Gente d’Anpas

Terremoto: sconcerto d’amore a Mirandola

Sconcerto d’amore per Mirandola

Sconcerto d'amore per Mirandola

La voce di Modugno che intona “Volare” e Nando e Maila che dondolano dalla loro struttura multisuono al centro di Piazza Costituente a Mirandola. Questa e tante altre emozioni hanno vissuto i cittadini di Mirandola che per la prima volta dal 20 maggio tornavano ad assistere uno spettacolo nel cuore della città. Una serata speciale ed emozionante, resa possibile soltanto dal grande cuore di due artisti che hanno deciso di condividere la loro arte e la loro passione con piccoli e grandi cittadini. 

  
   


Mirandola, 1 luglio 2012. L’appuntamento è per lunedì 2 luglio alle ore 21 in Piazza Costituente a Mirandola: Nando e Maila saranno i protagonisti di “Sconcerto d’amore”, uno spettacolo (gratuito) al centro della città che riapre il suo cuore all’arte e al teatro a distanza di un mese dal terremoto.

Una serata rivolta non solo alla cittadinanza presente nelle tendopoli, ma a tutti coloro i quali vorranno far rivivere il centro storico.

“Sconcerto d’amore”, organizzato in collaborazione con i volontari Anpas e patrocinato dal Comune di Mirandola, sarà un’ora di concerto-spettacolo reso possibile da un atto di bellezza e solidarietà dei due artisti protagonisti della scena, Nando e Malia: musicista eclettico lui e aspirante attrice lei eternamente in conflitto sul palcoscenico come nella vita. I due hanno fatto una scommessa: diventare musicisti dell’impossibile trasformando la struttura autoportante, dove sono appesi il trapezio e i tessuti aerei, in un imprevedibile orchestra di strumenti. Certo il loro incontro sulla scena non si direbbe dei più azzeccati, ma saranno proprio i contrasti e le differenze a dare luogo ad uno spettacolo scintillante per la più grande gioia del pubblico.

cartolina

  
         

Crediti:

Di e con: Maila Sparapani e Ferdinando D’Andria
Collaborazione artistica: Marta Dallavia e Carlo Boso
Regia: Luca Domenicali
Scenografie: www.studiosossai.it
Video: Andrea Burrafato

Anpas intervention for the earthquake in Emilia Romagna


Come aiutare le pubbliche assistenze Anpas colpite dal sisma


I racconti dei volontari

Le storie di Aldo, dal campo di Mirandola

Il 20 maggio di Valentina

Noi, sciacalli di emozioni, di Rosanna Morelli

Campo Costa Timbuktu, di Alessandro Nassisi

Campo Costa: un laboratorio multiculturale, di Rosanna Morelli

Qui per dare tanto: la settimana di Fabio

Un’antropologa al campo: l’esperienza di Rita

Le emozioni di Michela

La storia di Fabio e Elena

Maria e Andrea dal campo di Novi

La settimana-imbuto di Enzo

Sconcerto d’amore a Mirandola

La struttura protetta del campo di Mirandola (foto)

 


La struttura protetta del campo di Mirandola (foto)


Anpas all’Hackathon terremoto (Bologna, 16-17 giugno)

 


I Gas dei volontari Anpas: un sostegno alle aziende


La cucina del Campo Costa (video)


                                   


Di terremoti, false leggende e info utili (approfondimento)


             


Anpas a lavoro a poche ore dal sisma


 

 

COSA FARE IN CASO DI TERREMOTO

Durante il terremoto
• Se sei in luogo chiuso cerca riparo nel vano di una porta inserita in un muro portante (quelli più spessi) o sotto una trave.  Ti può proteggere da eventuali crolli
• Riparati sotto un tavolo.  E’ pericoloso stare vicino ai mobili, oggetti pesanti e vetri che potrebbero caderti addosso
• Non precipitarti verso le scale e non usare l’ascensore.  Talvolta le scale sono la parte più debole dell’edificio e l’ascensore può bloccarsi e impedirti di uscire
• Se sei in auto, non sostare in prossimità di ponti, di terreni franosi o di spiagge.  Potrebbero lesionarsi o crollare o essere investiti da onde di tsunami
• Se sei all’aperto, allontanati da costruzioni e linee elettriche.  Potrebbero crollare

• Stai lontano da impianti industriali e linee elettriche.  E’ possibile che si verifichino incidenti
• Stai lontano dai bordi dei laghi e dalle spiagge marine.  Si possono verificare onde di tsunami
• Evita di andare in giro a curiosare e raggiungi le aree di attesa individuate dal piano di emergenza comunale.  Bisogna evitare di avvicinarsi ai pericoli
• Evita di usare il telefono e l’automobile.  E’ necessario lasciare le linee telefoniche e le strade libere per non intralciare i soccorsi Dopo il terremoto

• Assicurati dello stato di salute delle persone attorno a te. Così aiuti chi si trova in difficoltà ed agevoli l’opera di soccorso
• Non cercare di muovere persone ferite gravemente.  Potresti aggravare le loro condizioni
• Esci con prudenza indossando le scarpe.  In strada potresti ferirti con vetri rotti e calcinacci
• Raggiungi uno spazio aperto, lontano da edifici e da strutture pericolanti.  Potrebbero caderti addosso

iononrischiohome

Prima del terremoto
• Informati sulla classificazione sismica del comune in cui risiedi.  Devi sapere quali norme adottare per le costruzioni, a chi fare riferimento e quali misure sono previste in caso di emergenza
• Informati su dove si trovano e su come si chiudono i rubinetti di gas, acqua e gli interruttori della luce.  Tali impianti potrebbero subire danni durante il terremoto

• Evita di tenere gli oggetti pesanti su mensole e scaffali particolarmente alti. Fissa al muro gli arredi più pesanti perché potrebbero caderti addosso

• Tieni in casa una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile, un estintore ed assicurati che ogni componente della famiglia sappia dove sono riposti

• A scuola o sul luogo di lavoro informati se è stato predisposto un piano di emergenza.  Perché seguendo le istruzioni puoi collaborare alla gestione dell’emergenza


Terremoto: io non rischio

Clicca per ulteriori descrizioni dell’iniziatva promossa da Protezione Civile e Anpas, in collaborazione con INGV e ReLUIS (Consorzio della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica).

Scarica il materiale di “Terremoto-Io non rischio”, prodotto nell’ambito del progetto Edurisk con la collaborazione di Giunti Progetti Educativi:


La pagina in inglese

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Terremoto: qui per dare tanto. La storia di Fabio

Campo Costa (Mirandola). 14 Giugno 2012 h. 00.15

A quest’ora il campo è immerso nel silenzio e guardarlo così con le tende disposte in fila, i fari della torre che illuminano il piazzale, la ghiaia bianca e le grelle grigie che segnano il percorso pedonale mi riportano con la mente a Nocera Umbra, Colletorto, l’Aquila…..eventi apparentemente simili, ma con emozioni e coinvolgimento sempre diversi.

In questi giorni l’impegno di questa contingente, come degli altri che si sono susseguiti qui sin dal 20 maggio, è senza sosta, con il sorriso sulle labbra. Ma anche con la tensione di chi deve rispondere alle numerose esigenze della popolazione e con la consapevolezza che quando sei qui sei per dare tanto, senza riserve, ma sai bene che riceverai molto di più. E sarà ciò che farà parte del tuo bagaglio di vita sia come volontario che come cittadino di questa Repubblica.

Da ieri la folta comunità araba presente al campo gusta la carne halal nel rispetto delle proprie tradizioni religiose. La nursery è a pieno regime con i nostri volontari animatori e gli educatori del Comune. Le comunità presenti al campo si alternano nella pulizia dei bagni, mentre altri si danno da fare nella gestione della tenda mensa insieme ai nostri volontari.

All’improvviso al cancello appare un signore anziano in abito bianco, la barba lunga, un turbante arancione ed una spada lunga con la propria gente che lo segue: è la massima autorità religiosa indiana Sikh al mondo, che è venuto a portare il proprio saluto e vicinanza alla comunità presente al campo.

AvLu5NOCIAE37NULe difficoltà non mancano, la convivenza non è scontata in un luogo in cui convivono cittadini di 10 Paesi da 3 continenti diversi: Asia, Africa ed Europa. L’impegno dei volontari non si limita a cucinare, censire la popolazione, effettuare interventi logistici, gestire il magazzino e la segreteria volontari e la carraia nonché l’infermeria ed i rifornimenti all’esterno. Qui l’impegno è ascoltare, mediare, rassicurare… e condividere.

Fabio Fraiese D’Amato, pubblica assistenza Papa Charlie – Pagani

Capo Campo

 

 

 

 

 

 

 

Anpas intervention for the earthquake in Emilia Romagna


Come aiutare le pubbliche assistenze Anpas colpite dal sisma


I racconti dei volontari
Il 20 maggio di Valentina

Noi, sciacalli di emozioni, di Rosanna Morelli

Campo Costa Timbuktu, di Alessandro Nassisi

Campo Costa: un laboratorio multiculturale, di Rosanna Morelli

Aldo: le esperienze di un volontario

Il gradino di Nicole


La struttura protetta del campo di Mirandola (foto)


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La cucina del Campo Costa (video)

  
                       


Di terremoti, false leggende e info utili (approfondimento)

  
     


Anpas a lavoro a poche ore dal sisma

 

COSA FARE IN CASO DI TERREMOTO

Durante il terremoto
• Se sei in luogo chiuso cerca riparo nel vano di una porta inserita in un muro portante (quelli più spessi) o sotto una trave.  Ti può proteggere da eventuali crolli
• Riparati sotto un tavolo.  E’ pericoloso stare vicino ai mobili, oggetti pesanti e vetri che potrebbero caderti addosso
• Non precipitarti verso le scale e non usare l’ascensore.  Talvolta le scale sono la parte più debole dell’edificio e l’ascensore può bloccarsi e impedirti di uscire
• Se sei in auto, non sostare in prossimità di ponti, di terreni franosi o di spiagge.  Potrebbero lesionarsi o crollare o essere investiti da onde di tsunami
• Se sei all’aperto, allontanati da costruzioni e linee elettriche.  Potrebbero crollare

• Stai lontano da impianti industriali e linee elettriche.  E’ possibile che si verifichino incidenti
• Stai lontano dai bordi dei laghi e dalle spiagge marine.  Si possono verificare onde di tsunami
• Evita di andare in giro a curiosare e raggiungi le aree di attesa individuate dal piano di emergenza comunale.  Bisogna evitare di avvicinarsi ai pericoli
• Evita di usare il telefono e l’automobile.  E’ necessario lasciare le linee telefoniche e le strade libere per non intralciare i soccorsi Dopo il terremoto

• Assicurati dello stato di salute delle persone attorno a te. Così aiuti chi si trova in difficoltà ed agevoli l’opera di soccorso
• Non cercare di muovere persone ferite gravemente.  Potresti aggravare le loro condizioni
• Esci con prudenza indossando le scarpe.  In strada potresti ferirti con vetri rotti e calcinacci
• Raggiungi uno spazio aperto, lontano da edifici e da strutture pericolanti.  Potrebbero caderti addosso

iononrischiohome

Prima del terremoto
• Informati sulla classificazione sismica del comune in cui risiedi.  Devi sapere quali norme adottare per le costruzioni, a chi fare riferimento e quali misure sono previste in caso di emergenza
• Informati su dove si trovano e su come si chiudono i rubinetti di gas, acqua e gli interruttori della luce.  Tali impianti potrebbero subire danni durante il terremoto

• Evita di tenere gli oggetti pesanti su mensole e scaffali particolarmente alti. Fissa al muro gli arredi più pesanti perché potrebbero caderti addosso

• Tieni in casa una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile, un estintore ed assicurati che ogni componente della famiglia sappia dove sono riposti

• A scuola o sul luogo di lavoro informati se è stato predisposto un piano di emergenza.  Perché seguendo le istruzioni puoi collaborare alla gestione dell’emergenza


Terremoto: io non rischio

Clicca per ulteriori descrizioni dell’iniziatva promossa da Protezione Civile e Anpas, in collaborazione con INGV e ReLUIS (Consorzio della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica).

Scarica il materiale di “Terremoto-Io non rischio”, prodotto nell’ambito del progetto Edurisk con la collaborazione di Giunti Progetti Educativi:


La pagina in inglese

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Terremoto in Emilia: conoscere per non tremare

…di terremoti, false leggende e informazioni utili

Cos’è la resilienza? Un esempio

  
     


Prevedere le conseguenze del terremoto

E’ possibile prevedere le conseguenze del terremoto? E’ vero che due case costruite nello stesso modo possono avere danni diversi? Gli studi e gli strumenti per conoscere i comportamenti del terreno con il Prof. Marco Mucciarelli

  
         


Gli effetti del terremoto sulla scuola di Mirandola

  
         


Gli effetti del terremoto sull’ospedale di Mirandola


               


La chiesa di Buonacompra


     


La sabbia di Sant’Agostino e San Carlo, spiegata dal Prof. Mucciarelli.

Quali sono gli effetti di una frattura nel terreno? Il fenomeno della liquefazione  e le fratture nel terreno a Sant’Agostino e San Carlo.


     


Catastrofe o terremoto?

27 maggio 2012. Che differenza c’è tra un terremoto e una catastrofe? E’ vero che il terreno si è alzato? Esiste un vulcano sotterraneo nella Pianura Padana? I terremoti si possono prevedere? Cosa sta facendo l’INGV in questa fase? Romano Camassi (INGV) e Marco Mucciarelli (Università della Basilicata), due dei docenti della campagna “Terremoto: io non rischio”, spiegano cosa sta accadendo in Emilia.

 


   

 

Per approfondimenti:

http://www.ingv.it/

http://tersiscio.blogspot.it/

Conoscere per non tremare: anche su NuovoeUtile

“l’iniziativa merita attenzione perché è tempestiva. Perché ogni video dice quel che deve dire: niente di meno né di più. Perché il linguaggio è semplice e onesto e il tono è pacato e pragmatico. E, non così paradossalmente, perché in quanto viene mostrato non c’è nessun abbellimento o compiacimento estetico (aaaah… l’estetica della tragedia: anche no, almeno stavolta)” – Annamaria Testa


Anpas intervention for the earthquake in Emilia Romagna


I racconti dei volontari

 

Le storie di Aldo, dal campo di Mirandola

Il 20 maggio di Valentina

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Le emozioni di Michela

L’isola che non c’è

Il gradino di Nicole

La storia di Fabio e Elena

Maria e Andrea dal campo di Novi

La settimana-imbuto di Enzo

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COSA FARE IN CASO DI TERREMOTO

Durante il terremoto
• Se sei in luogo chiuso cerca riparo nel vano di una porta inserita in un muro portante (quelli più spessi) o sotto una trave.  Ti può proteggere da eventuali crolli
• Riparati sotto un tavolo.  E’ pericoloso stare vicino ai mobili, oggetti pesanti e vetri che potrebbero caderti addosso
• Non precipitarti verso le scale e non usare l’ascensore.  Talvolta le scale sono la parte più debole dell’edificio e l’ascensore può bloccarsi e impedirti di uscire
• Se sei in auto, non sostare in prossimità di ponti, di terreni franosi o di spiagge.  Potrebbero lesionarsi o crollare o essere investiti da onde di tsunami
• Se sei all’aperto, allontanati da costruzioni e linee elettriche.  Potrebbero crollare

• Stai lontano da impianti industriali e linee elettriche.  E’ possibile che si verifichino incidenti
• Stai lontano dai bordi dei laghi e dalle spiagge marine.  Si possono verificare onde di tsunami
• Evita di andare in giro a curiosare e raggiungi le aree di attesa individuate dal piano di emergenza comunale.  Bisogna evitare di avvicinarsi ai pericoli
• Evita di usare il telefono e l’automobile.  E’ necessario lasciare le linee telefoniche e le strade libere per non intralciare i soccorsi Dopo il terremoto

• Assicurati dello stato di salute delle persone attorno a te. Così aiuti chi si trova in difficoltà ed agevoli l’opera di soccorso
• Non cercare di muovere persone ferite gravemente.  Potresti aggravare le loro condizioni
• Esci con prudenza indossando le scarpe.  In strada potresti ferirti con vetri rotti e calcinacci
• Raggiungi uno spazio aperto, lontano da edifici e da strutture pericolanti.  Potrebbero caderti addosso

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Prima del terremoto
• Informati sulla classificazione sismica del comune in cui risiedi.  Devi sapere quali norme adottare per le costruzioni, a chi fare riferimento e quali misure sono previste in caso di emergenza
• Informati su dove si trovano e su come si chiudono i rubinetti di gas, acqua e gli interruttori della luce.  Tali impianti potrebbero subire danni durante il terremoto

• Evita di tenere gli oggetti pesanti su mensole e scaffali particolarmente alti. Fissa al muro gli arredi più pesanti perché potrebbero caderti addosso

• Tieni in casa una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile, un estintore ed assicurati che ogni componente della famiglia sappia dove sono riposti

• A scuola o sul luogo di lavoro informati se è stato predisposto un piano di emergenza.  Perché seguendo le istruzioni puoi collaborare alla gestione dell’emergenza


Terremoto: io non rischio

Clicca per ulteriori descrizioni dell’iniziatva promossa da Protezione Civile e Anpas, in collaborazione con INGV e ReLUIS (Consorzio della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica).

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Campo Costa: un laboratorio multiculturale

 

 

 

 

Anpas intervention for the earthquake in Emilia Romagna


Di terremoti, false leggende e info utili (video)

I racconti dei volontari

 

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L’intervento Anpas a CaterpillarAm                 

COSA FARE IN CASO DI TERREMOTO

Durante il terremoto
• Se sei in luogo chiuso cerca riparo nel vano di una porta inserita in un muro portante (quelli più spessi) o sotto una trave.  Ti può proteggere da eventuali crolli
• Riparati sotto un tavolo.  E’ pericoloso stare vicino ai mobili, oggetti pesanti e vetri che potrebbero caderti addosso
• Non precipitarti verso le scale e non usare l’ascensore.  Talvolta le scale sono la parte più debole dell’edificio e l’ascensore può bloccarsi e impedirti di uscire
• Se sei in auto, non sostare in prossimità di ponti, di terreni franosi o di spiagge.  Potrebbero lesionarsi o crollare o essere investiti da onde di tsunami
• Se sei all’aperto, allontanati da costruzioni e linee elettriche.  Potrebbero crollare

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• Evita di usare il telefono e l’automobile.  E’ necessario lasciare le linee telefoniche e le strade libere per non intralciare i soccorsi Dopo il terremoto

• Assicurati dello stato di salute delle persone attorno a te. Così aiuti chi si trova in difficoltà ed agevoli l’opera di soccorso
• Non cercare di muovere persone ferite gravemente.  Potresti aggravare le loro condizioni
• Esci con prudenza indossando le scarpe.  In strada potresti ferirti con vetri rotti e calcinacci
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Prima del terremoto
• Informati sulla classificazione sismica del comune in cui risiedi.  Devi sapere quali norme adottare per le costruzioni, a chi fare riferimento e quali misure sono previste in caso di emergenza
• Informati su dove si trovano e su come si chiudono i rubinetti di gas, acqua e gli interruttori della luce.  Tali impianti potrebbero subire danni durante il terremoto

• Evita di tenere gli oggetti pesanti su mensole e scaffali particolarmente alti. Fissa al muro gli arredi più pesanti perché potrebbero caderti addosso

• Tieni in casa una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile, un estintore ed assicurati che ogni componente della famiglia sappia dove sono riposti

• A scuola o sul luogo di lavoro informati se è stato predisposto un piano di emergenza.  Perché seguendo le istruzioni puoi collaborare alla gestione dell’emergenza


Terremoto: io non rischio

Clicca per ulteriori descrizioni dell’iniziatva promossa da Protezione Civile e Anpas, in collaborazione con INGV e ReLUIS (Consorzio della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica).

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Sciacalli di sensazioni

Sciacalli di sensazioni

“C’è un fuori che ha dimenticato. E’ passato vicino all’incidente, ha acceso i fari e ha creato l’ingorgo. E quando il dentro ha smesso di essere interessante, si è girato e ha tirato avanti, senza guardare cosa lasciava dietro.”(da “Questa è L’Aquila”, Andrea Cardoni)

C’era un dentro e c’è un fuori, non riesco a smettere di pensarci da quando sono arrivata al campo. Vivere l’emergenza al campo Costa, dopo L’Aquila e soprattutto dopo “Questa è L’Aquila” non è stato facile. Non è facile pensare che ogni cosa che fai o dici, ogni legame che crei potrebbe avere un riscontro negativo, possa far male … affezionarsi a qualcuno, diventarne il punto di riferimento..e poi dover andare via. Il campo è il nostro dentro, un perimetro inglobante senza spazio e senza tempo. Campo di accoglienza, chi accoglie chi?

 Non noi, noi volontari siamo accolti, accolti da una popolazione che ha perso i rifermenti e che continua a sentirsi ballare tutt’intorno. Ti lasciano entrare nelle loro tende come nelle loro vite..e tu fai altrettanto. Si mangia insieme, si litiga, si piange e si chiede scusa, una dinamica familiare tra 300 persone che fino a ieri non sapevano neanche di esistere. E che da domani cercheranno vari modi per starsi vicino. Non voglio parlare de L’Aquila: questo teatrino mediatico di paragoni non mi piace per niente, come se ci fosse un premio per chi ha avuto il terremoto migliore..è assurdo. Ma quand’ero a L’Aquila ero una “bambina” con fame di aiutare e smanie da divisa, mi sentivo forte, macinavo cose senza chiedermi il perché.

Questa volta è stato diverso, avevo una divisa ma non me la sono sentita, o meglio, la divisa non ha fatto di me una persona diversa, mi sono sentita “scossa” come la gente del posto. Poi torni a casa e ti guardi indietro sempre con la stessa sensazione, quella di non aver fatto abbastanza, di poter dare di più o di aver potuto gestire alcune cose in modo diverso. E con la voglia di ritornare.. perché le persone riescono a rendere migliore anche il terremoto, che se ci pensi è assurdo..ma il campo è un concentrato di storie, di vite, di persone..è un laboratorio d’emozioni, e noi esseri umani siamo “sciacalli” di sensazioni.

Il campo fa vita, ti fa bollire il sangue e a volte anche friggere il cervello, perché non si pensi all’isola felice dove tutto è perfetto. Non so spiegarlo, e inoltre nello scrivere ho la brutta sensazione che tutto ciò che è dentro possa uscire. Per una settimana ho abitato in via della felicità, buffo no?! Spaventati a dover tranquillizzare persone che parlano lingue diverse, far fronte a due scosse di magnitudo superiore a 5, qualcuno torna da lavoro stremato mi racconta di come ne è venuto fuori e di come ha visto il suo amico non farcela di fianco a lui … convincere persone che il campo è un posto sicuro mentre la tenda ti balla tutt’intorno.

 

Il saluto del II contingente al Campo di Mirandola

 

Giovanni, 9 anni, dice di non entrare nel palazzo perché fuori è più sicuro. Alessandro vuole fare matematica e Salvatore prende in giro Malen perché inventa sempre scuse per non fare i compiti. Chiamare i bambini Giorgio e Giorgia il primo giorno, li fa tanto ridere che continuo a farlo anche quando ho ben impresso nomi, facce e tenda. L’odore e il dolore che vengono fuori dalle forme di parmigiano de La Cappelletta(vedi le foto), il profumo di una vita, di sacrifici, di passione, la voglia e la forza per ricominciare, un sapore amaro di vita, il dolore nel cuore e la forza negli occhi, la forza di non fermarsi e continuare. Du ha mangiato la sua prima crema di riso e Mariella è felice, qualcuno invece neanche quella, è nata a Carpi ed è con noi da quando aveva due giorni, Emily è curiosa tocca tutto quello che le è a tiro, ti prende la penna dal taschino la guarda e poi te la ridà ma solo perché tu la metta a posto e il giochino ricominci, il cuginetto, invece, continua a sfilarsi dal passeggino senza farsi vedere, è un ribelle lui.. Qualcuno ti parla del regolamento e Nonno raccontandoti delle Aquile ti fa capire cosa vuol dire essere madre e prendersi cura di qualcuno …

Di Rosanna Morelli (pubblica assistenza Grottaminarda)

 

 

 

Anpas intervention for the earthquake in Emilia Romagna


I racconti dei volontari

  

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Durante il terremoto
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• Riparati sotto un tavolo.  E’ pericoloso stare vicino ai mobili, oggetti pesanti e vetri che potrebbero caderti addosso
• Non precipitarti verso le scale e non usare l’ascensore.  Talvolta le scale sono la parte più debole dell’edificio e l’ascensore può bloccarsi e impedirti di uscire
• Se sei in auto, non sostare in prossimità di ponti, di terreni franosi o di spiagge.  Potrebbero lesionarsi o crollare o essere investiti da onde di tsunami
• Se sei all’aperto, allontanati da costruzioni e linee elettriche.  Potrebbero crollare

• Stai lontano da impianti industriali e linee elettriche.  E’ possibile che si verifichino incidenti
• Stai lontano dai bordi dei laghi e dalle spiagge marine.  Si possono verificare onde di tsunami
• Evita di andare in giro a curiosare e raggiungi le aree di attesa individuate dal piano di emergenza comunale.  Bisogna evitare di avvicinarsi ai pericoli
• Evita di usare il telefono e l’automobile.  E’ necessario lasciare le linee telefoniche e le strade libere per non intralciare i soccorsi Dopo il terremoto

• Assicurati dello stato di salute delle persone attorno a te. Così aiuti chi si trova in difficoltà ed agevoli l’opera di soccorso
• Non cercare di muovere persone ferite gravemente.  Potresti aggravare le loro condizioni
• Esci con prudenza indossando le scarpe.  In strada potresti ferirti con vetri rotti e calcinacci
• Raggiungi uno spazio aperto, lontano da edifici e da strutture pericolanti.  Potrebbero caderti addosso

iononrischiohome

Prima del terremoto
• Informati sulla classificazione sismica del comune in cui risiedi.  Devi sapere quali norme adottare per le costruzioni, a chi fare riferimento e quali misure sono previste in caso di emergenza
• Informati su dove si trovano e su come si chiudono i rubinetti di gas, acqua e gli interruttori della luce.  Tali impianti potrebbero subire danni durante il terremoto

• Evita di tenere gli oggetti pesanti su mensole e scaffali particolarmente alti. Fissa al muro gli arredi più pesanti perché potrebbero caderti addosso

• Tieni in casa una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile, un estintore ed assicurati che ogni componente della famiglia sappia dove sono riposti

• A scuola o sul luogo di lavoro informati se è stato predisposto un piano di emergenza.  Perché seguendo le istruzioni puoi collaborare alla gestione dell’emergenza


Terremoto: io non rischio

Clicca per ulteriori descrizioni dell’iniziatva promossa da Protezione Civile e Anpas, in collaborazione con INGV e ReLUIS (Consorzio della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica).

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Tutto molto relativo, l’intervento della Croce Rosa Celeste

Hai poco più di 20 anni, vivi a Milano e un bel giorno decidi di fare servizio in Ambulanza. Entri in un’associazione, ti ci trovi bene e, tra turni e corsi, ci passi una bella fetta del tuo tempo libero. Un bel giorno decidi di entrare nel reparto di Protezione Civile. Il perché lo ignori tutt’ora: forse avevi ancora troppo tempo libero  o, forse, eri semplicemente attratto dalla polo blu. Fatto sta che ti tirano dentro, la gente è simpatica e l’ambiente è piacevole, ti fanno montare 3 tende in un campetto da calcio, fai da baby-sitter ad un paio di classi delle elementari… fin qui nessun problema. Poi ti fan seguire un corso sulla gestione delle emergenze, la cosa comincia a preoccuparti un po’ ma il corso è pieno di belle ragazze quindi fai finta di nulla e ti illudi di poter gestire la cosa.Una notte capisci che qualcosa però è cambiato… il letto inizia a tremare. Dopo qualche secondo realizzi che non sei tu ad aver mangiato pesante ma è proprio la stanza che si muove. Per fortuna dopo un attimo finisce tutto, ma mentre ti rimetti giù per continuare a dormire ti balena in mente una cosa: il cellulare; è spento e in un’altra stanza. Corri ad accenderlo pensando a chi te lo ha fatto fare.  Ma ormai è tardi.

La mattina trovi un messaggio (chiaramente, nonostante avessi il telefono sotto il cuscino, non lo hai sentito): allerta, per adesso nessuna emergenza ma forse è richiesto nostro intervento tra un paio di settimane. Non ci pensi più di tanto, tanto sei l’ultimo arrivato, figurati se mandano giù te! Dormi pure sonni tranquilli. Passa una settimana, un’altra scossa, di mattina. Tu stai dormendo della grossa nonostante l’ora tarda e non ti accorgi di nulla. Questa volta il cellulare è acceso…. squilla. Rispondi ancora addormentato; dall’altra parte il capo-reparto ti chiede: “Allora sei disponibile per partire?”. Tu, che stai ancora cercando di capire chi diavolo è che ti ha svegliato, riesci solo a rispondere : “Ma veramente quest’anno le ferie le faccio ad Agosto”. Poi pian piano riacquisti lucidità e percepisci il messaggio: nuova scossa, nuove macerie, altri sfollati. Prepara lo zaino che ci si trova tra un paio d’ore in sede e vediamo chi mandar giù. Tu obbedisci …. prepari lo zaino anche se non sai assolutamente cosa metterci dentro. Alla fine prepari  l’indispensabile e ci aggiungi  25 paia di calze, perché sei convinto che con ai piedi calzini  puliti tu possa risolvere qualsiasi problema.

Inizi a fartela  un po’ addosso ma ancora ti culli nella tua illusione: sei l’ultimo arrivato, devi ancora certificarti, figurati se mandano giù te.Arrivi in sede, i responsabili sono in riunione per decidere…. figurati se mandano giù te. Il capo-campo, l’infermiera e l’educatrice per primi, poi servono due paia di braccia robuste. Per qualche strana ragione si convincono che la tua conformazione fisica (non sei propriamente un fantino) sia quella adatta a montar su un campo da zero e a scaricare bancali. Tu e il tuo collega nuovo inserimento (un altro che non potrebbe decisamente fare il ballerino classico) venite buttati nella mischia. Non capisci neanche come, ma due ore dopo sei su una Lan Rover lanciata in autostrada , il lampeggiante è  acceso e la destinazione non l’hai ancora capita. Ed ecco che inizi a fartela sotto sul serio.

Campo Costa, Mirandola

La mezzanotte è passata da un po’, arrivi fuori da un campo sportivo. Dove ti trovi  esattamente non l’hai mica capito, ma a questo punto importa poco. C’è un cancello d’entrata; parcheggiati all’esterno, un sacco di mezzi diversi, provenienti dai posti più disparati. C’è però una costante che ti rassicura un minimo:  hanno tutti ben visibile la scritta  PROTEZIONE CIVILE  sulla fiancata e degli stemmi dell’ Anpas. Riprendi a respirare.
In realtà di tutto ciò ti accorgi solo dopo: al momento il solo tuo pensiero è che devi farla disperatamente da 3 ore ma non sai dove. Sei in un prato ma c’è un poliziotto a qualche metro da  te e vorresti evitare di cominciare il campo con un arresto. Poi l’omino in blu fa 2 passi verso fuori, si tira giù la patta e da il suo tacito assenso a quello a cui stavi pensando. Se l’ha fatta lui… lo imiti prontamente.                                  

Finalmente con  la vescica vuota sei pronto per varcare il confine di quello che, fino al cambio di sabato, sarà il tuo mondo.Varchi il cancello, c’è una gran confusione, ovunque ti giri vedi persone in arancione; non riesci a fare neanche  2 passi che un tizio vestito di blu con un caschetto rosso ti rivolge la parola. Sei ancora un po’ confuso, per cui non afferri subito cosa ti dice, però se c’è qualcosa che ti ricordi dal corso, oltre alle facce delle ragazze, è che quelli con il caschetto rosso di solito è meglio ascoltarli! Ti concentri e gli chiedi di ripetere.“Ragazzi appena arrivati? Date un mano alla catena dell’acqua!”Ci sono una trentina di ragazzi che stanno scaricando un camion di acqua. Fanno un passamano e ammassano i pacchi in un angolo riparato. Tu ed i tuoi colleghi vi buttate nella catena. Tra una pacco e l’altro osservi i  2 ragazzi di fronte a te…le divise sono di 2 colori leggermente diversi, ma al buio sembrano assolutamente uguali. C’è però una cosa che non ti torna: eri convinto che il campo fosse gestito solo da associazioni italiane eppure questi 2 parlano lingue straniere: ti si rivolgono e tu non capisci nulla. Alla fine provi il tutto per tutto: vai con l’inglese! Questi si guardano sgomenti, uno si gira verso il tuo collega e con un forte accento gli chiede: “ma che l’amico tua mi sta’ppijia per li fondelli?”.  

Il suo vicino lo tranquillizza: ”Ma vai vecio, non sé da prendersela massa…sè un mona che non capise mia”.                                                                                                 In quel momento realizzi: alla tua destra c’è l’Abruzzo mentre sulla sinistra il Veneto, Rovigo nello specifico. Probabilmente non sareste  in grado di disquisire di massimi sistemi, ma a scaricare il camion ve la state cavando bene. Non vi siete mai visti, ma i pacchi da 6 passano veloci di mano in mano come se vi foste allenati insieme tutto l’inverno ed in meno di mezz’ora il camion è vuoto.
Non fai in tempo neppure ad asciugarti il sudore, il ragazzo con il  caschetto rosso ti si avvicina:  “Lombardia? Ci servite alle tende: il Piemonte le gonfia, la Toscana mette i pali interni e voi e la Liguria le picchettate”.    Ti dirigi verso il fondo del campo da calcio. Sulla sinistra una strano mix di accenti e divise diverse sta montando le tenso-strutture per la mensa, e anche li sembrano capirsi  al volo. Subito dietro i ragazzi della bergamasca stanno sistemando il container cucina e davanti alla porta della squadra di casa la prima fila di 10 tende è già quasi in piedi. Alcuni ragazzi prendono le misure per la seconda fila. In meno di 5 ore ne saranno montate 41; 12 ore dopo l’arrivo dei volontari saranno state tutte messe in tensione e collegate con luce ed elettricità. Sono pneumatiche certo, ma anche le pneumatiche vanno picchettate!Quando, alle 4.30 di mercoledì mattina, ti ritiri in tenda per dormire almeno un po’ prima di riprendere a lavorare, sono  stati piantati e agganciati ai tiranti delle tende  circa 700-800 picchetti. Almeno un quarto di questi li hai piantati personalmente. Il tuo braccio destro chiede pietà. Alle 7 ti alzi. Alla fine avrai dormito un’ora; l’infermiera affianco a te russava in maniera preoccupante. Non importa, l’adrenalina è ancora tanta e sei anche fortunato: gli eroi della bergamasca son riusciti a montare il carrello-cucina; riesci a berti  un caffè prima di tornare al lavoro.

Passi altre 2 ore tra i picchetti ed i tiranti, il tuo braccio ti odia come non mai,  ma ora può venire anche un uragano e quelle tende staranno su. Fai un corso accelerato di distribuzione elettrica e dialetto ligure, tiri decine di metri di cavi e cambi una presa via l’altra; stai quasi per prenderci gusto quando ti accorgi che le tue colleghe sono sparite. Ti dicono che sono nella palestra affianco al campo. Vai a cercarle così tiri il fiato 10 minuti. Entri nella palestra: la casa di cura per anziani del paese non è agibile, li hanno sistemati tutti li, e loro sono andate a dare una mano.  Sono 18 mesi che fai servizi in ambulanza e stai nei PS,ormai sei abituato alla gente che sta male… almeno così credevi. A quella vista ti rendi conto che tutto è molto relativo. Senti all’improvviso l’irrefrenabile necessità di un tranquillo lavoro di fatica, ti rimangi tutto il male che hai detto sui picchetti nelle ultime ore. Incroci lo sguardo di una tua collega; ti sorride,ti ha già capito. Con la spasmodica voglia di usare un martello, nonostante il tuo braccio che tenta di ucciderti, giri i tacchi e torni di corsa al campo.

Sera arriva in un attimo, e la doccia che ti fai a mezzanotte la ricorderai a lungo. Lo spogliatoio da calcio del campo sembra una SPA e anche la turca non ti sembra più così male. Sai già che presto o tardi dovrai cederle. Stai quasi per andare a dormire, ma alle 2 arrivano i camion con le brande da scaricare. Stai direttamente alzato. Alle 3 stai già sognando il letto, ma il mulettista viene da un altro campo e qualcuno deve accompagnarlo. Prendi il Defender, ti perdi per la campagna emiliana, vedi una tenda in ogni giardino per le villette e  quelli dei palazzi tutti ai giardinetti,  passi su un ponte che al mattino dopo crollerà miseramente per l’ennesima scossa, ritorni al campo e alle 4 finalmente ti sdrai. La paura è quasi scomparsa e non c’è russare che ti impedisca di dormire.I 2 giorni successivi sono un po’ confusi; di sicuro vai a fare la spesa, più volte, con il pick-up prima e poi, quando ti rendi conto che tutto è molto relativo, compresa la capacità di carico , con il camion.

Ormai conosci le coop della provincia di Modena come casa tua, i direttori ti riconoscono. Uno che sembra la controfigura del modenese tipo ti regala 100 kg di pane, ti fa i complimenti  e  ti lascia anche usare il suo bagno (la turca ti aspetterà ancora per un po’).                                                    

 All’Ipercoop di Modena ritiri bancali di cibo per 12.000 euro ma non riesci a farti regalare le cartucce per il fax da un direttore coi baffi che, anzi, ti guarda male per averglielo chiesto. Più roba hanno meno sono gentili. Gli rubi la Bic e ti senti subito un po’ meglio.Alla tenda infermieristica del campo ci sono 2 infermieri e 4 soccorritori. Assistono una media di 70 persone al giorno. Si spazia dalle punture di zanzara agli arresti cardiaci.  

Sono a corto di medicinali così ti spediscono a ritirarli alla farmacia dell’ospedale di Carpi. L’ospedale.

L’ospedale  di Carpi è un posto strano. Gli emiliani son gente strana. L’edificio non è più agibile? Loro si sistemano in giardino. Entrando dal cancello si aprono 2 file di tende: la prima a destra è il PS, con tanto di Triage, la prima a sinistra Ortopedia e cosi via per 12 tende. Dottori ed infermieri sono seduti agli ingressi, su sedie da giardino… a loro lavorare dentro o fuori cambia poco, l’importante è lavorare, è non fermarsi.

Nei minuti subito dopo la prima scossa su quel prato sono nati 2 bambini, e le tende non c’erano ancora. La sera arriva sempre più in fretta: il carrello-cucina è scomparso insieme ad un albero e ad un pezzo di muro, per lasciare posto ad un container-cucina ed i cuochi non si fermano un secondo, i moduli bagni sono spuntati come funghi (si mormora ci sia anche l’acqua calda) e le segreterie hanno lavorato ininterrottamente per sistemare tutti gli sfollati possibili nelle tende.La doccia è bella quasi come quella del giorno prima, vorresti solo andare a letto il più in fretta possibile. Il capo-campo però ti frega: blocca te ed il tuo collega proprio mentre state chiudendo il sacco a pelo.    

“Ragazzi stanotte la vigilanza in carraia tocca a voi”. Non hai mai odiato qualcuno cosi tanto in vita tua, vorresti ucciderlo e metterti a dormire, ma ti controlli e annuisci. Prima o poi tocca.

Siete  fortunati: 2 ragazzi piemontesi si offrono di darvi il cambio alle 5.                 Siete sfortunati: quei 2 ragazzi piemontesi con la sveglia hanno proprio un brutto rapporto. Alle 5 non si presenta nessuno. Alle 6 vi siete  rassegnati a rimanere li fino al cambio. Arriverà alle 8.

Siete fortunati: imparate di più in quelle 3 ore che in un mese a scuola. Imparate verso dove è La Mecca, che alcuni gatti possono stare al guinzaglio mentre altri no, che le turche non sono poi così male e che una doccia ed una maglia pulita possono ringiovanire di 10 anni.  

Alle 8.15 siete decisamente alla frutta. Ti infili in tenda e tenti finalmente di dormire, se non fosse che la tenda continua a tremare leggermente. Ci metti qualche minuto a capire che quello che sta tremando in realtà  sei tu.
Ti distrai un secondo ed è già sabato, arriva il cambio. associazione per associazione, mezzo per mezzo, volontario per volontario,  il Primo Contingente lascia il campo al Secondo. Non hai idea di come si chiami chi stai salutando ma l’abbraccio prima, ed il sorriso poi, sono spontanei. Naturalmente il tuo cambio arriva per ultimo, quando tutti gli altri son in viaggio da un pezzo. Un giro di trombe per salutare, come da tradizione (almeno così ti han detto), e via verso nord, verso la normalità.Verso nord fai si e no 10 km perché il capo-campo si è scordato la giacca, torni giù, minacci di lasciare a piedi qualcuno se non ricompare all’istante  e finalmente parti sul serio. Considerato il modo in cui dormono i tuoi compagni di viaggio mentre tu guidi, intuisci che non deve essere stata pesante solo per te.Torni alla normalità: sei distrutto, certo, ma soddisfatto, cosa che però ti fa sentire un po’ in colpa.

Perché tu sarai anche  soddisfatto,  ma “loro” nella merda ci sono ancora. Certo gli hai dato una mano, ma ora sei tornato a casa, mentre “loro” sono ancora giù, ancora in tenda, e ci rimarranno un bel pezzo. Quattro  giorni ti sono sembrati lunghi?  Tutto è molto, molto relativo.
Uno della Rosa

 

Campo Costa, Mirandola

 


Anpas intervention for the earthquake in Emilia Romagna


Di terremoti, false leggende e info utili (video)

Il 20 maggio di Valentina

   


 

 

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Ciao Fiorenzo

10 settembre – Fiorenzo diceva che “una mano ciascuno, possiamo aiutare tutti”. Ci mancherà la sua mano, ma sarà sempre con noi. La sua ultima esperienza è stato il campo Costa a Mirandola, dove ha lasciato ricordi e ora tanta commozione. Un abbraccio ai suoi cari e ai volontari della pubblica assistenza di Lioni da parte di tutta l’Anpas

  
 

 

Campo Costa, Mirandola

 

Sullo striscione del IV°contingente

Campo Costa, Mirandola  

 

 

 

 

Anpas intervention for the earthquake in Emilia Romagna


Di terremoti, false leggende e info utili (video)

Il 20 maggio di Valentina

   


L’intervento Anpas a CaterpillarAm                 

COSA FARE IN CASO DI TERREMOTO

Durante il terremoto
• Se sei in luogo chiuso cerca riparo nel vano di una porta inserita in un muro portante (quelli più spessi) o sotto una trave.  Ti può proteggere da eventuali crolli
• Riparati sotto un tavolo.  E’ pericoloso stare vicino ai mobili, oggetti pesanti e vetri che potrebbero caderti addosso
• Non precipitarti verso le scale e non usare l’ascensore.  Talvolta le scale sono la parte più debole dell’edificio e l’ascensore può bloccarsi e impedirti di uscire
• Se sei in auto, non sostare in prossimità di ponti, di terreni franosi o di spiagge.  Potrebbero lesionarsi o crollare o essere investiti da onde di tsunami
• Se sei all’aperto, allontanati da costruzioni e linee elettriche.  Potrebbero crollare

• Stai lontano da impianti industriali e linee elettriche.  E’ possibile che si verifichino incidenti
• Stai lontano dai bordi dei laghi e dalle spiagge marine.  Si possono verificare onde di tsunami
• Evita di andare in giro a curiosare e raggiungi le aree di attesa individuate dal piano di emergenza comunale.  Bisogna evitare di avvicinarsi ai pericoli
• Evita di usare il telefono e l’automobile.  E’ necessario lasciare le linee telefoniche e le strade libere per non intralciare i soccorsi Dopo il terremoto

• Assicurati dello stato di salute delle persone attorno a te. Così aiuti chi si trova in difficoltà ed agevoli l’opera di soccorso
• Non cercare di muovere persone ferite gravemente.  Potresti aggravare le loro condizioni
• Esci con prudenza indossando le scarpe.  In strada potresti ferirti con vetri rotti e calcinacci
• Raggiungi uno spazio aperto, lontano da edifici e da strutture pericolanti.  Potrebbero caderti addosso

iononrischiohome

Prima del terremoto
• Informati sulla classificazione sismica del comune in cui risiedi.  Devi sapere quali norme adottare per le costruzioni, a chi fare riferimento e quali misure sono previste in caso di emergenza
• Informati su dove si trovano e su come si chiudono i rubinetti di gas, acqua e gli interruttori della luce.  Tali impianti potrebbero subire danni durante il terremoto

• Evita di tenere gli oggetti pesanti su mensole e scaffali particolarmente alti. Fissa al muro gli arredi più pesanti perché potrebbero caderti addosso

• Tieni in casa una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile, un estintore ed assicurati che ogni componente della famiglia sappia dove sono riposti

• A scuola o sul luogo di lavoro informati se è stato predisposto un piano di emergenza.  Perché seguendo le istruzioni puoi collaborare alla gestione dell’emergenza


Terremoto: io non rischio

Clicca per ulteriori descrizioni dell’iniziatva promossa da Protezione Civile e Anpas, in collaborazione con INGV e ReLUIS (Consorzio della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica).

Scarica il materiale di “Terremoto-Io non rischio”, prodotto nell’ambito del progetto Edurisk con la collaborazione di Giunti Progetti Educativi:


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Campo Costa Timbuktu…Mirandola l’ombelico del mondo

Un campo due camere

3 giugno – “Questo è l’ombelico del mondo dove si incontrano facce strane di una bellezza un po’ disarmante facce meticce da razze nuove come il millennio che sta arrivando”.
Così iniziava una famosa canzone degli anni passati, e mai fu più azzeccata per descrivere  quello che sta accadendo a Mirandola. Sono a gestire un campo con circa 8 etnie diverse, otto comunità lontanissime tra loro e in  alcuni casi anche con i propri confini in guerra; si va dalla comunità indiana e sick a  quella pakistana passando da quella araba fino a quella cinese, il campo in questo momento sembra un gigantesco terminal in partenza per una nuova frontiera di convivenza pacifica.
Un hub dove le culture cercano di vivere insieme ma sempre gelose delle proprie tradizioni,  un’ammasso di ideologie che difficilmente scozzano anche se diametralmente opposte, piccoli  screzzi fungono da motore di ricerca della conoscenza del nuovo. E io che ci faccio qua?! mi sono messo in modalità “wikipedia” pronto a ricevere qualsiasi  informazione che mi fa conoscere cose nuove esperienze nuove, imparare la differenza  rispettarle e provare a pensarle, accettare le loro usanze e passare velocemente a pensare  in otto modi diversi, accresce quello che dovrebbe essere lo spirito di unione capire  quello che può essere la chiave per la sconfitta del razzismo strisciante. Penserete: “Utopia”….. no semplicemente realtà, la chiave sono i bambini, i bambini giocano  tra loro e si portano dietro i genitori che parlano poco italiano e chiedono aiuto ai figli  per farsi tradurre un semplice “come va?” e a loro volta rispondano e i figli traducono.
Donne indiane che parlano con donne moldave in lingua e i loro figli traducono la discussione.

Un container lavagna

 

I loro figli amici che giocano a pallone e non fanno squadre in stile nazionale, ma miste;
mentre i genitori diligentemente si prendono i turni per pulire i bagni, sistemare il  campo, e poi?! arriviamo a mangiare, un menù bilanciato per tutti (oggi ho mangiato il ragù  accanto ad Abdul, e lui mangiava verdura accanto a me), non sai chi ti servirà a tavola forse un Italiano?  un cinese? boh intanto il mio amico Abdul dice che noi scriviamo all’incontrario no cavolo siete voi che scrivete al contrario, insomma ognuno scrive come gli pare, l’importante che  la parola INTEGRAZIONE sia colorata di tutte le razze.
Alessandro Nassisi (nella foto)

 

Campo Costa Timbuktu...Mirandola l'ombelico del mondo

Leggi anche: il 20 maggio di Valentina 

 

 

 

Anpas intervention for the earthquake in Emilia Romagna


Di terremoti, false leggende e info utili (video)

Il 20 maggio di Valentina

   


L’intervento Anpas a CaterpillarAm                 

COSA FARE IN CASO DI TERREMOTO

Durante il terremoto
• Se sei in luogo chiuso cerca riparo nel vano di una porta inserita in un muro portante (quelli più spessi) o sotto una trave.  Ti può proteggere da eventuali crolli
• Riparati sotto un tavolo.  E’ pericoloso stare vicino ai mobili, oggetti pesanti e vetri che potrebbero caderti addosso
• Non precipitarti verso le scale e non usare l’ascensore.  Talvolta le scale sono la parte più debole dell’edificio e l’ascensore può bloccarsi e impedirti di uscire
• Se sei in auto, non sostare in prossimità di ponti, di terreni franosi o di spiagge.  Potrebbero lesionarsi o crollare o essere investiti da onde di tsunami
• Se sei all’aperto, allontanati da costruzioni e linee elettriche.  Potrebbero crollare

• Stai lontano da impianti industriali e linee elettriche.  E’ possibile che si verifichino incidenti
• Stai lontano dai bordi dei laghi e dalle spiagge marine.  Si possono verificare onde di tsunami
• Evita di andare in giro a curiosare e raggiungi le aree di attesa individuate dal piano di emergenza comunale.  Bisogna evitare di avvicinarsi ai pericoli
• Evita di usare il telefono e l’automobile.  E’ necessario lasciare le linee telefoniche e le strade libere per non intralciare i soccorsi Dopo il terremoto

• Assicurati dello stato di salute delle persone attorno a te. Così aiuti chi si trova in difficoltà ed agevoli l’opera di soccorso
• Non cercare di muovere persone ferite gravemente.  Potresti aggravare le loro condizioni
• Esci con prudenza indossando le scarpe.  In strada potresti ferirti con vetri rotti e calcinacci
• Raggiungi uno spazio aperto, lontano da edifici e da strutture pericolanti.  Potrebbero caderti addosso

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Prima del terremoto
• Informati sulla classificazione sismica del comune in cui risiedi.  Devi sapere quali norme adottare per le costruzioni, a chi fare riferimento e quali misure sono previste in caso di emergenza
• Informati su dove si trovano e su come si chiudono i rubinetti di gas, acqua e gli interruttori della luce.  Tali impianti potrebbero subire danni durante il terremoto

• Evita di tenere gli oggetti pesanti su mensole e scaffali particolarmente alti. Fissa al muro gli arredi più pesanti perché potrebbero caderti addosso

• Tieni in casa una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile, un estintore ed assicurati che ogni componente della famiglia sappia dove sono riposti

• A scuola o sul luogo di lavoro informati se è stato predisposto un piano di emergenza.  Perché seguendo le istruzioni puoi collaborare alla gestione dell’emergenza


Terremoto: io non rischio

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Terremoto – Io non rischio: la conferenza stampa

Sabato 13  e domenica 14 ottobre in 100 piazze italiane

Informare, promuovere una cultura della prevenzione del rischio sismico, sensibilizzare i cittadini per ridurre i danni del terremoto e formare un volontariato sempre più consapevole e specializzato: sono questi gli obiettivi della campagna “Terremoto – Io non rischio”, giunta alla seconda edizione e presentata in conferenza stampa questa mattina a Modena, nella sede del Comune.La conferenza stampa si è aperta con i saluti del Sindaco di Modena, Giorgio Pighi e del Presidente della Provincia Emilio Sabattini che hanno sottolineato l’importanza del volontariato nella gestione dell’emergenza del terremoto in Emilia e nella quotidianità.
Secondo l’assessore regionale alla protezione Civile Paola Gazzolo, quella presentata questa mattina è “una campagna importante che mette a valore un grande investimento che il sistema integrato di protezione civile sta facendo sulla prevenzione. Il volontario formato che si è confrontato con la scienza e li mette a disposizione del cittadino per costruire comportamenti responsabili è il miglior modo per sostenere il futuro. Mi fa piacere che questo messaggio di prevenzione parta dall’Emilia Romagna, dove dobbiamo continuare a investire per costruire comunità resilienti”.
Il Capo del Dipartimento della Protezione civile, Franco Gabrielli ha dichiarato: “Cogliamo con soddisfazione che dalla campagna dello scorso anno siamo cresciuti, siamo in oltre 100 piazze, 18 regioni, una provincia autonoma. é motivo di soddisfazione di come le buone idee quando non sono gelosamente mantenute all’interno di recinti e di steccati diventano uno strumento importante e ancora oggi rivolgo il ringraziamento ad Anpas che con grande generosità ha allargato la sua brillante idea ad altre associazioni. Il bene non ha copyright ed è contaminante”.

La conferenza stampa a Modena

“Quando abbiamo ideato questa iniziativa abbiamo lavorato profondamente su come fare a trasformare l’energia dei volontari che intervengono nelle emergenze per costruire comunità in grado di resistere”, ha dichiarato il Presidente di Anpas, Fausto Casini. “I nostri volontari delle nostre associazioni non sono i volenterosi: sono volontari che vogliono essere giudicati per la qualità di quello che fanno. Non sono bravi se lo fanno gratis, ma se lo fanno bene. I volontari preparati devono incontrare la ricerca scientifica (INGV e ReLuis). Il volontariato ha la fortuna di intervenire nel momento del bisogno. I cittadini volontari sono persone che hanno a cuore il futuro della loro comunità. E’ fondamentale il lavoro integrato con le istituzioni e la comunità scientifica. Il nostro obiettivo è costruire modelli di prevenzione che vedono il volontariato, la scuola e i nuovi cittadini per creare comunità resilienti.
“Oggi per poter affrontare il tema della mitigazione del rischio sismico dobbiamo partire da una grande opera di prevenzione”, ha dichiarato il Presidente di ReLuis, Gaetano Manfredi. “Sappiamo che i terremoti arriveranno, ma non sappiamo data e luogo preciso dove arriveranno . Dobbiamo costruire una società resiliente, ma la società resiliente è fatta dal comportamento quotidiano dei cittadini, ma soprattutto il comportamento prima dei terremoti, non quando il terremoto è arrivato. Ridurre il rischio sismico non lo si fa prima dei terremoti. Ma per ridurre il rischio sismico.bisogna agire prima e per fare questo ci vuole una consapevolezza e una percezione chiara dei cittadini che ridurre il rischio sismico 
Ha chiuso la conferenza stampa Romano Camassi, ricercatore Ingv di Bologna, “con questo progetto il sistema vuole investire su tutto quello che viene prima dell’emergenza. Sulla prevenzione a partire dalla consapevolezza in quanto tale, perché all’interno del processo ognuno si prenda la propria responsabilità”.

 

La conferenza stampa a Modena

Oltre 1.500 volontari di 12 organizzazioni nazionali di protezione civile impegnati sabato 13 e domenica 14 ottobre in 102 piazze italiane nella campagna nazionale per la riduzione del rischio sismico: sono questi i numeri di “Terremoto – io non rischio”, l’iniziativa che si svolgerà in cento comuni a elevato rischio sismico o ritenuti particolarmente rilevanti per una efficace informazione alla popolazione su questo tema.

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Nata da un’idea del Dipartimento della Protezione Civile e di Anpas-associazione Nazionale pubbliche assistenze, la campagna “Terremoto – io non rischio” – giunta alla sua seconda edizione – è realizzata in collaborazione con l’Ingv-Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e ReLuis-Consorzio della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica, in raccordo con le Regioni, le Province e i Comuni coinvolti.

 

L’elenco completo delle associazioni coinvolte e delle piazze, divise per Regioni, è disponibile sul sito ufficiale della campagna, www.iononrischio.it, dove è possibile consultare anche la sezione “Domande e risposte” sul rischio sismico, sulla sicurezza degli edifici e sulle regole di comportamento da tenere in caso di terremoto.

 

  
               


Rispetto all’edizione 2011, oltre all’Anpas partecipano all’iniziativa le associazioni nazionali Ana – associazione Nazionale Alpini, Anai – associazione Nazionale Autieri d’Italia, Avis – associazione Volontari Italiani del Sangue, Fir-CB – Federazione Italia Ricetrasmissioni Citizen’s Band, Legambiente Onlus, Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia, Prociv Arci – associazione Nazionale Volontari per la Protezione Civile, Federazione Psicologi per i Popoli, Rnre – Raggruppamento nazionale Radiocomunicazioni Emergenza, Ucis – Unità cinofile italiane da Soccorso e Unitalsi – Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali.

 

dal sito http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/view_new.wp?contentId=NEW32728

Le piazze del 13 e 14 ottobre 

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Info e Materiali

Clicca per ulteriori descrizioni dell’iniziatva promossa da Protezione Civile e Anpas, in collaborazione con INGV e ReLUIS (Consorzio della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica).

Scarica il materiale di “Terremoto-Io non rischio”, prodotto nell’ambito del progetto Edurisk con la collaborazione di Giunti Progetti Educativi:


Il sito della campagna

http://www.iononrischio.it/

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Terremoto: la valigia blu di Lidia

La valigia Blu di Lidia

Appoggio la mia valigia Blu sul suolo del Campo Costa di Mirandola sabato 11 agosto alle ore 10:30, la miavaligia Blu come la maglia dell’associazione a cui appartengo da pochi mesi, la Blu Soccorso di Lusia, carica (non nego) di dubbi e di incertezze.

Io, neofita del mio gruppo, investita di questa fiducia, sento forte il bisogno di non tradirla: per questo porterò nella mia volontà e nelle mie braccia, che saranno il mio strumento, ogni mio compagno. Ci accolgono i volontari che stanno lasciando il loro posto a noi. Hanno un sorriso difficile da spiegare, ma capirò. Alla fine capirò.

Sono con Gianna mia compagna di questa avventura. Alice ci raggiungerà nel pomeriggio. C’è fermento. Alcuni ospiti del campo assistono a queste scene che si susseguono oramai da mesi: un po’ del loro affetto e delle loro speranze se ne va con i volontari che lasciano il campo, mentre i bambini inconsapevoli già ci girano intorno e ci chiedono i nostri nomi.

Veniamo convocati subito per il “briefing”. Ci ricordano che il Xlll contingente è un gruppo ridotto rispetto a quelli che ci hanno preceduto, ma il campo è ben avviato e strutturato: il lavoro comunque non mancherà e sarà tanto!

Lidia al campo Costa

Ci vengono affidati i ruoli: chi alla logistica, chi alla segreteria, chi alla cucina… Ma ben presto capirò che qui non ci sono ruoli perché il lavoro di ogni uno è il lavoro di tutti. E dove la stanchezza non permetterà di arrivare lo farà la volontà dell’altro! Decido di stare con il gruppo della cucina, cuore pulsante di tutto il campo. Conosco i miei compagni: “Ciao, sono Barbara, Giovanna, Franco, Katia”. Nomi che subito prendono un volto e diventano casa. Quella casa che ho lasciato ma che qui ritrovo subito: Toscana, Veneto, Sicilia, diventano un’unica regione.

Si parte. Qui nulla si ferma mai: nel Campo Anpas di Mirandola convivono ospiti di diverse culture, in questo contesto si è molto creduto ad un progetto di integrazione che qui ha trovato una sua realizzazione. Proprio per questo nel Campo Costa in questa settimana la Confederazione Islamica Italiana e la Comunità Marocchina residente, spezzeranno il digiuno(iftar) in occasione del Ramadan, sarà un’esperienza molto bella. Incredibile vedere come intorno ad untavolo gli animi si plachino! Arriva la sera del primo giorno, la stanchezza è tanta ma è seconda alla gratificazione che provo dentro, la schiena appoggiata alla branda che sarà il mio letto nel tempo cherimarrò fa male, ma lo spirito è leggero e il cuore carico.

La settimana trascorrerà veloce fra qualche momento difficile stemperato da un abbraccio e da un “dai possiamo farcela”.

Nei pochi momenti liberi sitrova il tempo per conoscerci un po’. Scopro vite semplici, uomini e donne capaci, oneste, vere, spinte da un unico scopo: dare un pò di se stessi per rendere possibile la condivisione dove sembra che la vita non voglia fare sconti al dolore. Presto il Campo Costa di Mirandola come altri in questa terra di Emilia saranno smontati, le macchie azzurre che sono state le case di tanta gente accolta e dei tanti volontari che qui sonopassati , spariranno, lasceranno il posto a ciò che questo pezzo di terra era stato. Cosa rimarrà? Rimarrannoi colori, l’azzurro di quei tetti effimeri mescolato all’arancione delle divise , l’odore del cibo mescolato alprofumo dei panni stesi ad asciugare sui fili di una tenda, le voci di bambini e i loro echi, il rumore, ilrumore dei passi di chi come me ha camminato dentro ai suoi scarponi su terra spezzata, rumore di passiarrivati pesanti che si sono fatti via via più leggeri, come piedi nudi, fino a fare silenzio, quel silenzio chelascia solo una traccia, ma spesso una traccia è quello che basta. Ora la mia valigia blu è tornata a casa, svuotata dei dubbi e delle incertezze ma riempita della consapevolezza che nulla di ciò che fa un volontario è straordinario. Qualcuno dice che nello spirito del dare ci sia un bisogno nascosto di ricevere , forse èvero, forse è proprio così, ora capisco e quei sorrisi hanno trovato il loro senso.

 

Lidia al campo Costa

 

 

Anpas intervention for the earthquake in Emilia Romagna


Come aiutare le pubbliche assistenze Anpas colpite dal sisma


I racconti dei volontari

  
                     

Le storie di Aldo, dal campo di Mirandola

Il 20 maggio di Valentina

Noi, sciacalli di emozioni, di Rosanna Morelli

Campo Costa Timbuktu, di Alessandro Nassisi

Campo Costa: un laboratorio multiculturale, di Rosanna Morelli

Qui per dare tanto: la settimana di Fabio

Un’antropologa al campo: l’esperienza di Rita

Le emozioni di Michela

La storia di Fabio e Elena

L’isola che non c’è

Il gradino di Nicole

Maria e Andrea dal campo di Novi

La settimana-imbuto di Enzo

Sconcerto d’amore a Mirandola

La struttura protetta del campo di Mirandola (foto)

Tante care cose, di Valentina Tienghi

La valigia blu di Lidia

Un tetto azzurro come il cielo

Ciao Fiorenzo


Anpas all’Hackathon terremoto (Bologna, 16-17 giugno)


La struttura protetta del campo di Mirandola (foto)


I Gas dei volontari Anpas: un sostegno alle aziende


La cucina del Campo Costa (video)

 
                                         


Di terremoti, false leggende e info utili (approfondimento)

 
               


Anpas a lavoro a poche ore dal sisma


 

 

COSA FARE IN CASO DI TERREMOTO

Durante il terremoto
• Se sei in luogo chiuso cerca riparo nel vano di una porta inserita in un muro portante (quelli più spessi) o sotto una trave.  Ti può proteggere da eventuali crolli
• Riparati sotto un tavolo.  E’ pericoloso stare vicino ai mobili, oggetti pesanti e vetri che potrebbero caderti addosso
• Non precipitarti verso le scale e non usare l’ascensore.  Talvolta le scale sono la parte più debole dell’edificio e l’ascensore può bloccarsi e impedirti di uscire
• Se sei in auto, non sostare in prossimità di ponti, di terreni franosi o di spiagge.  Potrebbero lesionarsi o crollare o essere investiti da onde di tsunami
• Se sei all’aperto, allontanati da costruzioni e linee elettriche.  Potrebbero crollare

• Stai lontano da impianti industriali e linee elettriche.  E’ possibile che si verifichino incidenti
• Stai lontano dai bordi dei laghi e dalle spiagge marine.  Si possono verificare onde di tsunami
• Evita di andare in giro a curiosare e raggiungi le aree di attesa individuate dal piano di emergenza comunale.  Bisogna evitare di avvicinarsi ai pericoli
• Evita di usare il telefono e l’automobile.  E’ necessario lasciare le linee telefoniche e le strade libere per non intralciare i soccorsi Dopo il terremoto

• Assicurati dello stato di salute delle persone attorno a te. Così aiuti chi si trova in difficoltà ed agevoli l’opera di soccorso
• Non cercare di muovere persone ferite gravemente.  Potresti aggravare le loro condizioni
• Esci con prudenza indossando le scarpe.  In strada potresti ferirti con vetri rotti e calcinacci
• Raggiungi uno spazio aperto, lontano da edifici e da strutture pericolanti.  Potrebbero caderti addosso

iononrischiohome

Prima del terremoto
• Informati sulla classificazione sismica del comune in cui risiedi.  Devi sapere quali norme adottare per le costruzioni, a chi fare riferimento e quali misure sono previste in caso di emergenza
• Informati su dove si trovano e su come si chiudono i rubinetti di gas, acqua e gli interruttori della luce.  Tali impianti potrebbero subire danni durante il terremoto

• Evita di tenere gli oggetti pesanti su mensole e scaffali particolarmente alti. Fissa al muro gli arredi più pesanti perché potrebbero caderti addosso

• Tieni in casa una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile, un estintore ed assicurati che ogni componente della famiglia sappia dove sono riposti

• A scuola o sul luogo di lavoro informati se è stato predisposto un piano di emergenza.  Perché seguendo le istruzioni puoi collaborare alla gestione dell’emergenza


Terremoto: io non rischio

Clicca per ulteriori descrizioni dell’iniziatva promossa da Protezione Civile e Anpas, in collaborazione con INGV e ReLUIS (Consorzio della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica).

Scarica il materiale di “Terremoto-Io non rischio”, prodotto nell’ambito del progetto Edurisk con la collaborazione di Giunti Progetti Educativi:


La pagina in inglese

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Terremoto: la valigia blu di Lidia Leggi tutto »

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