Archivio storico

“Proxima estacio Balkan” una storia dalla guerra in Jugoslavia

“Proxima estacio Balkan” una storia dall’assistenza al campo di Posuje, durante la guerra in Jugoslavia, in ebook. Scarica gratuitamente in pdf o epub

Un diario di viaggio, un lista delle cose da portare per andare a portare assistenza ai popoli in guerra in Jugoslavia, un tema sulla noia e una poesia. Proxima estacio Balkan è una lista di esercizi dell’umanità: è l’esercizio di Amir che nel 1993 aveva nove anni e che doveva scrivere un tema ed una poesia, quellodi Esma che dovevaraccontare la guerra che aveva vissuto per quarantott’ore, l’ esercizio di Sarah che scriveva lettere alla figlia emigrata in Italia, è un ringraziamento alla famiglia Smailagic per essersi raccontata alle autrici. scarica l’ebook gratuito pdf epub

Il progetto. L’archivio vive di storie e le storie della storia possono rivivere attraverso narrazioni nuove. Ogni storia dell’archivio può essere uno spunto per dare vita a nuove storie, a nuovi percorsi di ricerca e a nuove narrazioni che, partendo da un indizio di archivio, ibridano fiction, ricostruzione storica, reportage, diario, saggio, lettera e altre forme narrative.

Proxima estacio Balkan” è una storia scritta dall’officina dei narratori Anpas con gli indizi dell’archivio storico Anpas Firenze, serie Progetti, fascicolo Ex Jugoslavia, frutto di un laboratorio di scrittura pensato per ri-raccontare le storie dell’archivio storico ibridando forme narrative come fiction, ricostruzione storica, reportage, diario, saggio o lettera.

Posuje - la palestra (foto di Francesco Pellegrini)

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Proxima estacio Balkan è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Proxima estacio Balkan è stato scritto da Francesca Orrù e Valentina Tienghi. Della stessa collana dell’Officina dei narratori Anpas “Novantasei”, di Simona Pinco e Wieruszka Sporys.

Coordinatore del Progetto: Maurizio Garotti.


L’archivio storico Anpas.

Nel 2009 l’Archivio storico di Anpas Nazionale ha ricevuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali So­vrintendenza Archivistica per la To­scana la dichiarazione di interesse culturale in quanto esso costituisce una fonte di primaria importanza per lo studio dell’associazionismo di pubblica assistenza in Italia e per documentare la storia sociale, la tradizione e l’innovazione dell’assistenza pubblica in Italia. Come e quando consultare l’Archivio Storico Anpas. L’archivio storico di Anpas nazionale e del Comitato Regionale Anpas Toscana si trova in Via Pio Fedi 46/48 a Firenze. È possibile la consultazione on line degli inventari attraverso la piattaforma informatica OsseeGenius. La consultazione dei fondi archivistici è aperta ad utenti esterni previo appuntamento dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 17.00.   Per gli appuntamenti per la consultazione dell’Archivio scrivere a: segreteria2@anpas.org e formazione@anpastoscana.it  Tel. +39 055.303821 e 055.787651

 

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“Novantasei” una storia in ebook dal terremoto in Irpinia

Novantasei una storia dal terremoto in Irpinia in ebook. Scarica gratuitamente in pdf o epub


Due amiche, un viaggio, una tesi di laurea che le porta in Irpinia, l’incontro con Vincenzo in un negozio che porta la scritta “Grasature”: da qui inizia un viaggio lungo novantasei secondi, tanto è durato il terremoto del 23 novembre 1980. Novantasei secondi, un minuto e trentasei: ecco quanto ci mettono la vita di Vincenzo e della sua soccorritrice a incontarsi e a cambiare per sempre. scarica l’ebook gratuito pdf epub

Il progetto. L’archivio vive di storie e le storie della storia possono rivivere attraverso narrazioni nuove. Ogni storia dell’archivio può essere uno spunto per dare vita a nuove storie, a nuovi percorsi di ricerca e a nuove narrazioni che, partendo da un indizio di archivio, ibridano fiction, ricostruzione storica, reportage, diario, saggio, lettera e altre forme narrative.

Novantasei” è una storia scritta dall’officina dei narratori Anpas con gli indizi dell’archivio storico Anpas Firenze, serie Protezione Civile, sottoserie Emergenze del settore Protezione Civile (1966-2000), fascicolo 7, frutto di un laboratorio di scrittura pensato per ri-raccontare le storie dell’archivio storico ibridando forme narrative come fiction, ricostruzione storica, reportage, diario, saggio o lettera.

Grottaminarda 1980

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Novantasei è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Novantasei è stato scritto da Wieruszka Sporys e Simona Pinco. Della stessa collana dell’Officina dei narratori Anpas “Proxima estacio Balkan”, di Francesca Orrù e Valentina Tienghi. Coordinatore del Progetto: Maurizio Garotti.


L’archivio storico Anpas.

Nel 2009 l’Archivio storico di Anpas Nazionale ha ricevuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali So­vrintendenza Archivistica per la To­scana la dichiarazione di interesse culturale in quanto esso costituisce una fonte di primaria importanza per lo studio dell’associazionismo di pubblica assistenza in Italia e per documentare la storia sociale, la tradizione e l’innovazione dell’assistenza pubblica in Italia. Come e quando consultare l’Archivio Storico Anpas. L’archivio storico di Anpas nazionale e del Comitato Regionale Anpas Toscana si trova in Via Pio Fedi 46/48 a Firenze. È possibile la consultazione on line degli inventari attraverso la piattaforma informatica OsseeGenius. La consultazione dei fondi archivistici è aperta ad utenti esterni previo appuntamento dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 17.00.   Per gli appuntamenti per la consultazione dell’Archivio scrivere a: segreteria2@anpas.org e formazione@anpastoscana.it  Tel. +39 055.303821 e 055.787651

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Archivio storico: il terremoto del Belice

Dopo le prime scosse accadute nel pomeriggio e nella serata del 14 gennaio causando danni limitati, un terremoto di magnitudo stimata Mw pari a 6.3 alle 3.01 del mattino del 15 gennaio 1968 colpì 15 comuni del Belice. Dei quindici paesi interessati, dieci furono quelli maggiormente colpiti e, fra questi, quattro furono completamente distrutti: Gibellina, Montevago, Salaparuta e Poggioreale. L’area danneggiata in modo più rilevante fu molto vasta, all’incirca un triangolo che va, ad ovest, da Menfi a Salemi, attraverso Partanna e Santa Ninfa e, ad est, a Poggioreale attraverso S. Margherita. Secondo INGV la sequenza sismica durò a lungo, sino a febbraio del 1969. La scossa principale fu preceduta da una serie di eventi minori iniziati il 14 Gennaio, di cui tre con magnitudo momento Mw compresa fra 4.9 e 5.2, e seguita da altri 79 eventi, con una forte replica di magnitudo Mw=5.5 il 25 gennaio. Riuscire a ricavare numeri certi per la ricostruzione è pressoché impossibile perché, di fatto, è ancora in corso oggi, a 48 anni dalla sequenza sismica. Solo fino al 1990 (Di Sopra, 1992) gli stanziamenti ammontavano alla cifra di 7.932,6 miliardi di lire (circa 4 miliardi di Euro).

Terremoto del Belice

“Lo schiacciamento del tetto da parte delle macerie, aveva provocato la rottura del finestrino laterale permettendomi, dopo qualche minuto, di uscire, scavando nelle macerie, dalla macchina e quindi fuori dale rovine. Aiutavo il collega a usciree grazie all’utilizzo della torcia elettrica in dotazione alla macchina di servizio, ci rendemmo conto della nostra posizione cercando di individuare i punti noti del paese oramai completamente distrutto e pressocché irriconoscibile. Non dimenticherò mai il silenzio surreale che regnava intorno, nel buio, scandito da numerosi energici altri tremori”. 

La testimonianza di Pino Aceto (Anpas Sicilia)  della pubblica assistenza Il Soccorsoche nella qualità di Guardia di Pubblica Sicurezza.  Ero arrivato nelle zone colpite dal terremoto inviato dal Questore, incaricato di foto-documentare l’accaduto, non si era ancora a conoscenza della reale situazione in merito a danni a persone o cose. Da subito insieme ad altri colleghi già presenti in zona ci siamo attivati per un primo soccorso alla popolazione con distribuzione di primi viveri di conforto di pane e latte caldo e la distribuzione di coperte che nel frattempo arrivavano. Intorno alle due di notte di lunedì mi trovavo a Poggioreale e avendo saputo che era in arrivo un camion carico di coperte del nostro Reparto Celere di Palermo, con il collega autista a bordo della “850” dell’amministrazione ci stavamo portando incontro al camion proveniente da Gibellina e diretto a Poggioreale. Giunti a Salaparuta ci ha sorpreso la forte scossa di terremoto a causa della quale è stato raso a suolo il paese. Il crollo delle abitazioni sulla strada ci sorprendeva e ci intrappolava all’interno della nostra automobile. Probabilmente, posso ancora raccontare l’evento, poiché fortunatamente una grossa trave di legno appartenente al soffitto di una casa prospicente alla strada, nel crollo si disponeva in direzione trasversale alla strada proteggendo il tetto della macchina: il crollo delle costruzioni veniva attutito dalla trave prima di sommergere la nostra macchina.

Terremoto del Belice

Ci rendevamo conto quindi, di essere all’ingresso del paese di Salaparuta. Giungeva, dopo qualche tempo, sul posto, il camion con le coperte che noi aspettavamo. L’autista a bordo del camion non si era accorto della gravità della situazione. A quel punto, ricordo di essere entrato nel panico perdendo i sensi. Ricordo di avere ripreso coscienza di quanto accaduto e mi ritrovai – dopo essere stato a mia volta soccorso dai colleghi intervenuti – nei pressi di Gibellina, dove ero stato portato dal collega con il camion. A Gibellina si erano intanto adunati altri colleghi e cittadini scampati dal crollo delle abitazioni. Ci rendevamo conto di non potere chiedere aiuto, non essendoci più alcun sistema di comunicazione funzionante. Le abitazioni erano crollate, la locale Stazione dei Carabinieri era crollata e gli apparati radio e telefonici non erano più funzionanti.

La gestione del primo intervento. Esisteva una colonna mobile dei Vigili del Fuoco con sede a Roma e dei distaccamenti locali. Insieme alla Pubblica Sicurezza costituita da Polizia e Carabinieri, e tutti, dipendevamo dalla Prefettura. Il comando delle operazioni sul posto veniva affidato al più alto in grado presente sul posto delegato dal Prefetto.

La mattina all’alba con l’arrivo dei soccorsi provenienti dalle località vicine, per la perlustrazione della zona alla ricerca di eventuali feriti, dei soccorritori udivano le conversazioni radio provenienti dall’autovettura sepolta. Veniva identificato il mezzo e iniziavano le operazioni di soccorso nel tentativo di trovarci noi feriti o addirittura deceduti all’interno della vettura. Il protocollo fu, nell’immediato di comunicare al nostro commando che eravamo dispersi.  La notizia pervenne in casa a mezzo dei notiziari radiofonici, i cui corrispondenti sul posto, appresa la notizia della macchina della Polizia sepolta da macerie, comunicò anche i nominativi dei due dispersi che potenzialmente potevano trovarsi a bordo.

Essendo inesistente una organizzazione di Protezione Civile i soccorsi erano molto lenti e venivano prestati dalle forza dell’ordine e dai Vigili del Fuoco. La macchina dei soccorsi è stata molto complicata per causa della viabilità interrotta e dei mezzi di comunicazione non piu funzionanti. Dopo qualche giorno, si aggiunsero a noi nelle operazione di soccorso alla popolazione Esercito e Marina. 

L’archivio di storie del terremoto del Belice 

L’archivio storico Anpas sul Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche 

L’archivio storico Anpas Toscana sul Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche

La fotogallery

Fonti 

http://www.archiviomemoriagrandeguerra.it/
http://www.grandeguerra100.it/
http://www.europeana1914-1918.eu/it
Il video-doc interattivo del Guardian http://www.theguardian.com/world/ng-interactive/2014/jul/23/a-global-guide-to-the-first-world-war-interactive-documentary


Nel 2009 l’Archivio storico di Anpas Nazionale ha ricevuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – So­vrintendenza Archivistica per la To­scana la dichiarazione di interesse culturale in quanto esso costituisce “una fonte di primaria importanza per lo studio dell’associazionismo di pubblica assistenza in Italia” e per documentare la storia sociale, la tradizione e l’innovazione dell’assistenza pubblica in Italia

L’inaugurazione dell’Archivio storico di Anpas

Consulta l’archivio storico Anpas online

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Come e quando consultare l’Archivio Storico Anpas. L’Archivio storico di Anpas nazionale e del Comitato Regionale Anpas Toscana si trova in Via Pio Fedi 46/48 a Firenze.   È possibile la consultazione on line degli inventari attraverso la piattaforma informatica OsseeGenius.  La consultazione dei fondi archivistici è aperta ad utenti esterni previo appuntamento dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 17.00.  

Per gli appuntamenti per la consultazione dell’Archivio scrivere a: segreteria2@anpas.org – formazione@anpastoscana.it 

Tel. +39 055.303821 – 055.787651

 

 

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Sasso Marconi: l’anniversario dell’incidente aereo al Salvemini

Il racconto di Bruno, volontario intervenuto durante l’incidente aereo all’istituto scolastico Salvemini di Casalecchio di Reno, il 6 dicembre 1990.

6 dicembre. Dodici ragazzi morti, di cui quattro di Sasso Marconi; più di 80 feriti, la metà di questi provenivano dal nostro comune. Molti erano stati miei alunni alla scuola media. Questo fu il tragico bilancio del disastro all’istituto scolastico “G. Salvemini” di Casalecchio di Reno quando, il 6 dicembre 1990, un velivolo militare cadde sulla scuola. 

salvemini

Nonostante siano passati tanti anni, il ricordo di quei tragici avvenimenti è ancora vivo, un  dolore per le famiglie delle vittime e per i ragazzi che sono rimasti gravemente segnati da quel terribile avvenimento, per il quale non vi è stato neppure il conforto di una giusta attribuzione di responsabilità.

Anche per me quel ricordo è particolarmente doloroso. Quella mattina venni chiamato dal centralinista della pubblica assistenza, per avvisarmi che la radio collegata con le ambulanze cittadine segnalava un aereo in fiamme sul cielo di Bologna, pertanto occorreva che mi tenessi pronto ad intervenire come soccorritore volontario, nell’equipaggio di una seconda ambulanza, oltre a quella di turno. Dopo pochi minuti arrivò la richiesta di intervento.

Quando io e Paolo Fabbri, l’altro soccorritore, arrivammo a Casalecchio, all’inizio della Bazzanese, da tutte le parti incontrammo ragazzi che correvano, urlanti e spaventati.

Arrivati in via del Fanciullo, al Salvemini, trovammo l’inferno: un grande squarcio nel muro fra le due finestre di un’aula nell’angolo basso dell’edificio, fumo dalla fusoliera dell’aereo entrato nell’aula, fiamme che uscivano dall’ingresso principale della scuola, un denso fumo nero che usciva da alcune finestre del piano superiore, altre parti dell’aereo sparse nel prato circostante, ragazzi con i volti anneriti dal fumo, piangenti, inebetiti, tremolanti, paralizzati assistevano; parecchi erano a terra, feriti perchО si erano lanciati dalle finestre per sfuggire al fumo e alle fiamme, altri erano paurosamente appesi ai davanzali di alcune finestre, dalle quali usciva una densa nube di fumo nero.

I Vigili del Fuoco della vicina caserma, già stavano spegnendo le fiamme e soccorrendo gli alunni che non erano riusciti ad uscire dalla scuola, con scale, attraverso le finestre.

Le nostre 2 ambulanze e quella proveniente da Bazzano – le prime ad intervenire – furono subito impegnate a soccorrere i ragazzi feriti, gli intossicati, gli ustionati e a trasportarli agli ospedali cittadini, assieme alle altre ambulanze nel frattempo sopraggiunte.

Alla folla di genitori che man mano arrivava ad accerchiare il luogo della tragedia e angosciosamente cercavano i propri figli, si cercò di dare risposta affiggendo alla vetrina di un vicino esercizio commerciale, un elenco dei feriti ricoverati nei vari ospedali.

Per molti genitori l’angoscia poi continuò per ore perché continuarono a non avere notizie dei propri figli (a quei tempi non esistevano ancora i telefoni cellulari), continuando a cercarli nei diversi ospedali. Conclusi gli interventi di soccorso, fino a sera fui poi impegnato presso il Centro di medicina legale, per l’assistenza ai genitori che vi si recavano, alla ricerca dei propri figli che non erano rientrati a casa e non risultavano fra i ricoverati negli ospedali.

In me è ancora molto vivo il ricordo dello strazio di quelle ore, i corpi di dodici persone straziati, contorti, alcuni irriconoscibili, nel forte odore di kerosene.

Ricordo il supplizio di padri e madri che non erano riusciti a contattarsi e giungevano separati, la struggente disperazione di quei genitori che riconobbero la propria figlia fra le vittime, dopo che si erano già recati all’ospedale dov’era ricoverata un’altra ragazza con lo stesso nome e cognome, l’assillante tormento che mi esprimevano alcuni genitori, che già mi conoscevano perché ero stato insegnante dei figli e mi chiedevano rassicurazioni. La rabbiosa disperazione di alcuni, il silenzio lacerante di altri, le urla strazianti e il violento rifiuto di una madre alle autorità militari che in serata arrivarono a portare le condoglianze. Una tragedia che con il tempo non si riesce a dimenticare.

Dopo l’intervento in seguito all’attentato ferroviario a S. Benedetto Val di Sambro il 23 dicembre 1984, questa fu la seconda grande emergenza che impegnò la nostra associazione; ancora una volta la nostra appartenenza alla comunità locale determinò anche un nostro forte coinvolgimento emotivo, di grande condivisione. Negli anni successivi questo si è ripetuto molte altre volte in tanti interventi nelle calamità di protezione civile e di solidarietà

Bruno Capri

L’impegno della pubblica assistenza Ireos (Firenze)

Firenze, 14 dicembre: test anonimo e gratuito presso la pubblica assistenza Ireossito prevenzione@ireos.org

Torneo Ping Pong Rosso per un kit Safe Sex – sito

 


 

 

 

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Archivio storico: il messaggio di Pietro Ingrao

La creatività e i giovani come patrimonio del paese: il messaggio di Pietro Ingrao

“Ritengo che l’opera delle associazioni di volontariato che hanno nobili e antiche tradizioni, costituisca un contributo grande di solidarietà umana, un patrimonio umano e morale di cui il paese ha bisogno. Questa opera ci dimostra anche quale potenziale di creatività può essere sviluppato quando ci si rivolge con fiducia al senso comunitario, all’iniziativa responsabile dei cittadini, prima di tutto dei giovani, combattendo e superando vecchie visioni burocratiche e paternalistiche. 

L’attività di soccorso volontario e disinteressato, ai singoli e alle popolazioni, che svolgete sviluppa un più alto livello di coscienza sociale, rafforza la convivenza civile, realizzando esperienze di mobilitazione unitaria laica e democratica.
Spero che il vostro incontro abbia fecondo risultati e serva ad estendere la vostra iniziativa verso il mondo dei giovani verso le aree più povere del nostro paese”
Pietro Ingrao, Viareggio 30.10.78 Seconda assemblea del volontariato – Archivio Storico Anpas.

Ingrao Archivio storico Anpas

 

L’archivio storico Anpas sul Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche 

L’archivio storico Anpas Toscana sul Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche

La fotogallery

Fonti 

http://www.archiviomemoriagrandeguerra.it/
http://www.grandeguerra100.it/
http://www.europeana1914-1918.eu/it
Il video-doc interattivo del Guardian http://www.theguardian.com/world/ng-interactive/2014/jul/23/a-global-guide-to-the-first-world-war-interactive-documentary


Nel 2009 l’Archivio storico di Anpas Nazionale ha ricevuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – So­vrintendenza Archivistica per la To­scana la dichiarazione di interesse culturale in quanto esso costituisce “una fonte di primaria importanza per lo studio dell’associazionismo di pubblica assistenza in Italia” e per documentare la storia sociale, la tradizione e l’innovazione dell’assistenza pubblica in Italia

L’inaugurazione dell’Archivio storico di Anpas

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Archivio: Elisoccorso

 

10 – ELISOCCORSO

 

 

10_Elisoccorso

 

 

1. Opuscolo informativo del progetto di emergenza medica e soccorso in elicottero “Elimedica”. La pubblicazione (presentata nell’estate 1986 con tiratura 30 mila copie) descrive nel dettaglio il corretto utilizzo del servizio di soccorso offerto dall’Unione regionale Emilia Romagna e dalla pubblica assistenza di Ravenna. Le illustrazioni sono strisce a cura del disegnatore che si firma con lo pseudonimo “Why”. – scarica in pdf

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“Il cuore è nelle radici”, Anpas ha inaugurato l’archivio storico – Firenze 16 febbraio 2013

È stato inaugurato oggi, a Firenze l’archivio storico dell’associazione Nazionale pubbliche assistenze. Insieme agli archivisti che hanno curato la ricerca Gaia Baglioni, Roberto Baglioni, Elisabetta Bettio, e Rita Romanelli, all’evento hanno partecipato Fulvio Conti (Università di Firenze), Fausto Casini e Attilio Farnesi (presidenti di Anpas Nazionale e Anpas Toscana), Patrizio Petrucci (Presidente Cesvot), Emilio Capannelli (sovrintendeza Archivistica della Toscana), Maurizio Garotti (responsabile Archivio Storico Anpas).

Centoventi anni di storia. Dalle origini del volontariato delle prime pubbliche assistenze della fine dell’Ottocento, passando per la chiusura delle associazioni durante il fascismo, i congressi gli interventi dei volontari durante terremoti e alluvioni, fino alla riforma del sistema sanitario e l’obiezione di coscienza: l’archivio storico Anpas e Anpas Toscana è stato riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali come “fonte di primaria importanza per lo studio dell’associazionismo di pubblica assistenza in Italia”.

Oltre 25mila carte, 2.100 fascicoli, 50 metri lineari di documentazione, 1500 ore di lavoro degli archivisti in diciotto mesi di lavoro. Il documento più vecchio risale al 1883 e riguarda le attività della pubblica assistenza di Empoli. Oltre centoventi anni di storia. Dalle origini del volontariato delle società operaie di Mutuo Soccorso della fine dell’Ottocento alla nascita della Federazione Nazionale pubbliche assistenze, dal decreto firmato da Vittorio Emanuele che nel 1911 dichiara la Federazione Nazionale pubbliche assistenze Ente Morale, passando per la chiusura delle associazioni durante il fascismo, i congressi per la ricostruzione, gli interventi dei volontari durante i terremoti e gli alluvioni che hanno sconvolto negli anni l’Italia, fino alla riforma del sistema sanitario e l’obiezione di coscienza.

Il cuore è nelle radici - Il taglio del nastro

«È un momento molto bello quando si inaugura un archivio: un momento importante sia per gli studiosi, sia per le associazioni» ha dichiarato Fulvio Conti, professore di Storia contemporanea all’Università di Firenze. «Questo archivio è importante perché crea una sensibilità alla conservazione di foto e documenti. Se non si conserva la documentazione, si perde la memoria. Studiare questo passato è importante anche per mantenere vivo questo tessuto associativo e i valori che stanno dietro questa storia».

«L’esercizio di vivere l’oggi curando il ricordo ci deve insegnare che è possibile preparare la storia futura, i beni comuni e lo stare assieme», ha dichiarato Fausto Casini, presidente di Anpas Nazionale. «Essere cittadini dipende dal fatto che le cose che abbiamo tra le mani non sembrano governare le cose. Vi invito a vivere la storia delle pubbliche assistenze come un grande romanzo». «Sappiamo che fatica abbiamo fatto: abbiamo ricostruito una realtà che oggi è la più importante di associazione laica di volontariato in Italia. Prima del fascismo le nostre pubbliche assistenze erano 450, nell’immediato dopoguerra al primo congresso a Milano le associazioni erano 64», ha dichiarato Attilio Farnesi, presidente di Anpas Toscana. «Dal passato dobbiamo trovare le spinte per il futuro: parole come solidarietà, onestà, spirito di servizio sono valori che non dobbiamo mai perdere.

Secondo Patrizio Petrucci, presidente Cesvot «la storia delle pubbliche assistenze ci insegna che il movimento cresce nei momenti di cambiamento. In questo momento il volontariato vive il problema della frammentazione».

Il progetto Archivio Storico è stato realizzato con i contributi di: ripartizione fondi per l’8 per mille dell’Irpef devoluto alla diretta gestione statale 2010 e al Cesvot (centro servizi Volontariato della Toscana.

 

Il cuore è nelle radici

info
segreteria@anpas.org

formazione@anpastoscana.it

 

  
                                                     

Tutto questo per far sapere che c’eravamo, ci siamo e ci saremo sempre nella lotta contro la solitudine. Noi long time companion di tutti!

  
                         

 

 

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La gallery su Repubblica.it

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Archivio: La riforma sanitaria

7. LA RIFORMA SANITARIA

 

 

 

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Lettera di Patrizio Petrucci del 10 aprile 1980 al presidente della Repubblica Sandro Pertini nella quale, dopo una premessa sul ruolo storico che la pubblica assistenza ha giocato anche in ambito sanitario sino all’avvento del fascismo, passa a considerare il moto sessantottino di «riappropriazione della difesa della salute nei luoghi di lavoro» che spinse l’associazionismo ad «assumere poi un proprio ruolo per il varo della legge di riforma sanitaria». Tale problematica sarà al centro del tema del 34° Congresso nazionale di Firenze del giugno 1980. – scarica in pdf

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Archivio: Campo profughi di Posusje nella ex-Jugoslavia

8 – PROGETTO DI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE PER IL CAMPO PROFUGHI DI POSUSJE NELLA EX-JUGOSLAVIA1

 

 

1993_Foto_Posusje

1. Nella relazione di Myriam D’Andrea, responsabile del progetto “Campo profughi di Posusje” e membro della Commissione internazionale Anpas sulle attività svolte al campo profughi nella prima settimana del gennaio 1993, si legge l’intera settimana della missione. I volontari partono da Ancona e arrivano a Spalato. Portano con sè mezzi e medicinali e sono a supporto del campo, ma anche delle strutture sanitarie locali.

Particolarmente interessante la descrizione della ricognizione delle strutture ospedaliere di Mostar: la parte vecchia della città non è raggiungible perché tutti i ponti che solcano il fiume Neretva sono stati minati, e in città si continua a sparare.

“è necessario, per quanto comprensibilmente difficile, selezionare i partecipanti all’iniziativa . In ogni caso è indispensabili renderli consapevoli del fatto che non sono responsabili solo di fronte a se stessi”, spiega Myriam nei suggerimenti in fondo alla relazione, “ma all’intera riuscita del progetto”- scarica in pdf

1993_pianta_di_Posusje

 

2. Piantina di Posusje con dislocazione del campo e del dormitorio volontari

 

 

 

 

 

 

 

 

1Fra la fine del 1992 ed il 1993, le pubbliche assistenze hanno gestito, insieme ad altre organizzazioni (Arci, Girasole) e con la collaborazione delle Nazioni Unite un campo per l’accoglienza di profughi musulmani durante la guerra nella ex-Jugoslavia.

Posusje si trova al confine fra la Croazia e la Bosnia-Erzegovina.

Clicca qui per vedere la cartina della zona dove si trova Posusje

 

 

 

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