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“Lo fai perché fa stare bene renderti utile”, la storia di Lucio

Non è cosa facile sintetizzare ventisei anni di volontariato “puro” di cui circa venti in Anpas, ma passando nella macchina dei ricordi trovare sempre un unico e solo motivo per continuare a farlo è semplicissimo. Trovarsi a contatto con chi ha subìto, per cause da loro indipendenti, la perdita di casa, affetti e quant’altro di caro della propria vita è un’esperienza forte che però ti tempra e fa sì che quel partecipare alle attività di un’associazione di volontariato diventi sempre più parte della tua vita. Hanno innescato in me una carica emotiva tale da convincermi che volontariato equivale ad un “credo”: lo fai perché fa stare bene renderti utile, gratuitamente ed incondizionatamente.

Lucio

 

Se poi hai l’occasione di guardare negli occhi una persona cha sta dentro una tenda da due mesi, ti convinci ancora di più che questo “credo” in cui crediamo è veramente utile e serve a tanto in un mondo che a volte inizia a girare al contrario e rende inspiegabili alcuni eventi.

Spero sempre che gli organi che sovrintendono il sistema del volontariato italiano siano accorti a far sì che questo credo non diventi merce di scambio del sistema che, a volte, ha delle lacune, al fine di essere sempre al passo con i tempi e non perdere mai i valori con cui, sin dai tempi più lontani questo mondo del volontariato si muove.

Lucio, Ente Corpo Volontari Enna. Anpas Sicilia

Lucio

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Pisa, 16 aprile “Affidamento dei servizi sociosanitari al volontariato”

Sabato 16 aprile Anpas ha promosso un seminario interno su “AFFIDAMENTO DEI SERVIZI SOCIOSANITARI AL VOLONTARIATO: approfondimento a seguito delle Sentenze Europee e Linee ANAC. Verso il Codice Etico Anpas”.

Un appuntamento, che si inserisce all’interno dei festeggiamenti per i 130 anni della pubblica assistenza Società Riunite di Pisa,  che ha portato a Pisa il Consiglio nazionale Anpas e i presidenti di tutti i Comitati Regionali per approfondire un tema centrale delle attività delle pubbliche assistenze: l’affidamento dei servizi sociosanitari. Un tema assolutamente attuale, non solo per le Linee Guida da parte dell’Autorità Anticorruzione (ANAC), ma anche il percorso di Riforma del Terzo Settore, licenziato poche settimane fa dal Senato e per l’imminente pubblicazione del Codice Appalti.

Pisa, 16 aprile "Affidamento dei servizi sociosanitari al volontariato"

Fabrizio Pregliasco ha sottolineato l’importanza del percorso del codice etico iniziato da Anpas “Lavoriamo per il consolidamento di una consapevolezza da dare alle associazioni attraverso una formulazione formale di un patto di corresponsabilità che non vuole avere linee ispettive, ma un modo per evidenziare l’impatto sociale di ciò che facciamo e la democrazia del nostro movimento. Il nostro codice etico sarà uno strumento per migliorare la qualità dei servizi. Per fare questo come prima cosa dobbiamo rimarcare la specificità della nostra storia per innovarla in uno scenario sempre più complesso.n quanto reti di secondo livello siamo luoghi dove poter verificare, controllare e far crescere la qualità.  Il volontariato sano c’è e si deve far conoscere per potersi organizzare rispetto al futuro. Per quanto riguarda la Riforma del Terzo Settore aspetteremo i decreti attuativi e per questo abbiamo individuato molti margini di azione nella nostra attività di condivisione con il parlamento e le istituzioni”.

Sandra Capuzzi (Responsabile Politiche Sociali ANCI Toscana, Assessora Politiche Sociali Comune di Pisa, Presidente Società della Salute pisana) ha concentrato il suo intervento sulla necessità di riformare il welfare su bisogni sempre più trasversali “I conflitti attuali sono frutto di una crisi di valori. Dobbiamo assolutamente essere in grado di dare risposte giuste a un sistema di bisogni che aumenta costruendo un rapporto diverso Abbiamo bisogno di mettere un’asticella partendo dai princìpi del volontariato”.

L’avvocato Roberto Damonte ha riportato la sua esperienza nella sentenza liguria mettendo in luce come le due sentenze (Liguria e Piemonte), stanno consolidando l’orientamento giurisprudenziale: “Non è stato facile spiegare che il volontarito in sede di Corte di Giustizia: l’idea che aleggiava era che il volontariato non essendo in grado di realizzare un servizio così importante e che praticasse quel servizio per finalità non meritevole di tutela. Il perseguimento della finalità sociale, la tutela della salute e l’equilibrio del bilancio sono i capisaldi i su cui la Corte ha scritto la sentenza sottolineando che il volontariato ha dignità costituzionale poiché è una delle modalità in cui si manifesta la libertà individuale ed evitare le gare a ribasso”

Claudio Tamburini ha commentato le due sentenze ricordando come in entrambi i casi si siano ispirate ai contenuti essenziali della legge 266 del 1991 e sul concetto di solidarietà contenuto nella costituzione e incarnato dalle associazioni di volontariato e nell’esigenza di riaffermare questi concetti nella nuova Riforma.

Il terzo intervento è stato quello di Paolo Michiara, avvocato in Parma, che si è esresso sul principio di sussidiarietà: “non c’è solo una doverosità dello stato, ma anche dei cittadini. Dobbiamo enfatizzare la storia delle pubbliche assistenze Anpas perché sono associazioni strutturate e storiche. Dei territori le pubbliche assistenze sono la storia. Anche il giurista si trova più a suo agio quando alle spalle ha una storia di questo tipo e noi siamo gli unici per queste particolarità”.

Nella sua relazione Patrizio Petrucci, past President Anpas ha evidenziato come quello attuale, con la Riforma del Terzo Settore approvata alla Camera sia un punto di svolta per il volontariato partendo dal concetto del bisogno reale del radicamento del territorio e il bisogno di pensare la rete: “In questa legge si fa riferimento all’impatto sociale e alla capacità reale delle organizzazioni di fare servizi. Per questo dobbiamo intensificare il rapporto con la cittadinanza. Per questo è important il percorso sul codice etico di Anpas non per difendere il volontariato, ma per svolgere i nostri compiti nell’interesse dei cittadini”.
Attilio Farnesi, presidente Anpas Toscana ha sottolineato come le varie sentenze ci devono far ragionare su un sistema che dovrbbbe essere esteso a livello nazionale “insieme al codice etico dobbiamo trovare linee comuni per la nostra storia e il nostro tratto distintivo”.

In apertura di convegno, Daniele Vannozzi, presidente della Pubblica assistenza di Pisa ha ricordato che il 30 di settembre la pubblica assistenza di Pisa festeggerà i 130 anni dalla fondazione: “Un impegno quotidiano quello preso con la nostra comunità e alle aspettative di tredicimila soci. Siamo in contatto diretto con i bisogni delle persone perché nelle nostre sedi passano circa 150mila persone e svolgiamo i nostri servizi con 700 volontari, ci confrontiamo con circa 35 medici di base e 50 specialisti”.

Sergio Breghi, volontario della pubblica assistenza di Pisa

In apertura di Consiglio Nazionale è poi intervenuto Marco Filippeschi, sindaco di Pisa. Nel pomeriggio la premiazione a Sergio Breghi, volontario storico della pubblica assistenza di Pisa.

Al seminario erano presenti alcuni dei protagonisti che hanno seguito i procedimenti delle Sentenze alla Corte di Giustizia Europea per il caso Liguria (2014) e Piemonte (2016) a difesa del volontariato in sanità. 

 

Pisa, 16 aprile "Affidamento dei sociosanitari al volontariato"

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Con L’Aquila

Anpas con L’Aquila

6 aprile 2017 – Otto anni dopo il terremoto che ha colpito l’Abruzzo alle 3.32. I volontari Anpas non hanno mai smesso far sentire la loro vicinanza alle persone colpite dal terremoto. Non solo nell’ambito dell’intervento nelle tendopoli o nel soccorso durante le prime ore, ma soprattutto per ricostruire, per ricordare e, citando Moni Ovadia (nel documentario di Anpas “Questa è L’Aquila“) “per far si che una volta che saranno sanate le ferite, nessuno potrà dimenticare cosa è stato”.

L'Aquila 2009

Dalle primissime ore dopo il sisma, con l’intervento delle pubbliche assistenze d’Abruzzo per i primi soccorsi, nel corso dell’emergenza l’impegno di Anpas e delle pubbliche assistenza è stato: oltre 2.300 volontari appartenenti a 353 pubbliche assistenze impiegati dalla Colonna nazionale Anpas di Protezione Civile dalle prime ore dell’emergenza fino a metà dicembre. In seguito i volontari Anpas hanno raccolto oltre 200.000 europer la ricostruzione del campo per la Polisportiva L’Aquila Rugby e lo ha inaugurato nel dicembre 2013 a Centi Colella: un impianto polifunzionale per le giovanili de L’Aquila Rugby (vedi gli aggiornamenti). A tre anni dal terremoto, Anpas (in collaborazione con Shoot4Change) ha girato un documentario Questa è L’Aquila” coinvolgendo le persone che hanno vissuto nel campo di Acquasanta per far tornare l’attenzione sulla città e per continuare a raccontare le vite di chi ha condiviso i mesi nel campo con i volontari Anpas.

Meta! L'inaugurazione del comitato Anpas Abruzzo e del campo under 12 de L'Aquila Rugby

 

La ricostruzione del campo di Centi Colella

Nel luglio 2012 l’Amministrazione Comunale di L’Aquila ha finalmente concesso i permessi per l’ampliamento dell’impianto sportivo di Centi Colella a poco più di un chilometro dal centro di L’Aquila. Il progetto, che sarà in parte finanziato grazie ai fondi raccolti dalla sottoscrizione Anpas, prevede lo spostamento del campo già presente (omologato dalla Federazione), la realizzazione di un nuovo campo per le attività degli under 12 e la costruzione di un edificio di due piani. La struttura ospita al piano terreno, gli spogliatoi, l’ufficio della polisportiva ed un’infermeria, mentre al primo piano è prevista la realizzazione di una “Club House”, un luogo aperto alla vita sociale della polisportiva…vedi gli aggiornamenti


Questa è L’Aquila – il videodoc di Anpas e Shoot4change con Moni Ovadia

 

A 3 anni dal sisma in Abruzzo, il network internazionale di fotografi Shoot4Change e Anpas – l’associazione Nazionale pubbliche assistenze, che raggruppa oltre 881 associazioni di volontari della protezione civile e del trasporto sociosanitario – uniscono le forze nel ricordo di quel tragico evento.  Entrambe le organizzazioni sono state coinvolte direttamente durante l’emergenza del 2009: Shoot4change con la realizzazione dei primi reportage di fotografia sociale; Anpas con l’intervento di oltre 2300 volontari provenienti da tutta Italia per portare assistenza alle popolazioni colpite, anche dopo i mesi delle tendopoli.

Crediti “Questa è L’Aquila”, di Andrea Cardoni e Andrea Ranalli con Rosamaria Sbiroli. Con le foto di Antonio Amendola, Alessandro Barteletti, Francesca Conforti, Alessandra Fratoni, Paolo Quadrini. Con l’amichevole partecipazione di Moni Ovadia.

E’ stato presentato il 6 aprile 2012 presso il Comune di Roma e al Cinema Palazzo  il docuweb che raccoglie le storie di chi vive nella città che è stata distrutta dal terremoto del 6 aprile 2009. Ogni storia è la testimonianza di un cittadino aquilano: è il ricordo del terremoto di una giornalista, gli aneddoti e le storie del Collettivo 3.32 e di una docente universitaria, le trasformazioni della vita quotidiana degli aquilani che hanno vissuto nelle tendopoli. Le storie di persone che ora, a tre anni dal sisma, iniziano a «vivere in cattività», come dice una delle protagoniste. Voce e volto narrante del documentario è Moni Ovadia.


Anpas premiata con la medaglia d’oro di conferimento della benemerenza di prima classe

 

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Non solo l’8 marzo, esperienze di donne Anpas

Dal tradizionale Gran Ballo della Croce Verde di Torino organizzato delle Dame Patronesse all’impegno internazionale in favore delle donne nei paesi in via di sviluppo. Ogni giorno 8 marzo

8 marzo – A Torino, nella Croce Verde, pubblica assistenza Anpas che quest’anno compie 110 anni, c’è un gruppo di donne che è una particolartà di Anpas. Dal 21 giugno 1907, anno di fondazione della Croce Verde, le condizioni economiche erano precarie e allora ad affiancare il soccorso dei militi, nacquero le infermiere crocerverdine e nel 1920 il Gruppo delle Dame Patronesse. Questo gruppo operava alla ricerca di aiuti da devolvere ai militi che, con i loro servizi usuravano vestiti e scarpe e non avevano mezzi per acquistarne di nuovi. L’impegno delle Dame Patronesse ha consentito, in passato, la realizzazione dell’annuale “Gran Ballo della Croce Verde”, che ultimamente si svolgeva presso il Circolo Ufficiali, raggiungendo un notevole successo sia dal punto di vista della partecipazione che dal lato economico.

Le dame patronesse della Croce Verde di Torino

 

Nel tempo le Dame hanno cambiato la loro attività nel raccogliere fondi per situazioni di marginalità e di povertà.  L’esistenza e la storia delle Dame Patronesse si sono sempre intrecciate saldamente alla vita e all’organizzazione della Croce Verde Torino e oggi il gruppo Dame Patronesse è composto da venti signore, socie della Croce Verde, il cui intento principale è la promozione e diffusione dell’immagine della Croce Verde Torino, il sostegno dei Militi Volontari e l’organizzazione di eventi che coinvolgano il maggior numero di persone possibile con lo scopo e l’ambizione di contribuire all’acquisto di ambulanze, vetture di servizio ed accessori indispensabili ad attrezzare i mezzi di soccorso. Allo scopo, vengono organizzate mostre, spettacoli e vendite benefiche che si svolgono nella sede della Croce Verde per permettere al pubblico di prendere contatto diretto con la realtà della stessa. La Presidente delle Dame Patronesse, infatti, eletta ogni tre anni, partecipa alle sedute del Consiglio Direttivo dell’Ente stesso in modo da promuovere quelle funzioni e quelle attività, che sono richieste e giudicate di particolare utilità.


Le dame patronesse della Croce Verde di Torino

 

Secondo Elsa Fulgenzi, responsabile pari opportunità Anpas, “quella delle Dame Patronesse di Torino è una particolarità di un movimento, quello di Anpas, che racconta un impegno eterogeneo da parte delle donne che ne fanno parte. Anche in ambito internazionale con il supporto all’imprenditoria femminile nei progetti di microcredito nei paesi dove Anpas fa cooperazione, Anpas conferma il sostegno alle donne. In Italia con il sostegno alle case di accoglienza e nei centri di ascolto, Anpas sta lavorando per favorire l’accesso in qualunque ruolo e qualunque settore anche all’interno del movimento che, prima ancora che venisse riconosciuto il suffragio universale, già permetteva alle donne di votare gli organismi direttivi delle associazioni. L’ importanza dell’otto marzo non è nella festa, ma nell’attenzione sulla condizione femminile che oggi non vede ancora garantite le pari opportunità”.

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Il nuovo www.anpas.org è online

Nuove funzionalità, più pagine dedicate alle storie dei volontari e delle pubbliche assistenze, nuovo layout: il nuovo www.anpas.org. Il presidente Pregliasco: “Un rinnovato luogo di relazione, servizio e informazione”. 

Ilnuovowww.anpas.org

Firenze, 1 marzo 2016. Un sito internet completamente rinnovato nella grafica, nell’architettura informativa e nei contenuti. Il nuovo www.anpas.org è stato pensato per facilitare la condivisione delle storie dei volontari delle pubbliche assistenze Anpas. Riorganizzate le sezioni, il patrimonio informativo, rinnovati i menù e i contenuti delle pagine.

Secondo il presidente di Anpas Fabrizio Pregliasco, “il nuovo sito di Anpas è uno spazio di relazione, di servizio e di informazione costruito per condividere le storie di un movimento nazionale fatto da novantamila volontari in tutta Italia. Va inserito in un contesto comunicativo molto più complesso di un singolo sito internet che cerca di essere quanto più coerente e armonizzato con i social network, le varie produzioni audiovideo”.

Il nuovo www.anpas.org Per facilitare la navigazione, le informazioni e i servizi sono organizzati in cinque aree tematiche (chi siamo, cosa facciamo, cosa puoi fare tu, Anpas informa e utilità) con l’obiettivo di raccontare un’associazione fatta prima di tutto da persone, volontari, che fanno parte di 880 pubbliche assistenze che operano su valori e scopi basati su una storia ultracentenaria per svolgere attività (dalla protezione civile al soccorso, dal servizio civile alla cooperazione internazionale) che rendicontano e svolgono guidate da una rappresentanza che la rappresenta anche in reti di volontariato, e associazioni a livello nazionale e internazionale.  In ogni singola pagina dei menù, sono poi presenti le storie dei singoli volontari, ma soprattutto i loro volti e i loro colori.

Semplice e chiaro. Una maggiore leggibilità attraverso la scelta di font più chiari e dimensioni più grandi. Più spazio anche alle fotografie e ai video. Il nuovo sito permette di consultare l’anagrafica e la mappa delle oltre 880 pubbliche assistenze Anpas, di cononscerne la localizzazione, i riferimenti online, gli indirizzi e i dati per la donazione del cinque per mille. Sono inoltre presenti i riferimenti dei 18 comitati regionali Anpas.

Open source, creative commons e responsive. Coerentemente con la mission e la storia del movimento delle pubbliche assistenze Anpas, il sito www.anpas.org oltre ad essere un sito in Creative Commons, è stato realizzato con Joomla, un CMS open source, con template e componenti gratuiti. www.anpas.org è mobile responsive, il sito è cioè ottimizzato per la navigazione via smartphone e tablet e ogni contenuto può essere facilmente condiviso sui principali social network. Sempre presente in tutte le pagine del sito la policy dei social media

Anpas in numeri. Oltre ad un maggiore spazio già dalla home page ai social network (instagram, youtube, facebook, twitter e flickr), tra le nuove pagine una pillola delle attività di Anpas raccontate in numeri a tutta pagina

…e a breve un nuovo spazio online

 

 

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Cos’è il virus zika

Si chiama Zika ed è l’oggetto di un allarme dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.  Ne parla Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas e virologo presso il Dipartimento Scienze biomediche per la salute dell’Università degli Studi di Milano.

Non è un virus cattivo: più del 25% dei casi decorre in modo asintomatico, tanto da somigliare a una normale influenza: si manifesta con mal di ossa, esantemi, eruzioni cutanee, febbre. Può determinare effetti sui nascituri se la mamma incita dovesse infettarsi: questo potrebbe potrebbe provocare la microcefalia del feto.
Il virus è trasmissibile per contatto sessuale e trasfusioni di sangue: ma solo una zanzara che infetta un soggetto anche sintomatico ad un’altro. Si diffonde ad una velocità altissima.
Non deve far pensare ad una pandemia come per Ebola, ma è é un problema di sanità pubblica che dobbiamo affrontare e che non va sottovalutato.

È un virus vecchio che fu scoperto nel 1947: Zika è il nome legato a una foresta dell’Uganda ed è trasmesso dalla zanzara aedes aegypti, responsabile anche di chikungunya e di dengue. Le prime epidemie preoccupanti sono state registrate nel 2007 in alcune regioni della Micronesia, in Colombia e in Nuova Caledonia. In questo momento c’è una forte epidemia in Brasile, tanto che i responsabili della sanità di Brasilia hanno raccomandato alle donne brasiliane di rimandare eventuali gravidanze.
Il contagio può essere diffuso in Europa anche dalla zanzara tigre, com’è avvenuto con una piccola epidemia di chikungunya che ha contagiato circa duecento persone.

In Italia, dove ad oggi non ci sono casi di decesso, i rischi sono quasi nulli, visto il periodo invernale e l’Aedes aegypti, che è il vettore anche della degne e della febbre gialla, vive in climi tropicali. Non esiste alcun vaccino contro il virus, per il quale l’unica forma di protezione è evitare la puntura della zanzara che trasmette la malattia. Occorre quindi intervenire con i sistemi di bonifica ambientale per ridurre la presenza di zanzare.

Sul sito del Ministero della Salute

Organizzazione Mondiale della Sanità

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DAEDOVE: l’app che mappa i defibrillatori in Italia

Si chiama DAEDOVE, gratuita, veloce, per Android e iOS ed è stata sviluppata dai volontari della pubblica assistenza Anpas Squadra Nautica di Salvamento di Verbania: permetterà di mappare i defibrillatori presenti in tutta Italia.

DAEDOVEUn’idea nata da un intervento fatto da un volontario della pubblica assistenza Anpas di Verbania all’uscita di un ristorante in occasione del quale è stato il primo a iniziare le prime tecniche di Rianimazione Cardio Polmonare (RCP): alla richiesta di dove fosse il defibrillatore più vicino,nessuno delle persone presenti sapeva fornire risposta. 

Ecco come è nata la necessità di DAEDOVE l’app gratuita, per Android e iOS sviluppata dai volontari della pubblica assistenza Squadra Nautica di Salvamento Anpas di Verbania per mappare i defibrillatori presenti sul territorio. In due mesi e circa 300 ore di lavoro è nata l’app DAEDOVE grazie al lavoro di Andrea Biotti (l’ideatore) e di Fabio Paracchini (sviluppatore).

DAEDOVE

“Fortunatamente in associazione abbiamo un programmatore informatico che è stato in grado di sviluppare l’app in economia, pertanto abbiamo potuto dare spazio all’idea a costo zero ma investendo sulla disponibilità dei nostri volontari” dice Dario Muzzarini, presidente della pubblica assistenza Anpas di Verbania. “L’ideatore della stessa pertanto ha passato diversi weekend a girare la provincia per mappare fisicamente i DAE presenti sul territorio”. Da qualche giorno però è stata rilasciata la versione 2.0 che è più stabile e permette l’inserimento dei DAE da parte degli utenti in possesso dell’app. Viene però fatta una verifica da parte degli sviluppatori per validare la reale presenza sul territorio: per questo sarà importante anche la validazione da parte delle altre pubbliche assistenze Anpas e degli altri enti di soccorso per la velocizzazione della verifica dei DAE sul territorio. Il prossimo obiettivo è di migliorare ulteriormente DAEDOVE con una versione multilingue e dei video tutorial.

L’importanza della defibrillazione. In Europa muoiono ogni giorno, per arresto cardiaco, l’equivalente dei passeggeri di due aerei jumbo, ogni anno 700mila persone. La Canon Business School ha stimato che in Germania il costo per il decesso per arresto cardiaco 4,3 miliardi di euro l’anno. Nove minuti è il tempo limite per portare soccorso e defibrillare qualcuno. Il defibrillatore semiautomatico (abbreviato con DAE, defibrillatore automatico esterno) è un dispositivo in grado di effettuare la defibrillazione delle pareti muscolari del cuore in maniera sicura, dal momento che è dotato di sensori per riconoscere l’arresto cardiaco dovuto ad aritmie, fibrillazione ventricolare e tachicardia ventricolare. Tuttavia, questi dispositivi non sempre sono visibili e la maggior parte delle persone, ritenendo di non averne bisogno, difficilmente memorizza dove sono disposti: questo può rendere pertanto vana la presenza di numerosi DAE, in quanto perdere tempo per cercare il dispositivo nei dintorni di dove si verifica l’evento significa spesso vanificarne il successivo utilizzo.

Il DAE per lo sport. Importante è l’attività di formazione coinvolgendo gli enti presenti sul territorio, sia pubblici che privati. Inoltre il Decreto dell’11 gennaio 2016 del ministero della Salute, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 13 del 18/01/2016, ha prorogato di sei mesi (dal 4 febbraio al 4 agosto 2016) l’obbligo, per le società sportive dilettantistiche, di dotarsi di defibrillatori automatici, al fine di salvaguardare la salute dei cittadini praticanti un’attività sportiva non agonistica o amatoriale. Le pubbliche assistenze Anpas continueranno comunque nell’impegno costante di sensibilizzazione, rafforzando i percorsi formativi dei cittadini su tutto il territorio nazionale e in collaborazione con Uisp presso i centri sportivi.

In questi giorni di lancio sono stati già registrati quasi 300 defibrillatori con DAEDOVE che è stata scaricata non solo in Italia, ma anche in Francia, Stati Uniti, Svizzera, Vietnam e Australia. “DAEDOVE rappresenta anche motivo di orgoglio, per me presidente e per tutta l’associazione, perché è dimostrazione del fatto che due volontari, con una sola idea e tanta voglia di fare, possono mettere in moto qualcosa di grande e di utile per tutti” ha dichiarato Dario Muzzarini, presidente della pubblica assistenza Anpas di Verbania che conta circa 100 volontari e che sta registrando sempre più ingressi di ragazzi. Un servizio quello della pubblica assistenza di Verbania che fornisce un servizio di emergenza sanitaria mediante due idroambulanze.

DAE DOVE è disponibile gratuitamente per dispositivi Android e Apple sui relativi store, è inoltre possibile visualizzare maggiori informazioni sul sito dedicato: http://www.daedove.it/

La Squadra Nautica di Salvamento, pubblica assistenza Anpas è nata nel 1987. L’associazione ha rappresentato più volte l’Italia alle Esercitazioni Mondiali di Salvamento (dimostrative: Gaeta, Terracina, San Felice Circeo, San Benedetto del Tronto, Imperia ), Assistenze e Manifestazioni (Campionato Mondiale di nuoto del 1994), inoltre è stata ed è attivamente impegnata nel settore della Protezione Civile , intervenendo per esempio in occasione dei seguenti eventi calamitosi: alluvione del 1993, del 1996 e del 2000 in Piemonte (Nizza Monferrato, Verbano Cusio Ossola….); Terremoto del 1998 in Umbria e Marche (Belfiore di Foligno) ricevendo il riconoscimento del Dipartimento della Protezione Civile. La pubblica assistenza Anpas di Verbania garantisce un servizio di ambulanze ed imbarcazioni H24 ( convenzione 24 ore su 24 garantendo un equipaggio ambulanza o barca a seconda della chiamata ricevuta dalla Centrale Operativa 118 del Verbano Cusio Ossola), facendo parte del servizio Regionale di emergenza sanitaria, ed è convenzionata con la Asl 14 per i trasporti intraospedalieri di pazienti non in regime d’urgenza (anche con auto mediche).

Inoltre dalla fine dicembre 2006 è convenzionata sempre con la Asl 14 per il servizio di Centro Mobile di Rianimazione. Le assistenze sanitarie comprendono invece tutti gli altri servizi non urgenti, programmabili come i trasporti per le visite e i trattamenti nelle varie strutture sanitarie del territorio, i ricoveri ospedalieri e le dimissioni, i trasferimenti intraospedalieri, il trasporto urgente e non di sangue ed emoderivati, le assistenze sanitarie in occasione di eventi sportivi, manifestazioni, feste, le assistenze sanitarie sui laghi Maggiore, Orta, Mergozzo con Gommone

L’accordo Anpas UISP http://www.anpasnazionale.org/comunicati-stampa/1958-anpas-uisp-2015.html

 

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Tesseramento 2016: se dici Anpas… #16Anpas

Se dici Anpas dici assistenza pubblica, dici prevenzione e #iononrischio, dici novantamila persone che ogni giorno si impegnano per costruire una società solidale. Se dici Anpas dici tutela dei diritti in favore di persone con disabilità, dici tutela del territorio, dici cooperazione in favore dell’infanzia in Paesi poveri. Se dici Anpas dici l’impegno di giovani che creano nuove soluzioni per diffondere un’idea concreta di volontariato e di partecipazione.

Con la tessera Anpas 2016 sostieni le attività di oltre ottocentottanta pubbliche assistenze e ribadisci il tuo impegno per partecipare alla costruzione di una società più giusta e solidale. Se dici Anpas dici che quest’anno sei parte di una storia di persone che da oltre centodieci anni si impegnano con passione e competenza in oltre mille comuni d’ Italia. 

Tesseramento Anpas 2016

Il valore della tessera Anpas. Anche nel 2016 Anpas ha avviato la campagna di tesseramento associativo nazionale (come sancito dall’articolo 11 dello statuto nazionale). La tessera associativa Anpas nazionale contribuisce alla diffusone capillare e alla conoscenza dell’organizzazione, e soprattutto all’appartenenza all’associazione nazionale pubbliche assistenze.

Sin dalla fondazione nel 1904, punto di forza del movimento delle pubbliche assistenze sono sempre stati i volontari (oggi novantamila) e i cittadini soci (oggi gli oltre trecentomilamila) che hanno sottoscritto la tessera nazionale Anpas esprimendo così l’adesione ai valori di Anpas, e la volontà di partecipazione per essere coinvolti negli obiettivi di Anpas. 
Il tesseramento è una scelta fondamentale che permette ad Anpas di poter contare maggiormente ne confronti delle Istituzioni e della società civile.

Tutte le pubbliche assistenze Anpas

Inoltre dà diritto alle pubbliche assistenze Anpas di partecipare in maniera attiva alla vita associativa del movimento.

“Tutti sanno, almeno lo speriamo, che nelle pubbliche assistenze vivono giovani ed anziani volontari che dedicano le loro ore di riposo concesse dal lavoro, che altri sciupano in divertimenti ed in pericolosa apatia, a favore dei malati, degli infortunati dei colpiti dalla sventura. E giova anche ricordare che questa opera è continua e ininterrotta sia nelle ore diurne che in quelle notturne senza nulla chiedere e senza nulla manifestare, tanto sembra loro un dovere di assistenza sociale fra esseri che vivono sotto lo stesso cielo e soggetti tutti agli stessi capricci che può giocare il destino…. Le necessità delle pubbliche assistenze sono necessità di popolo” Intervento di Zanchi rappresentante dell’associazione fra le Società di P.A. della grande Genova al Congresso di Milano (pag.13 degli atti del Congresso) 1946

La tessera associativa Anpas viene consegnata a tutti gli aderenti all’associazione sia in qualità di soci sostenitori che di soci volontari. La tessera è una delle fonti di finanziamento per Anpas Nazionale (come previsto dallo statuto, art. 23b)
Ai soci volontari viene consegnato un tesserino di riconoscimento.

La tessera è fruita ed è conforme al Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n.81 sulle Norme in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.

Tesseramento Anpas 2016

Il tesseramento: storia di partecipazione e appartenenza dal 1892 

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Aifa: misure sicurezza su gas medicinali

produttori “non possono più riempire le bombole di proprietà di terzi (farmacie, ospedali, autoambulanze). Anpas: Volontari e pubbliche assistenze hanno bisogno di tempo per potersi adeguare alle disposizioni dell’Aifa in materia di bombole per l’ossigeno.

28 ottobre 2015 – Anpas ricorda che il 31 dicembre 2015 entreranno in vigore le nuove disposizioni sull’utilizzo di contenitori e valvole per i gas medicinali, a seguito del comunicato dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) del 3 aprile 2015.

Tra le novità introdotte l’impossibilità per i produttori di gas medicinali di “riempire le bombole di proprietà di terzi (farmacie, ospedali, autoambulanze)” e il conseguente obbligo di utilizzare esclusivamente bombole di loro proprietà. Di conseguenza cadrà direttamente sui produttori (e non più sulle nostre associazioni) la responsabilità di verificare la sicurezza e la conformità degli impianti.

A seguito delle proteste di Anpas e di altre organizzazioni rispetto ai tempi applicazione delle nuove disposizioni (molte associazioni sono state costrette a cedere i propri impianti a un produttore autorizzato e/o titolare AIC), l’AIFA haconcesso una proroga al 31 dicembre 2015, termine entro il quale le associazioni dovranno adeguarsi.

 

AIFA su contenitori e valvole gas medicinali

 

IL COMUNICATO AIFA

Le confezioni di gas medicinali costituite dalle bombole e dai contenitori criogenici e dai relativi sistemi di chiusura (valvole di intercettazione o riduttrici), devono essere messe in commercio in condizioni tali da garantire la qualità del gas medicinale contenuto, nonché la sicurezza dei pazienti e degli operatori (personale addetto alla produzione e alla distribuzione, personale medico-infermieristico).

Il titolare AIC assume di fatto la responsabilità dell’immissione in commercio del gas medicinale, confezionato in bombole o in contenitori criogenici, che devono essere di proprietà dello stesso titolare di AIC.

Pertanto, al fine di assicurare la qualità e la piena conformità del gas medicinale immesso sul mercato, i produttori non possono più riempire bombole di proprietà di terzi (farmacie, ospedali, autoambulanze, ecc.) su richiesta di questi ultimi, ma devono utilizzare esclusivamente bombole proprie o appartenenti al Titolare AIC, in accordo alle confezioni autorizzate al rilascio dell’AIC.

Eventuali bombole già di proprietà di terzi potranno essere cedute ad un produttore autorizzato e/o titolare di AIC che, qualora ne verifichi la conformità alla normativa vigente, potrà utilizzarle dopo adeguata pulizia, sanificazione e riqualificazione secondo quanto previsto dall’allegato 6 delle GMP. Al fine di verificare se una bombola di proprietà di terzi possa essere riutilizzata dopo opportuna riqualificazione, il produttore deve effettuare almeno le attività di seguito indicate:

verifica della scadenza del collaudo delle bombole (è necessario acquisire i certificati previsti per legge rilasciati dal fabbricante o dal collaudatore) e dell’idoneità della colorazione;
verifica dell’assenza di ammaccature e bruciature sul corpo bombola;
verifica della corretta idoneità dell’etichettatura ADR / CE;
verifica della presenza del dischetto “per uso medico” con punzonatura contenente la partiva IVA del proprietario;
nel caso in cui le bombole siano dotate di valvole riduttrici, queste devono essere marcate CE (secondo la Direttiva 93/42/CE – Dispositivi Medici) e deve essere verificato che le stesse non siano scadute (la “durata di vita” è definita dal fabbricante del dispositivo medico);
verifica della presenza della marcatura TPED (secondo la Direttiva 99/36/CE) sulle valvole di intercettazione montate su bombole collaudate secondo la stessa Direttiva (il simbolo utilizzato per la marcatura TPED è una “P greca”);
nel caso di bombole con valvole di intercettazione non residuale e prive di pressione residua, deve essere prevista un’ispezione interna per controllare la presenza di liquidi e lo stato di conservazione delle pareti interne. A tal fine si ricorda che l’Allegato 6 delle Norme di Buona Fabbricazione (GMP) consiglia di utilizzare valvole a pressione residuale, di cui le bombole di proprietà di terzi non sono normalmente dotate;
controllo della filettatura delle valvola (stato e corrispondenza con il gas contenuto).
Inoltre, si ricorda che prima del rilascio sul commercio delle bombole riempite, deve essere eseguita un’accurata verifica della rispondenza delle caratteristiche della confezione con quanto riportato nel dossier e nelle determinazioni di AIC (capacità, pressione, materiale della bombola, tipo di valvola, ecc.).

Si sottolinea l’importanza dell’esecuzione dei collaudi e delle manutenzioni ordinarie e straordinarie dei contenitori e delle valvole riduttrici integrate montate sulle bombole e sui contenitori criogenici destinati a contenere gas medicinali, in quanto valvole non funzionanti o con flusso non conforme a quanto previsto possono pregiudicare il profilo di qualità, sicurezza ed efficacia del gas medicinale.

La verifica della correttezza del flusso deve essere effettuata con flussimetri adeguatamente tarati. Al riguardo si evidenzia che le valvole riduttrici sono dispositivi medici CE che devono essere conformi alla Norma UNI EN ISO 10524-3 “Pressure regulators for use with medical gases”. La precitata norma definisce le specifiche tecniche/costruttive e l’accuratezza che i flussimetri presenti sulle valvole devono rispettare. L’accuratezza deve essere verificata mediante i metodi previsti dalla norma suddetta e con le frequenze stabilite nel piano di manutenzione del costruttore della valvola. Il rispetto del piano di manutenzione e delle istruzioni di riempimento fornite dai costruttori delle valvole è fondamentale per garantire la qualità, sicurezza ed efficacia del gas medicinale.

A tal proposito si richiama l’Allegato 6 delle GMP che stabilisce:

Le bombole, i contenitori criogenici mobili e le valvole devono essere controllate prima della messa in servizio e devono essere sottoposte ad adeguata manutenzione. Laddove si utilizzano dispositivi medici marcati CE la manutenzione deve essere conforme alle istruzioni di manutenzione fornite dal fabbricante (cfr Allegato 6 p. 25);
La manutenzione e le operazioni di riparazione delle bombole, dei contenitori criogenici mobili e delle valvole sono sotto la responsabilità del fabbricante del prodotto medicinale.
Se le stesse operazioni vengono affidate a terzi questi devono essere qualificati e i contratti devono includere tutte le attività tecniche appaltate. I terzi devono essere sottoposti ad audit in modo da assicurare che vengano mantenuti i requisiti necessari (cfr Allegato 6 p. 28);
Prima del riempimento è necessario procedere ai seguenti controlli:
verifica della data di collaudo della valvola (nel caso di valvole che devono essere periodicamente verificate);
… (cfr Allegato 6 p. 30 (a-f).
La non conformità alle disposizioni previste dalle GMP e/o un utilizzo difforme da quello previsto dalla Scheda Tecnica del costruttore della valvola è considerata deviazione Maggiore o Critica dalle GMP, a seconda della gravità, e conseguentemente potrà dar luogo ad azioni restrittive nei confronti del produttore (ad esempio sospensione dell’autorizzazione alla produzione ai sensi dell’art. 146 del D.Lgs. 219/2006), ad eventuali ulteriori provvedimenti restrittivi sul prodotto già immesso sul commercio (art. 142 del D.Lgs. 219/2006), laddove si evidenzino rischi per la salute pubblica, e, se del caso, sanzioni amministrative e/o penali.

 

Il comunicato AIFA.pdf

Il chiarimento alla comunicazione 

Il sito AIFA

 

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