostegno al reddito contro la povertà e un concreto aiuto a ridurre i rischi di vulnerabilità sociale;
  • Il ripristino del fondo per le non autosufficienze e il suo potenziamento;
  • Adeguato finanziamento del Piano Nazionale Infanzia e Adolescenza e un adeguato ripensamento delle Politiche Giovanili
  • La definizione del Piano Nazionale per la Famiglia e il suo adeguato finanziamento;
  • Il rilancio del Servizio Civile Nazionale, quale esemplare esperienza di cittadinanza attiva dei giovani, con investimenti coerenti.

E OCCORRE

  • Scegliere le priorità nel gestire le risorse piuttosto che i tagli lineari, intervenendo sia sul fronte delle entrate (in particolare con la leva fiscale e la lotta all’evasione) sia sul fronte delle uscite (riduzione degli sprechi, riduzione delle spese militari…).
  • Declinare al meglio il percorso federalista, responsabilizzando tutti per ridurre le disparità nel Paese e per riqualificare la spesa pubblica.
  • Potenziare e innovare le politiche sociali orientandole al benessere e alla ricerca della felicità, dando protagonismo alle persone, alle famiglie, ai corpi sociali.
  • Ridefinire ruoli e compiti degli Enti Pubblici e il loro rapporto con i cittadini attivi e gli attori sociali secondo il principio di sussidiarietà.

 

IL TERZO SETTORE È PRONTO A FARE LA SUA PARTE,
CON I TAGLI AL SOCIALE NON C’È VITA BUONA NÉ SOCIETÀ ATTIVA
I DIRITTI SOCIALI NON SONO PRIVILEGI
SVILUPPO E COESIONE NON SI FANNO CON L’ELEMOSINA

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