Eventi

Grazie Ragazzi, di Fausto Casini (Io non rischio)

GRAZIE RAGAZZI

…sì: grazie Ragazzi. Lo so che questa lettera è indirizzata al Capo dipartimento della Protezione Civile Nazionale, al Prorettore dell’Università Federico II di Napoli nonché Presidente di ReLuis, ai presidenti di autorevoli istituti come INGV, a docenti universitari di fama internazionale e, allo stesso modo, ai presidenti di importanti organizzazioni nazionali di volontariato e ai volontari, ai ricercatori scientifici, ai professionisti e ai funzionari pubblici che sono stati protagonisti di un esperimento storico per il nostro paese.

E non sono in una crisi di eccesso di confidenza: so che tutti mi perdoneranno perché hanno vissuto insieme a noi la campagna “Terremoto: io non rischio” che è andata in onda in 102 piazze d’Italia sabato e domenica scorsi.

Sì: ci vogliono dei Ragazzi a montare gazebo, a ritrovarsi a Roma in 300 per mobilitarsi in migliaia sui territori, a fermare la gente per strada, a fregarsene della pioggia, a credere che mentre tutti ti dicono «bravo» per quello che stai facendo nella sanità, nella protezione civile, nello spegnere e avvistare incendi, a proporre “rifiuti zero”, ad ascoltare le idee per salvare il mondo dai giovani del Mediterraneo, etcetc… si possa uscire dal calduccio degli elogi per rivivere l’escursione verso una nuova meta.

Viadana, Terremoto io non rischio

È così: ancora una volta siamo riusciti a buttare il cuore oltre l’ostacolo, e per fare questo mi piace pensare che abbiamo contagiato, col nostro entusiasmo, tutti quelli che ci sono passati accanto.

È così: il nostro sistema di protezione civile ha dimostrato che la più grande emergenza italiana è la mancata costruzione di un’idea di futuro, che passa attraverso l’accrescimento di una sicurezza che libera dal peggior recinto che esista, è la paura.

È così che crediamo che si debbano accogliere i nuovi cittadini, bambini o stranieri che siano, aiutandoli a sentirsi in solido nei difficili ma splendidi territori italiani.

È così che pensiamo di poter dir la nostra sul sistema sanitario, sul sistema di costruzione del benessere, sul modello di difesa che questo Stato dovrà progettare se vuole apprezzare, e non subire, il futuro.

Solo così, e non per populismo, ci sentiamo di dire che i mezzi per la prevenzione devono essere maggiori di quelli che si spendono per l’offesa (l’Esercito) e per il soccorso. Che i fondi e l’organizzazione della ricerca in Italia deve essere fatta con l’ascolto e con la pazienza che valorizza le diversità spingendole a collaborare su obiettivi condivisi.

È così. Ragazzi non bambini, non eterni giovani, ma curiosi e con senso di responsabilità verso il futuro. Persone che, come diceva lo slogan della campagna della giornata mondiale del volontariato dello scorso 5 dicembre, sono “Capaci di intendere e di vAlere”.

Grazie a tutti, e soprattutto, da oggi siamo tutti un po’ più ricchi.

Fausto Casini
Presidente Nazionale Anpas

 

Le piazze del 13 e 14 ottobre 

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Info e Materiali

Clicca per ulteriori descrizioni dell’iniziatva promossa da Protezione Civile e Anpas, in collaborazione con INGV e ReLUIS (Consorzio della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica).

Scarica il materiale di “Terremoto-Io non rischio”, prodotto nell’ambito del progetto Edurisk con la collaborazione di Giunti Progetti Educativi:


Il sito della campagna

http://www.iononrischio.it/


 

 

 

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Cresce il Welfare, cresce l’Italia: il 31 ottobre in piazza a Roma

Cresce il Welfare, cresce l’Italia

L’associazione Nazionale pubbliche assistenze è stata presente in piazza di Pietra fin dalle prime ore della giornata con un flash mob.

Cresce il welfare, cresce l'Italia

 

Alle ore 12 il trasferimento in Piazza Montecitorio dove si è unita alle oltre 100 organizzazioni presenti, nonostante la pioggia.

Cresce il welfare, cresce l'Italia

Durante la manifestazione Fausto Casini, presidente Nazionale Anpas e facente parte della delegazione della rete che ha incontrato i parlamentari, ha dichiarato: «La prima difesa è quella che passa dal nostro di territorio. Rappresento un’organizzazione che esiste da oltre 150 anni e e non chiediamo più soldi, ma un’idea di sviluppo più equilibrato. Le associazioni sono forme di democrazia che diventano rilevanti perché operano sul territorio, partendo dal senso di responsabilità verso i beni comuni e verso l’unitarietà dello Stato. Oltre a montare tende, vorremmo riuscire a fare prevenzione per prevenire catastrofi e difendere le comunità che sono nei territori».

Cresce il welfare, cresce l'Italia

Riguardo alle politiche sociali, il presidente di Anpas dice: «Nessuno dice che le politiche sociali non sono una priorità, ma tutti agiscono dimostrando che il non dirlo è solamente ipocrisia. Disincentivare i servizi come si sta facendo da anni crea illegalità e disoccupazione, aumentando e non diminuendo i costi pubblici. Oggi invece le politiche sociali sono viste come un costo che non ci possiamo permettere, e le privatizzazioni come la deresponsabilizzazione del Pubblico verso le tutele fondamentali per i cittadini».

40 associazioni promotrici, 100 organizzazioni aderenti: questa mattina erano a Piazza Monte Citorio allo slogan “Cresce il welfare, cresce l’Italia”. Un dispiegamento mai visto, compatto e concorde nel chiedere il rilancio delle politiche sociali e il rifinanziamento dei relativi Fondi.Tutti gli interventi dal palco hanno sottolineato, nelle sue diverse sfaccettature, un comune sentire e una omogenea richiesta.Bambini, giovani, anziani, non autosufficienti, disabili, donne, persone con problemi di salute mentale o di dipendenze sono stati colpiti dalla drammatica compressione della protezione e dei servizi sociali. Per fare un esempio, nel 2008 lo stanziamento per i Fondi sociali era di 2.526,7 milioni; nel 2013 il finanziamento sarà di 200,8 milioni. A questo si aggiungano i tagli alla sanità e le riduzioni dei trasferimenti a Regioni ed Enti locali.La mobilitazione è stata preceduta da una serie di iniziative nella Capitale, con striscioni e slogan particolarmente significativi. Nel frattempo una delegazione delle rete “Cresce il welfare, cresce l’Italia” ha incontrato i Gruppi Parlamentari evidenziando le istanze espresse dalla mobilitazione. È stato richiesto con forza di confermare il rifinanziamento dei Fondi sociali già approvato dalla Commissione Affari Sociali.Il timore maggiore è che, nelle pieghe dell’approvazione della Legge di stabilità, le risorse necessarie a questa operazione vengano destinate ad altri usi. I Gruppi Parlamentari incontrati hanno confermato da un lato questi timori e al contempo hanno formulato rassicurazioni.Con uguale decisione la rete ha richiesto un intervento emendativo sulla riduzione del 10% delle convenzioni e dei contratti che riguardano prestazioni e servizi sanitari stipulati dalle ASL.Ciò provocherebbe un grave danno ai Cittadini e in particolare alle persone più esposte in termini di salute: sull’ipotesi di emendare questa previsione, i Gruppi Parlamentari hanno espresso adesione ma hanno anche rammentato il vincolo dei “saldi invariati” fissato dal Governo. Tuttavia, se non saranno possibili emendamenti, alcuni Gruppi si sono detti disponibili a proporre all’Aula atti di indirizzo che consentano di rendere meno grave e più flessibile l’impatto di tale provvedimento.Un’ulteriore misura sulla quale è stata attirata l’attenzione è quella dell’innalzamento dell’IVA (dal 4% al 10%) sui servizi sociosanitari ed educativi erogati dalle cooperative sociali. Il danno in questo caso si rifletterebbe sulle persone, sulle famiglie e sugli stessi Enti locali, oltre a causare un danno di notevole rilievo al mondo delle cooperative sociali.Anche su tale aspetto si è incontrata l’attenzione dei Gruppi Parlamentari, con intenti emendativi.Nel corso della conferenza stampa è stata espressa da un lato la soddisfazione per la vasta adesione raccolta e per l’attenzione espressa dai Gruppi Parlamentari. Dall’altro, la rete rimane in stato di vigile mobilitazione prestando la massima attenzione verso ciò che il Governo e le Camere decideranno le prossime settimane.


La crisi esplosa a livello mondiale nel settembre 2008 ha messo a nudo le criticità di un modello di sviluppo caratterizzato, nello scenario della globalizzazione dei mercati, dalla crescita incontrollata dell’economia finanziaria. Un modello squilibrato e iniquo già nella sua fase  espansiva, basti pensare all’enorme aumento della distanza tra ricchi e poveri che ne è derivata, e ancora più ingiusto ora che i costi più pesanti della crisi che esso stesso ha generato vengono scaricati sulla collettività, e di fatto posti sulle spalle dei più deboli.  

 

Anche in Italia, ove la crisi, a lungo colpevolmente minimizzata, ha colpito un Paese già caratterizzato da:  

– un debito pubblico tra i più alti del mondo, dopo un decennio di sostanziale stagnazione  economica e con una rilevanza dell’evasione fiscale e dell’ economia sommersa senza pari in  Europa; 

– un sistema di welfare sociale fragile e disomogeneo, che già nel 2008, prima della crisi, vedeva l’Italia, tra i 27 Paesi dell’Unione Europea:   al 23° posto nella spesa in favore dei disabili;  al 25° posto nella spesa a sostegno della disoccupazione;  al penultimo posto nella spesa a sostegno della famiglia e della natalità;  ultima nella spesa per il contrasto alla povertà e all’esclusione sociale; Un contesto che, di fronte alla crisi più pesante dal dopoguerra, che i più convergono nel  considerare strutturale piuttosto che ciclica, avrebbe richiesto di affrontare le necessarie scelte di rigore con un respiro più ampio, capace di ripensare il sistema in una ottica di lungo periodo e di equità.  

Si è invece scelto, in Europa e in Italia, come chiesto dai mercati finanziari, un approccio tutto inscritto nella cornice del modello economico e finanziario che è andato in crisi: quello pressoché esclusivo delle politiche di rigore finalizzate a rimettere in ordine i conti pubblici, attraverso scelte di taglio lineare della spesa e di pesante incremento dell’imposizione fiscale, con la conseguente progressiva riduzione di quote di reddito per una fascia ampia di lavoratori e di cittadini, certamente non i più abbienti. 

E’ il Welfare ad essere individuato come il principale ostacolo all’ordine dei conti; si è detto prima che “la ricreazione è finita”, e poi che “abbiamo vissuto sopra le nostre possibilità”, ed è al welfare che ci si riferiva. E come un lusso, o uno spreco, che non ci si può più permettere, è il welfare ad  essere stato progressivamente smantellato in questo Paese.

Prima il sostanziale azzeramento dei Fondi per le Politiche Sociali e per la non autosufficienza, la  famiglia, l’infanzia, i giovani, l’inclusione degli immigrati, il taglio ai trasferimenti agli Enti locali. Poi i nuovi pesanti tagli alla spesa sanitaria previsti in agosto nella Legge di Spending Review. Ora il DdL Stabilità del Governo, che oltre una ulteriore riduzione della spesa sanitaria e delle  risorse degli Enti locali, prevede inoltre l’ aumento di 6 punti dell’Iva per le cooperative sociali,  rischia di dare il colpo di grazia ai servizi sociali territoriali ed a milioni di persone e famiglie.

Scelte e politiche che, proprio perché il Paese ha  bisogno di recuperare rigore, produttività,  competitività, e di riprendere a crescere, consideriamo: 

– miopi, quando non pericolose, poiché non affrontano e non destinano risorse né al sostegno dei  redditi più bassi, né agli investimenti necessari alla crescita, mentre occorrerebbe calcolare i costi materiali, umani e occupazionali derivanti dalla mancanza di una politica preventiva di  promozione sociale in termini di spesa assistenziale, previdenziale, sanitaria. Ci  accorgeremmo, così come sta avvenendo per la politica di tutela del territorio, che i costi per  riparare i danni sono di gran lunga superiori a quelli occorrenti per attuare una politica di  prevenzione e di rispetto dei diritti; – inique, poiché pongono il tema delle compatibilità e della sostenibilità interamente a carico del lavoro, dei servizi ai cittadini,  dell’indebolimento dei loro diritti fondamentali, mentre minimo  o pressoché nullo è il contributo richiesto a chi detiene grandi patrimoni, alle rendite finanziarie, ai redditi più alti, a quella estesa fascia di evasione fiscale che tuttora caratterizza il Paese. Si sta vivendo una situazione paradossale che non si era mai verificata: al pesante aumento delle tasse corrisponde una diminuzione dei servizi e delle tutele; 

– profondamente discutibili nelle scelte di priorità; ancora da definire sono le misure di effettivo contrasto alla corruzione, all’illegalità e all’evasione, che pure pesano enormemente sull’economia italiana e sulle finanze pubbliche, ancora troppo frammentato ed indefinito il percorso ipotizzato di riduzione dei costi del sistema politico; e viceversa si sono confermati compatibili ingenti impegni di risorse per la difesa e i nuovi sistemi di armamento. Nei fatti, dopo quasi 4 anni, dopo il minimalismo, dopo le ripetute manovre di rigore nella spesa, la crisi in cui il Paese si dibatte, lungi dall’essere in via di superamento, si va piuttosto aggravando. L’incidenza del debito pubblico sul PIL non è mai stata così alta, l’economia è da tempo stabilmente in pesante recessione. Si allargano i settori e territori in cui la tenuta delle imprese è messa in discussione, sia per il calo della domanda pubblica e privata che per le rigidità di accesso al credito, che non si sono attenuate nonostante le robuste iniezioni di liquidità disposte a favore delle banche, mentre, aldilà degli annunci, niente di rilevante è migliorato quanto ai ritardi nei pagamenti pubblici alle imprese. La flessione dei consumi interni si acuisce, e viene segnalata come la più rilevante dal dopoguerra. Né potrebbe essere altrimenti, a fronte 

– delle centinaia di migliaia di posti di lavoro persi, della diffusione del lavoro precario e di una disoccupazione giovanile e femminile mai così alta;- della pesante diminuzione del potere d’acquisto delle retribuzioni da lavoro dipendente, sia pubblico che privato e delle pensioni;  – dell’estendersi (per la prima volta dopo molti anni) della fascia di popolazione in condizioni di povertà assoluta, e dell’aumento delle persone e delle famiglie che si sono impoverite in modo significativo Sentiamo la responsabilità, oltre che la necessità, di chiederci e di chiedere quale futuro si  prospetta ai cittadini di questo Paese, e quale Paese potrà uscire dalla crisi. E’ necessaria una forte correzione della rotta, orientata a impostare un nuovo percorso di sviluppo, nel quale  

– la promozione dello sviluppo umano sia non corollario residuale ma parametro sostanziale per le scelte di politica economica e finanziaria; – la difesa e la garanzia dei diritti fondamentali dei cittadini, alla salute, al lavoro, all’istruzione, a un ambiente sostenibile, alla sicurezza, alla possibilità di vivere in autonomia e dignità la propria vita e a partecipare con responsabilità alla promozione dei beni comuni non sia effetto subordinato e incerto delle politiche economiche e  finanziarie, ma ne costituisca il fine e l’obiettivo primario, come la Costituzione prevede.Serve, a tal fine, che sia effettivamente messa in discussione e superata la sciagurata e davvero  datata visione del welfare come solo costo, da tagliare nei momenti di crisi.  Non la teoria ed il richiamo al passato, ma l’evidente nesso tra crescita economica e sviluppo del welfare in contesti sociali più forti del nostro, impone di riconoscere che il welfare e le politiche sociali: – producono in concreto e direttamente valore economico e occupazione; le centinaia di migliaia di occupati, in larga prevalenza donne e giovani, le decine di migliaia di persone svantaggiate inserite al lavoro, le molte migliaia di imprese diffuse in tutte le aree del Paese, testimoniano che sviluppare welfare e politiche sociali significa dare un contributo sostanziale all’economia  del Paese e alla sua crescita.  

– supportano con i servizi le persone e le famiglie nelle responsabilità di cura, e rendono nei fatti  percorribile l’obiettivo di sviluppare i tassi di occupazione, in primo luogo femminile, che è imprescindibile per la crescita economica del Paese. – generano legami sociali ed inclusione, cioè coesione e capitale sociale, che anche autorevoli  ministri di questo governo hanno riconosciuto essere condizioni necessarie perché la stessa  crescita economica sia possibile. È dunque necessario, e urgente, che gli investimenti per lo sviluppo delle politiche sociali entrino a pieno titolo tra gli interventi finalizzati alla ripresa economica, escludendoli dai vincoli dei patti di stabilità. Chiediamo al Governo, alle forze politiche, alle Istituzioni di ogni livello di avere coraggio e  respiro strategico nella definizione di un rinnovato patto sociale che tra i suoi obiettivi sostanziali ponga: – il contrasto alla povertà e alle disuguaglianze che si estendono nel Paese e ne mettono in discussione la stessa unità; – l’innovazione e lo sviluppo del welfare e del sistema di protezione sociale; – l’attuazione del principio della sussidiarietà come declinato in Costituzione, promuovendo in ogni modo la partecipazione dei cittadini, singoli  e associati, nella prospettiva non di una  riduzione ma di un allargamento di uno “spazio pubblico” fondato sulla convergente responsabilità delle Istituzioni, dei soggetti sociali e dei cittadini per la tutela e lo sviluppo dei beni comuni. Sono necessari e urgenti atti concreti che – definiscano i Livelli Essenziali delle Prestazioni  Sociali, scelta cardine di un graduale  superamento delle profonde differenze esistenti tra il Centro Nord e il Mezzogiorno, e quadro  di riferimento imprescindibile per coerenti politiche di intervento nel sociale da attuare con decisione pur se con la necessaria gradualità; 

– mettano mano al rifinanziamento del Fondo Nazionale delle Politiche Sociali, che resta  l’unico strumento di finanziamento dei diritti soggettivi e delle politiche sociali nelle Regioni e  nei Comuni, recuperando, seppur gradualmente, il miliardo di euro tagliato alle Regioni negli  ultimi anni; Chiediamo che il Governo, in un quadro di necessaria individuazione di priorità, d’intesa con le  Regioni e gli Enti Locali: – presenti il Piano nazionale per la non autosufficienza e avvii il ripristino del Fondo nazionale  cancellato nel 2011;  

– presenti il Rapporto Sociale Nazionale a complemento del Programma Nazionale di Riforma  (PNR), affinché possano avviarsi in concreto misure finalizzate alla riduzione della povertà e  dell’esclusione sociale;  – fissi un percorso graduale per raggiungere su tutto il territorio nazionale i tassi di copertura dei  servizi per l’infanzia previsti dal QSN (12%) e da Lisbona (33%). Inoltre è urgente che l’Italia recepisca la direttiva europea sui tempi di pagamento da parte delle  PPAA, e vi dia concretamente seguito applicativo. Siamo nel pieno di una crisi profonda, che cambia il contesto nel quale tutti viviamo e operiamo, e  per uscirne in positivo è certamente necessario un impegno largo e comune, in cui trovino spazio  effettivo la valorizzazione del ruolo e la ricerca di ogni possibile sinergia con i soggetti sociali ed  economici, quali noi siamo, disponibili a spendersi per il perseguimento dell’interesse generale, in un’ottica di matura sussidiarietà fondata sulla responsabilità e la condivisione.  

Ma ciò non fa venir meno una responsabilità pubblica, precisa ed ineludibile, cui vogliamo  richiamare la politica e le Istituzioni, ad ogni livello: attuare politiche concrete che investano sul futuro del Paese, sulla sua capacità di crescere mettendo al centro le condizioni di vita, l’autonomia e la dignità delle persone, i giovani anche con un servizio civile qualificato e di massa, in coerenza con il dettato costituzionale. Non si può fare senza investire nel sociale.  

E dunque le risorse debbono essere ricercate, attraverso scelte su più piani, articolate nel tempo,  coerenti e convergenti con gli obiettivi capaci di dare fiducia e prospettiva a un Paese che appare  sempre più ripiegato su se stesso.  

Si tratta di operare per destinare allo sviluppo del welfare quote adeguate delle risorse che  possono derivare da: 

– un costante contrasto all’evasione ed elusione, e politiche fiscali più eque, che prevedano un  adeguato contributo anche alle rendite finanziarie e ai grandi patrimoni; 

– un effettiva e concreta lotta alla corruzione ed all’illegalità; 

– una costante e reale riduzione degli sprechi e delle inefficienze, reimpostando una efficiente e  coesa filiera istituzionale; 

– misure chiare e percepibili di superamento degli eccessi ormai insopportabili nei cosiddetti  “costi della politica”; 

– una riorganizzazione degli assetti del sistema sanitario e sociale, di cui, in relazione  all’evoluzione dei bisogni di salute dei cittadini, siano assi portanti l’integrazione socio  sanitaria e un più equilibrato ed efficace rapporto tra ospedale e territorio, sottoponendo altresì a verifica anche il sistema degli accreditamenti di Ospedali e Case di Cura privati;  

– da scelte di progressiva riduzione delle spese militari; 

– dal pieno e produttivo utilizzo delle risorse europee. 

Roma, 16 ottobre 2012

 

Info: www.cresceilwelfare.it

La Rete “Cresce il welfare, cresce l’Italia” organizza e promuove un’intera giornata di mobilitazione per il prossimo 31 ottobre a Roma.

Di fronte ai continui tagli che le politiche sociali hanno subito nel corso degli ultimi anni e alle previsioni contenute nella Legge di Stabilità in discussione in Parlamento, la Rete chiede al Governo una decisa inversione di tendenza. L’obiettivo dell’iniziativa è di favorire il superamento della contrapposizione tra welfare e crescita economica, a favore di un rilancio delle politiche sociali, quali motore di sviluppo per il nostro Paese.

Chiediamo l’adesione e la partecipazione delle organizzazioni sociali che si riconoscono in questi temi e, come noi, vogliono esprimersi per il cambiamento.

Informazioni logistiche

Vai alla pagina con le informazioni dettagliate

Segreteria organizzativa

c/o FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap
Via G. Cerbara 38/b – 00147 Roma
Tel. 06.78851262
Fax. 06.78140308
Email: welfarexxi.rps@gmail.com

Come aderire alla Mobilitazione

La Mobilitazione “Cresce il Welfare, Cresce l’Italia” è aperta alle adesioni delle organizzazioni sociali che si riconoscano nei temi dell’iniziativa.
Aderire e partecipare è importante!
Lo si può fare compilando il breve modulo che segue. La vostra sigla sarà aggiunta all’elenco degli aderenti e pubblicata in questo sito.

Come arrivare

Le organizzazioni sociali e del sociale non ci stanno e scendono in piazza: appuntamento a Roma mercoledì 31 ottobre. Il welfare e i diritti sociali vengono continuamente erosi dai tagli e dai provvedimenti del governo. Il mondo del sociale dice basta e chiede al governo di cambiare rotta: è sbagliato contrapporre welfare e crescita economica, anzi proprio il welfare rappresenta un motore di sviluppo per far ripartire il nostro Paese. Appuntamento a Roma mercoledì 31 ottobre: un’intera giornata di mobilitazione, musica e proposte organizzata dalla Rete “Cresce il welfare, cresce l’Italia” che raccoglie l’adesione di 40 organizzazioni sociali e sindacali. In mattinata sono previsti flash mob in vari punti della Capitale e un presidio in piazza Montecitorio. La giornata si concluderà in piazza Farnese dove, nel pomeriggio, si alterneranno sul palco testimonianze dal sociale e musica. L’obiettivo della manifestazione è quello di chiedere al governo una decisa inversione di tendenza nella manovra di bilancio 2013: basta tagli al sociale e rilancio delle politiche di welfare per lo sviluppo dell’Italia. Ossia: mettere in moto una politica di investimenti nel sociale (rifinanziamento dei fondi azzerati: FNPS – Fondo per la non autosufficienza – Fondo per l’infanzia) che generi lavoro, solidarietà, coesione, sostegno alle fasce economiche più povere. Il governo Monti – spiegano gli organizzatori – ha iniziato il suo operato comunicando tre parole d’ordine: rigore,crescita, equità. Ad oggi è stato applicato ampiamente soltanto il rigore.

 

 

 

Organizzazioni promotrici e aderenti: ADA – associazione per i Diritti degli Anziani; Altramente; Anpas – associazione Nazionale PubblicheAssistenze; ARCI; Arciragazzi; ASC – Arci Servizio Civile Nazionale; associazione Antigone; associazioneNuovo Welfare; Auser; CGIL; Cilap-Eapn Italia; Cittadinanzattiva; CNCA; Conferenza Permanente per la Salute Mentale nel Mondo “Franco Basaglia”; Consiglio Nazionale Ordine Assistenti Sociali; CoordinamentoNazionale Nuove Droghe; Federconsumatori; FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’handicap;Fondazione Franca e Franco Basaglia; Forum Droghe; Forum Nazionale Salute Mentale; FP-CGIL; Gruppo Abele; Grusol – Gruppo Solidarietà; Handy Cup Onlus; INCA; IRES; Itaca – associazione Europeadegli Operatori Professionali delle Tossicodipendenze; Jesuit Social Network Italia Onlus; La Bottega delPossibile; Legacoopsociali; Mama Africa Onlus; Opera Don Calabria; Psichiatria Democratica; La Rivistadelle Politiche Sociali; SOS Sanità; SPI-CGIL; Stop OPG; Uisp; UNASAM; Università Del Terzo Settore.

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13°Meeting: passaggio di testimone e tammorra felice

Il passsaggio di testimone e Tammorra felice al campo

Venerdì 29 settembre, al termine di una lunga giornata di convegni e di nuovi ospiti, è stato il momento dello scambio del testimone degli ultimi due meeting: da quello di Milano, con il presidente di Anpas Lombardia Maurizio Ampollini, a quello di Bari, con il presidente di Anpas Puglia Domenico Galizia.

Scambio di testimone

 

Al termine della cerimonia, un turbinio di divise che, almeno per questa volta, non hanno corso, ma ballato al ritmo della pizzica e della musica popolare pugliese.

Una poesia dal campo Anpas alla fiera del Levante

Una poesia dal campo Anpas

 

La fotogallery della serata

  
   

 

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Gli eventi del meeting

Giovedì 27, L’assemblea dei giovani Anpas e l’inaugurazione del campo

Venerdì 28, “Volontariato e lavoro in sanità”

Venerdì 28, L’intervento sanitario nelle emergenze di protezione civile

Venerdì 28, Il passaggio di testimone e Tammorra Felice

Sabato 29, Giovani ed Euromediterraneo

Sabato 29, La firma del protocollo Anpas – Reluiss

Sabato 29, il concerto con Isteresi, Uducha e Fabio De Matteis

 


Le emozioni del Meeting dei volontari

 

Miriam NicoleManuela | DarioSerafino


 

Le idee per cambiare il mondo (video)

AhmedFedericaOthmanEzequielAntonio e AntoninHamzeh

 


 

Le fotogallery

Facce da Meeting

Le idee per cambiare il mondo

Tammorra felice

La webradio

La manifestazione e il concerto

Tutte le foto del meeting

 

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13°Meeting: passaggio di testimone e tammorra felice Leggi tutto »

13°Meeting: l’apertura del campo e l’incontro dei giovani, 27 settembre

Volontari provenienti da tutta Italia nel campo tendato allestito nella Fiera del Levante

Visite del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e dell’assessore al Welfare Elena Gentile

Bari, 27 settembre. Sono arrivati da tutte le regioni d’Italia, sono già in trecentocinquanta e domani saranno almeno il doppio. Si è aperto giovedì 27 settembre la tredicesima edizione del Meeting nazionale della Solidarietà Anpas, a Bari, all’interno della Fiera del Levante dove è stato allestito un campo di protezione civile con quaranta tende, due cucine mobili provenienti da Marche e Campania. Sono giunti con cinquantacinque mezzi: il viaggio più lungo, in pullman, nel corso della nottata, è stato affrontato dai volontari di Anpas Sicilia, in strada per oltre nove ore.

L'inaugurazione del campo

Intensa l’inaugurazione del campo, è stata l’assessore regionale pugliese al Welfare Elena Gentile a fare il tradizionale taglio del nastro che ha dato simbolicamente il via al ricco programma di eventi. In visita pure il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, accolto dal presidente nazionale Anpas Fausto Casini, da quello regionale Domenico Galizia e tutti i volontari presenti. “Bisogna mettere in relazione una politica opaca e sporca con l’esperienza che viene fatta dai volontari, che stanno sul territorio tutti i giorni e che merita gratudine. Spesso la politica scarica sul volontariato problemi e responsabilità, non si può pensare ai volontari come vuoti a perdere – ha detto Nichi Vendola -. Il volontariato non può più essere schermo di queste responsabilità, non possiamo più chiedere ai volontari di intervenire solo nelle continue emergenze che si continuano a presentare perchè le istituzioni non hanno fatto il loro dovere. Bisogna considerare il volontariato una risorsa quotidiana, che è formato sulle tematiche e può essere riferimento della prevenzione”.

Nichi Vendola e Fausto Casini

Quindi il saluto del presidente nazionale Anpas Fausto Casini. “Siamo stanchi di essere dipinti come volontari dell’emergenza, vorremmo cominciare a pensare per esempio a un significato diverso della parola protezione civile, che non può essere intensa solo come sicurezza, ma deve affacciarsi maggiormente alla prevenzione e alla libertà, proprio perchè il nostro vuole essere un rapporto funzionale con le istituzioni e non subordinato” ha detto Fausto Casini.

 

La visita di Vendola si è chiusa con un in bocca al lupo nella prima assemblea di Anpas Giovani

Guarda la fotogallery di Anpas Giovani

Il meeting dei giovani Anpas

 

 

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Facce da Meeting:Macha e Melinda

 

 

 

 

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Gli eventi del meeting

Giovedì 27, L’assemblea dei giovani Anpas e l’inaugurazione del campo

Venerdì 28, “Volontariato e lavoro in sanità”

Venerdì 28, L’intervento sanitario nelle emergenze di protezione civile

Venerdì 28, Il passaggio di testimone e Tammorra Felice

Sabato 29, Giovani ed Euromediterraneo

Sabato 29, La firma del protocollo Anpas – Reluiss

Sabato 29, il concerto con Isteresi, Uducha e Fabio De Matteis

 


Le emozioni del Meeting dei volontari

 

Miriam NicoleManuela | DarioSerafino


 

Le idee per cambiare il mondo (video)

AhmedFedericaOthmanEzequielAntonio e AntoninHamzeh

 


 

Le fotogallery

Facce da Meeting

Le idee per cambiare il mondo

Tammorra felice

La webradio

La manifestazione e il concerto

Tutte le foto del meeting

 

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La lettera al paese della VI Conferenza Nazionale del Volontariato

 

LETTERA AL PAESE

I volontari, riuniti nella VI Conferenza Nazionale del Volontariato dell’Aquila, rivolgono il seguente appello ai cittadini e a tutte le componenti sociali, istituzionali, politiche, produttive ed economiche del Paese.

Anche se questa crisi sta colpendo duramente tutti, e soprattutto i più deboli, noi crediamo che sia un’occasione per ripensare a fondo la nostra società e il nostro modello di sviluppo e per delineare un futuro più sostenibile e giusto.

Occorre però affrontarla con un grande sforzo culturale, per individuare le strade del cambiamento,

con disponibilità e capacità  di innovazione, perché non è una crisi solo economica e finanziaria, ma anche sociale, politica, culturale e spirituale. In questo sforzo culturale vogliamo coinvolgere i cittadini, la politica, le Istituzioni.

Noi, che già siamo presenti in tutte le situazioni più difficili e ovunque ci sia da difendere il bene comune, ci impegniamo ad esserlo ancora di più, con la gratuità, la solidarietà e la responsabilità che ci contraddistinguono.

Ci impegniamo a difendere i diritti di ciascuno, soprattutto dei più deboli, e ad assumere con responsabilità  il nostro ruolo di denuncia dei bisogni, delle ingiustizie, delle inefficienze.

Ci impegniamo ad attivare percorsi di coesione sociale, rigenerando i tessuti relazionali delle nostre comunità, nel rispetto delle specifiche identità.

Ci impegniamo a cercare e proporre nuovi stili di vita e modelli di sviluppo, che ci permettano di guardare con più fiducia al futuro.

Ci impegniamo a collaborare con gli altri soggetti del terzo settore e della società civile,

dell’Amministrazione pubblica e del privato per costruire filiere di solidarietà e di inclusione.

Ci impegniamo a ricercare ad ogni livello – dal locale, al regionale, al nazionale – forme di rappresentanza per essere più incisivi, sia a livello sociale che a livello politico.

Ci impegniamo ad essere i primi testimoni di trasparenza nel corretto utilizzo delle risorse, sia

umane che economiche.

Ci impegniamo a comunicare sempre meglio i temi di cui ci occupiamo, chi siamo e che cosa facciamo.

 

Il rito della firma

CHIEDIAMO

Chiediamo di rimettere al centro delle scelte politiche, economiche, culturali ed amministrative

la persona umana, criterio, cifra e misura di ogni politica.

Chiediamo che il volontariato sia riconosciuto come un moltiplicatore di risorse relazionali ed economiche, in grado di contribuire alla governance delle nostre comunità e dei nostri territori. Non possiamo accettare di essere chiamati solo ad attuare scelte fatte da altri o a coprire le carenze dei servizi pubblici, delle Amministrazioni e delle istituzioni. Chiediamo di incidere sulla determinazione delle politiche locali, nazionali e globali, sui temi di cui ci occupiamo.

Chiediamo alla politica, alle amministrazioni, alle aziende che facciano della legalità, dell’etica del bene comune, della solidarietà e della sobrietà la base di qualsiasi comportamento personale e collettivo.

Chiediamo di conseguenza la trasparenza necessaria per costruire rapporti corretti. Il volontariato difende la propria autonomia e rifiuta logiche clientelari o di strumentalizzazione.

 

E’ all’interno di questa cornice che chiediamo:

‐ che il mondo del lavoro costruisca, promuova e agevoli il volontariato;

‐ che ne venga riconosciuto il valore educativo, anche inserendo sistematicamente programmi

specifici nella scuola e nella formazione degli adulti;

‐ l’applicazione dei livelli essenziali di assistenza su tutto il territorio nazionale;

‐ chiediamo l’approvazione di una legge efficace contro la corruzione e il riutilizzo nel sociale

delle risorse liberate e dei beni confiscati ai corrotti;

‐ che il Governo aumenti e stabilizzi i finanziamenti per il servizio civile nazionale;

‐ che faccia diventare il 5 per mille legge dello Stato, conceda agevolazioni fiscali, abbatta

l’Iva e preveda alcune esenzioni (Irap, tassa rifiuti, bollo auto…) anche alla luce delle indicazioni dell’Unione Europea;

‐ che Governo e forze politiche si facciano carico dell’urgenza di rivedere, diminuendole, le

spese militari e di aumentare l’impegno di risorse per il welfare;

‐ che si semplifichino le pratiche burocratiche e amministrative che soffocano soprattutto le

piccole organizzazioni;

‐ che si inserisca il parametro della reciprocità nelle relazioni con la Pubblica Amministrazione, per avere certezza dei finanziamenti e dei tempi di erogazione;

‐ che si mettano a disposizione delle associazioni strutture, strumenti, spazi urbani, anche

velocizzando e rendendo più trasparenti l’assegnazione dei beni confiscati.

‐ l’istituzione del Registro delle Reti nazionali di volontariato e la riforma dell’Osservatorio

Nazionale.

‐ che le istituzioni comunitarie elaborino un programma chiaro di promozione e sviluppo della

cittadinanza attiva europea, anche in funzione della promozione del volontariato;

‐ che le istituzioni nazionali ed europee riconoscano e valorizzino la realtà del volontariato

internazionale, quale strumento di promozione della pace e di valorizzazione della cittadinanza globale;

‐ che il Governo si attivi affinché il servizio pubblico radiotelevisivo presti maggiore attenzione

al volontariato e alla comunicazione sociale e che venga attivato un canale ad esso dedicato;

‐ chiediamo che i media offrano una rappresentazione del volontariato e del sociale più articolata e rispondente alla realtà.

Ringraziamo quei cittadini che tante volte ci hanno dimostrato fiducia, e chiediamo loro

un’alleanza più forte, per cambiare e ricostruire insieme il nostro Paese.

 

 

 

 

 

Scarica: La lettera al paese

 

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La lettera al paese della VI Conferenza Nazionale del Volontariato Leggi tutto »

Io non ho più paura: il benessere psicosociale dopo il terremoto in Emilia, Modena 1 ottobre

Anpas parteciperà al seminario che si terrà lunedì 1 ottobre 2012 (ore 09.00-13.00 /14.30-18.00) presso l’Aula Magna del Centro Servizi Didattici – Facoltà di Medicina e Chirurgia di Modena (Via del Pozzo 71): Io non ho più paura. Il benessere psicosociale dopo il terremoto in Emilia: dalla ricerca all’intervento (vedi sito http://www.convegnomodenapostterremoto.it/)

savethedate

Un terremoto, un’alluvione, un incidente aereo sono eventi drammatici, improvvisi, sconvolgenti. La tragedia che ha recentemente colpito l’Emilia ne costituisce un chiaro esempio: oltre a causare il crollo di abitazioni e aziende, ha sconvolto gli affetti, indebolito il senso di sicurezza e i sistemi di riferimento degli individui.

Occorre dunque che le istituzioni e i servizi territoriali, affiancati e supportati dalle associazioni del terzo settore, intervengano tempestivamente e nel modo più efficace per impedire che questi eventi possano produrre conseguenze psicopatologiche nella vita di adulti e bambini, favorendo un percorso di riattivazione della comunità e realizzando interventi utili a promuovere il benessere della popolazione.

Data la complessità e la rilevanza di questi temi, si è ritenuto opportuno organizzare un seminario di studio per raccogliere le esperienze e le riflessioni che si sono prodotte sul territorio dell’Emilia Romagna a partire dalla prima scossa di terremoto del 20 maggio, coinvolgendo rappresentanti delle istituzioni e del mondo associazionistico che fin dalle prime ore sono stati operativi sui campi, come pure esperti in materia a livello nazionale e internazionale.

L’obiettivo che si intende raggiungere, attraverso il confronto operativo e il dibattito alla luce delle conoscenze maturate negli ultimi anni dalla comunità scientifica, è capire quali prassi siano realmente efficaci quando eventi traumatici colpiscono intere comunità. 

Insieme ai maggiori esperti italiani sul tema, sarà presente il Prof Alexander McFarlane, Direttore del Centre for Traumatic Stress Studies e Professore di Psichiatria, Università di Adelaide, Australia.

Cinofili nei campi in Emilia 

Scarica il programma

Anpas intervention for the earthquake in Emilia Romagna


Come aiutare le pubbliche assistenze Anpas colpite dal sisma


I racconti dei volontari

 
                               

Le storie di Aldo, dal campo di Mirandola

Il 20 maggio di Valentina

Noi, sciacalli di emozioni, di Rosanna Morelli

Campo Costa Timbuktu, di Alessandro Nassisi

Campo Costa: un laboratorio multiculturale, di Rosanna Morelli

Qui per dare tanto: la settimana di Fabio

Un’antropologa al campo: l’esperienza di Rita

Le emozioni di Michela

La storia di Fabio e Elena

L’isola che non c’è

Il gradino di Nicole

Maria e Andrea dal campo di Novi

La settimana-imbuto di Enzo

Sconcerto d’amore a Mirandola

La struttura protetta del campo di Mirandola (foto)

Tante care cose, di Valentina Tienghi

La valigia blu di Lidia

Un tetto azzurro come il cielo

Ciao Fiorenzo

 
             

 


 

Anpas all’Hackathon terremoto (Bologna, 16-17 giugno)


La struttura protetta del campo di Mirandola (foto)


I Gas dei volontari Anpas: un sostegno alle aziende


La cucina del Campo Costa (video)


                                           


Di terremoti, false leggende e info utili (approfondimento)


             


Anpas a lavoro a poche ore dal sisma

 

COSA FARE IN CASO DI TERREMOTO

Durante il terremoto
• Se sei in luogo chiuso cerca riparo nel vano di una porta inserita in un muro portante (quelli più spessi) o sotto una trave.  Ti può proteggere da eventuali crolli
• Riparati sotto un tavolo.  E’ pericoloso stare vicino ai mobili, oggetti pesanti e vetri che potrebbero caderti addosso
• Non precipitarti verso le scale e non usare l’ascensore.  Talvolta le scale sono la parte più debole dell’edificio e l’ascensore può bloccarsi e impedirti di uscire
• Se sei in auto, non sostare in prossimità di ponti, di terreni franosi o di spiagge.  Potrebbero lesionarsi o crollare o essere investiti da onde di tsunami
• Se sei all’aperto, allontanati da costruzioni e linee elettriche.  Potrebbero crollare

• Stai lontano da impianti industriali e linee elettriche.  E’ possibile che si verifichino incidenti
• Stai lontano dai bordi dei laghi e dalle spiagge marine.  Si possono verificare onde di tsunami
• Evita di andare in giro a curiosare e raggiungi le aree di attesa individuate dal piano di emergenza comunale.  Bisogna evitare di avvicinarsi ai pericoli
• Evita di usare il telefono e l’automobile.  E’ necessario lasciare le linee telefoniche e le strade libere per non intralciare i soccorsi Dopo il terremoto

• Assicurati dello stato di salute delle persone attorno a te. Così aiuti chi si trova in difficoltà ed agevoli l’opera di soccorso
• Non cercare di muovere persone ferite gravemente.  Potresti aggravare le loro condizioni
• Esci con prudenza indossando le scarpe.  In strada potresti ferirti con vetri rotti e calcinacci
• Raggiungi uno spazio aperto, lontano da edifici e da strutture pericolanti.  Potrebbero caderti addosso

iononrischiohome

Prima del terremoto
• Informati sulla classificazione sismica del comune in cui risiedi.  Devi sapere quali norme adottare per le costruzioni, a chi fare riferimento e quali misure sono previste in caso di emergenza
• Informati su dove si trovano e su come si chiudono i rubinetti di gas, acqua e gli interruttori della luce.  Tali impianti potrebbero subire danni durante il terremoto

• Evita di tenere gli oggetti pesanti su mensole e scaffali particolarmente alti. Fissa al muro gli arredi più pesanti perché potrebbero caderti addosso

• Tieni in casa una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile, un estintore ed assicurati che ogni componente della famiglia sappia dove sono riposti

• A scuola o sul luogo di lavoro informati se è stato predisposto un piano di emergenza.  Perché seguendo le istruzioni puoi collaborare alla gestione dell’emergenza


Terremoto: io non rischio

Clicca per ulteriori descrizioni dell’iniziatva promossa da Protezione Civile e Anpas, in collaborazione con INGV e ReLUIS (Consorzio della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica).

Scarica il materiale di “Terremoto-Io non rischio”, prodotto nell’ambito del progetto Edurisk con la collaborazione di Giunti Progetti Educativi:


La pagina in inglese

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Io non ho più paura: il benessere psicosociale dopo il terremoto in Emilia, Modena 1 ottobre Leggi tutto »

Mirandola, 12 ottobre: Sapere è Antisismico, con Fausto Casini

Il sindaco di Mirandola agli studenti: “Anpas è un’idea di vita”.

L’importanza del volontariato e della cultura di protezione civile sono stati i temi degli interventi di oggi, a Mirandola, nel corso del ciclo di conferenze “Sapere è antisismico”.  

“Anpas è un’idea di vita” ha detto Maino Benatti, sindaco di Mirandola, presentando Anpas e il suo presidente, Fausto Casini, agli studenti. Il sindaco ha ricordato l’importante impegno del volontariato nel supportare tutte le attività di ricostruzione e di assistenza alla popolazione durante l’emergenza. 
Armando Curianò, del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, ha spiegato agli studenti il funzionamento della Protezione Civile e i momenti storici che hanno contribuito a farne un sistema integrato. “Un sistema articolato, complesso, che vede collaborare Istituzioni, associazioni di volontariato, ma soprattutto i cittadini, voi cittadini”.
Fausto Casini, presidente dell’Anpas ha stimolato i ragazzi a una riflessione verso il loro futuro: “I dati dicono che i giovani sono sempre più propensi a fare volontariato. Ma oggi voi cosa pensate del vostro futuro? Cosa sarete nel 2065? Oggi la sicurezza  è poter essere liberi in un territorio sicuro, non è più l’intangibilità. Iniziate a immaginare come cambierà il modello di difesa quando sarete voi a doverlo gestire. Il volontariato di protezione civile è una squadra complessa che si muove per difendere il territorio e per prevenire i danni delle catastrofi naturali”.

Sapere è antisismico
“Sapere è antisismico” è un progetto ideato per gli studenti delle classi terze, quarte e quinte in attesa delle nuove strutture scolastiche che sostituiranno gli edifici gravemente danneggiati dal sisma che a maggio ha colpito l’Emilia.  Dodici studenti contribuiscono alla realizzazione di un ciclo di conferenze, organizzate per le classi dell’Istituto Luosi,in collaborazione con Radio Pico e la Scuola di Musica “Carlo Guglielmo Andreoli”.

Sapere è antisismico

 

“Sapere è antisismico” consiste in un insieme di conferenze che si stanno svolgendo al Palasport di Mirandola con la partecipazione di diversi relatori: professori universitari, assessori, autori e tante altre personalità che “contribuiscono – dicono gli studenti – a farci vivere bene questo periodo di scuola senza aule offrendoci il loro sapere”. 

Sapere è antisismico

È stato anche creato un blog per dare continuità tra il prima, il durante ed il dopo della conferenza, facendo in modo che gli incontri non si esauriscano negli orari di lezione, ma possano essere discussi e ricordati anche dopo.“Speriamo che quest’esperienza – dicono i ragazzi – possa insegnarci tanto sia dal punto di vista pratico che da quello umano, perché in fin dei conti gran parte del lavoro sta nel riuscire ad interagire nel modo giusto con chi ci sta intorno.

Il ciclo di conferenze “Sapere è antisismico”, cominciato il 26 settembre 2012 è ormai giunto alla terza settimana, che si preannuncia ricca di spunti di riflessione.  Finora infatti sono stati numerosi i docenti universitari che hanno intrattenuto il giovane pubblico con le loro lezioni: Patizio Bianchi, Guido Zaccarelli e Dario Antiseri. Hanno partecipato anche Stefano Rimondi, Presidente di Assobiomedica, Mariella Martini, Direttore Generale AUSL di Modena, e Maurizio Torreggiani, Presidente della Camera di Commercio. Molto apprezzati sono stati lo spettacolo teatrale “Luana Prontomoda”  di Marinella Manicardi e l’intervento storico-letterario del famoso scrittore Valerio Massimo Manfredi. 

 

  

               

 

Anpas intervention for the earthquake in Emilia Romagna


Come aiutare le pubbliche assistenze Anpas colpite dal sisma


I racconti dei volontari

               

Le storie di Aldo, dal campo di Mirandola

Il 20 maggio di Valentina

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Maria e Andrea dal campo di Novi

La settimana-imbuto di Enzo

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La struttura protetta del campo di Mirandola (foto)


Anpas all’Hackathon terremoto (Bologna, 16-17 giugno)

 


La struttura protetta del campo di Mirandola (foto)


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La cucina del Campo Costa (video)

                             


Di terremoti, false leggende e info utili (approfondimento)

                           


Anpas a lavoro a poche ore dal sisma

                               

 

COSA FARE IN CASO DI TERREMOTO

Durante il terremoto
• Se sei in luogo chiuso cerca riparo nel vano di una porta inserita in un muro portante (quelli più spessi) o sotto una trave.  Ti può proteggere da eventuali crolli
• Riparati sotto un tavolo.  E’ pericoloso stare vicino ai mobili, oggetti pesanti e vetri che potrebbero caderti addosso
• Non precipitarti verso le scale e non usare l’ascensore.  Talvolta le scale sono la parte più debole dell’edificio e l’ascensore può bloccarsi e impedirti di uscire
• Se sei in auto, non sostare in prossimità di ponti, di terreni franosi o di spiagge.  Potrebbero lesionarsi o crollare o essere investiti da onde di tsunami
• Se sei all’aperto, allontanati da costruzioni e linee elettriche.  Potrebbero crollare

• Stai lontano da impianti industriali e linee elettriche.  E’ possibile che si verifichino incidenti
• Stai lontano dai bordi dei laghi e dalle spiagge marine.  Si possono verificare onde di tsunami
• Evita di andare in giro a curiosare e raggiungi le aree di attesa individuate dal piano di emergenza comunale.  Bisogna evitare di avvicinarsi ai pericoli
• Evita di usare il telefono e l’automobile.  E’ necessario lasciare le linee telefoniche e le strade libere per non intralciare i soccorsi Dopo il terremoto

• Assicurati dello stato di salute delle persone attorno a te. Così aiuti chi si trova in difficoltà ed agevoli l’opera di soccorso
• Non cercare di muovere persone ferite gravemente.  Potresti aggravare le loro condizioni
• Esci con prudenza indossando le scarpe.  In strada potresti ferirti con vetri rotti e calcinacci
• Raggiungi uno spazio aperto, lontano da edifici e da strutture pericolanti.  Potrebbero caderti addosso

iononrischiohome

Prima del terremoto
• Informati sulla classificazione sismica del comune in cui risiedi.  Devi sapere quali norme adottare per le costruzioni, a chi fare riferimento e quali misure sono previste in caso di emergenza
• Informati su dove si trovano e su come si chiudono i rubinetti di gas, acqua e gli interruttori della luce.  Tali impianti potrebbero subire danni durante il terremoto

• Evita di tenere gli oggetti pesanti su mensole e scaffali particolarmente alti. Fissa al muro gli arredi più pesanti perché potrebbero caderti addosso

• Tieni in casa una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile, un estintore ed assicurati che ogni componente della famiglia sappia dove sono riposti

• A scuola o sul luogo di lavoro informati se è stato predisposto un piano di emergenza.  Perché seguendo le istruzioni puoi collaborare alla gestione dell’emergenza


Terremoto: io non rischio

Clicca per ulteriori descrizioni dell’iniziatva promossa da Protezione Civile e Anpas, in collaborazione con INGV e ReLUIS (Consorzio della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica).

Scarica il materiale di “Terremoto-Io non rischio”, prodotto nell’ambito del progetto Edurisk con la collaborazione di Giunti Progetti Educativi:


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Archivio storico: il terremoto di Messina e Reggio Calabria

Le pubbliche assistenze di tutta Italia, si mobilitano immediatamente per quello che è considerato il primo intervento di protezione civile su scala nazionale.

Il 28 dicembre 1908, alle ore 5.21 l’osservatorio sismico di Moncalieri (Torino) segnala «amplissima registrazione di terremoto lontano». La scossa di terremoto dura più di trenta secondi ed è localizzata in un tratto di mare tra Messina e Reggio Calabria, con magnitudo di MS=7.7. Pochi minuti dopo il maremoto investe le cosrte di Messina e Reggio Calabria che, all’epoca, contavano rispettivamente circa 140 e 45 mila abitanti. I morti sono 80mila a Messina e 15 mila a Reggio Calabria. Le due città restano isolate: telfono e telegrafo sono interrotti, così come interrotte sono tutte le linee ferroviarie a causa di frane e di gallerie crollate. Giolititti convoca una riunione notturna.

«Federazione nazionale società pubblica assistenza oltre già partite tiene disposizione Sicilia Calabria squadre completo equipaggiamento soccorso medici infermieri, pronte partire da varie città. Attendonsi sempre ordini. Telegrafo Eccellenza vostra affinché il necessario, tanto generoso, nobile aiuto non resti inoperoso»: è il testo che Luigi Filippo Paletti, pesidente della Federazione Naizonale delle pubbliche assistenze (poi Anpas) invia a Giolitti: cento squadre di militi pronte a recarsi sul luogo del disastro, circa duemila militi scelti, formati, dotati di tutti gli strumenti per portare soccorso e provenienti da varie pubbliche assistenze d’Italia.  Ma, come ricorda Fulvio Conti nel libro “I volontari del Soccorso”, gli ordini attesi non arrivarono e le squadre approntate restarono bloccate nelle rispettive città. 

Il 22 gennaio Paletti scrive «Molto ritardo negli aiuti è imputabile al governo, moltissimo alle contraddizioni, alle oscillanze ed agli errori nella emanazione degli ordini da partire delle autorità». 

La pubblica assistenza di Palermo, l’unica esistente in Sicilia e in Calabria, inviò una squadra di volontari che, secondo la relazione del presidente Pietro Lanza, si distinse per abilità e spirito di dedizione. Altrettanto fecero le pubbliche assistenze di Bari (che in Calabria invità 48 militi e 11 medici)e Molfetta che arrivarono in Calabria il primo gennaio 1909.

In seguito arrivarono squadre di volontari da tutta Italia, da Milano a Grosseto, da Lucca a Savona (come testimoniano le due immagini sotto). Alla fine del 1909 Giolitti concesse un sussidio di mille lire alla Federazione come riconoscimento dell’opera prestata. In seguito all’intervento la Federazione nazionale pubbliche assistenze ottenne il riconoscimento a Ente Morale con il regio decreto del 18 giugno 1911.


In seguito al terremoto e all’impreparazione delle città colpite, sembra tristemente profetico l’appello lanciato nel luglio 1908 dal direttore della pubblica assistenza di Palermo, Domenico Natalia, che si rivolgeva ai sindaci e ai medici condotti affinchè si costituissero società di pubblica assistenza e “scuole samaritane” in tutti i principali centri abitati della Sicilia e della Calabria.

Terremoto Messina-Reggio: l'intervento delle pubbliche assistenze

Crorce Verde Lucca

Terremoto Messina-Reggio: l'intervento delle pubbliche assistenze

 

Nel 2009 l’Archivio storico di Anpas Nazionale ha ricevuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – So­vrintendenza Archivistica per la To­scana la dichiarazione di interesse culturale in quanto esso costituisce “una fonte di primaria importanza per lo studio dell’associazionismo di pubblica assistenza in Italia” e per documentare la storia sociale, la tradizione e l’innovazione dell’assistenza pubblica in Italia

L’inaugurazione dell’Archivio storico di Anpas

Consulta l’archivio storico Anpas online

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Come e quando consultare l’Archivio Storico Anpas. L’Archivio storico di Anpas nazionale e del Comitato Regionale Anpas Toscana si trova in Via Pio Fedi 46/48 a Firenze.   È possibile la consultazione on line degli inventari attraverso la piattaforma informatica OsseeGenius.  La consultazione dei fondi archivistici è aperta ad utenti esterni previo appuntamento dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 17.00.  

Per gli appuntamenti per la consultazione dell’Archivio scrivere a: segreteria2@anpas.org – formazione@anpastoscana.it 

Tel. +39 055.303821 – 055.787651

 


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Piano triennale Anpas

 

Dall’introduzione (di Fausto Casini). Il piano triennale che la Direzione sta elaborando riguarda un periodo che, seppur breve, è gravato da forti aspettative di cambiamento dello scenario sociale Italiano ed Europeo e quindi non può essere immaginato come un documento finito ma deve essere considerato un elenco di azioni e di obiettivi con cui confrontarsi ogni giorno per verificarne sostenibilità, efficacia e adeguatezza. E’ quindi importante che ogni Consigliere nazionale, ogni Consiglio di Comitato regionale coinvolgendo i dirigenti di tutte le pubbliche assistenze lo arricchisca individuando carenze, segnalando criticità, e soprattutto indicando risorse ed alleanze interne ed esterne al movimento che possano concorrere alla crescita delle pubbliche assistenze e dell’Anpas.

 

Un primo sforzo iniziale è anche quello di individuare all’interno del piano la suddivisione per annualità e le urgenze su cui impegnarsi con un primo punto di passaggio che dovrebbe trovare coerente concretizzazione nel bilancio preventivo del 2012.

Come metodo: è necessario dare immediato avvio alle commissioni e ai gruppi di lavoro che dovranno concorrere, partendo dalle direzioni individuate, aggiungendo la giusta coralità alla proposta, immettendo la possibilità di improvvisazione data dalle creatività individuali, determinando però regole e ritmiche per evitare caos e inutili rumori di sottofondo.

 

Questo metodo di lavoro presuppone la fiducia che ognuno stia lavorando avendo come faro la crescita quantitativa e qualitativa del nostro Movimento nella responsabilità condivisa di coesione e di inclusione.

 

Il triennio precedente ci ha consegnato un’associazione in buona salute e con l’accresciuta consapevolezza della sua forza e della necessità di evitare frammentazioni e protagonismi. Come era inevitabile i Congressi regionali e nazionale hanno provocato fibrillazioni, modifiche di equilibri e anche qualche frustrazione, ma questo non può e non deve essere fonte di recriminazioni, ma deve servire ad aumentare il senso di responsabilità con le giuste autocritiche personali e collettive per improntare in modo motivato la nostra azione futura.

Le diverse schede di settore sono state costruite dopo una riflessione corale della Direzione nazionale che ha provato a individuare priorità e parole chiave (che sono poi in sintesi i titoli delle varie schede) attorno alle quali cercare specifici percorsi di attività e impegno di risorse.

In questo senso l’individuazione di una responsabilità specifica nei rapporti con i Comitati regionali, che è associata alla delega al personale della segreteria nazionale, ha come obiettivo di costruire un punto di riferimento reale di raccordo tra i Comitati regionali, il Consiglio e la Direzione nazionale supportato dalla struttura.

 

L’interlocuzione tra le direzioni e le presidenze – nazionale e regionali – dovrà comunque trovare spazi di relazione diversi e maggiormente stringenti: su questo la delega non può riguardare un solo componente della Direzione.

 

La costruzione di un riferimento presuppone però che anche quelli a cui ci si riferisce mantengano organicità nelle relazioni. In questo senso e su questo il Consiglio dovrà immaginare il proprio coinvolgimento e diventa sostanziale il ruolo dei consiglieri nazionali di ciascuna regione e l’esplicitazione da parte dei comitati regionali delle loro responsabilità di collegamento e di proposta.

Grandi assenti nelle schede sembrerebbero le parole “sociale” o “welfare”: non è una mancanza di sensibilità sul tema che ci dovrà vedere protagonisti. Su questo credo sia necessaria ancora una riflessione più generale su obiettivi e ruolo di Anpas viste anche le diverse iniziative che sono state recentemente attivate nei luoghi in cui il Terzo Settore esercita il proprio ruolo di parte sociale.

Differente è la rilevazione delle attività in ambito sociale e le azioni di mutualità per le capacitazioni dei territori e delle politiche di welfare comunitario sviluppate o progettate dalle pubbliche assistenze. Su questo tema è necessaria la prosecuzione delle attività di rilevazione nell’ambito delle relazioni con i Comitati regionali per utilizzare la leva della comunicazione per la circolazione delle buone prassi.

Anche l’individuazione delle risorse sulla progettazione già presenti e attivabili nella rete Anpas prevedendo poi la loro messa a sistema e la consapevolezza che nei moduli formativi per dirigenti sia necessario promuovere l’attenzione ai sistemi locali e alle esigenze sul territorio sono funzionali alla crescita del Movimento su questo terreno.

Parlare di politiche di welfare senza parlare di “lavoro” oggi non è più possibile e quindi aver istituito una specifica responsabilità su questo tema ritengo sarà un nostro punto di forza e di distinzione.

C’è un importantissimo sviluppo in corso che vede associarsi per sensibilità l’attenzione al territorio la capacitazione dei cittadini nella prevenzione e la protezione civile. Se si associa tutto questo all’idea di dare valore ai territori lavorando su carte e mappe e soprattutto di un vero e proprio sistema informativo georeferenziato possiamo anche qui vedere importanti sinergie sulla protezione sociale.

 

Sfoglia il piano triennale Anpas

 
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8 ideas to change the world

 

8 IDEAS TO CHANGE THE WORLD

Participate at the International Conference for Youth in the Euromediterranean

BARI, saturday 29th september, National Meeting of Solidarity


Anpas needs ideas!

Over the last few years, Anpas, also through the support of important European networks like Samaritan International (SAMI) and the European Center for Volunteering (CEV), has developed a particular attention to European policies in the belief that our country can be a bridge to the countries of the Mediterranean. Last year we also acceded to the Mediterranean Autonomous Network for Youth (MANY), a network of youth in the Mediterranean that wants to promote the meeting and sharing of knowledge between youth belonging to different social and cultural groups, affirming a culture of learning. Anpas doesn’t want volunteers to remain indifferent to the grand phenomenon that the countries bordering the mare nostrum are experiencing, which have appealed to our affluent society with movements of people (migration) and socio-political upheavals (the Arab Spring). So then? So we would like to see what’s in store beyond our shores, learn new ideas, and build relationships in the Mediterranean. Through this Call for Papers, we invite the youth of society, citizens 32 years of age and younger, to share ideas to better the world, to construct a more just and united society, for the development of a culture of solidarity, for the protection of the environment and of common goods.

 

Do you have an idea to change the world? Share it with us!

We have chosen the National Meeting of Solidarity that will be held in Puglia, a natural bridge between Europe and the Mediterranean, where 8 youth will present their projects: 8 ideas to change the world, in particular in the area of relations between Italy and the people of the Mediterranean, presented by youth of these countries.

How it works

Among all the ideas received by the 30th of June 2012, only 8 will be selected, that can be presented on the occasion of the International Conference of Youth of the Euromediterranean that will be held in Bari, Saturday the 29th of September 2012.

Therefore, if your idea convinces us, you will fly to Bari and have 10 minutes to present your idea, in the most attractive mode. Are you ready?

Who can participate

The projects can be presented by youth under age 32, who can be residents in Italy or in these countries: Morocco, Algeria, Tunisia, Malta, Libya, Egypt, Israel, Palestinian Authority, Jordan, Lebanon, Syria,Turkey, Cyprus, Greece, Albania, Montenegro, Bosnia-Herzegovina, Croatia, and Slovenia.

We would also like to hear the ideas of immigrants that live in Italy but come from these countries: the true bridge of the Mediterranean!

Conditions of participation

To those who will be selected, you will be given the opportunity to participate in Bari at the entire National Meeting of Solidarity that will be held from Thursday the 27th of September to Sunday the 30th of September. Anpas will pay the costs relative to accommodation, meals, and transfers to the headquarters of the Meeting. To promote better organization of the day, participants will make sure to specify the necessary logistics for transfers, so that we can make arrangements.

 

 


 

The thirteenth edition of the National Meeting of Solidarity will be held the 27th to the 30th of September 2012 in Bari, organized by Anpas in collaboration with the Regional Committee of Anpas in Puglia. This is an annual event, inaugurated in 2000, with the participation of thousands of Public Assistance Volunteers, as well as representatives of Italian Institutions and the Third Sector.

 

NEWS IN ITALIAN

 

– CALL FOR PAPER

  (italiano) (english)


– RULES

  (italiano) (english)


– APPLICATION FORM

  (italiano) (english)

 

 

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