Protezione civile

Sisma ad Ischia

Firenze, 22 Agosto 2017

 

A seguito del sisma che ha colpito nelle ultime ore l’isola di Ischia, il Dipartimento di Protezione Civile ha richiesto la disponibilità ad Anpas Nazionale della colonna mobile.

La colonna mobile nazionale  è composta da due moduli di intervento diversi per dimensioni e collocazione geografica.

Per questo evento, l’Anpas è pronta a garantire, qualora il Dipartimento lo ritenga utile, l’attivazione di un campo di assistenza per ospitare circa 250 persone, oltre ad addetti e soccorritori.

 

Il presidente Anpas Fabrizio Pregliasco ha dichiarato: “A nome di tutti i Volontari Anpas esprimo la nostra solidarietà ai cittadini ischitani per gli effetti del terremoto e un buon lavoro alle strutture della Protezione Civile direttamente impegnate. Siamo pronti a dare una mano nella malaugurata necessità di dover intervenire”.

Terremoto centro Italia: il campo Anpas di Amatrice

 

 

Aggiornamento del 23 Agosto 2017

 

Il Dipartimento della Protezione Civile (funzione volontariato) ha ringraziato Anpas per la disponibilità per l’emergenza sisma Ischia comunicando che non è tuttavia necessario un intervento della Colonna Mobile Nazionale. Al momento non si evidenziano ulteriori necessità.

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Io non rischio 2015, il debrifing

Il debriefing della campagna nazionale per le buone pratiche di protezione civile 


7 novembre 2015 –  
Dopo il successo della quinta edizione della campagna di sensibilizzazione Io non rischio – che si è svolta il 17 e 18 ottobre in 400 piazze in tutta Italia – nella sede del Dipartimento della Protezione Civile si è svolto un incontro con i 70 volontari formatori nazionali, che nei mesi scorsi hanno avuto il compito di curare la formazione e la preparazione dei volontari che per la prima volta hanno allestito i punti informativi in piazza.

Alcuni dati. Quattromila volontari, oltre 400 piazze 209 nuove pizze rispetto all’edizione precedente, 383 comuni coinvolti  Oltre 80mila visualizzazioni delle pagine del sito sito www.iononrischio.it, ventimila visitatori unici Seicentomila visualizzazioni per l’hashtag #iononrischio.

“Siamo contenti che il modello di formazione giò sperimentato e proposto da Anpas sia stato utile anche per questa campagna” dichiara Carmine Lizza, responsabile nazionale Protezione Civile Anpas. “Non avevamo dato per scontato che il modello della cascata formativa, che prevede la formazione di volontari formatori che a loro volta vadano a formare altri volontari, potesse essere efficace anche per altre situazioni e associazioni non Anpas come le realtà che hanno fatto parte della campagna 2015 di Io non rischio. Oggi, grazie a questo sistema siamo soddisfatti di aver avuto ottimi risultati da persone che che propongono scelte innovative anche pe la campagna stessa”.

Carmine Lizza al debriefing Io non rischio

Un’occasione per riflettere sulla loro esperienza di formatori insieme ai partner della campagna e ai referenti regionali e per raccogliere osservazioni sul nuovo modello formativo. In particolare, saranno approfonditi gli aspetti relativi alla didattica e alla parte logistico-organizzativa. Durante il debriefing c’è stato  spazio per brevi testimonianze da parte dei formatori nazionali Io non rischio e una discussione sui temi emersi, in vista dei futuri appuntamenti della campagna.

 



Consulta su www.iononrischio.it l’elenco dei comuni che partecipano a “Io non rischio” e ricorda che la Campagna è anche social: segui “io non rischio” anche su facebook, twitter e instagram, per trovare informazioni utili e condividere la tua esperienza.


 

 

#iononrischio @Anpasnazionale

 


LE FOTOGALLERY

Tutte le foto della campagna 2015 di #iononrischio



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Il sito della campagna

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Io non rischio

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Io non rischio è una campagna di comunicazione nazionale sulle buone pratiche di protezione civile. Ma ancora prima di questo, Io non rischio è un proposito, un’esortazione che va presa alla lettera. L’Italia è un paese esposto a molti rischi naturali, e questo è un fatto. Ma è altrettanto vero che l’esposizione individuale a questi rischi può essere sensibilmente ridotta attraverso la conoscenza del problema, la consapevolezza delle possibili conseguenze e l’adozione di alcuni semplici accorgimenti. E attraverso conoscenza, consapevolezza e buone pratiche poter dire, appunto: “io non rischio”.

 

Il sistema più efficace per difendersi da un rischio è conoscerlo. Questo tipo di conoscenza, per essere realmente utile, di solito comporta un livello di approfondimento che difficilmente può essere comunicato con un semplice spot radiofonico o televisivo. L’ideale, per un cittadino, sarebbe poter parlare con qualcuno capace di raccontargli tutto quello che occorre sapere sul terremoto, sul maremoto o su qualsiasi altro rischio, magari incontrandolo direttamente nella sua città, in piazza, un sabato o una domenica mattina. Ed è qui che si è accesa la lampadina: i volontari di protezione civile!

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Da questi presupposti è nata l’idea originaria di Io non rischio di Anpas. Formare i volontari di protezione civile sulla conoscenza e la comunicazione del rischio per poi farli andare in piazza, nella loro città, a incontrare i cittadini e informarli. Un’idea concepita e proposta da Anpas e subito sposata dal Dipartimento della Protezione Civile, dall’Ingv e da ReLuis, e poi progressivamente allargata ad altre associazioni di protezione civile. 

Io non rischio è anche lo slogan della campagna, il cappello sotto il quale ogni rischio viene illustrato e raccontato ai cittadini insieme alle buone pratiche per minimizzarne l’impatto su persone e cose. E in questo caso il termine slogan, che in gaelico significa “grido di battaglia”, è particolarmente appropriato: è la pacifica battaglia che ciascuno di noi è chiamato a condurre per la diffusione di una consapevolezza che può contribuire a farci stare più sicuri.

 

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Samets Social Affair Management in Emergency Temporary Shelter

La recente esperienza di Anpas nella gestione dei campi di emergenza dopo il terremoto in Emilia del 2012 ha dimostrato la necessità di una preparazione adeguata dei volontari e professionisti, non solo per la risposta alle emergenze, ma anche per la gestione degli affari sociali all’interno di un campo di emergenza. La presenza di famiglie e abitanti di Paesi terzi richiedono un approccio diverso nella gestione della vita quotidiana, all’interno del campo di emergenza.

Con SAMETS, Anpas intende sviluppare un modulo di gestione della formazione per volontari e professionisti in grado di affrontare in queste situazioni particolari e testarli a livello locale per individuare linee guida utili per tutti i volontari o professionisti coinvolti nel meccanismo di protezione civile.

Gli obiettivi del progetto Samets

 Rafforzare le competenze e i curricula dei volontari nel sistema di gestione delle questioni sociali, su tre focus – anziani, disabili, bambini – all’interno dei campi di emergenza;

 Aumentare la capacità dei volontari di lavorare in un ambiente multiculturale e multietnico;

 Migliorare le competenze dei volontari e dei professionisti in contesti di emergenza;

 Creazione dell’effetto moltiplicatore della formazione a cascata (Metodologia campagna Io Non)

Le attività di progetto

1) Impostazione di una ricerca sugli aspetti sociali in emergenza, basandosi sull’esperienza di tutti i partner

2) Tre laboratori transnazionali di Peer review (PREW) focalizzati su tre specifici temi sociali: Bambini,

Multiculturalità, Anziani e Disabili, con il contributo di esperti e collegati con l’esperienza del partner

3) Un seminario transnazionale al termine dei laboratori di Peer Review per impostare linee guida che saranno

utilizzati dai formatori

4) Un meeting transnazionale di formazione e valutazione per formare e testare i volontari formati

5) Quattro eventi di diffusione locale / nazionale

6) un Meeting finale di divulgazione

I risultati attesi sono:

– Mappatura dell’esperienze europee nella gestione degli Affari sociali in emergenza

– Banca dati on-line sul risultato dell’Indagine.

– La Formazione di 15 Istruttori Volontari sulla Gestione degli Affari Sociali in emergenza
– Realizzazione di un Manuale d’uso sui tre temi individuati da utilizzare come Linee Guida dai Volontari Istruttori – 10.000 copie in 4 lingue

– Edu – Train: manuale di raccomandazioni per i volontari istruttori

Partner del progetto:

Organizzazioni partner partecipanti sono: ASB Arbeiter Samariter Bund – Germania, ASBÖ Arbeiter Samariter Bund Österreichs – Austria, ASSR Asociácia Samritánov Slovenskej Republiky – Slovacchia e Croce Bianca/Landesrettungsverein Weisses Kreuz onlus Bolzano – Italia.

Durata del progetto

Il progetto durerà 24 mesi, a partire da gennaio 2014.

Contatti e informazioni

Aurelio Dugoni: a.dugoni@anpas.org

SAMETS Civil Protection Financial Instrument – Prevention and preparedness

Il progetto intende sviluppare un modulo di gestione di formazione dei volontari e professionisti per affrontare queste particolari situazione e si propone di individuare Linee guida utili a tutti i volontari o professionisti coinvolti nei vari sistemi di protezione civile.
Il progetto si propone di: – Attuare le competenze dei volontari esperti nel sistema di gestione dei campi, con particolare attenzione alle questioni sociali in relazione alla multi-etnicità; – Aumentare la capacità dei volontari di lavorare in un ambiente multiculturale di emergenza.
Partner del progetto: ASBO (SAMI Austria) – Croce Bianca Bolzano – ASB (SAMI Germania) – ASSR (SAMI Slovacchia)
Durata: 24 mesi
Status: finanziato e in corso. Avviato il 01/01/2014

Progettazione europea Anpas partner

Anpas in Europa

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Monitoraggio della formazione formatori protezione civile

L’elaborazione dei dati del monitoraggio evidenzia un gradimento, da parte dei corsisti, decisamente lusinghiero

I dati aggregati si attestano su medie molto alte sia per ciò che riguarda le attività d’aula, sia per le metodologie formative utilizzate, che includono attività esperenziali e di educazione non formale.
Nel complesso i corsisti sono stati molto soddisfatti (tutti i dati si attestano fra il 5 e il 6 su una scala da 0 a 6), accusando solo un po’ di stanchezza per la logistica e i tempi molto serrati.
Grande soddisfazione, dunque, ed un eccellente risultato per i formatori delle diverse aule che sono – principalmente – i volontari Anpas già iscritti all’Albo Nazionale. L’esperienza ha anche evidenziato il gradimento per un modello formativo che, oltre a competenze e conoscenze, valorizzi un approccio altamente relazionale, in linea con i valori del movimento.

La metodologia – I dati sono stati rilevati con un questionario anonimo semi-strutturato pensato per indagare l’attività di formazione, principalmente, sotto tre profili:
una sezione introduttiva con focus su metodologie e organizzazione d’aula;
un dettaglio individuale sulle performance dei formatori e tutor;
specifiche su organizzazione e logistica.
Tutti i partecipanti hanno restituito il questionario compilato, dunque il dato è decisamente rappresentativo.

Formazione formatori Protezione Civile

 I video del corso

 

La prima sessione del corso formazione formatori 

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Umbria: Terremoto parliamone insieme

Umbria: l’esperienza di Anpas a “Terremoto, parliamone insieme”

Il ciclo di incontri è stato organizzato in tre dei comuni interessati dalla sequenza sismica in atto a Gubbio e nell’area circostante. Il racconto di Kristian Talamonti, responsabile settore Psicosociale Anpas.

"Terremoto, parliamone insieme"

Si sono da poco conclusi in Umbria diversi incontri programmati con la popolazione, organizzati dal Dipartimento di Protezione Civile, insieme a I.N.G.V in collaborazione con O.G.S, USL Umbria 1 e il Settore Psicosociale di Anpas.

L’iniziativa “Terremoto parliamone insieme” si è svolta dal 20 al 22 gennaio con l’obiettivo di essere vicini alla popolazione che da alcuni mesi convive con una sequenza sismica che sta interessando soprattutto il territorio di Gubbio e l’area dei comuni circostante. Il confronto con i cittadini, insieme ai rappresentanti delle istituzioni ed agli esperti sui temi legati alla sismicità e al sostegno psicosociale, si è rilevato utile per abbassare i livelli generali di ansia, fornire informazioni chiare ed essenziali, oltre che per aiutare la popolazione ad adottare comportamenti finalizzati alla prevenzione.  

Ampio spazio è stato dato alle domande e distribuito il materiale informativo della campagna informativa “Terremoto io non rischio“.

Gli incontri tenuti in alcune scuole del territorio sono stati fortemente voluti dai dirigenti scolastici che li hanno richiesti soprattutto a fronte di segnalazioni di casi isolati, ma in crescita, di bambini che cominciano a manifestare sintomi di agitazione psicomotoria, ansia generalizzata, prima, durante e dopo una scossa, e scatti di paura al minimo rumore improvviso.

 

Le scosse di terremoto e la reazione dei bambini

Le frequenti scosse e relative evacuazioni della scuola che in questi mesi interessano i bambini dell’Umbria,  stanno avvenendo in un arco di tempo lungo e indeterminato e cominciano a produrre dei vissuti negativi profondi, legati al terremoto, che cronicizzano reazioni emotive normali, che altrimenti si risolverebbero rapidamente e senza conseguenze. 

Si è riscontrato che la maggior parte delle crisi di pianto, che avvengono nei bambini dopo una scossa di magnitudo più elevata del solito, sono una reazione emotiva immediata, alla vista dei propri genitori o di quelli degli altri bambini, che dopo alcuni minuti accorrono a scuola per prelevarli e portarli a casa. Se pur naturale e comprensibile, si è notato che questo comportamento e reazione emotiva degli adulti, dovuta allo scarso controllo della loro preoccupazione, contagia e aumenta la sensazione di paura  e di minaccia percepita dai bambini, che immediatamente dopo la scossa e durante l’evacuazione della scuola, generalmente restano sereni, per poi agitarsi in corrispondenza dell’arrivo dei primi genitori ansiosi.

I bambini più piccoli sono indifesi nel fronteggiare i pericoli esterni e la loro stima del pericolo si basa sulla capacità di riconoscere le espressioni facciali dei propri genitori e degli adulti in genere. 

Le risposte alle numerose domande, le attività didattiche ed i giochi fatti con loro in questi giorni hanno avuto, come obiettivo principale, il ridimensionamento di alcune fantasie e la condivisione di alcuni suggerimenti per affrontare meglio la  paura del terremoto essendo resilienti.

La resilienza spiegata da Boris Cyrulink

Boris Cyrulnik, medico psichiatra, scampato ai campi di concentramento da bambino e cresciuto “solo”, descrive la resilienza come la capacità, che ciascuno possiede, in modo e misura variabili, di crearsi una via di scampo. E di superare così i traumi che l’affliggono. Qualcosa di simile accade agli animali quando sopraggiunge un evento a scardinare le loro abituali certezze e spetta loro il compito di riorganizzarsi. E in fretta. Prima che le difficoltà abbiano la meglio. Tanto vale contare sulle proprie limitate risorse, trasformandole, inaspettatamente, in privilegi. Si chiama strategia del brutto anatroccolo, e ad essa Cyrulnik ha dedicato un libro, dal titolo, appunto, I brutti anatroccoli (Frassinelli, 2002). Scrive Cyrulnik che quando un granello di sabbia penetra in un ostrica, aggredendola, l’animale reagisce producendo la madreperla, che si deposita intorno al granello e lo trasforma in una perla piccola. L’aspro granello è modellato fino ad assumere la forma nuova di una perla preziosa. Cyrulnik formulò questa metafora per illustrare il concetto di resilienza, intesa come un processo dinamico che porta a un adattamento positivo a fronte di un evento potenzialmente traumatico, che minaccia l’esistenza e lo sviluppo di un individuo. (Masten. e al., Resilience in development, Oxford Press 2002).

 

Anpas Umbria, per voce del responsabile di protezione civile Enrico Mancini e della responsabile del settore psicosociale Valentina Tellini si è resa disponibile a supportare le scuole e i genitori in caso di bisogno.

 

Ci auguriamo che questi incontri abbiano contribuito a stimolare la resilienza dei bambini verso un adattamento positivo agli eventi di questi mesi e verso un loro veloce superamento.

 

Kristian Talamonti

 

 
  

 

 


Terremoto, parliamone insieme

Quali comportamenti devo adottare per ridurre l’esposizione al rischio sismico? Come posso affrontare in modo consapevole una situazione di emergenza? Qual è il mio ruolo e come posso interagire con l’organizzazione di protezione civile sul territorio?
Il terremoto genera domande. Per rispondere con chiarezza al bisogno di informazione e conoscenza da parte dei cittadini nasce “Terremoto, parliamone insieme”: iniziativa che prevede cicli di incontri rivolti alle comunità dei territori interessati da una sequenza sismica. 
Il progetto – realizzato d’intesa con le Regioni e le amministrazioni locali – è promosso dal Dipartimento della Protezione Civile e dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, in collaborazione con la Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica e le organizzazioni di volontariato di protezione civile presenti sul territorio.
Avviato in via sperimentale nell’Aquilano (2009) e replicato poi nel Frusinate (2009), in Emilia-Romagna (2012), in Lunigiana e Garfagnana (2013) “Terremoto, parliamone insieme” arriva oggi in Umbria per rispondere alla forte richiesta di informazione da parte delle comunità coinvolte dalla sequenza sismica che sta interessando Gubbio e l’area circostante da alcuni mesi. 
Si svolgono dal 20 al 23 gennaio, a Mocaiana Pietralunga e Montone, i primi appuntamenti in calendario, anche se sono già in corso di organizzazione per i prossimi giorni ulteriori incontri con le scuole del territorio.
Gli incontri in agenda:
20 gennaio18.00 – Mocaiana (Frazione di Gubbio) L’incontro si svolge nella palestra comunale
21 gennaio18.00 – Pietralunga L’incontro si svolge nell’ex Convento di Sant’Agostino – sala biblioteca
21.00 – Semonte L’incontro si svolge nel CVA di Semonte ed è rivolto a docenti e genitori della scuola d’infanzia e primaria di Semonte e di alcuni istituti di Gubbio
22 gennaio18.00 – Montone L’incontro si svolge nel Teatro San Felice

 

 


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Piemonte #iononrischio

Basilicata #iononrischio


VIDEO

L’allestimento della piazza di Mirandola

 

Basilicata #iononrischio – video video video


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Info e Materiali

Clicca per ulteriori descrizioni dell’iniziatva promossa da Protezione Civile e Anpas, in collaborazione conINGVReLUIS (Consorzio della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica).

Scarica i materiali informativi

il pieghevole

la scheda sui comportamenti

– la locandina

 

Il sito della campagna

http://www.iononrischio.it/

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Progetto EVRECA: al via la selezione dei volontari per Grenada e le isole Barbados

Anpas partner del progetto “EVRECA! – EUROPEAN VOLUNTEERS FOR RESPONSE OF EMERGENCIES IN THE CARIBBEAN”

 

Anpas, unitamente ad ASB (entrambi membri di Samaritan International) e ad altre 4 organizzazioni europee di volontariato, è partner del progetto EVRECA!, finanziato dalla Commissione Europea – DG ECHO, di cui è capofila il Dipartimento della Protezione Civile Italiana.
Scopo del progetto è sviluppare le linee guida e gli standard per il reclutamento, la formazione, il dispiegamento sul campo ed il coordinamento di volontari ed operatori di protezione civile, a livello europeo, esperti nel campo della gestione delle emergenze e in attività di riduzione del rischio che potranno essere impiegati in attività a livello europeo e internazionale.
L’obiettivo specifico del progetto è altresì finalizzato a formare 18 volontari, secondo un comune percorso formativo e a impiegarli successivamente in attività di capacity building a Grenada e nelle Isole Barbados, con lo scopo di rafforzare la preparazione, la capacità di risposta ai disastri naturali , il sistema di early warning e allertamento, le modalità di coordinamento e gestione dei volontari sul campo da parte delle autorità e delle organizzazioni della società civile locali.

I volontari Anpas possono presentare la domanda per essere selezionati e partecipare al training e, successivamente alle attività di capacity building di circa 15 giorni a Grenada e nelle Barbados, secondo le modalità indicate in allegato, entro il 13 ottobre 2013.

Anpas (insieme ad ASB) è inserita nel Primo Gruppo (Needs Assesment) e, come riportato nel Modulo di Domanda, i volontari dovranno barrare la casella interessata.

Nel caso che il/la volontario/a intendesse candidarsi anche per uno degli altri due gruppi descritti nei Terms Of Reference è possibile farlo e, se selezionati, saranno inseriti in una lista di supporto nel caso che altri partners non raggiungessero i termini previsti.

 

Maggiori informazioni sul sito www.evreca.eu

 

 

MODALITA’ DI PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA DI PARTECIPAZIONE

La candidatura dovrà essere inviata compilando il Modulo di Domanda corredato dalla seguente documentazione: Curriculum vitae, da cui emergano, oltre al percorso formativo e professionale, le esperienze nel campo della protezione civile, nel campo delle attività di risposta alle emergenze, nel campo della cooperazione internazionale con particolare riguardo alle attività internazionali svolte, la buona conoscenza della lingua inglese, scritta e parlata . Dichiarazione di impegno a svolgere il corso intensivo di 5 giorni che si svolgerà in Italia; Dichiarazione di disponibilità a svolgere attività a Grenada e nelle Isole Barbados per un periodo compreso tra i 15 ed i 30 giorni; eventuale necessità di usufruire del rimborso al datore di lavoro ex art 9 del DPR 194/2001; copia del documento di identità o passaporto;

LA DOCUMENTAZIONE RELATIVA ALLA DOMANDA DI PARTECIPAZIONE, COME SOPRA DESCRITTA, DOVRÀ PERVENIRE, ENTRO IL TERMINE DEL 13 OTTOBRE 2013, VIA E-MAIL, AI SEGUENTI INDIRIZZI:

a.dugoni@anpas.org ; internazionale@anpas.org
Per ogni ulteriore informazione contattare
Aurelio Dugoni – tel 0935 531976 – 335 6731495

 

ALLEGATI:

 

PROGETTO

MODULO DI PARTECIPAZIONE

Term of Reference Gruppo 1 – Attività di Need Assessment

Term of Reference Gruppo 2 – Attività tecnico scientifiche

Term of Reference Gruppo 3 – Attività Risk awareness e disseminazione


The project

The Italian Civil Protection Department is coordinating the capacity building project ‘EVRECA! – European Volunteers for Response of Emergencies in the Caribbean’.

The main objective of this project is to define guidelines and standards for the recruitment and training of volunteers in the field of emergency management and disaster risk reduction (DRR) activities. This project deploys volunteers in third countries with the aim of strengthening local authorities preparedness, early warning systems, response and hosting of volunteers. The EU volunteers will enhance the level of preparedness and awareness of institutional stakeholders and of local volunteering organisations in order to better respond to hydro-meteorological disasters.

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Ayasse2013: la maxiesercitazione vista dal settore psicosociale

Ayasse2013: la maxiesercitazione vista dal settore psicosociale

Si è appena conclusa un altra splendida esperienza in Anpas. All’esercitazione Ayasse 2013, la partecipazione del settore psicosociale era prevista inizialmente solo con un workshop sulla psicologia dell’emergenza da tenersi la domenica mattina ai volontari. Venerdì sera è stato aggiunto dagli organizzatori un briefing con i figuranti dell’esercitazione, che facevano interamente parte della popolazione di Champocher. Sono state date loro indicazioni generali sulle emozioni che potevano essere vissute e consigli sulle buone pratiche per prevenire o affrontare eventuali sintomi di disagio emotivo nel corso dell’esercitazione.

Sabato mattina nella tenda della mensa poco prima di iniziare l’esercitazione, si è svolto anche un briefing con gli infermieri del corso di laurea dell’università di Aosta, del secondo e terzo anno. Insieme sono stati discussi i sintomi e i criteri diagnostici delle principali reazioni psicologiche ad un evento traumatico. Sono stati dati alcuni consigli circa i comportamenti e gli atteggiamenti più opportuni da adottare in emergenza, al fine di aiutare le vittime ad affrontare lo shock e la propria sofferenza psicologica, accennando anche agli effetti dello stress sui soccorritori.

Durante l’esercitazione l’obiettivo principale del settore psicosociale era di monitorare i comportamenti dei soccorritori e delle vittime ed individuare eventuali criticità. Non potendo essere presenti in tutti gli scenari, e’ stato scelto quello della cava che sembrava il più esposto ad eventuali reazioni emotive. In effetti così è stato. Due figuranti in particolare, erano stati sepolti sotto le macerie, uno di loro ha manifestato precocemente segnali di nervosismo e disagio per la posizione in cui si trovava. Dopo averne discusso con il responsabile dello scenario, abbiamo provveduto al cambio di ruolo del figurante che è stato spostato in una posizione per lui meno stressante.

Durante l’esercitazione ho notato un alto livello di professionalità’ di tutte le squadre intervenute. Trattandosi però di un esercitazione e dovendo indicare dove si potrebbe migliorare, direi che in alcuni casi i soccorritori tendono ad eseguire alla perfezione i protocolli e le procedure, senza porsi troppo il problema di curare i rapporti e la comunicazione con i feriti. Mentre si attendeva l’arrivo dei soccorsi, in qualche caso, la vittima era resa poco partecipe di cosa le stava accadendo intorno e non veniva rassicurata a sufficienza sulle sue condizioni e cosa gli sarebbe successo. Nel caso di una squadra di vigili del fuoco, il ferito e’ stato lasciato in un imbarazzante e lungo periodo di silenzio. Conosciamo bene l’importanza di controllare e mantenere sveglia la vittima nonché di intrattenerla al fine di raccogliere maggiori informazioni (malattie particolari, farmaci assunti di recente, eventuali allergie ecc..) da comunicare ai soccorritori in arrivo, ma soprattutto sappiamo quanto sia importante per la vittima essere rassicurata continuamente.

Ho notato l’assenza di disturbatori: persone presenti ma non ferite, curiosi o persone in preda al panico che avrebbero potuto rendere più realistico lo scenario ai soccorritori, ma forse è stata una scelta voluta. A sorpresa è stato richiesto l’intervento non programmato di uno psicologo su uno degli scenari, per una vittima che non voleva farsi toccare da nessuno e rifiutava di muoversi dal luogo del ritrovamento. All’arrivo dello psicologo Ia vittima non presentava i sintomi di un attacco di panico, ma solo una reazione di shock da esposizione ad un immagine traumatica. La resistenza agli stimoli verbali e l’irrigidimento posturale si sono risolti parlandoci e fornendo informazioni rassicuranti che tendevano a ridimensionare eventuali ideazioni e preoccupazioni generali. Alla fine la vittima è stata accompagnata al Pma dallo psicologo.

Sabato pomeriggio l’attività del settore psicosociale è proseguita con un debriefing insieme agli infermieri, dove sono stati messi in evidenza, alcuni momenti critici e discusse le maggiori difficoltà emotive provate durante l’esercitazione. Sono state date diverse chiavi di lettura agli episodi e suggerite alcune strategie per superare in emergenza i momenti difficili, facendo affidamento sui colleghi.

Domenica mattina si è svolto il workshop sulla psicologia dell’emergenza. Prima della presentazione delle slide è stato condiviso il progetto del settore psicosociale all’interno della colonna mobile nazionale di PC, per la valorizzazione delle competenze professionali nei volontari.

E’ stato chiesto ai presenti di farsi portavoce, all’interno delle proprie associazioni, delle intenzioni di Anpas di formare insieme a loro, un gruppo di volontari specializzati anche in Val D’Aosta.

– Kristian Talamonti, responsabile settore psicosociale Anpas

  
AYASSE 2013           




     

 

Il blog dell’evento http://ayasse2013.tumblr.com/

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Riepilogo interventi protezione civile

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Sicurezza sul lavoro: volontari di p.c. e volontari L. 266/91. Novità legislative.

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Nella seduta dell’11 gennaio 2012 la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome ha approvato lo schema di decreto recante “adozione dell’intesa tra il Dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri e le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano prevista dall’articolo 5 del decreto 13 aprile 2011 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n.159 dell’11 luglio 2011 e condivisione di indirizzi comuni per l’applicazione delle altre misure contenute nel medesimo decreto”. La Conferenza ha espresso l’intesa, subordinandola all’accoglimento di alcune proposte emendative, come si può leggere nel documento 12/01/CR2/C13 pubblicato sul sito istituzionale, cui si rimanda per conoscere nello specifico i rilievi mossi.

L’iter previsto si è concluso con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 82 del 6 aprile 2012. Il provvedimento disciplina, tra le altre cose, le modalità di effettuazione della sorveglianza sanitaria per i volontari di protezione civile.

E’ quindi utile ripercorrere per sommi capi la recente evoluzione normativa in materia.

Si tratta dell’ultima di una serie di norme che negli ultimi anni sono andate a disciplinare la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e dei volontari. Con l’emanazione del Decreto legislativo 9 aprile 2008 n° 81, cosiddetto testo unico in materia di sicurezza, il Legislatore, nell’ambito di una riforma e di un riordino complessivo delle norme in materia di sicurezza sul lavoro, che prese l’avvio con la legge delega 5 agosto 2007 n° 123, intese equiparare, ai fini prevenzionistici, i volontari ai lavoratori subordinati, estendendo loro tutte le tutele previste dalla legge.

Successivamente, nel 2009, con l’emanazione del Decreto legislativo 3 agosto 2009 n° 106, il Legislatore operò una profonda riforma del testo unico, con la quale si previdero strade diverse per i volontari di cui alla legge n° 266/91 e per quelli delle organizzazioni di volontariato della protezione civile. Per i primi sono state previste le medesime tutele applicate ai lavoratori autonomi, cui di fatto vengono adesso comparati. I secondi, invece, restano equiparati ai lavoratori definiti dall’art. 2 del D.Lgs 81/08 e, con l’introduzione nel D.Lgs. n° 81/2008 dell’articolo 3, comma 3-bis, venne previsto che le norme del testo unico venissero applicate tenendo conto delle particolari modalità di svolgimento delle rispettive attività.

Dunque, secondo il DM 13/04/2011 il volontario di protezione civile (ndr: volontari appartenenti alle organizzazioni di volontariato che svolgono attività di protezione civile iscritte negli elenchi regionali e nell’elenco nazionale), a differenza del volontario di cui alla legge 266/91, viene equiparato, ai fini della tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, ad un lavoratore esclusivamente per le attività elencate dall’art. 4 c. 1 e 2 del decreto 13 aprile 2011 e indicate come obbligatorie per le organizzazioni di volontariato di protezione civile:

• la formazione, l’informazione e l’addestramento, con riferimento agli scenari di rischio di protezione civile ed ai compiti svolti dal volontario in tali ambiti;

• il controllo sanitario generale;

• la sorveglianza sanitaria esclusivamente per quei volontari che nell’ambito delle attività di volontariato risultino esposti agli agenti di rischio nel previsti nel decreto legislativo 81/2008 in misura superiore a soglie di esposizione previste e calcolate secondo appositi procedimenti;

• la dotazione di dispositivi di protezione individuale idonei per i compiti che il volontario può essere chiamato a svolgere nei diversi scenari di rischio di protezione civile ed al cui utilizzo egli deve essere addestrato.

Gli adempimenti indicati in precedenza caratterizzano fortemente le tutele previste per i lavoratori subordinati.

Il Decreto 13 aprile 2011 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’11 luglio 2011, è entrato in vigore 180 giorni dopo tale data, vale a dire lo scorso 8 gennaio.

Il quadro in precedenza raffigurato nelle associazioni di volontariato ex Legge 266/91 comporterà quindi una applicazione delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro sostanzialmente su due binari :

• durante l’attività “ordinaria” al volontario, ai sensi D.lgs 81/08, secondo quanto previsto dall’art. 3 c. 12 bis del testo normativo, si applicano le disposizioni relative ai lavoratori autonomi di cui all’articolo 21 del D.Lgs 81/08.

• durante le attività svolta nell’ambito di scenari di rischio di protezione civile come definiti dal DM 13/04/2011 il volontario è equiparato al lavoratore, per quanto concerne gli obblighi di formazione, informazione, addestramento, controllo sanitario, sorveglianza sanitaria e dotazione di dispositivi di protezione individuali. In tale circostanza il legale rappresentante dell’associazione acquisirebbe anche lo status di datore di lavoro.

Lo scenario in precedenza individuato sicuramente rende più difficoltosa l’applicazione della normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro nelle associazioni di volontariato di cui alla Legge 266/91 anche se, relativamente all’aspetto prevenzionistico, i due binari possono essere complementari tra loro, assicurando una maggiore tutela del volontario in qualsiasi attività svolga. Va notato, tuttavia, che il criterio posto alla base del DM 13/04/2011 sembra essere quello di salvaguardare in ogni caso la necessità di intervento immediato dell’organizzazione di protezione civile, prevedendo espressamente, all’art. 2, comma 1, l’impossibilità pratica di valutare tutti i rischi per situazioni di emergenza, ed evitando appesantimenti formali non compatibili con gli scenari tipici di intervento. Viene naturale pensare, ad esempio alla redazione del documento di valutazione dei rischi, attività diversa e conseguente a quella della valutazione dei rischi vera e propria, che per scenari nuovi e con forte grado di indeterminatezza comporterebbe necessariamente il differimento dell’azione di protezione civile che si vuole evitare. Concetto ribadito e rafforzato, se possibile, al comma successivo del medesimo articolo, nel quale è previsto che l’applicazione delle disposizioni contenute nel decreto non può comportare l’omissione o il ritardo delle attività e dei compiti di protezione civile.

Si ricorda, infine, che lo scorso 21 dicembre La Conferenza permanente per i rapporti tra Stato, le Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano ha sancito due accordi tra il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Ministro della Salute, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, in materia di formazione dei lavoratori per la prevenzione e protezione dai rischi sui luoghi di lavoro: corsi di formazione per lo svolgimento diretto da parte del datore di lavoro dei compiti di prevenzione e protezione dai rischi ai sensi dell’art. 34, commi 2 e 3, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n.81, e formazione dei lavoratori ai sensi dell’art. 37, comma 2, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n.81.

Tali provvedimenti possono essere particolarmente utili alle associazioni di volontariato (in particolare a quelle di carattere nazionale) per la definizione di percorsi formativi in materia di salute e sicurezza sul lavoro con particolare riferimento ai volontari che svolgono attività nell’ambito di scenari di rischio di protezione civile come definiti dal DM 13/04/2011.

 

Autori:

Stefano Venditti (Resp. Ufficio Relazioni con il Pubblico DTL di Lodi)

Nicola De Rosa (Resp. Unità Operativa Vigilanza Tecnica DTL di Lodi)

 

I testi e le considerazioni sono frutto esclusivo del pensiero degli autori e non hanno carattere in alcun modo impegnativo per l’Amministrazione Pubblica di appartenenza.

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