Comunicati stampa

Il Nepal, la scuola e la lezione del terremoto

La lezione del Nepal, le scuole e il diritto alla spensieratezza e alla sicurezza

Marco Mucciarelli (OGS) e Angelo Masi (Reluis) raccontano le azioni che verranno intraprese in Nepal con il progetto Anpas e l’importanza della sicurezza e della prevenzione del rischio sismico.

“La riduzione degli effetti dei terremoti è una corsa contro il tempo. Anche in Italia oltre al diritto all’istruzione dobbiamo garantire il diritto alla sicurezza e, quando si tratta di una scuola e di bambini, dobbiamo garantire la sicurezza e il diritto alla spensieratezza: bambini spensierati per genitori pensierosi”, dice il Prof. Angelo Masi (Reluis).

 

 

Il rischio sismico in Nepal era noto fosse alto e, all’indomani del terremoto, la situazione dell’edilizia scolastica è da risistemare.
Secondo Marco Mucciarelli (OGS) “il terremoto è avvenuto sulla faglia dove lo si aspettava e ha danneggiato sugli edifici più vulnerabili. I nepalesi stavano lavorando molto bene per ridurre il rischio, soprattutto sulle scuole: purtroppo il terremoto è avvenuto prima che avessero completato il loro programma di adeguamento antisismico”.

Masi sottolinea poi il ruolo fondamentale lo hanno le classi professionali e ciò che Reluis farà in Nepal: “c’è bisogno di fare prevenzione strutturale, ma anche azioni preliminari ed è di trasferire le conoscenze che abbiamo nella geofisica e nella geologia in Italia. Ed è uno strumento importante che forniremo dando il nostro contributo ai professionisti locali affinché possano progettare interventi. Coniugheremo la soluzione tecnica migliore con il costo minore possibile”

“Come OGS contiamo di portare dei materiali che servono ai professionisti locali per la caratterizzazione dei terreni di formazione, dei corsi al personale locale” prosegue Mucciarelli. “Oltre che fare delle indagini scientifiche nostre: in particolare stiamo sviluppando degli accelerometri a basso costo ma di buona qualità che permettano un monitoraggio efficace degli edifici strategici in paesi a basso reddito”

Anpas: scuole sicure in un sistema complesso. “È importante avere scuole sicure e docenti e ragazzi informati, ma per non rendere vani i vari progetti di scuola sicura occorre che il sistema scuola sia inserito nel contesto più ampio del piano comunale di protezione civile mantenendone accessibilità e connessione con il territorio” afferma Carmine Lizza, geologo e responsabile Protezione Civile Anpas. “In caso di un’emergenza, le scuole devono poter far parte di una macchina organizzativa dei soccorsi che deve tener conto anche del concetto di esposizione: non basta saper fare un’evacuazione, ma bisogna tener conto di variabili come gli orari, l’affollamento, le distanze dai luoghi di lavoro dei genitori, della mobilitazione dei mezzi e dei soccorsi a seconda anche del territorio”.

“La cosa importante che dobbiamo imparare da questo terremoto è che ogni giornata lasciata passare senza prevenzione è una giornata persa” conclude il prof. Marco Mucciarelli

I dati. Secondo la struttura di missione Italia Sicura sono 1.639 le scuole sicure che saranno interessate dagli interventi di messa in sicurezza ed agibilità del piano per l’edilizia scolastica del Governo. Secondo il rapporto Ecosistema Scuola il 32,5% degli edifici necessita di interventi di manutenzione urgente. Il 41,2% è in aree a rischio sismico, ma solo il 22,2% delle scuole ha effettuato la verifica di vulnerabilità sismica.

Il disegno di Isho dall’Istituto Motherhood Care Nepal

Istituto Motherhood Nepal - il disegno di Isho


Il progetto Anpas : formazione di geologi e ingegneri locali (con RELUIS e OGS), assistenza all’infanzia e ampliamento dell’orfanotrofio

In seguito al terremoto che ha colpito il Nepal lo scorso 25 aprile, Anpas, ReLUIS (Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica) e OGS (Istituto di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale) promuovono una raccolta fondi per la ricostruzione dell’orfanotrofio Motherhood Care Nepal a Lalitpur, vicino a Kathmandù, e la formazione di tecnici locali per la ricostruzione.

mappa progetto Anpas OGS ReLuis LalitpurIn questo momento i bambini più piccoli sono i più vulnerabili, soprattutto nei villaggi intorno a Kathmandù, quelli più vicini più vicini all’epicentro del terremoto e ad alta densità di popolazione. In questa zona, dove le costruzioni erano più fatiscenti, sono crollati quasi tutti gli edifici e si è registrato il più alto numero di vittime.
 
Per questo, per la prima volta, un’associazione di volontariato, Anpas, e due centri di ricerca, collaborano a un progetto di ricostruzione dell’istituto a Laitpur volto alla protezione dei bambini, al sostegno alle famiglie e alla formazione di personale locale.
Anpas sostiene l’istituto Motherhood Care Nepal dal 2007 per le adozioni internazionali e, insieme al personale locale, ha realizzato importanti progetti nella zona di Jhapa.
 
OGS e ReLUIS si impegnano a garantire che la scelta del sito e la progettazione antisismica dell’ampliamento dell’istituto saranno conformi ai migliori standard, e saranno usati come esempio pratico al termine di attività di formazione e sostegno dei geologi ed ingegneri locali che saranno svolte in una prossima missione in Nepal.
 
Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas commenta: “Un disastro epocale che sentiamo i numeri e non ci rendiamo conto ma non lo stiamo vivendo. in italia abbiamo avuto esempi di sofferenza di vite umane perse e questo ci deve far pensare sull’opportunità di vicinanza e condivisione di problematica in tutto il mondo”.
 
 
 
   


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 Anpas per il Nepal

 

Raccolta fondi per il NepalAnpas PER IL NEPAL: DONA ONLINE


Il 25 aprile una scossa di magnitudo 7,9 ha colpito il Nepal, provocando la morte di più di cinquemila persone, secondo gli ultimi bilanci. Ventiquattr’ore dopo, un’altra scossa, di 6,7 gradi, e una nuova valanga sull’Everest. Sono più di 3.700 le vittime causate dal terremoto che ha colpito il Nepal nel fine settimana. Il bilancio, secondo le autorità locali, è destinato a salire e molti centri abitati, soprattutto quelli vicino alle montagne, risultano irraggiungibili. I feriti sono più di 6.500. 

Insieme all’invio di esperti della Commissione Europea in materia di aiuto umanitario e protezione civile nella zona colpita dalla Crisi, l’UE ha messo a disposizione 3 milioni di euro. L’aiuto d’emergenza della Commissione mira a soddisfare i bisogni più urgenti nelle aree maggiormente colpite, fornendo acqua pulita, medicinali, ripari d’emergenza e strutture di telecomunicazioni.


Anpas in Nepal, il progetto




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Consultazione ANAC: il contributo di Anpas

Anpas nazionale ha inviato un proprio contributo alla consultazione pubblica dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) sulle “Linee guida per l’affidamento di servizi a enti del terzo settore e alle cooperative sociali”. Un tema centrale per le pubbliche assistenze che svolgono molti servizi nelle proprie comunità locali di riferimento per conto della Pubblica Amministrazione.

Il corteo del #meetanpas

Nel suo documento Anpas nazionale ha voluto rimarcare la specificità dell’affidamento di servizi sanitari e sociali alle Organizzazioni di Volontariato, anche alla luce della sentenza della Corte di Giustizia Europea dell’11 dicembre 2014 (113/2013 “Spezzino”) e di quelle del TAR Piemonte (1082/2015) e del Consiglio di Stato (3208/2015), che recepiscono la prima.

Il documento – che è stato redatto dopo aver consultato il Consiglio nazionale Anpas ed i Comitati Regionali – ha rimarcato come il Volontariato costituisca diretta attuazione del principio di solidarietà sociale della Costituzione italiana (artt. 2, 3, 32. 38) e di quello di sussidiarietà (art. 118). Con l’obiettivo di sottolineare il ruolo del volontariato sia nell’emergenza che nel trasporto ordinario, è stata ribadita la peculiarità del volontariato (L. 266/91) rispetto ad altre organizzazioni senza fini di lucro.

Per rafforzare le istanze di Anpas, anche i Comitati Regionali Anpas Toscana ed Anpas Lazio hanno inviato all’ANAC un proprio contributo, contenente con quello di Anpas nazionale e con riferimenti alle specifiche situazioni locali.

Tutti contributi pervenuti all’ANAC saranno pubblicati sul Portale dell’Autorità.

Il contributo Anpas Nazionale

Il contributo Anpas Toscana

Il contributo Anpas Lazio

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Riforma del terzo settore e volontariato: Anpas incontra il sottosegretario Bobba.

Riconoscimento delle reti di volontariato e del volontariato di pubblica assistenza, il servizio civile universale e l’affidamento dei servizi complessi anche per il volontariato al centro dell’incontro

 

Roma 9 settembre Si è svolto oggi a Roma l’incontro tra il Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali On. Luigi Bobba e l’associazione Nazionale pubbliche assistenze (Anpas). La delegazione Anpas, formata dal Presidente nazionale Fabrizio Pregliasco, dal Vicepresidente Ilario Moreschi e dal past president Patrizio Petrucci, ha illustrato le sue proposte di emendamenti al progetto di Riforma del Terzo Settore impresa sociale e servizio civile universale (DDL 1870), già condivisi con i Senatori Massimo Caleo, Stefano Esposito, Magda Angela Zanoni.

 

In particolare si è ribadita l’importanza del riconoscimento delle reti nazionali di volontariato e della peculiarità del volontariato di pubblica assistenza Anpas. “Nostro obiettivo è di rimarcare la presenza delle pubbliche assistenze in servizi storici quali il soccorso e la protezione civile, ma anche in attività diverse che ci hanno visto protagonisti insieme a Misericordie e Croce Rossa per la soluzione dei problemi delle comunità in un’ottica di sussidiarietà e di cittadinanza attiva”, ha commentato il presidente Fabrizio Pregliasco. “Negli anni è mancata la conoscenza delle istituzioni nazionali e del Governo sul nostro ruolo come palestra di cittadinanza attiva nei territori”.

 

Nel corso dell’incontro c’è stato un positivo riscontro da parte del Sottosegretario Bobba che ha garantito le modifiche sulla apertura al servizio civile agli stranieri regolarmente soggiornanti secondo la decisione della corte di cassazione nonché e quelle connesse ad una armonizzazione della normativa sul volontariato e in generale sul terzo settore. Per quanto riguarda la valorizzazione delle reti del volontariato, il Sottosegretario ha evidenziato la rilevanza del loro ruolo anche nel proporre a realizzare un servizio di accompagnamento alle associazioni più piccole. È stato anche discusso il recepimento delle normative europee riguardanti la direttiva appalti con la possibilità dell’affidamento dei servizi al volontariato. Anpas ha anche consegnato al Sottosegretario Bobba il suo contributo alla consultazione pubblica ANAC – Autorità Nazionale Anticorruzione.

 

“Un incontro proficuo”, conclude Pregliasco, “ma anche un contributo alla riforma che Anpas ha voluto dare sia al percorso di approvazione parlamentare del DDL che in vista della definizione dei successivi Decreti delegati”.

 

“È stato un incontro interessante e sicuramente proficuo”, dichiara il sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba, “e Anpas, che costituisce una delle più antiche e autorevoli associazioni di volontariato, ha ben illustrato le proposte di emendamento alla legge di riforma del Terzo Settore. Si tratta di proposte”, continua Bobba “in buona parte espressione di un pensiero che accomuna diverse realtà associative e che troveranno sicuramente, in seno alla discussione che oggi è cominciata in commissione I° al Senato, ampia discussione e il necessario approfondimento”.

 

A margine dell’incontro il Sottosegretario Bobba si è detto disposto ad attivarsi, presso i ministeri competenti, sulle modifiche che Anpas propone sul codice della strada, prima su tutte l’esenzione dal pedaggio autostradale per i mezzi di soccorso.

 

Fermitutti visto da Alessandra Fratoni e Daniel Alvarez

 

 

10 PUNTI CHIAVE PER Anpas

 

 

(1) Consentire la permanenza e la valorizzazione dell’azione volontaria nelle forme organizzative previste dalla Riforma del Terzo Settore (art. 2 comma 1)

 

Occorre difendere il carattere nazionale nella definizione dei principi fondamentali e dei caratteri del volontariato, non attribuibili alle legislazioni regionali, al fine di evitare differenze nella possibilità di esercitare il diritto sancito dalla Costituzione di svolgere l’azione volontaria in maniera uguale in tutto il territorio nazionale (vedi sentenza della Corte Costituzionale n.75 del 28/02/1992). Nelle diverse forme organizzative che saranno delineate dalla Riforma occorre quindi garantire la permanenza nel Volontariato, favorendone l’azione e considerandolo un valore aggiunto nella valutazione sociale degli interventi. Occorre difendere la peculiarità del volontariato italiano nella gestione diretta di servizi alla persona, garantendo – negli spazi previsti di discrezionalità della Pubblica Amministrazione – la possibilità di proseguire questa più che centenaria esperienza di partecipazione in ambito sociosanitario. Le pubbliche assistenze sono un tassello fondamentale della democrazia, in quanto scuole di partecipazione, coesione sociale ed advocacy. Ricoprono storicamente un ruolo essenziale nel welfare territoriale. I servizi svolti dalle associazioni. con il coinvolgimento dei volontari, sono strumenti per la realizzazione delle finalità e dei valori associativi.

 

 

(2) Codice del Terzo Settore ed Armonizzazione delle Leggi

 

Garantire alle associazioni attualmente ricomprese dalla Legge 266/91 di conservare le proprie caratteristiche peculiari anche per quelle realtà che sceglieranno di utilizzare la qualifica di impresa sociale per svolgere attività complesse, permettendo loro di continuare ad avvalersi del contributo dei volontari. Nel considerare positiva la definizione di un Codice specifico del Terzo Settore (art. 4), Anpas ritiene che, nel riordino della legislazione di settore, le prerogative e le peculiarità della legge quadro sul Volontariato (costruita sulla base dell’esperienza e della storia dell’associazionismo del nostro Paese) non siano cancellate come avvenuto per la legge 49 sulle ONG. Nell’ambito dell’armonizzazione delle leggi su Volontariato e Promozione Sociale (art. 5), si ritiene opportuno un chiarimento degli elementi distintivi delle due realtà.

 

 

(3) Rafforzare il passaggio da attività commerciale marginale a strumentale (art. 4, primo comma, punto e)

 

Nei decreti attuativi occorre rafforzare la possibilità per il Volontariato nel Terzo Settore di svolgere attività commerciali e di impresa strumentali alla realizzazione dei propri scopi istituzionali. Non si può riformare e potenziare il Terzo Settore se non si potenzia e si favorisce la sua economia specifica che è in gran parte rappresentata proprio da attività di fundraising. La definizione di criteri e vincoli – necessaria per regolamentare la contabilità separata tra attività di impresa ed istituzionale – non deve tuttavia comprimere la spinta di innovazione ed originalità delle organizzazioni di Volontariato e il loro radicamento nelle comunità.

 

 

(4) Valorizzare il ruolo del Terzo Settore nella relazione con gli Enti Pubblici (art. 4, comma 1, lettera m).

 

Anpas nel condividere le riflessione del relatore Lepri, ritiene prioritario un coinvolgimento del Volontariato nelle funzioni di indirizzo, coprogettazione e coordinamento dei servizi alla persona. Nel percorso di recepimento della direttiva comunitaria 24/2014 sugli appalti occorre tenere in considerazione che soccorso e trasporto sanitario – attività storicamente svolte dalle pubbliche assistenze – devono continuare ad essere considerate di interesse generale, fattibili con il volontariato, con finalità solidaristiche, come ribadito dalla sentenza della Corte di Giustizia Europea (n. 113 del 2014). In questa prospettiva occorrerà precisare, anche il sede di disegno di legge delega, la possibilità per le pubbliche amministrazioni di stipulare convenzioni dirette per il trasporto d’urgenza e ordinario con le organizzazioni di volontariato che rispondano ai requisiti indicati nella sentenza predetta.

 

Nel nostro paese il trasporto sociosanitario ad oggi viene svolto per oltre il 70% da associazioni di Volontariato che, oltre a garantire coesione, inclusione e partecipazione dei cittadini, permettono una sostenibilità complessiva del sistema.

 

 

(5) Riconoscimento in ambito scolastico e lavorativo delle competenze acquisite dei volontari (art 5, comma 1, lettera c) attraverso la validazione da parte delle reti di secondo livello di Volontariato.

 

 

(6) Centri di Servizio del Volontariato

 

Occorre una riflessione approfondita sul ruolo di servizio dei CSV (art. 5, comma 1 lettera e) prendendo atto dei limiti del loro sviluppo sui territori, come evidenziato da una recente ricerca CSV.net. Le riflessioni proposte dal Sen. Lepri sui CSV aprono a possibili nuovi scenari per lo sviluppo del Volontariato. E’ comunque necessario non disperdere l’esperienza maturata in oltre due decenni di attività al servizio del volontariato. E’ semmai utile e coraggioso immaginare strategie e modalità più vicine alle nuove esigenze e sensibilità ed anche, osiamo dire, alla maggiore maturità del volontariato italiano, anzi dei volontariati presenti nelle diverse forme organizzative.

 

 

(7) Impresa Sociale

 

Premesso che numerose pubbliche assistenze negli anni hanno gemmato strutture di servizio per affrontare attività complesse e meglio rispondere ai bisogni dei cittadini, spesso su richiesta delle Istituzioni, Anpas ritiene che l’impresa sociale – per come è intesa nel DDL – sia un’opportunità per l’ampliamento e l’innovazione dell’intervento del Terzo Settore. Si considera tuttavia fondamentale una maggiore chiarezza non solo nella definizione dei tratti costitutivi dell’impresa sociale, ma anche nelle modalità di azione, relazione e scambio fra terzo settore, soggetti for profit e Stato. Per qualificare l’impresa come sociale, oltre alla finalità, conta il modo in cui sono organizzate, gestite, governate e a cosa destinano i propri profitti. “Il terzo settore non va visto come una nuova area alla quale estendere le aspettative di rendimento di un’economia finanziarizzata. Deve avvenire l’opposto: le risorse finanziarie vanno portate dentro il terzo settore per incrementare l’impatto delle sue organizzazioni, per metterle in condizione di essere più incisive rispetto alle grandi questioni sociali” (cfr “Riforma del terzo settore, gli investimenti sociali sono trendy ma non è priorità” di Vincenzo Manes, Il Fatto Quotidiano, 16 maggio). Condividendo questa impostazione riteniamo che in tema di distribuzione degli utili il DDL non dovrebbe scostarsi da quanto già previsto per le cooperative sociali, estendendo quel meccanismo a tutte le organizzazioni dell’economia sociale. Occorre inoltre che sia prevista la presenza del Volontariato all’interno delle imprese sociali, attualmente non menzionato dall’art. 6 comma 1, lettera a.

 

 

(8) Riconoscimento delle reti di volontariato di secondo livello

 

Le reti di secondo livello sono la naturale evoluzione delle organizzazioni che, operando su scala locale, ma condividendo finalità e modalità di intervento sul territorio nazionale, hanno deciso di darsi una struttura volta al raggiungimento di obiettivi comuni più complessi e duraturi.

 

Occorre coinvolgere le organizzazioni con maggiore rappresentatività nella definizione delle linee guida su bilancio sociale e valutazione di impatto e garantire loro la possibilità di svolgere attività di supporto, vigilanza, monitoraggio e controllo, a fronte della previsione di specifiche forme di sostegno, anche attraverso convenzioni con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (art. 7, comma 2 e 3). E’ quindi centrale l’istituzione di un Registro nazionale con requisiti uniformi per tipologia di organizzazione validi in tutto il territorio nazionale.

 

 

(9) Rendere il Servizio Civile Universale (art. 8), cioè accessibile a tutti i giovani che chiedono di parteciparvi, mantenendone un’identità costituzionale fondata sulla “difesa della Patria in modo non armato e non violento”, come rilevato anche dalla relazione del Sen. Lepri, e non dalla formulazione attuale incentrata invece sui “valori fondanti della Patria”. Occorre inoltre garantire risorse adeguate come definire una proporzione nel bilancio dello Stato fra i fondi stanziati per la difesa civile, attività specifica del Servizio Civile, e quelli per la difesa militare. Affinchè il Servizio Civile possa essere a pieno un’esperienza educativa e di integrazione per i giovani è necessario mantenere la sua durata ad un anno.

 

 

(10) Aspetti fiscali

 

E’ assolutamente necessario superare, distinguere e regolare le ambiguità oggi presenti intorno ai concetti di “non lucrativo” e di “non commerciale” oggi confusamente recepiti dalla norma e dalla consuetudine.

 

Il fatto di essere un soggetto statutariamente “non lucrativo”, comunemente definito non commerciale o non profit, non deve essere confuso con il fatto che lo stesso soggetto possa svolgere attività commercialmente rilevanti, purchè risponda alla norma generale, per lo più fiscale, di trattamento di tali attività.

 

E’ necessario pertanto superare e semplificare tutta la teoria legata alle operazioni marginali o connesse definendo in modo chiaro e non ambiguo la soggettività degli enti e delineando in maniera chiara le eventuali agevolazioni o previsioni fiscali.

 

La distribuzione di utili è un fattore distorcente rispetto alle motivazioni che sottendono al mondo del terzo settore in quanto, differentemente a quanto accade per la cooperazione sociale, ove comunque esiste un nesso logico fra prestatore d’opera e remunerazione, chi decidesse di mettere a disposizione delle risorse finanziarie non dovrebbe poter esercitare un’influenza dominante sulle decisioni dell’ente e, soprattutto, dovrebbe essere consapevole di aver operato una scelta di investimento senza altro interesse che quello per lo sviluppo sociale. Senza aspettarsi in cambio nient’altro che un contributo alla crescita di questo paese. Rendendosi conto che anche questo è un modo per ricavare un beneficio dal proprio investimento, dove però più che i dividendi del capitale conta il contributo a rendere più accogliente la società in cui viviamo e lavoriamo.(cfr “Riforma del terzo settore, gli investimenti sociali sono trendy ma non è priorità” di Vincenzo Manes, Il Fatto Quotidiano, 16 maggio). Al fine di permettere comunque un flusso di liquidità verso tali organizzazioni, l’eventuale distribuzione di utili potrebbe essere calmierata con l’individuazione di “tetti” di remunerazione che non superino i tassi previsti per i titoli di Stato.

 

 

 

 

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La posizione di Anpas sul DDL passato alla Camera (18 aprile 2015 – Consiglio Nazionale) – pdf

LA POSIZIONE DI Anpas SUL DDL (28/30 novembre 2015 – Congresso nazionale)

IL CONTRIBUTO DI Anpas E CRI ALLARIFORMA


AGGIORNAMENTI


DOCUMENTI LEGISLATIVI

DOCUMENTI Anpas e PUBBLICHE ASSISTENZE

CONTRIBUTI ESTERNI

Anpas 2020

Cronologia ed azioni svolte da Anpas nazionale prima della definizione del progetto Anpas 2020

 

Prima della presentazione delle Linee Guida

Inserimento Riforma del Terzo Settore nel Documento FERMI TUTTI (condiviso con Confederazione delle Misericordie D’Italia) – Roma, 3 aprile

13 maggio 2014 Pubblicazione linee guida del governo per la riforma del terzo settore

 

Dopo la presentazione Linee Guida

Pontassieve, 17/18 maggio 2015

ASSEMBLEA NAZIONALE PRECONGRESSUALE

DIFFUSIONE E DISTRIBUZIONE LINEE GUIDA RIFORMA DEL TERZO SETTORE

RACCOLTA DI CONTRIBUTI DA COMITATI REGIONALI E CONSIGLIO NAZIONALE

DEFINIZIONE POSIZIONE DI Anpas SU LINEE GUIDA e successiva condivisione del documento con la CROCE ROSSA ITALIANA

CONTRIBUTO ALLA DEFINIZIONE DEI DOCUMENTI DEL FORUM DEL TERZO SETTORE E DELLA CNESC

 

22 agosto 2014 Presentazione da parte del Governo del disegno di legge di Delega al Governo per la riforma del Terzo Settore, dell’Impresa Sociale e per la disciplina del servizio civile universale (C 2791) (Commissione Affari Sociali della Camera)

Dibattito parlamentare (Commissione Affari Sociali)

Relazione con i Parlamentari

Contributo alla Definizione dei Documenti del Forum del Terzo Settore (attraverso la partecipazione al

Coordinamento e alla Consulta del Volontariato) e della CNESC

Partecipazione al gruppo di lavoro di Anpas Toscana di approfondimento sulla Riforma (insediamento 19 dicembre 2014)

Fiesole, 13/14 settembre 2014

Approfondimento sul DDL alla Conferenza dei Presidenti Regionali e della Direzione nazionale

Firenze, 18 ottobre 2014

Approfondimento sul DDL al Consiglio nazionale

Firenze, 22 ottobre 2014

Approfondimento sul DDL per i dipendenti della Segreteria nazionale e del Comitato Regionale Anpas Toscana

10 novembre 2014 Audizione del Forum del Terzo Settore e della CNESC alla Commissione Affari Sociali della Camera

Roma, 28/30 novembre 2014 CONGRESSO NAZIONALE

DIFFUSIONE E DISTRIBUZIONE DDL e normativa in essere su IIMPRESA SOCIALE con aggiornamento posizione di Anpas

Organizzazione di un GRUPPO DI LAVORO “DDL di Riforma del Terzo Settore: il contributo di Anpas nella realizzazione dei decreti delegati con Gianfranco Marocchi, Idee in Rete e Massimo Novarino, Forum del Terzo Settore. L’istant report del gruppo inserito nel documento finale del Congresso.

 

22 dicembre 2014 Presentazione di una proposta di legge di modifica della Legge del Volontariato (n. 2791) da parte di Capone, Patriarca, Amato, Carnevali, D’Incecco, Grassi, Mariano, Sbrollini

18 marzo 2015 Conclusione dell’esame degli emendamenti della Commissione Affari Sociali ed approvazione del testo (trasmesso alle Commissioni Bilancio e Tesoro e Affari Costituzionali della Camera – per un parere – e successivamente portato al voto dell’Aula).

 

 

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Cinque per mille: avviati i pagamenti del 2013

Cinque per mille, avviati i pagamenti 5×1000 del 2013

4 settembre  2015 – Il Forum del Terzo Settore segnala che il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sta avviando i pagamenti del 5 per 1000 del 2013 a partire dagli importi più rilevanti a scalare.

(dal sito www.lavoro.gov) Il decreto-legge del 6 luglio 2012 n. 95 convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012 n. 135 ha destinato le risorse complessive di € 400.000.000,00 per l’erogazione del “5 per mille dell’IRPEF” per l’anno 2013.

Anche per l’esercizio finanziario 2013 si applicano le disposizioni contenute nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 aprile 2010, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 131 dell’8 giugno 2010.

 

Il 14 maggio 2015 l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato gli elenchi degli ammessi e degli esclusi di competenza del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con l’indicazione delle scelte e degli importi spettanti a ciascun beneficiario.
Il 5 per mille dell’anno finanziario 2013 verrà erogato nel corso del 2015 e del 2016 dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per il tramite dell’Agenzia delle Entrate a seguito della trasmissione degli elenchi dei soggetti che hanno comunicato le coordinate bancarie (IBAN) valide alla stessa Agenzia.
Il Ministero del Lavoro si riserva di erogare il contributo del cinque per mille di importo inferiore a mille euro agli enti che non hanno comunicato le coordinate IBAN all’Agenzia delle Entrate e che nella richiesta formulata con il modulo enti privi di conto corrente dichiarano esplicitamente di non avere e di non volere un conto bancario/postale. In tal caso il pagamento avverrà in contanti al legale rappresentante dell’Ente presso la cassa della Tesoreria provinciale della Banca d’Italia. La somma dovrà essere obbligatoriamente riscossa entro e non oltre due mesi dall’arrivo dell’accredito in tesoreria.

Fermitutti visto da Alessandra Fratoni e Daniel Alvarez

 

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Riforma del Terzo Settore, Anpas e Misericordie: “Creiamo compattezza dove c’è disgregazione”

Un percorso condiviso sulla riforma del Terzo Settore

Anpas e Misericordie insieme per la Riforma del Terzo Settore. Venerdì pomeriggio (21 agosto) a Firenze, i vertici di Anpas e Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia si sono incontrati per analizzare insieme le prospettive del Volontariato in vista della Riforma del Terzo Settore, condividendo una serie di aspetti da proporre come emendamenti al disegno di legge.

 

Quello di venerdì è stato il primo di una serie di incontri che consentiranno ai due movimenti di presentarsi uniti con una proposta congiunta e condivisa da rivolgere al Volontariato italiano. Per le Misericordie erano presenti il presidente nazionale Roberto Trucchi, il direttore Andrea Del Bianco e i consiglieri Maria Pia BertolucciAldo Intaschi e Israel De Vito; per Anpas il presidente nazionale Fabrizio Pregliasco, il vicepresidente Ilario Moreschi, il presidente di Anpas Toscana Attilio Farnesi e il coordinatore nazionale Lucia Calandra.

Incontro Anpas e Misericordie

 

“Oggi assistiamo con profonda amarezza a una preoccupante frammentazione tra le grandi reti di rappresentanza del terzo settore che troviamo incomprensibile – affermano i presidenti Pregliasco e Trucchi ̶ . Per questo le due più grandi organizzazioni del volontariato italiano sentono l’impegno e la responsabilità di riaffermare i grandi valori del volontariato anche nel testo del disegno di legge delega. Siamo certamente un pezzo del terzo settore ma vogliamo ribadire con forza il ruolo e la specificità delle tante associazioni, grandi e piccole, che nel nostro Paese sono espressione di radicamento sociale, gratuità, solidarietà diffusa, cittadinanza consapevole”.

 

A breve sarà stilato il calendario degli incontri, il primo dei quali dovrebbe già tenersi ai primi di settembre.

Anpas e Misericordie

L’attività di ricerca

DDL Riforma: i 10 punti di Anpas (approvato dall’assemblea Nazionale Anpas, Viareggio 2015)

Il glossario della Riforma del Terzo Settore

La posizione di Anpas sul DDL passato alla Camera (18 aprile 2015 – Consiglio Nazionale) – pdf

LA POSIZIONE DI Anpas SUL DDL (28/30 novembre 2015 – Congresso nazionale)

IL CONTRIBUTO DI Anpas E CRI ALLA RIFORMA


AGGIORNAMENTI


DOCUMENTI LEGISLATIVI

DOCUMENTI Anpas e PUBBLICHE ASSISTENZE

CONTRIBUTI ESTERNI:

documento Forum Terzo Settore (audizione Senato 16 giugno 2015)

documento CNESC (audizione Senato 16 giugno 2015)

Anpas 2020


 

 

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Affidamento al volontariato del servizio di trasporto sanitario: il commento di Fabrizio Pregliasco alle sentenze Liguria e Piemonte

AFFIDAMENTO AL VOLONTARIATO DEL SERVIZIO DI TRASPORTO E SOCCORSO SANITARIO: il commento di Fabrizio Pregliasco alle sentenze Liguria e Piemonte

È tempo di grandi novità per le organizzazioni di volontariato che si occupano come le associazioni appartenenti all’associazione Nazionale pubbliche assistenze (Anpas) di svolgere servizi in ambito sanitario.

Una fondamentale sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del dicembre scorso e la discussione in Parlamento della legge delega sul terzo settore, prefigurano il ruolo di queste associazioni per gli anni a venire.

Una recente sentenza della Corte di Giustizia, dopo un lungo ed accidentato percorso della giurisprudenza nazionale, ha dichiarato compatibile con il diritto comunitario una normativa nazionale (nel caso una legge della regione Liguria) che consente agli Stati membri di stipulare convenzioni in via prioritaria e in forma diretta con le organizzazioni di volontariato escludendo l’applicazione delle procedure di gara.

La questione era stata sottoposta ai giudici dell’ Unione dal Consiglio di Stato, con riferimento alla fornitura di servizi di trasporto sanitario di urgenza ed emergenza , avendo questi ultimi messo in dubbio che l’affidamento diretto potesse costituire violazione di talune norme del trattato dell’unione. Il caso era stato sollevato nell’ambito di una convenzione quadro stipulata con la Regione da parte del Comitato Regionale Anpas Liguria.

La Corte di Giustizia ha invece affermato la compatibilità comunitaria con l’affidamento di quei servizi “in via prioritaria con affidamento diretto, in mancanza di qualsiasi pubblicità, alle associazioni di volontariato”; possibilità che tuttavia è rigorosamente condizionata al fatto che l’attività delle associazioni di volontariato contribuisca “effettivamente alla finalità sociale e al perseguimento degli obiettivi di solidarietà ed efficienza di bilancio cui detta disciplina è basata”.

I giudici europei, nella lunga sentenza, hanno individuato i presupposti dell’affidamento diretto alle ODV negli stessi contenuti della legge 266/91: finalità di solidarietà sociale, assenza di fini di lucro, prevalenza del personale volontario dell’attività associativa, rimborso delle spese, senza sovracompensazioni, nell’espletamento dei servizi con adeguata rendicontazione.

Principi che a questo punto si può ben ritenere costituiscano un importante precedente per tutte le organizzazioni di volontariato nel territorio dell’Unione.

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I principi sottesi alla decisione non sembrano limitarsi, quanto alla loro applicazione, al solo trasporto sanitario di emergenza ma appaiono suscettibili di applicazione anche nel servizio di trasporto sanitario ordinario. Una recentissima sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte, pubblicata nel giugno scorso, in applicazione dei principi stabiliti dalla decisione europea, ha infatti ritenuto legittimo l’affidamento diretto ad una associata Anpas, la Croce Verde di Torino, per il trasporto sanitario inter ospedaliero programmato e dal trasporto su patologia autorizzata e continuazione di cure. Si trattava in per lo più di trasporto dializzati per la somministrazione di cure in sede ospedaliera ovvero di trasporto di campioni biologici.

Da rimarcare come queste sentenze sono il frutto di un impegno dei Comitati Regionali Anpas della Liguria e del Piemonte che hanno dovuto destinare ingenti somme per le spese legali distolte così da utilizzi più utili per la comunità per puntualizzare un ruolo che de facto svolgiamo da oltre cent’anni e che possiamo e vogliamo continuare a svolgere anche nel futuro.

Questi orientamenti della giurisprudenza più recente sono destinati ad incidere sul contenuto della legge delega sul terzo settore in discussione al Senato soprattutto, per quanto riguarda il tema in parola, con riferimento all’attività di volontariato nei rapporti con la Pubblica Amministrazione . Su questo tema la legge delega non appare al momento recepire i principi contenuti nella sentenza della corte di giustizia anche se sin dal lancio delle linee guida sulla riforma del Terzo Settore da parte del premier Renzi la questione è stata posta auspicando l’armonizzazione delle disposizioni nazionali a quelle europeee.

Su questo punto Anpas nazionale ha predisposto delle proposte di emendamento al disegno di legge delega proprio allo scopo di precisare meglio l’ambito operativo dell’affidamento diretto; iniziativa che appare, a nostro giudizio, del tutto appropriata anche in considerazione del fatto che nei lavori parlamentari relativi alla recepimento della nuova direttiva appalti, non risulta preso in considerazione il ruolo specifico delle organizzazioni nei servizi sanitari e socio assistenziali.

Il recepimento dei principi della sentenza della corte di giustizia appare peraltro doveroso oltre che per ragioni di salvaguardia del ruolo di coesione sociale delle organizzazioni di volontariato nel servizio sanitario nazionale, anche in relazione alla indiscutibile prevalenza dei principi della corte di giustizia sulle norme di diritto interno.

Tutto ciò è utile per ricordare e ricordarci che le pubbliche assistenze sono nate, le prime 150 anni fa, in gravi condizioni di bisogni sanitari e sociali, senza che il settore pubblico vi fosse e svolgesse un ruolo in questi ambiti.

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Le pubbliche assistenze, quindi, non sono state supplenti dello Stato, ma l0 hanno anticipato. Questo è ciò cui oggi siamo ancora chiamati tenendo conto della situazione attuale di crisi e delle possibilità che ci pone di fronte, ma anche del sistema di regole in cui siamo inseriti e che vogliamo contribuire a riscrivere nell’ottica di un benessere generale che ci sta a cuore e che cerchiamo di perseguire. Tutto ciò a fronte di una non percezione della politica che non conosce questo mondo e che ci confonde scambiandoci anche con realtà che si sono infiltrate per svolgere queste attività e che non hanno nulla a che vedere con il volontariato o con aziende corrette e che rovinano l’immagine complessiva.

Il volontariato in ambito sanitario ha una lunga tradizione in Italia, tre sono le grandi organizzazioni: Anpas, Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia e Croce Rossa Italiana. Queste tre realtà pur con i distinguo derivanti da radici storiche diverse hanno svolto un ruolo determinante nel garantire servizi sanitari in particolare nel campo dell’emergenza urgenza quando ancora questo aspetto dell’assistenza sanitaria era trascurato e non c’erano a disposizione le conoscenze e le tecnologie odierne e le aspettative che oggi abbiamo come cittadini per una pronta risposta alle urgenze sanitarie che ci colpiscono.

Fabrizio Pregliasco,  Presidente Nazionale Anpas

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Sport e salute: l’accordo Anpas e Uisp

Sport e salute: comunità più sicure con operatori Uisp formati sul primo soccorso dai volontari Anpas

 

Roma, 9 giugno. Massaggio cardiaco, manovre di disostruzione delle vie aeree, uso del defibrillatore su adulti e bambini: sono alcune delle procedure di primo soccorso che Uisp e Anpas porteranno nelle comunità sportive di tutta Italia in base al “patto associativo” siglato dalle due associazioni nazionali.

 

Formazione e primo soccorso, dunque alla base della collaborazione tra i volontari del soccorso delle pubbliche assistenze Anpas e gli educatori e tecnici di UISP.

 

Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas «Un progetto che dimostra la vicinanza di intenti e la voglia di far crescere la comunità, in un’ottica ludica, in un stile di vita che riguardi sia il benessere quotidiano legato all’attività fisica, sia la capacità di intervenire in caso di emergenza da parte degli operatori che sono a contatto con le attività. Una comunanza di intenti centrata non solo sul fare, ma sulla capacità di generare la consapevolezza sul perché è importante saper portare soccorso e di come farlo per migliorare la comunità e la cittadinanza».

 

23 maggio: le gare del soccorso

«Questo accordo è un positivo passo in avanti per la diffusione della pratica sportiva sul territorio, in sicurezza e per tutti – dice Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp – testimonia che lo sport rappresenta un ambito di impegno civile e volontario che genera consapevolezza e responsabilità nei propri operatori. Il terzo settore esprime competenze ed esperienze che sa mettere in rete, al servizio dei cittadini che scelgono la pratica motoria e sportiva per promuovere salute e socialità».

 

 

 

uisp

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Il volontariato Anpas corre con il rally in Sardegna: 11-14 giugno

Il volontariato Anpas corre con il rally in Sardegna: cento volontari per l’assistenza alla tappa Italiana del World Rally Championship

 

L'assistenza al WRC

9 giugno Oltre 100 tra soccorritori volontari, autisti, infermieri e medici, un punto medico avanzato da 8 posti letto ad Alghero, un ufficio mobile, venti mezzi tra mezzi 4×4 sanitari e ambulanze: è l’impegno che i volontari delle pubbliche assistenze di Anpas Sardegna, in collaborazione con Croce Rossa, metteranno in campo per l’assistenza sanitaria e logistica alla tappa sarda del World Rally Championship che si aprirà giovedì 11 giugno e si concluderà domenica 14.

 

 

La corsa. Si aprirà giovedì 11 giugno alle ore 19.30 con la prova speciale a Cagliari. I sessantadue equipaggi e i loro team si sposteranno poi su Alghero – dove sono allestiti il parco assistenza e il quartiere generale della manifestazione – disputando 23 prove speciali su 1.000 km di strade sterrate della Sardegna da venerdì 12 a domenica 14 giugno. Oltre 100.000 persone tra spettatori e addetti ai lavori nei quattro giorni di gara. Sul tracciato sarà presente una postazione di volontari e ambulanza ogni 7,5 km di prova, mezzi 4×4 speciali per i tratti di sterrato: una macchina organizzativa partita da mesi e che in questi giorni si concretizzerà nell’assistenza sanitaria alla gara.

 

 

Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas dichiara: «Siamo felici come di partecipare, come volontari Anpas, di partecipare con una rete di volontari e mezzi di soccorso a un evento così importante per la Sardegna e per l’Italia. Un bellissimo esempio di sinergia sul territorio tra gli amici della Sardegna, altri volontari provenienti da Veneto, Emilia, Liguria, e la Croce Rossa Italiana e in collaborazione con Aciglobal). Complessivamente turneranno circa 100 volontari Anpas che non solo si occuperanno di assistenza sanitaria, ma anche del montaggio del posto medico avanzato ad Alghero e la presenza di Lamberto Cavallari (Anpas Veneto) come coordinatore nella direzione gara».

 

«È importante ricordare che nonostante l’impegno per tutti noi, le associazioni continueranno a svolgere i tanti servizi che svolgono quotidianamente nelle 36 comunità della Regione dove siamo presenti da più di trentacinque anni», dichiara Lucia Coi, presidente Anpas Sardegna. «Per noi questa è un’occasione importante perché ci dà l’opportunità di collaborare con altri volontari dei vari comitati regionali Anpas che ci stanno supportando in questo evento».

 

 L'assistenza al WRC


 
Le raccomandazioni per gli spettatori che vogliono assistere alla gara in sicurezza. Raggiungere il percorso prima della chiusura della strada. Lasciare l’automezzo in zona di sicurezza e lontano dalle strade di emergenza per i mezzi di soccorso. Attenenersi alle disposizioni dei commissari di percorso o addetti alla sicurezza. Posizionarsi in zona di sicurezza interno curva o traiettoria. abbandonare la postazione dopo il passaggio della “vettura scopa”.


Anpas Sardegna. Sono presenti 36 pubbliche assistenze Anpas, 2500 volontari che si occupano di protezione civile e tutela ambientale, soccorso e assistenza sanitaria e sociale, 138 mezzi.

L'equipaggiamento dei volontari per il rally


L’equipaggiamento (a cura della Croce Verde Castelnuovo ne Monti). Le ambulanze in configurazione CMR (Centro Mobile di Rianimazione) sono dotate di un monitor defibrillatore multiparametrico, di un ventilatore polmonare e di pompe siringa per la somministrazione di farmaci, oltre a tutti i presidi per l’immobilizzazione ed il trasporto di pazienti traumatizzati, ed agli elettromedicali di base.

 



Il materiale sanitario e i farmaci presenti all’interno dello zaino ALS consentono l’esecuzione di manovre rianimatorie avanzate ed il trattamento di pazienti politraumatizzati, quindi sono presenti presidi per la gestione delle vie aeree, per la gestione di grandi ustioni, ferite ed emorragie, per l’assistenza cardiocircolatoria e respiratoria e per la somministrazione di soluzioni infusionali.


 

L'equipaggiamento dei volontari per il rally
L’equipaggiamento è stato selezionato secondo le linee guida FIA e grazie all’attenta valutazione e selezione della direzione sanitaria della Croce Verde Castelnuovo ne Monti nella persona del dott. Ermanno Briglia, e degli anestesisti-rianimatori che collaborano con noi quotidianamente, in particolare il dott. Giovanni Salati, ai quali va un sentito e sincero ringraziamento.

Anpas ha monitorato attentamente con contributi fondamentali tutte le procedure per rendere un successo la preparazione degli equipaggiamenti per questo evento.

 

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Tutte le foto dell’assistenza al Rally d’Italia-Sardegna



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Protezione civile e social: aperta consultazione sui documenti fondativi della rete #socialProCiv. Anpas parte del progetto

Protezione civile: aperta consultazione sui documenti fondativi della rete #socialProCiv. Anpas parte del progetto 

Lunedì, 8 giugno 2015. È disponibile da oggi sul sito del Dipartimento della Protezione civile , il dossier dedicato all’iniziativa della rete #socialProCiv: si tratta di un lavoro, ideato e promosso da diverse realtà del sistema di protezione civile italiano, dedicato alla comunicazione di protezione civile sui social media.

#socialprociv Anpas

Coloro che entreranno nel dossier troveranno – oltre al racconto delle attività svolte negli ultimi due anni da un tavolo di lavoro molto variegato, formato da diverse realtà del sistema di protezione civile, tra cui anche operatori dell’informazione e della comunicazione sui social media – il manifesto della rete #socialProCiv e due documenti aperti alla consultazione pubblica: le indicazioni per la redazione di policy e le linee guida per la gestione degli account.

#SocialProCiv vuole essere una community digitale formata da tutte quelle realtà operanti nel campo della protezione civile italiana che intendono fare una corretta comunicazione del rischio e dare precise informazioni in emergenza anche attraverso i social media.

Il dossier disponibile sul sito del Dipartimento vorrebbe fornire agli attori del Servizio Nazionale della Protezione Civile che desiderano far parte della rete #SocialProCiv indicazioni pratiche e di principio per la loro presenza responsabile sui social, sia in emergenza sia in ordinario.

L’obiettivo è, quindi, favorire lo sviluppo di una rete digitale aperta a tutte le strutture pubbliche e private; una rete aperta, ovviamente, anche agli operatori dell’informazione che decidessero di veicolare sui territori i temi della prevenzione e della conoscenza dei rischi; una rete, quindi, al servizio dei cittadini come punto di riferimento per la comunicazione di protezione civile a trecentosessanta gradi.

 

Il manifesto di #socialprociv

I social media sono strumenti di comunicazione potenti e flessibili che veicolano informazioni in modo capillare e tempestivo. La libertà che consentono, l’alto tasso di interattività, la capacità di rendere virale un messaggio attraverso la condivisione rappresentano l’enorme potenzialità comunicativa di questi mezzi. Nella comunicazione di protezione civile queste stesse caratteristiche possono porre problemi di chiarezza dell’informazione, affidabilità delle fonti e rumore di fondo tali da disorientare gli utenti. Ciò nonostante questi strumenti, se utilizzati correttamente e integrati in un piano di comunicazione complessivo che non dimentichi tutti gli altri strumenti e canali di informazione possono rappresentare una risorsa importante sia per la prevenzione dei rischi che per la comunicazione in emergenza.


Con queste convinzioni nasce – dal confronto di numerosi soggetti del Sistema Nazionale – la rete #socialProCiv che si fonda sui seguenti principi:

1. #socialProCiv è una community aperta di soggetti che intendono fare comunicazione di protezione civile in ordinario e in emergenza sui social media in modo responsabile e confacente alla delicatezza del contesto in cui si opera. La rete è composta da istituzioni, enti, organizzazioni di volontariato e media operators che si riconoscono nel percorso di omogeneizzazione e autoregolamentazione della comunicazione di protezione civile sui social media, pur mantenendo l’autonomia delle proprie scelte e assumendosene tutte le conseguenti responsabilità. #socialProCiv vuole essere al servizio dei cittadini come punto di riferimento per la comunicazione di protezione civile in emergenza e in ordinario; cittadini che possono diventare essi stessi protagonisti della rete, contribuendo a rilanciare le informazioni che trovano in #socialProCiv.

2. Gli aderenti alla rete adottano un comune approccio comunicativo per consentire agli utenti di orientarsi sui social media in ordinario e in emergenza rispetto ai temi di protezione civile e di riconoscere le fonti di informazione che hanno sottoscritto il manifesto #socialProCiv.

3. Gli account che aderiscono alla rete #socialProCiv offrono una gestione trasparente e il più possibile omogenea dei vari profili social su cui operano, secondo le linee guida della rete.

4 Ogni aderente della rete #socialProCiv redige e pubblica una propria social media policy secondo le indicazioni condivise che la rete potrà discutere, elaborare e implementare in fasi successive. Tutti coloro che sottoscivono il manifesto si impegnano inoltre a seguire gli aggiornamenti del percorso individuati dalla rete #socialProCiv e ad adottare eventuali nuove indicazioni.

5. Le singole policy redatte dai soggetti aderenti alla rete chiariscono agli utenti gli standard di servizio offerti dai profili social (livello di interattività, orari di attività e monitoraggio del servizio, regole di moderazione, netiquette etc.)

6. In ordinario gli aderenti alla rete si impegnano a tenere vivo l’account attraverso la comunicazione del rischio (info sui rischi; norme di comportamento) così da accrescere la consapevolezza degli utenti sui temi di protezione civile. In emergenza gli aderenti alla rete pongono particolare attenzione a diffondere, sui profili social, informazioni e dati verificati provenienti da fonti attendibili.

7. Le policy redatte e pubblicate da ciascun soggetto aderente a #socialProCiv rappresentano un contratto etico con gli utenti, un patto che si pone l’obbiettivo di sensibilizzare ogni cittadino a una comunicazione responsabile e consapevole di protezione civile.

8. L’appartenenza dei soggetti alla rete #socialProCiv deve essere dichiarata e graficamente evidente sui relativi account e profili.

9. L’elenco degli account e dei profili social attivi degli aderenti alla rete è riportato in un database pubblico consultabile dagli utenti.

10. La rete #socialProCiv elabora, condivide e implementa glossari tematici e vocabolari di hashtag utili agli operatori e agli utenti della comunicazione di protezione civile sui social.

 

 

 

Social Prociv AnpasLa consultazione online – sito

La consultazione pubblica sulle versioni “beta” delle policy e delle linee guida per la gestione degli account resterà aperta per 30 giorni ai contribuiti che perverranno da parte di rappresentanti di amministrazioni, enti, organizzazioni di volontariato e operatori dell’informazione, contributi che saranno la base per gli aggiornamenti successivi dei documenti stessi.

 

1° pagina del dossier – Protezione Civile e social media. I social media e l’attendibilità delle informazioni. I social media sono strumenti di comunicazione molto potenti, divenuti negli ultimi anni parte integrante della vita quotidiana di tantissime persone. La loro caratteristica rivoluzionaria, rispetto ai media tradizionali, è quella di creare delle reti sociali in cui ogni singolo individuo può partecipare e contribuire illimitatamente sia alla trasmissione che alla condivisione di informazioni di qualsiasi genere. Questo fa sì che, in ambito di protezione civile, i social media rappresentino, allo stesso tempo, un’enorme potenzialità e una sfida impegnativa. In questo contesto, infatti, l’attendibilità, la correttezza e la precisione delle informazioni sono, letteralmente, di vitale importanza.

Il sistema italiano di Protezione civile. La “protezione civile italiana” è un sistema complesso che opera a livello locale, regionale e statale nel rispetto del principio di sussidiarietà. Autorità di protezione civile è il sindaco, l’istituzione più prossima al cittadino che, sia in ordinario sia in emergenza, detiene le informazioni più dettagliate e attendibili su quanto avviene sul proprio territorio, le strutture operative del Servizio nazionale, le aziende che erogano servizi essenziali, gli organi di informazione e i cittadini. Immaginare, nel nostro sistema, un unico profilo social della Protezione Civile sarebbe improprio, perché la protezione civile, in Italia, non è una singola istituzione ma una funzione attribuita a tante istituzioni e organizzazioni.

Che cos’è #socialProCiv. La protezione civile, nelle sua tante declinazioni, opera già da tempo sui social media. Comuni, province, regioni, forze armate e di polizia, organizzazioni di volontariato, istituti e gruppi di ricerca scientifica, enti e aziende pubblici e privati da anni, nella propria autonomia, comunicano utilizzando Facebook o Twitter. La rete #socialProCiv nasce per stabilire uno standard che, nel rispetto dell’autonomia di ciascun attore, possa aiutare a rendere più riconoscibile, chiara, utile e omogenea la comunicazione sui social media in ambito di protezione civile agli utenti. Con questo obiettivo, il Dipartimento della Protezione civile ha avviato dapprima una fase di studio, raccogliendo le buone pratiche emerse soprattutto dal territorio, per poi costituire un tavolo di lavoro che ha coinvolto diversi attori del sistema incontrati strada facendo.

Le tappe Il percorso ha avuto inizio con una prima giornata di studio dal titolo “Comunicare il rischio e il rischio di comunicare” organizzata a Roma, il 15 novembre 2013, dal Dipartimento della protezione civile. Già in quell’occasione, quando vennero delineati sia il contesto che le prospettive del lavoro da svolgere, emerse l’esigenza di individuare policy e linee guida comuni capaci di rappresentare una sorta di bench-mark italiano per la comunicazione sui social media in ambito di protezione civile.

In occasione della seconda giornata di studio, che si è svolta a Lucca il 15 aprile 2014 nell’ambito del Festival del Volontariato, il Centro Nazionale per il Volontariato, in collaborazione con il Dipartimento e con il giornaledellaprotezionecivile.it, ha indetto una call aperta a tutto il mondo del volontariato e alle altre componenti del sistema di protezione civile per raccogliere e far emergere gli esempi di buone pratiche nell’utilizzo dei social media in ambito di comunicazione del rischio e d’emergenza. Quelle esperienze sono poi servite come base di partenza per il lavoro successivo.

La terza giornata di studio si è svolta a Nuoro, in Sardegna, il 29 ottobre 2014. Si è trattato di un workshop rivolto alle strutture operative ed alle componenti del sistema di Protezione Civile, soprattutto a livello regionale, organizzato dall’AILUN (associazione per l’Istituzione della Libera Università Nuorese) e dal Centro di Simulazione avanzata SIMANNU, in collaborazione con il Dipartimento e ilgiornaledellaprotezionecivile.it.

La tappa seguente è stata il dar vita a un tavolo di lavoro aperto innanzitutto alle organizzazioni incontrate nei primi due appuntamenti, incluse quelle selezionate dalla call, allo scopo di redigere una bozza di Linee guida e Policy da condividere, infine, con l’intera rete, dando modo a tutti i possibili aderenti al progetto #socialProCiv di poter contribuire proponendo integrazioni o modifiche.

I documenti #socialProCiv Il tavolo di lavoro si è riunito tre volte, sempre a Roma, nella sede del Dipartimento della Protezione civile, giungendo all’elaborazione di tre documenti. Il primo, che è stato chiamato Manifesto #socialProCiv, ha il compito di raccontare che cos’è #socialProCiv, a chi è rivolto, quali obiettivi si propone. Il secondo è il documento che riguarda le Policy, ovvero il patto di chiarezza e la carta dei servizi che ogni aderente alla rete #socialProCiv dovrà redigere autonomamente seguendone le indicazioni. Il terzo è il documento delle

Linee guida: una sorta di manuale per aiutare gli aderenti a #socialProCiv a organizzare il lavoro dei propri profili social secondo una comune strategia.

Il manifesto

La consultazione su policy e linee guida

 

Il primo incontro di #socialprociv


           

 

Approfondimento: Magazine Protezione Civile

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Pedaggio, la nota del MIT ai concessionari esenti i servizi di soccorso in emergenza svolti da volontari formati.

Pedaggio, la nota del MIT ai concessionari sull’esenzione dei servizi di soccorso in emergenza svolti da volontari formati. 

24 maggio – Secondo la nota una nota inviata dal MIT ai concessionari della rete austradale saranno esenti dal pagamento del pedaggio con Telepass anche i servizi di soccorso in emergenza effettuati dai volontari formati. 

“Nell’attività “soccorso sanitario assistito” (medico o infermiere a bordo) – si legge nella circolare del Ministero – deve essere ricompreso anche il trasporto effettuato con personale volontario adeguatamente formato, purché il trasporto stesso avvenga nell’ambito della circolare relativa all’esenzione dal pedaggio autostradale per i veicoli delle associazioni di volontariato e organismi similari”. È quanto stabilito da una nota di precisazione che il Ministero dei Trasporti ha inviato a tutti i concessionari della rete autostradale al temine dell’incontro che si è tenuto al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con una delegazione Anpas (formata da Fabrizio Pregliasco, presidente Nazionale, e Attilio Farnesi, Anpas Toscana) e il Direttore della Struttura di Vigilanza sulle Concessionarie Autostradali, Mauro Coletta.

Tema centrale dell’incontro è  la richiesta di riconoscere per le stesse attività  l’esenzione del pedaggio ai veicoli di soccorso delle associazioni di volontariato.  “Nei prossimi giorni presenteremo le nostre proposte in audizione al Senato per l’inserimento delle nostre istanze nella legge delega della riforma del Codice della strada”, dichiara Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas. “Questa precisazione questo apre un grande spazio di esentabilità per i trasporti, ospedale-ospedale eseguiti dal nostro personale volontario. Le pubbliche assistenze che hanno aderito alla piattaforma proposta in precedenza riceveranno a breve una nota sulle modalità operative per l’esenzione”.

Il soccorso non deve pagare pedaggio

 

 

Il soccorso non deve pagare pedaggio

Guarda tutta la fotogallery della manifestazione #fermitutti 

 

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Nuovo aggiornamento inviato alle pubbliche assistenze sulle modalità e la tempistica di attivazione della piattaforma web


La guida pratica per le associazioni di volontariato

La circolare di Anpas su nuova procedura

Il comunicato stampa della nuova circolare, 2 ottobre 


Il testo della circolare del Ministero del 18 settembre


L’incontro alla IX Commissione trasporti a Montecitorio (1 aprile)

Fermitutti! la pagina della manifestazione

La disdetta di Società autostrade per l’esenzione dei  telepass per i mezzi di soccorso (2 aprile)

Montecitorio – L’incontro con Pierpaolo Vargiu, presidente Commissione Affari Sociali Camera (3 aprile)

Ministero dei Trasporti –il mancato ricevimento della delegazione Anpas al ministero (3 aprile)


Il DOCUMENTO Anpas e Misericordie presentato ai parlamentari ed al Governo (apri pdf)


Il video della giornata: il Giornale Radio Sociale

               


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