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14° Meeting: comunicazione

14° Meeting – Comunicazione, materiali, foto, video

E’ online il blog del meeting dove ospiteremo i racconti dell’Emilia che fa ingentilire i cuori, con i contributi di ospiti speciali, ma anche video, foto e racconti delle pubbliche assistenze dove si lavora, ogni giorno, per ingentilire i cuori.

 

 

 
 
 
 
 

 

Social: #meetanpas è la parola d’ordine su twitter e instagram per seguire il meeting in tempo reale.

Foto: tutte le immagini del meeting su Flickr

PRESS – Scarica la cartella stampa 

Ufficio stampa: Andrea Cardoni comunicazione(at)anpas.org 

 
                                               
 
                                             

 

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La foto della tua pubblica assistenza per ingentilire i cuori: scarica il logo del meeting (click), scatta le tue foto davanti alla tua pubblica assistenza, condividi le tue foto su instagram indicando il nome della pubblica assistenza con #meetanpas #silavoraqui e, via email, su comunicazione@anpas.org.


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Il programma


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Durante il #meetanpas verranno raccolte le firme per la legge Rifiuti Zero


Patrocini e partner

 

L’iniziativa ha ottenuto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica ed i Patrocini di Regione Emilia-Romagna, Province di Bologna e di Modena e Comuni di Bologna e Mirandola.


L’intervento in Emilia 

 
                                                                                 

 

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14° Meeting: il programma

Il programma del 14° Meeting Nazionale della Solidarietà: 24/26 maggio 2013

Patrocini

Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Patrocini di Regione Emilia-Romagna, Province di Bologna e di Modena, Comuni di Bologna e Mirandola.

Venerdì 24 maggio

Ore 11,30 BOLOGNA, sede Croce Italia di Bologna

Conferenza stampa con Amelia Frascaroli, Assessore Volontariato Comune di Bologna

Ore 12,30 BOLOGNA, Parco Nord

Inaugurazione del campo: visite campo aperte alla cittadinanza

Ore 16, Bologna, Sala Convegni Regione Emilia-Romagna (via Aldo Moro, 50)

Convegno “PUBBLICO E PRIVATO: le responsabilità del Welfare

Introduce: Teresa Marzocchi, Assessore Promozione delle politiche sociali e di integrazione per l’immigrazione, volontariato, associazionismo e terzo settore Regione Emilia Romagna.
Relazioni:

Principio di sussidiarietà e modello comunitario del welfare” di Gregorio Arena, Presidente LABSUS Laboratorio per la Sussidiarietà.

Valore e valori del volontariato. Quali forme culturali e organizzative?”, di Andrea Volterrani, docente Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Presidente FORTES Fondazione Scuola Alta Formazione per il Terzo Settore di Siena

Il ruolo del Terzo Settore nell’assistenza e nei servizi alla persona”, di Pietro Barbieri, portavoce Forum nazionale del Terzo Settore

Un’esperienza di progettazione e programmazione tra Pubblica Amministrazione e Volontariato” di Luca De Paoli, Portavoce Forum del Terzo Settore provincia di Bologna.

Il contributo della mutualità integrativa al sistema di Welfare” di Massimo Piermattei, Vicepresidente del Consorzio Mutue Sanitarie e componente Direzione nazionale FIMIV (Federazione Italiana Mutualità Integrativa Volontaria)

Le necessità della Pubblica Amministrazione”, di Maura Forni, Responsabile Servizio coordinamento politiche sociali e socio educative. Programmazione e sviluppo del sistema dei servizi Regione Emilia-Romagna
C

oordina: Fabrizio Pregliasco, vicepresidente Anpas

Conclusioni: Fausto Casini, presidente Anpas

 

Sabato 25 maggio

Ore 10 Bologna, Parco Nord, Estragon (Via Stalingrado 83)

Assemblea nazionale delle Pubbliche assistenze (info)

Rinnovare la cultura della Protezione Civile – Lezione magistrale I concetti che mancano per convivere col rischio” di Dario Albarello, geologo, Professore associato Università di Siena. Lezione magistrale su sicurezza e sostenibilità di Gaetano Manfredi, Presidente RELUIS

Ore 13.30 Bologna, Parco Nord

Corteo di 100 ambulanze dedicato a Giovanni Baroni per ingentilire i cuori: Anpas incontra i Sindaci e i cittadini dei Comuni colpiti dal sisma 2012. Percorso: Crevalcore, Bomporto, San Prospero, Camposanto, San Felice sul Panaro, Cavezzo, Concordia e Mirandola. Prevista la partenza dei mezzi dal Veneto e dalla Lombardia.

 

Ore 17 – Mirandola, Piazza Costituente

Incontro dei volontari delle pubbliche assistenze intervenuti nell’Emergenza Emilia

Conducono i dj di RADIO BRUNO.

Presentazione del Video “Si lavora qui per ingentilire i cuori“, con Nelson Bova (giornalista Rai) e Marco Mucciarelli (Direttore Centro Ricerche Sismologiche OGS).

RINNOVARE LA CULTURA DELLA PROTEZIONE CIVILE

Lezione magistrale: Emergenza e ricostruzione, di Vasco Errani, Presidente della Regione Emilia Romagna e Commissario alla ricostruzione

Lezione magistrale: Il ruolo del Volontariato in Protezione Civile, di Franco Gabrielli, Capodipartimento Protezione Civile.

Ore 1730. La premiazione dei volontari intervenuti durante l’emergenza sisma 2012. Conducono Enrico GualdiSandro Damura (dj Radio Bruno)

Saluto di Maino Benatti, Sindaco di Mirandola, Luisa Turci, Sindaco di Novi di Modena, Emilio Sabbatini, Presidente Provincia di Modena

Interventi di: Carmine Lizza (responsabile nazionale Protezione Civile Anpas), Luigi Casetta, responsabile Protezione Civile Anpas Emilia-Romagna), Maurizio Mainetti, (Direttore Agenzia Regionale Protezione Civile Emilia-Romagna), Paola Gazzolo, Assessore Regionale alla Protezione Civile

 

Conclusioni: Fausto Casini, Presidente nazionale Anpas

Ore 20 CENA offerta ai volontari alla cittadinanza e alla cittadinanza

Ore 21.30 Evento musicale in piazza con Radio Bruno

 

Domenica 26 maggio

Bologna, Piazza 8 agosto

Ore 9 – Ritrovo delle pubbliche assistenze e degli Enti Locali

Ore 10 Sfilata a piedi in via Indipendenza

Ore 11 – Piazza Maggiore

Manifestazione Nazionale dei volontari delle pubbliche assistenze.

Presiede: Fabrizio Pregliasco, Vicepresidente Anpas nazionale

Interventi: Virgilio Merola, Sindaco di Bologna, Beatrice Draghetti, Presidente della  Provincia di Bologna, Giuseppe Cattoi, Presidente Anpas Emilia-Romagna

 

Conclusioni: Fausto Casini, Presidente Anpas nazionale

Il programma può subire variazioni. Per info e aggiornamenti potete contattare l’ufficio stampa di Anpas Nazionale (comunicazione-at-anpas.org)

Si lavora qui per ingentilire i cuori

«Si lavora qui per ingentilire i cuori, per la educazione morale e civile del popolo, per diffondere e praticare sentimenti di amore, di pace, di fratellanza fra gli uomini nei dolori e nelle miserie, dimenticando ogni distinzione sociale, spogliandosi di ogni sentimento politico e religioso, ricordando solo di essere uomini, tutti eguali, di fronte alla inesorabile, fatale ed eterna lotta con la malattia e con la morte». Lo disse un avvocato di Livorno, Giacomo Mellini, nel 1903. Un anno dopo è nata la più grande organizzazione di volontariato d’Italia, quella delle pubbliche assistenze.

L’iniziativa ha ottenuto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica ed i Patrocini di Regione Emilia-Romagna, Province di Bologna e di Modena e Comuni di Bologna e Mirandola.

 

 

 

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L’iniziativa ha ottenuto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica ed i Patrocini di Regione Emilia-Romagna, Province di Bologna e di Modena e Comuni di Bologna e Mirandola.


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E’iniziato il 14° Meeting Nazionale della Solidarietà: Bologna-Mirandola 24-26 maggio 2013

Inaugurato il 14°meeting nazionale della solidarietà

24 maggio – È iniziato a Bologna, al Parco Nord, con l’arrivo del carro lettiga storico portato a mano dai volontari della pubblica assistenza Croce Verde Sestri Ponente il 14°meeting nazionale della solidarietà Anpas. Un percorso lungo più di 300 km attraverso la Liguria e l’Emilia per ingentilire i cuori e inaugurare l’inizio della tre giorni dei volontari Anpas in Emilia.

A dare il benvenuto ai volontari Anpas, l’Assessore del Comune di Bologna Amelia Frascarola: “Parto dalla frase “si lavora qui per ingentilire i cuori” perché credo che sia il senso profondo di quella che è stata l’esperienza nel terremoto”. Il comune di Bologna è veramente orgoglioso di ospitare questo raduno nazionale. Il grande valore che le pubbliche assistenze portano avanti ci deve far riflettere”.

 

E’ fondamentale tutelare i diritti dei cittadini ed è ruolo della politica trovare delle risorse e coinvolgere il volontariato”, ha ricordato Fausto Casini, presidente Nazionale Anpas. “Siamo convinti che il volontariato debba essere un pilastro portante del welfare insieme alle istituzioni. Dobbiamo dare gambe alle parole in modo che la pubblica amministrazione inizi a lavorare insieme al volontariato”.

Rinnovare la cultura di protezione civile e convivere con il rischio.

Questo il tema al centro delle lezioni magistrali che saranno tenute dal capo Dipartimento di Protezione Civile Franco Gabrielli, il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, esperti e studiosi di geologia come Gaetano Manfredi, Dario Albarello, Marco Mucciarelli. “Siamo convinti che l’energia sprigionata dai volontari subito dopo il terremoto debba essere utilizzata per far diventare questa energia positiva e per fare della prevenzione”, ricorda Fausto Casini. “Vogliamo lavorare con degli esperti che hanno scelto l’Anpas perché hanno visto il volontariato come tramite per arrivare cittadini e per farli diventare cittadini attivi”.

 

Oggi pomeriggio a Bologna, presso l’Auditorium della Regione Emilia-Romagna, il convegno “Pubblico e privato: le responsabilità del welfare”: una occasione per riflettere sul rapporto tra Istituzioni pubbliche e soggetti privati nell’ambito del sistema di welfare. Partecipano Teresa Marzocchi (Assessore al Welfare Regione Emilia Romagna); Pietro Barbieri (portavoce Forum Terzo Settore), Gregorio Arena (Presidente LABSUS), Andrea Volterrani, sociologo Roma Tor Vergata, Maura Forni (coordinamento politiche sociali e socio educative Regione Emilia Romagna), Luca De Paoli (Portavoce Forum del Terzo Settore provincia di Bologna).

   

Domani, sabato 25 maggio, presso l’Estragon (al Parco Nord) l’assemblea nazionale delle pubbliche assistenze con interventi di esperti e personalità del mondo della scienza e delle istituzioni per rinnovare la cultura del rischio sismico.

Nel pomeriggio da Bologna partiranno 100 ambulanze, provenienti da tutta Italia, che toccheranno le città colpite dal sisma dove sono presenti le pubbliche assistenze Anpas. Altre colonne di mezzi partiranno dalle città del Veneto e Lombardia dove hanno operato i volontari Anpas nel corso dell’emergenza dello scorso anno. L’arrivo in piazza Costituente a Mirandola dove, dalle 17, Maino Benatti (sindaco di Mirandola), Luisa Turci (sindaco di Novi di Modena), Emilio Sabbatini (Presidente Provincia di Modena) e Paola Gazzolo (Assessore Regionale alla Protezione Civile) incontreranno i volontari intervenuti lo scorso anno. Ad animare la serata, la coppia di dj di Radio Bruno Enrico Gualdi e Sandro Damura.

Domenica 26 maggio il grande corteo di divise arancioni per le vie di Bologna con la manifestazione nazionale dei volontari Anpas fino a Piazza Maggiore dove si concluderà il meeting con le autorità locali e il presidente di Anpas Nazionale, Fausto Casini, saluterà i volontari.

L'inaugurazione del 14°meeting nazionale della solidarietà

 


 

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E’iniziato il 14° Meeting Nazionale della Solidarietà: Bologna-Mirandola 24-26 maggio 2013 Leggi tutto »

14° Meeting della Solidarietà: Welfare, pubblico e privato

Pubblico e privato: la responsabilità del welfare

Si è svolto  a Bologna, presso l’Auditorium della Regione Emilia-Romagna, il convegno “Pubblico e privato: le responsabilità del welfare”.

 

Giancarlo Funaioli, presidente Volabo ha dichiarato: “Compito dei centri di servizio del volontariato è quello di lavorare in sinergia con le associazioni. I centri di servizio del volontariato stanno riflettendo sul loro futuro e sulla loro attività che certamente non potrà prescindere da un rapporto stretto con le associazioni”.

 

 

Teresa Marzocchi , assessore Welfare Emilia Romagna volevo ringraziarvi per il ruolo che avete avuto durante l’emergenza del terremoto, non solo nei campi. Sappiamo quanto l’Anpas ci sia stata e quanto è stato immediato il suo intervento.

I temi di oggi sono temi preziosi, che hanno bisogno di essere praticati e di una riflessione.

Il volontariato  chiede continuamente alle istituzioni una maggiore autonomia, che è favorito dall’art. 118 e dalla legge 328. Non si può più parlare di diritti e di doveri dei cittadini, ma di diritti e responsabilità perché dobbiamo favorire la cittadinanza attiva e il cittadino deve essere parte del cambiamento.

Dobbiamo trasformare la sussidiarietà da sostitutiva a attiva, riconoscendo soprattutto l’importanza del mondo del terzo settore e in particolar modo del volontariato.

Non ci si deve sostituire ma si deve ridisegnare la geografia del welfare sociale: si tratta di incentivare e favorire lo sviluppo di pratiche condivise.

I temi che dovrebbero garantire il percorso della partecipazione sono: la partecipazione nella pianificazione, perché solo in questo modo riusciamo ad avere una pianificazione coerente con i territori; la partecipazione nella programmazione, per fare in modo che le risorse trovino delle letture che siano più mirate e coerenti. Ci deve essere una connessione tra l’essere rappresentati e l’esserci davvero.

“Ci sono dei momenti storici in cui il problema cruciale è quello della libertà, ce ne sono altri in cui il problema maggiore è quello della fraternità ed è il caso del nostro tempo” (cit.)

Dobbiamo trovare dei percorsi che ci permettano di fare con le associazioni dei patti di solidarietà (ricerca, pianificazione e programmazione) per concretizzare quello che deve essere il welfare pubblico e integrato.

 

 

Pregliasco: Ringrazio l’assessore perché ha rappresentato un pensiero non usuale rispetto agli interventi che di solito sentiamo quando parliamo di welfare, istituzioni e volontariato.

 

Giorgio Arena (Presidente Labsus Laboratorio per la Sussidiarietà): Fra pubblico e privato c’ è una differenza ben delineata. L’acqua, la salute, l’aria sono beni della comunità così come il benessere è un bene della comunità e di cui la comunità si fa carico usando due strumenti: art. 3 della cost e l’art. 118 cost..

L’art. 3 cost è cruciale, nell’ottica della costituzione del 1948 era la repubblica a eliminare le differenze sociali ed è per questo che in quegli anni nascono tutta una serie di apparati pubblici, come il Servizio Sanitario Nazionale (nel 1978).

Quando non c”è più crescita economica, diventa difficile per lo stato continuare a mantenere tutti quei fondi pubblici destinati agli apparati e quel modello di welfare diventa insostenibile.

La soluzione è proprio nel combinato disposto dell’ art. 3 e art. 118 cost. con un sistema che vuole il terzo settore al centro e protagonista: domanda dei cittadini, risposta dai cittadini stessi. Io la chiamo il modello di amministrazione condivisa perché istituzioni, apparati e cittadini rispondono insieme ai bisogni.

Non è democrazia rappresentativa ma partecipazione alla risoluzione dei problemi.

Stiamo parlando di cittadini che autonomamente iniziano a svolgere attività di interesse generale, in questo modo si crea una rete di persone, competenze, capacità di ogni genere.

Questa è l’Italia che non si vede ma c’è e che risolve molti dei nostri problemi. Uno dei capisaldi del volontariato è la gratuità ma la verità è che ci piace, ci diverte e ci fa realizzare delle competenze che nel mondo del lavoro non riusciamo a realizzare.

Tutto questo deve essere incanalato in maniera positiva perché al centro di tutto c’è la persona umana, il suo pieno sviluppo, e non è un obiettivo egoistico perché se tutti potessero realizzarsi sarebbe una società migliore per tutti.

Dal 2011 il mondo è cambiato: l’amministrazione condivisa non è un ripiego ma un nuovo modo di essere dell’amministrazione.

Bisogna rinunciare a un po’ di protagonismo delle singole associazione e bisogna imparare a lavorare insieme perché c’è tutto il bisogno di costruire questo welfare condiviso.

Alle istituzioni bisognerebbe chiedere di rinunciare a un po’ di potere amministrativo per condividere con altri le decisioni.

Un modello come quello fondato sulla sussidiarietà si può realizzare in Italia meglio che altrove. Mettere in piedi dei modelli di benessere condiviso vuol dire aiutare a sconfiggere la solitudine che già è un risultato.

Autonomia, responsabilità, solidarietà sono le tre parole portanti del welfare condiviso.

Autonomia perché aiuta la persona a crescere e a realizzarsi, tant’è che la costituzione parla di autonoma scelta dei cittadini.

Responsabilità perché se si è capaci di fare scelte si è anche responsabili di esse. Responsabile nel suo significato latino, perché il responsabile è colui che da risposte, e i volontari sono dei responsabili capaci di dare risposte ai bisogni della comunità.

Solidarietà è quella che lega autonomia e responsabilità facendole sprigionare energia.

Tutto questo è possibile e ci farà passare da una logica della moneta a una logica della solidarietà. E’ possibile perché sta già avvenendo.

 

Pregliasco: Grazie ad Arena che ha ben toccato il tema della sussidiarietà eccecc. Quali forme culturali e organizzative per il volontariato? ce ne parla Andrea Volerrani ecc ecc

 

Volterrani, docente di sociologia Tor Vergata e presidente di Fortes: Perché fare volontariato e soprattutto come farlo?

E’ un tempo di cambiamento sociale e culturale ma anche un tempo in cui sono pochi quelli che si sfidano e cambiano gli scenari. Il volontariato potrebbe essere il protagonista del cambiamento cominciando a porsi domande semplici, come: perché lo faccio?

La società è in frantumi ma si sta già ricostruendo, ci sono molti esempi di processi di riscossione, come i gruppi di acquisto solidale o di co- working.

Qualcuno dice che era in atto una crisi di valori, invece c’è solo una trasformazione e rinnovamento di essi. Per alcuni versi potremmo dire che c’è anche una riappropriazione di valori.

Si possono promuovere questi valori e questi processi in modi diversi, non solo con l’associazionismo, ma anche con cooperative sociali, GAS, Imprese sociali.

Il problema non è la forma organizzativa che ci diamo ma quanto riusciamo a fare circolare questi valori e questi processi.

Adesso c’è la libertà di fare volontariato con gusto, con divertimento.

La partecipazione all’interno del volontariato è rispetto e ascolto dell’altro, non esiste una ricetta ma piuttosto l’adozione di una forma culturale. Se dentro l’organizzazione non riesco a partecipare attivamente come farò a raccontarla all’esterno?

Fondamentale diventa la democrazia organizzativa ma non relegata solamente ai momenti statutari formali.

Il volontariato è inoltre parte della società, spesso ci si dimentica che si parla a tutti e non a un pezzetto della popolazione. Ciò significa che il volontariato deve mirare a far diventare tutti cittadini attivi (non per forza volontari).

Mutualità: riscoprire le società di mutuo soccorso partendo quindi dalle proprie origini. Scoprire un concetto di mutualità che sia condiviso nel territorio e far si che le amministrazioni siano dentro al concetto di mutualità perché tenere fuori la pubblica amministrazione dalla mutualità vuol dire distruggere il pubblico e non farlo rinascere e crescere.

Bisogna cominciare a pensare alla comunicazione in termini diversi perché é cambiamento culturale e fa parte del terzo settore in modo profondo.

 

 

Pietro Barbieri, portavoce del forum nazionale del terzo settore: La riflessione di oggi è molto interessante e ci porta a fare delle considerazioni che non siano costruite nella rappresentanza e nella rappresentazioni di ciò che siamo e facciamo.

Il punto di lettura dei cittadini attivi, dei cittadini che si impegnano, il punto di partenza è proprio l’impegno. La voglia dei cittadini di farsi carico delle condizioni in cui vivono altri cittadini, di farsi carico dell’ambiente, della comunità che necessita di trovare nuove forme di crescita e coesione.

Elemento chiave di lettura è un elemento storico, cioè che il perimetro pubblico di questo sistema di welfare non è nato nel perimetro pubblico della costituzione di questo paese, ma nasce prima nella storia e nella cultura (?!?!?!?!?).

Abbiamo bisogno di programmazione e pianificazione condivisa anche a livello nazionale e non solo nei programmi di non autosufficienza.

 

Pregliasco: Bisogna ridefinire le priorità del welfare partendo proprio da queste considerazioni.

 

Luca De Paoli, Anpas Emilia Romagna: E’ iniziato un percorso di progettazione con la pubblica amministrazione quattro anni fa e non si è ancora concluso. L’azione di welfare condiviso ha portato a dei cambiamenti attraverso delle fasi.

Prima fase: per quanto riguarda il “percorso di partecipazione del terzo settore alla programmazione sociale e sanitaria nella provincia di Bologna.”

Si è lavorato mettendo in risalto punti di forza e criticità, ci sono stati vari momenti assembleari che hanno messo a confronto quasi 80 associazioni di Bologna. Tutto questo ha consentito di creare delle reti. Quasi 250 ore di riunioni ai tavoli che ha prodotto un documento quale contributo alla programmazione.

Seconda fase: “Il patto sulla sussidiarietà”. Ognuno dava il suo significato alla sussidiarietà quindi attraverso una serie di tavoli abbiamo messo in campo delle relazioni e in un confronto con le istituzioni pubbliche abbiamo creato dei punti per porre le basi alla sussidiarietà.

Attraverso queste due azioni c’è stato una grande responsabilizzazione del terzo settore che si è sentito partecipe delle decisioni insieme alle istituzioni. Da questi tavoli sono nate delle relazioni importanti con altre associazioni che sono culminate alla fine nella presentazione di diversi progetti sociali.

Attraverso questo percorso abbiamo ottenuto il pieno riconoscimento del volontariato, dell’associazionismo, dell’impresa sociale e della cooperazione sociale. Il tentativo di questo lavoro è anche un tentativo per modificare il rapporto con le istituzioni.

L’ultima fase: “Il bilancio di comunità”, come noi l’abbiamo chiamato, è un percorso ancora in itinere ma che ha dei punti di eccellenza.

 

Pregliasco: L’importanza della mutualità ovvero un ritorno alle radici come diceve prima A Volterrani quando parlava della presenza di percorsi di mutualità. Abbiamo iniziato un percorso con il consorzio mutue sanitarie perché pensiamo che il loro contributo al welfare è importante.

 

Massimo Piermattei, vice presidente consorzio mutue sanitarie: Mutualità significa non essere soli.  Le prime forme di welfare si diffondono nella seconda metà dell’ottocento.

Dallo spontaneismo, ispirato ai valori di fratellanza, abbiamo visto nascere degli apparati come inps, inpdap che avevano come obiettivo dei maggiori comfort.

Nel ’78 nasce il sistema sanitario nazionale e ciò ha fatto sì che la mutualità fosse solo volontaria. L’universalità dei servizi entra in crisi da subito per mancanza di fondi ed è per questo che rientra in campo a pieno titolo la mutualità.

I valori delle società di mutuo soccorso rappresentano ancora oggi dei valori portanti.

Una SMS è un soggetto non lucrativo con finalità di interesse generale, sulla base del principio costituzionale di sussidiarietà.

Oggi c’è un vero invito da parte del governo alla società di appoggiarsi alle società di mutuo soccorso.

Le mutue hanno dei valori che si traducono in vantaggi concreti perché uniscono delle persone che hanno come obiettivo il reciproco aiuto.

L’unione fa la forza perché i soci sanno che i contributi che versano andranno ad aiutare altri soci che si trovano in difficoltà in quel momento. Le mutue hanno un valore specifico sociale e tendono ad avere un rapporto più amichevole, ad essere più vicine ai propri associati a differenza delle assicurazioni che sono più interessate ai dividendi.

Puntiamo nel passaggio da un welfare state a un welfare condiviso.

 

Pregliasco: dobbiamo conoscere di più la mutualità cooperativa per garantire universalità di diritti.

 

 

Mario Ansaloni (assessorato politiche sociali) L’obiettivo della pubblica amministrazione è il raggiungimento di questi obiettivi sostanziali: riqualificare il rapporto tra volontariato e la pubblica amministrazione regionale e verificare i rapporti del volontariato con la pubblica amministrazione nello svolgimento dei servizi.

Abbiamo cominciato un dialogo con il mondo del terzo settore per arrivare a delle decisioni condivise.

Individuate le maggiori problematiche, stiamo arrivando adesso alle conclusioni.

Sono state individuate tre macro problematicità: la prima relativa ai rapporti con la pubblica amministrazione, cioè l’eccessiva discrezionalità di quest’ultima nel decidere gli interlocutori del terzo settore; le difficoltà di bilancio  degli enti locali che li ha indotti a usufruire maggiormente del volontariato costringendo quest’ultimo a professionalizzarsi maggiormente e ad assumere dei dipendenti professionali; la difficoltà delle associazioni a relazionarsi con l’amministrazione per via delle pratiche burocratiche lunghe.

Sono scaturite da queste valutazioni alcune proposte, come lo snellimento delle procedure di verifica o la ridefinizione della composizione di governance per rendere più possibile il radicamento territoriale per cui è chiamato il volontariato.

Con queste linee guida vogliamo individuare i patti di solidarietà e sussidiarietà dove il volontariato sia il valore aggiunto.

 

 

Fausto Casini: La nostra sfida entra nei modelli di relazione anche con la pubblica amministrazione. Bisogna cominciare a parlare da volontario per davvero e fare la politica di servizio. siamo stanchi di dover inventare una parola nuova per fare le cose. Siamo stanchi di sentir parlare di educazione civica e poi si taglia il servizio civile.  Le pubbliche assistenze sono una palestra per i nostri giovani.Noi passiamo sui gesti simbolici. Quando hai l’incarico devi avere l’umiltà di studiare il ruolo. La complessità del welfare ci fa immaginare qualcosa di diverso. Dobbiamo immaginare un percorso formativo nelle scuole col volontariato. Cambiare l’etica della comunicazione sociale, cambiare i paradigmi educativi nella scuola, cambiare le politiche giovanili non con la prevenzione ma proporre modelli di impegno nella società. Dobbiamo ragionare sulla rappresentanze e le organizzazioni. Il piano inclinato è la deresponsabilizzazione del pubblico. Le associazioni di volontariato devono creare dinamiche nella progettazione, nella costruzione dei servizi

 

 

Welfare pubblico e privato

La fotoagallery del convegno

  
     

 

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#meetanpas 23 maggio

Le soccorsiadi e le gare per decidere quale squadra rappresenterà l’Italia al prossimo Sami Contest

23 maggio meetanpas 

Sabato 23 maggio è stato il giorno  delle gare di primo soccorso:  le gare di volontari giovani (15-26 anni)e giovanissimi (11-14 anni) volontari di nove regioni d’Italia che decideranno la squadra che rappresenterà l’Italia alla prossima edizione del Sami Contest, i campionati europei del soccorso, che si disputerà nel 2016 (fotogallery delle gare)

PUNTEGGI TOTALI PROVE – GRUPPO A (11-14 anni)

1° POSTO       LIGURIA 73 punti

2° POSTO       TOSCANA 55

FUORI GARA   CROCE BIANCA BOLZANO 39

 

PUNTEGGI TOTALI PROVE – GRUPPO B (15-26 anni)

1° POSTO     LIGURIA 88,5

2° POSTO     SARDEGNA 74,5

3° POSTO     MARCHE 73

4° POSTO     ABRUZZO/TOSCANA 71 a parimerito    

6° POSTO     LAZIO 62

7° POSTO     PUGLIA 60,5

FUORI GARA CROCE BIANCA BOLZANO 75

 

Nella quindicesima edizione delle Soccorsiadi di Anpas Toscana ha vinto la zona di Massa Carrara.

23 maggio: le gare del soccorso

Nel corso della giornata a Stazzema i cinofili Anpas si sono esercitati in un corso per la ricerca dei dispersi in superficie (fotogallery)

Nel pomeriggio il Capo Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio ha preso parte alla manifestazione nazionale delle pubbliche assistenze Anpas e ha inaugurato alcune attrezzature della Protezione Civile Anpas (container segreteria, dispensa, distribuzione e preparazione pasti). Al termine del corteo ha dichiarato: “Durante questa sfilata e per queste strade che trasudano storia e senso di comunità io ho visto e percepito nelle parole del presidente della Croce Verde di Pietrasanta il legame con il territorio. Percepire a livello nazionale il senso della comunità, il senso di quanto la comunità e l’associazione sono legate al territorio: questo è sistema nazionale di protezione civile. Stiamo facendo un percorso importante insieme: anpas presente nell’emergenze, ma anche nella formazione, nella comunicazione al cittadino e la comunicazione dei rischi. Anpas ha avuto l’intelligenza di aprire la campagna #iononrischio ad altre associazioni perché abbiamo capito che questo sistema funziona se è allargato.  Ci aspetta un percorso importante e dovremo condividere. Ringrazio anche Anpas per ciò che è stato detto nel percorso di legge delega della Protezione civile. Il volontariato del territorio è il segnale migliore per parlare di solidarietà e comunità e se questo è tangibile è grazie a voi”.

Fabrizio Curcio, capo dipartimento Dipartimento Protezione Civile al #meetanpas

Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas: “Siamo qui a festeggiare i 150 anni della prima associata che poi ha creato un flusso continuo che continua fino a oggi. Il nostro meeting è  un momento importante con cittadini che vogliono essere parte viva e concreta in uno spirito di presenza nel quotidiano: eroi senza superpoteri. Siamo pronti, insiee al Dipartimento di Protezione civile, non solo per fronteggiare le future emergenze,ma anche per continuare a fare formazione”.

 

#meetanpas per seguire l’evento sui social network

 

Il programma – HOME MEETING

Venerdì 22 maggio 2015 – meetanpas

Sabato 23 maggio 2015 – meetanpas

Domenica 24 maggio 2015 – l’Assemblea nazionale Anpas

Tutte le gallerie fotografiche del #meetanpas 


Durante il meeting sono stati  raccolti i fondi per il progetto di Anpas in Nepal – il progetto


Assemblea nazionale delle Pubbliche Assisetenze – domenica 24 maggio a Viareggio presso la Croce Verde


Patrocini e partner

L’iniziativa ha ottenuto i patrocini del Ministero della Salute, Regione Toscana, Provincia di Lucca, Comune di Camaiore, Comune di Pietrasanta, Comune di Seravezza,  Comune di Forte dei Marmi.

In collaborazione con Cesvot, Centro Servizi Volontariato Toscana


Al #meetanpas le qualificazioni prossima squadra Anpas al Sami Contest 


 

Le passate edizioni del Meeting Nazionale della Solidarietà

XIV°Meeting, Bologna 2013 – sito

XIII°Meeting, Bari 2012 – sito

XII°Meeting, L’Aquila 2011 – sito



      


 

 

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Striscia di Gaza, il racconto di Wesam

 

Striscia di Gaza: il racconto di Wesam (english version)

Wesam Mousa ha partecipato all’Incontro Internazionale 8 idee per cambiare il mondo del 13° Meeting Anpas, con la sua idea: Mobile Cinema. Con questo progetto, Wesam vuole coinvolgere e formare i ragazzi per fare cinema e documentari, al fine di raccontare la realtà della Striscia di Gaza e far sì che la loro creatività diventi strumento per superare i traumi del conflitto, che colpiscono soprattutto i più giovani.

 

Mercoledì 21 Novembre, Deir al-Balah, Striscia di Gaza

suaad_7_years_001Ora ho quasi trent’anni anni. Vent’anni fa, quando ero un bambino, ho visto così tanta violenza tra l’esercito Israeliano e le fazioni delle organizzazioni palestinesi.

Sono stato esposto a molte situazione difficili nella mia vita, che sono rimaste impresse nella mia memoria fino ad oggi.

Ho perso tanti amici a causa della guerra e delle incursioni israeliane che ci sono state in passato. Non voglio che i miei figli vivano le stesse situazioni che ho vissuto io.

Qui a Gaza non ci sono abbastanza psicologi che possano aiutare i bambini a superare le paure vissute. Mentre crescevo in questi trent’anni, la paura è aumentata dentro di me fino a farmi sentire come se io avessi cent’anni.

Sono preoccupato per il mio futuro e per quello della mia famiglia.

Non voglio che i miei figli crescano come sono cresciuto io, con la paura dentro l’anima. “Paura del futuro, paura della vita, paura della morte, paura dell’altro…”

Stiamo vivendo una delle guerre con Israele più grandi e violente. Speriamo di vivere una vita in pace e tranquillità, che però ancora non è possibile.

Quando sono venuto in Italia ho visto forte il desiderio di abbracciare la vita e la speranza, che mancano nella Striscia di Gaza. Mentre ero in Italia ho dimenticato per un po’ la paura e l’ansia e ho cominciato ad immaginare una nuova vita. Ma quando ho lasciato l’Italia per ritornare a Gaza, sono tornato immediatamente alla realtà.


Martedi 20 novembre, Deir al-Balah, Striscia di Gaza

disegno di Suaad 7 yearsAbbiamo appreso dai media della possibile tregua tra Hamas e il governo Isrealiano, per porre fine alla violenza che ha causato molte vittime. Questo ci ha lasciato supporre che la notte fosse calma, così ho cominciato a parlare ai miei figli della fine delle violenze.

I miei figli mi hanno fatto tante domande su questo conflitto: «Chi sono gli Israeliani? Perché ci uccidono? Perché lanciano bombe?» Tante domande. Ho avuto la sensazione che i miei figli siano cresciuti, ma mi sento così male nel veder crescere dentro di loro la paura per il futuro.

Mi sono seduto con loro nella mia stanza, li ho fatti sedere vicino a me, e ho cominciato a parlargli dei paesi europei e delle condizioni dei bambini lì. Ho raccontato loro dei miei viaggi in Francia e in Italia, e di come sia essere bambini in quei paesi.

Abbiamo sentito un grande e violento bombardamento vicino casa, ed in quell’istante sono crollate in me tutte le speranze di una tregua che metta fine alle violenze. Mi sono sentito come se parlare del cessate il fuoco fosse una bugia, e che sarebbe seguita solo più violenza.

Mio figlio Atef ha cominciato a piangere per la paura e mi ha chiesto «Perché abbiamo bombardato gli Ebrei? Vogliamo che Israele ci uccida?». Mia figlia Suad mi ha detto: «Che Dio uccida gli Ebrei ed Hamas».

Mia moglie ha tentato di calmare i bambini, dicendogli che i bombardamenti erano molto lontani da casa nostra, di non avere paura, che tutta questa violenza avrà fine.

Guardo negli occhi dei miei figli e vedo paura. Mi sento impotente.

In questi momenti difficili sento di non poter fare niente per aiutare le persone che ho vicino.

Non sono in grado di garantire la sicurezza della mia famiglia, perché tutti i territori nella Striscia di Gaza sono sotto mira.

Sono preoccupato per il futuro dei miei figli.

 

Guarda il suo video “By Smile” (Durata: 3′ 54”)

Cosa fare quando non puoi comprare i giocattoli? Li costruisci. Questi bambini vanno oltre le sfide e i limiti della povertà che si trova per le strade di Gaza, e inventano un’incredibile chitarra.




 

8 idee per cambiare il mondoVenerdi 16 novembre, Deir al-Balah, Striscia di Gaza. Quando ho sentito la notizia dell’attacco alla jeep militare Israeliana, tutti noi siamo stati presi da una grande ansia: sebbene sapevamo che le cose sarebbero peggiorate, non abbiamo realizzato immediatamente che i bombardamenti sarebbero stati così a larga scala. La prima notte è stata davvero difficile.

Le forze armate Israeliane hanno cominciato a bombardare vicino a casa mia, i miei figli sono stati presi dalla paura e dal panico. Mia figlia, che ha sette anni, mi ha detto «Non voglio morire, ho paura per quello che sta succedendo». Anche l’altra mia figlia, che ha cinque anni, ha cominciato a dare segni di panico e grande paura. È stata una lunga notte anche per mio figlio Atef, che ha dormito soltanto mezz’ora e si è svegliato per il frastuono delle esplosioni. Nelle ultime due notti Atef ha sofferto di enuresi, ha fatto la pipì nel letto. Non riusciamo a dormire, cerchiamo di tenere costantemente monitorata la situazione, guardiamo dalla finestra per vedere quello che succede fuori, anche se non riusciamo a distinguere il rumore dei tuoni da quello delle bombe.
Quando è iniziato ad albeggiare, un amico mi ha dato la notizia della morte di un nostro amico, che è stato ucciso a causa di un bombardamento, mentre era a casa sua. È stata una notizia terribile. Lui viveva nella zona vicina a quella da cui Hamas lancia i razzi verso Israele, e dove è stata lanciata l’offensiva e il bombardamento indiscriminato.
Quando è iniziato a splendere il sole, finalmente siamo usciti dalle nostre case per incontrarei nostri vicini, e ci siamo messi a seguire l’evolvere degli eventi attraverso le notizie date dalle stazioni radio locali. Non è facile seguire quello che succede, perché manca continuamente la corrente elettrica.

Ora siamo davvero preoccupati per l’evolversi della situazione qui nella Striscia di Gaza e soprattutto per l’attacco via terra dell’esercito.

Wesam Mousa ha 30 anni, vive a Deir Al Balah. È un giovane regista che centra il suo lavoro sul tema della giustizia sociale in Palestina. È stato Direttore della Radio Fursan Al Erada, la prima radio in Palestina a trattare il tema della disabilità. Ha partecipato a molti festival internazionali, fra cui l’Edinburgh Short Film Festival, grazie al suo documentario Breaker.

Guarda i suoi documentari
AlKasara – Breaker (Durata: 28’46’’, Sottotilo: EN)
La vita dei bambini di Gaza, che raccolgono e macinano macerie per guadagnare pochi soldi algiorno.

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=kS6Pes8EbEI Playground (Durata: 4’, Sottotitoli: EN)

I giochi inventati dai bambini di Gaza, alla ricerca di una normalità.
http://www.youtube.com/watch?v=-I7ZKLaZmog&feature=player_embedded

 


A night in Gaza Strip: Wesam’s witness account ( englishversion) 

Wesam Mousa participated at the International Conference 8 ideas to change the world as partof the 13th edition of the Anpas National Meeting of Solidarity, and presented his idea: MobileCinema. Wesam’s idea is to involve young Palestinian talents in documentary film-making, to showthe world the real face of Gaza Strip, using the method of writing and photography to unloadstress in children.

 

Wednesday 20 November, Deir al-Balah, Gaza Strip

I am now almost thirty years.

Twenty years ago, when I was a kid, I saw a lot of violence between the Israeli army and elements of Palestinian organizations.

I was exposed to a lot of difficult situations in my life, that etched in my memory to this day.

I lost many of my friends as a result of the war and Israeli incursions during previous periods.

I do not want my children to live like what I have seen in the past.

Here in Gaza, there are not much psychologists to remove the fear from my children.

I grew up a 30-year-old and the fear inside me had grown up became a 100-year-old.

I am afraid of the future on myself and my family.

I do not want my children grow up like me and fear grow up in their minds: “fear of the future, fear of life, fear of death, fear of the other ….”.

We live the largest and most violent wars with Israel. We hope for peace and sedentary lifestyle, but we don’t find.

When I traveled to Italy, I saw you embrace life and hope, which was missing in the Gaza Strip.

When I entered in Italy, I forgot fear and anxiety and in my imagination I began to dream of a new life. But quickly I went back to reality after leaving Italy to Gaza.

 

 

Tuesday 20 November, Deir al-Balah, Gaza Strip

We hear through the media about a truce between Hamas and the Israeli government to put an end to the violence, which left a lot of victims. We thought that the night would be quiet and began to talk with my children about the end of violence.

I faced a lot of questions from my children about this conflict: «Who are the Israelis? Why kill us? Why throw bombs?» Lot of questions. I felt as my kids grew up, but I was afraid to see grow up fear for the future in them.

I sat down with my kids in my room and put them next to me and started talking about the countries in Europe and children there. I talked in depth about my trip to France and Italy and how it is possible to be like Europe’s children.

We heard a violent and large Israeli shelling near my house. Started collapsing inside me hopes for a truce to end violence. I felt that talking about a cease-fire were lies not only more violence.

My son Atef started crying with fear and says «Why we bombed Jews? Do you want Israel to kill us?» My daughter Suad said «Lord die Jews and Hamas».

My wife started working to calm the children and tell them that this bombing is too far from our house, to not be afraid all this violence will end.

I look at the eyes of the children and I see fear and I am unable to do anything. In these difficult moments I feel helpless towards those around you.

I am unable to provide security for my family because all the places are targeted in the Gaza Strip.

I’m concerned for the future of my children in the Gaza Strip.

Look at his documentary “By Smile” (Durata: 3′ 54”)

http://www.youtube.com/watch?v=m4_uvVqm_IU

What do you do if you can’t afford to buy toys? You make them. These children go beyond challenges and limitations set by the kind of poverty you find on the streets of Gaza, and invent an incredible guitar-making machine.


Friday 16 November, Deir al-Balah, Gaza Strip. When I heard the news about the bombing of an Israeli military jeep, anxiety began to spreadamong us knew then that things will be tough, but we did not realize it would reach such alarge reduction of bombing.It was a difficult first night, when Israeli forces bombed some houses near my house. Fear andpanic started spreading among my children. My daughter, 7 years old, said: “I do not want todie, I’m very scared what happens”.

Began to show signs of panic and fear greatly to my daughter, who is 5 years old.It was a long night for my son Atef, slept half an hour and wake up more than an hour afterhearing the sound of explosions. He seemed to suffer from bedwetting during the last twonights.

We’re not sleeping and we are monitoring the situation and looking outside of the windows, wedo not differentiate between the sound of thunder and the sound bombs.
Began to dawn approaching, when the connection came from one of my friends to saysthat our friend was killed in his house, as a result of the bombing. It was bad news. My friendlives near the scene of Hamas rocket fire that the Israeli offensive began and indiscriminateshelling of the area.

Began the sun shines, we went out of our homes to meet with our neighbors and we begin tohear the news and follow-up events through local radio stations.We’re not able to follow up developments of events due to power outage.

We now bring the same event, but we are concerned about the evolution of events to the waron Gaza and the land entry of Israeli forces.

 


Wesam Mousa, age 30, lives in Deir Al Balah City. He is a young film director, whose workfocuses on social justice issues in Palestine. He served as the manager of the Public RelationsDepartment and Director at Fursan Al Erada Radio, the 1st radio station to speak on behalf ofdisabled people in Gaza. He is involved in many international festivals of film through the film Breaker.


Look at his documentaries
AlKasara – Breaker
The film talk about the suffering of people, especially children, and the bad circumstanceswhich they faced and still face every day because of the Israeli siege on Gaza.
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=kS6Pes8EbEI

Playground
http://www.youtube.com/watch?v=-I7ZKLaZmog&feature=player_embedded

Documentary film that focuses on children’s Games lives in Gaza during Nakba and Israelisiege, in addition to the revolutions and terrorism after Hamas control in Gaza.

 

 

 

8 idee per cambiare il mondo

 

Le idee per cambiare il mondo (video)

AhmedFedericaOthmanEzequielAntonio e AntoninHamzeh

 

Wesam Mousa (Striscia di Gaza), 30 anni, vive a Deir Al Balah. È un giovane regista, che focalizza il suo lavoro sul tema della giustizia sociale in Palestina. Ha il diploma di cameraman per la TV. È stato Direttore di Radio Fursan Al Erada, la prima radio in Palestina a trattare il tema della disabilità. Ha partecipato a molti festival internazionali grazie al suo film The Breaker. Vuole cambiare il mondo con “Mobile cinema”.

 

 

  
                                                             

 


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13° Meeting: l’idea di Ahmed

L’idea di Ahmed al 13°meeting Anpas

  
         

Energizer Shools – Watch FULL VIDEO – http://www.youtube.com/watch?v=l1ifDJbc6t0

Ahmed Khallaf (Egitto), ha 23 anni, vive a Shebin El-Kawm. È un giovane fisico ed è stato attivo in molte attività durante l’Università. Collabora con soggetti liberali e laici, nell’ambito sociale.È stato facilitatore del primo evento Open Space Technology in Egitto. Ha partecipato a molti incontri internazionali, specialmente nella zona mediterranea incoraggiando il dialogo interculturale. Il suo motto è: rispetta gli altri e poi condividi la loro conoscenza ed esperienza.

8 idee per cambiare il mondo

 

 

La fotogallery dell’incontro

  
   

 

La relazione introduttiva di Fabrizio Pregliasco, vicepresidente Anpas

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Gli eventi del meeting

Giovedì 27, L’assemblea dei giovani Anpas e l’inaugurazione del campo

Venerdì 28, “Volontariato e lavoro in sanità”

Venerdì 28, L’intervento sanitario nelle emergenze di protezione civile

Venerdì 28, Il passaggio di testimone e Tammorra Felice

Sabato 29, Giovani ed Euromediterraneo

Sabato 29, La firma del protocollo Anpas – Reluiss

Sabato 29, il concerto con Isteresi, Uducha e Fabio De Matteis

 


MANY – Mediterranean Autonomous Network for Youth

 


Le emozioni del Meeting dei volontari

 

Miriam NicoleManuela | DarioSerafino


 

Le idee per cambiare il mondo (video)

AhmedFedericaOthmanEzequielAntonio e AntoninHamzeh

 


 

Le fotogallery

Facce da Meeting

Le idee per cambiare il mondo

Tammorra felice

La webradio

La manifestazione e il concerto

Tutte le foto del meeting

  
   

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13° Meeting: l’idea di Federica

L’idea di Federica al 13°meeting Anpas

        

“Tutti i colori del soccorso” è l’idea di Federica, nata in Emilia, nei campi Anpas, dopo il terremoto

  
     

Federica Mondello, 22 anni, nata a Milano e vive a Sarzana, in Liguria. Hastudiato presso l’Istituto Tecnico Commerciale di Villafranca in Lunigiana, presso il quale ha conseguito il diploma di tecnico operatore turistico. Da maggio 2012  è volontaria nella pubblica assistenza La Misericordia & Olmo di Sarzana, in Provincia di La Spezia, dove ha frequentato anche il corso base di BLS. “Tutti i colori del soccorso” è il nome della sua idea.

 

La fotogallery dell’incontro

  
         

 

La relazione introduttiva di Fabrizio Pregliasco, vicepresidente Anpas

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Gli eventi del meeting

Giovedì 27, L’assemblea dei giovani Anpas e l’inaugurazione del campo

Venerdì 28, “Volontariato e lavoro in sanità”

Venerdì 28, L’intervento sanitario nelle emergenze di protezione civile

Venerdì 28, Il passaggio di testimone e Tammorra Felice

Sabato 29, Giovani ed Euromediterraneo

Sabato 29, La firma del protocollo Anpas – Reluiss

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13° Meeting: l’idea di Othman

L’idea di Othman al 13°meeting Anpas

        

  
 

 

Othman Mansour Hassan (Yemen/Egitto), 25 anni, è nato in Yemen e vive al Cairo. Ha sempre avuto forte interesse per le diverse culture e crede nel potere dell’educazione, delle lingue, dell’arte. Parla arabo, inglese, francese, spagnolo e un po’ di italiano. A breve inizierà la laurea specialistica in ambito della formazione internazionale e comparata. Al meeting parlerà di “Campagne linguistiche.

 

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Venerdì 28, Il passaggio di testimone e Tammorra Felice

Sabato 29, Giovani ed Euromediterraneo

Sabato 29, La firma del protocollo Anpas – Reluiss

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13° Meeting: l’idea di Ezequiel

L’idea di Ezequiel al 13°meeting Anpas

  
   

Ezequiel Iurcovich (Italia), sociologo e partner di Trasversale srl, è impegnato dal 2009 nelle attività della rete G2 Seconde generazioni per la modifica della legge italiana sulla cittadinanza. Nato in Argentina, vive in Italia da 27 anni. Ezequiel ci parlerà della “riforma della legge italiana sulla cittadinanza. Il riconoscimento della cittadinanza alle seconde generazioni nate e/o cresciute in Italia

 

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